All Things Are Quite Silent
[18° secolo?]
Un brano tradizionale, quasi sicuramente di epoca settecentesca, il cui testo compare per la prima volta in una raccolta datata 1904.
Nel primo album degli Steeleye Span, “Hark! The Village Wait” del 1970.
Testo trovato sull’ottimo Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
Lamento di una donna il cui marito è stato sequestrato da una “press-gang”, costretto con la forza ad arruolarsi nella Royal Navy… Cose che capitavano tra 600 e 700, quando ogni cosa era consentita in nome di Dio, del re e delle loro guerre… L’odiosa pratica terminò solo dopo la sconfitta di napoleone nel 1814.
Un brano tradizionale, quasi sicuramente di epoca settecentesca, il cui testo compare per la prima volta in una raccolta datata 1904.
Nel primo album degli Steeleye Span, “Hark! The Village Wait” del 1970.
Testo trovato sull’ottimo Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music.
Lamento di una donna il cui marito è stato sequestrato da una “press-gang”, costretto con la forza ad arruolarsi nella Royal Navy… Cose che capitavano tra 600 e 700, quando ogni cosa era consentita in nome di Dio, del re e delle loro guerre… L’odiosa pratica terminò solo dopo la sconfitta di napoleone nel 1814.
All things are quite silent, each mortal at rest,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/5/2014 - 09:46
White Man
[1986]
Scritta da Peter Knight, voce e violino della formazione inglese.
Nell’album intitolato “Back in Line”. Poi anche nell’album dal vivo “Tonight's the Night”.
Suprema sintesi di Storia del Colonialismo, quello inglese in particolare...
Scritta da Peter Knight, voce e violino della formazione inglese.
Nell’album intitolato “Back in Line”. Poi anche nell’album dal vivo “Tonight's the Night”.
Suprema sintesi di Storia del Colonialismo, quello inglese in particolare...
Some sing of their glory
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2014 - 21:05
Minguccio
Carissimi Bernart e Krzys, visto che avete apprezzato Tonino Zurlo, vi invito ad ascoltare anche quest'altra (anche se non è una anti-war song ma piuttosto una anti-slanders song)
http://www.infinititesti.com/2014/05/0...
http://www.infinititesti.com/2014/05/0...
Flavio Poltronieri 18/5/2014 - 18:54
Lift Girl's Lament
[1962]
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Un singolo pubblicato in Sudafrica nel 1962.
Un classico di Jeremy Taylor, presente in tutte le compilation successive, a partire da “Ag Pleez Deddy” (titolo del suo brano forse più famoso)
Il lamento dell’ascensorista sfruttata, malpagata e rovinata dal lavoro, lei che avrebbe voluto fare la hostess sugli aerei...
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Un singolo pubblicato in Sudafrica nel 1962.
Un classico di Jeremy Taylor, presente in tutte le compilation successive, a partire da “Ag Pleez Deddy” (titolo del suo brano forse più famoso)
Il lamento dell’ascensorista sfruttata, malpagata e rovinata dal lavoro, lei che avrebbe voluto fare la hostess sugli aerei...
Going up!
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2014 - 14:13
La musica è finita
[2012]
Parole di Alessandro Hellmann
Musica di Rosario Di Bella
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
Parole di Alessandro Hellmann
Musica di Rosario Di Bella
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
C’è un silenzio assordante
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2014 - 13:25
Girotondo
[2012]
Parole di Abner Rossi
Musica di Mario Berlinguer
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
Parole di Abner Rossi
Musica di Mario Berlinguer
Nell’album intitolato "Se io ho perso... chi ha vinto?", raccolta di brani inediti di autori contemporanei (Edizioni Maremosso).
Guarda guarda il mondo che non è più tondo
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/5/2014 - 13:22
Quirra
[2014]
Album: Ali di stracci
"Quirra è nata come un martirio, per quello che hanno permesso di fare a questa terra. Non puoi vedere la grande bellezza e poi c'è chi fa di tutto per mutilarla, storpiarla, stuprarla». «Quirra» è la canzone che racconta l'identità violata: «Io sanguinerò per l'agonia di questa terra». «L'ho scritta in un giorno particolare. Ho incontrato per strada uno dei tanti estimatori, uno di quelli che ti fermano e poi cominciano a raccontarti le loro storie. E tu hai il dovere di ascoltarli, sei una specie di fratello maggiore. Questo signore, Giancarlo, col quale sono diventato amico, mi racconta la storia del figlio perso a 27 anni a Teulada dove faceva il militare. Io non sapevo cosa dire, un imbarazzo incredibile. Questo ragazzo mi sembrava di vederlo. Giancarlo mi ferma e toccandomi il braccio mi dice tu e fa una pausa tu devi fare qualcosa. E allora non sei più... (continua)
Album: Ali di stracci
"Quirra è nata come un martirio, per quello che hanno permesso di fare a questa terra. Non puoi vedere la grande bellezza e poi c'è chi fa di tutto per mutilarla, storpiarla, stuprarla». «Quirra» è la canzone che racconta l'identità violata: «Io sanguinerò per l'agonia di questa terra». «L'ho scritta in un giorno particolare. Ho incontrato per strada uno dei tanti estimatori, uno di quelli che ti fermano e poi cominciano a raccontarti le loro storie. E tu hai il dovere di ascoltarli, sei una specie di fratello maggiore. Questo signore, Giancarlo, col quale sono diventato amico, mi racconta la storia del figlio perso a 27 anni a Teulada dove faceva il militare. Io non sapevo cosa dire, un imbarazzo incredibile. Questo ragazzo mi sembrava di vederlo. Giancarlo mi ferma e toccandomi il braccio mi dice tu e fa una pausa tu devi fare qualcosa. E allora non sei più... (continua)
Mi lascerò morire a Quirra
(continua)
(continua)
inviata da adriana 18/5/2014 - 10:57
A Night to Remember
Parole e musica di Jeremy Taylor.
Nel suo disco dal vivo “Live in Chicago” del 2005
Testo trovato su 3rd Ear Music
Nei pressi di Grahamstown, Sudafrica, notte del 18 agosto 1977.
Due agenti della South African Police hanno allestito un posto di blocco. Hanno l’ordine di intercettare ed arrestare un “kaffir”, un negro che pare abbia pisciato troppo lungo e deve essere fermato.
Si aspettano anche che il ricercato sia accompagnato da qualcuno di quegli spregevoli bianchi traditori ebrei comunisti che se la fanno coi sovietici...
I due aspettano pazienti, parlando in afrikaans del più e del meno: il dovere, l’ordine, quel che ha detto loro il superiore, che è Dio ad aver creato differenti i bianchi e i neri, come il sole e la luna, che non possono mescolarsi mai, checchè ne dicano gli agitatori, sporchi kaffir o bianchi comunisti...
Poi il rumore di un’auto, fari nel buio...
“Fermate... (continua)
Nel suo disco dal vivo “Live in Chicago” del 2005
Testo trovato su 3rd Ear Music
Nei pressi di Grahamstown, Sudafrica, notte del 18 agosto 1977.
Due agenti della South African Police hanno allestito un posto di blocco. Hanno l’ordine di intercettare ed arrestare un “kaffir”, un negro che pare abbia pisciato troppo lungo e deve essere fermato.
Si aspettano anche che il ricercato sia accompagnato da qualcuno di quegli spregevoli bianchi traditori ebrei comunisti che se la fanno coi sovietici...
I due aspettano pazienti, parlando in afrikaans del più e del meno: il dovere, l’ordine, quel che ha detto loro il superiore, che è Dio ad aver creato differenti i bianchi e i neri, come il sole e la luna, che non possono mescolarsi mai, checchè ne dicano gli agitatori, sporchi kaffir o bianchi comunisti...
Poi il rumore di un’auto, fari nel buio...
“Fermate... (continua)
The night is dark and starry
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 22:56
Black-White Calypso
[1961]
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa nello spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Un classico di Jeremy Taylor offerto all’interno di uno spettacolo musicale, diretto da Leon Gluckman, che andò in scena a Londra a metà degli anni 60. In Sudafrica, ovviamente, non fu mai rappresentato durante l’epoca dell’Apartheid. E anche in Gran Bretagna l’ultima strofa, quella che parla di coppie miste come soluzione al problema di pelli troppo scure o troppo bianche, fu censurata. (fonte: 3rd Ear Music)
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa nello spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Un classico di Jeremy Taylor offerto all’interno di uno spettacolo musicale, diretto da Leon Gluckman, che andò in scena a Londra a metà degli anni 60. In Sudafrica, ovviamente, non fu mai rappresentato durante l’epoca dell’Apartheid. E anche in Gran Bretagna l’ultima strofa, quella che parla di coppie miste come soluzione al problema di pelli troppo scure o troppo bianche, fu censurata. (fonte: 3rd Ear Music)
The other day reading Drum magazine
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 22:07
Piece of Ground
[1964]
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa in uno spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Interpretata da Miriam Makeba e da Vusi Mahlasela, tra gli altri.
(Bernart Bartleby)
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa in uno spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Interpretata da Miriam Makeba e da Vusi Mahlasela, tra gli altri.
(Bernart Bartleby)
When the white man first came here from over the sea
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 21:40
La socialdemocrazia
Ricordo perfettamente il momento: ecco, questa era la canzone di chi era contro il compromesso storico. Eravamo in Italia. Sono passati tanti anni d'accordo ma perchè ho l'impressione che siano passati secoli?!
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 17/5/2014 - 21:36
Standing in the Rain
[1965]
Parole e musica di Sydney Carter
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Jeremy Taylor (1937-), cantautore e cantante folk anglo-sudafricano.
Canzone che, sotto le mentite spoglie di una Christmas carol, denuncia con ferocia l’ipocrisia, l’egoismo ed il razzismo dei so-called cristiani... Lo sconosciuto che arriva, forse per cercare un riparo ed un tozzo di pane, forse per annunciare la lieta novella, è lasciato fuori nel gelido inverno...
Parole e musica di Sydney Carter
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Jeremy Taylor (1937-), cantautore e cantante folk anglo-sudafricano.
Canzone che, sotto le mentite spoglie di una Christmas carol, denuncia con ferocia l’ipocrisia, l’egoismo ed il razzismo dei so-called cristiani... Lo sconosciuto che arriva, forse per cercare un riparo ed un tozzo di pane, forse per annunciare la lieta novella, è lasciato fuori nel gelido inverno...
No use knocking on the window
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 20:18
Friday Morning
[1966]
Parole e musica di Sydney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel suo disco intitolato “Lord of the Dance - Carols & Ballads”, con Martin Carthy, Johnny Scott Trio e Mike Sammes Singers.
Un condannato a morte riflette sull’origine dell’ingiustizia rivolgendosi ad un altro prigioniero, un falegname, destinato come lui ad essere crocifisso...
Parole e musica di Sydney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel suo disco intitolato “Lord of the Dance - Carols & Ballads”, con Martin Carthy, Johnny Scott Trio e Mike Sammes Singers.
Un condannato a morte riflette sull’origine dell’ingiustizia rivolgendosi ad un altro prigioniero, un falegname, destinato come lui ad essere crocifisso...
It was on a Friday morning
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 14:54
Percorsi:
Pena di morte: omicidio del potere
John Ball
[1981]
Parole e musica di Sidney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel disco collettivo intitolato “Lovely in the Dances: Songs of Sydney Carter”, con lo stesso autore e molti grandi nomi del folk britannico, a partire da Maddy Prior e John Kirkpatrick.
Testo trovato sul solito ineguagliabile Mudcat Café
Una canzone, quasi infantile, sicuramente cristiana (nel senso profondo dell’aggettivo) che parla di amore, di amicizia, di rispetto reciproco, di uguaglianza...
E’ dedicata a John Ball (1338-1381), un predicatore, un “lollard” (seguace della filosofia egualitarista di John Wycliffe), un prete perseguitato e scomunicato dalla Chiesa inglese. “Lollards” - l’etimologia è incerta: zizzania (da lolium), o “borbottanti” (dal neerlandese lollaerd), o da Lolhard, nome di un francescano convertito al valdismo e poi bruciato come eretico nel 1370... - erano chiamati... (continua)
Parole e musica di Sidney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel disco collettivo intitolato “Lovely in the Dances: Songs of Sydney Carter”, con lo stesso autore e molti grandi nomi del folk britannico, a partire da Maddy Prior e John Kirkpatrick.
Testo trovato sul solito ineguagliabile Mudcat Café
Una canzone, quasi infantile, sicuramente cristiana (nel senso profondo dell’aggettivo) che parla di amore, di amicizia, di rispetto reciproco, di uguaglianza...
E’ dedicata a John Ball (1338-1381), un predicatore, un “lollard” (seguace della filosofia egualitarista di John Wycliffe), un prete perseguitato e scomunicato dalla Chiesa inglese. “Lollards” - l’etimologia è incerta: zizzania (da lolium), o “borbottanti” (dal neerlandese lollaerd), o da Lolhard, nome di un francescano convertito al valdismo e poi bruciato come eretico nel 1370... - erano chiamati... (continua)
Who’ll be the lady, who will be the lord
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 12:12
Percorsi:
Eresie ed eretici
Transgresores de la ley
[2013]
Album :Transgresores de la ley
Album :Transgresores de la ley
Techo, tierra, pan, educaución
(continua)
(continua)
inviata da adriana 17/5/2014 - 11:50
Wat Tyler
Grande Bartleby. Domani, sempre che non esca manganellato dall'ennesima maniffa, mi metto a fare la traduzione...
Riccardo Venturi 17/5/2014 - 00:02
Tres veces mojado
[1988]
Trovo la canzone nell’album intitolato “Idolos del pueblo”.
Era anche nella colonna sonora di un film musicale messicano intitolato - per l’appunto - “Tres veces mojado”, diretto nel 1989 da José Luis Urquieta, con Los Tigres del Norte addirittura nel cast.
Storia di un “indocumentado” salvadoregno che attraversa Messico e Guatemala per raggiungere gli Stati Uniti... “Mojado tres veces”, letteralmente “tre volte bagnato”, come chi attraversa tre fiumi (o tre frontiere) a guado...
Trovo la canzone nell’album intitolato “Idolos del pueblo”.
Era anche nella colonna sonora di un film musicale messicano intitolato - per l’appunto - “Tres veces mojado”, diretto nel 1989 da José Luis Urquieta, con Los Tigres del Norte addirittura nel cast.
Storia di un “indocumentado” salvadoregno che attraversa Messico e Guatemala per raggiungere gli Stati Uniti... “Mojado tres veces”, letteralmente “tre volte bagnato”, come chi attraversa tre fiumi (o tre frontiere) a guado...
Cuando me vine de mi tierra El Salvador
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 23:07
Le grand bond au plafond
Le Grand Bond Au Plafond
Canzone française – Le Grand Bond Au Plafond – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 1
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH »publié en langue allemande - Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Me voici, Lucien l'âne mon ami, et par ricochet, toi aussi, finalement à l'aube d'une nouvelle aventure, d'une nouvelle série de chansons écrites spécialement pour les Chansons contre la Guerre. Je ne sais d'ailleurs si cette attention leur plaira...
Et comme à l'ordinaire, dit l'âne Lucien en souriant, nous attendrons les musiciens... Je me demande d'ailleurs où ils restent. Peut-être se sont-ils égarés dans l'espace... Tout est possible à partir... (continua)
Canzone française – Le Grand Bond Au Plafond – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 1
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH »publié en langue allemande - Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Me voici, Lucien l'âne mon ami, et par ricochet, toi aussi, finalement à l'aube d'une nouvelle aventure, d'une nouvelle série de chansons écrites spécialement pour les Chansons contre la Guerre. Je ne sais d'ailleurs si cette attention leur plaira...
Et comme à l'ordinaire, dit l'âne Lucien en souriant, nous attendrons les musiciens... Je me demande d'ailleurs où ils restent. Peut-être se sont-ils égarés dans l'espace... Tout est possible à partir... (continua)
Adam, Adam, mon fils, où es-tu ?
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 16/5/2014 - 22:55
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grazie di cuore, in primo luogo, per la traduzione dei testi di questo album e di tutto il ricchissimo materiale che avete raccolto, a beneficio mio e di tutti quelli che passano di qua.
Specialmente per quanto riguarda la Grecia e la sua cultura, questo sito è così generoso nell'offerta e nella contestualizzazione del materiale, che quasi supplisce gli strumenti mancanti - in questa isolata penisola - per farsi un'idea complessiva della tradizione letteraria e musicale dei nostri vicini di casa.
Volevo togliermi la soddisfazione di avanzare un suggerimento - probabilmente inopportuno oltre che cavilloso - sulla resa di "Megara."
Nella seconda terzina, Gian Piero Testa traduce scrivendo che, mentre ad Atene gli uomini stanno davanti ai giudici, a Megara "gli stranieri raccolgono le olive come ladri." Se l'obiettivo di questi stranieri non è quello... (continua)