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Trent’anni di libertà

Trent’anni di libertà
[1976]
Parole e musica di Giulio Stocchi
Nell’album intitolato “Il dovere di cantare”, uno dei pochi dischi pubblicati dalla casa discografica Divergo, attiva a Milano tra il 1974 ed il 1980
Testo trovato sul blog blanc de ta nuque
La copertina del disco è di Magda Castel, artista catalana che fu anche autrice dei disegni per la “La cantata rossa per Tall El Zaatar”
Vergogna a voi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 29/10/2015 - 10:59

Till, le roi Philippe et l'âne

Till, le roi Philippe et l'âne
Till, le roi Philippe et l'âne

Chanson française – Till, le roi Philippe et l'âne – Marco Valdo M.I. – 2015

Ulenspiegel le Gueux – 9

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).


Nous voici, Lucien l’âne mon ami, à la neuvième canzone de l’histoire de Till le Gueux. Les huit premières étaient, je te le rappelle :

01 Katheline la bonne sorcière Katheline, la bonne sorcière (Ulenspiegel – I, I)
02 Till et Philippe Till et Philippe(Ulenspiegel – (Ulenspiegel – I, V)
03. La Guenon Hérétique La Guenon Hérétique(Ulenspiegel – I, XXII)
04. Gand, la Dame Gand, La Dame(Ulenspiegel – I, XXVIII)
05. Coupez les pieds ! Coupez les pieds !(Ulenspiegel – I, XXX)
06. Exil de Till Exil de Till(Ulenspiegel – I, XXXII)
07. En ce temps-là,... (continua)
« Pèlerin pèlerinant ne peut follier de séjour
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 28/10/2015 - 23:50

La guerra di lu 1866

La guerra di lu 1866
[1866]
Cronaca cantata attribuita a Giovanni Geraci di Partinico, Palermo, un contadino che nel 1866, come tanti altri uomini del Sud appena annesso al Regno d’Italia, fu arruolato di gran corsa e spedito a combattere al Nord nell’ennesima (la terza) guerra d’indipendenza. La canzone è il racconto della coscrizione, del lungo e faticoso viaggio verso il Veneto e delle battaglia di Custoza combattuta il 24 giugno 1866 (dove gli italiani subirono una cocente sconfitta). Tornato indietro vivo, il Geraci ebbe modo di insegnare la sua “cronaca” in forma di canzone ai suoi parenti ed amici, dai quali l’apprese e trascrisse Salvatore Salomone Marino (1847-1916), medico palermitano appassionato di tradizioni e canti popolari.

“Il popolo era lontano dai problemi di politica interna e internazionale che la classe dirigente italiana affrontava in quel momento. Una vecchia di Canicattini Bagni, detta... (continua)
L’annu sissantasei mill’ottucentu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 22:52
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In Memoriam (Private D. Sutherland Killed in Action in the German Trench, May 16, 1916, and the Others Who Died.)

In Memoriam (Private D. Sutherland Killed in Action in the German Trench, May 16, 1916, and the Others Who Died.)
[1917]
Versi Ewart Alan Mackintosh (1893-1917), poeta inglese di Brighton, Sussex.
Nella raccolta “A Highland Regiment and Other Poems”, 1917
Musica di Martyn Jacques, interpretata dalla band inglese Man's an Idiot con il titolo di “Officer”

Volontario nella Grande Guerra, benchè fosse stato riformato a causa della sua esile corporatura, Ewart Alan Mackintosh combattè fin dal dicembre del 1914. Nell’agosto del 1915 fu ferito nella Somme e dovette rientrare per alcuni mesi in patria per riprendersi. Durante quel periodo ricevette l’incarico di preparare le reclute da spedire al fronte.

Il 16 maggio 1916 il tenente Mackintosh guidava la sua squadra nei pressi di Arras quando caddero in un imboscata tedesca: 14 dei suoi uomini furono feriti e due uccisi, tra i quali quel David Sutherland cui è dedicata questa poesia. Mackintosh cercò di riportare indietro tutti ma fu costretto ad abbandonare... (continua)
So you were David's father,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 13:41

Vann'Antò: L'arcunè (Arrarrò)

Vann'Antò: L'arcunè (Arrarrò)
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Ignoro l’anno preciso di composizione di questa poesia, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui

Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato... (continua)
Les enfants sont tout l'horizon
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 11:24

Vann'Antò: La cartullina

Vann'Antò: La cartullina
[1945]
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia risalente al 1945, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui

Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato a tenente di fanteria,... (continua)
Cci mmannarru e la cartullina
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 11:03

Vann'Antò: L'urtima guerra

Vann'Antò: L'urtima guerra
[1955]
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia pubblicata sulla rivista “Il Ponte” nel 1955. Credo che poi sia stata inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata l’anno seguente.
Testo trovato qui

Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista... (continua)
Cu ntê càmmini ca cumànnanu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 10:54

Oh chi m’abbinni lària (La Sicilia a lu 1866)

anonimo
Oh chi m’abbinni lària (La Sicilia a lu 1866)
[1866]
Versi di autore anonimo cantati durante la ribellione di Palermo del 1866, la cosiddetta “Rivolta del sette e mezzo”.
Testo tratto da “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani” di Antonino Uccello, Parenti editore, 1961.

“Una tinta matinata del settembre 1866, i nobili, i benestanti, i borgisi, i commercianti all'ingrosso e al minuto, i signori tanto di coppola quanto di cappello, le guarnigioni e i loro comandanti, gli impiegati di uffici... che dopo l'Unità avevano invaso la Sicilia pejo che le cavallette, vennero arrisbigliati di colpo e malamente da uno spaventoso tirribìlio di vociate, sparatine, rumorate di carri, nitriti di vestie, passi di corsa, invocazioni di aiuto.
Tre o quattromila viddrani, contadini delle campagne vicino a Palermo, armati e comandati per gran parte da ex capisquadra dell'impresa garibaldina, stavano assalendo la città. In un vìdiri e svìdiri,... (continua)
Oh chi m'abbinni lària
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/10/2015 - 22:58
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Glory Hallelujah

Glory Hallelujah
Brothers and sisters, have you heard the news?
(continua)
inviata da Luca 'The River' 26/10/2015 - 21:34
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Tân yn Llŷn

Tân yn Llŷn
[1980]
Scritta da / Written by Ann Fychan
Interpreti / Performers: Plethyn, 1980
Album: Golau tan gwmwl ("Luce sotto le nuvole")

Tre uomini tranquilli

Penyberth, nella penisola del Penllŷn, non è un “luogo sacro” per i gallesi, ma è comunque stato un luogo molto importante in quanto, per secoli e secoli, era stata una stazione di rifugio e ristoro per i pellegrini che si recavano all'isola di Bardsey (Ynis Enlli in gallese), che si trova esattamente al termine della penisola. Si tratta di un luogo storico e dal paesaggio stupendo, che nel 1935 il governo di Sua Maestà Britannica scelse per installare una scuola. Nulla di particolare, si direbbe; però la scuola che il governo britannico costruì a Penyberth non era una scuola qualsiasi dove si insegnavano le cose ai ragazzini. Era una scuola militare e, in particolare, una Scuola di Bombardamento della RAF. Una scuola fatta apposta per... (continua)
Beth am gynnau tân fel y tân yn Llŷn?
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 26/10/2015 - 19:44
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Te Deum (o Te Deum de’ Calabresi)

Te Deum (<em>o</em> Te Deum de’ Calabresi)
[1787-1800]
Versi di Gian Lorenzo Cardone (1743-1813), nativo di Bella, Potenza, pittore, poeta e militante giacobino durante la Rivoluzione partenopea del 1799.
Musica di Giovanni Paisiello (1740-1816), nativo di Taranto, uno dei più importanti e influenti compositori d'opera del Classicismo italiano.
Una versione condensata del “Te Deum de’ Calabresi” è stata proposta da Vinicio Capossela in un suo concerto a Rendano di Cosenza nel 2012.
Testo trovato in La storia di Bella, documento non firmato presente sul sito dello spettacolo “Mille e ancora mille” patrocinato dal Comune di Bella e realizzato da Claudio Paternò e altri.


“Te Deum della Rivoluzione, terribile e bellissimo”. Sono le parole che Benedetto Croce usò per il più sconvolgente inno giacobino emerso dalla rivoluzione napoletana del 1799. Si intitola “Il Te Deum de' Calabresi” e sembra fosse cantato dai patrioti partenopei... (continua)
Parte prima [1787]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/10/2015 - 15:49
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Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni)

Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni)
2015
Il ballo del matto

2015
Fumo al vento

Ogni volta che eseguo dal vivo il Ballo del Matto, mi prendo un paio di minuti per riassumere la vicenda di Franco Mastrogiovanni. Prima di tutto perché in effetti, se non si conosce la storia, la canzone risulta un tantino oscura. E poi perché è una vicenda che deve essere raccontata.
Allora era giusto che scrivessi qualche riga anche qui.

Tanto per cominciare, Francesco Mastrogiovanni, detto Franco, non era affatto un matto. Di mestiere faceva il maestro elementare. Di lui i suoi alunni dicevano che era il maestro più alto del mondo. Doveva essere una persona di intelligenza vivace, curiosa, molto sensibile. Sua nipote, la giornalista Grazia Serra, mi ha scritto di essere felice che si scrivano canzoni per ricordare suo zio, perché lui «viveva di musica». E amava i libri. E poi aveva da sempre simpatie anarchiche. Per le forze dell’ordine... (continua)
Di bianco veste la morte
(continua)
inviata da dq82 26/10/2015 - 12:00
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La siccità

La siccità
[1970?]
Parole e musica di Matteo Salvatore.
In almeno tre dischi del poeta, a cominciare da “Le Puglie di Matteo Salvatore” del 1970
Testo trovato su Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese, di Maria Luisa Scippa, in Archivio storico pugliese dell’emeroteca provinciale di Brindisi (1991)

Un bracciante scambia un anno di lavoro per ottenere cinque ettari di terra. Ottenuta la terra arriva la siccità. La sua fidanzata muore. Con il caldo nemmeno una lacrima bagna la terra. La siccità è più amara della guerra.
(Introduzione ad un concerto di Matteo Salvatore con Otello Profazio, 1975. Registrazione contenuta nell’Archivio Sonoro della Puglia)
Tutte la fatijā miā ji l’ē pperdute
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/10/2015 - 11:55
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I due fannulloni

I due fannulloni
[1966]
Parole e musica di Matteo Salvatore
Nel disco “Il lamento dei mendicanti” pubblicato da I Dischi del Sole nel 1966
Hitler i Mussolini
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/10/2015 - 22:47
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Lu core tosto

Lu core tosto
[1978]
Parole e musica di Matteo Salvatore

“[Nei concerti] La ballata di Teresina era spesso preceduta, come se fungesse da glossa introduttiva, da un altro brano, Lu core tosto, [...] [Matteo Salvatore introduceva il pezzo con un’invettiva/riflessione], accompagnandosi sull’arpeggio degli accordi che compongono il giro sul quale poi eseguiva il testo vero e proprio.
La voce viene modulata a diversi livelli: Matteo Salvatore si adira, si indigna, mette fuori il suo livore anche col turpiloquio, poi passa all’irrisione e allo sberleffo del latino maccheronico di formule liturgiche; infine diventa pacato e lirico nello scolpire duramente lo stato delle cose. I poveri e la Legge sono ancora due mondi che non riescono a toccarsi, problema atavico la cui soluzione sembra essere inaccessibile. L’ultima parte di questo discorso, quella meno estemporanea, la ritroviamo anche sul testo autobiografico... (continua)
Lu core tosto, il cuore duro, lu core tosto, quando il cuore è duro è terribile, non si può cambiare, non si può fare il trapianto, niente, nemmeno Bernac, Bernacchia, Bernabé, quillu cazzo di professore americano come cazzo si chiama? Ji nu sacce chiamà… nemmeno lui lo può cambiare perché è troppo tosto. Se lo butti davanti alla porta nemmeno i cani te lo vogliono mangiare.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/10/2015 - 21:54
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Pronti a salpare

Pronti a salpare
2015
Pronti a salpare

Estratto dal nuovissimo album omonimo uscito il 23 ottobre 2015, 'Pronti a salpare' è una ballad folk/rock nella quale Edoardo torna a parlare dell'odissea di chi senza più alcuna scelta è pronto a scappare e salpare dal proprio paese per una vita migliore; un monito che non riguarda solo il sud del mondo ma investirà sempre più il ricco Occidente se non daremo forma a cambiamenti sostanziali.
Via da quei luoghi comuni verso luoghi eccezionali
(continua)
inviata da Donquijote82 24/10/2015 - 21:48
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Renato Curcio

Renato Curcio
[1992]
Testo e musica di Francesco Baccini
Lyrics and Music by Francesco Baccini
Paroles et musique: Francesco Baccini
Album: Nomi e cognomi

Strano tipo, Francesco Baccini. Genovese, classe 1960, e senz'altro un ottimo musicista e dotato di capacità vocali di tutto rispetto; comincia la sua carriera con canzoni sì carine, allegre & scanzonate, ma non certamente appiattite sulla banalità come si potrebbe magari presupporre. Ciò non gli impedisce di diventare, verso la fine degli anni '80, un idolo delle teenager. Nel settembre del 1992, annus horribilis per l'Italia, all'improvviso se ne esce fuori con un album incredibile, il suo terzo, intitolato Nomi e cognomi; e, lasciando tutti bouché bée, i nomi e i cognomi li fa davvero, cominciando da quello del collega Antonello Venditti (che non la piglia per nulla bene) per proseguire con Giulio Andreotti e altri. Tra i quali, eh sì, Renato... (continua)
Cos'è sta pioggia che mi batte in testa
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/10/2015 - 21:26
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Ode to Joy

Ode to Joy
La versione di Pete Seeger dell'inno alla gioia di Beethoven.
Build the road of peace before us
(continua)
inviata da Leoskini 24/10/2015 - 18:21

Renzo Pezzani: Anviti

Renzo Pezzani: Anviti
Poesia di Renzo Pezzani
Dalla raccolta Oc' Luster ("Occhi lustri"), 1950

Retropensieri

Se in tutto e per tutto ci dev'essere una storia, la mia con il poeta parmigiano Renzo Pezzani comincia molto tempo fa. Nato a Parma nel 1898, fu maestro elementare; e, probabilmente, anche per questo motivo aveva scritto parecchie poesie educative per ragazzi, che “ai miei tempi” (oramai, mi sa, posso dire così...) godevano di parecchia considerazione e di parecchio spazio sul “sussidiario”. Il “sussidiario” era, nelle scuole elementari, il secondo libro di testo affiancato al libro di scuola principale che comprendeva tutte le materie; conteneva problemi di aritmetica, letture e tutto ciò che poteva servire a completare ciò che s'intendeva per studio di base. Forse mi sarei dimenticato, e probabilmente mi dimenticai, di Renzo Pezzani; ma ho una stranissima, particolare e micidiale “memoria lunga”,... (continua)
Un fis’c da la corta ch’al pär na cortläda
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/10/2015 - 02:47
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Fendin

Fendin
[2005]
Album : AKUADUULZA

La canzone si basa sulla leggenda del Fendin (dialettizzazione del nome Defendente): si narra che le 7 streghe di Torno, sul Lago di Como, rubassero ogni venerdì notte la barca (gondola) di questo Fendin poiché non era stata benedetta. Per la benedizione delle barche bisognava corrispondere una misura di sale in pagamento e il Defendente, che era leggermente tirchio, piuttosto che pagare lasciava la barca in balia degli spiriti e delle streghe che la utilizzavano per andare ai Sabbah… Scoperto l’arcano, dopo essere stato coinvolto in uno dei magici viaggi all’insaputa delle streghe, decise di pagare.
Yalba kuresh manumm traagah
(continua)
inviata da adriana 23/10/2015 - 16:59
Percorsi: Streghe
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Tanz Mit Laibach

Tanz Mit Laibach
[2003]
Scritta dai membri della band industrial slovena con Peter Mlakar, Iztok Turk (ex membro del gruppo Videosex) e i DJ Umek, Bizzy e Dojaja.
Nell’album intitolato “WAT” (acronimo per “We Are Time”)

Brano dichiaratamente ispirato allo stile dei predecessori e maestri D.A.F. (Deutsch-Amerikanische Freundschaft)
Lo stile musicale ed estetico dei Laibach è sempre stato oggetto di discussioni, improntato com’è all’esasperazione dei simboli del totalitarismo, di matrice fascista come comunista, e del militarismo.
Leggo su Wikipedia che uno dei loro primi concerti, a Zagabria nel 1983, fu interrotto dalla polizia perchè sul maxischermo alle spalle della band scorrevano immagini pornografiche alternate a quelle dei comizi di Josip Broz Tito…
Invece nei primi anni 90, in un concerto a Belgrado proprio poco prima lo scoppio della guerra in Jugoslavia, i Laibach alternarono le registrazioni... (continua)
Wir alle sind besessen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/10/2015 - 13:09
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Der Sheriff

Der Sheriff
[2003]
Scritta da Robert Görl e Gabriel "Gabi" Delgado-López
Singolo estratto dall’album “Fünfzehn neue D.A.F-Lieder”

Dedicato a George W. Bush all’alba della seconda guerra del Golfo.
Facile che questo brano sia stato concepito negli stessi giorni in cui lo era questo sito delle CCG/AWS…
Wenn der Sheriff reiten geht, reiten alle mit
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/10/2015 - 09:13
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Der Mussolini

Der Mussolini
[1981]
Scritta da Robert Görl e Gabriel "Gabi" Delgado-López
Celeberrimo singolo estratto dall’album “Alles ist gut”

"Alzati, batti le mani, scuoti i fianchi, balla il Mussolini, balla l'Adolf Hitler, muovi il culo, balla il Gesù Cristo, balla il comunismo."… Elettronica iconoclasta.
Geht in die Knie
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/10/2015 - 08:51
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Another Day

Another Day
[February 23, 2015]

Lyrics and music by Lesya Padalko,

What if more of us cared more and said “no” to the spread of evil? Then maybe, we, united, could have stopped any war at its very beginning? With this song we would like to raise more awareness about the war in Ukraine.
Another Day
(continua)
inviata da Lesya Padalko 22/10/2015 - 04:53

Katheline suppliciée

Katheline suppliciée
Chanson française – Katheline suppliciée – Marco Valdo M.I. – 2015

Ulenspiegel le Gueux – 8

Opéra-récit en multiples épisodes, tiré du roman de Charles De Coster : La Légende et les aventures héroïques, joyeuses et glorieuses d’Ulenspiegel et de Lamme Goedzak au Pays de Flandres et ailleurs (1867).

Nous voici, Lucien l’âne mon ami, à la huitième canzone de l’histoire de Till le Gueux. Les sept premières étaient, je te le rappelle :

01 Katheline la bonne sorcière Katheline, la bonne sorcière
02 Till et Philippe Till et Philippe
03. La Guenon Hérétique La Guenon Hérétique
04. Gand, la Dame Gand, La Dame
05. Coupez les pieds ! Coupez les pieds !
06. Exil de Till Exil de Till
07. En ce temps-là, Till

Je ne l’avais pas oublié… Mais voyons ce que tu as à dire de la huitième…

La huitième raconte l’histoire atroce du supplice de Katheline, la bonne sorcière, celle-même qui mit au monde... (continua)
Katheline la bonne sorcière, en ce temps-là,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 21/10/2015 - 22:53
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Józef K.

Józef K.
[2003]
feat Marcin Świetlicki

Testo, musica e tutto Krzysztof „Grabaż” Grabowski, Artur Stanilewicz, Marcin Świetlicki
Dal disco "Koncertówka 2. Drugi szczyt". Presente anche sull'album "Bułgarskie Centrum" (2004)
testo trovato sul sito ufficiale sito ufficiale
Ludzie z pierwszych stron gazet
(continua)
inviata da Krzysi€k 21/10/2015 - 22:45
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Nad ranem śmierć się śmieje

Nad ranem śmierć się śmieje
{1985}
Testo e musica di Lech Janerka
Dall'album "Klaus Mitffoch"
da bibliotekapiosenki
Pracował dzień i noc
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 21/10/2015 - 21:55
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Joe Stalin's Cadillac

Joe Stalin's Cadillac
[1986]
Nell’album intitolato alla band, con la collaborazione di Eugene Chadbourne

Continuando sul tema dei Dictators, una canzone in puro stile CVB…
“La cadillac di Pinochet – che poi è uguale a quella di Reagan – ha la caratteristica che non può girare a sinistra…”
Joe Stalin's Cadillac
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/10/2015 - 16:22
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(White Man) in Hammersmith Palais

(White Man) in Hammersmith Palais
[1978]
Scritta da Joe Strummer e Mick Jones
Lato A di un 45 giri, sul B “The Prisoner”
Poi nella versione per il mercato USA del debut album “The Clash” del 1979

Una canzone di disillusione, prima a partire da un concerto di musica giamaicana cui Joe Strummer assistette e che lo deluse molto per il taglio molto “pop” e poco “riot”. Poi lo sguardo di Strummer si sposta su altri temi più generali relativi alla situazione nella Gran Bretagna di allora, dove si andava preparando la grande “svolta” thatcheriana… La violenza della polizia, l’incapacità dei giovani ad organizzare una resistenza efficace, la finta attitudine ribelle di molte band, il fascismo strisciante,… “Oggi Adolf Hitler verrebbe ben accolto e trasportato in limousine…”
Midnight to six man
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/10/2015 - 15:43
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Trans

Trans
1994
Peter Pan
Se mi vedeste di giorno
(continua)
inviata da dq82 21/10/2015 - 15:26
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Cara madre

Cara madre
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat: emsi Caserio; testo: “cara madre” di Sante Geronimo Caserio)
Cara madre, vi scrivo queste poche righe per farvi sapere che la mia condanna è la pena di morte.
(continua)
inviata da dq82 21/10/2015 - 09:14
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A sarà dura

A sarà dura
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat: emsi Caserio; testi: emsi Caserio, Simona Ivan)
feat. Simona Ivan
RIT - SIMONA IVAN: Gente che non ha paura, e canta in coro, a sara dura.
(continua)
inviata da dq82 21/10/2015 - 09:11
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La carta brucerà

La carta brucerà
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat e testo: emsi Caserio)

feat. Leleprox
la carta è solo carta, e dopo notti in barca, c'accoglie la finanza. Sempre che non ci lascino morire in
(continua)
inviata da dq82 21/10/2015 - 09:09
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All cops are bastard

All cops are bastard
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat e testo: emsi Caserio)
Ti ho visto col santino di benito sul cruscotto. Da sempre un impedito infatti hai fatto il poliziotto.
(continua)
inviata da dq82 21/10/2015 - 09:07
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Bombe contro pietre

Bombe contro pietre
2015
Nostra patria è il mondo intero
(beat: emsi Caserio, Leleprox; testi: emsi Caserio; scratch: Leleprox)
feat. Leleprox
Lacrime sui volti dei bambini in medio-oriente, bombe come sveglia, la scuola non c'è più. E' colpa
(continua)
inviata da dq82 21/10/2015 - 09:05
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Quando fernesce 'a guerra

Quando fernesce 'a guerra
Che castroneria hai scritto, innanzitutto nel napoletano scritto (basta vedere sia scritti del 600 come la Vajasseide o Lo cunto de de li cunti sia in scritti moderni (basta vedere al grande de Simone) il rotacismo non si scrive, poi la finale anche quando è soggetta a sceva si scrive, acché la parola non deve risultare ambigua di genere e numero.
Pugnator 21/10/2015 - 01:42
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Piazza dei tre martiri (Rimini antifascista)

Piazza dei tre martiri (Rimini antifascista)
2015

Tre Martiri è la denominazione che accomuna i tre partigiani Mario Capelli, Luigi Nicolò e Adelio Pagliarani impiccati il 16 agosto 1944 nella piazza principale di Rimini, a loro intitolata dal 1946. Essi rappresentano il simbolo della Resistenza e dei caduti nella lotta di Liberazione nel territorio della Provincia di Rimini.

I tre giovani partigiani, attivi nella Resistenza riminese sin dai primi giorni successivi all'Armistizio, nell'estate del 1944 facevano parte del medesimo Distaccamento della 29ª Brigata GAP "Gastone Sozzi". Durante una operazione di sabotaggio ad una trebbiatrice, con l'obbiettivo di impedire la trebbiatura del grano da consegnare ai nazifascisti, un gappista riminese fu riconosciuto e denunciato.

Catturato, fu costretto sotto tortura a denunciare i compagni di lotta. A causa di queste informazioni i tre partigiani, che avevano come sede operativa la vecchia... (continua)
Quando arrivò al patibolo
(continua)
inviata da dq82 21/10/2015 - 01:39
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Stranamore (pure questo è amore)

Stranamore (pure questo è amore)
Che bello aver trovato subito questo testo e i vostri commenti. Ho scritto una lettera ad un caro amico e ho scritto anche questo e'amore, non ricordavo l'autore e cercando ho trovato tutto cio'.GRAZIE.P.S.anche per me il significato e' molto semplice.Ci sono tante forme e modi di amare. CIAO FEDERICA
Federica C. 20/10/2015 - 18:18
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Faccia di cane

Faccia di cane
[1985]
Parole di Roberto Ferri e Fabrizio De Andrè, quest’ultimo non ufficialmente accreditato (il brano fu depositato alla SIAE a firma del solo Ferri)
Musica di Nico Di Palo, Vittorio De Scalzi, Gianni Belleno e Ricky Belloni
Nell’album intitolato “Tour”, dove “Faccia di cane” è la prima traccia, la seconda è “Quella carezza della sera”…
Oh oh oh oh…
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/10/2015 - 11:47
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O cancellier che tieni la penna in mano

O cancellier che tieni la penna in mano
cantavo sempre questa canzone con un mio zio che ormai nn c'e' piu' e mi ricordo solo qualche frase!!!!o carcerier che tieni la penna in mano,scrivi una letterina alla mia mamma,dille che son in galera x una donna che mi ha promesso il cuore nn me l'ha dato x un bacin dì'amore son carcerato....mamma io voglio andare sul Montezemolo ,dove tutte le donne fanno all'amore e fan portar le corna ai lor mariti...sento chiamar Beppino,fatti coraggio 30 anni di galera son di passaggio..30 di galera x una donna che mi ha promesso il cuore nn me l'ha dato x un bacin d'amore son carcerato...qualcuno sa darmi il testo completo di questa canzone...ringrazio anticipatamente..
graziella 20/10/2015 - 10:49
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Counterstrike

Counterstrike
Traduzione italiana su Canzoni Metal.

A mio avviso, nient'altro che una bieca esaltazione della vittoria israeliana nell guerra del 1967.

L'articolo nell'introduzione - anch'esso incomprensibile ai più non tanto e non solo perchè manca la traduzione italiana ma per via della sua complessità - non solo venne copiato e incollato senza citare la fonte ma non venne nemmeno attribuito al suo autore, che è lo statunitense Ray McGovern, ex militare statunitense e analista della CIA.
Bernart Bartleby 20/10/2015 - 10:40
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Panzer Battalion

Panzer Battalion
Anche qui, come per "Reign of Terror", i potenti americani (come panzer nazisti) che schiacciano gli iracheni come insetti durante la seconda guerra del Golfo...
Vedasi la traduzione italiana su Canzoni Metal

Non posso non chiedermi come mai, all'epoca del suo "furore metal-bellicista", Giorgio non abbia provveduto a postare quasi nessuna traduzione italiana dei brani che proponeva, così da rendere i contributi un po' più intelligibili ai più...
Bernart Bartleby 20/10/2015 - 10:25
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مين إرهابي

مين إرهابي
کی تروریسته؟ من تروریستم؟!
(continua)
inviata da Omid 19/10/2015 - 23:57
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Allah

Allah
Chanson italienne – Allah – Bisca – 1999
Texte de E. Manzo, S. Maglietta
Album : Lo sperma del diavolo (Le Sperme du Diable)



Hé hé, Lucien l'âne mon ami, viens donc voir la chanson que voici, que voilà, que je viens de traduire. Ce n'est pas une chanson très nouvelle, elle date du siècle dernier, mais rien qu'à son titre, on comprend qu'elle a une certaine actualité. Elle s'intitule tout simplement Allah.

Avec un titre comme Allah, en effet, elle peut paraître d’actualité ; on n'entend plus parler que de ça. Mais je te dirai que moi, l'actualité, je m'en contrefiche. L’actualité est cette chose déjà périmée au moment où on en parle. Avec l'actualité, on perd son temps ; il faut courir pour la suivre et si jamais, on la rattrape, elle se dissout. Mon idée est que les choses du monde sont trop importantes et trop complexes pour se soucier de l'actualité. Il est aussi temps de mettre au... (continua)
ALLAH
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/10/2015 - 23:11
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Mégapocalypse

Mégapocalypse
[1972]
Scritta da Herbert Pagani, E. Lombardi e B. Moraschi
Si tratta in realtà dei due brani, “Mégapocalypse” e “Le Printemps d'après la fin du monde”, costituenti il quarto e conclusivo capitolo di “Mégalopolis”, opera musicale che divenne poi uno spettacolo vero e proprio, ripreso anche nel 1999.

Un racconto distopico del suicidio dell’umanità (lo stesso in corso oggi, e senza nemmeno scomodare scenari di guerra nucleare) che però si conclude, a sorpresa, con il quadretto piuttosto idilliaco di un piccolo gruppo di sopravvissuti (di “eletti”, direi, visto che dicono di aver previsto tutto perchè sono “poeti” e i poeti hanno il dono della preveggenza..) che, obbedendo ad un misterioso richiamo comune, si sono ritrovati in un remoto monastero: sono gli eredi della Terra perduta e la ricostruiranno secondo Natura, con l’aiuto del Signore.
C’è l’Apocalisse, descritta nel Nuovo Testamento... (continua)
Tout a commencé
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/10/2015 - 23:08
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Vivi lotta pensa

Vivi lotta pensa
2015
Vivi lotta pensa

Donquijote82 19/10/2015 - 16:46
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Reign of Terror

Reign of Terror
Anche questo testo è davvero mistificante (si legga la traduzione italiana su Canzoni Metal): della dozzina di strofe di cui è composto, solo la prima contiene un vago accenno ad una delle vere ragioni della guerra di Bush & soci contro l'Iraq, per il resto i Sabaton passano il tempo a snidare il perfido e codardo Saddam Hussein nascosto in qualche buco come un ratto.
Pura merda.
Bernart Bartleby 19/10/2015 - 12:59
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We Burn

We Burn
BRUCIAMO
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/10/2015 - 12:53
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Union (Slopes of St. Benedict)

Union (Slopes of St. Benedict)
Anche qui - specie nell'intro (a proposito, la sola a dover essere in corsivo) - una canzone di guerra, e il fatto che siano i "buoni" che combattono contro i "cattivi" non cambia di molto la sostanza.
Si veda la traduzione italiana su Canzoni Metal
Bernart Bartleby 19/10/2015 - 12:42
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Unbreakable

Unbreakable
INDISTRUTTIBILE
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/10/2015 - 11:50
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I disien Elva

I disien Elva
Il testo originale di Dajre D'Angel (Dario Anghilante) nell’occitano di San Pèire (Sampeyre), Valle Varaita, Cuneo.
Trovato sul portale dell'Associazione Chambra d'Òc
I DIZÌEN ELVO
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/10/2015 - 11:18

Inno dei contrabbandieri

anonimo
Inno dei contrabbandieri
[dopo il 1866]
Testo trovato su Veja.it

I territori di Ala (Trento) e della Lessinia (per la maggior parte nella Provincia di Verona) sono stati per molto tempo terre di confine tra l’impero austro-ungarico e il regno d’Italia. Dopo l’annessione del Veneto a quest’ultimo, nel 1866, la politica doganale dello Stato e la miseria della gente rinvigorirono il contrabbando transfrontaliero che fin dal 700 fioriva e sfioriva a seconda delle alterne vicende che investivano il Südtirol. Il mestiere di contrabbandiere era faticoso e pericoloso ma redditizio. Basti pensare che alla fine della Grande Guerra, quando i territori furono unificati, molti dei loro paesi si spopolarono perché era venuta a mancare la fonte di reddito principale. (tratto da Contrabbando tra Ala e la Lessinia su it.wikipedia)
Sul contrabbando si veda anche la Ninna nanna del contrabbandiere di Davide Van De Sfroos
Noàntri contrabandéri
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/10/2015 - 09:32




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