“L’IMPEGNO DI MIO PADRE E LA VIOLENZA DEL POTERE”. PARLA LA FIGLIA DI GIUSEPPE PINELLI
“Dalla lotta partigiana al movimento anarchico e alla non violenza, Pino era un ottimista che viveva con entusiasmo quel tempo di speranze e di profondi cambiamenti. Con la sua tragica morte è diventato un simbolo dei diritti negati e dei connotati violenti che può assumere il potere”. Claudia Pinelli ricorda il padre Giuseppe, volato da una finestra della Questura di Milano la notte del 15 dicembre 1969.
di Laura Tussi, da peacelink.it, ripreso da MicroMega in data 29 maggio 2014.
Il ricordo di tuo padre è stato un punto fermo nella vita della famiglia Pinelli. Quali sono le parole più significative e gli ideali più alti che la sua memoria ti ha trasmesso?
Il suo ricordo sicuramente è un punto fermo nella nostra famiglia e abbiamo dovuto testimoniarlo innumerevoli volte, ma la memoria sua e di quello... (continua)
Guardando il video mi sono accorto che ci sarebbe una terza strofa di cui però non sono riuscito a reperire il testo, nemmeno su www.almamegretta.net...
Grazie a tutti, specialmente a Donquijote82, al grande Riccardo, a Lorenzo, Bart, Gian Piero e Flavio, lasciamo perde le femmine. Sto chiudendo 'na tappa nella mia vita e vi voglio augurare ogni bene, pace e prosperità. Questa qua vi tocca tradursela da soli, ma vale la pena. Poi, se le frontiere permangono, pazienza, fu sempre così. Un abbraccio forte... e a riscriverci, nel non più definito futuro.
Krzysiek
Due parole del traduttore. Ogni tanto, e ribadisco ogni tanto, mi piglia l'ùzzolo di fare traduzioni ritmiche o roba del genere. In questo caso specifico, però, era abbastanza facile data la struttura della canzone. Ciò cui ho tentato di resistere eroicamente, è di mettermi a fare il cantore popolare; il linguaggio è sì un po' popolaresco, ma senza esagerare (la cosa più dura da digerire sarà magari l'uso, toscano assai, del “c'è” al posto di “ci sono”; qui da noi è comunissimo, e in questo caso salvifico per tenere il ritmo). Dovrei dire che è cantabile, ma so di rischiare di vedermi comparire Gabriel Yacoub alla porta con un machete; comunque, cosa fatta, capo ha. [RV]
LANDRY (continua)
27/5/2014 - 22:17
Ne approfitto, qua, per rispondere un attimo al “tema” di Flavio Poltronieri apposto in calce a L'auberge sanglante. Per natura, io sarei stato uno da faro sull'isoletta o da casaccia di pietra in cima alla Valsusa, in compagnia di tonnellate di libri; cosa che mi si è manifestata fin dalla prima adolescenza, non sono mai stato un modello di socialità. Probabilmente, senza Internet avrei preferito farmi il mio cammino da solo; poi, lo ammetto, è arrivata Internet e ci ho letteralmente buttato dentro conoscenze matte e disperatissime. Poi, naturalmente, andrà a finire che non lasceranno traccia alcuna, esattamente come se me ne fossi stato a scrivere di locande sanguinose e di paesini con le ragazze da sposare su quadernacci bisunti (cosa che ho fatto per anni). Quindi tutto quel che faccio deve essere considerato né più e né meno come il famoso baule. Avere con te tante cose in comune, credo... (continua)
visto che è stato inserito il video de “il pan pentito“ vi prego di andare ad ascoltarla dalla voce della nostra cara compianta Dodi Moscati, i suoi dischi a meta' degli anni 70 sono capolavori.
La miseria l'è un gran malanno 1974
Filastrocche / La miseria / La differenza fra possidente e contadino / Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso / Non vi meravigliate / Un contadino che ammazza il padrone / E anco ar mi marito / La mamma 'un vole / Non posso più cantar / Voglio marito / Il fornacione / Stornelli lucchesi / Senti mio caro Adolfo
Ti converrà mangiare i' pan pentito 1975
Leone, c'è una signora che ti vole / Tramonta o sole / Pane e cacio / I contadini e gli sfruttatori /Ecco la sposa / Stornelli senesi / Canta galletto / Ninna nanna / Stella stellina / La Santa Caterina / Acqua corrente /Gismonda / Trucci trucci cavallino / E maledico chi vorse la guerra / Le raccolte in Casentino / Cetica e Raggiolo / O montagnol ch'io mi confessai / Stoccafisso e baccalà / Il povero merlo / Un'ottava alla rovescia / Maggio
Chiedo venia se mi intrometto in quel bellissimo consesso internautico, ma non riesco a trattenermi dal citare una frase memorabile che ho scoperto oggi casualmente sott'un video di Lech Janerka. In polacco è così: "Kłótnia w internecie ma tyle sensu co robienie balonów z ołowiu." Tradotta, fa quel lavoro: "Un battibecco in Internet ha lo stesso senso che la fabbricazione dei palloncini in piombo". Sperando che valga soltanto per i bisticci, vi saluto in vece di krzyś (che è sbagliato scrivere con la maiuscola), un personaggio nato su queste pagine come il mio "alter ego" di, come minimo, 30 anni fa. E per questo che di solito faccia i commentini a sproposito, per non dire "del cazzo". Ma voglio difendere anche io il mio eroe, la mia solitudine e il mio diritto di strafregarsene del cosidetta "normalità". Mi congedo (a sproposito, come di regola) con un brano sucitato.
Salud!
Aggiungo che nell'LP la poesia, attribuita a "Wolf Iermann", è riportata in una versione italiana piuttosto approssimativa (lo dico da persona che non sa il tedesco: "Müntzer" diventa "Munzer", "Morgensterne" "stendardi" e "Waffenlosen" "coloro che cercano pace") e priva delle due strofe centrali, che pure vengono recitate in lingua originale nella canzone.
Pasquale 27/5/2014 - 21:26
Io invece aggiungo che ne ho approfittato per chiarire un'ambiguità nella mia traduzione italiana (e, di rimando, in quella inglese e in quella greca). Ambiguità derivata da una mia scelta arbitraria: avevo infatto tradotto il verso gegen seine Unterdrücker, die sie endlich verstehen riportandolo a un singolare collettivo ("...contro il suo oppressore, che lui infine capisce") mentre nell'originale è tutto al plurale. Così facendo, non si comprendeva bene se a capire fosse il facchino boliviano o l'oppressore. Ho quindi rimesso nelle traduzioni tutto al plurale, come dall'originale, eliminando l'ambiguità.
Il grazie a Pasquale si estende quindi all'aver come "riaperto" questa pagina permettendomi di migliorarla. Quanto alla traduzione italiana presente nell' LP, ne ignoravo l'esistenza: non ho mai posseduto il vinile e la stereocassetta che ho fin dagli anni '70 (oramai defunta...) era piratata... (continua)
Rysiek nacque in Alta Slesia, una regione delle miniere di carbone nella Polonia meridionale. Allora procurarsi la morfina era quasi impossibile...se no, forse sarebbe ancora fra di noi...così va la vita :)
E questo blues parla di luogo dove nacque