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Si tu t'imagines

Si tu t'imagines
Si tu t'imagines...

Chanson française – Si tu t'imagines... – Juliette Gréco – 1949
Texte : Raymond Queneau – Musique : Joseph Kosma

Alors, Lucien l'âne mon ami, nous y voilà...

Nous y voilà... Où ?, demande l'âne Lucien quelque peu raidi de stupéfaction.

Oh, Lucien l'âne mon ami, je disais ça au sens figuré. J'avais promis de présenter la « première chanson de Juliette Gréco », celle qui s'intitule « Si tu t'imagines... » et qui lui fut proposée par Jean-Paul Sartre et qui avait été écrite par Raymond Queneau sous un premier titre « C'est bien connu » (un titre qui sentait son Sally Mara à plein nez) dans « L'instant fatal ». À ce propos, j'imagine – c'est le cas de le dire – que tout cela qui est bien lointain peut paraître vain et insignifiant. Et somme toute, ce l'est comme toute l’histoire humaine. Cependant, si l'on veut considérer...

Certes, si l'on veut bien considérer quoi ?,... (continua)
Si tu t'imagines
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 21/8/2014 - 23:19
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Children of the Cross

Children of the Cross
This song talk about paedophilia and child abuse by priests of the catholic church.
tell me little girl, what they've done to you
(continua)
inviata da FLOR CASTAÑEDA 21/8/2014 - 22:26
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Gira e fai la rota

anonimo
Gira e fai la rota
[1910?]

Nel repertorio di Claudio Villa (un singolo del 1974, poi nell’album “Canti della malavita romana” del 1978), di Alvaro Amici e di chissà quanti altri stornellatori romani.

Una strofa è dedicata a Domenico Marcellini, detto er Macellaretto, un macellaio per davvero che però divenne ben presto un poliziotto temuto e rispettato dalla malavita romana. Non morì in servizio, come lascia ad intendere la canzone, ma nel suo letto, nel 1910.

A piazza Ponte Sant’Angelo, tra i rioni Ponte e Borgo, c’era la forca per impiccare i condannati a morte, che venivano fino lì trasportati lungo via di Panico (!) su di un carretto accompagnato da un lugubre corteo guidato da un personaggio incappucciato e di nero vestito che portava un crocifisso in spalla...

La strofa “Trastevere svagò, fece la spia” potrebbe, forse, fare riferimento a Romeo Ottaviani, detto er Tinèa (1877-1910), un celebre bullo... (continua)
Amore, amore, manname 'na pagnotta
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 21:55
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The Day The Nazi Died

The Day The Nazi Died
v. 4 - "Come out of the woodwork" è un'espressione che indica l'emergere dal nulla di qualcosa in grande quantità. In italiano potrebbe equivalere a "spuntare come funghi", ma ho preferito tradurre più letteralmente.
v. 6 - "Hess": Rudolph Hess, praticamente il vice di Hitler. Dal momento che scontò un ergastolo nel carcere di Spandau, ritengo sia anche il "prisoner of Spandau" del v. 5. Hess, semplicemente un maiale nazista nonostante tanti lo considerino un "moderato" del Reich, ha dato una brillante svolta alla sua vita impiccandosi il 17 agosto 1987.
v. 11 - "board rooms": letteralmente "stanze in cui si incontrano i membri di organizzazioni e corporazioni". Posti di controllo in cui si materializza il potere, insomma.
IL GIORNO IN CUI MORÌ IL NAZISTA
(continua)
inviata da z0rba 21/8/2014 - 12:38
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Il dodici dicembre a mattina

Il dodici dicembre a  mattina
Canzone composta dall'esecutore (Dante Bartolini) in occasione dei primi settecento licenziamenti alle Acciaierie Terni nel 1952. Nel testo sono presenti alcuni riferimenti all'uccisione dell'operaio ternano Luigi Trastulli, avvenuta durante una manifestazione nel 1949, e sono ricordati i nomi della mondina Maria Margotti e di Giuditta Lovato, uccise dalla celere durante manifestazioni di piazza nel 1949.
(dalla scheda del canto sul sito del Circolo Gianni Bosio)
Bernart Bartleby 21/8/2014 - 10:55
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Il Passatore

Il Passatore
[secondo dopoguerra]
Scritta da Aurelio Casadei, detto Secondo (1906-1971), fondatore della famosa orchestra che fu poi del nipote Raoul, sulla base di una diffusa canzone popolare sulle gesta del bandito romagnolo Stefano Pelloni, detto il Passatore (1824-1851).

Come gran parte dei briganti e dei banditi che abbondano su queste pagine (maledetti anarchici che non siete altro!), anche il Passatore non fu per nulla “cortese” come vuole la tradizione, ma un audace e feroce rapinatore, tagliagole e stupratore che in pochi anni di attività ne combinò di tutti i colori, compreso il “sacco di Forlimpopoli” del 25 gennaio1851– una delle sue ultime imprese - di cui si racconta nella canzone: mentre tutti i ricchi e borghesi erano convenuti al teatro locale per una rappresentazione, il Passatore e i suoi s’intrufolarono nell’edificio, irruppero sul palco e, ad armi spianate, fecero l’appello convocando... (continua)
Questa è la triste storia di Stefano Pelloni
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 21/8/2014 - 10:10

Lebensregel

Lebensregel
Chanson allemande – Lebensregel – Erich Mühsam – 1914

Poème d'Erich Mühsam, dans le recueil intitulé “Wüste-Krater-Wolken” publié en 1914.
Musique de Gary Bachlund, chanteur lyrique et compositeur qui vit entre Los Angeles et Berlin.


La canzone commence par la règle de vie essentielle :
« An allen Früchten unbedenklich lecken », autrement dit : « Goûte sans hésiter à tous les fruits de la vie », qui renvoie à l'évidence au propos des Épicuriens, à cette philosophie matérialiste de l'Antiquité qui serait bien le fondement de toute civilisation « heureuse ».

Rien d'étonnant à cela, dit Lucien l'âne, quand on sait qui est Erich Müsham – militant révolutionnaire, poète libertaire et penseur anarchiste – ou l'inverse : révolutionnaire militant, libertaire poète et anarchiste penseur ; à moins que ce ne fut : poète anarchiste, militant libertaire et révolutionnaire penseur ou toute autre combinaison... (continua)
RÈGLES DE VIE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/8/2014 - 23:26
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Ρωμιοσύνη

Ρωμιοσύνη
Stasera vado spulciando qualche mia vecchia traduzione. In questa, che risale ai miei primissimi esercizi, trovo un errore grave, di cui soffre irrimediabilmente il senso.
L'ultima strofa della IV canzone va raddrizzata così:

Il pane è finito, le munizioni sono finite:
ora caricano i loro cannoni,
ora li caricano solo con i loro cuori.
Gian Piero Testa 20/8/2014 - 23:16
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Coaliers

Coaliers
Le cose frullano e frullano in testa per anni, ma alla fine in qualche modo portano a qualcosa. Così per i "Coaliers" della bellissima poesia di Kavvadias, sui quali, a suo tempo, Gian Piero Testa formulava delle ipotesi trovando nel loro nome una "i" di troppo. Dopo qualche anno mi è tornata a mente questa cosa, e mi sono messo un po' a cercare.

Rispondo allora che non c'è né nessuna "i" di troppo, né c'entrano qualcosa i coolies (anche se l'ipotesi di gpt era, e resta, poetica e suggestiva). La parola coalier è esistita nella lingua inglese, ed è assai antica nel senso di "addetto al rifornimento di carbone per le navi". Propriamente è derivata dall'aggettivo coaly "sporco di carbone; color carbone" (quindi non direttamente da coal).

Se ne trovano le prime attestazioni circa nel XVII secolo; una broadside ballad (ballata da foglio volante) del 1641 è intitolata The Coalier Lassie - A... (continua)
Riccardo Venturi 20/8/2014 - 23:11
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The Times They Are A-Changin'

The Times They Are A-Changin'
SOS TEMPOS SUNIS MUDANDE
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 21:20
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Questa è la fine

Questa è la fine
Dall’album “Rossofuoco” del 2002.

Una versione molto personale di The End dei Doors, tanto personale da meritare una pagina a sé, se non altro per i versi “Chiudi gli occhi amore, non c’è niente da vedere qui, sugli schermi solo noia, pioggia di missili su Gaza e qualche faccia da troia” e “Questa è la fine, quella fine che altrove hanno già visto arrivare e io qui a prendermi il lusso di morire d’amore…”
Questa è la fine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 20:43
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La bomba in testa

La bomba in testa
[1973]
Parole di Fabrizio De André e Giuseppe Bentivoglio
Musica di Fabrizio De André e Nicola Piovani
Nel disco “Storia di un impiegato”

Direi non soltanto perché è l' “introduzione”, o l'antefatto, del “Bombarolo”. Si tratta di una canzone che rappresenta, probabilmente, la presa di coscienza di un'intera generazione a contatto con gli avvenimenti del Maggio francese; una generazione fino a allora statica, uscita dagli anni del “boom”, inserita nei miti borghesi e piccolo-borghesi (il lavoro, la famiglia) ma comunque piena di inquietudini e insoddisfazioni. Non a caso il protagonista dell'album è un trentenne: di età leggermente superiore ai ragazzi che “lottavano così come si gioca”, ancora giovane ma già inquadrato sui binari della “vita adulta”. Ci sarebbe da ragionare sul fatto della costante identificazione della “vita adulta”, ora come allora, con i parametri borghesi; ripensandoci,... (continua)
... e io contavo i denti ai francobolli
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 19:22
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Canzone per l’estate

Canzone per l’estate
[1974]
Parole di Fabrizio De André con Francesco De Gregori
Musica di Francesco De Gregori.
Nell’album di Faber intitolato semplicemente “Volume 8” pubblicato nel 1975.
Ripresa da De Gregori, con alcune piccole modifiche, parecchi anni dopo, nell’album “Amore nel pomeriggio” del 2001.
Interpretata anche da Edoardo Bennato in "Faber Amico Fragile Genova 12/03/00 Tributo a Fabrizio De André"




Quando ho riletto il testo di questa canzone mi è sembrata una versione solo più pacata ma altrettanto feroce e corrosiva della Canzone del Maggio, gogna di benpensanti e vigliacchi...
E alcuni versi ne fanno, secondo me, una candidata alle CCG/AWS, o quanto meno un Extra, uno su tutti, “con il tuo bambino biondo a cui hai donato una pistola per Natale che sembra vera”...
Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 19:01
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Blowin' in the Wind

Blowin' in the Wind
SARDO / SARDINIAN

Traduzione sarda dal blog Sa Domo de Su Bardaneri
BUFAT IN SU BENTU
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 18:23
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Frankie Teardrop

Frankie Teardrop
FRANKIE LACRIMEVOLE
(continua)
inviata da Stan Mall 20/8/2014 - 18:05
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Dormi e vola

Dormi e vola
[1982]
Nel disco intitolato “La casa di Icaro”, pubblicato nel 1993.
Scritta da Giampiero Mazzone

Un brano scritto quasi di getto nel 1982. Appare come una ninna nanna dedicata ai bambini, ma in realtà è dedicata anche agli adulti: il rifugio nel sogno in cui si può realizzare un’esistenza desiderata contro il cinismo, l’indifferenza e la miseria imperanti. Un attaccamento alla vita, alla gioia di vivere e la constatazione amara di quanto il cammino sia in salita e pieno di tornanti.
Dormi gioia dormi figghiu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 15:44

Oh! maritu meu

Oh! maritu meu
Testo e musica di Giuseppe Cordigliani
Interpretata dal gruppo “L’Ursupanaru” (“lupo mannaro”, in dialetto sabino), gruppo folk nato nel 2008 a Marcellina, provincia di Roma.
Dal loro album d’esordio del 2012 intitolato “Ursupanaru”

“Il testo tratta tematiche ricorrenti della vita agli inizi del Novecento: il duro lavoro nei campi, la pastorizia, l’alcolismo e l’emigrazione sono infatti raccontate all’interno di una sorta di dialogo, un botta e risposta tra moglie e marito. Il testo è in dialetto e l’alternanza delle voci maschile e femminile ricorda molto canti tipici della Sabina molto diffusi all’inizio del secolo, i cosiddetti canti all’appennese o alla longa, tipici della zona di Marcellina. Tramandate di padre in figlio queste canzoni sono dei canti di lavoro, che servivano a scandire il ritmo della giornata lavorativa. La particolarità di questi canti sta proprio nelle voci che... (continua)
Oh! maritu meu arevettene che piove!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 14:53
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Il treno delle sette

Il treno delle sette
[1973]
Parole e musica di Antonello Venditti
Nel disco intitolato “Le cose della vita”
Tra le fabbriche bruciate
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 13:08
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Il nostro giorno (1° Maggio)

Il nostro giorno (1° Maggio)
[1965]
Parole e musica di Giorgio Gaber
Sul lato B, Lettera dalla Svizzera.
Con l’accompagnamento di Augusto Martelli e la sua Orchestra.
Il 45 giri fu anche offerto in allegato alla rivista settimanale “Bella”.
Un giorno per chi lotta con coraggio
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 12:39
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Giorgio Gaber: La libertà di ridere

Giorgio Gaber: La libertà di ridere
[1967]
Parole e musica di Giorgio Gaber
Lato B di E allora dai.
Poi nella compilation “Prima del Signor G - Giorgio Gaber 1958/1970.
I bambini chiedono
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/8/2014 - 11:47
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Sólo le pido a Dios

Sólo le pido a Dios
donquijote82 20/8/2014 - 09:30
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Il ritorno

Il ritorno
[2014]
Testo e musica di Marco Rovelli
Paroles et musique de Marco Rovelli
Lyrics and music by Marco Rovelli


La canzone farà parte del prossimo album di Marco Rovelli, in preparazione e senza ancora un titolo definitivo. Così ne parla l'autore nelle note di lavoro:

"Così, si parte: si parte per realizzare un mondo, per costruirlo, affrontando quel che tocca affrontare, perché non si può fare a meno di affrontarlo. E partendo ci si consegna alla distanza. Come quei tanti e tanti migranti con cui ho parlato in questi anni, che magari sono sposati ma non vedono la propria donna da qualche anno. Ma questa distanza è la distanza stessa dell'amore: che altro non è se non un movimento impossibile, un due che non potrà mai farsi uno ma che pure è un uno (un uno incrinato, un uno assente a se stesso). Si deve sempre ritornare, perché siamo sempre nella partenza. E il ritorno, in realtà, non... (continua)
Costruire un mondo con le mie braccia
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 20/8/2014 - 09:12
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Cadice

Cadice
[2006]
Testo cantato, musica e interpretazion di Luca Rapisarda
Testo recitato di Virginia Martini
(In parte tratto da Così parlò Zarathustra
di Friedrich Nietzsche)
Voce recitante: Matteo Procuranti
Album: Delirio e Castigo



“Ai folli non serve nessuna colonna d'Ercole”, sta scritto sulle note dell'album “Delirio e castigo” in uno spartano libretto che non contiene i testi; e tutta la seconda parte della canzone è in effetti un testo recitato della poetessa Virginia Martini (autrice di tutti i recitativi dell'album) contenente alcuni aforismi tratti da Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Il Nietzsche libertario e folle, ben lontano dall'immagine superomistica la cui interpretazione della razzista Cosima Liszt coniugata Wagner contribuì senz'altro alla formazione teorica del nazismo. Impiantare un testo del genere, che parla di amore e libertà, è del tutto funzionale al... (continua)
A Cadice, un tempo, si pensava finisse il mondo.
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 19/8/2014 - 20:19
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Una vita normale

Una vita normale
La canzone farà parte del prossimo album di Marco Rovelli, in preparazione. In tale occasione ha ricevuto il suo titolo definitivo: da un generico "Canzone per Vittorio Arrigoni" a "Una vita normale" (ripreso con tutta probabilità proprio dall'introduzione a questa pagina). Così ne parla l'autore nelle note di lavoro:

"Un altrove da immaginare, un altrove da costruire. Fino ad assumere questa dimensione dell'altrove come costitutiva del proprio essere. Fino ad assumerne il nome, come fece Vittorio Arrigoni, che prese il nome di Utopia. Fedele all'evento che gli era toccato in sorte, attraversò il mare per rispondere a un richiamo, alla grana di una voce che risuonava con la sua. E incontrò chi nell'altrove viveva, in uno spossessamento permanente di sé, quei palestinesi di Gaza a cui è impedita ogni forma di vita “normale”. Lo scriveva, Vittorio, in una delle sue ultime lettere: vorrei raccontare... (continua)
Riccardo Venturi 19/8/2014 - 12:09
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Noi, Chisciotte

Noi, Chisciotte
La canzone ha cambiato titolo: nell'album di Marco Rovelli in preparazione si chiamerà non più "Il ritorno di Quixote", ma "Noi, Quixote" (anche perché nell'album è presente un'altra canzone intitolata "Il ritorno"). E' stata quindi apportata anche qui la modifica, sia nell'originale, sia nella versione francese di Marco Valdo M.I.
CCG/AWS Staff 19/8/2014 - 11:43

Gli angeli di Novi Sad e il maggio di Belgrado

Antiwar Songs Blog
Gli angeli di Novi Sad e il maggio di Belgrado
I Gang stanno preparando un nuovo disco, al momento inedito. Sul loro sito c’è un diario di bordo e la presentazione dei nuovi brani. Tra le canzoni che faranno parte del nuovo disco, aspettiamo in particolare di poter ascoltare “Gli angeli di Novi Sad“. Partendo dalle riflessioni dei fratelli Severini, proviamo a ripercorrere un nodo […]
Antiwar Songs Staff 2014-08-18 20:49:00
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War Resister

War Resister
2009
Moth nor Rust

Jeremy Dean Hinzman (born in 1979 in Rapid City, South Dakota) was the first American Iraq war resister/deserter to seek refugee status in Canada.

He enlisted in the U.S. army as a paratrooper with the 82nd Airborne Division and deserted in 2004 to avoid participating in the Iraq War. "He fled to Canada with his wife and preschool-age son. Now living in Toronto and working as a bike courier, Hinzman faces a court martial and a possible five-year prison sentence if he returns to the U.S.. Hinzman said he sought refugee status because he opposed the war in Iraq on moral grounds and thought the U.S. invasion violated international human rights standards."

He "was one of the first to have his application [for refugee status] rejected – a decision he unsuccessfully appealed to the Federal Court and the Federal Court of Appeal. His request to appeal the decision to the Supreme... (continua)
Was born, Jeremy Hinzman, Rapid City.
(continua)
inviata da DoNQuijote82 18/8/2014 - 18:34
Percorsi: Disertori
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Gli angeli di Novi Sad

Gli angeli di Novi Sad
2015
Sangue e cenere



Sangue e cenere

La scorsa estate i Gang hanno deciso di utilizzare la modalità del crowdfunding, con grandissimo successo, visto che hanno raccolto 10 volte la cifra richiesta, lo hanno fatto per finanziare la realizzazione del nuovo disco Sangue e cenere, che arriva quindi ben 14 anni dopo Controverso, il loro ultimo album di inediti.

Certo in questi anni c’è sempre stata una intensa attività live con oltre 100 concerti ogni anno, ci sono stati parecchi  dischi tra live, cover, riletture, collaborazioni ( La Macina, Daniele BiacchessiMassimo Priviero, Gaetano Liguori) ma gli amanti della band aspettavano sempre un nuovo lavoro di inediti, che ora è finalmente nel nostro lettore.

Con i fondi raccolti hanno potuto fare le cose per  bene, registrazioni in USA con una bella produzione di Jono Manson, una ricca strumentazione che vede ad accompagnare i fratelli Severini... (continua)
Il Diluvio era finito
(continua)
inviata da DonQuijote82 18/8/2014 - 18:10
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Arbour Hill

Arbour Hill
The military cemetery at Arbour Hill is the last resting place of 14 of the executed leaders of the insurrection of 1916. Among those buried there are Patrick Pearse, James Connolly and Major John Mc Bride. The leaders were executed in Kilmainham and then their bodies were transported to Arbour Hill, where they were buried.

The graves are located under a low mound on a terrace of Wicklow granite in what was once the old prison yard. The gravesite is surrounded by a limestone wall on which their names are inscribed in Irish and English. On the prison wall opposite the gravesite is a plaque with the names of other people who gave their lives in 1916.

The adjoining Church of the Sacred Heart, which is the prison chapel for Arbour Hill prison, is maintained by the Department of Defence. At the rear of the church lies the old cemetery, where lie the remains of British military personnel who... (continua)
There's a sacred spot in [D]Dublin,
(continua)
inviata da DoNQuijote82 18/8/2014 - 17:53
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The Ballad of Aiden McAnespie

anonimo
The Ballad of Aiden McAnespie
Aidan McAnespie (1965–21 February 1988) was an Irish Catholic who was killed in contested circumstances by a bullet from a heavy machine-gun held by a soldier at Aughnacloy border checkpoint in County Tyrone, Northern Ireland during the Troubles.
It was on a sunday Evening
(continua)
inviata da DonQuijote82 18/8/2014 - 17:32




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