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Prima del 2015-4-12

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La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo? La sua universalità fa acqua. Per questo motivo, le CCG/AWS, per mano di Marco Valdo M.I. e di Lucien Lane si fanno estensori della Déclaration universelle des droits de l'âne (qui in italiano e qui in inglese). La vera universalità nel nome dell'Asino ha oggi inizio.
Riccardo Venturi 9/4/2015 - 15:54

Passapòrt dj'aristocrat

Passapòrt dj'aristocrat
[1798-99]
Versi di Edoardo Ignazio Calvo.
Ignoro se la musica sia sua o invece qualche aria rivoluzionaria.

Dato il ricordo di Gian Piero Testa suscitato da un recente intervento di Riccardo Venturi, vorrei qui dare dignità autonoma ad una canzone, finora relegata a commento del canto rivoluzionario francese Ah ça ira!, e ad un autore che garbavano molto al nostro GPT.

Edoardo Ignazio Calvo (1773-1804) fu medico e poeta e fu un acceso repubblicano, giacobino, libertario e anticlericale. Visse la Rivoluzione francese in prima persona e in seguito rischiò più volte l’arresto e la morte per averne abbracciato e difeso gli ideali. Ma si rese pure conto che sulle baionette francesi portate oltralpe non scintillavano sempre i lumi della fraternità e della libertà. E quando palesò la sua disillusione nelle sue “Fàule moraj” fu costretto a sparire dalla circolazione per qualche tempo per sfuggire... (continua)
Patriot repüblican,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/4/2015 - 09:46
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Déclaration des droits de l'âme

Déclaration des droits de l'âme
(2015)
Album: Invicta


Les âmes naissent libres, dignes de vie et de respect.
(continua)
7/4/2015 - 22:40
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O Ismà (Heart of Jenin)

O Ismà (Heart of Jenin)
(2015)
Album: Invicta

Cet album raconte comment nous pouvons résister par la beauté à un monde qui nous inflige des fessées de vulgarité, de superficialité, d’égoïsme ou de consumérisme. Invicta souligne combien nous sommes parfois capables du meilleur face à l’adversité. C’est vrai, qu’avec ce meilleur-là, vous n’êtes pas forcément dans les radars médiatiques. Et pourtant la chanson O Ismà, qui revient sur l’histoire de cet enfant palestinien tué par l’armée israélienne et dont les parents ont donné les organes, sauvant cinq vies du côté israélien est une réalité.
Jean-François Bernardini
Dans les rues de Jenine
(continua)
7/4/2015 - 22:24
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Вы жертвою пали

Вы жертвою пали
[1878 ?]
Vy žertvoju pali
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Anton Aleksandrovič Amosov / Антон Александрович Амосов (1854 - 1915)
1. "Идет он усталый, и цепи звенят..."
2. "Мы жертвою пали борьбы роковой..." [1870]
Musica / Music / Musique / Sävel:
Popolare russa / Russian folk tune / Mélodie populaire russe / Venäjän kansanmusiikki
[ Hа погребение английского генерала сира Джона Mура, Ivan Kozlov, 1826 ]


Titled »You Fell a Victim« and written in late 1800s (probably 1878) by Anton Aleksandrovich Amosov (pseudonym name Arkady Arkhangelsky), this poem is a well-known Russian funeral march or requiem for the fallen heroes of the revolution. The composer of the song is unknown. The melody is propably based on that of a Russian romance to Ivan Kozlov's translation of Charles Wolfe's 1817 poem »The Burial of Sir John Moore after Corunna«. [JR]

Si tratta di una delle due più celebri... (continua)
Вы жертвою пали въ борьбѣ роковой [1]
(continua)
inviata da Juha Rämö / CCG-AWS Staff 04-12-2019 7/4/2015 - 15:23

Marcia d’ prinse Tomà

anonimo
Marcia d’ prinse Tomà
[intorno al 1639]
Canzone di anonimo autore piemontese, raccolta da Costantino Nigra (1828-1907), filologo, poeta, diplomatico e uomo politico, nella sua raccolta “Canti popolari del Piemonte” pubblicata nel 1888.

La marcia su Torino del principe Tommaso ricorda una delle più tristi epoche della storia del Piemonte, quella della guerra civile scatenatasi tra il 1639 ed il 1642, a margine e nell’ultima fase della Guerra dei Trent’anni, tra la duchessa Cristina di Borbone (detta “Madama Reale”, perché sorella di Luigi XIII di Francia e perché reggente di Savoia alla morte del marito Vittorio Amedeo I), filo-francese, e i suoi due cognati Tommaso Francesco e Maurizio di Savoia, filo-spagnoli.
Si trattò di una guerra dinastica, come tante all’epoca, in cui nobiltà, clero e alta borghesia si divisero tra "principisti", sostenitori di Tommaso, e "madamisti", partigiani di Cristina e della Francia…... (continua)
Prinse Tomà ven da Milan
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/4/2015 - 14:55
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Zona rossa

Zona rossa
[2014]
Album :Immagini
Fuoco e fiamme accecate,
(continua)
inviata da adriana 7/4/2015 - 14:41
Percorsi: Genova - G8
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Me canton

Me canton
[dopo il 1856]
Versi di Angelo Brofferio, nella raccolta “Canzoni piemontesi” pubblicata nel 1886 a Torino dal libraio-editore F. Casanova (Via Accademia delle Scienze, piazza Carignano)



La lucida e sarcastica disillusione di Brofferio, repubblicano e di estrema sinistra, rispetto alla politica del vincente Cavour, monarchico e filo-francese. Brofferio, parlamentare subalpino dal 1848, combattè strenuamente per la riforma della giustizia, contro la pena di morte (difese inutilmente il generale Ramorino, che venne fucilato quale capro espiatorio per la disfatta nella prima guerra d’indipendenza), per la libertà di stampa e contro la censura imperante, per il diritto di associazione, per l'istruzione laica, obbligatoria e gratuita. Sostenne la repubblica romana del 1849, tradita e travolta dai francesi, si oppose al coinvolgimento nella guerra di Crimea e al trasferimento della capitale... (continua)
Sout ai froui, darè d'na gria,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/4/2015 - 11:34
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El pover esilià

El pover esilià
[25 marzo 1831]
Versi di Angelo Brofferio, nella raccolta “Canzoni piemontesi” pubblicata nel 1886 a Torino dal libraio-editore F. Casanova (Via Accademia delle Scienze, piazza Carignano)

Come Ij fòi-fotù, anche questa canzone fu composta da Angelo Brofferio nel 1831 mentre si trovava in carcere, arrestato per via della sua adesione alla carboneria e alla società segreta massonica dei Franchi Muratori.
Angelo Brofferio (1802-1866), originario di Asti, è stato poeta ed esponente politico della sinistra nel Parlamento subalpino. Fu anticonformista, antimonarchico e anticlericale e, fra i vari anti-, si oppose pure al coinvolgimento nelle guerra di Crimea.
Dal ciabot, ch'a m'à vdù nasse,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/4/2015 - 09:41
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Так оно и есть...

Так оно и есть...
[1964]
Testo e musica di Vladimir Semënovič Vysotskij
da http://www.wysotsky.com/index.htm
Так оно и есть -
(continua)
inviata da Krzysiek 7/4/2015 - 00:08
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Imagine That

Imagine That
(2007)
Album: The Awakening
A mother was grieving her loss
(continua)
6/4/2015 - 23:48
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Allons Enfants

Allons Enfants
2009

Album : Une goutte de miel dans un litre de plomb
Je suis l'appel de l'épée conservatrice il est l'heure
(continua)
6/4/2015 - 22:35
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L'Usine

L'Usine
(2009)

Albuum: "Une goutte de miel dans un litre de plomb"

Né au Liban en 1978, Marc Nammour est arrivé dans une cité ouvrière du Jura à l’âge de 8 ans. Toute sa famille travaillait à l’usine. Enfant, il voyait la cité comme « un grand parc de jeux avec plein de gamins et un peu de verdure ».

« J’ai deux souvenirs : l’odeur du bleu de travail, ce mélange de produits chimiques et de ferraille. Même si je n’avais pas entendu la porte, je savais que mes oncles et mes grand-parents étaient rentrés. Et les gamelles qu’ils se préparaient avant de partir au boulot. »


Entre 20 et 22 ans, avant de monter à Paris pour se lancer dans la musique, le rappeur bosse à la chaîne, à temps plein, de nuit :

« J’ai éprouvé l’aliénation au travail, la répétition jusqu’à l’infini du même putain de geste à en devenir fou. C’est ça le plus dur : tu arrives au boulot et tu dois virer ton cerveau parce que si tu commences à trop réfléchir, t’as envie de casser la machine. »


Où sont passés le rock et le rap engagés qui défonçaient le FN ?
Le bus vient de l'déposer,
(continua)
6/4/2015 - 21:58
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Jamais Nationale

Jamais Nationale
(feat. DJ Pone)

Texte: Marc Nammour
Musique: Mathieu Lalande
Arrangements: Jérome Boivin
Extrait de l'album "La Nausée" sortie le 22/09/2014


Contro tutti i fascisti e le loro "identità nazionali".
Mais écoute là cette voix dégueuler sur les ondes
(continua)
6/4/2015 - 21:41
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Free Palestine

Free Palestine
Freedom for Palestine, Freedom for Gaza
(continua)
6/4/2015 - 20:57
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Тот, который не стрелял

Тот, который не стрелял
Tot, kotorij ne streljał
[1972]
Testo e musica di Vladimir Semënovič Vysotskij
Lyrics and music: Vladimir Semënovič Vysotskij

La capacità che Vladimir Vysotskij aveva di scrivere storie di guerra è e rimarrà insuperata. Come se ci fosse stato; eppure era nato nel 1938 e della guerra poteva avere soltanto vaghi ricordi. Le canzoni di Vysotskij, però, hanno a che fare evidentemente con quella che si chiama coscienza e memoria collettiva di un popolo, e in questo caso l'espressione è del tutto priva del benché minimo accenno retorico: come se le migliaia di storie, e sofferenze, di ciascun russo si fossero coagulate in una persona. La famosa anima russa che si incarna, ad un certo punto, in una data figura; per questo Vysotskij merita di essere messo al pari dei più grandi scrittori e poeti di quell'immenso paese. Un gesto di umanità estrema (il soldato che fa scappare un prigioniero di guerra) costa il plotone di esecuzione; ma anche nel plotone c'è qualcuno che dice “no” e che non spara. Da qui comincia questa storia, [RV]
Я вам мозги не пудрю -
(continua)
inviata da Krzysiek 6/4/2015 - 18:07
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Fiori chiari e fiori scuri

Fiori chiari e fiori scuri
[1977]
Parole e musica di Giorgio Lo Cascio.
Nel disco intitolato “Cento anni ancora”
È aspro il profumo dei vostri fiori bianchi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/4/2015 - 10:53
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Giorgio Lo Cascio: Saremo liberi

Giorgio Lo Cascio: Saremo liberi
[1977]
Scritta da Giorgio Lo Cascio e Roberto Colombo (1951-), tastierista, arrangiatore e produttore discografico.
Nel disco intitolato “Cento anni ancora”
Che fine hanno fatto
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/4/2015 - 10:46
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Ai potenti della terra

Ai potenti della terra
[1977]
Parole e musica di Margot Galante Garrone
Arrangiamenti di Anton Virgilio Savona e del gruppo Strumento Concerto
Da “La Messa dei Villani (nella Cattedrale degli Ingegneri)”, disco pubblicato dalla milanese Divergo
Canta il gruppo Strumento Concerto (Elisa Barberis, Sara Cimino, Norma Midani e Margot)

Semplicemente bellissima!
Scoperta grazie alla segnalazione di Adriana, streguzza nonchè perfida admin di questo impareggiabile sito delle CCG/AWS.
Voi
(continua)
inviata da Adriana & Bernart Bartleby 5/4/2015 - 21:27
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El blues de la violencia

Violencia dicen ante a la más mínima rebelión.
(continua)
inviata da Andrea 4/4/2015 - 16:20

L'Amoureuse d'Arlequin

L'Amoureuse d'Arlequin
L'Amoureuse d'Arlequin

Chanson française – L'Amoureuse d'Arlequin – Marco Valdo M.I. – 2015

ARLEQUIN AMOUREUX – 3

Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l'édition française de « LES JAMBES C'EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.

Évidemment, dit Lucien l'âne, tout frétillant du dos et de la queue, ton Arlequin amoureux doit bien avoir une amoureuse…

Évidemment. Mais une amoureuse quelque peu fantasque, qui toujours lui serre le cœur et toujours, lui échappe. Mais des choses amoureuses, on ne saurait tout dire en une fois. Il nous faudra bien toute l'histoire pour en deviner les contours à leur amour. Mais c'est là, je peux déjà... (continua)
Ne dis pas, ô, Arlecchina
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 3/4/2015 - 22:50
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The Ballad of Martin Luther King

The Ballad of Martin Luther King
1968

Covered by Pete Seeger e F.D.Kirkpatrick
Come gather round me, people
(continua)
inviata da Donquijote82 3/4/2015 - 15:40
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Laudate Hominem

Laudate Hominem
[1970]
Versi di Fabrizio De André, con Roberto Dané (1937-2003), produttore , arrangiatore, paroliere, autore e regista televisivo, originario di La Spezia.
Musica di Fabrizio De André e Gian Piero Reverberi (1939-), compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra, nativo di Genova.
Il coro che chiude “La Buona Novella”

Non voglio pensarti… non posso pensarti… non devo pensarti figlio di dio, per tutto ciò che il dio dei potenti ha fatto agli uomini come me, alla moltitudine degli umili, degli straccioni, in quella infinita guerra che i ricchi fanno ai poveri… Ma se posso pensarti figlio dell’uomo, allora – e solo allora – potrò chiamarti fratello….



Album reinciso dalla Premiata Forneria Marconi nell'album "A.D. 2010 - La buona novella"
A.D. 2010 - La buona novella"
Laudate dominum
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/4/2015 - 15:37
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Tienime tata

Tienime tata
[2015]
Album:Quaranta
Tata nu basta chiui
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 14:38
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No TAP

No TAP
[2015]
Album:Quaranta

Lyrics and music by D. Durante / arr.: M. Durante
Vi racconto una storia
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 14:10
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Di quali notti

Di quali notti
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (continua)
Isunu turri
(continua)
3/4/2015 - 11:01
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Franchina

Franchina
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (continua)
Stu quarteri è tuttu petri
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 10:39
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Ciuri

Ciuri
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (continua)
Ciuri, ciuri i gramigna
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 10:33
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Filastrocca di Jacob detto il ladro

Filastrocca di Jacob detto il ladro
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (continua)
Cunnutudorrè
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 10:26
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U chiamunu travagghiu

U chiamunu travagghiu
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (continua)
Omini ppi piatiari
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 10:12
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La vostra misera cambiale

La vostra misera cambiale
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

Feat- Lilith Rita Oberti

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla... (continua)
Sono colpevole certamente
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 09:41
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Tu prenditi l'amore che vuoi

Tu prenditi l'amore che vuoi
[2015]
Album :Tu prenditi l'amore che vuoi e non chiederlo più

“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave - spiega l'autore -. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell'unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi. Si dovrebbe scriverle all'inizio le note, quando l'idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l'intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c'è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un'idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non... (continua)
La carrozza del senato
(continua)
inviata da adriana 3/4/2015 - 09:29

Inno dei socialisti còrsi

anonimo
Inno dei socialisti còrsi
[1848-49]
Testo trovato su “Noi chiamammo libertà - Canti di lotta sociale e politica livornesi”, una ricerca del 1992 a firma di Paolo Edoardo Fornaciari.
La canzone è ripresa anche da Il Deposito, dove viene attribuita a tal Luigia (o Luigi?) Piras, esule sardo-piemontese ad Ajaccio. Siccome però non ho trovato altri riscontri in Rete, ho preferito lasciare l’attribuzione ad anonimo.
Più certa dovrebbe essere invece la melodia, quella del canto giacobino di primo Ottocento "Benedetta la Repubblica". Anche qui non ho trovato riscontri precisi ma Il Deposito cita la fonte dell’informazione, il volume “Storia d'Italia nel canto popolare” a cura di Nunzia Manicardi, 1996.

Va ricordato che già negli anni della Rivoluzione francese proprio in Corsica operò il rivoluzionario egualitarista “proto-socialista” Filippo Buonarroti (1761-1837), italiano naturalizzato francese, che a Bastia fondò nel 1790 “Il Giornale Patriottico della Corsica”, la prima pubblicazione rivoluzionaria in lingua italiana.
Prodi figli della Corsica
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/4/2015 - 13:45

In questa oscura cella

anonimo
In questa oscura cella
[seconda metà dell’800]
Versi di autore anonimo.
E’ sull’aria di questa canzone toscana che Pietro Gori compose poi il suo Canto dei coatti
Trovo la canzone nella terza sezione (“La condizione politica del carcere”) del disco “Canti e racconti di prigione” raccolti da Sergio Boldini (coordinatore della sezione culturale centrale del PCI) negli anni 60 e pubblicati nel 1969 dall’etichetta I Dischi del Sole.
In questa oscura cella
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 2/4/2015 - 09:59
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Salaam, Shalom

Salaam, Shalom
Salaam, Shalom - Salaam, Shalom
(continua)
inviata da Daria 1/4/2015 - 23:18
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Stempellied (oder Lied der Arbeitslosen)

Stempellied (<em>oder</em> Lied der Arbeitslosen)
[1929]
Parole di David Weber, pseudonimo di Robert Gilbert, a sua volta nome d’arte di Robert David Winterfeld (1899-1978), compositore, autore, cantante ed attore tedesco



Musica di Hanns Eisler
Brano interpretato da Ernst Busch in molti suoi dischi, a partire dal Lato B del singolo “Lied der Bergarbeiter” pubblicato nel 1931 e poi nella raccolta “Die goldenen zwanziger Jahre” pubblicata nella RDT nel 1964.

“Non un soldo in tasca, solo il buono con il timbro per ricevere il sussidio di disoccupazione…”

Una canzone molto celebre, “leggera” al modo di Gilbert, ma suprema descrizione e sintesi degli effetti della crisi del 1929 in Germania, certo non meno devastanti di quelli prodottisi negli USA, allora come oggi terra di origine del dissesto.
E allora come oggi identiche le cause, individuate e sintetizzate in particolare dall’economista americano John Kenneth Galbraith (1908-2006):... (continua)
Keenen Sechser in der Tasche,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/4/2015 - 15:10
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La voix des sages (No More Fighting)

La voix des sages (No More Fighting)
dall'album Yannick Noah (2000)
Testo e musica di J. Kapler, pseudonimo di Robert Goldman, fratello di Jean-Jacques Goldman
Quand je ne crois plus à mes rêves
(continua)
31/3/2015 - 22:51
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Uyan Berkin'im

Uyan Berkin'im
[2014]
Parole e musica del Grup Yorum

Oggi a Istanbul due militanti del Devrimci Halk Kurtuluş Partisi-Cephesi (DHKP/C), formazione armata di estrema sinistra, sono penetrati nel palazzo di giustizia e hanno sequestrato un magistrato, tal Mehmet Selim Kiraz, il procuratore incaricato delle indagini sulla morte di Berkin Elvan, un ragazzino di 15 anni che nel giugno del 2013, durante le proteste antigovernative al Gezi Park, fu colpito alla testa da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo, da distanza ravvicinata, e che morì molti mesi dopo, nel marzo dello scorso anno, senza aver mai ripreso conoscenza.

Si disse che Berkin Elvan non c’entrava nulla con le proteste, che fosse uscito di casa per andare a comprare il pane. L’allora Primo Ministro Erdoğan, oggi Presidente, dichiarò invece che Berkin Elvan era "membro di un’organizzazione terrorista" e che aveva preso parte agli scontri a volto... (continua)
Bıyıkları yeni terlemiş daha
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/3/2015 - 22:46

Mille e una notte

Roma 2005

Roberto De Simone
Scese il silenzio sulla Macao, la grande caserma dormiva ma io..
(continua)
inviata da Roberto De Simone 31/3/2015 - 22:37
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Lied der Bergarbeiter

Lied der Bergarbeiter
[1927]
Versi di Anna Gmeyner (1902-1991), scrittrice e drammaturga viennese, nella sua opera “Heer ohne Helden. Bergarbeiterschauspiel in 8 Bildern”, dalla quale nel 1931 il regista Georg Wilhelm Pabst trasse il film “Kameradschaft”, coproduzione franco-tedesca (in Francia uscì con il titolo “La tragédie de la mine”).

Musica di Hanns Eisler, composta nel 1929.
Interpretata da Ernst Busch in molti suoi dischi, compresi “Der Barrikaden-Tauber” e “Historische Aufnahmen”

Anna Gmeyner era austriaca ed era ebrea. Nel 1926 si trasferì in Scozia, perché il marito (lo scienziato Berthold P. Wiesner) aveva ricevuto un incarico all’Università di Edimburgo. Fu lì che la Gmeyner potè seguire le lotte dei minatori scozzesi, su cui scrisse l’opera da cui Ernst Busch e Hanns Eisler trassero poi questo brano. Nel 1928 la famiglia Wiesner si trasferì nella Berlino già tormentata dal nazismo e nel 1933 fecero appena in tempo a scappare, prima a Parigi e poi in Inghilterra. Anna Gmeyner è morta a York nel 1991.
Wir graben unsre Gräber,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/3/2015 - 17:11
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Ballade Von Den Baumwollpflückern

Ballade Von Den Baumwollpflückern
[1925/1929]
Testo rielaborato da Ernst Busch a partire dal racconto di B. Traven, misterioso scrittore tedesco trapiantato in Messico, intitolato “Die Baumwollpflücker”, pubblicato nel 1925.
Musica di Hanns Eisler, composta nel 1929.
Nei dischi “Der Barrikaden-Tauber” e “Historische Aufnahmen”

B. Traven è il nome di penna di uno scrittore misterioso, certamente tedesco, quasi certamente militante anarchico o spartachista durante la fase rivoluzionaria del 1918-19, che poi emigrò/fuggì in America, stabilendosi in Messico, quasi certamente in Chiapas, benchè l’unico suo contatto col mondo fosse una casella postale a Città del Messico. Beh, di certo vi è molto poco nella biografia di B. Traven: Erich Mühsam riteneva che si trattasse di tal Ret Marut, suo omologo in scrittura ed anarchia; due giornalisti investigatori inglesi scoprirono che il vero nome era Otto Feige, ospite per qualche... (continua)
Es trägt der Bürger meine Gabe,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 31/3/2015 - 15:33
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La storia di Elena

La storia di Elena
2014
Bertoli
Hanno il vizio della storia di Elena
(continua)
inviata da dq82 31/3/2015 - 15:16
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Safà

Safà
2012
Safà

Marco Lai e Alberto Bertoli, figlio di Pierangelo, interpretano la storia di una bimba irachena, Safa’, in un brano dedicato ai bambini violati dalla guerra. Sullo sfondo, la Nassirya descritta dal Tenente Dott. Giorgio Alagna, ufficiale medico del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.

Il suo nome è Safa’, della guerra non sa
Con il cuore malato nel deserto lei va
Il suo sogno più grande è soltanto una vita senza bombe e mitraglie, con una via d’uscita...

Siamo nel 2005 a Nassirya, Iraq. Il Tenente Dott. Giorgio Alagna, fra gli altri compiti, ha quello di svolgere il servizio di triage per la popolazione civile. Si tratta di visitare gli abitanti del posto, smistarli nelle strutture mediche adeguate, talvolta saper dire di no. Safà ha 12 anni, grandi occhi neri, ed “il suo sorriso avrebbe intenerito anche il cuore più duro”. Con la mano stretta in quella del padre, la... (continua)
Il suo nome è Safà,
(continua)
inviata da dq82 31/3/2015 - 15:10
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La Biblioteca Nazionale di Sarajevo

La Biblioteca Nazionale di Sarajevo
Nel maggio scorso, a 22 anni dalla sua distruzione, è stata riaperta la Biblioteca Nazionale di Bosnia ed Erzegovina, nello storico palazzo della Vijećnica a Sarajevo. Nella notte tra il 25 ed il 26 agosto 1992, all’inizio del secondo dei quattro lunghi e terribili anni d’assedio cui la città fu sottoposta, la Biblioteca era stata quasi competamente distrutta nel corso di un bombardamento serbo-bosniaco. Allora i cittadini di Sarajevo, indipendentemente dalla loro etnia e religione, cercarono di salvare i preziosi volumi contenuti nella loro “Banca della memoria e della cultura”. Qualcuno riuscì anche a salvare un’antica Haggadah ebraica, scampata a pogrom e persecuzioni naziste, e quel qualcuno pare fosse un musulmano…

Finita la guerra iniziò una lentissima ricostruzione, finanziata in buona parte dalla Turchia e nell’ultima fase anche dalla Comunità europea. Ma pure dalle donazioni di... (continua)
Bernart Bartleby 31/3/2015 - 11:58

Oh! maritu meu

Oh! maritu meu
In realtà il brano è originale, scritto e composto da Giuseppe Cordigliani. Il brano è interpretato dall'Ursupanaru
Jpage 31/3/2015 - 01:15
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Deserto

Deserto
Chanson italienne – Deserto – Davide Giromini – 2014
Texte de Luca Rapisarda

Les énormes sacs de plastic de cette brève, mais très dense chanson écrite par Luca Rapisarda pour « Rivoluzioni sequestrate » (Révolutions séquestrées), nous les voyons tous les jours, dans nos villes. Ce sont les conteneurs de tout ce qui reste à des êtres humains de leur invisible quotidien. Des sacs qui ont traversé le désert, ont traversé la Libye que maintenant on voudrait envahir après l'avoir livrée au chaos et à l'exquise création néocolonialiste appelée ISIS, et qui traversent l'Italie, pays toujours plus hostile et froid. Une chanson faite de peu d'images, mais toutes terriblement exactes et glaçantes. Il n'y aurait pas de raison de se défendre et s'enfuir, pourtant il y en a mille, aucune que nous sommes en mesure de comprendre quoique nous aussi, un temps, nous avons voyagé par les déserts du monde avec des valises liées avec la ficelle. La mémoire s'en est allée, et nos yeux sont fermés. [RV].
DÉSERT
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 30/3/2015 - 21:21

Un canto di pace, un canto di libertà dal Kurdistan

Antiwar Songs Blog
Un canto di pace, un canto di libertà dal Kurdistan
Dalla lotta del PKK e di Kobanê ci viene la splendida Egît, nota anche come Dûr neçe heval. “Non andar via lontano, compagno” è una canzone di lotta militante che non rinuncia, anzi rivendica, la sua natura di canto di libertà e di pace. Scritta da Nuray Şen, Nail Yurtsever e Nuro Aksoy per il […]
Antiwar Songs Staff 2015-03-30 19:05:00
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Primavera di Praga

Primavera di Praga
Salve a tutti,

la scorsa settimana sono stato in gita con la scuola e ho visitato il museo del comunismo di Praga: sono rimasto veramente incantato dal video che viene fatto vedere nella piccola saletta a metà percorso della primavera di Praga. Qualcuno di voi ci è mai stato? Se la risposta fosse si si ricorda del video (circa 10/15 minuti) che viene mostrato? Perché mi piacerebbe recuperare le canzoni che vengono riprodotte nel filmato e non so come recuperarle.

Grazie a tutti in anticipo

Giovanni
Giovanni 30/3/2015 - 18:52
Dalla lotta del PKK e di Kobanê ci viene la splendida Egît, nota anche come Dûr neçe heval. “Non andar via lontano, compagno”; scritta in lingua curda da Nuray Şen, Nail Yurtsever e Nuro Aksoy per Îbrahim Rojhilat, è una canzone di lotta militante che non rinuncia, anzi rivendica, la sua natura di canto di libertà e di pace. Heval è una parola curda nella quale coincidono, in maniera fortissima, i significati di “amico”, “compagno” e “fratello”.
Riccardo Venturi 30/3/2015 - 18:44
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Von der Kindsmörderin Marie Farrar

Von der Kindsmörderin Marie Farrar
あかんぼ殺しのマリー・ファラーについて
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/3/2015 - 16:21
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Almost Cut My Hair

Almost Cut My Hair
Voglio lasciare un mio commento personale, magari non condivisibile.
In realtà credo che la frase "I'm going to find a place inside to laugh"
intenda "Troverò un posto dentro cui ridere", probabilmente "un posto" nel senso di "un posto dentro di me".
Io l'ho sempre intesa come se fosse

"I'm going to find a place inside to laugh,
(to) separate the wheat from the chaff"

Quindi
"Troverò un posto dentro me in cui ridere,
in cui separare il grano dal loglio"

Quest'ultima espressione, poi, è idiomatica, e sta a significare distinguere ciò che è realmente importante da ciò che non lo è; così come il loglio (o zizzania, da cui probabilmente l'espressione "seminare zizzania"), che infesta il grano, viene scartato all'atto della mietitura.
Rob 30/3/2015 - 15:35
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Prega Crest

Prega Crest
PREGA CRISTO
(continua)
inviata da dq82 30/3/2015 - 10:12
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The trumpets of Jericho

The trumpets of Jericho
2015
Tracce Clandestine

L’unico brano di nuova composizione, arrangiato e registrato assieme a Terry Woods (Pogues) nel corso di tre giorni di live sessions in uno studio sperduto nella campagna irlandese. Quante canzoni ancora si dovranno cantare prima che ogni muro diventi semplice riparo e non serva invece a dividere gli uomini?
History should teach us something
(continua)
inviata da dq82 30/3/2015 - 09:41
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The Ghost Of Tom Joad

The Ghost Of Tom Joad
Versione dei Modena City Ramblers da Tracce clandestine (2015)

dq82 30/3/2015 - 09:25
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Saluteremo il signor padrone

Versione dei Modena City Ramblers da Tracce clandestine (2015) con Eugenio Finardi
Saluteremo il signor padrone



(in corsivo le modifiche rispetto al testo di Finardi)
Saluteremo il signor padrone
(continua)
inviata da dq82 30/3/2015 - 09:16
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Prega Crest

Prega Crest
Versione dei Modena City Ramblers da Tracce clandestine (2015) con Alberto Bertoli
dq82 30/3/2015 - 09:09

Sempre i primi

Sempre i primi
[30 marzo 2014]
Scritta da Ahmed il Lavavetri
sull'aria di Poveri partigiani di Ascanio Celestini



“Occorre constatare”, scrive Ahmed il Lavavetri, “che noialtre persone comuni, che magari non abbiamo vite interessanti, non occupiamo posti ragguardevoli nella società, non abbiamo ricchezze e magari neppure tanti grandi sogni -tipo quello di volare-, va a finire praticamente sempre che siamo i primi a volare per davvero: da finestrini di treni saltati in aria, da finestre al quarto piano della questura, da undicimila metri su un aeroplano con il copilota depresso, dai cazzotti e dalle prese d'ingaggio di solerti tutori dell'ordine...così ho pensato di prendere una bella canzone (che, in fondo, parla pure di persone ordinarie come noi, tipo quei vecchi partigiani che oramai sono quasi tutti morti) e di scriverci sopra delle parole diverse. O forse uguali, chissà.”
Noi che vorremmo vivere, o avremmo voluto
(continua)
30/3/2015 - 00:43

Les Coquets Lieutenants

Les Coquets Lieutenants
Les Coquets Lieutenants

Chanson française – Les Coquets Lieutenants – Marco Valdo M.I. – 2015

ARLEQUIN AMOUREUX – 2

Opéra-récit historique en multiples épisodes, tiré du roman de Jiří Šotola « Kuře na Rožni » publié en langue allemande, sous le titre « VAGANTEN, PUPPEN UND SOLDATEN » – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1972 et particulièrement de l'édition française de « LES JAMBES C'EST FAIT POUR CAVALER », traduction de Marcel Aymonin, publiée chez Flammarion à Paris en 1979.



Revoici donc une canzone qui raconte la suite de l'histoire de ce Matĕj, alias Matthias, Matys, Matysek, Mathieu, qui n'est pas sans rappeler d'ailleurs, mon cher ami Lucien l'âne, un certain Fabrice del Dongo – tous deux assistant à une bataille napoléonienne en tant que simple soldat. Cependant, à part ça, tout les oppose : Fabrice est supposé beau, aristo, jeune et séduisant, séducteur, enthousiaste... (continua)
Doucement, très doucement, je grimpe dans la paille
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 29/3/2015 - 22:28
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Guiltiness

Guiltiness
Il testo originario un po' meno asettico e un po' più reggaeggiante di quello a suo tempo contribuito da Parva Securis.

GUILTINESS

Guiltiness, (talkin' 'bout guiltiness)
Pressed on their conscience, oh yeah.
And they live their lives, (they live their lives)
On false pretence, every day,
Each and every day, yeah.

These are the big fish,
Who always try to eat down, the small fish,
Just the small fish.
I tell you what, they would do anything,
To materialize their every wish, oh yeah-eah-eah-eah.

Say, woe to the downpressors,
They'll eat the bread of sorrow!
Woe to the downpressor,
They'll eat the bread of sad tomorrow!
Woe to the downpressors,
They'll eat the bread of sorrow!
Oh, yeah-eah! oh, yeah-eah-eah-eah!

Guiltiness.. (talkin' 'bout guiltiness)
Pressed on their conscience, oh yeah, oh yeah.
These are the big fish, (these are the big fish)
Who always try to eat down... (continua)
Bernart Bartleby 29/3/2015 - 21:03




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