A Night to Remember
The night is dark and starry
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 22:56
Black-White Calypso
[1961]
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa nello spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Un classico di Jeremy Taylor offerto all’interno di uno spettacolo musicale, diretto da Leon Gluckman, che andò in scena a Londra a metà degli anni 60. In Sudafrica, ovviamente, non fu mai rappresentato durante l’epoca dell’Apartheid. E anche in Gran Bretagna l’ultima strofa, quella che parla di coppie miste come soluzione al problema di pelli troppo scure o troppo bianche, fu censurata. (fonte: 3rd Ear Music)
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa nello spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Un classico di Jeremy Taylor offerto all’interno di uno spettacolo musicale, diretto da Leon Gluckman, che andò in scena a Londra a metà degli anni 60. In Sudafrica, ovviamente, non fu mai rappresentato durante l’epoca dell’Apartheid. E anche in Gran Bretagna l’ultima strofa, quella che parla di coppie miste come soluzione al problema di pelli troppo scure o troppo bianche, fu censurata. (fonte: 3rd Ear Music)
The other day reading Drum magazine
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 22:07
Piece of Ground
[1964]
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa in uno spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Interpretata da Miriam Makeba e da Vusi Mahlasela, tra gli altri.
(Bernart Bartleby)
Parole e musica di Jeremy Taylor
Canzone inclusa in uno spettacolo intitolato “Wait A Minim!”
Interpretata da Miriam Makeba e da Vusi Mahlasela, tra gli altri.
(Bernart Bartleby)
When the white man first came here from over the sea
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 21:40
Huberta (a True Story. Details Culled From the Library of the Johannesburg Sunday Times)
Parole e musica di Jeremy Taylor (1937-), cantautore folk anglo-sudafricano.
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Sydney Carter.
Testo trovato sul solito magico Mudcat Café
Jeremy Taylor è inglese ma ha vissuto per decenni in Sudafrica. Là si è inventato uno stile del tutto personale fondato su di una solida preparazione musicale folklorica tipicamente britannica ma caratterizzato da performance di sapore cabarettistico, con canzoni piene di umorismo il cui sottotesto è quasi sempre la denuncia politica e sociale, delle contraddizioni e delle idiosincrasie della società moderna. Così, nonostante la sua delicatezza e simpatia, ed il grande apprezzamento del pubblico, le storie solo apparentemente buffe ed innocenti proposte da Jeremy Taylor non furono gradite dalle autorità sudafricane nell’era dell’Apartheid, e l’intera sua produzione... (continua)
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Sydney Carter.
Testo trovato sul solito magico Mudcat Café
Jeremy Taylor è inglese ma ha vissuto per decenni in Sudafrica. Là si è inventato uno stile del tutto personale fondato su di una solida preparazione musicale folklorica tipicamente britannica ma caratterizzato da performance di sapore cabarettistico, con canzoni piene di umorismo il cui sottotesto è quasi sempre la denuncia politica e sociale, delle contraddizioni e delle idiosincrasie della società moderna. Così, nonostante la sua delicatezza e simpatia, ed il grande apprezzamento del pubblico, le storie solo apparentemente buffe ed innocenti proposte da Jeremy Taylor non furono gradite dalle autorità sudafricane nell’era dell’Apartheid, e l’intera sua produzione... (continua)
I'll tell you the story of Huberta the Hippopotamus,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 21:24
Percorsi:
Guerra agli animali
Standing in the Rain
[1965]
Parole e musica di Sydney Carter
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Jeremy Taylor (1937-), cantautore e cantante folk anglo-sudafricano.
Canzone che, sotto le mentite spoglie di una Christmas carol, denuncia con ferocia l’ipocrisia, l’egoismo ed il razzismo dei so-called cristiani... Lo sconosciuto che arriva, forse per cercare un riparo ed un tozzo di pane, forse per annunciare la lieta novella, è lasciato fuori nel gelido inverno...
Parole e musica di Sydney Carter
Nel disco live alla Eton Art School, “Sydney Carter & Jeremy Taylor at Eton”, 1967.
Con Jeremy Taylor (1937-), cantautore e cantante folk anglo-sudafricano.
Canzone che, sotto le mentite spoglie di una Christmas carol, denuncia con ferocia l’ipocrisia, l’egoismo ed il razzismo dei so-called cristiani... Lo sconosciuto che arriva, forse per cercare un riparo ed un tozzo di pane, forse per annunciare la lieta novella, è lasciato fuori nel gelido inverno...
No use knocking on the window
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 20:18
Friday Morning
[1966]
Parole e musica di Sydney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel suo disco intitolato “Lord of the Dance - Carols & Ballads”, con Martin Carthy, Johnny Scott Trio e Mike Sammes Singers.
Un condannato a morte riflette sull’origine dell’ingiustizia rivolgendosi ad un altro prigioniero, un falegname, destinato come lui ad essere crocifisso...
Parole e musica di Sydney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel suo disco intitolato “Lord of the Dance - Carols & Ballads”, con Martin Carthy, Johnny Scott Trio e Mike Sammes Singers.
Un condannato a morte riflette sull’origine dell’ingiustizia rivolgendosi ad un altro prigioniero, un falegname, destinato come lui ad essere crocifisso...
It was on a Friday morning
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 14:54
Percorsi:
Pena di morte: omicidio del potere
John Ball
[1981]
Parole e musica di Sidney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel disco collettivo intitolato “Lovely in the Dances: Songs of Sydney Carter”, con lo stesso autore e molti grandi nomi del folk britannico, a partire da Maddy Prior e John Kirkpatrick.
Testo trovato sul solito ineguagliabile Mudcat Café
Una canzone, quasi infantile, sicuramente cristiana (nel senso profondo dell’aggettivo) che parla di amore, di amicizia, di rispetto reciproco, di uguaglianza...
E’ dedicata a John Ball (1338-1381), un predicatore, un “lollard” (seguace della filosofia egualitarista di John Wycliffe), un prete perseguitato e scomunicato dalla Chiesa inglese. “Lollards” - l’etimologia è incerta: zizzania (da lolium), o “borbottanti” (dal neerlandese lollaerd), o da Lolhard, nome di un francescano convertito al valdismo e poi bruciato come eretico nel 1370... - erano chiamati... (continua)
Parole e musica di Sidney Carter (1915-2004), poeta, cantautore e musicista folk inglese.
Nel disco collettivo intitolato “Lovely in the Dances: Songs of Sydney Carter”, con lo stesso autore e molti grandi nomi del folk britannico, a partire da Maddy Prior e John Kirkpatrick.
Testo trovato sul solito ineguagliabile Mudcat Café
Una canzone, quasi infantile, sicuramente cristiana (nel senso profondo dell’aggettivo) che parla di amore, di amicizia, di rispetto reciproco, di uguaglianza...
E’ dedicata a John Ball (1338-1381), un predicatore, un “lollard” (seguace della filosofia egualitarista di John Wycliffe), un prete perseguitato e scomunicato dalla Chiesa inglese. “Lollards” - l’etimologia è incerta: zizzania (da lolium), o “borbottanti” (dal neerlandese lollaerd), o da Lolhard, nome di un francescano convertito al valdismo e poi bruciato come eretico nel 1370... - erano chiamati... (continua)
Who’ll be the lady, who will be the lord
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/5/2014 - 12:12
Percorsi:
Eresie ed eretici
Transgresores de la ley
[2013]
Album :Transgresores de la ley
Album :Transgresores de la ley
Techo, tierra, pan, educaución
(continua)
(continua)
inviata da adriana 17/5/2014 - 11:50
Tres veces mojado
[1988]
Trovo la canzone nell’album intitolato “Idolos del pueblo”.
Era anche nella colonna sonora di un film musicale messicano intitolato - per l’appunto - “Tres veces mojado”, diretto nel 1989 da José Luis Urquieta, con Los Tigres del Norte addirittura nel cast.
Storia di un “indocumentado” salvadoregno che attraversa Messico e Guatemala per raggiungere gli Stati Uniti... “Mojado tres veces”, letteralmente “tre volte bagnato”, come chi attraversa tre fiumi (o tre frontiere) a guado...
Trovo la canzone nell’album intitolato “Idolos del pueblo”.
Era anche nella colonna sonora di un film musicale messicano intitolato - per l’appunto - “Tres veces mojado”, diretto nel 1989 da José Luis Urquieta, con Los Tigres del Norte addirittura nel cast.
Storia di un “indocumentado” salvadoregno che attraversa Messico e Guatemala per raggiungere gli Stati Uniti... “Mojado tres veces”, letteralmente “tre volte bagnato”, come chi attraversa tre fiumi (o tre frontiere) a guado...
Cuando me vine de mi tierra El Salvador
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 23:07
Le grand bond au plafond
Le Grand Bond Au Plafond
Canzone française – Le Grand Bond Au Plafond – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 1
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH »publié en langue allemande - Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Me voici, Lucien l'âne mon ami, et par ricochet, toi aussi, finalement à l'aube d'une nouvelle aventure, d'une nouvelle série de chansons écrites spécialement pour les Chansons contre la Guerre. Je ne sais d'ailleurs si cette attention leur plaira...
Et comme à l'ordinaire, dit l'âne Lucien en souriant, nous attendrons les musiciens... Je me demande d'ailleurs où ils restent. Peut-être se sont-ils égarés dans l'espace... Tout est possible à partir... (continua)
Canzone française – Le Grand Bond Au Plafond – Marco Valdo M.I. – 2014
Le Livre Blanc 1
Opéra-récit contemporain en multiples épisodes, tiré du roman de Pavel KOHOUT « WEISSBUCH »publié en langue allemande - Verlag C.J. Bucher, Lucerne-Frankfurt – en 1970 et particulièrement de l'édition française de « L'HOMME QUI MARCHAIT AU PLAFOND », traduction de Dagmar et Georges Daillant, publiée chez Juillard à Paris en 1972.
Me voici, Lucien l'âne mon ami, et par ricochet, toi aussi, finalement à l'aube d'une nouvelle aventure, d'une nouvelle série de chansons écrites spécialement pour les Chansons contre la Guerre. Je ne sais d'ailleurs si cette attention leur plaira...
Et comme à l'ordinaire, dit l'âne Lucien en souriant, nous attendrons les musiciens... Je me demande d'ailleurs où ils restent. Peut-être se sont-ils égarés dans l'espace... Tout est possible à partir... (continua)
Adam, Adam, mon fils, où es-tu ?
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 16/5/2014 - 22:55
El Muro (de la Vergüenza)
[2007]
Nell’album dal vivo intitolato “Directo desde el otro lado”
“E il muro della vergogna io lo attraverserò come l’Arco di Trionfo, e quando sarò dall’altra parte sul vostro bel muro io me lo scrollerò, ci piscerò e ci cagherò pure...”
Una canzone giustamente dedicata al Muro della Vergogna, così i messicani chiamano la barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico.
Nei primi anni 90 fu eretta una barriera d’acciaio di 30 km tra San Diego e Tijuana... Il confine però è lungo più di 3.000 km, e così nel 2005, su proposta di un parlamentare repubblicano della California, il Senato ha approvato la costruzione di un “Muraglia cinese” lunga 1.123 km, progetto poi ridimensionato nel 2006 a “soli” 595 km, più 800 km di barriere “leggere”... In alcuni ampi tratti desertici, dove le dune sono in movimento, è stata progettata un’impressionante “barriera flottante”...
Il numero... (continua)
Nell’album dal vivo intitolato “Directo desde el otro lado”
“E il muro della vergogna io lo attraverserò come l’Arco di Trionfo, e quando sarò dall’altra parte sul vostro bel muro io me lo scrollerò, ci piscerò e ci cagherò pure...”
Una canzone giustamente dedicata al Muro della Vergogna, così i messicani chiamano la barriera di separazione tra Stati Uniti d'America e Messico.
Nei primi anni 90 fu eretta una barriera d’acciaio di 30 km tra San Diego e Tijuana... Il confine però è lungo più di 3.000 km, e così nel 2005, su proposta di un parlamentare repubblicano della California, il Senato ha approvato la costruzione di un “Muraglia cinese” lunga 1.123 km, progetto poi ridimensionato nel 2006 a “soli” 595 km, più 800 km di barriere “leggere”... In alcuni ampi tratti desertici, dove le dune sono in movimento, è stata progettata un’impressionante “barriera flottante”...
Il numero... (continua)
Ora sí ya me voy ahí nos vemos
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 22:30
Bobby Sands: Il ritmo del tempo
Antiwar Songs Blog
Pochi giorni fa, il 5 maggio, sono 33 anni che Bobby Sands se n’è andato, dopo lo sciopero della fame nel lurido “carcere di massima sicurezza” di Long Kesh. Da allora, assieme ai suoi compagni che morirono la sua stessa morte, è stato costantemente tirato per la giacca, ultimamente persino dai neofascisti italiani di Casapound […]
Antiwar Songs Staff 2014-05-16 20:30:00
Non molti giorni fa, era uno dei lontani anniversari della morte di Bobby Sands (5 maggio 1981). Può darsi che molti si siano scordati persino chi sia stato, e che altrettanti non lo abbiano sentito neppure mai nominare; a parte certi fascisti (Casapound in primis) che ogni tanto ci provano. Per questo gli abbiamo dato direttamente la parola, 33 anni dopo, con una sua poesia (poi messa in musica e cantata), The Rhythm of Time, scritta nel carcere di Long Kesh su un pezzo di carta igienica col refill di una biro. Forse, qui dentro, c'è anche la sua prima traduzione italiana. Sempre meglio le parole dirette, parole che non muoiono come il ”Pensiero indomabile”.
Riccardo Venturi 16/5/2014 - 20:12
Shock
[2011]
Parole e musica di Ana Tijoux, musicista franco-cilena, figlia di esuli durante la dittatura di Pinochet.
Nell’album intitolato “La bala”
Canzone dedicata alle grandi mobilitazioni che gli studenti cileni organizzarono nel 2011 contro i pesanti tagli alla scuola statale e pubblica e contro la privatizzazione strisciante degli atenei, una tendenza accelerata pesantemente dopo l’avvento al potere della destra guidata dall’impresario e paperone Sebastián Piñera.
Parole e musica di Ana Tijoux, musicista franco-cilena, figlia di esuli durante la dittatura di Pinochet.
Nell’album intitolato “La bala”
Canzone dedicata alle grandi mobilitazioni che gli studenti cileni organizzarono nel 2011 contro i pesanti tagli alla scuola statale e pubblica e contro la privatizzazione strisciante degli atenei, una tendenza accelerata pesantemente dopo l’avvento al potere della destra guidata dall’impresario e paperone Sebastián Piñera.
Veneno tus monólogos
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 18:56
Un riparo per noi
"Un riparo per noi"
La recensione di questo brano, non fa una grinza su quello che è il contenuto del relativo testo italiano,che ben ci sta tra la categoria delle (canzoni contro la guerra).
Ma volevo fare una considerazione e se mi permettete, anche una amichevole critica al sito:-
Come mai si è pensato di ricordare che questa canzone è un adattamento dell'originale "With a girl like you" e non si è invece pensato di ribadire e ricordare una grave omissione peché nel disco vengono dichiarati solamente due autori italiani e no quello della musica che è Reg Presley?
Vedi dati sul disco >http://www.45cat.com/record/scmq7021
Qualsiasi risposta, anche solo in maniera privata è da me gradita.
Distinti saluti
Ignazio Sulis
La recensione di questo brano, non fa una grinza su quello che è il contenuto del relativo testo italiano,che ben ci sta tra la categoria delle (canzoni contro la guerra).
Ma volevo fare una considerazione e se mi permettete, anche una amichevole critica al sito:-
Come mai si è pensato di ricordare che questa canzone è un adattamento dell'originale "With a girl like you" e non si è invece pensato di ribadire e ricordare una grave omissione peché nel disco vengono dichiarati solamente due autori italiani e no quello della musica che è Reg Presley?
Vedi dati sul disco >http://www.45cat.com/record/scmq7021
Qualsiasi risposta, anche solo in maniera privata è da me gradita.
Distinti saluti
Ignazio Sulis
Ignazio 16/5/2014 - 17:59
Todos somos ilegales / We Are All Illegals
[2012]
Una canzone realizzata da Miles Solay e soci, con l’apporto di Tom Morello (Rage Against The Machine), Residente (Calle 13) e Chad Smith (Red Hot Chili Peppers), all’indomani del parere positivo della Corte Suprema sulla durissima legge anti-immigrazione varata dallo Stato dell’Arizona nel 2010, un provvedimento che aveva suscitato fortissime proteste in tutti gli USA per via degli enormi poteri riconosciuti alla polizia nella repressione dell’immigrazione illegale.
Una canzone realizzata da Miles Solay e soci, con l’apporto di Tom Morello (Rage Against The Machine), Residente (Calle 13) e Chad Smith (Red Hot Chili Peppers), all’indomani del parere positivo della Corte Suprema sulla durissima legge anti-immigrazione varata dallo Stato dell’Arizona nel 2010, un provvedimento che aveva suscitato fortissime proteste in tutti gli USA per via degli enormi poteri riconosciuti alla polizia nella repressione dell’immigrazione illegale.
[Miles Solay]
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 16:55
Ave que emigra
[2012]
Parole e musica di Gaby Moreno, nata a Città del Guatemala nel 1981. Oggi vive a Los Angeles.
Parole e musica di Gaby Moreno, nata a Città del Guatemala nel 1981. Oggi vive a Los Angeles.
Vengo desde muy lejos
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 16:24
Querido FBI
[2005]
Scritta da René Pérez Joglar (Residente) ed Eduardo José Cabra (visitante)
La canzone che ha rivelato il gruppo portoricano Calle 13. Prodotta e distribuita gratuitamente in Internet dalla White Lions Records.
Scritta a qualche ora dall’assassinio di Filiberto Ojeda Ríos (1933-2005), leader del gruppo armato indipendentista portoricano Ejército Popular Boricua (Los Macheteros), ucciso il 23 settembre da agenti dell’FBI venuti per arrestarlo nella sua casa di Hormigueros, Porto Rico. Ojeda Ríos fece resistenza all’arresto (cioè non si arrese), i federali americani aprirono il fuoco, lui rimase gravemente ferito e, privo di assistenza medica, morì dissanguato ben prima che la polizia facesse irruzione nell’edificio.
“Querido FBI” contiene anche un riferimento all’attentato dell’11 settembre 2001, per evidenziare che gli statunitensi, vittime del terrorismo, sono a loro volta dei... (continua)
Scritta da René Pérez Joglar (Residente) ed Eduardo José Cabra (visitante)
La canzone che ha rivelato il gruppo portoricano Calle 13. Prodotta e distribuita gratuitamente in Internet dalla White Lions Records.
Scritta a qualche ora dall’assassinio di Filiberto Ojeda Ríos (1933-2005), leader del gruppo armato indipendentista portoricano Ejército Popular Boricua (Los Macheteros), ucciso il 23 settembre da agenti dell’FBI venuti per arrestarlo nella sua casa di Hormigueros, Porto Rico. Ojeda Ríos fece resistenza all’arresto (cioè non si arrese), i federali americani aprirono il fuoco, lui rimase gravemente ferito e, privo di assistenza medica, morì dissanguato ben prima che la polizia facesse irruzione nell’edificio.
“Querido FBI” contiene anche un riferimento all’attentato dell’11 settembre 2001, per evidenziare che gli statunitensi, vittime del terrorismo, sono a loro volta dei... (continua)
Esto es un mensaje de parte del residente 'e Calle 13 pa' to' el gobierno y pa' to' los puertorriqueños...
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 16:04
Pa'l Norte
[2007]
Parole di Residente
Musica di Visitante (la parte strumentale è mescolata con una melodia tradizionale venezuelana)
Nell’album intitolato “Residente o Visitante”.
Il brano è interpretato con la band cubana degli Orishas.
Introduzione: Cancion mixteca
Parole di Residente
Musica di Visitante (la parte strumentale è mescolata con una melodia tradizionale venezuelana)
Nell’album intitolato “Residente o Visitante”.
Il brano è interpretato con la band cubana degli Orishas.
Introduzione: Cancion mixteca
¡Qué lejos estoy del suelo donde he nacido!
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/5/2014 - 11:03
La chanson des fusillés de Fourmies (La Marseillaise fourmisienne)
anonimo
Stamattina su Radio1 hanno detto che è stato ritrovato uno spartito autografo del compositore e violinista piemontese Giovanni Battista Viotti (1755-1824) con la musica de "La Marseillaise". Lo spartito sarebbe datato 1781.
Potrebbe darsi quindi che l'autore della musica del celebre inno rivoluzionario (e poi nazionale) francese sia un italiano e non Rouget de l'Isle, il quale ne scrisse certamente le parole nel 1792.
Fino ad oggi Giovanni Battista Viotti veniva ritenuto soltanto uno dei primi ad aver riutilizzato il tema (nei suoi "Six quatuors d'air connus, dialogués et variés, op. 23, del 1795).
Se così fosse, la musica de "La Marseillaise" non sarebbe nata affatto in ambito rivoluzionario, visto che il Viotti era un musico di corte, nelle grazie addirittura di Maria Antonietta. Infatti nel 1792 Viotti fu costretto a scappare a Londra... e Rouget de l'Isle gli fregò il suo "Tema e variazioni in do maggiore" e ne fece "La Marseillaise".
Trovo ora conferma alla notizia sia su it.wikipedia che su L'Espresso.
Potrebbe darsi quindi che l'autore della musica del celebre inno rivoluzionario (e poi nazionale) francese sia un italiano e non Rouget de l'Isle, il quale ne scrisse certamente le parole nel 1792.
Fino ad oggi Giovanni Battista Viotti veniva ritenuto soltanto uno dei primi ad aver riutilizzato il tema (nei suoi "Six quatuors d'air connus, dialogués et variés, op. 23, del 1795).
Se così fosse, la musica de "La Marseillaise" non sarebbe nata affatto in ambito rivoluzionario, visto che il Viotti era un musico di corte, nelle grazie addirittura di Maria Antonietta. Infatti nel 1792 Viotti fu costretto a scappare a Londra... e Rouget de l'Isle gli fregò il suo "Tema e variazioni in do maggiore" e ne fece "La Marseillaise".
Trovo ora conferma alla notizia sia su it.wikipedia che su L'Espresso.
Bernart Bartleby 16/5/2014 - 09:31
El Hielo (ICE)
[2013]
Nell’album intitolato “Treinta días”
Nell’album intitolato “Treinta días”
Ice. Water Frozen Solid.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2014 - 22:25
Ilegal, ¿Y Qué?
[1992?]
Nelle compilation “Los Crudos - 1492-1992, 500 años de violación y asesinatos” (1992) e “Los Crudos – 1991-1995. Los primeros gritos” (1997).
Nelle compilation “Los Crudos - 1492-1992, 500 años de violación y asesinatos” (1992) e “Los Crudos – 1991-1995. Los primeros gritos” (1997).
Llegamos buscando una vida mejor
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2014 - 21:58
Matamoros Banks
[1996-2004]
Parole e musica di Bruce Springsteen.
Nell’album intitolato “Devils & Dust” pubblicato nel 2005.
“Each year many die crossing the deserts, mountains, and rivers of our southern border in search of a better life. Here I follow the journey backwards, from the body at the river bottom, to the man walking across the desert towards the banks of the Rio Grande.”
“Ogni anno molti muoiono attraversando deserti, montagne e fiumi nei pressi del nostro confine meridionale, mentre sono in cerca di una vita migliore. In questa canzone seguo un viaggio a ritroso [dalla morte alla vita, da nord a sud] quello di un corpo sul fondo del fiume, un cadavere che era stato un uomo in cammino nel deserto verso le rive de Rio Grande” (Bruce Springsteen)
Parole e musica di Bruce Springsteen.
Nell’album intitolato “Devils & Dust” pubblicato nel 2005.
“Each year many die crossing the deserts, mountains, and rivers of our southern border in search of a better life. Here I follow the journey backwards, from the body at the river bottom, to the man walking across the desert towards the banks of the Rio Grande.”
“Ogni anno molti muoiono attraversando deserti, montagne e fiumi nei pressi del nostro confine meridionale, mentre sono in cerca di una vita migliore. In questa canzone seguo un viaggio a ritroso [dalla morte alla vita, da nord a sud] quello di un corpo sul fondo del fiume, un cadavere che era stato un uomo in cammino nel deserto verso le rive de Rio Grande” (Bruce Springsteen)
For two days the river keeps you down
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2014 - 17:30
Proud to Be Black
[1985-86]
Scritta da Joseph "Run" Simmons e Darryl "D.M.C." McDaniels.
Nell’album intitolato “Raising Hell” pubblicato nel 1986
Scritta da Joseph "Run" Simmons e Darryl "D.M.C." McDaniels.
Nell’album intitolato “Raising Hell” pubblicato nel 1986
[Run]
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/5/2014 - 16:46
The Blanket of Night
Elbow close their The Take Off and Landing of Everything album with this ballad about the major UK political parties' attitude to immigrants. Guy Garvey told Mojo magazine: "It's about a couple at sea, refugees escaping a bad situation. When even Labour is campaigning on immigration trying to make the country's ills the fault of such people... well, nothing's ever made me so angry. I wrote it in 20 minutes, which tells me it came from the gut."
The song depicts a refugee husband and wife in a boat at night on a rough sea. "That was to illustrate that, while both political parties are blaming the country's problems on immigrants, there are people who are dying to get into the country," Garvey told Uncut magazine. "It's so irresponsible to blame immigrants for our problems, those politicians should be ashamed of themselves."
Gli Elbow chiudono il loro “The Take Off and Landing of Everything... (continua)
The song depicts a refugee husband and wife in a boat at night on a rough sea. "That was to illustrate that, while both political parties are blaming the country's problems on immigrants, there are people who are dying to get into the country," Garvey told Uncut magazine. "It's so irresponsible to blame immigrants for our problems, those politicians should be ashamed of themselves."
Gli Elbow chiudono il loro “The Take Off and Landing of Everything... (continua)
Bernart Bartleby 15/5/2014 - 14:21
Taliban Fighting Man
"I got a pissed off wife but I guess that's life for a Taliban fighting men... Still this ain't no blues it's the life that I choose of a Taliban fighting man..."
Mi sembra proprio una bella celebrazione del coraggio e dell'abnegazione dei Marines, altro che CCG!
D'altra parte, la biografia dell'autore di questa canzone parla chiaro: ministero degli esteri australiano, peacekeeper, coordinatore nelle task force di ricostruzione in Afghanistan, aquartierato in un paio di basi militari, intrattenitore per le truppe... Tutti i link che lo riguardano su en.wikipedia puntano sul ministero della difesa australiano...
Insomma, un "australiano tranquillo"...
Mi sembra proprio una bella celebrazione del coraggio e dell'abnegazione dei Marines, altro che CCG!
D'altra parte, la biografia dell'autore di questa canzone parla chiaro: ministero degli esteri australiano, peacekeeper, coordinatore nelle task force di ricostruzione in Afghanistan, aquartierato in un paio di basi militari, intrattenitore per le truppe... Tutti i link che lo riguardano su en.wikipedia puntano sul ministero della difesa australiano...
Insomma, un "australiano tranquillo"...
Bernart Bartleby 15/5/2014 - 13:13
Pane prezidente
Dal sito http://www.kaj.pl/am/teksty.htm
Panie prezydencie
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 15/5/2014 - 08:08
Pane prezidente
Versione italiana filologica di Krzysiek Wrona della vesione polacca di Krzysztof Daukszewicz
Ho deciso di proporre la canzone di Nohavica più che l'altro per il suo impatto "antigueresco" presente nella versione polacca, che per quanto satirica, è molto più esplicità.
SIGNOR PRESIDENTE
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 15/5/2014 - 00:09
Pane prezidente
d'après la version italienne de Linda Kohlerova
d'une chanson tchèque – Pane prezidente – Jaromír Nohavica – 2006
Voici donc une chanson tchèque..., dit Lucien l'âne en riant de plaisir. Moi, j'aime les chansons tchèques... une chanson du pays de Chveik, le terroriste malgré lui (La chanson de Chveik le soldat) et d'Adam Juracek, autre grand perturbateur... Le pays aussi de leurs auteurs Jaroslav Hasek et Pavel Kohout... Ce doit être drôle, cette chanson ou en tous cas, assez ironique, j'imagine...
Oui, mon ami Lucien l'âne, une chanson tchèque drôle et de surcroît, à portée universelle. En somme, comme les héros auxquels tu viens de faire allusion. Au passage, tu remarqueras que la chanson commence très exactement comme Le Déserteur de Boris Vian, chanson qui inaugura ce site des Chansons contre la Guerre.
De toute façon, c'est une bonne idée d'écrire au Président, car – en général... (continua)
d'une chanson tchèque – Pane prezidente – Jaromír Nohavica – 2006
Voici donc une chanson tchèque..., dit Lucien l'âne en riant de plaisir. Moi, j'aime les chansons tchèques... une chanson du pays de Chveik, le terroriste malgré lui (La chanson de Chveik le soldat) et d'Adam Juracek, autre grand perturbateur... Le pays aussi de leurs auteurs Jaroslav Hasek et Pavel Kohout... Ce doit être drôle, cette chanson ou en tous cas, assez ironique, j'imagine...
Oui, mon ami Lucien l'âne, une chanson tchèque drôle et de surcroît, à portée universelle. En somme, comme les héros auxquels tu viens de faire allusion. Au passage, tu remarqueras que la chanson commence très exactement comme Le Déserteur de Boris Vian, chanson qui inaugura ce site des Chansons contre la Guerre.
De toute façon, c'est une bonne idée d'écrire au Président, car – en général... (continua)
MONSIEUR LE PRÉSIDENT
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/5/2014 - 22:10
Tom Paxton: I'm Changing My Name to Chrysler
[1979]
Parole e musica di Tom Paxton.
Una canzone che non starebbe forse male nel percorso sulla Guerra del Lavoro, ma che per pudore - viste le tante tragedie sul lavoro accadute anche in questi giorni, prima fra tutte quella nella miniera di carbone di Soma in Turchia - preferisco proporre come Extra, dato il suo tenore allegro, benchè satirico...
Tom Paxton scrisse “Ho deciso di cambiare il mio nome in Chrysler” nel 1979 quando l’influente businessman Lee Iacocca, entrato l’anno prima in Chrysler dopo essere stato silurato dai vertici Ford, accortosi che stava mandando dal culo l’azienda, chiese ed ottenne dal Congresso (e dal presidente Carter) un prestito da 1 miliardo e mezzo di dollari oltre a lucrose commesse militari. Un sistema mica male per evitare la bancarotta e rilanciare gli affari!
Oggi è il nostro brillante Marchionne ad aver cambiato il nome in Chrysler, e anche lui... (continua)
Parole e musica di Tom Paxton.
Una canzone che non starebbe forse male nel percorso sulla Guerra del Lavoro, ma che per pudore - viste le tante tragedie sul lavoro accadute anche in questi giorni, prima fra tutte quella nella miniera di carbone di Soma in Turchia - preferisco proporre come Extra, dato il suo tenore allegro, benchè satirico...
Tom Paxton scrisse “Ho deciso di cambiare il mio nome in Chrysler” nel 1979 quando l’influente businessman Lee Iacocca, entrato l’anno prima in Chrysler dopo essere stato silurato dai vertici Ford, accortosi che stava mandando dal culo l’azienda, chiese ed ottenne dal Congresso (e dal presidente Carter) un prestito da 1 miliardo e mezzo di dollari oltre a lucrose commesse militari. Un sistema mica male per evitare la bancarotta e rilanciare gli affari!
Oggi è il nostro brillante Marchionne ad aver cambiato il nome in Chrysler, e anche lui... (continua)
Oh the price of gold is rising out of sight,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2014 - 21:21
Poor Swine
ALBUM: Blame It On The Night
1974
(Kevin Coyne)
( Robert Olver has this "analysis" of the song which I think is really good:"The opening verse describes the funeral procession of 7 miners killed in a mining accident..."pit boots" are the big boots miners wear...members of the procession casting roses while ladies look down from windows and cry...our "poor swine" is the mine owner or boss who is heartsick about what's happened, but is blamed for it. In fact, this is one of my favorite Coyne songs. One of the great things about Kevin is that he often expresses sentiments that no one else does and this is a prime example. We often hear about the discrimination of the upper classes against the lower, but this is the only song I know of that talks about the reverse situation.")
1974
(Kevin Coyne)
( Robert Olver has this "analysis" of the song which I think is really good:"The opening verse describes the funeral procession of 7 miners killed in a mining accident..."pit boots" are the big boots miners wear...members of the procession casting roses while ladies look down from windows and cry...our "poor swine" is the mine owner or boss who is heartsick about what's happened, but is blamed for it. In fact, this is one of my favorite Coyne songs. One of the great things about Kevin is that he often expresses sentiments that no one else does and this is a prime example. We often hear about the discrimination of the upper classes against the lower, but this is the only song I know of that talks about the reverse situation.")
See the red-neck climb the cobbled streets casting roses around
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 14/5/2014 - 20:23
The Coal Miner Song
[2006]
Parole e musica di Jimmy Joe Lee
Nell’album intitolato “Made in America”
Uno struggente lamento del minatore di carbone...
Dedico il brano a tutti i minatori turchi che sono morti, che sono rimasti feriti, che sono sopravvissuti all’immane tragedia verificatasi oggi a Soma in quello che è sicuramente uno dei disastri minerari più gravi di sempre: 250 morti. Tra di loro anche un ragazzino di 15 anni.
Parole e musica di Jimmy Joe Lee
Nell’album intitolato “Made in America”
Uno struggente lamento del minatore di carbone...
Dedico il brano a tutti i minatori turchi che sono morti, che sono rimasti feriti, che sono sopravvissuti all’immane tragedia verificatasi oggi a Soma in quello che è sicuramente uno dei disastri minerari più gravi di sempre: 250 morti. Tra di loro anche un ragazzino di 15 anni.
Born and raised in a minin' town
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/5/2014 - 19:07
×
Nel suo disco dal vivo “Live in Chicago” del 2005
Testo trovato su 3rd Ear Music
Nei pressi di Grahamstown, Sudafrica, notte del 18 agosto 1977.
Due agenti della South African Police hanno allestito un posto di blocco. Hanno l’ordine di intercettare ed arrestare un “kaffir”, un negro che pare abbia pisciato troppo lungo e deve essere fermato.
Si aspettano anche che il ricercato sia accompagnato da qualcuno di quegli spregevoli bianchi traditori ebrei comunisti che se la fanno coi sovietici...
I due aspettano pazienti, parlando in afrikaans del più e del meno: il dovere, l’ordine, quel che ha detto loro il superiore, che è Dio ad aver creato differenti i bianchi e i neri, come il sole e la luna, che non possono mescolarsi mai, checchè ne dicano gli agitatori, sporchi kaffir o bianchi comunisti...
Poi il rumore di un’auto, fari nel buio...
“Fermate... (continua)