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Eppure da un poco di tempo
![Eppure da un poco di tempo](img/upl/_dwn1408980575_2047455056.jpg)
Eppure da un poco di tempo i padroni han paura
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2014 - 17:22
Percorsi:
Piazza Fontana e altre Stragi di Stato
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Quando sento il primo fischio
anonimo
![Quando sento il primo fischio](img/upl/_dwn1408980481_1088074240.jpg)
Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 2”, scritto da Dario Fo, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo trovato sul libretto dello spettacolo.
Canto protestario di filanda proveniente dal bergamasco, raccolto per primo da Gianni Bosio nel 1966 dalla voce dell’informatrice Palma Facchetti di Cologno al Serio.
Benchè non sia riuscito a reperire la copertina del disco, all’indirizzo sopra indicato questa è visibile, con ben chiaro il titolo “Ci ragiono e canto, vol. 2”. Ora, le edizioni dello spettacolo sono state diverse nel tempo, e probabilmente diverse le sequenze dei brani, sicchè nelle introduzioni ad altre canzoni già presenti sul sito i 3 volumi di “Ci ragiono e canto” hanno di volta in volta scalette differenti…
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
Testo trovato sul libretto dello spettacolo.
Canto protestario di filanda proveniente dal bergamasco, raccolto per primo da Gianni Bosio nel 1966 dalla voce dell’informatrice Palma Facchetti di Cologno al Serio.
Benchè non sia riuscito a reperire la copertina del disco, all’indirizzo sopra indicato questa è visibile, con ben chiaro il titolo “Ci ragiono e canto, vol. 2”. Ora, le edizioni dello spettacolo sono state diverse nel tempo, e probabilmente diverse le sequenze dei brani, sicchè nelle introduzioni ad altre canzoni già presenti sul sito i 3 volumi di “Ci ragiono e canto” hanno di volta in volta scalette differenti…
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
Quando sento il primo fischio
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2014 - 17:09
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Matri ch'aviti figghi a l'abbatìa
anonimo
![Matri ch'aviti figghi a l'abbatìa](img/upl/193817351-ef95d70f-0fac-4ab8-96cf-bc86b232bcfe.jpg)
Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”, scritto da Dario Fo nel 1966, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
Canto dell’antico carcere di Palermo, la Vicarìa. Questa versione è stata ricavata da G. Ganduscio mettendo a confronto le odierne testimonianze orali coi documenti raccolti da A. Favara nel Corpus di musiche popolari siciliane. Dall’opera del Favara egli ha ripreso la melodia e i primi due distici, integrando poi con la testimonianza orale questo canto di carcere che è appunto detto Vicariota.
Il carcere della Vicarìa è stata la storica prigione palermitana, dal XVI secolo.... (continua)
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
Canto dell’antico carcere di Palermo, la Vicarìa. Questa versione è stata ricavata da G. Ganduscio mettendo a confronto le odierne testimonianze orali coi documenti raccolti da A. Favara nel Corpus di musiche popolari siciliane. Dall’opera del Favara egli ha ripreso la melodia e i primi due distici, integrando poi con la testimonianza orale questo canto di carcere che è appunto detto Vicariota.
Il carcere della Vicarìa è stata la storica prigione palermitana, dal XVI secolo.... (continua)
Matri ch’aviti figghi a l’abbatìa
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2014 - 16:08
Percorsi:
Dalle galere del mondo
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El vilano e el faraone
![El vilano e el faraone](img/upl/cirag.jpg)
[1966]
Parole di Dario Fo su musica lombarda del Quattrocento
Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”, scritto da Dario Fo nel 1966, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
Un testo sicuramente ispirato a Domande di un lettore operaio di Bertolt Brecht. Dario Fo lo riprese in seguito, modificandolo, per la Canzone del Faraone nello spettacolo “Fedayn” del 1971.
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
Parole di Dario Fo su musica lombarda del Quattrocento
Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”, scritto da Dario Fo nel 1966, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
Un testo sicuramente ispirato a Domande di un lettore operaio di Bertolt Brecht. Dario Fo lo riprese in seguito, modificandolo, per la Canzone del Faraone nello spettacolo “Fedayn” del 1971.
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
[coro donne]
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2014 - 15:25
O Signur di puveritt
anonimo
![O Signur di puveritt](img/upl/cirag.jpg)
Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”, scritto da Dario Fo nel 1966, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
Tiritera lombarda. Dal punto di vista melodico il canto risente di influenze ottocentesche.
Trattasi di melodia assai usata in tutta l’area lombarda.
Molto simile nell’andamento e nella struttura a Sun cuntent de vess al mund.
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
Meno male che ci sono ancora Cristo e i Santi che aiutano i poveretti… Come dici? Nemmeno più loro…?!?
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
Tiritera lombarda. Dal punto di vista melodico il canto risente di influenze ottocentesche.
Trattasi di melodia assai usata in tutta l’area lombarda.
Molto simile nell’andamento e nella struttura a Sun cuntent de vess al mund.
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
Meno male che ci sono ancora Cristo e i Santi che aiutano i poveretti… Come dici? Nemmeno più loro…?!?
O Signur di puveritt
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2014 - 15:10
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Sun cuntent de vess al mund
anonimo
![Sun cuntent de vess al mund](img/upl/cirag.jpg)
Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 1”, scritto da Dario Fo nel 1966, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
Canzone popolare lombarda raccolta nella campagna tra Cremona e Bergamo. Parecchi autori del Cinquecento (per esempio Ruzzante) ironizzano sul fatto che, malgrado il mondo sia rotondo, nulla è cambiato. La melodia è di tipo ottocentesco.
Testo e traduzione trovati sul libretto dello spettacolo.
![cirag cirag](img/upl/cirag.jpg)
Canzone popolare lombarda raccolta nella campagna tra Cremona e Bergamo. Parecchi autori del Cinquecento (per esempio Ruzzante) ironizzano sul fatto che, malgrado il mondo sia rotondo, nulla è cambiato. La melodia è di tipo ottocentesco.
Sun cuntent de vess al mund
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2014 - 14:58
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Sa zente mia
![Sa zente mia](img/upl/Mariateresacau.jpg)
[1972-73]
Parole e musica di Maria Teresa Cau, cantautrice, chitarrista e grandissima voce, nata ad Ozieri, Sassari, nel 1944 e lì morta a soli 33 anni.
Nel disco “Folklore di Sardegna”.
Parole e musica di Maria Teresa Cau, cantautrice, chitarrista e grandissima voce, nata ad Ozieri, Sassari, nel 1944 e lì morta a soli 33 anni.
Nel disco “Folklore di Sardegna”.
Attesu, attesu, sa zente mia
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/8/2014 - 13:15
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Den överlevande kommunarden
![Den överlevande kommunarden](img/upl/janhammarsett.jpg)
[1972]
Text och musik: Jan Hammarlund
Testo e musica: Jan Hammarlund
Lyrics and music: Jan Hammarlund
Album: När bandet slutar spela
“Våren 1971 såg jag flera gånger en fantastisk utställning på Moderna Museet. Den handlade om Pariskommunen. Som så många gånger (t ex i Ryssland 1917) uppstod den revolution som borgarna förfasade sig över til följd av ett blodigt krig som de själva hade startat. I mars 1871, under hungersnöden som följde på den preussiska belägringen av Paris, tog invånarna makten i sin stad. Utan blodsutgjutelse -soldaterna vägrade skjuta på befolkningen och anslöt sig till Kommunen- det första socialistiska experimentet i mycket idealistisk anda.
Det var en “snäll” revolution -man beslagtog inte ens bankerna. Överbefälhavare kunde i lugn och ro samla trupper i Versailles, marschera mot Paris i slutet av maj och kallblodigt låta avrätta mellan tjugo- och trettitusen... (continua)
Text och musik: Jan Hammarlund
Testo e musica: Jan Hammarlund
Lyrics and music: Jan Hammarlund
Album: När bandet slutar spela
“Våren 1971 såg jag flera gånger en fantastisk utställning på Moderna Museet. Den handlade om Pariskommunen. Som så många gånger (t ex i Ryssland 1917) uppstod den revolution som borgarna förfasade sig över til följd av ett blodigt krig som de själva hade startat. I mars 1871, under hungersnöden som följde på den preussiska belägringen av Paris, tog invånarna makten i sin stad. Utan blodsutgjutelse -soldaterna vägrade skjuta på befolkningen och anslöt sig till Kommunen- det första socialistiska experimentet i mycket idealistisk anda.
Det var en “snäll” revolution -man beslagtog inte ens bankerna. Överbefälhavare kunde i lugn och ro samla trupper i Versailles, marschera mot Paris i slutet av maj och kallblodigt låta avrätta mellan tjugo- och trettitusen... (continua)
Nu samlas människor i solen och våren kommer till Paris.
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/8/2014 - 11:26
Percorsi:
La Comune di Parigi, 1871
Nico e Bart
![Nico e Bart](img/upl/21368842_10156753869324569_6598649851752325717_o.jpg)
[2013]
Più vado avanti, e più sono convinto che il rap, in fondo, è una sorta di “ponte di memoria”. La voce delle periferie urbane, dei disagi giovanili, delle minoranze, degli immigrati, è una voce che molto spesso conosce il passato e la storia molto meglio di tanti paludati signori; per questo motivo, questo sito ha dato al rap sempre grosso spazio. Il rap, ad esempio, è quella cosa che, nel 2013, racconta a modo suo anche la storia di Sacco e Vanzetti, riconoscendovi, a ragione, storia attuale, storia di oggi, storia di tutti i giorni: emigrazione, ingiustizia, repressione. Sembra dirci che Sacco e Vanzetti li puoi trovare dappertutto, anche oggi. Ed anche quella che sembra una piccola imprecisione in questo testo (“provenienza meridione”, mentre Vanzetti era piemontese), in realtà non lo è: il rapper ha capito bene un concetto fondamentale, vale a dire che “nord” e “sud” non sono più coordinate geografiche, ma sociali. La storia di Nico e Bart è, più che mai, storia di oggi. Villafalletto e la Valsusa sono a due passi. [RV]
Più vado avanti, e più sono convinto che il rap, in fondo, è una sorta di “ponte di memoria”. La voce delle periferie urbane, dei disagi giovanili, delle minoranze, degli immigrati, è una voce che molto spesso conosce il passato e la storia molto meglio di tanti paludati signori; per questo motivo, questo sito ha dato al rap sempre grosso spazio. Il rap, ad esempio, è quella cosa che, nel 2013, racconta a modo suo anche la storia di Sacco e Vanzetti, riconoscendovi, a ragione, storia attuale, storia di oggi, storia di tutti i giorni: emigrazione, ingiustizia, repressione. Sembra dirci che Sacco e Vanzetti li puoi trovare dappertutto, anche oggi. Ed anche quella che sembra una piccola imprecisione in questo testo (“provenienza meridione”, mentre Vanzetti era piemontese), in realtà non lo è: il rapper ha capito bene un concetto fondamentale, vale a dire che “nord” e “sud” non sono più coordinate geografiche, ma sociali. La storia di Nico e Bart è, più che mai, storia di oggi. Villafalletto e la Valsusa sono a due passi. [RV]
Questa è la storia, e non c'è la ragione
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/8/2014 - 18:11
Percorsi:
Sacco e Vanzetti
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Palestine
[2014]
Palestine at the of month Ramadhan
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 16:52
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
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Sacco und Vanzetti
![Sacco und Vanzetti](img/art/t258839.jpg)
[1972]
Musik/Musica: Ennio Morricone
Deutsche Worte/Testo tedesco: Franz-Josef Degenhardt
Nel 1972, dopo l'uscita del film di Montaldo la cui colonna sonora era la celeberrima The Ballad of Nick & Bart [Here's To You] di Joan Baez (musicata da Ennio Morricone), il cantautore tedesco Franz-Josef Degenhardt, che di lavoro in quel periodo faceva l'avvocato difensore della Rote Armee Fraktion, scrisse, utilizzando la stessa musica di Morricone, questa sua canzone su Sacco e Vanzetti che, a buon diritto, può essere considerata la “Here's to You” tedesca; la canzone, preceduta da una lunga introduzione di Degenhardt stesso, è però dedicata anche a Angela Davis, l'attivista americana per i diritti civili (e comunista dichiarata) allora in cima alla lista dei perseguitati dal governo USA. Il resto lo lasciamo all'introduzione di Degenhardt.
Musik/Musica: Ennio Morricone
Deutsche Worte/Testo tedesco: Franz-Josef Degenhardt
Nel 1972, dopo l'uscita del film di Montaldo la cui colonna sonora era la celeberrima The Ballad of Nick & Bart [Here's To You] di Joan Baez (musicata da Ennio Morricone), il cantautore tedesco Franz-Josef Degenhardt, che di lavoro in quel periodo faceva l'avvocato difensore della Rote Armee Fraktion, scrisse, utilizzando la stessa musica di Morricone, questa sua canzone su Sacco e Vanzetti che, a buon diritto, può essere considerata la “Here's to You” tedesca; la canzone, preceduta da una lunga introduzione di Degenhardt stesso, è però dedicata anche a Angela Davis, l'attivista americana per i diritti civili (e comunista dichiarata) allora in cima alla lista dei perseguitati dal governo USA. Il resto lo lasciamo all'introduzione di Degenhardt.
Dieses Lied ist für Nicola Sacco und Bart Vanzetti, zwei amerikanische Arbeiterführer. Sie hatten Streiks organisiert und Demonstrationen gegen die Herrschaft des Kapitals. Deshalb sollten sie beseitigt werden und man klagte sie an wegen Mord, den sie nie begangen hatten. Trotzdem wurden sie zum Tode verurteilt. Hunderttausende in allen Ländern der Welt gingen gegen dieses Unrechtsurteil auf die Straße, streikten und forderten die Freilassung von Sacco und Vanzetti. Zwar konnte der Mord nicht verhindert werden. Am 22. August 1927 wurden Sacco und Vanzetti auf dem elektrischen Stuhl zu Tode gefoltert. Aber der Kampf der internationalen Bewegung zur Befreiung der beiden Arbeiterführer öffnete Millionen die Augen über den wahren Charakter des kapitalistischen Systems und seiner Justiz. Sacco und ... (continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/8/2014 - 16:20
Percorsi:
Sacco e Vanzetti
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Khader Adnan, Bobby Sands
![Khader Adnan, Bobby Sands](img/upl/a1195251533_2.jpg)
[2014]
Album: Falasteen Habibti
“Khader Adnan, Bobby Sands” talks about the Israeli policy of indefinite detention without trial of Palestinians. A similar policy on the part of the British occupation authorities in Northern Ireland was a major element in what fueled the growth of the IRA in the early 1970's. Many Palestinian and Irish activists are acutely aware of these parallels, as was Khader Adnan, who refused food almost until death, when Israel agreed to release him. For 66 days he didn't eat – which is exactly how long Bobby Stands was on hunger strike, leading to his early death.
Album: Falasteen Habibti
“Khader Adnan, Bobby Sands” talks about the Israeli policy of indefinite detention without trial of Palestinians. A similar policy on the part of the British occupation authorities in Northern Ireland was a major element in what fueled the growth of the IRA in the early 1970's. Many Palestinian and Irish activists are acutely aware of these parallels, as was Khader Adnan, who refused food almost until death, when Israel agreed to release him. For 66 days he didn't eat – which is exactly how long Bobby Stands was on hunger strike, leading to his early death.
Khader Adnan grew up near Jenin City
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 15:20
Percorsi:
I conflitti Irlandesi, L'Olocausto Palestinese
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Israeli Geography 101
![Israeli Geography 101](img/upl/a1195251533_2.jpg)
[2014]
Album: Falasteen Habibti
“Israeli Geography 101,” refers to one of the many elephants in the living room when it comes to Israel/Palestine. Israeli leaders are constantly bemoaning the idea that Hamas refuses to acknowledge Israel's “right to exist.” But neither they nor the western media will explain that one of the reasons Hamas and others are reticent about this “acknowledgement” is that the government of Israel refuses to acknowledge where its own national borders begin and end.
Album: Falasteen Habibti
“Israeli Geography 101,” refers to one of the many elephants in the living room when it comes to Israel/Palestine. Israeli leaders are constantly bemoaning the idea that Hamas refuses to acknowledge Israel's “right to exist.” But neither they nor the western media will explain that one of the reasons Hamas and others are reticent about this “acknowledgement” is that the government of Israel refuses to acknowledge where its own national borders begin and end.
Netanyahu is in a tizzy, his eyes are filled with hate
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 14:28
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
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Gaza
![Gaza](img/upl/a1195251533_2.jpg)
[2014]
Album: Falasteen Habibti
“Gaza,” was written during the massive Israeli bombardment of July, 2014. But it's actually a song about how daily life was for Palestinians in Gaza in the decade or so preceding that.
Album: Falasteen Habibti
“Gaza,” was written during the massive Israeli bombardment of July, 2014. But it's actually a song about how daily life was for Palestinians in Gaza in the decade or so preceding that.
One point eight million people surrounded on all sides
(continua)
(continua)
inviata da adriana 24/8/2014 - 14:00
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
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The Ballad of Rivka and Mohammed
![The Ballad of Rivka and Mohammed](img/upl/Leon-Rosselson.jpg)
[2014]
The song was written in July/August 2014 as Israel’s bombardment of Gaza slaughtered 2000 civilians, among them hundreds of children
The song was written in July/August 2014 as Israel’s bombardment of Gaza slaughtered 2000 civilians, among them hundreds of children
Was watching the news from Gaza
(continua)
(continua)
inviata da adriana 23/8/2014 - 19:45
Percorsi:
Ghetti, L'Olocausto Palestinese
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America (Second Amendment)
![America (Second Amendment)](img/upl/NICELUCNIVCELUSJSJS.jpg)
(1968)
Il 10 luglio 1968 nel corso di un loro partecipatissimo concerto alla Royal Albert Hall di Londra i Nice bruciano e calpestano la bandiera statunitense. Il gesto avviene durante l'esecuzione di una versione molto “psichedelica” di America, il brano di Leonard Bernstein tratto dal musical "West Side Story".
La band, che in quel periodo è composta dal bassista Keith “Lee” Jackson, proveniente dai T.Bones come il tastierista Keith Emerson, dal chitarrista Dave O'List, già con gli Attack e dal batterista Brian "Blinky" Davison ex Mark Leeman Five, è solita eseguire il pezzo di Bernstein insieme a una serie di evoluzioni improvvisative (che comprendono anche frammenti della Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" di Antonín Dvořák) intitolate Second Amendment, con riferimento al secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che sancisce il diritto di ogni cittadino a possedere armi.
... (continua)
Il 10 luglio 1968 nel corso di un loro partecipatissimo concerto alla Royal Albert Hall di Londra i Nice bruciano e calpestano la bandiera statunitense. Il gesto avviene durante l'esecuzione di una versione molto “psichedelica” di America, il brano di Leonard Bernstein tratto dal musical "West Side Story".
La band, che in quel periodo è composta dal bassista Keith “Lee” Jackson, proveniente dai T.Bones come il tastierista Keith Emerson, dal chitarrista Dave O'List, già con gli Attack e dal batterista Brian "Blinky" Davison ex Mark Leeman Five, è solita eseguire il pezzo di Bernstein insieme a una serie di evoluzioni improvvisative (che comprendono anche frammenti della Sinfonia "Dal Nuovo Mondo" di Antonín Dvořák) intitolate Second Amendment, con riferimento al secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti che sancisce il diritto di ogni cittadino a possedere armi.
... (continua)
America is pregnant with promise and anticipation,
(continua)
(continua)
22/8/2014 - 23:32
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L'amore al tempo della rivolta
![L'amore al tempo della rivolta](img/upl/enri.jpg)
[2014]
Testo e musica di Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Album: Tutto inizia sempre [2015]
La canzone farà parte del prossimo album (in preparazione) di Marco Rovelli, che non ha ancora un titolo definitivo. Così l'autore parla della canzone:
"Carlo Pisacane è stata la figura più vicina al Che Guevara che c'è stata nella storia italiana. E quel grande rivoluzionario risorgimentale e socialista visse una straordinaria storia d'amore con Enrichetta Di Lorenzo, che lo seguì in tutta Europa, e poi nelle Cinque Giornate di Milano, e poi nella Repubblica Romana (che fu la cosa più vicina della nostra storia alla Comune di Parigi). Si erano innamorati ancora bambini, a una festa a Piedigrotta, ma poi lei era stata data in sposa a un uomo che non amava, e nonostante i tre figli era profondamente infelice, e si ribellò, spezzando le proprie... (continua)
Testo e musica di Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Album: Tutto inizia sempre [2015]
La canzone farà parte del prossimo album (in preparazione) di Marco Rovelli, che non ha ancora un titolo definitivo. Così l'autore parla della canzone:
"Carlo Pisacane è stata la figura più vicina al Che Guevara che c'è stata nella storia italiana. E quel grande rivoluzionario risorgimentale e socialista visse una straordinaria storia d'amore con Enrichetta Di Lorenzo, che lo seguì in tutta Europa, e poi nelle Cinque Giornate di Milano, e poi nella Repubblica Romana (che fu la cosa più vicina della nostra storia alla Comune di Parigi). Si erano innamorati ancora bambini, a una festa a Piedigrotta, ma poi lei era stata data in sposa a un uomo che non amava, e nonostante i tre figli era profondamente infelice, e si ribellò, spezzando le proprie... (continua)
Saró detto pazzo, ambizioso e turbolento.
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 22/8/2014 - 19:19
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
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Vinni cu vinni
anonimo
[dopo il 1861]
Canto popolare della Sicilia post-unitaria, dove il sogno della liberazione dalla dominazione borbonica si era già miseramente infranto.
Interpretata dalla Taberna Mylaensis, da Mimmo Mollica, da Mario Incudine e altri artisti. Anche i Cantunovu ne offrono una loro versione ma “edulcorata”, che la seconda ottava – quella più bella - è sostituita con una quartina in onore di Garibaldi…
Canto popolare della Sicilia post-unitaria, dove il sogno della liberazione dalla dominazione borbonica si era già miseramente infranto.
Interpretata dalla Taberna Mylaensis, da Mimmo Mollica, da Mario Incudine e altri artisti. Anche i Cantunovu ne offrono una loro versione ma “edulcorata”, che la seconda ottava – quella più bella - è sostituita con una quartina in onore di Garibaldi…
Vinni cu vinni e c’è lu triculuri,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 14:16
Coci lu suli
![Coci lu suli](img/upl/u_portu_ro_munnu_1.jpg)
[2012]
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “‘U portu ro munnu”.
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “‘U portu ro munnu”.
Coci lu suli riparu nun haiu,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 13:48
‘U portu ro munnu
![‘U portu ro munnu](img/upl/Spiaggia-Scicli-3-foto-Francesco-Ragusa.jpg)
[2012]
La canzone che dà il titolo all’album del 2012 dei Cantunovu di Siracusa.
La canzone che dà il titolo all’album del 2012 dei Cantunovu di Siracusa.
Arrivaru li navi di greci e romani,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 13:31
Ora ca cc’è la Talìa
![Ora ca cc’è la Talìa](img/upl/u_portu_ro_munnu_1.jpg)
[subito dopo il 1861]
Versi di anonimo autore siciliano, nati per protestare contro il governo post-unitario che si prese l'oro e l'argento e diede in cambio la carta-moneta…
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “'U portu ro munnu” del 2012.
Versi di anonimo autore siciliano, nati per protestare contro il governo post-unitario che si prese l'oro e l'argento e diede in cambio la carta-moneta…
Nell’album dei Cantunovu di Siracusa intitolato “'U portu ro munnu” del 2012.
Ora ca cc’è la Talìa, fannu la Talìa,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 13:18
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Sugnu sicilianu
![Sugnu sicilianu](img/upl/Craxi-e-Berlusconi.jpg)
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
Se non ve lo ricordate, la Legge Mammì citata nella seconda strofa (Legge 6 agosto 1990 n. 223 - Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato) fu quella con cui il Pentapartito consegnò l’Italia alla Fininvest e a Berlusconi…
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
Se non ve lo ricordate, la Legge Mammì citata nella seconda strofa (Legge 6 agosto 1990 n. 223 - Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato) fu quella con cui il Pentapartito consegnò l’Italia alla Fininvest e a Berlusconi…
E u pilintuni cu’ la so’ scimenza
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 11:38
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Padania
![Padania](img/upl/103629701-da8bacc9-ed44-4d08-a993-db0e13a09fc9.jpg)
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
E su tutti vistuti cu li cammisi virdi
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 11:14
Fermata Siracusa, molo 41 Bis
![Fermata Siracusa, molo 41 Bis](img/upl/petra_janca.jpg)
[1998]
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
“Dumani è duminica tagghiamu a testa a Minica…” è l’incipit di una filastrocca infantile molto diffusa in Sicilia, e che abbiamo già trovata in apertura de Lu me sangu, la poesia di Mario Gori messa in musica dai Canterini di Ortigia.
Nell’album intitolato “Petra Janca”, il quarto per questo gruppo siracusano nato oltre 30 anni fa.
“Dumani è duminica tagghiamu a testa a Minica…” è l’incipit di una filastrocca infantile molto diffusa in Sicilia, e che abbiamo già trovata in apertura de Lu me sangu, la poesia di Mario Gori messa in musica dai Canterini di Ortigia.
E propriu sta canzuna nun la vogghiu cantari
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 11:03
Percorsi:
Mafia e mafie
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Ninna nanna
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[2007]
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“La ninna-nanna è una forma-canzone molto diffusa nella musica popolare. Qui Teresa ne costruisce una secondo un suo personalissimo stile. Un canto di protezione per tutti i bambini abbandonati nel mondo, ma anche una vera e propria canzone d’amore.” (dalle note di presentazione del disco)
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“La ninna-nanna è una forma-canzone molto diffusa nella musica popolare. Qui Teresa ne costruisce una secondo un suo personalissimo stile. Un canto di protezione per tutti i bambini abbandonati nel mondo, ma anche una vera e propria canzone d’amore.” (dalle note di presentazione del disco)
Viene ccà damme ‘a mano
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 09:00
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A figlia d’o rre
![A figlia d’o rre](img/upl/CDSaccoeFuoco1.jpg)
[2007]
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“Farsi ‘figlia di re’, farsi più forti e spavaldi per battere chi potente e prepotente lo è davvero.
Anche in questa canzone Teresa si confronta con il potere e l’abuso del potere stesso: c’è voglia di ‘menare le mani’ e di non subire più passivamente nessun abuso, nessun condizionamento. Una figlia di re che ha perduto la sua corona di ferro, e conduce un esercito disarmato e danzante ( come quello raffigurato nel murale della copertina). Canzone dura e d’impatto, ecco tornare il fuoco, simbolo di lotta, di rinascita e trasfigurazione. Il fuoco che accende e l’acqua che spegne.” (dalle note di presentazione del disco)
Parole e musica di Teresa De Sio
Nell’album intitolato “Sacco e fuoco”
“Farsi ‘figlia di re’, farsi più forti e spavaldi per battere chi potente e prepotente lo è davvero.
Anche in questa canzone Teresa si confronta con il potere e l’abuso del potere stesso: c’è voglia di ‘menare le mani’ e di non subire più passivamente nessun abuso, nessun condizionamento. Una figlia di re che ha perduto la sua corona di ferro, e conduce un esercito disarmato e danzante ( come quello raffigurato nel murale della copertina). Canzone dura e d’impatto, ecco tornare il fuoco, simbolo di lotta, di rinascita e trasfigurazione. Il fuoco che accende e l’acqua che spegne.” (dalle note di presentazione del disco)
Io songo ‘a figlia d’o rre
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 22/8/2014 - 08:52
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Si tu t'imagines
![Si tu t'imagines](img/upl/Juliette_Greco_9.jpg)
Si tu t'imagines...
Chanson française – Si tu t'imagines... – Juliette Gréco – 1949
Texte : Raymond Queneau – Musique : Joseph Kosma
Alors, Lucien l'âne mon ami, nous y voilà...
Nous y voilà... Où ?, demande l'âne Lucien quelque peu raidi de stupéfaction.
Oh, Lucien l'âne mon ami, je disais ça au sens figuré. J'avais promis de présenter la « première chanson de Juliette Gréco », celle qui s'intitule « Si tu t'imagines... » et qui lui fut proposée par Jean-Paul Sartre et qui avait été écrite par Raymond Queneau sous un premier titre « C'est bien connu » (un titre qui sentait son Sally Mara à plein nez) dans « L'instant fatal ». À ce propos, j'imagine – c'est le cas de le dire – que tout cela qui est bien lointain peut paraître vain et insignifiant. Et somme toute, ce l'est comme toute l’histoire humaine. Cependant, si l'on veut considérer...
Certes, si l'on veut bien considérer quoi ?,... (continua)
Chanson française – Si tu t'imagines... – Juliette Gréco – 1949
Texte : Raymond Queneau – Musique : Joseph Kosma
Alors, Lucien l'âne mon ami, nous y voilà...
Nous y voilà... Où ?, demande l'âne Lucien quelque peu raidi de stupéfaction.
Oh, Lucien l'âne mon ami, je disais ça au sens figuré. J'avais promis de présenter la « première chanson de Juliette Gréco », celle qui s'intitule « Si tu t'imagines... » et qui lui fut proposée par Jean-Paul Sartre et qui avait été écrite par Raymond Queneau sous un premier titre « C'est bien connu » (un titre qui sentait son Sally Mara à plein nez) dans « L'instant fatal ». À ce propos, j'imagine – c'est le cas de le dire – que tout cela qui est bien lointain peut paraître vain et insignifiant. Et somme toute, ce l'est comme toute l’histoire humaine. Cependant, si l'on veut considérer...
Certes, si l'on veut bien considérer quoi ?,... (continua)
Si tu t'imagines
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 21/8/2014 - 23:19
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Children of the Cross
![Children of the Cross](img/art/t2665351.jpg)
This song talk about paedophilia and child abuse by priests of the catholic church.
tell me little girl, what they've done to you
(continua)
(continua)
inviata da FLOR CASTAÑEDA 21/8/2014 - 22:26
Percorsi:
Antiwar Anticlericale, Violenza sull'infanzia
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Gira e fai la rota
anonimo
![Gira e fai la rota](img/upl/insidecarceri005.jpg)
[1910?]
Nel repertorio di Claudio Villa (un singolo del 1974, poi nell’album “Canti della malavita romana” del 1978), di Alvaro Amici e di chissà quanti altri stornellatori romani.
Una strofa è dedicata a Domenico Marcellini, detto er Macellaretto, un macellaio per davvero che però divenne ben presto un poliziotto temuto e rispettato dalla malavita romana. Non morì in servizio, come lascia ad intendere la canzone, ma nel suo letto, nel 1910.
A piazza Ponte Sant’Angelo, tra i rioni Ponte e Borgo, c’era la forca per impiccare i condannati a morte, che venivano fino lì trasportati lungo via di Panico (!) su di un carretto accompagnato da un lugubre corteo guidato da un personaggio incappucciato e di nero vestito che portava un crocifisso in spalla...
La strofa “Trastevere svagò, fece la spia” potrebbe, forse, fare riferimento a Romeo Ottaviani, detto er Tinèa (1877-1910), un celebre bullo... (continua)
Nel repertorio di Claudio Villa (un singolo del 1974, poi nell’album “Canti della malavita romana” del 1978), di Alvaro Amici e di chissà quanti altri stornellatori romani.
Una strofa è dedicata a Domenico Marcellini, detto er Macellaretto, un macellaio per davvero che però divenne ben presto un poliziotto temuto e rispettato dalla malavita romana. Non morì in servizio, come lascia ad intendere la canzone, ma nel suo letto, nel 1910.
A piazza Ponte Sant’Angelo, tra i rioni Ponte e Borgo, c’era la forca per impiccare i condannati a morte, che venivano fino lì trasportati lungo via di Panico (!) su di un carretto accompagnato da un lugubre corteo guidato da un personaggio incappucciato e di nero vestito che portava un crocifisso in spalla...
La strofa “Trastevere svagò, fece la spia” potrebbe, forse, fare riferimento a Romeo Ottaviani, detto er Tinèa (1877-1910), un celebre bullo... (continua)
Amore, amore, manname 'na pagnotta
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 21:55
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The Day The Nazi Died
![The Day The Nazi Died](img/thumb/c2191_130x140.jpeg?1369911524)
v. 4 - "Come out of the woodwork" è un'espressione che indica l'emergere dal nulla di qualcosa in grande quantità. In italiano potrebbe equivalere a "spuntare come funghi", ma ho preferito tradurre più letteralmente.
v. 6 - "Hess": Rudolph Hess, praticamente il vice di Hitler. Dal momento che scontò un ergastolo nel carcere di Spandau, ritengo sia anche il "prisoner of Spandau" del v. 5. Hess, semplicemente un maiale nazista nonostante tanti lo considerino un "moderato" del Reich, ha dato una brillante svolta alla sua vita impiccandosi il 17 agosto 1987.
v. 11 - "board rooms": letteralmente "stanze in cui si incontrano i membri di organizzazioni e corporazioni". Posti di controllo in cui si materializza il potere, insomma.
v. 6 - "Hess": Rudolph Hess, praticamente il vice di Hitler. Dal momento che scontò un ergastolo nel carcere di Spandau, ritengo sia anche il "prisoner of Spandau" del v. 5. Hess, semplicemente un maiale nazista nonostante tanti lo considerino un "moderato" del Reich, ha dato una brillante svolta alla sua vita impiccandosi il 17 agosto 1987.
v. 11 - "board rooms": letteralmente "stanze in cui si incontrano i membri di organizzazioni e corporazioni". Posti di controllo in cui si materializza il potere, insomma.
IL GIORNO IN CUI MORÌ IL NAZISTA
(continua)
(continua)
inviata da z0rba 21/8/2014 - 12:38
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La manifestazione in cui morì Zibecchi
![La manifestazione in cui morì Zibecchi](img/thumb/c3983_130x140.jpeg?1328562341)
LA MANIFESTATION OU MOURUT ZIBECCHI
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 11:34
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Il dodici dicembre a mattina
![Il dodici dicembre a mattina](img/art/t9389029.jpg)
Canzone composta dall'esecutore (Dante Bartolini) in occasione dei primi settecento licenziamenti alle Acciaierie Terni nel 1952. Nel testo sono presenti alcuni riferimenti all'uccisione dell'operaio ternano Luigi Trastulli, avvenuta durante una manifestazione nel 1949, e sono ricordati i nomi della mondina Maria Margotti e di Giuditta Lovato, uccise dalla celere durante manifestazioni di piazza nel 1949.
(dalla scheda del canto sul sito del Circolo Gianni Bosio)
(dalla scheda del canto sul sito del Circolo Gianni Bosio)
Bernart Bartleby 21/8/2014 - 10:55
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Il Passatore
![Il Passatore](img/upl/Orchestra_Casadei_1928.jpg)
[secondo dopoguerra]
Scritta da Aurelio Casadei, detto Secondo (1906-1971), fondatore della famosa orchestra che fu poi del nipote Raoul, sulla base di una diffusa canzone popolare sulle gesta del bandito romagnolo Stefano Pelloni, detto il Passatore (1824-1851).
Come gran parte dei briganti e dei banditi che abbondano su queste pagine (maledetti anarchici che non siete altro!), anche il Passatore non fu per nulla “cortese” come vuole la tradizione, ma un audace e feroce rapinatore, tagliagole e stupratore che in pochi anni di attività ne combinò di tutti i colori, compreso il “sacco di Forlimpopoli” del 25 gennaio1851– una delle sue ultime imprese - di cui si racconta nella canzone: mentre tutti i ricchi e borghesi erano convenuti al teatro locale per una rappresentazione, il Passatore e i suoi s’intrufolarono nell’edificio, irruppero sul palco e, ad armi spianate, fecero l’appello convocando... (continua)
Scritta da Aurelio Casadei, detto Secondo (1906-1971), fondatore della famosa orchestra che fu poi del nipote Raoul, sulla base di una diffusa canzone popolare sulle gesta del bandito romagnolo Stefano Pelloni, detto il Passatore (1824-1851).
Come gran parte dei briganti e dei banditi che abbondano su queste pagine (maledetti anarchici che non siete altro!), anche il Passatore non fu per nulla “cortese” come vuole la tradizione, ma un audace e feroce rapinatore, tagliagole e stupratore che in pochi anni di attività ne combinò di tutti i colori, compreso il “sacco di Forlimpopoli” del 25 gennaio1851– una delle sue ultime imprese - di cui si racconta nella canzone: mentre tutti i ricchi e borghesi erano convenuti al teatro locale per una rappresentazione, il Passatore e i suoi s’intrufolarono nell’edificio, irruppero sul palco e, ad armi spianate, fecero l’appello convocando... (continua)
Questa è la triste storia di Stefano Pelloni
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 10:10
Lebensregel
![Lebensregel](img/thumb/c46859_130x140.jpeg?1393188876)
Chanson allemande – Lebensregel – Erich Mühsam – 1914
Poème d'Erich Mühsam, dans le recueil intitulé “Wüste-Krater-Wolken” publié en 1914.
Musique de Gary Bachlund, chanteur lyrique et compositeur qui vit entre Los Angeles et Berlin.
La canzone commence par la règle de vie essentielle :
« An allen Früchten unbedenklich lecken », autrement dit : « Goûte sans hésiter à tous les fruits de la vie », qui renvoie à l'évidence au propos des Épicuriens, à cette philosophie matérialiste de l'Antiquité qui serait bien le fondement de toute civilisation « heureuse ».
Rien d'étonnant à cela, dit Lucien l'âne, quand on sait qui est Erich Müsham – militant révolutionnaire, poète libertaire et penseur anarchiste – ou l'inverse : révolutionnaire militant, libertaire poète et anarchiste penseur ; à moins que ce ne fut : poète anarchiste, militant libertaire et révolutionnaire penseur ou toute autre combinaison... (continua)
Poème d'Erich Mühsam, dans le recueil intitulé “Wüste-Krater-Wolken” publié en 1914.
Musique de Gary Bachlund, chanteur lyrique et compositeur qui vit entre Los Angeles et Berlin.
La canzone commence par la règle de vie essentielle :
« An allen Früchten unbedenklich lecken », autrement dit : « Goûte sans hésiter à tous les fruits de la vie », qui renvoie à l'évidence au propos des Épicuriens, à cette philosophie matérialiste de l'Antiquité qui serait bien le fondement de toute civilisation « heureuse ».
Rien d'étonnant à cela, dit Lucien l'âne, quand on sait qui est Erich Müsham – militant révolutionnaire, poète libertaire et penseur anarchiste – ou l'inverse : révolutionnaire militant, libertaire poète et anarchiste penseur ; à moins que ce ne fut : poète anarchiste, militant libertaire et révolutionnaire penseur ou toute autre combinaison... (continua)
RÈGLES DE VIE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/8/2014 - 23:26
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Ρωμιοσύνη
![Ρωμιοσύνη](img/thumb/c8908_130x140.jpeg?1328538225)
Stasera vado spulciando qualche mia vecchia traduzione. In questa, che risale ai miei primissimi esercizi, trovo un errore grave, di cui soffre irrimediabilmente il senso.
L'ultima strofa della IV canzone va raddrizzata così:
Il pane è finito, le munizioni sono finite:
ora caricano i loro cannoni,
ora li caricano solo con i loro cuori.
L'ultima strofa della IV canzone va raddrizzata così:
Il pane è finito, le munizioni sono finite:
ora caricano i loro cannoni,
ora li caricano solo con i loro cuori.
Gian Piero Testa 20/8/2014 - 23:16
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Coaliers
![Coaliers](img/upl/coalierbonnie.png)
Le cose frullano e frullano in testa per anni, ma alla fine in qualche modo portano a qualcosa. Così per i "Coaliers" della bellissima poesia di Kavvadias, sui quali, a suo tempo, Gian Piero Testa formulava delle ipotesi trovando nel loro nome una "i" di troppo. Dopo qualche anno mi è tornata a mente questa cosa, e mi sono messo un po' a cercare.
Rispondo allora che non c'è né nessuna "i" di troppo, né c'entrano qualcosa i coolies (anche se l'ipotesi di gpt era, e resta, poetica e suggestiva). La parola coalier è esistita nella lingua inglese, ed è assai antica nel senso di "addetto al rifornimento di carbone per le navi". Propriamente è derivata dall'aggettivo coaly "sporco di carbone; color carbone" (quindi non direttamente da coal).
Se ne trovano le prime attestazioni circa nel XVII secolo; una broadside ballad (ballata da foglio volante) del 1641 è intitolata The Coalier Lassie - A... (continua)
Rispondo allora che non c'è né nessuna "i" di troppo, né c'entrano qualcosa i coolies (anche se l'ipotesi di gpt era, e resta, poetica e suggestiva). La parola coalier è esistita nella lingua inglese, ed è assai antica nel senso di "addetto al rifornimento di carbone per le navi". Propriamente è derivata dall'aggettivo coaly "sporco di carbone; color carbone" (quindi non direttamente da coal).
Se ne trovano le prime attestazioni circa nel XVII secolo; una broadside ballad (ballata da foglio volante) del 1641 è intitolata The Coalier Lassie - A... (continua)
Riccardo Venturi 20/8/2014 - 23:11
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The Times They Are A-Changin'
![The Times They Are A-Changin'](img/thumb/c400_130x140.jpeg?1328393781)
SOS TEMPOS SUNIS MUDANDE
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 21:20
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Questa è la fine
![Questa è la fine](img/upl/GIORGIO-CANALI-E-ROSSOFUOCO_3.jpg)
Dall’album “Rossofuoco” del 2002.
Una versione molto personale di The End dei Doors, tanto personale da meritare una pagina a sé, se non altro per i versi “Chiudi gli occhi amore, non c’è niente da vedere qui, sugli schermi solo noia, pioggia di missili su Gaza e qualche faccia da troia” e “Questa è la fine, quella fine che altrove hanno già visto arrivare e io qui a prendermi il lusso di morire d’amore…”
Una versione molto personale di The End dei Doors, tanto personale da meritare una pagina a sé, se non altro per i versi “Chiudi gli occhi amore, non c’è niente da vedere qui, sugli schermi solo noia, pioggia di missili su Gaza e qualche faccia da troia” e “Questa è la fine, quella fine che altrove hanno già visto arrivare e io qui a prendermi il lusso di morire d’amore…”
Questa è la fine
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 20:43
Percorsi:
L'Olocausto Palestinese
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La bomba in testa
![La bomba in testa](img/upl/PALP49_FDA_storia_di_un_a5.jpg)
[1973]
Parole di Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio
Musica di Fabrizio De André e Nicola Piovani
Nel disco “Storia di un impiegato”
Direi non soltanto perché è l' “introduzione”, o l'antefatto, del “Bombarolo”. Si tratta di una canzone che rappresenta, probabilmente, la presa di coscienza di un'intera generazione a contatto con gli avvenimenti del Maggio francese; una generazione fino a allora statica, uscita dagli anni del “boom”, inserita nei miti borghesi e piccolo-borghesi (il lavoro, la famiglia) ma comunque piena di inquietudini e insoddisfazioni. Non a caso il protagonista dell'album è un trentenne: di età leggermente superiore ai ragazzi che “lottavano così come si gioca”, ancora giovane ma già inquadrato sui binari della “vita adulta”. Ci sarebbe da ragionare sul fatto della costante identificazione della “vita adulta”, ora come allora, con i parametri borghesi; ripensandoci,... (continua)
Parole di Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio
Musica di Fabrizio De André e Nicola Piovani
Nel disco “Storia di un impiegato”
Direi non soltanto perché è l' “introduzione”, o l'antefatto, del “Bombarolo”. Si tratta di una canzone che rappresenta, probabilmente, la presa di coscienza di un'intera generazione a contatto con gli avvenimenti del Maggio francese; una generazione fino a allora statica, uscita dagli anni del “boom”, inserita nei miti borghesi e piccolo-borghesi (il lavoro, la famiglia) ma comunque piena di inquietudini e insoddisfazioni. Non a caso il protagonista dell'album è un trentenne: di età leggermente superiore ai ragazzi che “lottavano così come si gioca”, ancora giovane ma già inquadrato sui binari della “vita adulta”. Ci sarebbe da ragionare sul fatto della costante identificazione della “vita adulta”, ora come allora, con i parametri borghesi; ripensandoci,... (continua)
... e io contavo i denti ai francobolli
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 19:22
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Canzone per l’estate
![Canzone per l’estate](img/upl/R-2277322-1273965306.jpeg)
[1974]
Parole di Fabrizio De André con Francesco De Gregori
Musica di Francesco De Gregori.
Nell’album di Faber intitolato semplicemente “Volume 8” pubblicato nel 1975.
Ripresa da De Gregori, con alcune piccole modifiche, parecchi anni dopo, nell’album “Amore nel pomeriggio” del 2001.
Interpretata anche da Edoardo Bennato in "Faber Amico Fragile Genova 12/03/00 Tributo a Fabrizio De André"
Quando ho riletto il testo di questa canzone mi è sembrata una versione solo più pacata ma altrettanto feroce e corrosiva della Canzone del Maggio, gogna di benpensanti e vigliacchi...
E alcuni versi ne fanno, secondo me, una candidata alle CCG/AWS, o quanto meno un Extra, uno su tutti, “con il tuo bambino biondo a cui hai donato una pistola per Natale che sembra vera”...
Parole di Fabrizio De André con Francesco De Gregori
Musica di Francesco De Gregori.
Nell’album di Faber intitolato semplicemente “Volume 8” pubblicato nel 1975.
Ripresa da De Gregori, con alcune piccole modifiche, parecchi anni dopo, nell’album “Amore nel pomeriggio” del 2001.
Interpretata anche da Edoardo Bennato in "Faber Amico Fragile Genova 12/03/00 Tributo a Fabrizio De André"
Quando ho riletto il testo di questa canzone mi è sembrata una versione solo più pacata ma altrettanto feroce e corrosiva della Canzone del Maggio, gogna di benpensanti e vigliacchi...
E alcuni versi ne fanno, secondo me, una candidata alle CCG/AWS, o quanto meno un Extra, uno su tutti, “con il tuo bambino biondo a cui hai donato una pistola per Natale che sembra vera”...
Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 19:01
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Dormi e vola
![Dormi e vola](img/upl/lautarilacasadiicaro-450x450.jpg)
[1982]
Nel disco intitolato “La casa di Icaro”, pubblicato nel 1993.
Scritta da Giampiero Mazzone
Un brano scritto quasi di getto nel 1982. Appare come una ninna nanna dedicata ai bambini, ma in realtà è dedicata anche agli adulti: il rifugio nel sogno in cui si può realizzare un’esistenza desiderata contro il cinismo, l’indifferenza e la miseria imperanti. Un attaccamento alla vita, alla gioia di vivere e la constatazione amara di quanto il cammino sia in salita e pieno di tornanti.
Nel disco intitolato “La casa di Icaro”, pubblicato nel 1993.
Scritta da Giampiero Mazzone
Un brano scritto quasi di getto nel 1982. Appare come una ninna nanna dedicata ai bambini, ma in realtà è dedicata anche agli adulti: il rifugio nel sogno in cui si può realizzare un’esistenza desiderata contro il cinismo, l’indifferenza e la miseria imperanti. Un attaccamento alla vita, alla gioia di vivere e la constatazione amara di quanto il cammino sia in salita e pieno di tornanti.
Dormi gioia dormi figghiu
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 15:44
Oh! maritu meu
![Oh! maritu meu](img/upl/Ursupanaru-1-640x336.jpg)
Testo e musica di Giuseppe Cordigliani
Interpretata dal gruppo “L’Ursupanaru” (“lupo mannaro”, in dialetto sabino), gruppo folk nato nel 2008 a Marcellina, provincia di Roma.
Dal loro album d’esordio del 2012 intitolato “Ursupanaru”
“Il testo tratta tematiche ricorrenti della vita agli inizi del Novecento: il duro lavoro nei campi, la pastorizia, l’alcolismo e l’emigrazione sono infatti raccontate all’interno di una sorta di dialogo, un botta e risposta tra moglie e marito. Il testo è in dialetto e l’alternanza delle voci maschile e femminile ricorda molto canti tipici della Sabina molto diffusi all’inizio del secolo, i cosiddetti canti all’appennese o alla longa, tipici della zona di Marcellina. Tramandate di padre in figlio queste canzoni sono dei canti di lavoro, che servivano a scandire il ritmo della giornata lavorativa. La particolarità di questi canti sta proprio nelle voci che... (continua)
Interpretata dal gruppo “L’Ursupanaru” (“lupo mannaro”, in dialetto sabino), gruppo folk nato nel 2008 a Marcellina, provincia di Roma.
Dal loro album d’esordio del 2012 intitolato “Ursupanaru”
“Il testo tratta tematiche ricorrenti della vita agli inizi del Novecento: il duro lavoro nei campi, la pastorizia, l’alcolismo e l’emigrazione sono infatti raccontate all’interno di una sorta di dialogo, un botta e risposta tra moglie e marito. Il testo è in dialetto e l’alternanza delle voci maschile e femminile ricorda molto canti tipici della Sabina molto diffusi all’inizio del secolo, i cosiddetti canti all’appennese o alla longa, tipici della zona di Marcellina. Tramandate di padre in figlio queste canzoni sono dei canti di lavoro, che servivano a scandire il ritmo della giornata lavorativa. La particolarità di questi canti sta proprio nelle voci che... (continua)
Oh! maritu meu arevettene che piove!
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 14:53
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Dallo spettacolo “Ci ragiono e canto, vol. 2”, scritto da Dario Fo nel 1969, come messo in scena nel 1977 dal Collettivo teatrale La Comune (con Concetta Busacca, Pina Busacca, Delio Chittò, Giorgina De Negri, Ciccio Giuffrida, Pino Masi, Amedeo Merli, Gaia Mezzadri, Norma Midani, Ivana Monti, Piero Sciotto e gli Aggius, ossia il Coro del Galletto di Gallura).
Testo trovato sul libretto dello spettacolo.