Evenu Shalom Alehem
anonimo
Non è il saluto dei primi cristiani ma l'antichissimo saluto ebraico "la pace sia con voi", letteralmente "portiamo pace su di voi", in lingua aramaica. L'ultima parola "aleihem, alekhem, alekhe"… è di difficile trascrizione per l'aspirazione alla "calabrese" dopo la prima e molto chiusa: a-lei-kh-m , ed altro non è che il saluto in lingua araba salam aleikhum da cui deriva anche l'espressione figurata "fare un sacco di salamelecchi" ovvero sbracciarsi enormemente per un gran saluto formale anche un po' esagerato.
Davide Giamp 11/6/2014 - 19:20
Sognando
Grazie a tutti, anche ai livornesi (diavoli accesi), che se non ci mettono almeno un tentativo di far ridere, non si sentono tali. Sì, Riccardo, le diatribe regionalistiche lasciano il tempo che trovano e sono - forse - divertenti soltanto al bar con gli amici. Qui parliamo di questa canzone che, pian piano, sta sorgendo dal dimenticatoio dove era stata relegata. Lo dimostra il fatto che nonh ho mai potuto toglierla dal repertorio fin dall'anno in cui l'ho scritta (1971) e vi assicuro che cantarla nei concerti non è stato sempre facile in quegli anni....
Don Backy 11/6/2014 - 18:09
Un giorno di festa
2014
Un giorno di festa
La crisi si sente e colpisce tutti, soprattutto noi gente di strada. Era già difficile poter trovare lavoro per i figli appena usciti dalla loro esperienza scolastica, ma in questo ultimo periodo sono tanti..troppi anche i papà che sono stati licenziati e cercano un'occupazione che in età adulta è ancora più difficile da trovare. Ma le giornate obbligatoriamente "libere" di padri e figli disoccupati hanno l'aspetto positivo di far scoprire aspetti personali gli uni degli altri che mai sarebbero emersi in tempi "occupati". Complicità e solidarietà di padre e figlio possono portare anche speranza e ottimismo, così da vivere un giorno senza occupazione come "un giorno di festa"
Un giorno di festa
La crisi si sente e colpisce tutti, soprattutto noi gente di strada. Era già difficile poter trovare lavoro per i figli appena usciti dalla loro esperienza scolastica, ma in questo ultimo periodo sono tanti..troppi anche i papà che sono stati licenziati e cercano un'occupazione che in età adulta è ancora più difficile da trovare. Ma le giornate obbligatoriamente "libere" di padri e figli disoccupati hanno l'aspetto positivo di far scoprire aspetti personali gli uni degli altri che mai sarebbero emersi in tempi "occupati". Complicità e solidarietà di padre e figlio possono portare anche speranza e ottimismo, così da vivere un giorno senza occupazione come "un giorno di festa"
Dai divertiamoci non disperiamoci adesso
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 11/6/2014 - 15:35
L'estaca
Affabulando di άμαξα e di αμάξι, mi accorgo solo adesso e per caso di essere finito in un fosso etimologico con tutti questi carri e carretti: altro che parola turca, è greca che di più non si può! Su di una ἄμαξα per es. andò Nausicaa al fiume (Od. VII, 37). Era il carro a quattro ruote. Mi consolo vedendo che il Babiniotis lo descrive con un solo asse, forse confondendo ἄμαξα (o anche ἀμᾶξα) con ἅρμα, il carro da guerra (e ancora oggi il carro armato viene così chiamato ufficialmente, al posto del più familiare τανκ). Ho fatto confusione con αραμπάς (dal turco "araba", a sua volta dal persiano): ma la Repubblica avrebbe il diritto di farsi restituire la mia maturità classica, che mi riconobbe nel lontano 1960.
Gian Piero Testa 10/6/2014 - 09:21
Leaving On A Jet Plane
The song was repurposed with a new meaning that belied the literal lyrics. We looked forward to the "leaving on a jet plane" and the rest of the words were either ignored or reimagined to fit into the "going home" theme. We arrived and departed on civilian chartered commercial airliners flown by the contractor World Airways. The dream was the moment the plane taking us home would lift off the runway, which would be the gateway moment back to reality. Everything was surreal until then. You had to be there.
You Had to Be There to Get It 10/6/2014 - 01:31
Lamentu d’una matri
d'après la version italienne – LAMENTO DI UNA MADRE – Salvatore Quasimodo – 1954
d'une chanson sicilienne - LAMENTU D’UNA MATRI – Ignazio Buttitta - 1947-53
d'une chanson sicilienne - LAMENTU D’UNA MATRI – Ignazio Buttitta - 1947-53
LAMENTATION D'UNE MÈRE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 9/6/2014 - 21:42
Dint' 'o mercato
Si veda la ricca introduzione a 'O cunto 'e Masaniello.
Bernart Bartleby 9/6/2014 - 15:21
Hiroshima
[2008]
Parole e musica di Gianni Lamagna.
Nel disco intitolato “Ninna nanna senza nome”.
Parole e musica di Gianni Lamagna.
Nel disco intitolato “Ninna nanna senza nome”.
Radio Tokyo informa che
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 14:51
Percorsi:
Hiroshima e Nagasaki 広島市 - 長崎市
Ninna nanna senza nome
[2008]
Parole e musica di Gianni Lamagna.
La canzone che dà il titolo al disco.
Parole e musica di Gianni Lamagna.
La canzone che dà il titolo al disco.
‘E criature chiagneno
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 14:45
Percorsi:
Violenza sull'infanzia
Sotto il velo del cielo
[1998]
Nel disco intitolato “Pesce d' 'o Mare”.
Nel disco intitolato “Pesce d' 'o Mare”.
La terra gira da una parte e poi dall'altra,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 14:13
Tzigari
[1996]
Nel disco intitolato “Incanto acustico”
Nel disco intitolato “Incanto acustico”
Tzigari,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 14:06
Percorsi:
I Rom, il razzismo, il Porrajmos
Gli occhi di Salgado
[2001]
Nel disco intitolato “La voce del grano”.
Parole di Pasquale Ziccardi
Musica di Corrado Sfogli, Michele Signore e Pasquale Ziccardi.
Nel disco intitolato “La voce del grano”.
Parole di Pasquale Ziccardi
Musica di Corrado Sfogli, Michele Signore e Pasquale Ziccardi.
Senza parla',
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 12:08
Percorsi:
Violenza sull'infanzia
Terra bruciata
[1992]
Scritta da Carlo Faiello (Napoli, 10 ottobre 1958), cantautore e compositore italiano, membro della N.C.C.P. negli anni 90.
Nel disco intitolato “Medina”.
Terra bruciata, “terra dei fuochi”…
Scritta da Carlo Faiello (Napoli, 10 ottobre 1958), cantautore e compositore italiano, membro della N.C.C.P. negli anni 90.
Nel disco intitolato “Medina”.
Terra bruciata, “terra dei fuochi”…
Terra bruciata mille culure cunzumate
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/6/2014 - 11:47
Percorsi:
Guerra alla Terra, Mafia e mafie
Lacreme 'e cundannate
Anche nei dischi “Jesce Sole” di Marina Pagano (1973) e “Noi chiamammo Libertà” realizzato nel 1976 dal Gruppo Sperimentale di Canto Popolare con Margot e Fausto Cigliano, a cura di Anton Virgilio Savona.
Bernart Bartleby 9/6/2014 - 11:06
Animal
[2013]
Album Archer
Album Archer
What kind of animal are you?
(continua)
(continua)
inviata da Daniel(e) BELLUCCI 8/6/2014 - 11:16
Desculpe, Neymar
Il cantautore brasiliano dà voce alla parte critica del Paese, che si oppone alla Coppa del mondo e invita a boicottarla
Articolo
Articolo
Desculpe, Neymar
(continua)
(continua)
inviata da adriana 8/6/2014 - 09:33
Una historia real
Censura al settimanale satirico "El Jueves"
"El Jueves" è uno storico settimanale satirico pubblicato a Barcellona dal 1977. Ironicamente l sottotitolo è "La rivista che esce il mercoledì". Tuttavia la settimana scorsa "El Jueves" non era disponibile nelle edicole di mercoledì e l'uscita è stata posticipiata al giorno successivo.
Il motivo è uno solo: censura. La casa editrice che pubblica il settimanale umoristico, che potremmo paragonare per irriverenza al nostro Vernacoliere, si è rifiutata di pubblicare la copertina firmata Manel Fontdevilla dedicata all'abdicazione di Juan Carlos, anche se naturalmente era la notizia del giorno. Il settimanale ha dovuto posticipare l'uscita e sembra che 60000 copie già stampate siano state mandate al macero. Infatti la casa editrice è una delle più importanti di Spagna e non condivide certo la linea antimonarchica del giornale catalano.
Per protesta... (continua)
"El Jueves" è uno storico settimanale satirico pubblicato a Barcellona dal 1977. Ironicamente l sottotitolo è "La rivista che esce il mercoledì". Tuttavia la settimana scorsa "El Jueves" non era disponibile nelle edicole di mercoledì e l'uscita è stata posticipiata al giorno successivo.
Il motivo è uno solo: censura. La casa editrice che pubblica il settimanale umoristico, che potremmo paragonare per irriverenza al nostro Vernacoliere, si è rifiutata di pubblicare la copertina firmata Manel Fontdevilla dedicata all'abdicazione di Juan Carlos, anche se naturalmente era la notizia del giorno. Il settimanale ha dovuto posticipare l'uscita e sembra che 60000 copie già stampate siano state mandate al macero. Infatti la casa editrice è una delle più importanti di Spagna e non condivide certo la linea antimonarchica del giornale catalano.
Per protesta... (continua)
8/6/2014 - 00:02
Contro la mafia (a Crimor)
Poesia di: Salvatore Azzaro da Giarratana, poeta e cantautore impegnato contro le mafie.
www.salvatoreazzaro.it
salvatoreazzaro59
www.salvatoreazzaro.it
salvatoreazzaro59
Forti leggere
(continua)
(continua)
inviata da Salvatore Azzaro da Giarratana 7/6/2014 - 19:42
Percorsi:
Mafia e mafie
Federico
"Federico" è una canzone dedicata alla memoria di Federico Aldrovandi, che qualcuno ancora non vuole rispettare.
"Buongiorno a voi, signori della corte, premetto a tutti: io sono innocente.
(continua)
(continua)
inviata da adriana 7/6/2014 - 16:38
‘N galera chi pane e lavoro
Chanson lucanienne (Italien) – ‘N galera chi pane e lavoro – Rocco Scotellaro – 1951
Dans la section “Canti popolari” du recueil “Tutte le poesie (1940-1953)”, Milano, Oscar Mondadori, 2004.
Texte tiré de Rabatana, bagatelle e cammei tricaricesi.
Juste un rappel, dit Lucien l'âne :
"Noi, non siami cristiani, siamo somari...", disaient les paysans de Lucanie tout comme leurs frères du monde entier.
Exactement, dit Marco Valdo M.I. et nous aussi... Et ce pendant, en effet, nous, on ne lui a rien fait à ce Christ et de plus, on n'a pas l'intention de lui faire quoi que ce soit à ce gars-là.
Surtout qu'il est mort depuis si longtemps... Alors tissons le suaire de ce monde prosélytique, chrétien, apostolique et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
Dans la section “Canti popolari” du recueil “Tutte le poesie (1940-1953)”, Milano, Oscar Mondadori, 2004.
Texte tiré de Rabatana, bagatelle e cammei tricaricesi.
Juste un rappel, dit Lucien l'âne :
"Noi, non siami cristiani, siamo somari...", disaient les paysans de Lucanie tout comme leurs frères du monde entier.
Exactement, dit Marco Valdo M.I. et nous aussi... Et ce pendant, en effet, nous, on ne lui a rien fait à ce Christ et de plus, on n'a pas l'intention de lui faire quoi que ce soit à ce gars-là.
Surtout qu'il est mort depuis si longtemps... Alors tissons le suaire de ce monde prosélytique, chrétien, apostolique et cacochyme.
Heureusement !
Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane
EN PRISON QUI DEMANDE PAIN ET TRAVAIL
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 6/6/2014 - 13:40
Sergio Endrigo: Il dolce Paese
Chanson italienne - Il dolce Paese - Sergio Endrigo – 1968
Je propose cette chanson, toutefois prudemment comme Extra, parce que je trouve que ses strophes et sa marche musicale de fanfare de village un peu débile, avec mandolines et tubas, est le meilleur commentaire de cette journée grondante de rhétorique patriotarde (En Italie, le 2 juin est dite « fête de la république » et jour de la parade militaire nationale) à laquelle on a immanquablement ajouté l'embrassade à « nos » deux « maròs » (fusiliers marins ou commandos de marine italiens) emprisonnés en Inde depuis plus de deux ans, qui justement aujourd'hui ont pensé à bien élever la voix en professant leur innocence et en affirmant avoir seulement obéi aux ordres…
Eh bien, sur cet événement embrouillé, le meilleur commentaire est sûrement la première strophe de cette chanson d'Endrigo. Et en effet, cette histoire des deux maròs est... (continua)
Je propose cette chanson, toutefois prudemment comme Extra, parce que je trouve que ses strophes et sa marche musicale de fanfare de village un peu débile, avec mandolines et tubas, est le meilleur commentaire de cette journée grondante de rhétorique patriotarde (En Italie, le 2 juin est dite « fête de la république » et jour de la parade militaire nationale) à laquelle on a immanquablement ajouté l'embrassade à « nos » deux « maròs » (fusiliers marins ou commandos de marine italiens) emprisonnés en Inde depuis plus de deux ans, qui justement aujourd'hui ont pensé à bien élever la voix en professant leur innocence et en affirmant avoir seulement obéi aux ordres…
Eh bien, sur cet événement embrouillé, le meilleur commentaire est sûrement la première strophe de cette chanson d'Endrigo. Et en effet, cette histoire des deux maròs est... (continua)
LE DOUX PAYS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 6/6/2014 - 10:10
Cantata per Rocco Scotellaro
Cantata per Rocco Scotellaro
[1975]
Testo e musica di Nadia Furlon e Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
Lyrics and music by Nadia Furlon and Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
"E' stato uno dei primi gruppi della Cooperativa L’Orchestra, l'etichetta musicale degli Stormy Six. Il loro disco, che prendeva il nome Quarto Stato, uscito nel 1975, ha avuto un certo ruolo nel campo della nuova musica politica, grazie alle numerose esibizioni, sostenute anche all’estero, soprattutto in Germania. Il disco era firmato dai due componenti del Quarto Stato, Nadia Furlon e Mario Acquaviva, che provenivano dalla Commissione Culturale del Movimento Studentesco, e si avvaleva del contributo di musicisti occasionalmente strappati al terreno jazzistico, Gaetano Liguori, Roberto Del Piano. C’erano alcuni pezzi che si elevavano sopra gli altri, Il brigante, Luca Marano (ripresi dalle tradizioni popolari... (continua)
[1975]
Testo e musica di Nadia Furlon e Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
Lyrics and music by Nadia Furlon and Mario Acquaviva
Album: Quarto Stato
"E' stato uno dei primi gruppi della Cooperativa L’Orchestra, l'etichetta musicale degli Stormy Six. Il loro disco, che prendeva il nome Quarto Stato, uscito nel 1975, ha avuto un certo ruolo nel campo della nuova musica politica, grazie alle numerose esibizioni, sostenute anche all’estero, soprattutto in Germania. Il disco era firmato dai due componenti del Quarto Stato, Nadia Furlon e Mario Acquaviva, che provenivano dalla Commissione Culturale del Movimento Studentesco, e si avvaleva del contributo di musicisti occasionalmente strappati al terreno jazzistico, Gaetano Liguori, Roberto Del Piano. C’erano alcuni pezzi che si elevavano sopra gli altri, Il brigante, Luca Marano (ripresi dalle tradizioni popolari... (continua)
Piangono i padri
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/6/2014 - 15:35
Il meridionale
[1962]
Parole e musica di Franco Trincale
Nell’LP autoprodotto intitolato “Canzoni in piazza!”
Testo trovato su Il Deposito
Parole e musica di Franco Trincale
Nell’LP autoprodotto intitolato “Canzoni in piazza!”
Testo trovato su Il Deposito
Io sono nato laggiù in Meridione
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/6/2014 - 14:21
Berlin
[1965]
Parole e musica di Leo Di Gianantonio, in arte Leo Valeriano, che negli anni 60 fu uno dei promotori della cosiddetta “musica alternativa di destra”.
(Indicate tra parentesi alcune lievi variazioni inserite in una versione successiva del brano).
Testro trovato su Lorien – Archivio storico della musica alternativa
Era il giorno di Natale del 1965 e Leo Valeriano salì su una torretta del Check Point Charlie a Berlino Ovest, imbracciò la chitarra e si mise a cantare questa sua canzone all’indirizzo dell’Est, sotto gli sguardi della Volkspolizei (i “VoPos”) della Repubblica Democratica Tedesca…
Poi andò a rendere omaggio a Peter Fechter, nel luogo in cui il giovane appena diciottenne fu colpito dai Vopos il 17 agosto 1962 mentre tentava di scavalcare il Muro, e lasciato morire dissanguato, senza assistenza medica, nella “terra di nessuno”…
L’altro nome citato nella canzone è quello... (continua)
Parole e musica di Leo Di Gianantonio, in arte Leo Valeriano, che negli anni 60 fu uno dei promotori della cosiddetta “musica alternativa di destra”.
(Indicate tra parentesi alcune lievi variazioni inserite in una versione successiva del brano).
Testro trovato su Lorien – Archivio storico della musica alternativa
Era il giorno di Natale del 1965 e Leo Valeriano salì su una torretta del Check Point Charlie a Berlino Ovest, imbracciò la chitarra e si mise a cantare questa sua canzone all’indirizzo dell’Est, sotto gli sguardi della Volkspolizei (i “VoPos”) della Repubblica Democratica Tedesca…
Poi andò a rendere omaggio a Peter Fechter, nel luogo in cui il giovane appena diciottenne fu colpito dai Vopos il 17 agosto 1962 mentre tentava di scavalcare il Muro, e lasciato morire dissanguato, senza assistenza medica, nella “terra di nessuno”…
L’altro nome citato nella canzone è quello... (continua)
A nord e a sud si parla
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/6/2014 - 14:00
Cristo è là
2014
Mo' mo'
(Audioglobe, New Model Label)
Cristo è là è posta vicino alla chiusura: è un brano reggae dedicato a Federico Aldrovandi e il testo si basa sulle parole di Lino Aldrovandi in memoria del figlio assassinato.
23 dicembre 2013
Il giorno che venisti al mondo fu il più bello della mia vita e vorrei tanto tenerti ancora in braccio, perché non ci si può abituare all’orrore della morte, all’orrore dell’uccisione di un figlio. Ora dopo ben otto anni da quando 4 individui con una divisa addosso ti uccisero senza una ragione, non mi è rimasto altro che raccontare quanto meraviglioso voglia dire essere stato tuo papà, nella gioia, nell’amore e maledettamente nel dolore insopportabile di non poterti mai più avere accanto. Ma tanti altri padri, madri, sorelle, fratelli, figli e figlie di altre vittime potrebbero dire la stessa cosa, testimoni in prima persona di tempi, da troppo, mai... (continua)
Mo' mo'
(Audioglobe, New Model Label)
Cristo è là è posta vicino alla chiusura: è un brano reggae dedicato a Federico Aldrovandi e il testo si basa sulle parole di Lino Aldrovandi in memoria del figlio assassinato.
23 dicembre 2013
Il giorno che venisti al mondo fu il più bello della mia vita e vorrei tanto tenerti ancora in braccio, perché non ci si può abituare all’orrore della morte, all’orrore dell’uccisione di un figlio. Ora dopo ben otto anni da quando 4 individui con una divisa addosso ti uccisero senza una ragione, non mi è rimasto altro che raccontare quanto meraviglioso voglia dire essere stato tuo papà, nella gioia, nell’amore e maledettamente nel dolore insopportabile di non poterti mai più avere accanto. Ma tanti altri padri, madri, sorelle, fratelli, figli e figlie di altre vittime potrebbero dire la stessa cosa, testimoni in prima persona di tempi, da troppo, mai... (continua)
Ammiro il cielo
(continua)
(continua)
inviata da DoNQuijote82 4/6/2014 - 00:15
×