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Żywe Kamienie

Żywe Kamienie
[1941]
Versi di Włodzimierz Wnuk (1915-1992), scrittore e giornalista polacco, che dal 1939 al 1941 fu internato nei campi nazisti di Stutthof, Sachsenhausen e Mauthausen-Gusen.
Musica composta da Aleksander Kulisiewicz nel 1943, mentre si trovava prigioniero a Sachsenhausen
Nella raccolta intitolata “Pieśni obozowe. Mauthausen/Gusen” pubblicata dalla polacca Veriton (anno non riscontrato).

Poi nel volume con CD “The Undying Flame: Ballads And Songs Of The Holocaust”, a cura di Jerry Silverman.

Gusen è il nome dato a tre dei quarantanove sottocampi del campo di concentramento nazista di Mauthausen, nell’Austria annessa al Terzo Reich. A Gusen I, II e III, costruiti in rapida successione, avevano sede alcune delle fabbriche belliche tedesche più importanti, la Steyr-Daimler-Puch AG e Messerschmitt AG. Gli impianti furono allestiti sotto terra, in un complesso sistema di gallerie lunghe... (continua)
Jesteśmy jak żywe kamienie
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/5/2015 - 23:49
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Czarny Böhm

Czarny Böhm
[Sachsenhausen, 1942]
Lyrics by Aleksander Kulisiewicz
Music: Ukrainian folk melody (“E shumyt e hudyt”)
Nella raccolta intitolata “Ballads and Broadsides - Songs from Sachsenhausen Concentration Camp 1940-1945”, frutto di una ricerca della professoressa Barbara Milewski, Assistant Professor of Music presso lo Swarthmore College, Pennsylvania, USA. Pubblicata dalla United States Holocaust Memorial Museum (USHMM)

“Wilhelm Böhm, nicknamed “Czarny” (black) Böhm, was among the more grisly denizens of Sachsenhausen camp. Short and hunchbacked, with long, ape-like arms, Böhm, a camp Kapo, was also distinctly charred in appearance due to his work as a cremation specialist. Wildly enthusiastic about his job, Böhm had been known to cry out to passing prisoners, “Come to Böhm! You’ll surely be coming my way soon, so why not now?” Kulisiewicz reports that in 1941–1942 Böhm helped cremate some 18,000... (continua)
Czy to w dzień, czy to w noc,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/5/2015 - 16:20

Marsz o Wolności

Marsz o Wolności
[fine 1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sull’aria della sovietica “Moskva mayskaya”, di Dmitri & Daniel Pokrass, 1937.
Testo trovato qui

Canzone profetica, composta solo qualche settimana prima che, sotto la pressione delle truppe sovietiche, i nazisti decidessero di evacuare i campi di Auschwitz, costringendo i prigionieri già stremati ad una “Todesmärsche”, una marcia della morte in pieno inverno (era il gennaio del 1945). Per molti fu la fine; per altri, come la Żywulska, fu davvero la marcia verso la libertà.

Dopo l’occupazione tedesca, Sonia Landau finì con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Ma nel 1942 decise di passare all’azione: fuggì dal ghetto, adottò un’identità falsa (Zofia Wiśniewska) nella “parte ariana” della città e quindi si unì alla Resistenza. Catturata nel 1943, fu identificata... (continua)
Takie miejsce jest na świecie
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/5/2015 - 14:14

Wycieczka w nieznane

Wycieczka w nieznane
[Agosto 1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sulle arie della tradizionale napoletana “Santa Lucia” e di “Gloomy Sunday”, celebre “suicide song” dell’ungherese Rezső Seress, adattate insieme dal musicista polacco Krzysztof Jażdżyński durante la permanenza, sua e della Żywulska, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
Testo – solo parziale, a giudicare dalle sospensioni - trovato nell’articolo “Krystyna Zywulska. The Making of a Satirist and Songwriter in Auschwitz-Birkenau is Discovered Through Camp Mementos., di Barbara Milewski, Assistant Professor of Music presso lo Swarthmore College, Pennsylvania, USA.

Canzone davvero terribile, in cui le immagini di una natura ridente sono giustapposte senza soluzione di continuità con quelle allucinanti e grottesche del campo di Auschwitz-Birkenau, percorso... (continua)
Słoneczko świeci
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/5/2015 - 13:21
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Мы за мир

Мы за мир
Musica / Music: Serafim Tulikov
Музыка: Серафим Туликов
Testo / Lyrics: Aleksandr Zharov
Слова: Александр Жаров
Всей земли народ
(continua)
inviata da Juha Rämö 5/5/2015 - 11:42

Tanz, Mädchen

Tanz, Mädchen
[1944]
Versi di Krystyna Żywulska (1914-1992, il cui vero nome era Sonia Landau), ebrea polacca, nativa di Łódź.
Sull’aria della popolare cecoslovacca “Ešče si já pohár vínka”, nell’adattamento che ne fece il musicista polacco Krzysztof Jażdżyński durante la permanenza, sua e della Żywulska, nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau.
Sono costretto – per il momento - a contribuire la versione tedesca dell’originale polacco, che non sono riuscito a trovare ad eccezione del frammento “Tańcz, tańcz dziewczyno / władze ci każą, z przyjemną miną / są dziś w humorze panowie śmierci, tańcz…”, i soli versi ricorrenti in Rete.

Dopo l’occupazione tedesca, Sonia Landau finì con la sua famiglia nel ghetto di Varsavia. Ma nel 1942 decise di passare all’azione: fuggì dal ghetto, adottò un’identità falsa (Zofia Wiśniewska) nella “parte ariana” della città e quindi si unì alla Resistenza.... (continua)
Tanz, tanz schnell, Mädchen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/5/2015 - 09:57
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Black Market

Black Market
[1948]
Parole e musica di Friedrich Hollaender, compositore tedesco, ebreo, nato a Londra e divenuto celebre nella Berlino di Weimar prima che l’avvento del nazismo lo costringesse, come molti altri, a fuggire. Dopo un breve soggiorno a Parigi, emigrò negli States dove scrisse canzoni per le colonne sonore di molti film di successo.

Black Market - così come In den Ruinen von Berlin - fu scritta per Marlene Dietrich che la interpretò in “A Foreign Affair” (“Scandalo internazionale”), pellicola diretta nel 1948 da un altro immigrato di lingua tedesca e di religione ebraica, l’austriaco Samuel Wilder, divenuto poi Billy Wilder (cognome identico ma di pronuncia diversissima).

Uno degli effetti collaterali di ogni guerra, dovuto alla penuria e alla difficoltà di procurarsi ogni cosa, alla chiusura delle frontiere, alle sanzioni spesso imposte da altri paesi, all’adeguarsi delle organizzazioni... (continua)
Black Market
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/5/2015 - 21:24
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A Nation Fit for Heroes

A Nation Fit for Heroes
[2008]
Scritta da Raymond Ian Burns, in arte Captain Sensible, membro fondatore de The Damned, e Martin Newell, conosciuto anche come “the Wild Man of Wivenhoe”, musicista, cantante, chitarrista, cantautore, poeta ed autore.
Nell’album intitolato “So, Who's Paranoid?”
Nice house and a wall around your land
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/5/2015 - 10:51
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Über Gewalt

Über Gewalt
Der reißende Strom
(continua)
inviata da Juha Rämö 4/5/2015 - 09:48
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Lintu mustasiipi lennä

Lintu mustasiipi lennä
This song refers to the incidents of the Bloody Thursday in the Northern Finnish town of Kemi on August 18, 1949. Read more here: Kemi Strike
Oi lintu mustasiipi, verta sulissas,
(continua)
inviata da Juha Rämö 4/5/2015 - 09:42
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Karmaniola

Karmaniola
[1981]
Testo e musica di Jacek Kaczmarski
Dalla cassetta uscita "in underground" Mury 2, ma presente anche negli diversi album successivi.
Testo da kaczmarski.art
Ile wściekłości trwoga w was zajadła
(continua)
inviata da Krzysiek 3/5/2015 - 23:53
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Bianco e nero

Bianco e nero
(1980)
Album: "Suonare suonare"

Franz Di Cioccio - batteria, percussioni
Patrick Djivas - basso
Lucio Fabbri - violino, viola e violoncello
Franco Mussida - chitarra
Flavio Premoli - tastiere e voce





Il testo di Premoli, pur partendo da una situazione privata e raccolta, riesce a mettere a fuoco l’inquietudine per il futuro di una terra poco sicura e travagliata, che nel corso dell’ultimo secolo si è trovata due volte sull’orlo dell’abisso più nero (con Hiroshima nel ’45 e con la crisi missilistica di Cuba nel ’62).

Dietro a questi versi c’è lo spettro della guerra, la più pericolosa che si possa immaginare, e sembra esserci anche un suggeritore d’eccezione, perché viene in mente una frase di Albert Einstein, che disse: «Non so con quali armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma la quarta guerra mondiale sarà combattuta con bastoni e pietre.» Oppure con le fionde, come suggerisce Premoli.

Marco Novaro - I cantastorie elettrici (pt. I)
Luna nuova, luna d'aprile
(continua)
3/5/2015 - 19:39
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Mazurek trzeciego maja (Trzeci maj)

anonimo
Mazurek trzeciego maja (Trzeci maj)
[1831]
Uno dei canti patriottici polacchi più sentiti, composto per commemorare gli avvenimenti legati alla nascita della Costituzione di Maggio del 1791 nel periodo della Rivolta di Novembre. Il testo viene attribuito a Rajnold Suchodolski, ma fra i diversi autori che hanno contribuito ad aggiungere le ulteriori strofe vengono citati anche Stanisław Starzyński e Konstanty Gaszyński.

Il brano riprende probabilmente le note scritte agli inizi dell'Ottocento da Stefan Surzyński per una precedente poesia di Stanisław Starzyński intitolata "Maj (Nienawidzę was próżniaki)". Altre fonti citano Fryderyk Chopin come l'autore della musica , facendo notare la somiglianza con le due mazurche del grande compositore polacco risalenti al periodo del suo soggiorno a Varsavia, nonché la presenza del suo nome in queste veci in un canzoniere dell'epoca.

Esistono diverse versioni di questa canzone, che... (continua)
Witaj, majowa jutrzenko,
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 3/5/2015 - 13:47
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Tango fasismin ja kapitalismin suhteesta

Tango fasismin ja kapitalismin suhteesta
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Matti Rossi (1934-2017)
Musica / Music / Musique / Sävel: Eero Ojanen
Performed by KOM-Teatteri
Album / Albumi: Kun tuuli kääntyy [2009]
Kun fasismi lyötiin
(continua)
inviata da Juha Rämö 3/5/2015 - 10:11
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La Ravachole

La Ravachole
Adattamento della canzone scritta da Sébastien Faure (La Ravachole)
En la gran ciudad de la capital
(continua)
inviata da Den Guer 3/5/2015 - 01:12
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Chocolate Kings

Chocolate Kings
dall'album "Chocolate Kings" (1975)

Testo di Marva Jan Marrow e Mauro Pagani
Musica di Franco Mussida


Bernardo Lanzetti - voce
Franco Mussida - chitarra
Patrick Djivas - basso, voce
Franz Di Cioccio - batteria, percussioni, voce
Mauro Pagani - fiati, violino, voce
Flavio Premoli - tastiere, voce

«Venimmo accusati di essere “commerciali” – un’accusa che oggi appare una sciocchezza – e i testi in inglese rinfocolarono le polemiche degli anticapitalisti a oltranza. La cosa in questo caso è particolarmente curiosa, perché CHOCOLATE KINGS era un disco molto critico nei confronti dell’«american way of life». Parla dei “re di cioccolata” vale a dire degli americani che hanno colonizzato l’Italia nel dopoguerra. Parlava del consumismo americano. Parla della supremazia americana nel mondo, ma senza demonizzare gli States, di cui venivano fuori anche gli aspetti più... (continua)
When I was born they came to free us
(continua)
2/5/2015 - 23:38
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Geranio

Geranio
(1972)
dal secondo album della PFM "Per un amico"
Testo di Mauro Pagani
Musica di Mauro Pagani, Franco Mussida e Flavio Premoli.


Flavio Premoli - pianoforte, clavicembalo, organo Hammond e Pari, spinetta, mellotron, moog, campane, voce solista
Franco Mussida - chitarra acustica, chitarra a 12 corde, chitarra elettrica, mandoloncello, voce solista
Franz Di Cioccio - batteria, strumenti a percussione, voce
Giorgio Piazza - basso elettrico, voce
Mauro Pagani - flauto, flauto contralto, ottavino, violino, voce


IL PROFUMO E LA FOLLIA
Marco Novaro - su Rock Celebration

Anche Geranio è un pezzo molto interessante, ma che preferisce svelarsi poco per volta. E’ un addebito contro i mali in generale ma che si rivela gradualmente, e forse proprio per questo meccanismo da scatola cinese risulta molto più incisivo dei testi precedenti.

Geranio è un’allegoria di tutti... (continua)
Balla piano nella via
(continua)
2/5/2015 - 21:47
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Veli, sisko

anonimo
Testo / Lyrics / Sanat: Elsa Rautee
Veli, sisko kuulet kummat soitot
(continua)
inviata da Juha Rämö 2/5/2015 - 16:09
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Ne tulevat, Maria

Testo / Lyrics / Sanat: Matti Rossi
Song performed by Punainen lanka on their 1977 album »Pohjolan lumisen kalmiston hongat«
Pane ikkuna kiinni, Maria
(continua)
inviata da Juha Rämö 1/5/2015 - 13:52
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Storie dell’Altra Italia

Storie dell’Altra Italia
2012
Storie dell'altra Italia

Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una sua fine.
(continua)
inviata da dq82 1/5/2015 - 11:36
Percorsi: Mafia e mafie
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Storie di Alpini

Storie di Alpini
2012
Storie dell'altra Italia

Portata in scena e musicata da Daniele Biacchessi, Gang e Massimo Priviero in "Storie dell'altra Italia"
Luglio 1941. Accanto ai tedeschi e contro i sovietici, Mussolini invia il Corpo di Spedizione Italiano in Russia: 58.800 soldati, 2.900 ufficiali che si portano dietro pezzi di artiglieria da campagna, anticarro, contraerei, automezzi di ogni tipo. Viene schierato nell’Ucraina meridionale alle dipendenze dei tedeschi.
(continua)
inviata da dq82 1/5/2015 - 11:31
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Piazza Fontana

Piazza Fontana
‎[2007]‎
Dallo spettacolo “Il paese della vergogna” realizzato con i Gang
Il 1969 è l’anno degli scioperi, dei cortei di operai e studenti in tutto il paese.
(continua)
inviata da dq82 1/5/2015 - 11:21
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Oj Doberdob, slovenskih fantov grob

anonimo
Oj Doberdob, slovenskih fantov grob
(1915?)

"Oh Doberdò, tomba di ragazzi sloveni!" così recita questa canzone slovena risalente alla Grande Guerra. Doberdob è proprio il paese di Doberdò del lago (oggi in provincia di Gorizia) teatro tra il 1915 e il 1916 di dure e cruente battaglie e citato anche in Fuoco e mitragliatrici.

Questa canzone proviene dalle file dell'esercito austro-ungarico, dove trovarono la morte moltissimi sloveni.

Inseriamo questa canzone grazie alla preziosa segnalazione di Piero Purini - storico e musicista - che ha recentemente presentato lo spettacolo Rifiuto la guerra, che ripercorre l'opposizione alla prima guerra mondiale attraverso una scelta di brani italiani, sloveni, ungheresi, tedeschi, francesi, inglesi ed americani.
Oj Doberdob, oj Doberdob,
(continua)
inviata da CCG Staff grazie a Piero Purini 30/4/2015 - 21:38
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There's a Long, Long Trail

There's a Long, Long Trail
[1913]
Parole di Stoddard King (1889–1933), autore e cantautore
Musica di Alonzo "Zo" Elliott (1891-1964), compositore e cantautore
L’interpretazione più nota è quella del grande tenore irlandese John McCormack, nel 1917.

June Tabor ne ha offerta una propria versione – intitolata “The Long, Long Trail” - nel disco collettivo “We Died in Hell—They Called it Passchendaele” (1993)

La canzone fu pubblicata negli USA nel 1914, poco prima dello scoppio della guerra in Europa e divenne immediatamente popolarissima tra i soldati americani lì spediti a combattere a partire dall’aprile del 1917. Veniva usata spesso per chiudere i concerti per le truppe e l’esecuzione era sempre seguita da un lungo, commosso e significativo silenzio.
Nights are growing very lonely,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/4/2015 - 14:02

Klaaglied Van De Vrouwen

Klaaglied Van De Vrouwen
[1978]
Parole di Jan Hardeman e Marieke Demeester, due membri del “Elfnovembergroep”, il “Gruppo 11 novembre” (dall’11 novembre 1918, data dell’Armistizio), nato nel 1977 nei Paesi Bassi e in Francia con l’intento di commemorare la Grande Guerra. Il loro motto è “Nooit brengt een oorlog vrede”, che credo di poter tradurre come “Mai nessuna guerra porta la pace”.
Musica tradizionale delle Fiandre
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
Nel disco collettivo intitolato “We Died in Hell—They Called it Passchendaele” (1993), con June Tabor, Shoshana Kalisch, Kristien Dehollander, Marwan Zoueni & The Lone Tree Orchestra.
O Vaderland, aanhoor onze klacht;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/4/2015 - 11:58
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Little Yellow Roses

Little Yellow Roses
[1961]
Parole e musica di Trevor Peacock (1931-), attore shakespeariano e occasionalmente songwriter.
Arrangiamento di John Barry (1933-2011), grande compositore inglese, soprattutto di colonne sonore per il cinema (sue gran parte di quelle della serie su James Bond 007).
Interpretata dalla popstar Adam Faith (1940-2003) nel suo disco eponimo del 1962.
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.

Una canzone sulla guerra di Spagna o, comunque, su chiunque abbia combattuto per la libertà e l’uguaglianza: “Mio padre mi ha insegnato che tutti gli uomini sono uguali / Qualunque sia il colore, la religione o la provenienza; / Mi ha detto di lottare per le cose in cui ho creduto / Ed è quello che ho fatto, con una pistola in mano.”
Laid on my back with the sun in my eyes;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/4/2015 - 11:17

Declaring Peace

Declaring Peace
1985
The unfairy tale
Whisper the words of wisdom no more
(continua)
inviata da dq82 30/4/2015 - 11:03
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Flesh and Blood and Feelings

Flesh and Blood and Feelings
1987
Bigger than Jesus

Came in a 12 page booklet sleeve, housed in a brown paper bag due to the "controversial" nature of the front cover...
Margaret thatcher lives in ronald reagan's underpants
(continua)
inviata da dq82 30/4/2015 - 11:00

Times of Crisis

Times of Crisis
1985
The unfairy tale
It gets worse... the earth, if looked after properly, has an estimated lifespan of another four billion years, but in 1983 there were two false alarms of impending nuclear war every three days. They say that such alarms are normal, and present no problem provided they can be identified as false alarms. I said in 1983 there were two false alarms of impending nuclear war, every three days, but in times of crisis with weapons systems already on the alert, there is less than eight minutes to decide whether an attack is underway or not. And there are over forty conventional wars going on in the world today. Times of crisis, you might say. They say that waiting longer than eight minutes would risk a surprise attack, and a loss of command and control. In the trade this is called the "use them or lose... (continua)
inviata da dq82 30/4/2015 - 10:54
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The Birmingham Six

The Birmingham Six
1989
Why Are We Still In Ireland?

Per approfondimenti sui "Sei di Birmingham" si veda l'omonima canzone dei Pogues
Birmingham, 1974, there occurred a bloody murder
(continua)
inviata da dq82 30/4/2015 - 10:43
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Why Are We Still in Ireland? (Part One)

Why Are We Still in Ireland? (Part One)
1989
Why Are We Still In Ireland?
Our settlers calling our kingdom great
(continua)
inviata da dq82 30/4/2015 - 10:39
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My Love Has Listed (or the White Cockade)

anonimo
My Love Has Listed (<Em>or</Em> the White Cockade)
[Fine 700, inizio 800]
Ballata di autore anonimo risalente con tutta probabilità alle guerre napoleoniche, raccolta a Newcastle nel 1821 e pubblicata sulla Blackwood's Magazine di Edimburgo.
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
La prima incisione dovrebbe essere quella di Bob Davenport nel suo EP “Geordie Songs” del 1959.
La versione qui riportata è quella di Norma Waterson con i suoi familiari (The Watersons) presente nel disco intitolato “A Yorkshire Garland” del 1966.

Una canzone molto interessante, in cui ben due strofe sono dedicate alle colorite maledizioni lanciate da una giovane all’indirizzo dell’esercito e di coloro che hanno indotto il suo fidanzato ad arruolarsi per la guerra…
'Tis true, my love's enlisted and he wears a white cockade.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/4/2015 - 10:36
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Home Fit for Heroes

Home Fit for Heroes
[1992]
Parole di Les Barker (1947-), poeta di Manchester.
Musica di Martin Carthy.
Interpretata da Norma Waterson nel disco di Les Barker intitolato “Some Love”, con June Tabor, Roy Bailey, Eliza e Martin Carthy, Chris Harvey, Ken Nicol e molti altri
They died in their millions,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/4/2015 - 08:49
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Atto di forza

Atto di forza
2014
Sotto Casa
Testo di Francesco Gazzè
Musica di Max Gazzè

Vincitore del premio Voci per la libertà 2014

"Spesso capita di chiederci - racconta il Premio Amnesty International Italia 2014 Max Gazzè - come un essere umano possa arrivare a compiere gesti atroci, quali siano i guasti che mandano in blocco il cervello e perché nessuno sia ancora riuscito a trovare il sistema per fermare la follia molto prima di quando è già troppo tardi. Facile che resti un pensiero come tanti che balena e sparisce per lasciar posto a qualcosa di più urgente. 'Atto di forza' è uno di quei pensieri, il racconto
per immagini di una di quelle follie. Grazie al premio Amnesty International lo sguardo si sposta e indugia su temi enormi – quale, appunto, la violenza contro le donne - che vengono quasi sempre pigiati in cronaca nera solo perché sembra sia diventato normale che ogni tanto qualcuno perda il controllo.... (continua)
Evade il buio arcigno
(continua)
inviata da dq82 29/4/2015 - 15:24
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Torturing James Hetfield

Torturing James Hetfield
dall'album ABCDFGH del 2010

"Torturing James Hetfield" is a response to James Hetfield's approval of the use of Metallica's music as a torture device against Iraqi prisoners at the Guantanamo Bay detention camp. The song was described as depicting a "wonderful image" by Stefan Appleby in BBC Review. Boff Whalley listed the song as one of his favourites in July 2011.

"Torturing James Hetfield" è una risposta alle dichiarazioni di James Hetfield, chitarrista dei Metallica, che si è detto soddisfatto dell'uso della musica del gruppo contro i prigionieri iracheni nel campo di detenzione di Guantanamo Bay.

The gaffes just keep coming with Metallica: illegal downloads, the documentary, the most recent album being too loud and over-compressed and then James Hetfield comes out and says he’s proud their music has been used to torture Guantanamo prisoners “It represents something that they don’t... (continua)
Well, we got James Hetfield
(continua)
inviata da dq82 29/4/2015 - 14:25
Percorsi: Guantanamo Bay
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Norwich Gaol

Norwich Gaol
[1977]
Parole e musica di Peter Bellamy
In “The Transports. A Ballad Opera.”
Con la crema dei folksinger inglesi dell’epoca, tra cui The Watersons, Martin Carthy, Nic Jones, A.L. Lloyd, June Tabor, Martin Winsor, Cyril Tawney e Dave Swarbrick.
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music

Un’opera che racconta una storia vera, quella di Henry Cabell e Susannah Holmes, “two poor fellows” che nel 1783 furono condannati alla deportazione per aver commesso dei furti a causa della miseria. I due erano amanti e dalla loro relazione era nato un bimbo ma ai due non fu in un primo momento concesso di sposarsi e la famigliola corse il serio rischio di essere smembrata. Uno dei loro carcerieri s’impietosì e intercesse per loro presso il ministro dell’interno.

Così Henry e Susannah poterono unirsi in matrimonio e nel 1787, dando corso alla sentenza, furono imbarcati con il... (continua)
The food is foul, the air is bad, the company not choice;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2015 - 14:02
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Us Poor Fellows

Us Poor Fellows
[1977]
Parole e musica di Peter Bellamy
In “The Transports. A Ballad Opera.”
Con la crema dei folksinger inglesi dell’epoca, tra cui The Watersons, Martin Carthy, Nic Jones, A. L. Lloyd, June Tabor, Martin Winsor, Cyril Tawney e Dave Swarbrick.

Un’opera che racconta una storia vera, quella di Henry Cabell e Susannah Holmes, “two poor fellows” che nel 1783 furono condannati alla deportazione per aver commesso dei furti a causa della miseria. I due erano amanti e dalla loro relazione era nato un bimbo ma ai due non fu in un primo momento concesso di sposarsi e la famigliola corse il serio rischio di essere smembrata. Uno dei loro carcerieri s’impietosì e intercesse per loro presso il ministro dell’interno.

Così Henry e Susannah poterono unirsi in matrimonio e nel 1787, dando corso alla sentenza, furono imbarcati con il figlioletto su uno degli 11 vascelli del convoglio battezzato “First... (continua)
The times they are hard and the wages are poor
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2015 - 13:42
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Tolpuddle Man

Tolpuddle Man
[1995]
Parole e musica di Graham Moore
La canzone che dà il titolo al disco

Nel Regno Unito intorno al 1830, negli anni che seguivano l’abrogazione dell’infame “Combination Act” del 1799, che fino ad allora aveva impedito ai lavoratori di organizzarsi tra di loro per ottenere migliori condizioni, un gruppo di braccianti di Tolpuddle, un villaggio nel Dorset, costituirono tra di loro una società segreta di mutuo soccorso, la Friendly Society of Agricultural Labourers, per lottare insieme contro le diminuzioni salariali che costantemente colpivano la loro categoria. La cosa allarmò i proprietari terrieri locali, i quali chiesero aiuto alle autorità…

Fu così che nel 1833 gli artefici dell’iniziativa furono arrestati, processati e condannati ai bagni penali in Australia, e solo per aver creato una piccola cellula sindacale. Questa la poesia che uno di loro, George Loveless, scrisse subito... (continua)
Farewell to my family, it's now I must leave you
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2015 - 10:50
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The Hunter Dunne

The Hunter Dunne
[2006]
Parole e musica di Dick Gaughan
Nell’album intitolato “Lucky For Some”

Poi anche in “Gaughan Live! At The Trades Club” (2008)

“I've had a few people try to read some significance into the choice of name here. There is none, the rhythm of the name simply fitted into the rhythm of the song. I could have used "Joe Bloggs" or "Bob Smith" but I used "John Dunne". They are also meant to be three separate characters with three different stories, illustrative of three different aspects of the same phenomenon - how Capitalism turns everything, including human lives, into commodities.” (Dick Gaughan)

“Qualcuno ha cercato di trovare un qualche significato nella scelta del nome. Non ce n’è nessuno, semplicemente il suono del nome si accordava col ritmo della canzone. Avrei potuto usare "Mario Rossi" o "Bob Smith" ma ho usato "John Dunne". Si tratta inoltre di tre diversi personaggi in tre... (continua)
John Dunne was a hunter, he hunted wanted men
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2015 - 10:31
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Tom Paine's Bones

Tom Paine's Bones
[1995]
Parole e musica di Graham Moore
La canzone che dà il titolo al suo album del 1995
Interpretata anche da Dick Gaughan nel suo album “Outlaws & Dreamers” del 2001
I The Young'uns l'hanno reinterpretata nel loro album Another Man's Ground (2015).

Thomas Paine (1737-1809) è considerato uno dei Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America.

Quacchero, radicale, non conformista, rivoluzionario tanto in America quanto in Francia (dove fu arrestato durante il Terrore e rischiò il collo), autore di opere come “The Age of Reason” (1790, dove difendeva la religiosità, insita nell’uomo, dalla religione consolidata, dal potere ecclesiastico) e “Rights of Man” (1791, in difesa della Rivoluzione francese e dell’egualitarismo), Thomas Paine combattè tutta la vita e morì in povertà e quasi dimenticato. Soltanto sei persone attesero al suo funerale, due di esse erano schiavi neri da lui liberati. I suoi resti vennero in seguito esumati per essere trasportati e sepolti nel natale Norfolk ma andarono dispersi.
As I dreamed out one evening
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2015 - 09:42
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The Last of England

The Last of England
[1995]
Parole e musica di Graham Moore
Nel suo album intitolato “Tom Paine's Bones”

Gran Bretagna, metà 800. L’emigrazione raggiunse il suo picco. Nell’era Vittoriana furono circa 15 milioni quelli che lasciarono il Regno Unito alla volta di Stati Uniti, Canada ed Australia. Molti gli irlandesi in fuga dalla “Great Famine”, molti gli inglesi travolti dai contraccolpi della rivoluzione industriale. Nel 1852, quando il numero di partenze raggiunse il picco di 350.000, il pittore Ford Madox Brown (1821-1893) cominciò a dipingere il suo quadro più famoso, “The Last of England”, ultimato nel 1855.
Wasted and worn, tattered and torn
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/4/2015 - 09:02
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The Big Battle

The Big Battle
1963

Album: Ring of Fire: The Best of Johnny Cash

L'album, a dispetto del nome, era in gran parte composto di canzoni originali.
I think sir the battle is over
(continua)
29/4/2015 - 02:58
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Il Vigneto

Il Vigneto
Salve da Joe Natta, vi invio la mia nuova canzone contro la guerra uscita il 25 aprile 2015.
Grazie e a presto!
Nello scrigno dei pensieri infranti
(continua)
inviata da Joe Natta 28/4/2015 - 18:59
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Figli come noi

Figli come noi
2015
In sostegno alle campagne di ACAD

Poi
2016
Fiore de niente

(Testo di Daniele Coccia)
Sò morti sopra brande d’ospedale
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 16:59
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All of No Man's Land Is Ours

All of No Man's Land Is Ours
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
Hello, Central, Hello, hurry, Give me four-oh-three; Hello, Mary, Hello, Jerry, Yes, yes, this is me! Just landed at the pier And found the telephone, We’ve been parted for a year, Thank God, at last I’m home! Haven’t time to talk a lot, Though I’m feeling mighty gay; Listen, sweet forget-me-not, I’ve only time to say:
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 16:12
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Der Beginn des Weltkrieges 1914 (unter Zuhilfenahme eines Tierstimmenimitators)

Der Beginn des Weltkrieges 1914 (unter Zuhilfenahme eines Tierstimmenimitators)
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
Achtung
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 16:07
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How did I die?

How did I die?
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
I was in a crater
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 16:00
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Lament

Lament
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
DIE LIE DEN
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 15:44
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Achterland

Achterland
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
Zeg het niet Zeg het niet Zeg het niet Zeg het niet
(continua)
inviata da Donquijote82 28/4/2015 - 15:36
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On Patrol in No Man's Land

On Patrol in No Man's Land
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
What the time? Nine?
(continua)
inviata da Donquijote82 28/4/2015 - 15:27

Last Farewell (or the Last Farewell of Frost, Jones & Williams)

anonimo
Last Farewell (<em>or</em> the Last Farewell of Frost, Jones & Williams)
[1839]
Parole di anonimo autore, certamente un militante cartista.
Musica di Dave Moran, del gruppo folk The Halliard
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music)
In un disco senza titolo realizzato nel 1968 dal terzetto The Halliard (Dave Moran, Nic Jones e Nigel Paterson) insieme a Jon Raven (fratello di Michael Raven, poeta, musicista ed etnomusicologo, e padre di Paul Raven, bassista dei Ministry e dei Killing Joke).

Newport, Monmouthshire, Wales, novembre 1839.
Il movimento Cartista, che si batteva per una riforma del parlamentarismo in senso egualitario, aveva appena viste respinte le proprie richieste e, anzi, aveva subìto l’arresto di alcuni suoi dirigenti accusati di cospirazione contro la Corona. Gli animi erano molto accesi e si verificarono parecchi disordini in tutto il regno.

A Newport alcune migliaia di cartisti, con alla testa i dirigenti John... (continua)
As I walked through the town of Portsmouth
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2015 - 14:36
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In de loopgraf

In de loopgraf
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
Hoe kan ik dansen in 4/4?
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 13:16
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The Willy - Nicky Telegrams

The Willy - Nicky Telegrams
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
tsar to kaiser]
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 13:10
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Hymnen

Hymnen
2014
Lament


The album version of LAMENT should be heard as a studio reconstruction of a work primarily designed to be performed live, rather than an official new Einstürzende Neubauten LP proper.

In truth, the piece can only be fully realised, as well as best experienced, in its physical embodiment, performed on or by founding member Andrew Unruh’s gigantic instruments and noise generating devices that visually evoke the horrors the work describes or embeds in the sounds they conjure from the filth and terror of the industrialised 20th century world at war with itself.

But in fulfilling what at first appears to be a surprise commission for such a formidable longtime outsider group, Einstürzende Neubauten transformed the earthy, idiosyncratic contents they mined from academic, state, music hall and internet archives with the help of their two researchers into a richly complex cycle of... (continua)
Heil dir im Siegerkranz,
(continua)
inviata da dq82 28/4/2015 - 12:27
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Bogey, Bogey, One Pound Ten

Bogey, Bogey, One Pound Ten
[1982]
Parole di Wynford Jones
Musica de The Chartists
Nell’album eponimo d’esordio
I am just a common man to the land I give my life
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2015 - 11:39

Chartist Song

Chartist Song
[1842-44]
Versi di Thomas Cooper (1805–1892), calzolaio, poeta ed intellettuale autodidatta, figura preminente del movimento Cartista inglese.
Sull’aria di “Canadian Boat-Song”, nota canzone dei primi dell’800.
Testo trovato sul “mio” sito, Bartleby.com

Thomas Cooper scrisse questa e molte altre canzoni (e pure il suo poema più noto, “Purgatory of Suicides”) nei due anni che trascorse nella prigione di Stafford a causa della sua adesione al movimento Cartista. E di quel movimento proto-socialista fu esponente talmente di spicco che l’ordine del suo arresto arrivò direttamente dalla regina Vittoria, che tra il 1840 ed il 1842 aveva subito ben tre attentati che in molti all’epoca avevano ricondotto ad un complotto dei cartisti.
Uscito di galera Cooper prese le distanze dal radicalismo cartista e purtoppo divenne un molesto predicatore religioso…
The time shall come when wrong shall end,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2015 - 11:08
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Chartists Anthem

Chartists Anthem
[1840s]
Parole e musica di Ben Boucher (1769-1851), un ex minatore di Dudley, West Midlands (non lontano da Birmingham), che ad un certo punto decise che ne aveva basta di scendere in miniera e divenne un cantore di strada, vivendo della vendita delle sue composizioni.

Il testo che segue è tratto da “The Jolly Machine: Songs of Industrial Protest and Social Discontent from the West Midlands” (1974), uno dei tanti volumi di ricerca curati da Michael Raven (1938-2008), musicista, compositore, poeta ed etnomusicologo originario di Cardiff.

Questo che divenne uno degli inni del movimento “Cartista” inglese è stato interpretato da molti artisti, primi fra tutti Michael Raven e Joan Mills (in “The Jolly Machine” del 1968) e poi Lindsay Cooper ‎(nel suo disco “Rags” del 1980) e i Chumbawamba (in “English Rebel Songs 1381–1914” del 1988, rieditato nel 2003 con l’estensione temporale fino al 1984,... (continua)
A hundred years, a thousand years,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/4/2015 - 09:43

Le Bouffon de Franziska

Le Bouffon de Franziska
Le Bouffon de Franziska

Chanson française – Le Bouffon de Franziska – Marco Valdo M.I. – 2015

ARLEQUIN AMOUREUX – 5

Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l'édition française de « LES JAMBES C'EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.


Cette fois, Lucien l'âne mon ami, notre Arlequin, amoureux et déserteur, est aux prises avec ses maîtres. Il y a bien sûr l'Arlecchina à laquelle il se doit de rendre des comptes, auprès de qui il veut trouver le sens de sa propre vie ; en qui il met toutes ses espérances.

On ne peut en effet être Arlecchino que si on joue la comédie de l'amour avec son Arlecchina et que toujours, à cette figure, on... (continua)
Ach, dit la comtesse Franziska,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/4/2015 - 23:23
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Back Alley Surgery

Back Alley Surgery
Una canzone che si trova solo in un disco postumo pubblicato nel 1980 ed intitolato "Mama Lion".

(B.B.)
Supreme Court sits in Washington
(continua)
27/4/2015 - 19:29
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Captain Swing

Captain Swing
[1995]
Parole e musica di Graham Moore
Nel suo disco intitolato “Tolpuddle Man”
Interpretata anche da Roy Bailey nel suo “Coda” del 2000.

Negli anni 30 dell’800 nelle campagne inglesi fecero la loro comparsa le prime macchine agricole, così come alcuni decenni prima erano comparsi i telai meccanici nelle fabbriche tessili. L’accoglienza, anche in questo caso, non fu buona, perché accompagnata da licenziamenti di massa e diminuzione delle paghe. Nelle campagne inglesi del Sussex e del Kent gruppi di manifestanti cominciarono ad attaccare le proprietà per distruggere le macchine o appiccare il fuoco ai covoni mietuti con esse. In alcune zone, le azioni vennero annunciate con lettere minatorie a firma “Swing”:

“Sir, Your name is down amongst the Black hearts in the Black Book and this is to advise you and the like of you, who are Parson Justasses, to make your wills. Ye have been the Blackguard... (continua)
The sun's gone down, the shutters drawn
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/4/2015 - 16:21
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The Song of the Lower Classes

The Song of the Lower Classes
[1852]
Versi di Ernest Charles Jones (1819-1869), scrittore e poeta inglese, militante Cartista.
Sulla melodia di un inno composto nel 1813 da tal G. J. Baker, ripreso ed adattato da Martin Carthy.
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music
Nel disco di Carthy intitolato “Out of the Cut” del 1982.

Le ultime due strofe non compaiono nella versione di Carthy ma in quella di Bob Davenport intitolata “Song of the Other Ranks”, presente nel suo disco “The Common Stone” del 2004, con Chumbawamba, lo stesso Martin Carthy e Richard Thompson

Ernest Charles Jones fu un esponente del Cartismo, movimento proto-socialista inglese che a metà 800 si battè, nel corso di manifestazioni anche violente, per il suffragio universale (maschile), il voto segreto, l’eleggibilità in Parlamento indipendentemente dal patrimonio, l’indennità parlamentare, la revisione delle circoscrizioni elettorali affinchè ci fosse omogeneità tra numero di elettori ed eletti.

La terzultima e penultima strofa sono espressamente contro la guerra.
We plough and sow we are so low
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/4/2015 - 12:03
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And a-Begging I Will Go (or the Begging Song)

And a-Begging I Will Go (<Em>or</Em> the Begging Song)
[XVII sec.]
Una ballata che deriva probabilmente dal The Beggars Chorus de “A Jovial Crew, or the Merry Beggars”, una commedia scritta dal drammaturgo inglese Richard Brome intorno al 1640.
Nella sua carriera Martin Carthy ne ha offerto più versioni, tutte riconducibili al testo accolto nella raccolta “Vagabond Songs and Ballads of Scotland” a cura di Robert Ford (Londra, 1899), dove però la paternità è attribuita al poeta scozzese settecentesco Alexander Ross.
Nel disco d’esordio, eponimo, di Martin Carthy del 1965.
Martin Carthy s’ispirò ad una precedente versione di Ewan MacColl (che incise la canzone nel suo disco del 1966 “The Manchester Angel”, con Peggy Seeger) che però non sono riuscito ad identificare con certezza tra le tante presenti in Rete. Contribuisco quindi qui innanzitutto il testo adottato da Carthy nel 1965, così come riportato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music
Of all the trades in England the beggin' is the best
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/4/2015 - 08:43
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The Dominion of the Sword

The Dominion of the Sword
[1649/1988]
Una canzone, il cui testo originario risale al periodo della “Guerra dei Tre Regni” (1639-1651), che Martin Carthy riscrisse attualizzandola e ribaltandone il significato.
Il brano originale era sulla melodia di “Love Lies a Bleeding”, una ballata dell’epoca. Martin Carthy usò invece un adattamento della bretone “Ar Ch'akouz” (“Il lebbroso”)
Nell’album di Martin Carthy intitolato “Right of Passage” del 1988
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music

Martin Carthy trasformò una cinica e feroce canzone di guerra seicentesca nel suo esatto opposto, una denuncia del ricorso alla guerra e alla violenza come soluzione dei conflitti. Nell’impianto della ballata originaria - risalente alla lunga stagione delle guerre civili che insanguinarono la Gran Bretagna e l’Irlanda a metà 600, con centinaia di migliaia di morti di spada, di fame e di epidemie - Carthy... (continua)
Lay by your pleading, law lies a-bleeding
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/4/2015 - 21:38
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In cerca di te (Perduto amore)

In cerca di te (Perduto amore)
[1945]
Nota anche con il titolo del verso iniziale, “Sola me ne vò per la città”
Parole di Gian Carlo Testoni
Musica di Eros Sciorilli
Incisa per la prima volta a Torino, negli studi della Cetra, il 7 luglio 1945, con l'orchestra del maestro Beppe Mojetta.
Incisero questa canzone molti altri artisti, come Dea Garbaccio, Natalino Otto, Carlastella, Carlo Buti, Teddy Reno, Jula De Palma, Nicola Arigliano, Bruno Pallesi, Gianni Morandi, Gabriella Ferri, Johnny Dorelli, Don Backy, Simona Molinari, Mariangela Melato, Iva Zanicchi...

Arrivo con qualche ora di ritardo sul 25 aprile, ma vorrei lo stesso contribuire questa canzone, per tutti coloro che quel giorno non sapevano se ridere di felicità o piangere di disperazione: un riso e un pianto comunque di Liberazione.

“Nel testo della canzone la voce della Colombo implora la vana ricerca dell'amato disperso tra il fumo della guerra. Il... (continua)
Sola me ne vò per la città,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/4/2015 - 16:43
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Records d'un vençut

Records d'un vençut
dall'album "Viure" (1977)

La storia di uno sconfitto della guerra civile. L'esilio in Francia, il tentativo di ricominciare una nuova vita, il sogno - che per molti non fu possibile o lo fu troppo tardi - di un ritorno in una patria liberata dalla dittatura.
Se’l pot trobar en un bar
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 25/4/2015 - 23:48
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The Rigs of the Time

anonimo
The Rigs of the Time
Canzone tradizionale inglese che, dal riferimento ad una “French war” in atto di cui alla prima strofa, può farsi risalire ad una delle frequenti guerra anglo-francesi del 700 o alle guerre napoleoniche dei primi dell’800.
La prima registrazione risale al 1947 ad opera del solito Alan Lomax (che non si accontentava di aver consolidato il patrimonio musicale folklorico americano, ma scorrazzava anche in Europa, Italia compresa) che la raccolse nell’esecuzione di tal Charger Salmond con un gruppo di suoi amici e che la incluse in un volume, intitolato semplicemente “England”, della raccolta “The Columbia World Library of Folk and Primitive Music”, pubblicato nel 1955.
In seguito molti artisti hanno offerto versioni (anche attualizzate) del brano: Shirley Collins nel 1967, Michael Cooney nel 1968, Sandy Denny nel 1972, Peter Bellamy nel 1975, Martin Carthy nel 1982, Maddy Prior negli anni... (continua)
No wonder that butter be a shilling a pound,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2015 - 21:40
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Amendment

Amendment
(2012)
Album: ¿Which Side Are You On?
Wouldn't it be nice if
(continua)
25/4/2015 - 18:42
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Τῆς Ἁγίας Σοφίας [Σώπασε κυρὰ Δέσποινα]

anonimo
Τῆς Ἁγίας Σοφίας [Σώπασε κυρὰ Δέσποινα]
Tîs Agías Sofías [Sópase kyrà Déspoina]
Tradizionale / Παραδοσιακό
XV secolo [?] / 15. Αιώνας [?]

Sebbene, propriamente, a questo canto popolare non possa essere attribuita una precisa epoca di origine, è quantomeno probabile che le sue radici affondino all'epoca stessa, o quantomeno all'indomani immediato, della presa di Costantinopoli da parte dei turchi. Questa data, tra le più importanti dell'intera storia europea, è il 29 maggio 1453.

Riuscire a percepire adesso ciò che ebbe a significare quell'avvenimento, risulta però difficile; così come, senz'altro, è perduta la coscienza delle mille ramificazioni che la conquista ottomana della Polis, vale a dire dell'ultimo frammento storico dell'Impero Romano, ebbe a formare. Eppure sono avvenimenti che, in ultima analisi, si sono trasmessi fino ai giorni nostri: non la storia della Grecia e dei Balcani interi, ma quella dell'intera Europa... (continua)
Σημαίνει ὁ Θεός, σημαίνει ἡ γῆς, σημαίνουν τὰ ἐπουράνια,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" 24/4/2015 - 20:40
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We Just Come to Work Here, We Don’t Come to Die

We Just Come to Work Here, We Don’t Come to Die
Parole e musica di Harry Stamper, uno scaricatore di porto di Coos Bay, Oregon, che fu anche sindacalista e cantautore. Credo che il testo sia stato riveduto e corretto dalla Feeney.
Nella raccolta “Classic Labor Songs” pubblicata dalla Smithsonian Folkways nel 2006.

Harry Stamper scrisse questa canzone quando un giorno la compagnia per la quale lavorava gli ordinò di muovere una gran pila di tronchi senza che vi fossero le necessarie condizioni di sicurezza. Lui si rifiutò e fu licenziato. Fece causa, il giudice gli diede ragione e fu reintegrato e risarcito.
“OSHA”, nel ritornello, è l’acronimo dell’“Occupational Safety and Health Administration”, l’agenzia federale statunitense che vigila sulla sicurezza e salute sui posti di lavoro.
Well I’ve been working here for fifteen years
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2015 - 14:16
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The Song of the Rail

The Song of the Rail
[1920s]
Versi di Ralph Chaplin
Musica di Mark Ross
Nella raccolta “Rebel Voices: Songs Of The Industrial Workers Of The World”, 1988
Life here in town is too damn monotonous,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2015 - 13:50




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