Když mě brali za vojáka
Version française – QUAND ILS M'ONT FAIT COCU – Marco Valdo M.I. – 2014
à partir de la version italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson tchèque – Když mě brali za vojáka – Jaromír Nohavica – 1990
d'après un poème de Fráňo Šrámku – 1906
Fráňo Šrámku fut un important poète tchèque, né le 19 janvier 1877 à Sobotka et mort le 1° Juillet 1952 à Prague. Pendant sa vie, il adhéra à l'anarchisme, suite à son expérience de service militaire dans les casernes des Hasbourgs. Pendant la Première guerre mondiale, il combattit sur les fronts italien et roumain.
En somme, dit Lucien l'âne, c'était un cousin du soldat Chveik... et sans doute, un parent d'Adam Juracek, celui qui fit un grand bond au plafond.
Chanson tchèque – Když mě brali za vojáka – Jaromír Nohavica – 1990
d'après un poème de Fráňo Šrámku – 1906
Fráňo Šrámku fut un important poète tchèque, né le 19 janvier 1877 à Sobotka et mort le 1° Juillet 1952 à Prague. Pendant sa vie, il adhéra à l'anarchisme, suite à son expérience de service militaire dans les casernes des Hasbourgs. Pendant la Première guerre mondiale, il combattit sur les fronts italien et roumain.
En somme, dit Lucien l'âne, c'était un cousin du soldat Chveik... et sans doute, un parent d'Adam Juracek, celui qui fit un grand bond au plafond.
QUAND ILS M'ONT FAIT COCU
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 10/7/2014 - 18:41
Venían del desierto
[1972]
Parole e musica di Víctor Jara
Singolo poi compreso nella raccolta intitolata “El derecho de vivir en paz” pubblicata nel 2001.
Con A Luis Emilio Recabarren – che secondo me andrebbe spostata dagli Extra – un altro omaggio di Jara al padre del movimento operaio cileno, morto suicida nel 1924.
Parole e musica di Víctor Jara
Singolo poi compreso nella raccolta intitolata “El derecho de vivir en paz” pubblicata nel 2001.
Con A Luis Emilio Recabarren – che secondo me andrebbe spostata dagli Extra – un altro omaggio di Jara al padre del movimento operaio cileno, morto suicida nel 1924.
Venían del desierto,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/7/2014 - 14:23
Pasážová revolta
Il testo da questo sito
NASZE POKOLENIE
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 10/7/2014 - 01:53
Messa di Requiem
per soprano, mezzosoprano, tenore, basso, doppio coro e orchestra
Composta nell'anno 1874 in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni.
Prima esecuzione nella chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio 1874 diretta da Giuseppe Verdi
Il 6 luglio scorso Riccardo Muti ha diretto al Sacrario di Redipuglia il grande concerto per i 100 anni della Grande Guerra con cui si apre il ciclo di commemorazioni italiane per l’anniversario dello scoppio del primo conflitto mondiale.
Il Sacrario di Redipuglia è un (orribile a nostro parere) memoriale, costruito durante il ventennio fascista, dove riposano i resti di oltre centomila soldati italiani (di cui 60mila senza nome) caduti nella Grande Guerra. Tra parentesi "Redipuglia" non ha niente a che vedere con la Puglia ma si trova in provincia di Gorizia. Il perché si chiami così è una storiella illuminante. "Redipuglia" è infatti... (continua)
Composta nell'anno 1874 in occasione del primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni.
Prima esecuzione nella chiesa di San Marco a Milano il 22 maggio 1874 diretta da Giuseppe Verdi
Il 6 luglio scorso Riccardo Muti ha diretto al Sacrario di Redipuglia il grande concerto per i 100 anni della Grande Guerra con cui si apre il ciclo di commemorazioni italiane per l’anniversario dello scoppio del primo conflitto mondiale.
Il Sacrario di Redipuglia è un (orribile a nostro parere) memoriale, costruito durante il ventennio fascista, dove riposano i resti di oltre centomila soldati italiani (di cui 60mila senza nome) caduti nella Grande Guerra. Tra parentesi "Redipuglia" non ha niente a che vedere con la Puglia ma si trova in provincia di Gorizia. Il perché si chiami così è una storiella illuminante. "Redipuglia" è infatti... (continua)
Requiem e Kyrie - quattro voci soliste e coro
(continua)
(continua)
9/7/2014 - 23:21
England 1914
[1969]
Parole e musica di Ralph McTell.
Nell’album intitolato “Spiral Staircase”.
1914-2014. Cento anni dall’inizio della Grande Guerra, della Grande Mattanza: oltre 17 milioni di morti....
Parole e musica di Ralph McTell.
Nell’album intitolato “Spiral Staircase”.
1914-2014. Cento anni dall’inizio della Grande Guerra, della Grande Mattanza: oltre 17 milioni di morti....
Night stirs her inky finger in the water of the day,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/7/2014 - 22:14
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Streets of London
[1969]
Parole e musica di Ralph McTell
Nell’album intitolato “Spiral Staircase”, la canzone forse più famosa del cantautore e chitarrista inglese.
Una canzone che parla di emarginati, di rifiuti umani, di homeless... Tra di loro anche un vecchio reduce di guerra... Sullo sfondo, una Londra fredda e indifferente...
Parole e musica di Ralph McTell
Nell’album intitolato “Spiral Staircase”, la canzone forse più famosa del cantautore e chitarrista inglese.
Una canzone che parla di emarginati, di rifiuti umani, di homeless... Tra di loro anche un vecchio reduce di guerra... Sullo sfondo, una Londra fredda e indifferente...
Have you seen the old man
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/7/2014 - 21:47
ציגײַנערליד
d'après la version italienne de Riccardo Venturi
d'une chanson en yiddish – Tsigaynerlid – David Beyglman – 1941
Texte et musique de David Beyglman
Un exemple tangible de la manière dont la pitié humaine ce queiqu'un qui à ce moment vivait les heures plus terribles de sa vie, prisonnier dans un ghetto, ne pouvait pas reculer face à l'analogue destinée d'autres êtres humains en proie à la folie criminelle d'autres êtres humains. David Beyglman, né à Ostrowiec en 1887, avait été un célèbre violoniste avant la guerre, accomplissant des tournées dans toute l'Europe et aux Etats Unis comme membre d'un orchestre. Malgré cela, le coeur de son activité était resté en Pologne, dans la ville de Łódż, dans le ghetto duquel, comme tous les autres Juifs, il se retrouva prisonnier avec l'invasion nazie. À Łódż, il existait aussi un camp de concentration où furent enfermés par les Allemands des milliers... (continua)
d'une chanson en yiddish – Tsigaynerlid – David Beyglman – 1941
Texte et musique de David Beyglman
Un exemple tangible de la manière dont la pitié humaine ce queiqu'un qui à ce moment vivait les heures plus terribles de sa vie, prisonnier dans un ghetto, ne pouvait pas reculer face à l'analogue destinée d'autres êtres humains en proie à la folie criminelle d'autres êtres humains. David Beyglman, né à Ostrowiec en 1887, avait été un célèbre violoniste avant la guerre, accomplissant des tournées dans toute l'Europe et aux Etats Unis comme membre d'un orchestre. Malgré cela, le coeur de son activité était resté en Pologne, dans la ville de Łódż, dans le ghetto duquel, comme tous les autres Juifs, il se retrouva prisonnier avec l'invasion nazie. À Łódż, il existait aussi un camp de concentration où furent enfermés par les Allemands des milliers... (continua)
CHANT GITAN
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 9/7/2014 - 21:42
Bentley and Craig
[1982]
Parole e musica di Ralph McTell.
Canzone interpretata anche da June Tabor.
Derek Bentley aveva 20 anni quando il 28 gennaio 1953 fu impiccato nella prigione di Wandsworth a Londra. Derek, che da piccolino aveva contratto l’epilessia in seguito ad una brutta caduta, vide aggravarsi le proprie condizioni di salute quando, durante la seconda guerra, una bomba nazista distrusse la sua casa lasciandolo gravemente ferito. A causa dei danni ricevuti, lo sviluppo mentale di Derek era pari a quello di un bambino di 11 anni. Nel 1952, insieme ad un amico, tentò una maldestra rapina. Scoperti e raggiunti dalla polizia, il complice - tal Christopher Craig di 16 anni – sparò uccidendo un poliziotto. Benchè non fosse nemmeno armato, Derek fu condannato a morte al posto di Christopher, cui non poteva essere inflitta la pena capitale perché minorenne.
Nel 1998, 45 anni dopo, il povero Derek Bentley,... (continua)
Parole e musica di Ralph McTell.
Canzone interpretata anche da June Tabor.
Derek Bentley aveva 20 anni quando il 28 gennaio 1953 fu impiccato nella prigione di Wandsworth a Londra. Derek, che da piccolino aveva contratto l’epilessia in seguito ad una brutta caduta, vide aggravarsi le proprie condizioni di salute quando, durante la seconda guerra, una bomba nazista distrusse la sua casa lasciandolo gravemente ferito. A causa dei danni ricevuti, lo sviluppo mentale di Derek era pari a quello di un bambino di 11 anni. Nel 1952, insieme ad un amico, tentò una maldestra rapina. Scoperti e raggiunti dalla polizia, il complice - tal Christopher Craig di 16 anni – sparò uccidendo un poliziotto. Benchè non fosse nemmeno armato, Derek fu condannato a morte al posto di Christopher, cui non poteva essere inflitta la pena capitale perché minorenne.
Nel 1998, 45 anni dopo, il povero Derek Bentley,... (continua)
In 1952 in Croydon
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/7/2014 - 21:23
Percorsi:
Pena di morte: omicidio del potere
Supper's Ready
Ho 67 anni suonati e nell'82 una mia amica i regalò A trick of the tail e Seconds Out: da allora ho praticamente tutti i dischi dei Genesis ma ho un dubbio atroce: sono matto forse per il fatto che (a parte i Pink Floyd, i Beatles e i Rolling Stones ) ogni canzone o cantante che ascolto mi sembrano robetta di poco conto? Sono maniaco ossessivo per un gruppo oppure questo gruppo arriva veramente a delle vette non usuali? Preciso che ho una formazione musicale di tipo classico (Beethoven. Chopin, Liszt etc.) e quindi penso di aver maturato un gusto musicale particolare per ciò che riguarda il rock: non mi accontento più. Anzi il mio mondo musicale è iniziato con i Genesis ed è terminato con i Genesis: per capire cosa sono , non solo dal punto di vista compositivo ma anche da quello della strumentazione occorre sentire le loro cose in cuffia: le sensazioni che danno sono straordinarie, a volte... (continua)
leonardo d'annunzio 9/7/2014 - 16:51
The Green Fields Of France (No Man's Land)
Ho scoperto questa canzone grazie a questo sito solo qualche tempo fa e non mi stanco di riascoltarla.
gianni 9/7/2014 - 16:00
Valdivia egu Lawxaru
Poesia di Rayen Kvyeh
Da "Luna dei primi germogli" (We coyvn ñi kvyeh)
Edizioni Gorée, Iesa (SI), 2006
Cura e traduzione di Antonio Melis e Luciano Giannelli
La colonizzazione si vede da migliaia di piccole cose. Ad esempio, al momento di costruire questa pagina cercavo, sull'elenco delle lingue predeterminato del sito, la lingua mapuche, o mapudungun; la avrei cercata invano, se non avessi conosciuto la denominazione coloniale data dai Conquistadores spagnoli a quell'idioma e al popolo che lo parla: araucano. Denominazione evidentemente ancora in uso, nonostante sia pienamente rifiutata dai Mapuche come segno indelebile della colonizzazione: nemmeno il diritto di chiamare la propria lingua col suo nome.
I Mapuche, la “gente della terra” stanziata prevalentemente nell'odierno Cile e, in parte, in Argentina. Sicuramente esisteranno chissà quante canzoni dei Mapuche, ma per parlarne in... (continua)
Da "Luna dei primi germogli" (We coyvn ñi kvyeh)
Edizioni Gorée, Iesa (SI), 2006
Cura e traduzione di Antonio Melis e Luciano Giannelli
La colonizzazione si vede da migliaia di piccole cose. Ad esempio, al momento di costruire questa pagina cercavo, sull'elenco delle lingue predeterminato del sito, la lingua mapuche, o mapudungun; la avrei cercata invano, se non avessi conosciuto la denominazione coloniale data dai Conquistadores spagnoli a quell'idioma e al popolo che lo parla: araucano. Denominazione evidentemente ancora in uso, nonostante sia pienamente rifiutata dai Mapuche come segno indelebile della colonizzazione: nemmeno il diritto di chiamare la propria lingua col suo nome.
I Mapuche, la “gente della terra” stanziata prevalentemente nell'odierno Cile e, in parte, in Argentina. Sicuramente esisteranno chissà quante canzoni dei Mapuche, ma per parlarne in... (continua)
Puñma wigu.
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 9/7/2014 - 14:38
This Land Is Your Land
Ragazzi, se posso, vorrei inserire, anche come commento se lo riterrete opportuno, questa mia considerazione sulla canzone.
Grazie in ogni caso.
Scritta nel 1940 in risposta all'ottimismo borghese di God Bless America di Irving Berlin, This Land Is Your Land si è fatta progressivamente strada nei cuori della working class americana, trasformandosi da inno patriottico studiato a scuola in masterpiece delle battaglie sociali e dei diritti civili. Ha infervorato la gioventù di Bob Dylan, trascinandolo verso la professione della musica (ascoltate la sua versione live del 1961 contenuta in No Direction Home: The Soundtrack, The Bootleg Series Vol.7, incredibilmente lenta e sofferta, ogni nota è un graffio, ogni accordo un pugno…); ha scolpito la maturità di Bruce Springsteen (cominciò a cantarla per protesta a 30 anni, all’epoca della campagna elettorale di Reegan per la presidenza USA, si... (continua)
Grazie in ogni caso.
Scritta nel 1940 in risposta all'ottimismo borghese di God Bless America di Irving Berlin, This Land Is Your Land si è fatta progressivamente strada nei cuori della working class americana, trasformandosi da inno patriottico studiato a scuola in masterpiece delle battaglie sociali e dei diritti civili. Ha infervorato la gioventù di Bob Dylan, trascinandolo verso la professione della musica (ascoltate la sua versione live del 1961 contenuta in No Direction Home: The Soundtrack, The Bootleg Series Vol.7, incredibilmente lenta e sofferta, ogni nota è un graffio, ogni accordo un pugno…); ha scolpito la maturità di Bruce Springsteen (cominciò a cantarla per protesta a 30 anni, all’epoca della campagna elettorale di Reegan per la presidenza USA, si... (continua)
Alessandro Carènzan 9/7/2014 - 12:34
Οι πρωθυπουργοί
Ho scoperto questa divertente canzone del “mangas” e patriarca del Rebetiko Márkos Vamvakáris su rebet-asker, sito interamente dedicato a quel genere musicale così particolare.
Canzone che dedico volentieri al nostro attuale premier Renzi(e) ma anche agli ex Letta, Monti e Berlusconi, primi ministri del recente passato che hanno fatto un gran bene al Paese e a cui va tutta la sincera gratitudine del popolo. Proprio così come cantava Vamvakáris, che nel 1936 salutava la quasi contemporanea dipartita - nel senso proprio dello schiattare - di ben tre ex primi ministri greci, tali Kondilis, Venizelos e Demergìs...
Canzone che dedico volentieri al nostro attuale premier Renzi(e) ma anche agli ex Letta, Monti e Berlusconi, primi ministri del recente passato che hanno fatto un gran bene al Paese e a cui va tutta la sincera gratitudine del popolo. Proprio così come cantava Vamvakáris, che nel 1936 salutava la quasi contemporanea dipartita - nel senso proprio dello schiattare - di ben tre ex primi ministri greci, tali Kondilis, Venizelos e Demergìs...
Bernart Bartleby 8/7/2014 - 23:23
Old Forgotten Soldier
[1974]
Parole e musica di Harry Nilsson.
Nel disco intitolato “Pussy Cats”, prodotto dall’amico John Lennon (che compare insieme a Nilsson nella divertente copertina)
Parole e musica di Harry Nilsson.
Nel disco intitolato “Pussy Cats”, prodotto dall’amico John Lennon (che compare insieme a Nilsson nella divertente copertina)
Reaching for a butterfly
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/7/2014 - 18:44
Non ti ricordi, mamma, quella notte
[1943]
Canzone dei partigiani garibaldini della brigata “Antonio Gramsci” operante in Valnerina, Umbria, tra il 1943 e il 1944.
Comunemente attribuita a Dante Bartolini, militante comunista, comandante partigiano (fu vice-comandante del battaglione “Guglielmo Morbidoni” col nome di battaglia di “Tito”), poi operaio delle acciaierie di Terni, poeta e cantore nel gruppo de La Valnerina.
Ne “La Valnerina ternana”, raccolta di canti pubblicata da i Dischi del Sole nel 1976, a cura di Valentino Paparelli e Alessandro Portelli, ricerca ripubblicata nel 2011 in formato libro + cd dell’editore Squi[libri].
Nel marzo del 1944 i partigiani della “Antonio Gramsci” riuscirono a creare la prima zona libera d'Italia, nella zona compresa tra la Valnerina e il territorio di Cascia e Leonessa.
Canzone dei partigiani garibaldini della brigata “Antonio Gramsci” operante in Valnerina, Umbria, tra il 1943 e il 1944.
Comunemente attribuita a Dante Bartolini, militante comunista, comandante partigiano (fu vice-comandante del battaglione “Guglielmo Morbidoni” col nome di battaglia di “Tito”), poi operaio delle acciaierie di Terni, poeta e cantore nel gruppo de La Valnerina.
Ne “La Valnerina ternana”, raccolta di canti pubblicata da i Dischi del Sole nel 1976, a cura di Valentino Paparelli e Alessandro Portelli, ricerca ripubblicata nel 2011 in formato libro + cd dell’editore Squi[libri].
Nel marzo del 1944 i partigiani della “Antonio Gramsci” riuscirono a creare la prima zona libera d'Italia, nella zona compresa tra la Valnerina e il territorio di Cascia e Leonessa.
Non ti ricordi, mamma, quella notte
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/7/2014 - 13:52
L'Internationale
TATARO (DEL VOLGA) [2] / (VOLGA) TATAR [2]
La versione nell'alfabeto latino-cirillico Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) del 1928. Probabilmente è la versione originale. L'immagine e il testo stampabile sono stati forniti da Arisztíd nel giugno 2015.
The Tatar Internationale's version in the Latin-Cyrillic scrpt Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) of 1928. Probably the original version. The image and the printable lyrics were contributed by Arisztíd in June 2015.
The Tatar Internationale's version in the Latin-Cyrillic scrpt Jaņalif (o Yañalif, Yangalif) of 1928. Probably the original version. The image and the printable lyrics were contributed by Arisztíd in June 2015.
INTRNATSIONAL
(continua)
(continua)
inviata da Arisztíd és RV / Arisztíd og RV 8/7/2014 - 11:57
L'Internationale
TATARO (DEL VOLGA) [1] / (VOLGA) TATAR [1]
La versione in lingua tatara del Volga nell'alfabeto latino rimasto ufficiale dal 1997 al 2004 (sostituito poi dall'alfabeto tataro-cirillico).
The Internationale's version in the Volga Tatar language according to the Latin script in official use from 1997 up to 2004 (then raplaced by the Tatar Cyrillic alphabet).
The Internationale's version in the Volga Tatar language according to the Latin script in official use from 1997 up to 2004 (then raplaced by the Tatar Cyrillic alphabet).
INTERNATSIONAL
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 8/7/2014 - 11:17
Il mercenario di Lucera
La canzone "Il mercenario di Lucera" vecchie rivendicazioni a parte non mi sembra molto politica. Il mercenario è uno che combatte a pagamento senza farsi troppi scrupoli. Ovvio che sia meglio per lui combattere per il più forte e ricco non per dei poveri che vivono nella jungla. Ideali politici? Solo delle donne altrettanto mercenarie e l'esaltazione del suo sacrificio ("Viva la morte mia e la gioventù"). Sembra la ballata di uno che si lascia alle spalle il suo paese dopo guai con la giustizia(di nero c'è solo la sua fedina)facendo il militare di professione anziché il bandito senza farsi troppi rimpianti per una vita qualunque ma più normale della sua.
Carlo 7/7/2014 - 16:12
Zdravljica
Nell'originale le strofe hanno la forma di una coppa di vino, cosa che è abbastanza inusuale.
Anonymus 7/7/2014 - 14:35
Στην αλάνα
Su Beloyannis io avevo messo la canzone di Mikis e qualche nota sulla sua vicenda: http://www.antiwarsongs.org/canzone.ph...
Gian Piero Testa 7/7/2014 - 04:49
Έρχονται χρόνια δύσκολα
Come data, credo che il 2000 vada bene, anche se Music Bazaar vende il disco come prodotto nel 2001. Stelios morì il 14 settembre 2001, dopo una lunga lotta contro il cancro, e "Vengono tempi difficili" è la canzone eponima di un disco singolarmente avaro di pezzi, che sono solamente sei. Questo sembra rivelare le difficoltà personali dell' ultimo scorcio di vita del grande Stelios - che, tra l'altro, si era fatto alquanto scorbutico. Non so se il disco sia uscito ancor vivente Kazantzidis, come emerge in Wikipedia: certo deve annoverarsi tra le ultime cose sue. L'ultimo cd di S.K., sempre del 2001, avrebbe il titolo di "Ta Pondiakà" (Le canzoni dei Greci del Ponto): ma non l'ho trovato da nessuna parte.
Gian Piero Testa 7/7/2014 - 04:44
Το δέντρο
Lo so, Bartleby, che sembro un po' soffrire di pigrizia (e per questo vi esorto a esortarmi), ma questa canzone l'avevo già mandata ad AWS, quando avevo voluto dare un degno spazio a Manos Loizos. La trovi qui : Τα τραγούδια μας.
La mia preferenza a contribuire dischi interi rende più difficile rintracciare le singole canzoni; e questo è innegabilmente un problema.
La mia preferenza a contribuire dischi interi rende più difficile rintracciare le singole canzoni; e questo è innegabilmente un problema.
Gian Piero Testa 7/7/2014 - 04:22
Vitti na crozza
Un canto popolare non rimane inalterato nel tempo, cambia anche di luogo in luogo. Vitti una crozza potrebbe essere aperto oggi a nuove versioni, secondo la fantasia di chicchessia, magari affrontando dolorose problematiche attuali.
Per quanto riguarda la versione antica, quella che ho sempre conosciuto fin dagli anni '50(fosse o non fosse stata già rimaneggiata) è vicina a quella espressa il 22/1/2013 da Roberto, ma do un altro senso al dialogo tra il vivo e il morto, nel quale mi sembra ci possa essere anche un significato religioso:
(IL VIVO:) Vidi un teschio sopra un cannone,
fui curioso e gli volli domandare,
lui mi rispose con gran dolore:
(IL MORTO:)“Sono morto senza tocco di campane”.
(IL VIVO:)Sono andati, sono andati i miei anni
Sono andati, sono andati … non so dove,
ora che sono arrivato agli 80 anni
chiamo la morte e lei mi risponde:
(IL MORTO:)“Preparatemi, preparatemi... (continua)
Per quanto riguarda la versione antica, quella che ho sempre conosciuto fin dagli anni '50(fosse o non fosse stata già rimaneggiata) è vicina a quella espressa il 22/1/2013 da Roberto, ma do un altro senso al dialogo tra il vivo e il morto, nel quale mi sembra ci possa essere anche un significato religioso:
(IL VIVO:) Vidi un teschio sopra un cannone,
fui curioso e gli volli domandare,
lui mi rispose con gran dolore:
(IL MORTO:)“Sono morto senza tocco di campane”.
(IL VIVO:)Sono andati, sono andati i miei anni
Sono andati, sono andati … non so dove,
ora che sono arrivato agli 80 anni
chiamo la morte e lei mi risponde:
(IL MORTO:)“Preparatemi, preparatemi... (continua)
Nicola 5/7/2014 - 19:13
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