Con questa meravigliosa canzone Brassens specifica un importante distinguo nella categoria di cui già parlava precedentemente in "Le temps ne fait rien à l'affaire"
...e mi chiedo, nell'allontanarmi da questa pagina, se un giorno o l'altro si troverà qualcuno che "accetterà il gioco", cercando non tanto di "tradurre" ma di rendere questa cosa in un gergo malavitoso e carcerario della propria lingua. Chissà! Buona giornata a tutti.
Esattamente, páxaro (si pronuncia: "pàsciaro") è una parola gallega. Corrisponde allo spagnolo pájaro e al portoghese pássaro nel significato generico di "uccello" (e non esclusivamente in quello di "passero"). Salud!
Nella versione cantata da Dori Ghezzi alla Canzonissima 1969 viene introdotto un frammento instrumentale che riprende le note del famoso canto tradizionale russo "Эй, ухнем!".
scusate l'ignoranza
ma ha lo stesso ritmo di "impressioni di settembre"
chi mi può spiegare?
grazie.
Leonardo 30/11/2015 - 20:40
Infatti – gli accordi sono gli stessi. La tua "l'impressione" è giusta. Stando alle informazioni della Wikipedia, Premiata Forneria Marconi ha registrato il pezzo su un singolo di debutto nel 1971. Tadeusz Woźniak invece ha incluso la canzone in questione con il testo polacco (che non è una traduzione del testo italiano) nel suo primo album uscito nel 1972.
Come sono andate le cose... bohhhh... chi lo sa. Da una parte, il fatto stà che la musica ha una caratteristica di stare un po' nell'aria, specialmente, quando si tratta di quattro, cinque accordi, d'altro canto, fa l'impressione il fatto, che anche nei tempi della mal famigerata "cortina di ferro", certe idee, certi suoni, circolarono.
Non sacci più.
Un saluto e grazie per la segnalazione.
Secondo me non e' (solo) Ginevra Di Marco a cantare la parte femminile qui (forse solo la strofa "Apposta che l'è venuta stamattina"). La prima strofa per voce femminile mi pare Lucilla Galeazzi e quella "Sta fermo mulinaio con le mani" forse Elena Ledda...
Lorenzo 30/11/2015 - 09:15
E mi sa che tu hai ragione, Lorenzo...forse mi son lasciato fuorviare dalle grazie della Ginevrona :-)
“ g'aveva du occ de bun” non significa “avere gli occhi da persona buona” ma “avere di buono solo i due occhi”, ovvero essere tanto povero da non avere altra cosa di valore che i due occhi.
Cordialmente.
Alberto 30/11/2015 - 20:26
Grazie Alberto, penso che tu abbia ragione, abbiamo corretto la traduzione.
“La rilettura piemontese di questo canto rientra, come “ven si nineta”, nell’infinita produzione spontanea di canzoni piegate con l’ironia ad una funzione antifascista.” Tra queste ricordiamo per esempio i canti che prendevano di mira la tassa sul celibato come “oi valà cistè” o “la mia mamma mi diceva”.
“In questo caso, a differenza di altri - come “giovinezza-delinquenza” che faremo più tardi - l’ironia si accompagna ad un sentimento di amarezza…” Se non altro per la mancanza di “tajarin” e la relativa abbondanza di polenta… (Alberto Cesa)
Oh, grazie Pardo! Sei stato rapidissimo a inserire la canzone. e la definirei una sorta di "canzone urgente" o roba del genere anche se la redazione originale è di vent'anni fa o quasi; e tutti qui te ne ringraziamo davvero. Nota per chi non c'era: Pardo ha eseguito questa canzone sabato sera a Pisa al Teatro Rossi Aperto durante questa cosa qui, della quale si avrà non poco a riparlare.