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Prima del 2015-11-4

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Me zo ur serjant-major

anonimo
Me zo ur serjant-major
Canzone su di un’aria originaria della zona di Scrignac, Finistère.
Nella raccolta intitolata “Digor an abadenn! Kanaouennou dansal” edita nel 1950
(note da Son A Ton – Chansons traditionelles bretonnes)
Trovo il brano – con il titolo un po’ diverso, “Gavotenn Ar Serjant-major”, non so il testo… – nella discografia dei An Triskell ‎(“Musiques Celtiques”, 1973)

Un sergente maggiore bretone torna al suo paese per una breve licenza, dopo anni di ferma e di guerra. Poco prima di ripartire, la sua amata gli annuncia tra le lacrime che lei è disperata e non potrà far altro che vestire il lutto sopra il proprio vestito bianco da sposa…
Me zo ur serjant-major 'tistreiñ deus an arme
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/11/2015 - 15:44
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Legato a te

Legato a te
[2007]
Parole e musica di Simone Cristicchi
Nell’album intitolato “Dall'altra parte del cancello”

Un brano che inserirei nel percorso “Pena di morte, omicidio del Potere”.
Nel caso di Welby – come in ogni caso di un essere umano che pretende di porre fine alla propria vita in modo, appunto, umano – il Potere condanna alla “pena di vita” ma si tratta della stessa cosa, la stessa violenza, lo stesso abuso d’autorità, la stessa negazione di libertà, la stessa indifferenza alla sofferenza…

Se poi uno si ferma a pensare che il Potere che si arroga il diritto “sacrosanto” di una tale sopraffazione è rappresentato da gente come – per esempio - Angelino Alfano, o il cardinale Camillo Ruini, o ancora quel Giulio Anselmi, all’epoca direttore de La Stampa, che consentì la pubblicazione di un’intervista, inventata di sana pianta, in cui una presunta figlia di Welby, mai esistita, asseriva che il padre non voleva affatto morire, beh, allora viene veramente da vomitare…
a Piergiorgio Welby
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/11/2015 - 12:05
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Finestre di dolore

Finestre di dolore
[1974]
Parole e musica di Francesco de Gregori
Nel terzo album dell’artista, non intitolato, anche noto come “La pecora” dall’immagine in copertina


Tutto si può dire, ma non che il titolo non rispecchi il testo. E una canzone cupa, e anche un po’ pallosetta; è la più lunga del disco, cinque minuti accompagnati dalla sola chitarra, sporca e povera. Nelle tre strofe si susseguono, si autoalimentano immagini evangeliche e riferimenti privati. “Forse non riscriverei, ad esempio, Finestre di dolore. Ci sono dei pezzi che a volte scrivi solo perchè ti mancano tre-quattro minuti per completare un LP.”

(“Francesco De Gregori. Quello che non so, lo so cantare”, di Enrico Deregibus)

Quindi, una canzone che lo stesso autore sconfessa quasi con brutalità…
Eppure a me non dispiace, e ci vedo pure un’attinenza con la CCG, in particolare con il percorso sulla “Guerra del lavoro”… I ragazzi protagonisti... (continua)
La luce della luna ci trovò sopra il tetto
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/11/2015 - 14:19
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4 Little Girls

4 Little Girls
[1997]
Parole e musica di Pantera Saint-Montaigne
Scritta per il documentario “4 Little Girls” diretto dal regista afroamericano Spike Lee e dedicato al Birmingham Sunday, quel terribile 15 settembre 1963 quando a Birmingham, Alabama, i suprematisti bianchi del KKK fecero saltare in aria una chiesa battista sulla 16ma strada, uccidendo 4 bambine e ferendo altri 22 giovanissimi neri.
On a sweet September morning in '63
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/11/2015 - 11:01
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Mainline Prosperity Blues

Mainline Prosperity Blues
[1965]
Parole e musica di Richard Fariña
Nell’album “Reflections in a Crystal Wind”, con Margarita Mimi Baez Fariña, compagna di Richard e sorella di Joan Baez.

“Mainline Prosperity Blues” - traccia che apre il secondo lato del secondo e ultimo album della coppia (Richard morirà di lì a qualche mese, in un incidente motociclistico accaduto il 30 aprile 1966, mentre si recava a festeggiare il compleanno di Mimi) – è una canzone su quant’è buona la droga (quando è buona) e su quanto sono brutti il lavoro e la società su di esso fondata…
Good morning, teaspoon
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/11/2015 - 10:27
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Kokuz

Kokuz
Dubioza kolektiv

Marka – old brand

da http://www.tekstowo.pl/piosenka,dubioz...
BANKRUT
(continua)
inviata da krzyś 1/11/2015 - 02:29
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Stranamore (pure questo è amore)

Stranamore (pure questo è amore)
Capito qui proprio per capire meglio questo testo, e devo però fare un appunto, a mio avviso: non esistono canzoni "semplici", secondo me, nel significato... o almeno non nella canzone italiana degli anni '70.
Voglio dire: le frasi che Vecchioni qui tira fuori non hanno molto senso se non con citazioni.
Io che sono totalmente ignorante che ne posso sapere di chi sia "Marco"? E perché "Marco"? Non credo sia un caso... perché a Marco l'alba sul Danubio parve fosforo e miele, ad esempio? Il Danubio??? Non posso prenderla come una cosa "semplice" e di immediata comprensione... ovvio che capisco cosa vuole dirmi tutta la strofa in questione, ma i riferimenti ci sono e mi intrigano, proprio perché non li conosco.
"L'uomo è vino" è un'altra cosa che non posso capire se non conosco l'antefatto... e qui nemmeno il senso riesco a cogliere se non conosco questo antefatto.
Idem sulla strofa finale,... (continua)
Gianmaria Framarin 31/10/2015 - 07:24

Salmo alla casa e agli emigranti

Salmo alla casa e agli emigranti
Chanson italienne – Salmo alla casa e agli emigranti – Rocco Scotellaro – 1952

In “L'universo contadino e l'immaginario poetico di Rocco Scotellaro”, de Giovanni Battista Bronzini, Edizioni Dedalo, 1987.
Dans la section intitulée « Quaderno a cancelli » du recueil « È fatto giorno. 1940-1953 », Milan, Mondadori, 1954.



Après avoir vu ses compatriotes s'embarquer à Naples, à Rocco Scotellaro, s'est posé le problème de la forme poétique la plus apte à exprimer l'angoisse de qui voit se répéter l'exode biblique. Il le résolut par le psaume : « Épique : sonne faux, maintenant. Élégie : c'est trop facile. Ode : pour qui et quoi ? Sonnet : il faut de la paix et beaucoup de jours d'incubation, pas des rimes, du fait. Chanson : je suis seul. Discours : idem. Epicedio (chant funèbre en présence du mort ; en français, parfois, thrène, mais en fait, le thrène (treno en italien) se chante en l'absence... (continua)
PSAUME DE CHEZ NOUS ET DES ÉMIGRANTS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 30/10/2015 - 22:56
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Culloden's Harvest

Culloden's Harvest
Molto interessante! solo un appunto: Il Clan Campbell effettivamente combattè con l'esercito Governativo, mentre il Clan MacDonald interpretò il suo posizionamento sul fianco sinistro nella carica come un’offesa (era tradizione che i MacDonald si schierassero sul fianco destro) e così si rifiutarono di obbedire durante la battaglia, portando a un crollo della linea di attacco.
Ciao!
Beatrice
Beatrice 30/10/2015 - 18:45
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La montagna

La montagna
Lo sapevate che Antonietta Laterza ha inciso un brano inedito di Guccini dal titolo "Campioni" nel suo disco del 1992 "Donne A Marrakech"? (a mio avviso, un testo decisamente banale, peraltro!)
Flavio Poltronieri 30/10/2015 - 16:32
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Amerika

Amerika
La Grande Germania esiste solo teoricamente, finché ci sono i soldi. Culturalmente fa pena da anni. Ce né sbarazziamo di sto mucchio di merda marcia, finalmente???
krzyś 30/10/2015 - 00:24
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Amerika i Engleska

Amerika i Engleska
L'AMERICA E L'INGHILTERRA
(continua)
inviata da Pippo 29/10/2015 - 17:15
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Volio BiH

Volio BiH
VORREI [1]
(continua)
inviata da Pippo 29/10/2015 - 16:36
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Lo avrai camerata Kesselring

Lo avrai camerata Kesselring
La versione di Giulio Stocchi, scritta - credo - nel 2008, quando Alemanno blaterava di fascismo come “male relativo” (giusto per rimarcare quanto lui fosse tanto più a destra di quel Fini che nel 2003 a Gerusalemme il fascismo lo aveva definito “male assoluto”) e La Russa esaltava l’innocenza e l’eroismo dei giovani di Salò…

LO AVRAI CAMERATA KESSELRING

“Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani”

esulta La Russa

“ma con che pietra si farà
a deciderlo tocca a noi”

mentre il sangue
gli imbratta il grugno

Coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
colla terra dei cimiteri
dove i nostri camerati giovinetti
riposano in serenità

e gli cola
fra i fili della barba

la merda

degli eroi di Salò
Bernart Bartleby 29/10/2015 - 10:28
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Il Libero

Il Libero
Chanson italienne – Il Libero – Nomadi – 1993
LIBRE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/10/2015 - 23:05
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Tutti quei monti che io cavalcai

anonimo
Trovo la canzone su Youtube interpretata dal coro Le Vie del Canto nel loro spettacolo “Piuttost’ che fa ‘l soldato”.

Dalle note al video parrebbe che la canzone non sia che una versione di Ero povero ma disertore, canto di origine trentina risalente al 1835-1838, poi ripreso durante la Grande Guerra e quindi ulteriormente adattato durante la Resistenza...

In effetti le similitudini sono notevoli...
Bernart Bartleby 27/10/2015 - 14:24
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In Memoriam (Private D. Sutherland Killed in Action in the German Trench, May 16, 1916, and the Others Who Died.)

In Memoriam (Private D. Sutherland Killed in Action in the German Trench, May 16, 1916, and the Others Who Died.)
IN MEMORIAM (DEL SOLDATO D. SUTHERLAND, UCCISO IN AZIONE NELLA TRINCEA TEDESCA IL 16 MAGGIO 1916, E DEGLI ALTRI CHE MORIRONO)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 13:43
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Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni)

Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni)
Chanson italienne – Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni) – Luca Ricatti – 2015


Toutes les fois que je chante en public «  Il ballo del matto » (le Bal du Fou), je prends quelques minutes pour raconter l'aventure de Franco Mastrogiovanni. Avant tout parce qu'en effet, si on ne connaît pas l'histoire, la chanson paraît un brin obscure. Et ensuite car c'est un événement qui doit être raconté.
Dès lors, il est juste que j'écrive quelques lignes ici.

Pour commencer, Francesco Mastrogiovanni, dit Franco, n'était pas du tout un fou. Il était instituteur. De lui, ses élèves disaient qu'il était l’instituteur le plus haut du monde. Ce devait être une personne à l’intelligence vive, curieuse, très sensible. Sa nièce, la journaliste Grazia Serra, m'a écrit qu'elle était heureuse qu'on écrive des chansons pour se remémorer son oncle, parce qu'il « vivait de musique ». Et il aimait les livres.... (continua)
DANSE DU FOU
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/10/2015 - 21:57
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Te Deum (o Te Deum de’ Calabresi)

Traduzione italiana da La storia di Bella, documento non firmato presente sul sito dello spettacolo “Mille e ancora mille” patrocinato dal Comune di Bella e realizzato da Claudio Paternò e altri.
Te Deum (<em>o</em> Te Deum de’ Calabresi)
IL TE DEUM DEI CALABRESI
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/10/2015 - 21:14
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La siccità

La siccità
Ma pensa te, Marco Valdo, l'avevo già contribuita - e quindi l'avevo già trascritta, mannaggia a me la fatica che ho fatta! - e tu l'avevi già tradotta, ma non aveva mai acquistato dignità di CCG autonoma... Meglio così.
Grazie
Un abbraccio
Bernart Bartleby 26/10/2015 - 20:28




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