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Popular Problems

Antiwar Songs Blog
Popular Problems
Un nuovo album di Leonard Cohen è sempre un evento. Se poi arriva per festeggiare gli 80 anni, a soli due anni di distanza dal precedente fortunato capitolo (Old Ideas) è veramente una piacevole sorpresa… Il disco si intitola Popular Problems. “L’atmosfera in cui siamo immersi passa anche sotto le porte tanto è sottile e […]
Antiwar Songs Staff 2014-09-18 21:23:00

Requiem für Sacco und Vanzetti

Requiem für Sacco und Vanzetti
[1927]
Testo di Erich Mühsam
Musica e interpretazione di Gregor Hause [1998]
Album: Das Herz in der Hand - Lieder nach Texten von Erich Mühsam

A poem by Erich Mühsam
Music and performance by Gregor Hause [1998]
Album: Das Herz in der Hand - Lieder nach Texten von Erich Mühsam

Il 27 maggio 2007, un nostro vecchio e amato collaboratore, Renato Stecca, ci aveva chiesto notizie su questa canzone in un commento a Sacco's Letter To His Son di Pete Seeger. Nulla purtroppo era stato trovato. Soltanto oggi (12.9.2014) siamo riusciti a trovarla, scoprendo che in realtà si tratta di un testo di Erich Mühsam poi musicato da Gregor Hause e inserito nel suo album "mühsamiano" del 1998, intitolato Das Herz in der Hand ("Il cuore in mano"); era quella la canzone cui si riferiva Renato Stecca, con la speranza che ancora ci legga qualche volta. Non siamo abituati a lasciar mai cadere le cose, anche... (continua)
Achtung! Hochspannung! Kommt nicht zu nah
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 12/9/2014 - 13:08
”In ogni lingua di questo mondo”: Termina oggi la ristrutturazione e la traduzione integrale in italiano delle Ballads of Sacco and Vanzetti di Woody Guthrie. Ristrutturazione e traduzione dovute in massima parte a ”The March of Sorrow”, il filmato clandestino dei funerali dei due anarchici italiani ritrovato e proiettato in anteprima mondiale all'Istituto De Martino di Sesto Fiorentino, il 21 agosto 2014, mentre negli USA non è mai stato proiettato pubblicamente. Con ogni lingua di questo mondo il nostro sito è abituato a confrontarsi ogni giorno, un “Here's to You” costante a Nicola e Bart.
Riccardo Venturi 12/9/2014 - 12:53

In ogni lingua di questo mondo

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In ogni lingua di questo mondo
  ”In ogni lingua di questo mondo”: Termina oggi la ristrutturazione e la traduzione integrale in italiano delle Ballads of Sacco and Vanzetti di Woody Guthrie. Le undici ballate, più la dodicesima, (Sacco’s Letter To His Son), musicata e cantata nel 1951 da Pete Seeger, erano già state inserite nel sito nel 2006; ma, a […]
Antiwar Songs Staff 2014-09-12 12:53:00

Pain

Pain
[Febbraio 1917]
Ivor Gurney scrisse più di 1.500 poesie e compose circa 300 canzoni, oltre ad innumerevoli brani strumentali. Facile quindi che abbia dato una musica anche a questi versi. In ogni caso, ho trovato un video su YouTube in cui il testo di questa splendida e feroce poesia – accompagnato da un’altra canzone - è associato ad immagini della prima e della seconda guerra mondiale come pure delle guerre americane in Iraq e Afghanistan…

Ivor Gurney scrisse questo nerissimo sonetto dedicandolo al poeta Rupert Brooke (1887-1915), un entusiasta della guerra partito subito come volontario nella Royal Navy, ma che non era stato nemmeno sfiorato dall’orrore giacchè era morto di una brutta setticemia già nell’aprile del 1915.
I versi di “Pain” sono una delle fotografie più feroci della Grande Guerra che un poeta ci abbia mai dato: in un crescendo di orrore si concludono con l’associazione allitterante tra “gun” e “God” e con l’eco delle feroci bestemmie degli uomini, increduli di fronte alla totale assenza di Dio…
Pain, pain continual; pain unending;
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2014 - 11:50

Bach and the Sentry

Bach and the Sentry
[Ottobre/Novembre 1916]
Ivor Gurney scrisse più di 1.500 poesie e compose circa 300 canzoni, oltre ad innumerevoli brani strumentali. Facile quindi che abbia dato una musica anche a questi versi. In ogni caso, la poesia parla dei “Preludi” di Bach ed il poeta si chiede se saprà ancora suonarli al suo ritorno o se i rumori e gli orrori della guerra, ormai interiorizzati, glielo impediranno…

C’è al proposito un aneddoto che Gurney amava raccontare: un giorno, sprofondato nella solita trincea, sentì un bel canto provenire dalla linea nemica e così, rischiando la vita, Gurney si sporse dal parapetto gridando, “Cantaci Strauss!”
Watching the dark my spirit rose in flood
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2014 - 11:14
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The Trumpet

The Trumpet
[1917]
Versi di Edward Thomas(1878-1917), poeta e scrittore gallese, caduto in Francia il 9 aprile 1917 nel primo giorno della battaglia di Arras.
Musica di Ivor Gurney, che fu compositore oltre che poeta. Dal ciclo di canzoni intitolato “Lights Out”, 1926.




La tromba dell’adunata mattutina strappa i soldati ai loro sogni e improvvisamente il mondo non è più quello pieno di vita, di amore e di mistero ma una terra sconquassata dal quotidiano orrore della guerra…
Rise up, rise up,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2014 - 10:15
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In Flanders

In Flanders
[1915]
Versi di Frederick William Harvey (1888-1957), amico di Ivor Gurney e come lui originario del Gloucestershire, come lui poeta e come lui soldato nelle trincee di Francia.
Musica di Ivor Gurney, che fu compositore oltre che poeta.




Una poesia sulla profonda nostalgia di casa, delle colline del Gloucestershire, mentre il poeta è sprofondato in una trincea nelle Fiandre, come in un enorme, orrida prigione brulicante di uomini…
I'm homesick for my hills again -
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2014 - 09:43
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Requiem

Requiem
[1916]
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta “Severn and Somme” pubblicata nel 1917
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.

“Severn and Somme” è la prima raccolta di Ivor Gurney, che proprio nelle trincee della Somme, in Piccardia (ma con il cuore al fiume Severn della sua natale Gloucester), si scoprì poeta. Nell’aprile del 1917 venne ferito ma poi fu rimandato in prima linea dove continuò a comporre febbrilmente. Nel settembre successivo, quando “Severn and Somme” era stata completata e Gurney aveva già trovato un editore, il poeta-soldato fu vittima di un attacco col gas e rimase per lungo tempo ricoverato ad Edimburgo. La sua salute mentale, già provata da un periodo di depressione subìto in giovinezza, fu definitivamente compromessa e negli anni successivi Ivor Gurney entrò e uscì continuamente dagli ospedali psichiatrici.
Morì il... (continua)
Pour out your light, O stars, and do not hold
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2014 - 09:02
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Out of Our Heads

Out of Our Heads
Album: Detours (2008)
If you feel you wanna fight me
(continua)
11/9/2014 - 22:57
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赤い命 (Akai Inochi)

赤い命 (Akai Inochi)
feat. Erykah Badu
Album: "Mars & Roses" (2004)

An anti-war song which speaks about how the events of 9/11 turned the "seemingly distant existence of war into the reality of now"
Tell me a story that happened in the distant past
(continua)
11/9/2014 - 22:22
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If This Is Goodbye

If This Is Goodbye
Album: "All the Roadrunning" - Mark Knopfler & Emmylou Harris (2006)

The mobile phone has inserted itself into every crevice of our daily lives. Now, in catastrophe, if there is time enough, it is there in our dying moments. All through Thursday we heard from the bereaved how they took those last calls. Whatever the immediate circumstances, what was striking was what they had in common. A new technology has shown us an ancient, human universal.

A San Francisco husband slept through his wife's call from the World Trade Centre. The tower was burning around her, and she was speaking on her mobile phone. She left her last message to him on the answering machine. A TV station played it to us, while it showed the husband standing there listening. Somehow, he was able to bear hearing it again.We heard her tell him through her sobbing that there was no escape for her. The building was on fire... (continua)
My famous last words
(continua)
11/9/2014 - 22:08
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Horror Follows Horror

Horror Follows Horror
[1918?]
Versi di Ivor Gurney, inediti fino al 1954 quando furono pubblicati in “Poems by Ivor Gurney: Principally Selected from Unpublished Manuscripts”
Musica per baritono e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese, nella sua raccolta intitolata “Of Fire and Dew: 21 songs”, 1998.

Una poesia che mi ha immediatamente ricordato Marlon Brando/Colonnello Kurtz in “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola: “Ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non avete il diritto di chiamarmi assassino. Avete il diritto di uccidermi, questo sì, ma non avete il diritto di giudicarmi. Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l'orrore. L'orrore ha un volto e bisogna essere amici dell'orrore. L'orrore ed il terrore morale ci sono amici. In caso contrario allora diventano nemici da temere. Sono i veri nemici...
L’orrore… l’orrore….”
Horror follows horror within me
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/9/2014 - 15:10

From Omiecourt

From Omiecourt
[1918]
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta intitolata “War’s Embers” pubblicata nel 1919
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.

Nella poetica di Gurney – che la Grande Guerra uccise molto tempo dopo la sua conclusione, nel 1937, dopo oltre 15 anni di continui ricoveri in ospedali psichiatrici – la guerra ed i suoi orrori non disumanizzano mai i protagonisti, nemmeno il nemico, e ciò che tiene in vita il soldato non sono certo il patriottismo, l’odio e la violenza, piuttosto le “small dear things” che dalle terre del conflitto – i muri crollati della case distrutte, i tetti sconquassati dai bombardamenti… – rimandano ai ricordi di casa: i tetti rossi, i covoni di grano dorato, i frutteti, il fiume Severn che tranquillo scorre bagnando Gloucester, la città natale del poeta…
O small dear things for which we fight -
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/9/2014 - 14:28
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Pleure pas

Pleure pas
(1984)

Pubblicata su 45 giri nel 1984 e poi nell'album dal vivo "Piano Public" del 1986
Y'a du soleil dans les ruelles
(continua)
inviata da Romain Didier, Catherine Petit 11/9/2014 - 14:15
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Iron Man

Iron Man
[1970]
Testo di Geezer Butler
Musica dei Black Sabbath (Ozzy Osbourne – voce, Tony Iommi – chitarra, Geezer Butler – basso, Bill Ward – batteria)
Nell’album intitolato “Paranoid”

L’Iron Man dei Black Sabbath – dal disco “Paranoid”, quello che si apre sul lato A con l’altrettanto mitica War Pigs e su quello B con Electric Funeral – non c’entra proprio nulla con l’Iron Man della Marvel, il supereroe militarista, guerrafondaio e revanscista nato per aiutare i marines contro i vietcong nella guerra d’Indocina… Peccato che oggi il supereroe di latta dei “Vendicatori”, parzialmente depurato dal fascismo delle origini e tornato al grande successo, sfoggi nel tempo libero la maglietta dei Black Sabbath…

L’Iron Man di Ozzy Osbourne e compagni è invece il racconto dell’inevitabile autodistruzione cui l’umanità sta da tempo andando incontro, a rotta di collo…

L'Uomo di Ferro - di cui non viene... (continua)
I am Iron Man
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/9/2014 - 12:16
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J'en veux pas d'votre guerre

J'en veux pas d'votre guerre
(1981)
Parole e musica di Romain Didier
Uscita come singolo (sul lato B di "Comme un premier amour") nel 1981, poi inclusa nel disco dal vivo "Piano Public" del 1986.




Una bellissima e viscerale canzone contro la guerra. Abbiamo cercato a lungo il testo, introvabile in rete, alla fine ci siamo decisi a scrivere al sito ufficiale di Romain Didier e in un paio di giorni ci hanno gentilmente inviato il testo. Lo stesso cantante si è detto d'accordo con la pubblicazione sul nostro sito e ci ha proposto anche un altro suo testo che inseriremo prossimamente.
Y’a pas un pays pas une terre d'asile
(continua)
inviata da CCG Staff & Catherine Petit 11/9/2014 - 10:24

10 Settembre 2001: Il giorno mancato

Antiwar Songs Blog
10 Settembre 2001: Il giorno mancato
Ovviamente de Bortoli ed io non abbiamo affatto le stesse idee. Lui, ad esempio, concluse l’editoriale del 12 settembre con una frase famosa, che poi molti gli han tolto di bocca: ” Siamo tutti americani “. Bene, io no. Di fondo mi sento fiorentino, un po’ italiano e sempre di più europeo. Ma americano proprio […]
Antiwar Songs Staff 2014-09-10 20:53:00
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In the Colosseum

In the Colosseum
[1992]
Scritta da Tom Waits e Kathleen Brennan
Nell’album “Bone Machine”

Ovvero, panem et circenses.

“[…] I just kind of imagine this modern 'Caligula' that government has become, and that we're all kind of marooned in this place where information and ideas become very abstract, but yet the hyena is still tearing at the flesh.” (Tom Waits)

“Yeah, he's saying actions speak louder than words, and while politicians fight with words and try to change things with ideas, we are being shot, stabbed, beat up, carjacked and robbed. They won't raise the minimum wage, they won't reform low-income locations, it's like they're the spectators who say ‘let's kill the poor but make it look like they're killing each other’.” (Commento di Shep420 da Songmeanings)
The women all control their men
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/9/2014 - 15:46
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Sera di Pasqua

Sera di Pasqua
[18 aprile 1975]
Versi di Eugenio Montale, nella raccolta intitolata “Quaderno di quattro anni” pubblicata nel 1977.
Musica degli Altera, dal loro album “Canto di spine (Versi italiani del ‘900 in forma canzone)” dove la canzone è interpretata con Manuel Agnelli degli Afterhours.
Alla televisione
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/9/2014 - 11:26

General Shute

General Shute
[1916 o 1917]
Alan Patrick Herbert (1890-1971) durante la Grande Guerra prestò servizio nella Royal Navy, in particolare a Gallipoli. Più tardi sarebbe diventato parlamentare indipendente, romanziere ed umorista. E la stoffa la dimostra in questa allegra canzoncina da egli stesso composta durante una delle tante ispezioni del Generale Cameron Deane Shute (1866-1936), un ufficiale “con la puzza sotto il naso”, molto odiato per la sua fissazione con l’igiene in quell’immensa latrina che era la guerra di trincea…
The General inspecting the trenches
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/9/2014 - 10:15
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She Was Poor but She Was Honest (It's the Same the Whole World Over)

anonimo
She Was Poor but She Was Honest (It's the Same the Whole World Over)
[fine 800]
Canzone fine ottocentesca da varietà, una storia patetica cantanta “tongue-in-cheek”, in tono scherzoso, eppure è un’aperta denuncia di una delle tante ingiustizie nella millenaria guerra che i ricchi fanno ai poveri…
Esistono molte versioni del brano, una adattata anche al periodo della Grande Guerra quando - it's always the same story – se gli uomini erano carne da cannone, le donne erano carne per i guerrieri…
La versione forse più famosa – il cui testo ho reperito sul solito Mudcat Café - è questa interpretata dall’attore inglese Billy Bennett (“almost a gentleman” si definiva), uno dei re del music hall e del varietà degli anni 20 e 30…
She was poor but she was honest,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/9/2014 - 09:33
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Stars & Stripes

Stars & Stripes was written as a plea to the American people to regain their revolutionary spirit and embrace the right to think for themselves.
Livin’ under stars and stripes, do we ever refuse to fight?
(continua)
inviata da Matt Martinek 10/9/2014 - 00:47
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La p'tite hirondelle

La p'tite hirondelle
Album: "Le Cadeau" (2013)
Paroles: Maxime Le Forestier/ Musique: Patrice Renson

Le texte m’a été inspiré par un fait divers dramatique : pour émigrer, un gamin s’était caché dans le train d’atterrissage d’un avion. Il n’a évidement pas survécu.

Ce n’est pas une chanson engagée, concernée peut-être. En même temps, j’ai toujours pensé que chacun entend ce qu’il veut bien entendre dans une chanson ; on peut analyser de plusieurs manières « La p’tite hirondelle ». Le thème du voyage est toujours très riche et inspirant, il crée un bon climat. Quant au sujet de l’émigration clandestine, il inclut le déchirement, l’arrachement pour vivre, pour survivre. Cabrel l’a traité, Souchon aussi.

On peut simplement interpréter « La p’tite hirondelle » comme une chanson sur le vol d’un oiseau, c’est aussi ce qu’elle raconte. J’ai cherché à rendre ce sujet plus supportable, atténué, pour ne pas tomber dans la chanson réaliste. Sur le même thème, “Né quelque part” était plus directe
Maxime Le Forestier
Qu'est ce qui la frappé la p'tite hirondelle
(continua)
9/9/2014 - 22:46
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I Don't Wanna Grow Up

I Don't Wanna Grow Up
[1992]
Scritta da Tom Waits e Kathleen Brennan
Nell’album intitolato “Bone Machine”
Videoclip di Jim Jarmusch

Propongo questa immensa canzone come Extra, ma sono quasi sicuro che potrebbe essere ben considerata una DOCCG... Vedete voi, o perfidi ma giusti Admins!
Aggiungo solo che la cover offerta dai Ramones è per il sottoscritto anche meglio dell’originale...
E mi accorgo ora che la canzone c’è già sulle CCG, nella versione italiana di Bobo Rondelli, Non voglio crescere mai: e come mai non c’era ancora l’originale? Mica è poi tanto diversa!
Well, when I'm lyin' in my bed at night, I don't wanna grow up
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 22:09

Stand to Your Glasses! (Hurrah for the Next Man to Die)

anonimo
Stand to Your Glasses! (Hurrah for the Next Man to Die)
[1835/1916]
Una canzone risalente alla Grande Guerra ma basata su di un testo precedente.
Inserita nella colonna sonora del film “The Dawn Patrol” (“La squadriglia dell’aurora”) del 1930 diretto da Howard Hawks, con Richard Barthelmess e Douglas Fairbanks Jr., il testo originario viene comunemente riferito alla poesia "The Revel," composta intorno al 1850 da Bartholomew Dowling, un capitano di Sua Maestà. Altre ricerche
però ne attribuiscono la paternità a tal William Francis Thompson, un ufficiale inglese che l’avrebbe scritto intorno al 1835 mentre era di stanza nel Bengala.

Resta il fatto la canzone, modificata nel testo, durante la Grande Guerra divenne un malinconico, cinico, coraggioso, cameratesco ma per nulla patriottico inno dei piloti alleati ed i versi “Abbandonati dalla terra natale e traditi da quella che ci ospita, in un mondo che è una rete di bugie” fanno pensare precisamente... (continua)
We meet ‘neath the sounding rafters
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 16:23

In Our Little Wet Home in the Trench

anonimo
In Our Little Wet Home in the Trench
[1914-18]
Ho preferito attribuire il testo ad anonimo perché le versioni di questa canzone sono moltissime. Su alcuni siti poi questa strofa in particolare è attribuita a tal George Shipstone del 10° King's Royal Hussars (KRH), su altri a tal John Lucy.
Parodia di “Little Grey Home in the West”, canzone composta nel 1911 da D. Eardley-Wilmot (parole) ed Hermann Lohr (musica), celebre nell’interpretazione del baritono australiano Peter Dawson.

“Jack Johnsons” – al pari di Whizbangs, Minnies, Rum Jars, Coal Boxes e altre - è un’espressione usata nella Grande Guerra ad indicare i colpi di artiglieria, e probabilmente fa riferimento ai terribili colpi che infliggeva agli avversari John Arthur "Jack" Johnson (1878 –1946), detto The Galveston Giant, il primo pugile afroamericano campione del mondo dei pesi massimi…


In our little wet home in the trench
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 15:34
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Nuclear

Nuclear
[2014]
Parole e musica di Mike Oldfield
Interpretata da Mike Oldfield, insieme al cantante Luke Spiller, nell’album intitolato “Man on the Rocks”

Benchè il brano sia pure finito nella colonna sonora dell’action game guerresco “Metal Gear Solid V: The Phantom Pain”, in origine fu ispirato all’autore dalla storia del nonno, un uomo che Mike Oldfield non conobbe ma sul quale fece delle approfondite ricerche scoprendo che, da giovane allegro e cordiale che era, tornò dalle trincee della Grande Guerra completamente trasformato, tanto che tutti i suoi 10 o 11 figli ebbero molti problemi con lui: “Sono esplosivo, sono feroce, mi sto spezzando dentro, un cuore di vetro rotto, sporcato, giù nel profondo, il bambino abbandonato…”

Per capire meglio la psicologia del nonno Mike Oldfield si recò ad Ypres, sui campi di battaglia di allora, e visitò il cimitero del reggimento cui il nonno era appartenuto,... (continua)
Standing on the edge of the crater
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 11:17
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White Boy

White Boy
[1992]
Nello split album intitolato “Yeah Yeah Yeah Yeah”, pubblicato nel 1993 e realizzato dalle Bikini Kill insieme alle Huggy Bear, band riot grrrl inglese.
[Male voice]
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 09:18
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Starfish

Starfish
[1992]
Nell’album intitolato “Pussy Whipped”

“Come una stella marina le mie gambe presto ricresceranno ed io sarò dieci volte più forte di prima, dopo ogni vostro attacco…”
They want to buy the look of my abuse
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 09:03
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Resist Psychic Death

Resist Psychic Death
[1992]
Nello split album intitolato “Yeah Yeah Yeah Yeah”, pubblicato nel 1993 e realizzato dalle Bikini Kill insieme alle Huggy Bear, band riot grrrl inglese.
Your world not mine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 08:48
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Daddy's Li’l Girl

Daddy's Li’l Girl
[1991]
Nell’album d’esordio delle Bikini Kill, intitolato “Revolution Girl Style Now!”
I have no desire
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 08:37
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Dremong

Dremong
[2014]

Album : Dremong

“Dremong” l’orso tibetano totem dell’album è un inquieto ed inquietante essere dal carattere – tradizionalmente – malvagio e che tende spesso ad alzarsi sulle zampe in posizione eretta, simile agli Umani, tanto da aver dato origine, secondo alcuni, alla leggenda dello Yeti, l’Abominevole Uomo delle Nevi. Un orso imprendibile che abita le altitudini e le solitudini himalayane, e ogni tanto si mostra al consesso umano…
Da maxmanfredi.com
Nelle foreste del Tibet ogni fuga è il mio cammino
(continua)
inviata da adriana 9/9/2014 - 07:56
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Le castagne matte

Le castagne matte
[2014]

Album : Dremong
Eravamo in pochi e si fiutava già
(continua)
inviata da adriana 9/9/2014 - 07:37
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Vanzetti's Letter

Vanzetti's Letter
4/9 settembre 2014

Due parole del traduttore. La lunghissima ballata basata sull'estrema lettera di Vanzetti al governatore Fuller ha richiesto giorni di lavoro, e non solo per le sue dimensioni, ma anche per il particolare linguaggio usato. Per la sua non buona conoscenza dell'inglese scritto, Vanzetti si fece effettivamente redigere la lettera dai compagni di prigionia; i quali, dovendo rivolgersi al governatore di uno Stato, usarono quella mistura di inglese burocratico e "high-flown" (arcaismi ecc.) unita a volgarismi (tipo "cussed" per "cursed", o l'uso regolare del singolare "was" per "were" ["we was"] ecc.) e grafie scorrette (tipo "Shelly" per il poeta Shelley). Nulla di tutto questo può essere riprodotto in italiano in modo adeguato; ho quindi scelto una traduzione in linguaggio piano e corretto, interpretando a volte alcuni passi che, tradotti letteralmente, non avrebbero avuto... (continua)
LA LETTERA DI VANZETTI
(continua)
9/9/2014 - 06:02
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Viva l'Italia

Viva l'Italia
Tradukis esperanten ZugNachPankow
VIVU ITALIO
(continua)
inviata da ZugNachPankow 9/9/2014 - 04:47

Piazza Loggia

Piazza Loggia
English translation by ZugNachPankow

A Giulietta, Livia, Euplo, Luigi, Bartolomeo, Alberto, Clementina, Vittorio. Martiri del fascismo e dell'imperialismo NATO.
PIAZZA DELLA LOGGIA
(continua)
inviata da ZugNachPankow 9/9/2014 - 03:37
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30 anni [Piazza della Loggia 1974-2004]

A Giulietta, Livia, Euplo, Luigi, Bartolomeo, Alberto, Clementina e Vittorio, martiri del fascismo e dell'imperialismo NATO.
30 YEARS (PIAZZA DELLA LOGGIA 1974-2004)
(continua)
inviata da ZugNachPankow 9/9/2014 - 03:02
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A las barricadas

A las barricadas
Ho rivisitato l'ottima versione inglese di Chiocciolina, scegliendo in alcuni punti parole più espressive (es. "the last ring of a chain that contests" con "The cry of protest of the last ring of the chain", "unchecked [market]" con "wild"). Inoltre, al fine di rendere la traduzione più scorrevole, ho cambiato leggermente alcune frasi: ad esempio, "Ci sono uomini ormai già schiavizzati // dal ruolo delle banche e dell'economia" è diventato "Le banche e l'economia // hanno già schiavizzato troppi uomini".
TO THE BARRICADES!
(continua)
inviata da ZugNachPankow 9/9/2014 - 02:45
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Everything Is Broken

Everything Is Broken
Splendida cover della grande Bettye Lavette, dall'ultimo album "Thankful N’ Thoughtful".
Bernart Bartleby 8/9/2014 - 22:49
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Blue Planet

Blue Planet
Soft lights
(continua)
8/9/2014 - 20:03
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Jota carcelera

Jota carcelera
"Andalussa" no, amigo: es una jota aragonesa. Abrazos.
Gustavo Sierra Fernández 8/9/2014 - 19:20
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Who's Gonna Stand Up and Save the Earth?

Who's Gonna Stand Up and Save the Earth?
"Protect EARTH. Our HEART !"

Complimenti per la traduzione ed il commento !
;-)

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Are Buonamici by ONTARIO band 8/9/2014 - 17:47
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A Fabrizio Ceruso

Comitato proletario Fabrizio Ceruso di Tivoli e Comitati autonomi operai di Roma
A Fabrizio Ceruso

San Basilio e Fabrizio Ceruso, 40 anni dopo: la lotta per il diritto alla casa. Una testimonianza
da Baruda


40 anni son passati da quell’assassinio,
40 anni son passati da una pagina di lotta straordinaria e mai rivissuta
40 anni da quelle giornate che per i compagni di Roma sono state lo spartiacque.
Chi ha vissuto quella campale, lunghissima, accorata battaglia c’ha lasciato brandelli di cuore mai più tornati al loro posto,
chi ha vissuto quell’esperienza la porta dentro ancora col fuoco che brucia.

Pubblico qui la testimonianza di Sandro Padula
QUI una pagina di ricordo e QUI la trasmissione di R.O.R. con una ricostruzione di quelle giornate.

San Basilio, 8 settembre 1974: Fabrizio Ceruso e la lotta per il diritto alla casa
di Sandro Padula

Il contesto e la dinamica della battaglia determinatasi l’8 settembre 1974 a San Basilio non sono facili da spiegare. Alcuni testimoni... (continua)
CCG/AWS Staff 8/9/2014 - 17:33
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Reject All American

Reject All American
[1995]
La canzone che dà il titolo all’ultimo album delle Bikini Kill.

Self-explanatory, come si dice…
Regimented
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 16:24
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Liar

Liar
[1991]
Nell’album d’esordio delle Bikini Kill, intitolato “Revolution Girl Style Now!”

“Bugiardo! Mangi carne, odii i negri e picchi tua moglie… E’ tutto collegato.”
Betty's got the back of her dress all ripped out
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 16:12
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Sognando

Sognando
È UNA CANZONE CHE STRIZZA IL CUORE:DON BAKI HA TRATTATO UN TEMA TERRIBILE CON EStrema poetica
delicatezza.È una canzone che turba perché ci costringe a chiederci "chi è il matto?",e chi siamo noi che,con le nostre regole imposte,procediamo tanto dolore?.Bravo DON Baki
Fabrizia 8/9/2014 - 14:19
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Girl Soldier

Girl Soldier
[1993?]
Un brano inedito inserito nella recente ristampa (2014) dello split album “Yeah Yeah Yeah Yeah” originariamente pubblicato oltre 20 anni fa…
Guess you didn’t notice
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 12:22
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Not a Bad Man

Not a Bad Man
[2013]
Parole e musica di Patricia J. Griffin
Nell’album intitolato “American Kid”

“The American Kid album deals with death in a number of ways. This song tells the story of a young soldier who is sent to fight in Iraq. He makes it back to America, but is traumatized by what he saw there.
Griffin explained the song's backstory to The Daily Telegraph: "There was a marine who had returned home from Iraq to Austin, Texas, where I live," she said. "A lot of kids got lured in by the marketing campaign and joined up and they weren't really sure who they were fighting. It was after 9/11 and the Twin Towers had come down and these boys were going to go to fight. For me, that was a very terrifying time to be in America and to be an American. Lots of our soldiers came home really damaged after they realised they were harming people they didn't know."
"I read a story in a paper about a family... (continua)
I am not a bad man
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 12:05
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Morning Falling

Morning Falling
[2014]
Scritta da David Crosby e James Raymond, suo figlio.
Nell’album intitolato “Croz”

Una canzone sui droni americani, spesso autori di stragi degli innocenti…
His open eyes
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 11:54
Percorsi: Droni di merda
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Time Has Come Today

Time Has Come Today
[1966]
Scritta da Joseph e Willie Chambers.
Singolo poi incluso nell’album “The Time Has Come” del 1967.
Del brano gli autori diedero numerose versioni. Quella estesa supera gli 11 minuti di durata.
Anche le cover sono numerose. Celebri quelle offerte dai Ramones, da Joan Jett e da Steve Earle.

“This song spoke to the younger generation that was fighting for civil rights, social justice and an end to the Vietnam War. The lyrics are somewhat ambiguous, but the constant repetition of the word "Time!" makes it clear that the song is a call to action.” (Songfacts)
Time has come today
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 10:31
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Rise

Rise
[2011]
Parole e musica di Oluseun Anikulapo Kuti, in arte Seun Kuti, figlio del leggendario pioniere dell’afrobeat Fela Kuti. Oggi Seun guida la storica formazione del padre, gli Egypt 80.

Per rendersi conto dei danni incalcolabili, diretti ed indiretti, prodotti dal neocolonialismo basta pensare un attimo alla Nigeria, col nord in mano all’Islam radicale e flagellato dal Boko Haram ed il sud in perenne subbuglio, dal Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni dei primi anni 90 fino al Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger del primo decennio dei 2000…
Our ear don full for your words
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/9/2014 - 08:53

L'eccidio di Civitella

anonimo
L'eccidio di Civitella
[1944]

Sull'eccidio di Civitella della Chiana del 29 giugno 1944 è già presente la canzone Renzino della Casa del Vento; questo è invece un componimento popolare coevo, con tutta probabilità opera di un cantastorie (il testo proviene da Wikitesti, ma si trova anche sul Deposito; fu registrato il 15 maggio 1966 a Gebbia di Civitella e se ne parla in M. Gatteschi, Il canto popolare aretino. La ricerca di Diego Carpitella, Le Balze, Arezzo, 2004.)


L'eccidio di Civitella

L'eccidio di Civitella fu una strage compiuta dalle truppe naziste il 29 giugno 1944 nelle località di Civitella in Val di Chiana, Cornia e San Pancrazio, in provincia di Arezzo, che cagionò l'uccisione di 244 civili.

La conformazione montuosa e la presenza di fitti boschi nel territorio circostante il centro abitato di Civitella in Val di Chiana, in provincia di Arezzo, avevano contribuito, all'indomani dell'occupazione... (continua)
Vollono a dire non sarò un signore
(continua)
8/9/2014 - 00:50

Elisa Berti e Guido Tramagnini

anonimo
[ca. 1911]

L'eterno tema del ritorno dalla guerra del giovane soldato che ha lasciato a casa la fidanzata o la moglie e che, dato per morto, la ritrova sposata con un altro, è tema di decine di canzoni, alcune delle quali assai belle e tragiche (si pensi solo alla terribile Canzone del soldato di Vladimir Vysotskij). Con questa canzone popolare fiorentina dei tempi della guerra di Libia (1911), però, il tema è rivisitato...alla fiorentina; e se, in gastronomia, “alla fiorentina” rimanda alla famosa bistecca, in questo genere di canzoni rimanda alla più perfida delle prese per il culo. Il giovane (e malaccorto) soldato, certo di sposarsi con la fidanzatina al suo ritorno, le consegna non solo la casa presa in affitto, ma anche la bella sommetta di quattromila lire; solo che la guerra va per le lunghe, e lui smette di scriverle. Conseguenza logica: l'Elisa si dà pace e si sposa un altro. Proprio... (continua)
Elisa Berti e Guido Tramagnini
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 8/9/2014 - 00:21

E i' venticinque luglio

anonimo
[1943]

Si tratta di una strofa popolare intonata nel quartiere d'Oltrarno, a Firenze, all'indomani della caduta di Benito Mussolini col "Gran Consiglio del Fascismo" del 25 luglio 1943. Quartiere popolare di tradizioni fortemente antifasciste, l'Oltrarno fiorentino (San Frediano e Santo Spirito) lottò duramente già nel 1921, subendo una durissima repressione; repressione che si ripeté, ancor più terribile, con l'occupazione nazifascista a partire dal settembre del 1943 (si ricordino le numerose stragi, a partire da quella di piazza Tasso del 17 luglio 1944, i diciassette fucilati delle Cascine e l'attività dei cecchini che sparavano sui passanti e sulle donne in coda per l'acqua e per il pane nei giorni precedenti la liberazione di Firenze). Fu in Oltrarno dove fu più violenta la lotta partigiana, e dove entrò la Brigata Partigiana "Vittorio Sinigaglia". La breve strofa popolare esemplifica alla perfezione i sentimenti che allora aveva la popolazione d'Oltrarno, e che ha ancora.
E i' venticinque luglio
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/9/2014 - 23:23
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Franco

Franco
Chanson italienne – Franco – Paolo Pietrangeli – s.d.


Ohlàlà, la tête que tu nous fais, Lucien l'âne mon ami… Reprends tes esprits, détends-toi, je comprends bien ton désarroi. Mais, tu le sais pourtant qu'il y a plein de gens qui portent ce prénom de Franco. Allons, il ne s'agit pas du tout d'une canzone qui ferait le panégyrique de ce sinistre tyran espagnol.

Tu ne te trompais pas, Marco Valdo M.I. mon ami, j'étais plus que perplexe quand j'ai vu ce titre… Je suis très sensible aux titres et là, je te l'avoue, j'étais pour le moins étonné. Mais, dis-moi alors de qui, de quoi il est vraiment question…

Comme tu l'imagines, il s'agit d'un homme prénommé Franco, comme je te l'ai dit, c'est un prénom fort répandu. Donc, le Franco dont il est question ici, je te l'assure était un type bien, un gars que tu aurais eu saisir à rencontrer… Il exerçait l'honorable profession de « chercheur en... (continua)
FRANCO
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 7/9/2014 - 22:54
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Entula

Entula
Banda Bassotti
2014
Banditi senza tempo
registrato dal vivo al Rising Love di Roma il 22 febbraio 2014
feat . Enzo Saporito

Levántate viento y sopla, sopla como nunca
(continua)
inviata da dq82 7/9/2014 - 09:25
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Allez voir mes voisins

Allez voir mes voisins
Dall'album "Le pays de ton corps" (1971)
Si vous voulez parler de ces pays lointains
(continua)
inviata da Andrea 6/9/2014 - 20:17
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O Fallada, da du hangest (Ein Pferd klagt an)

O Fallada, da du hangest (Ein Pferd klagt an)
Je présente ici une traduction quasi-littérale, car je pense que l'essentiel de ce texte est son sens. Rythme et rime me semblent secondaires. Le contexte de ce poème est la terrible année 1923 en Allemagne, et la famine qu'elle engendra.

De plus, la traduction française ci-dessus (de Marco Valdo M.I.), qui est retraduite de la traduction italienne, est largement fausse, elle méritait donc une correction.
Malgré mon épuisement, je tirais ma charrette
(continua)
inviata da Notwen 6/9/2014 - 17:41
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Veličenstvo Kat

Veličenstvo Kat
Infinite grazie al tuo intervento. Con te si cresce. Devo ancora fare la prova orale... ma alla prima bottata pare che bangli :)
krzyś 6/9/2014 - 02:52

Tract

Tract
Tract

Canzone française – Tract – Marco Valdo M.I. – 2014

Le Livre Blanc 10

Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH » publié en langue allemande – Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.



Évidemment, mon ami Lucien l'âne, comme dans toute affaire qui fait l'objet de polémiques, de communiqués, de rétraction… On voit fleurir d'autres types de réactions. Ainsi voit-on surgir de ce qui était un vide vertigineux des libelles, des feuillets, des feuilles, des papiers, des tracts. D'où sortent-ils ? On ne sait… Mais ils sont là…

Oh, les libelles et tout ça, les tracts, je connais ça. J'en ai vu depuis fort longtemps ; dès qu'on a pu imprimer, même rudimentairement, dès... (continua)
Comme les ours,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/9/2014 - 23:26




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