“Porque en el mundo no hay más que vida y muerte y existen millones de hombres que hablan, viven, miran, comen, pero están muertos. Más muertos que las piedras y más muertos que los verdaderos muertos que duermen su sueño bajo la tierra, porque tienen el alma muerta. Muerta como el molino que no muele, muerta porque no tiene amor, ni un germen de idea, ni una fe, ni un ansia de liberación, imprescindible en todos los hombres para poder llamarse así.
¡Libros, libros!... Libros de todas las tendencias y de todas las ideas… Que se enfrente el Cántico espiritual de San Juan de la Cruz con las obras de Tolstoj, que se miren frente a frente La ciudad de dios de San Augustín con Zaratustra de Nietzsche o El capital de Marx… Y ahora que la humanidad tiende a que desaparezcan las clases sociales, tal como estaban instituidas, precisa un espíritu de sacrificio y abnegación de todos los sectores para intensificar la cultura, única salvación de los pueblos” Federico García Lorca
(da: Andrés Sorel Yo García Lorca Txalaparta, 1997)
mi scusi sig.ra Elda....
avrei una curiosità da chiederle....
io mi chiamo Juna, ho 42 anni...
mia madre mi ha dato questo nome preso proprio dalla canzone....
ma non sono mai riuscita a sapere da dove viene questo nome e che cosa significa.....
lei saprebbe mica aiutarmi????
grazie....
Pensavo di chiudere questa mia tornata di canti di Neruda con "Canto al Ejército Rojo a su llegada a las puertas de Prusia" (1945) ma forse sarebbe stato troppo.
Sarebbe stata un'interessante trilogia sul troppo spesso trascurato contributo sovietico all'eradicamento del nazismo dall'Europa, ma in fondo questo è un sito di Canzoni Contro la Guerra e poi alcuni suoi frequentatori avrebbero potuto giustamente avere delle fastidiose reazioni allergiche...
Bernart Bartleby 25/3/2015 - 09:12
Beh, io credo che tutto vada anche anche commisurato al periodo storico in cui una data cosa è stata composta; è ben noto, ad esempio, il panegirico di Stalin che Pablo Neruda fece nel Canto General (e Neruda fu insignito del Premio Stalin proprio nel 1953, l'anno della morte del dittatore). Per non parlare del celebrato episodio del Winnipeg, la nave con la quale Neruda fece scappare sì centinaia di profughi repubblicani dalla Guerra di Spagna, però stando ben attento che fossero comunisti e lasciando gli anarchici al loro destino e ai loro lager francesi. Neppure Neruda è stato esente da spaventose contraddizioni, e si potrebbe rincarare la dose con la sua amicizia col pittore messicano Siqueiros, vero e proprio agente stalinista implicato anche direttamente nell'assassinio di Trotskij. Eppure resta Pablo Neruda, Iddìo ne scampi dai poeti. Allergie? Si possono comprendere. Ad esempio quella... (continua)
Ciao Riccardo,
le tue stesse riflessioni le ho fatte anch'io in parte al momento di contribuire Canto a Stalingrado, e infatti mi sono premurato di scriverle in coda all'introduzione.
Non ho comunque avuto perplessità nel contribuire i due canti su Stalingrado mentre penso davvero che non sia il caso di aggiungere anche "Canto al Ejército Rojo a su llegada a las puertas de Prusia", non per autocensura o per paura di urtare la sensibilità di qualcuno ma perchè mi pare che non sia più la celebrazione di una strenua difesa contro l'aggressore ma quella di un contrattacco. E se la cosa ebbe l'indubbio pregio di contribuire ad eliminare una volte per tutte la minaccia nazista, costituì anche la sostituzione di un regime totalitario ad un altro.
BRECHT Bertolt, Questions que pose un ouvrier qui lit, Traduction de Maurice Régnault, Gedichte, 1918-1956, Suhrkamp Verlag, Frankfurt-am-Main, 1960-1965, L’Arche, Paris, 1965-1968 ; rééd. des poèmes chez L’Arche en 1997 --> Canzone del Faraone
QUESTIONS QUE SE POSE UN OUVRIER QUI LIT (continua)
inviata da CCG/AWS Staff 24/3/2015 - 15:35
Thank you very much, Bernart Bartleby, for the enlightenment. What a nice surprise to find out that this poem also exists as a song version (Langile baten galderak liburu baten aurrean) written in Basque, that ancient mystical isolate language of a tiny people - smaller even than we Finns - who, having been struggling for their existence for more than two millenia, are able to boast about their distinctive identity and versatile culture. I call that an achievement.
La versione finlandese di Brita Polttila proposta da Juha Rämö, che è praticamente alla base di questa pagina, non è l'unica musicata e cantata: la versione in lingua basca di Mikel Laboa era già presente da tempo in questo sito.. La versione di Mikel Laboa, del 1969, si trova del resto in un album interamente dedicato a canzoni brechtiane tradotte in euskara. [RV]
The Finnish version by Brita Polttila contributed by Juha Rämö, which practically forms the basis of this page, is not the only that has been set to music and performed: the Basque version by Mikel Laboa had long since been included in this website. As a matter of fact, Mikel Laboa's version (1969) is included in an album wholly composed of Brechtian songs translated into Euskara. [RV]
LANGILE BATEN GALDERAK LIBURU BATEN AURREAN (continua)
Dear Juha,this poem -as you can see- has been translated into languages of peoples even much smaller than the Finnish or Basque one. Here, f.ex., you have an Icelandic translation (Spurningar lesandi verkamanns), but I cannot exclude that it has been translated -and maybe sung!- in even smaller languages, too, like Faroese. I seize the occasion to give you our warmest welcome in this website with your precious Finnish (and Swedish) contributions. [RV]
Thank you kindly, Riccardo. I very much appreciate having found a good home for songs and poems that in the course of my life have touched me and moved me and left me shivering and, therefore, deserve to be remembered.
Bertolt Brecht, Libro di devozioni domestiche, in Poesie 1918-1933, traduzioni di Emilio Castellani e Roberto Fertonani, Torino, Einaudi, 1968, p. 384-385.
da gramscianet
1970: Pere Quart recita alcune strofe delle Corrandes d'exili al Festival della Letteratura Catalana, a Barcellona. Al termine il pubblico grida Llibertat! Llibertat!