Il s'en va par le pont
Il s'en va par le pont qui conduit vers la ville
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/4/2014 - 21:21
Percorsi:
Ponti
The Warren Of Snares
"Owlsa" (2006)
"Elil" (2007)
"Inlé" (2009)
LA COLLINA DEI CONIGLI!
Everyone, everyone in these eyes I will witness the fall of Efafra I will witness, witness the fall (Last but not least, Owsla, Fall of Efrafa)
Il primo ricordo che accomuna tutti i bambini ormai adulti che hanno visto La Collina dei Conigli, film di animazione di Martin Rosen del 1978, è il ricordo del sangue.
Tratto dall'omonima opera letteraria - raro caso in cui il titolo italiano è forse migliore di quello originale (Watership Down) - di Richard Adams, del 1972, La Collina dei Conigli racconta la storia di un “branco di conigli protagonisti di una meravigliosa epopea della libertà”, come recita la copertina dell'edizione italiana (Rizzoli-Bur) del 1975.
Sangue... Sangue che invade la conigliera da cui tutto parte, in una visione di Quintilio, coniglio preveggente e fratello del giovane Moscardo. Quintilio e... (continua)
"Elil" (2007)
"Inlé" (2009)
LA COLLINA DEI CONIGLI!
Everyone, everyone in these eyes I will witness the fall of Efafra I will witness, witness the fall (Last but not least, Owsla, Fall of Efrafa)
Il primo ricordo che accomuna tutti i bambini ormai adulti che hanno visto La Collina dei Conigli, film di animazione di Martin Rosen del 1978, è il ricordo del sangue.
Tratto dall'omonima opera letteraria - raro caso in cui il titolo italiano è forse migliore di quello originale (Watership Down) - di Richard Adams, del 1972, La Collina dei Conigli racconta la storia di un “branco di conigli protagonisti di una meravigliosa epopea della libertà”, come recita la copertina dell'edizione italiana (Rizzoli-Bur) del 1975.
Sangue... Sangue che invade la conigliera da cui tutto parte, in una visione di Quintilio, coniglio preveggente e fratello del giovane Moscardo. Quintilio e... (continua)
"Owlsa" (2006)
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/4/2014 - 20:11
Vecchie e nuove pulsioni pro-civili
Antiwar Songs Blog
Signor Presidente, ieri in occasione della Festa Nazionale della Liberazione dell’Italia dal Nazifascismo ha avuto modo di dichiarare quanto segue: Dobbiamo procedere – nella piena, consapevole valorizzazione delle Forze Armate che continuano a fare onore all’Italia – in un serio impegno di rinnovamento e di riforma, razionalizzando le nostre strutture e i nostri mezzi, come […]
Antiwar Songs Staff 2014-04-26 18:22:00
Peter Norman
[2014]
Album:Bioscop
Peter George Norman (Melbourne, 15 giugno 1942 – Williamstown, 3 ottobre 2006) è stato un atleta australiano, specializzato nella velocità e vincitore della medaglia d'argento sui 200 metri piani ai Giochi olimpici di Città del Messico 1968. Sulla storia di Peter Norman vedi Mr. John Carlos.
Album:Bioscop
Peter George Norman (Melbourne, 15 giugno 1942 – Williamstown, 3 ottobre 2006) è stato un atleta australiano, specializzato nella velocità e vincitore della medaglia d'argento sui 200 metri piani ai Giochi olimpici di Città del Messico 1968. Sulla storia di Peter Norman vedi Mr. John Carlos.
Nel mondo album c’erano le foto
(continua)
(continua)
inviata da adriana + DonQuijote82 26/4/2014 - 17:34
Soldato Manning
[2014]
Album:Bioscop
Liberamente ispirato all’articolo su Bradley Manning pubblicato da GQ Italia nel febbraio 2011, all’interno della rubrica WuMingWood. Il testo integrale si può leggere su Giap, il blog della Wu Ming Foundation.
Album:Bioscop
Liberamente ispirato all’articolo su Bradley Manning pubblicato da GQ Italia nel febbraio 2011, all’interno della rubrica WuMingWood. Il testo integrale si può leggere su Giap, il blog della Wu Ming Foundation.
Bradley Manning noto anche come Chelsea Elizabeth (Crescent, 17 dicembre 1987) è un militare e attivista statunitense con cittadinanza britannica.
Accusato di aver trafugato decine di migliaia di documenti riservati mentre svolgeva il suo incarico di analista di intelligence durante le operazioni militari in Iraq, e di averli consegnati all'organizzazione WikiLeaks, è stato arrestato, imputato di svariati reati contro la sicurezza nazionale, e detenuto in condizioni considerate lesive dei diritti umani. Il suo caso ha suscitato un acceso dibattito in quanto quei dossier riguardavano l'omicidio di diversi civili disarmati da parte dell'esercito americano. Nell'agosto 2013 è stato condannato a 35 anni di carcere.
Nel 2011 e nel 2012 viene candidato al Premio Nobel per la Pace.
Accusato di aver trafugato decine di migliaia di documenti riservati mentre svolgeva il suo incarico di analista di intelligence durante le operazioni militari in Iraq, e di averli consegnati all'organizzazione WikiLeaks, è stato arrestato, imputato di svariati reati contro la sicurezza nazionale, e detenuto in condizioni considerate lesive dei diritti umani. Il suo caso ha suscitato un acceso dibattito in quanto quei dossier riguardavano l'omicidio di diversi civili disarmati da parte dell'esercito americano. Nell'agosto 2013 è stato condannato a 35 anni di carcere.
Nel 2011 e nel 2012 viene candidato al Premio Nobel per la Pace.
Il soldato Manning non è il tipico palestrato
(continua)
(continua)
inviata da adriana + DoNQuijote82 26/4/2014 - 17:25
The Revolution Will Not Be Televised
LA RIVOLUZIONE (NON SARÀ TRASMESSA SU YOUTUBE)
(continua)
(continua)
26/4/2014 - 15:19
L'ultima festa
[2014]
Album : Occupo poco spazio
Volti coperti da maschere, realizzate da Francesca Lombardi con la tecnica dell’origami, si muovono danzando all’interno di un teatro vuoto. L’ambiente è desolato, scarno e volutamente decadente. I protagonisti della scena sono una donna e, intorno a lei, cinque uomini che piangono. Insieme recitano in una commedia su un carro, che è il loro palcoscenico. È il Cambaleo, stanno raccontando l’ultima festa, un funerale, e lo fanno ponendo l’accento sul disfacimento di un Paese, ma potrebbe essere anche il Mondo intero, che si sta sfaldando ma festeggia imperterrito fino alla fine.
Anita Galvano su "Pirati e Sirene"
Album : Occupo poco spazio
Volti coperti da maschere, realizzate da Francesca Lombardi con la tecnica dell’origami, si muovono danzando all’interno di un teatro vuoto. L’ambiente è desolato, scarno e volutamente decadente. I protagonisti della scena sono una donna e, intorno a lei, cinque uomini che piangono. Insieme recitano in una commedia su un carro, che è il loro palcoscenico. È il Cambaleo, stanno raccontando l’ultima festa, un funerale, e lo fanno ponendo l’accento sul disfacimento di un Paese, ma potrebbe essere anche il Mondo intero, che si sta sfaldando ma festeggia imperterrito fino alla fine.
Anita Galvano su "Pirati e Sirene"
Cambaleo...
(continua)
(continua)
inviata da adriana 26/4/2014 - 10:07
Stay Human
[2014]
Album:Bioscop
Album:Bioscop
Restiamo umani. Stay Human.
(continua)
(continua)
26/4/2014 - 09:45
Percorsi:
Vittorio Arrigoni
Rue des Longues-Haies
Ho ancora i tre dischi "45 giri" (in vinile) acquistati nel 1958-'59.
Sono 12 canzoni, quattro per disco.
Ho amato e riascoltato le canzoni di Duval continuamente, per 50 anni. Quei tre 45 giri sono ormai logori, scricchiolano, saltano qualche solco!
Di Aimé Duval 15 anni fa in Internet non c'era niente (tranne un tenero ricordo di lui, in francese, scritto – se non non ricordo male – da un suo nipote).
Poi, miracolosamente, (8 0 10 anni fa), è comparso tutto il suo repertorio in un sito-web di gesuiti messicani (sempre se la memoria non mi tradisce). Là c'erano (scaricabili in MP3 senza problemi) sia le 12 canzoni dei tre 45 giri (quelle che anch'io avevo) sia altre 7 canzoni registrate da radio quando Duval si era esibito dal vivo.
Mi sono fatto la traduzione in italiano di tutte le canzoni così come erano cantate, ascoltandole, parola per parola.
Trascrivo più sotto la mia traduzione... (continua)
Sono 12 canzoni, quattro per disco.
Ho amato e riascoltato le canzoni di Duval continuamente, per 50 anni. Quei tre 45 giri sono ormai logori, scricchiolano, saltano qualche solco!
Di Aimé Duval 15 anni fa in Internet non c'era niente (tranne un tenero ricordo di lui, in francese, scritto – se non non ricordo male – da un suo nipote).
Poi, miracolosamente, (8 0 10 anni fa), è comparso tutto il suo repertorio in un sito-web di gesuiti messicani (sempre se la memoria non mi tradisce). Là c'erano (scaricabili in MP3 senza problemi) sia le 12 canzoni dei tre 45 giri (quelle che anch'io avevo) sia altre 7 canzoni registrate da radio quando Duval si era esibito dal vivo.
Mi sono fatto la traduzione in italiano di tutte le canzoni così come erano cantate, ascoltandole, parola per parola.
Trascrivo più sotto la mia traduzione... (continua)
RUE DES LONGUES-HAIES [TRADUZIONE FEDELE IN ITALIANO]
(continua)
(continua)
inviata da Arnaldo Vicentini 26/4/2014 - 02:35
La tradotta che parte da Torino
anonimo
Concordo con Venturi; era così per i canti di guerra come per molti altri canti della tradizione popolare. Personalmente ho sempre cantato la seconda versione proposta; immagino perchè la sentivo a mia volta cantare dagli anziani del paese (sono giovincello, ho solo passato i 60), dunque per forza di cose anche le mie sono memorie indirette. Cordialità.
Francesco Brazzale, Vicenza
(A Dio piacendo, o a chi per esso, il Bomba day è finito bene, alleluja....)
Francesco Brazzale, Vicenza
(A Dio piacendo, o a chi per esso, il Bomba day è finito bene, alleluja....)
Francesco Brazzale 26/4/2014 - 00:39
Krieg
(1994)
Le interpretazioni all'inizio sembravano tante (a me). Poi ho trovato un video su youtube e tutto mi é sembrato in un lampo chiarissimo (grazie youtube!) La Germania divisa, il muro, due culture e mondi diversi non solo per il divario ricchezza/povertà ma anche per una mentalità completamente differente.
Nell'estate del 2009 Ute Donner ha dipinto una bandiera della pace sul Muro di Berlino con le parole della canzone di Gundi. Visto che Gundi viveva al confine tra Germania e Polonia vicino a Cottbus, uno (cioè io) potrebbe comunque pensare "E che c'entra comunque il mare?" Spazio all'immaginazione.
Le interpretazioni all'inizio sembravano tante (a me). Poi ho trovato un video su youtube e tutto mi é sembrato in un lampo chiarissimo (grazie youtube!) La Germania divisa, il muro, due culture e mondi diversi non solo per il divario ricchezza/povertà ma anche per una mentalità completamente differente.
Nell'estate del 2009 Ute Donner ha dipinto una bandiera della pace sul Muro di Berlino con le parole della canzone di Gundi. Visto che Gundi viveva al confine tra Germania e Polonia vicino a Cottbus, uno (cioè io) potrebbe comunque pensare "E che c'entra comunque il mare?" Spazio all'immaginazione.
Wir lagen uns gegenüber,
(continua)
(continua)
25/4/2014 - 23:06
Percorsi:
Il Muro di Berlino, 1961-1989
Sama Beirut
In realtà il testo originale è interamente in arabo...
Purtroppo non riesco a trovarlo...
Purtroppo non riesco a trovarlo...
Bernart Bartleby 25/4/2014 - 21:41
Sólo le pido a Dios
TEDESCO / GERMAN / ALEMÁN - Gerhard Gundermann
SO WIRD ES TAG
(continua)
(continua)
25/4/2014 - 21:22
Cent'anni di meno
da "Certi momenti" (1980)
Una bellissima canzone che celebra la giovinezza, una giovinezza assetata d'amore, di sogni e di impegno politico, quando ancora si sperava in un futuro di pace e di giustizia. Una canzone adatta a questo 25 aprile, per augurare a tutti di tornare - come il grande Pierangelo - ad avere cent'anni di meno.
Una bellissima canzone che celebra la giovinezza, una giovinezza assetata d'amore, di sogni e di impegno politico, quando ancora si sperava in un futuro di pace e di giustizia. Una canzone adatta a questo 25 aprile, per augurare a tutti di tornare - come il grande Pierangelo - ad avere cent'anni di meno.
Stesi nell'erba tra i fiori di campo
(continua)
(continua)
inviata da CCG Staff 25/4/2014 - 20:40
Cease Fire!
Il 25 aprile in Italia è un giorno perfetto per condividere questa canzone e oggi è fatalità proprio il giorno in cui il suo autore Theo Dorgan per amicizia me n'ha donato una sua traduzione dal gaelico all'inglese, immediatamente la giro a tutti voi e specialmente al grande Riccardo Venturi.
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri
CEASE FIRE!
(continua)
(continua)
inviata da Flavio Poltronieri 25/4/2014 - 20:02
Biko
Quando di notte provo a dormire
riesco a sognare solo in rosso
Il mondo là fuori è bianco e nero
con un solo colore morto.
la traduzione giusta è
IL MONDO LA FUORI E' BIANCO E NERO
LA MORTE E' DI UN COLORE SOLO
riesco a sognare solo in rosso
Il mondo là fuori è bianco e nero
con un solo colore morto.
la traduzione giusta è
IL MONDO LA FUORI E' BIANCO E NERO
LA MORTE E' DI UN COLORE SOLO
STEFANO 25/4/2014 - 18:29
Sogno di ali
[2008]
Parole a musica di Piero Fabrizi (1957), musicista, compositore e chitarrista italiano.
Nell’album intitolato “Il movimento del dare”
Poi anche nel disco collettivo “Canzoni per loro”, parte di “Adotta un disegno”, progetto di Emergency.
Parole a musica di Piero Fabrizi (1957), musicista, compositore e chitarrista italiano.
Nell’album intitolato “Il movimento del dare”
Poi anche nel disco collettivo “Canzoni per loro”, parte di “Adotta un disegno”, progetto di Emergency.
Dormi angelo vero
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2014 - 17:25
Percorsi:
Violenza sull'infanzia
Lettera dal finestrino (Ticino)
[2014]
Album : Michele Anelli & Chemako
Album : Michele Anelli & Chemako
«Un ponte del Ticino e due persone che lo attraversano da ambo i lati. Una ha un lavoro, l’altra no. I pensieri si confondono e potrebbero appartenere ad entrambi. Alla fine sei in trappola, per motivi diversi. Il testo è liberamente ispirato ad una poesia dello scrittore pavese Alessandro Reali».
Fonte :pagina facebook dell'artista
Fonte :pagina facebook dell'artista
Lettera amara, lettera dal finestrino
(continua)
(continua)
inviata da adriana 25/4/2014 - 16:34
Life Is Sweet
[2014]
Singolo nato dalla collaborazione tra tre grandi artisti, già singolarmente presenti sulla CCG: Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzé.
Viaggio, cambiamento, speranza, resistenza contro la paura, la miseria e i proiettili che ci volano sopra la testa, rivolta, uguaglianza, tutti insieme, perchè l’ultimo che passa vale come il primo...
Ci sta? Eccome se ci sta!
Singolo nato dalla collaborazione tra tre grandi artisti, già singolarmente presenti sulla CCG: Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzé.
Viaggio, cambiamento, speranza, resistenza contro la paura, la miseria e i proiettili che ci volano sopra la testa, rivolta, uguaglianza, tutti insieme, perchè l’ultimo che passa vale come il primo...
Ci sta? Eccome se ci sta!
Disteso sul fianco
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2014 - 15:04
Percorsi:
Ponti
L'imperatore Tiberio
[2009]
Parole e musica di Daniele Silvestri
Parole e musica di Daniele Silvestri
L'imperatore Tiberio
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2014 - 14:15
Percorsi:
Violenza sui Primi Ministri
Ad esempio in Sierra Leone
[2008]
Parole e musica di Daniele Silvestri.
Nel disco collettivo “Canzoni per loro”, parte di “Adotta un disegno”, progetto di Emergency.
Parole e musica di Daniele Silvestri.
Nel disco collettivo “Canzoni per loro”, parte di “Adotta un disegno”, progetto di Emergency.
Non c'è mica bisogno di essere un campione
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/4/2014 - 14:03
Cacciabombardiere F35
Ma quando ci liberiamo pure di questo??
Parola di Re Giorgio II nel giorno della Liberazione. Amen.
"Dobbiamo procedere - nella piena, consapevole valorizzazione delle Forze Armate che continuano a fare onore all'Italia - in un serio impegno di rinnovamento e di riforma, razionalizzando le nostre strutture e i nostri mezzi, come si è iniziato a fare con la legge in corso di attuazione, e sollecitando il massimo avanzamento di processi di integrazione al livello europeo. Potremo così soddisfare esigenze di rigore e di crescente produttività nella spesa per la Difesa, senza indulgere a decisioni sommarie che possono riflettere incomprensioni di fondo e perfino anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove pulsioni antimilitariste".
Parola di Re Giorgio II nel giorno della Liberazione. Amen.
CCG Staff 25/4/2014 - 13:45
Oggi è 25 aprile. Non ci piacciono le ricorrenze, le giornate della memoria in cui relegare e nascondere la memoria. E visto che noi in questo sito la memoria cerchiamo di custodirla tutti i giorni vi auguriamo buon 25 aprile con Con la guerriglia nella versione degli A.F.A.
Ai nostri morti scaverem la fossa/Sulle rupestri cime sarà posta/Per noi risorgerà la nuova Italia/Con la guerriglia/lo vedi quante cose che ci sono ancora da cambiare,/con la Guerriglia Culturale/lo vedi quante cose che si devono cambiare,/con la Guerriglia Culturale/lo vedi quante cose che ci sono da salvare,/con la Guerriglia Culturale
Ecco cosa facciamo con le CCG, guerriglia culturale
Ai nostri morti scaverem la fossa/Sulle rupestri cime sarà posta/Per noi risorgerà la nuova Italia/Con la guerriglia/lo vedi quante cose che ci sono ancora da cambiare,/con la Guerriglia Culturale/lo vedi quante cose che si devono cambiare,/con la Guerriglia Culturale/lo vedi quante cose che ci sono da salvare,/con la Guerriglia Culturale
Ecco cosa facciamo con le CCG, guerriglia culturale
DonQuijote82 25/4/2014 - 12:36
Iris e Silvio
bella la lapide che li ricorda sul municipio di Forlì'.
Sergio celato 25/4/2014 - 10:52
25 de abril 1974: O dia das surpresas
Antiwar Songs Blog
Ma quando ci riterranno ben sicuri, circondati da bastoni e da fortezze, crolleranno con fragore gli alti muri e arriverà il giorno delle sorprese. Così scriveva nel 1966 José Saramago in una profetica poesia (poi messa in musica da Manuel Freire) in cui, dopo aver tracciato un desolante ritratto della società portoghese sotto la dittatura, […]
Antiwar Songs Staff 2014-04-25 10:51:00
Johnny I Hardly Knew Ye
anonimo
Sempre a riguardo "Johnny I Hardly Knew Ye" siccome non credo che molti lo sappiano, mi permetto di invitarvi ad ascoltare "Prayer for the dead", in Saints & Tzadiks di Susan McKeown e Lorin Sklamberg (meravigliosa voce dei Klezmatics)che contiene questa canzone mescolata con "Kh'bin oysgeforn felder, velder, oy vey!" (un lamento yddish basato su una canzone ucraina risalente alla prima guerra mondiale), mentre la parte finale in latino/irlandese è "Deus meus adiuva me" scritta nell'undicesimo secolo dal poeta Mail Iosa O Brolchàin. Una vera delizia.
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri
Flavio Poltronieri 24/4/2014 - 22:10
Biedny chrześcijanin patrzy na getto
A proposito della responsabilità morale dei polacchi nella persecuzione dei loro connazionali di fede ebraica...
Jan Karski
Jan Karski
Krzysiek Wrona 24/4/2014 - 20:19
Seifenlied
d'après la traduction italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson allemande – Seifenlied – Julian Arendt – 1928
Texte de Julian Arendt (1895-1938), écrivain juif allemand, auteur de nombreux textes pour le cabaret pendant la République de Weimar.
Musique d'Otto Stransky (1889-1932), compositeur autrichien.
Interprétée par Ernst Busch, au « Larifari », un cabaret itinérant au contenu fortement politique fondé en 1928 à Berlin par Rosa Valetti, une célèbre actrice de cinéma et de cabaret et chanteuse, et par Erich Einegg, pianiste et compositeur.
La chanson se trouve dans les disques de Busch intitulés « Die Goldenen Zwanziger Jahre » de 1964 et d'« Ernst Busch 1 (Lieder Der Arbeiterklasse 1917-1933) » de 1970.
Une chansonnette de cabaret qui ridiculise gaiement les sociaux-démocrates allemands, dont les candidats, pendant la campagne électorale de 1928, distribuaient aux meetings des savons... (continua)
Chanson allemande – Seifenlied – Julian Arendt – 1928
Texte de Julian Arendt (1895-1938), écrivain juif allemand, auteur de nombreux textes pour le cabaret pendant la République de Weimar.
Musique d'Otto Stransky (1889-1932), compositeur autrichien.
Interprétée par Ernst Busch, au « Larifari », un cabaret itinérant au contenu fortement politique fondé en 1928 à Berlin par Rosa Valetti, une célèbre actrice de cinéma et de cabaret et chanteuse, et par Erich Einegg, pianiste et compositeur.
La chanson se trouve dans les disques de Busch intitulés « Die Goldenen Zwanziger Jahre » de 1964 et d'« Ernst Busch 1 (Lieder Der Arbeiterklasse 1917-1933) » de 1970.
Une chansonnette de cabaret qui ridiculise gaiement les sociaux-démocrates allemands, dont les candidats, pendant la campagne électorale de 1928, distribuaient aux meetings des savons... (continua)
CHANSON DU SAVON
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/4/2014 - 19:58
Per la stessa direzione
Omaggio a Peppino Impastato Vittima di mafia
Gocce d'ironia,bagnano la tirannia
(continua)
(continua)
inviata da Lele Ravera 24/4/2014 - 16:34
Percorsi:
Mafia e mafie
Back
[1915]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra. Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra Gibson mantenne nelle sue opere un’attenzione particolare per coloro che, anche in tempo di pace, sono troppo spesso i vinti, i fregati, comunque vada…
E in questa “Back” credo che Gibson abbia condensato la poetica dell’intera raccolta “Battle” e di tutti i suoi versi dedicati alla Grande Guerra: lui, che non si mosse di casa, assunse su di sé la colpa e la sofferenza di tutti i suoi compatrioti che in guerra ci andarono, ad uccidere e a crepare.
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra. Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra Gibson mantenne nelle sue opere un’attenzione particolare per coloro che, anche in tempo di pace, sono troppo spesso i vinti, i fregati, comunque vada…
E in questa “Back” credo che Gibson abbia condensato la poetica dell’intera raccolta “Battle” e di tutti i suoi versi dedicati alla Grande Guerra: lui, che non si mosse di casa, assunse su di sé la colpa e la sofferenza di tutti i suoi compatrioti che in guerra ci andarono, ad uccidere e a crepare.
They ask me where I’ve been,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 15:57
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Gypsy Reggae
2014
Reggae Circus
(A. Bono)
Reggae Circus
(A. Bono)
Dajje! Con la musica reggae
(continua)
(continua)
inviata da DoNQuijote82 24/4/2014 - 15:47
All Being Well
[1915]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
All being well, I’ll come to you,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 15:35
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
The Return
[1915]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
“Sorridevo al mio ragazzo, mio figlio che partiva per la guerra. Gli sorridevo solo per celare il mio terrore più grande: che, se non fosse morto, la guerra mi avrebbe restituito un estraneo.”
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
“Sorridevo al mio ragazzo, mio figlio che partiva per la guerra. Gli sorridevo solo per celare il mio terrore più grande: che, se non fosse morto, la guerra mi avrebbe restituito un estraneo.”
He went, and he was gay to go:
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 15:23
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Breakfast
[1915]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
Una poesia terribile che mescola quella che potrebbe essere una scena di vita quotidiana (il pasto, le chiacchiere, una scommessa sul calcio…) con la sequenza allucinante di un bombardamento che colpisce i soldati schiacciati in fondo ad una trincea…
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Battle” pubblicata nel 1915.
Musica di Vartan Aghababian (compositore, docente di teoria musicale al Boston University College of Fine Arts) e Ann Moss, soprano, dall’opera “Seven Songs” del 2003.
Una poesia terribile che mescola quella che potrebbe essere una scena di vita quotidiana (il pasto, le chiacchiere, una scommessa sul calcio…) con la sequenza allucinante di un bombardamento che colpisce i soldati schiacciati in fondo ad una trincea…
We ate our breakfast lying on our backs,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 15:07
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Retreat
[1916]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Friends” pubblicata nel 1916.
Musica di Philip Napier Miles (1865-1935), compositore, musicista e filantropo originario di Bristol.
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Friends” pubblicata nel 1916.
Musica di Philip Napier Miles (1865-1935), compositore, musicista e filantropo originario di Bristol.
Broken, bewildered by the long retreat
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 13:19
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Stow-on-the-Wold
[1918]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Musica di John Jeffreys (1927-2010) talentuoso compositore che negli anni 70, purtroppo, distrusse gran parte dei suoi lavori. Solo in parte furono in seguito ricostruiti a partire da alcune registrazioni.
Stow-on-the-Wold è un paese del Gloucestershire inglese.
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Musica di John Jeffreys (1927-2010) talentuoso compositore che negli anni 70, purtroppo, distrusse gran parte dei suoi lavori. Solo in parte furono in seguito ricostruiti a partire da alcune registrazioni.
Stow-on-the-Wold è un paese del Gloucestershire inglese.
I met an old man at Stow-on-the-Wold,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 13:02
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Otterburn
[1918]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Musica di John Jeffreys (1927-2010) talentuoso compositore che negli anni 70, purtroppo, distrusse gran parte dei suoi lavori. Solo in parte furono in seguito ricostruiti a partire da alcune registrazioni.
Una poesia scritta in memoria di un soldatino crepato nelle Fiandre, di certo un amico o conoscente di Gibson, perché il più volte citato Otterburn è un paese del Northumberland non molto lontano da Hexham, città natale del poeta inglese.
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra. Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra Gibson mantenne nelle sue opere un’attenzione particolare per coloro che, anche in tempo di pace, sono troppo spesso i vinti, i fregati, comunque vada…
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Musica di John Jeffreys (1927-2010) talentuoso compositore che negli anni 70, purtroppo, distrusse gran parte dei suoi lavori. Solo in parte furono in seguito ricostruiti a partire da alcune registrazioni.
Una poesia scritta in memoria di un soldatino crepato nelle Fiandre, di certo un amico o conoscente di Gibson, perché il più volte citato Otterburn è un paese del Northumberland non molto lontano da Hexham, città natale del poeta inglese.
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra. Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra Gibson mantenne nelle sue opere un’attenzione particolare per coloro che, anche in tempo di pace, sono troppo spesso i vinti, i fregati, comunque vada…
The lad who went to Flanders
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 11:55
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Lament
[1918]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Poesia messa in musica da diversi compositori tra i quali Gerald Finzi (1924), Benjamin Frankel, Philip Napier Miles, Barbara Pentland (1934).
“Ma noi che siamo vivi, noi che non siamo rimasti annientati dalla guerra, come facciamo noi ancora a guardare il sole, a sentire la pioggia e il canto degli uccelli senza avvertire che si è interrotto il battito del cuore di ogni cosa?”
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra. Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra Gibson mantenne nelle sue opere un’attenzione particolare per coloro che, anche in tempo di pace, sono troppo spesso i vinti, i fregati, comunque vada…
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Poesia messa in musica da diversi compositori tra i quali Gerald Finzi (1924), Benjamin Frankel, Philip Napier Miles, Barbara Pentland (1934).
“Ma noi che siamo vivi, noi che non siamo rimasti annientati dalla guerra, come facciamo noi ancora a guardare il sole, a sentire la pioggia e il canto degli uccelli senza avvertire che si è interrotto il battito del cuore di ogni cosa?”
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra. Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra Gibson mantenne nelle sue opere un’attenzione particolare per coloro che, anche in tempo di pace, sono troppo spesso i vinti, i fregati, comunque vada…
We who are left, how shall we look again
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 11:31
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Black Stitchel
[1918]
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Poesia messa in musica da Ivor Gurney (1890-1937), poeta e compositore (“A First Volume of Ten Songs, no. 3”, 1938) e poi anche da John Jeffreys (1927-2010) talentuoso compositore che negli anni 70, purtroppo, distrusse gran parte dei suoi lavori. Solo in parte furono in seguito ricostruiti a partire da alcune registrazioni.
Una riflessione sulla bellezza dell’amore e sull’orrore della guerra.
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra (infatti questa poesia è ambientata nella brughiera del suo Northumberland nativo, in una località chiamata Black Stitchel). Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra... (continua)
Versi di Wilfrid Wilson Gibson (1878-1962), nella raccolta “Whin” pubblicata nel 1918.
Poesia messa in musica da Ivor Gurney (1890-1937), poeta e compositore (“A First Volume of Ten Songs, no. 3”, 1938) e poi anche da John Jeffreys (1927-2010) talentuoso compositore che negli anni 70, purtroppo, distrusse gran parte dei suoi lavori. Solo in parte furono in seguito ricostruiti a partire da alcune registrazioni.
Una riflessione sulla bellezza dell’amore e sull’orrore della guerra.
Wilfrid Wilson Gibson fu ufficiale di sua maestà, ma non combattè in prima linea e neppure lasciò mai l’Inghilterra (infatti questa poesia è ambientata nella brughiera del suo Northumberland nativo, in una località chiamata Black Stitchel). Eppure gran parte delle sue poesie di quel periodo descrivono le atrocità della guerra dal punto di vista del soldato semplice mandato a crepare. Anche dopo la guerra... (continua)
As I was lying on Black Stitchel
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 11:09
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
Channel Firing
[1914]
Versi di Thomas Hardy (1840–1928), grande poeta e scrittore inglese, nella raccolta intitolata “Satires of Circumstance” pubblicata nel 1914.
Poesia messa in musica da diversi compositori: Gerald Finzi (1949), Irwin Heilner (1966), Leo Smit, (1970), John Pickard (2008) e altri.
Thomas Hardy nacque, visse e morì nel Dorset, affacciato sul Channel, il canale della Manica.
Lì scrisse “Jude The Obscure”, storia di un disgraziato stritolato dal fato, dalla miseria umana e dalle convenzioni sociali, un romanzo molto pessimistico e critico verso la società dell’epoca, che il pubblico vittoriano ovviamente disdegnò. Così il vecchio Hardy smise con la prosa e negli ultimi suoi anni si diede alla poesia.
Thomas Hardy scrisse questa “Fuoco nel Canale” nei mesi che precedettero lo scoppio della Grande Guerra (fine luglio 1914), quando anche gli inglesi si stavano preparando alle ostilità... (continua)
Versi di Thomas Hardy (1840–1928), grande poeta e scrittore inglese, nella raccolta intitolata “Satires of Circumstance” pubblicata nel 1914.
Poesia messa in musica da diversi compositori: Gerald Finzi (1949), Irwin Heilner (1966), Leo Smit, (1970), John Pickard (2008) e altri.
Thomas Hardy nacque, visse e morì nel Dorset, affacciato sul Channel, il canale della Manica.
Lì scrisse “Jude The Obscure”, storia di un disgraziato stritolato dal fato, dalla miseria umana e dalle convenzioni sociali, un romanzo molto pessimistico e critico verso la società dell’epoca, che il pubblico vittoriano ovviamente disdegnò. Così il vecchio Hardy smise con la prosa e negli ultimi suoi anni si diede alla poesia.
Thomas Hardy scrisse questa “Fuoco nel Canale” nei mesi che precedettero lo scoppio della Grande Guerra (fine luglio 1914), quando anche gli inglesi si stavano preparando alle ostilità... (continua)
That night your great guns, unawares,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/4/2014 - 09:25
Minguccio
Non conosco lo jidish
Non conosco il greco
Ma sono comosso
Come un poro geco
Che percorre i muri
Quando sole brucia
Di notte cammina
Si nutre di bruchi
Ciechi
Non conosco il greco
Ma sono comosso
Come un poro geco
Che percorre i muri
Quando sole brucia
Di notte cammina
Si nutre di bruchi
Ciechi
krzyś 24/4/2014 - 05:44
Browned Off
Potrebbe darsi che MacColl si sia qui ispirato a Stung Right di Joe Hill? I ritornelli mi sembramo parecchio simili...
Bernart Bartleby 23/4/2014 - 21:04
Louvor a Chico Mendes
1989
Simone
(Almir de Araújo / Marquinhos Lessa)
Simone
(Almir de Araújo / Marquinhos Lessa)
Chico
(continua)
(continua)
inviata da Donquijote82 23/4/2014 - 17:05
Percorsi:
Chico Mendes
In mezzo al mare
(testo di Francesco Tomasso – musica di Claudio Luongo)
E' su iTunes e YouTube ‘In mezzo al mare’, il nuovo singolo di Malì ispirato ai viaggi della speranza verso l’isola di Lampedusa.
La canzone racconta il dramma dei profughi dando voce a un punto di vista spesso trascurato: quello delle donne. Nel brano le motivazioni e lo stato d’animo di una giovane madre costretta a rischiare la vita su un barcone pur di provare a salvare il proprio bambino, e se stessa, da una morte certa in patria. La disperazione dà vita alla speranza. “Se non scappo muoio, se non nuoto affogo” è l’inizio della canzone che non lascia spazio a dubbi. Il testo è “forte” e stimola emozioni e riflessioni in genere non immediate quando si pensa agli sbarchi dei profughi in Sicilia.
Di ‘In mezzo al mare’, scritto per Malì da Claudio Luongo e Francesco Tomasso e prodotto da Tomasso Management, è stato realizzato anche un video dall’esordiente filmmaker Gianluca Oliva, visibile all’indirizzo
E' su iTunes e YouTube ‘In mezzo al mare’, il nuovo singolo di Malì ispirato ai viaggi della speranza verso l’isola di Lampedusa.
La canzone racconta il dramma dei profughi dando voce a un punto di vista spesso trascurato: quello delle donne. Nel brano le motivazioni e lo stato d’animo di una giovane madre costretta a rischiare la vita su un barcone pur di provare a salvare il proprio bambino, e se stessa, da una morte certa in patria. La disperazione dà vita alla speranza. “Se non scappo muoio, se non nuoto affogo” è l’inizio della canzone che non lascia spazio a dubbi. Il testo è “forte” e stimola emozioni e riflessioni in genere non immediate quando si pensa agli sbarchi dei profughi in Sicilia.
Di ‘In mezzo al mare’, scritto per Malì da Claudio Luongo e Francesco Tomasso e prodotto da Tomasso Management, è stato realizzato anche un video dall’esordiente filmmaker Gianluca Oliva, visibile all’indirizzo
Se non scappo muoio
(continua)
(continua)
23/4/2014 - 16:50
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Paroles et Musique: Aimé Duval
Testo e musica: Aimé Duval
Nell'album “Récital Chaillot, 8 octobre 1961”, Volumen 1
Testo trovato su WikiParoles