Byelorussian translation by Rascisłaŭ Benzjaruk (2000), from this page
Расціслаў Бензярук. Пераклад, 2000
La traduzione è seguita da una trascrizione in caratteri latini (in alfabeto łacinka)
The translation is provided with a transcription into Latin characters (łacinka alphabet).
Si noti come il verso "il morbo infuria il pane manca sul ponte sventola bandiera bianca" Sia ripreso dalla poesia L'ultima ora di Venezia di Arnaldo Fusinato del 1849
Riccardo Marasco è noto popolarmente, almeno a Firenze, per alcune sue composizioni decisamente sboccate; lo è meno, e assai ingiustamente, per la sua attività di folklorista, etnomusicologo e raccoglitore che, in Toscana, è degna di stare al pari di quella di una Caterina Bueno, di una Daisy Lumini o di una Lisetta Luchini. Nel 1977 Riccardo Marasco pubblicò, presso la casa editrice Birba di Firenze, quella che è un po' la “summa” del suo lavoro di folklorista: il volume Chi cerca trova, al quale era abbinata una corposa stereocassetta. Il qui presente, nel 1977 aveva la bella età di 14 anni, era lunghissimo e filiforme (sic) e faceva già l'etnomusicologo in erba, senza per altro conoscere nemmeno una nota del pentagramma (ora come allora, fedele nei secoli); Chi cerca trova fu un regalo di Natale di mio padre in mezzo a quel mitico '77. La stereocassetta... (continua)
Stupendo, e testimonia della strettissima parentela tra il piemontese e l'egiziano antico; il faraone Ramses e il faraone Ramassamniss dovevano essere discendenti. Non per niente Torino è famosa per il museo egizio. Ora vo subito a vedere sul Gardiner come si scrive "Ramassamniss" in caratteri geroglifici... Saluzzi!
E tanto che ho nominato il Gardiner, mi sia permesso anche un breve ricordo di chi, molti anni fa, me lo ha regalato. Anche perché è una storia che, in un certo senso, riguarda anche direttamente questo sito e che non credo sappia nemmeno il Webmaster. Si va proprio nell'antico Egitto di questo sito, per così dire.
Si faceva chiamare, in rete, "Gåtto Fieschi" (con la "å", mai saputo perché). Frequentava il newsgroup di De André, che ha contribuito a far nascere le CCG; con tutta probabilità, anche se dovrei controllare sui files originari del 2003, due o tre delle "CCG primitive" le ha contribuite pure lui.
Come succedeva in quegli anni (1998-2002) ci si vedeva abbastanza spesso, in quei newsgroup. Il Gåtto Fieschi era un personaggio d'altri tempi, e credo che -per diversi motivi- lui e il Testa si sarebbero innamorati. Era un genovese già anziano, signorile e di salute malferma, sposato... (continua)
Viva il Gåtto Fieschi e il Testa, che spero anch'io intenti in lieti conversari con una buona bottiglia davanti.
Fra l'altro il battesimo di Gian Piero lo ricevetti proprio su di un contributo in piemontese, il Passapòrt dj'aristocrat di Edoardo Ignazio Calvo. E' proprio lì che, grazie a GPT, mi ritrovai Bartleby da Bartolomeo che ero...
Chanson d'un auteur piémontais anonyme, recueillie par Costantino Nigra (1828-1907), philologue, poète, diplomate et homme politique, dans son recueil « Chansons populaires du Piémont » publié en 1888.
La marche sur Turin du prince Thomas rappelle une des plus tristes époques de l'histoire du Piémont, celle de la guerre civile qui s'est déchaînée entre 1639 et 1642, en marge et dans la dernière phase de la Guerre de Trente ans, entre la duchesse Christine de Bourbon (dite « Madama Reale » (Madame Royale), car sœur de Louis XIII de France et régente de Savoie à la mort de son mari Vittorio Amedeo I), pro-français, et ses deux beaux-frère Thomas François et Maurice de Savoie, pro-espagnols.
Il s'agit d'une guerre dynastique, comme beaucoup à l'époque, où les nobles, le clergé et la grande bourgeoisie se divisèrent... (continua)
Unsterbliche Opfer: La versione tedesca di Hermann Scherchen
German version by Hermann Scherchen
Deutsche Nachdichtung von Hermann Scherchen
Hermann Scherchen, nato il 21 giugno 1891, è stato un grande musicista e direttore d'orchestra berlinese dalla vita assai avventurosa. Nel 1914 si trovava a Jūrmala, in Lettonia, per dirigere l'Orchestra Sinfonica di Riga; allo scoppio della guerra, fu trattenuto e internato come prigioniero in Russia in quanto cittadino di un paese nemico. In questo periodo, internato in un campo di prigionia negli Urali, continuò a dirigere, a tenere lezioni e a comporre; tra le altre cose, la versione tedesca di Вы жертвою пали (e anche di Смело, товарищи, в ногу, ovvero Brüder, zur Sonne, zur Freiheit!). Nel 1933 Scherchen, di simpatie comuniste, fuggì dalla Germania; visse per quasi tutta la vita in Svizzera, a Gravesano nel Canton Ticino. Morì il 12 giugno... (continua)
Esaias (Esa) Paavo-Kallio, o Paavonkallio, era nato a Isokyrö il 5 gennaio (secondo altre fonti: il 1° maggio) 1858. Morì a Kuortane il 18 dicembre 1936. Insegnante di scuola elementare, fu anche folklorista e scrittore sempre di genere popolare. Aveva studiato a Jyväskylä, dove si era diplomato nel 1884. Lavorò poi anche come fittavolo, predicatore, oratore evangelico e, infine, come oratore per il movimento operaio. Inizialmente nazionalista religioso e conservatore, divenne gradualmente socialista. [RV]
Senza aggiungere, anzi aggiungendolo, che fosse stato per Firenze, quei poveri 52 morti torinesi sarebbero campati più che volentieri e la "capitale" sarebbe rimasta tranquillamente a Torino. Anche il prezzo pagato da Firenze fu alto. Fortunatamente, non in termini di vite umane; ma il tessuto urbano della città fu irrimediabilmente distrutto da quei pochi anni di "capitale". Il centro storico, specialmente la zona del Mercato Nuovo e dell'antico Ghetto ebraico, fu letteralmente sventrato con la scusa del "risanamento"; monumenti insigni della Firenze medievale furono demoliti senza pietà per fare posto a tronfi palazzi di stile piemontese. Cadono sotto i picconi chiese, palazzi, strade, vicoli, piazzette, logge e, più che altro, interi quartieri popolari i cui abitanti vengono letteralmente deportati con la conseguente e pesantissima speculazione edilizia.
Caddero strade dai nomi fantasmagorici,... (continua)
Vedo che anche la tua è un po' libera, ma l'hai reso bene l'originale. La capisco MOLTO meglio adesso :)
Il termine "sfucilato" è un piccolo majstersztyk, poi.
Grazie
Krzysiek 6/4/2015 - 23:34
E' perché di fronte a testi del genere tendo a non tradurre in "italiano", ma in fiorentino. Anzi, in Isolottino. Sfucilato è come direbbero quelli al bar dei Portici in piazza dell'Isolotto (tra cui almeno due o tre russi che parlano fiorentino coi senegalesi, i quali rispondono a volte usando qualche parola albanese). Salud!
Direi di inserire immediatamente questo importante documento storico nel percorso Asini contro la guerra (e contro il lavoro)