Lupus in fabula [Il lupo e l'agnello]
Racyja mocniejszego zawsze lepsza bywa.
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 26/3/2014 - 21:24
Homenaje a Monseñor Romero
(...) "l'arcivescovo di San Salvador massacrato mentre faceva incarnare Cristo. Credo veramente che Cristo si incarna solo se l'ostia l'alza un vescovo di San Salvador, nelle mani dei vescovi agrari o servi degli agrari non si incarna niente".
[Luigi Di Ruscio, Istruzioni per l'uso della repressione, Roma, Savelli, 1980, p. 122]
[Luigi Di Ruscio, Istruzioni per l'uso della repressione, Roma, Savelli, 1980, p. 122]
L.L. 26/3/2014 - 13:25
Lupus in fabula [Il lupo e l'agnello]
Chanson française (beulemans) – LE LOUP ET LE LEMMEKE – VIRGILE – (Entre 1920 et 1970)
Langue : beulemans : une variante du brusseleeir ; bruxellaire ou bruxellois, lui-même variante du belgicain, français de Belgique.
Video
VIRGILE, dit Le Jean de La Fontaine des Marolles, n'était autre que Léon Crabbé (1891-1970). Il fit les beaux jours du défunt magazine politique bruxellois « Pourquoi Pas ? » (1910-1989) en y publiant chaque semaine, en un français mâtiné de « brusseleir », un Dialogue attendu des lecteurs (et pas seulement ceux de la capitale) comme le Messie...
Le sieur Virgile, donc, fit rigoler nos pères… Et notamment par ses pastiches des fables de La Fontaine (Menhier le Corbeau et Menhier le Renard, Le Chêne et le Roseauke, Le Loup et le Lemmeke, La Laitière et le Melkpot en sont quelques ornements hilarants) mais aussi par 49 textes d’une inspiration toute personnelle, joignant... (continua)
Langue : beulemans : une variante du brusseleeir ; bruxellaire ou bruxellois, lui-même variante du belgicain, français de Belgique.
Video
VIRGILE, dit Le Jean de La Fontaine des Marolles, n'était autre que Léon Crabbé (1891-1970). Il fit les beaux jours du défunt magazine politique bruxellois « Pourquoi Pas ? » (1910-1989) en y publiant chaque semaine, en un français mâtiné de « brusseleir », un Dialogue attendu des lecteurs (et pas seulement ceux de la capitale) comme le Messie...
Le sieur Virgile, donc, fit rigoler nos pères… Et notamment par ses pastiches des fables de La Fontaine (Menhier le Corbeau et Menhier le Renard, Le Chêne et le Roseauke, Le Loup et le Lemmeke, La Laitière et le Melkpot en sont quelques ornements hilarants) mais aussi par 49 textes d’une inspiration toute personnelle, joignant... (continua)
LE LOUP ET LE LEMMEKE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/3/2014 - 13:01
ARTE CONTRO LA GUERRA / ANTIWAR ART
Zaangażowany street art: cios między oczy
Street art impegnato: un colpo mezza gli occhi
La foto illustra un articolo su Charlie Edwards - detto Pure Evil, apparso sulla pagina della radio Trójka", ma non si capisce se è un'opera sua.
Street art impegnato: un colpo mezza gli occhi
La foto illustra un articolo su Charlie Edwards - detto Pure Evil, apparso sulla pagina della radio Trójka", ma non si capisce se è un'opera sua.
krzyś 26/3/2014 - 03:32
Champ d'honneur
Au champ d'honneur è la versione francese di In Flanders Fields, canzone che avete repertoriato nel sito.
Flanders Fields ha avuto una traduzione ufficiale francese in Canada (cfr. anche voce su Wikipedia) probabilmente perche' questo paese, anglofono e francofono, invio' un corpo di spedizione in Francia nel 1915.
In Canada la canzone e' ancora cantata nel giorno della Rimembranza (Poppy day,Veteran's day, 11 novembre.
Su youtube se ne trovano varie versioni.
In Canada la canzone e' ancora cantata nel giorno della Rimembranza (Poppy day,Veteran's day, 11 novembre.
Su youtube se ne trovano varie versioni.
Au champ d’honneur, les coquelicots
(continua)
(continua)
inviata da Vanni Guarnieri 25/3/2014 - 22:55
Lupus in fabula [Il lupo e l'agnello]
El loup et el Lemmeke
Chanson marollienne - El loup et el Lemmeke - Coco Lulu - 1898
Texte de Victor Lefèvre (1822-1904)
Victor Lefèvre (1822-1904) fut un fonctionnaire modèle du service de l’Instruction publique de la ville de Bruxelles. Membre de la loge maçonnique bruxelloise « Les Amis Philanthropes », il composa quelques œuvres sous son nom mais c’est comme « barde de la rue Haute » et comme auteur marollien qu’il se fit connaître sous le pseudonyme de Coco Lulu.
Ah, Lucien l'âne mon ami, figure-toi... Oui, figure-toi ceci...
Au fait, que dois-je me figurer ?, demande Lucien l'âne un peu ahuri par un tel préambule. Figure-toi donc que j'allais tranquillement mon chemin, quand un loup survînt... Non ce n'est pas ça, mais presque. Je traduisais une chanson italienne où il est question de Lupi – en français , de loups et j'y reviendrai prochainement, mais chemin faisant, il m'arriva... (continua)
Chanson marollienne - El loup et el Lemmeke - Coco Lulu - 1898
Texte de Victor Lefèvre (1822-1904)
Victor Lefèvre (1822-1904) fut un fonctionnaire modèle du service de l’Instruction publique de la ville de Bruxelles. Membre de la loge maçonnique bruxelloise « Les Amis Philanthropes », il composa quelques œuvres sous son nom mais c’est comme « barde de la rue Haute » et comme auteur marollien qu’il se fit connaître sous le pseudonyme de Coco Lulu.
Ah, Lucien l'âne mon ami, figure-toi... Oui, figure-toi ceci...
Au fait, que dois-je me figurer ?, demande Lucien l'âne un peu ahuri par un tel préambule. Figure-toi donc que j'allais tranquillement mon chemin, quand un loup survînt... Non ce n'est pas ça, mais presque. Je traduisais une chanson italienne où il est question de Lupi – en français , de loups et j'y reviendrai prochainement, mais chemin faisant, il m'arriva... (continua)
El loup et el Lemmeke
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/3/2014 - 22:06
Governo non permette
Solution
di Alessandro Robecchi
In attesa che del massiccio piano di risparmi (spending review) si lamentino i ceti deboli colpiti dalla stangata (pounding), registriamo le rimostranze di Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie (rails). I suoi 850 mila euro annui non si toccano, ammonisce, altrimenti se ne va. Insomma, niente scherzi (jokes): lui gestisce un’impresa grossa e complicata, non esiste che guadagni di meno, anzi è pronto ad andare all’estero (go abroad).
Nell’ambito di una amichevole composizione del conflitto, urge trovare una soluzione. Proposta: a Mauro Moretti si potrebbe tagliare lo stipendio pur garantendogli una vita da ricco (rich). Basterebbe integrare il suo salario con un centesimo per ogni volta che un pendolare italiano ha un caro pensiero per lui (fuck).
di Alessandro Robecchi
In attesa che del massiccio piano di risparmi (spending review) si lamentino i ceti deboli colpiti dalla stangata (pounding), registriamo le rimostranze di Mauro Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie (rails). I suoi 850 mila euro annui non si toccano, ammonisce, altrimenti se ne va. Insomma, niente scherzi (jokes): lui gestisce un’impresa grossa e complicata, non esiste che guadagni di meno, anzi è pronto ad andare all’estero (go abroad).
Nell’ambito di una amichevole composizione del conflitto, urge trovare una soluzione. Proposta: a Mauro Moretti si potrebbe tagliare lo stipendio pur garantendogli una vita da ricco (rich). Basterebbe integrare il suo salario con un centesimo per ogni volta che un pendolare italiano ha un caro pensiero per lui (fuck).
daniela -k.d.- 25/3/2014 - 12:17
Fuoco sulla collina
credo che artisti come lui e lucio battisti non ne vedremo piu!! oggi si ascoltano le lagne di ligabue.........siamo caduti veramente in basso!!!!!!!
PIO 25/3/2014 - 11:04
Avanti ragazzi di Budapest
Caro Riccardo, non so tu cosa pensi scrivendo parafascismo, ma...
In Ungheria tutti i giornali scrivono quello che pensano e vogliono, non c'é neanche un giornalista ammutolito, la gente organizza quello che vuole,..., potrei continuare.
Nel governo ungherese ci sono piú persone di origine ebrei.
Quando c'é un governo di destra che ottiene anche successi subito viene l'accusa: fascisti, parafascisti, anzí anche nazisiti,...
Se il giornalismo fosse un lavoro serio (anch'io sto generalizzando troppo:), i giornali scriverebbero anche le notizie che il governo di Orbán nella lotta cittadini-banche ha deciso a favore della gente, che a ripensato la relazione con le multinazinali, che dai fornitori del gas, dell'eletricitá,... riprende soldi dando alla gente.
Il governo fa anche cose sbagliate: quasi sempre decide con la sua maggioranza, solo poche volte chiede l'oppinione del mondo privato,... (continua)
In Ungheria tutti i giornali scrivono quello che pensano e vogliono, non c'é neanche un giornalista ammutolito, la gente organizza quello che vuole,..., potrei continuare.
Nel governo ungherese ci sono piú persone di origine ebrei.
Quando c'é un governo di destra che ottiene anche successi subito viene l'accusa: fascisti, parafascisti, anzí anche nazisiti,...
Se il giornalismo fosse un lavoro serio (anch'io sto generalizzando troppo:), i giornali scriverebbero anche le notizie che il governo di Orbán nella lotta cittadini-banche ha deciso a favore della gente, che a ripensato la relazione con le multinazinali, che dai fornitori del gas, dell'eletricitá,... riprende soldi dando alla gente.
Il governo fa anche cose sbagliate: quasi sempre decide con la sua maggioranza, solo poche volte chiede l'oppinione del mondo privato,... (continua)
Zágoni Zsolt 25/3/2014 - 08:00
Campanades a morts
Qualcuno ha gli accordi per chitarra di questo bellissimo canto?
Luciano 24/3/2014 - 22:44
Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht
Chanson italienne – Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht – Stormy Six – 2013
Écrite par Umberto Fiori et Tommaso Leddi des Stormy Six
Du spectacle “Benvenuti nel ghetto” (Bienvenue au ghetto) créé par le groupe avec Moni Ovadia, à l'occasion des 70 ans de l'insurrection du ghetto de Varsovie.
« Pourtant est-ce peut-être là où quelqu'un résiste sans espoir, que commence l'histoire humaine, comme nous l'appelons, et la beauté de l'homme. » Yannis Ritsos/Γιάννης Ρίτσος, fragment de « Ελένη », 1970.
Entre avril et mai 1943 les Juifs du ghetto de Varsovie — hommes et femmes, vieillards et enfants — se rebellèrent face à la violence des SS et leur tinrent tête, armes la main, pendant presque un mois. Il s'agit du premier épisode de résistance armée contre les nazis ; un épisode d'autant plus significatif que les protagonistes — dans des conditions désespérées d’infériorité militaire et presque... (continua)
Écrite par Umberto Fiori et Tommaso Leddi des Stormy Six
Du spectacle “Benvenuti nel ghetto” (Bienvenue au ghetto) créé par le groupe avec Moni Ovadia, à l'occasion des 70 ans de l'insurrection du ghetto de Varsovie.
« Pourtant est-ce peut-être là où quelqu'un résiste sans espoir, que commence l'histoire humaine, comme nous l'appelons, et la beauté de l'homme. » Yannis Ritsos/Γιάννης Ρίτσος, fragment de « Ελένη », 1970.
Entre avril et mai 1943 les Juifs du ghetto de Varsovie — hommes et femmes, vieillards et enfants — se rebellèrent face à la violence des SS et leur tinrent tête, armes la main, pendant presque un mois. Il s'agit du premier épisode de résistance armée contre les nazis ; un épisode d'autant plus significatif que les protagonistes — dans des conditions désespérées d’infériorité militaire et presque... (continua)
CHANT DES TAILLEURS JUIFS DE LA WEHRMACHT
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/3/2014 - 21:59
Valery
[1979]
Testo di Alfredo Cohen
Musica di Franco Battiato e Giusto Pio
(con interventi di Alfredo Cohen)
Pubblicato su 45 giri IT stereo ZBT 7149 (1979)
Poi nella ristampa di "Come barchette dentro un tram"
(Bonus track)
La breve attività cantautorale di Alfredo Cohen terminò nel 1979 con due canzoni scritte assieme a Franco Battiato e Giusto Pio; una delle due è Roma e l'altra è questa stupefacente Valery. Aveva pubblicato due anni prima, sempre con la collaborazione di Battiato che, forse in questo unico caso, si era dato disinteressatamente una connotazione autenticamente “militante”, uno degli album più belli e sotterranei della canzone d'autore italiana, Come barchette dentro un tram; cabarettista e attore, Alfredo Cohen tornò poi alla sua attività originaria. Un personaggio assolutamente unico: gay dichiarato in un'epoca, gli anni '70, in cui neppure con tutte le liberazioni in... (continua)
Testo di Alfredo Cohen
Musica di Franco Battiato e Giusto Pio
(con interventi di Alfredo Cohen)
Pubblicato su 45 giri IT stereo ZBT 7149 (1979)
Poi nella ristampa di "Come barchette dentro un tram"
(Bonus track)
La breve attività cantautorale di Alfredo Cohen terminò nel 1979 con due canzoni scritte assieme a Franco Battiato e Giusto Pio; una delle due è Roma e l'altra è questa stupefacente Valery. Aveva pubblicato due anni prima, sempre con la collaborazione di Battiato che, forse in questo unico caso, si era dato disinteressatamente una connotazione autenticamente “militante”, uno degli album più belli e sotterranei della canzone d'autore italiana, Come barchette dentro un tram; cabarettista e attore, Alfredo Cohen tornò poi alla sua attività originaria. Un personaggio assolutamente unico: gay dichiarato in un'epoca, gli anni '70, in cui neppure con tutte le liberazioni in... (continua)
Dolce amore, chi ti offende?
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 24/3/2014 - 16:09
Beppino (Dalle rive dell'Arno un mattino)
anonimo
La battaglia di Pian d'Albero
La "22bis Brigata d'Assalto Garibaldi Sinigaglia" (da Alessandro Sinigaglia, il "Vittorio" comandante dei GAP fiorentini, ucciso il 13/2/1944) si era costituita i primi di giugno del '44 e passata la metà del mese contava già un effettivo di circa 400 uomini.
Il 20 di giugno, a seguito di un rastrellamento, i tedeschi scoprirono che in località Pian d'Albero il casolare della famiglia Cavicchi fungeva da centro di raccolta per i giovani che volevano entrare nelle fila partigiane. Varie squadre della "Sinigaglia" tentarono a più riprese di spezzare l'assedio e delle circa 50 reclute oltre metà riuscirono a fuggire.
I partigiani ebbero 20 caduti e i soldati tedeschi fecero 21 prigionieri al casolare, fra i quali anche Aronne Cavicchi di 12 anni ed il nonno Giuseppe, mentre Norberto Cavicchi annumerava fra i partigiani caduti. Vennero portati più a valle in località... (continua)
La "22bis Brigata d'Assalto Garibaldi Sinigaglia" (da Alessandro Sinigaglia, il "Vittorio" comandante dei GAP fiorentini, ucciso il 13/2/1944) si era costituita i primi di giugno del '44 e passata la metà del mese contava già un effettivo di circa 400 uomini.
Il 20 di giugno, a seguito di un rastrellamento, i tedeschi scoprirono che in località Pian d'Albero il casolare della famiglia Cavicchi fungeva da centro di raccolta per i giovani che volevano entrare nelle fila partigiane. Varie squadre della "Sinigaglia" tentarono a più riprese di spezzare l'assedio e delle circa 50 reclute oltre metà riuscirono a fuggire.
I partigiani ebbero 20 caduti e i soldati tedeschi fecero 21 prigionieri al casolare, fra i quali anche Aronne Cavicchi di 12 anni ed il nonno Giuseppe, mentre Norberto Cavicchi annumerava fra i partigiani caduti. Vennero portati più a valle in località... (continua)
Silva 24/3/2014 - 15:50
Dank dem lieben Cabaret
[1943 o 1944]
Testo trovato nel lavoro di Christian Hörburger intitolato “Nihilisten - Pazifisten - Nestbeschmutzer. Gesichtete Zeit im Spiegel des Kabaretts.”, Tübingen, 1993.
Un inno alla vita, all’arte e alla speranza scritto fra le mura del ghetto di Theresienstadt.
Frieda Rosenthal – ebrea polacca ma berlinese di adozione – in questa sua canzone ringraziava Leo Strauss, talentuoso librettista e musicista che fu tra le colonne della vitale produzione artistica nel ghetto, perché attraverso il cabaret lei e tanti altri prigionieri potevano per un momento scordare la fame ed il duro lavoro di tutti i giorni e sopravvivere grazie al ricordo dei bei tempi andati e alla speranza, mai abbandonata nonostante tutto, che quella felicità potesse un giorno ritornare…
Nell’ottobre del 1944 Frieda Rosenthal, Leo Strauss e tantissimi altri vennero caricati sulle tradotte e trasferiti ad Auschwitz, dove vennero uccisi.
Testo trovato nel lavoro di Christian Hörburger intitolato “Nihilisten - Pazifisten - Nestbeschmutzer. Gesichtete Zeit im Spiegel des Kabaretts.”, Tübingen, 1993.
Un inno alla vita, all’arte e alla speranza scritto fra le mura del ghetto di Theresienstadt.
Frieda Rosenthal – ebrea polacca ma berlinese di adozione – in questa sua canzone ringraziava Leo Strauss, talentuoso librettista e musicista che fu tra le colonne della vitale produzione artistica nel ghetto, perché attraverso il cabaret lei e tanti altri prigionieri potevano per un momento scordare la fame ed il duro lavoro di tutti i giorni e sopravvivere grazie al ricordo dei bei tempi andati e alla speranza, mai abbandonata nonostante tutto, che quella felicità potesse un giorno ritornare…
Nell’ottobre del 1944 Frieda Rosenthal, Leo Strauss e tantissimi altri vennero caricati sulle tradotte e trasferiti ad Auschwitz, dove vennero uccisi.
Hungrig sitz ich auf der Leiter –
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/3/2014 - 15:04
Der Emigrantenchoral
[1934]
Versi di Walter Mehring
Musica di Walter Goehr
Testo trovato su Erinnerungsort.de
Interpretata da Ernst Busch ed incisa nel disco “Walter Mehring, Das Lied vom Leben”, nona pubblicazione della serie “Rote Reihe” dell'Aurora-Schallplatten (1974)
Trovo il brano anche in “Entartete Musik - Eine Tondokumentation Zur Düsseldorfer Ausstellung Von 1938” una vasta collezione dedicata alla cosiddetta “Musica degenerata” edita nel 1988 dall’etichetta tedesca Pool.
Lo trovo pure su musica di Lutz Görner nel suo disco intitolato “Texte Und Lieder Verbrannter Dichter” del 1983.
“La terra natìa e giusto un pochino di patria
Questo porta l'emigrante
da uomo a uomo
da luogo a luogo
Sulle suole delle sue scarpe
che ne accompagnano il peregrinare…”
Walter Mehring fu un grande autore satirico, molto odiato dai nazisti e da Goebbels in particolare. Fuggito nel 1933 in Francia (paese... (continua)
Versi di Walter Mehring
Musica di Walter Goehr
Testo trovato su Erinnerungsort.de
Interpretata da Ernst Busch ed incisa nel disco “Walter Mehring, Das Lied vom Leben”, nona pubblicazione della serie “Rote Reihe” dell'Aurora-Schallplatten (1974)
Trovo il brano anche in “Entartete Musik - Eine Tondokumentation Zur Düsseldorfer Ausstellung Von 1938” una vasta collezione dedicata alla cosiddetta “Musica degenerata” edita nel 1988 dall’etichetta tedesca Pool.
Lo trovo pure su musica di Lutz Görner nel suo disco intitolato “Texte Und Lieder Verbrannter Dichter” del 1983.
“La terra natìa e giusto un pochino di patria
Questo porta l'emigrante
da uomo a uomo
da luogo a luogo
Sulle suole delle sue scarpe
che ne accompagnano il peregrinare…”
Walter Mehring fu un grande autore satirico, molto odiato dai nazisti e da Goebbels in particolare. Fuggito nel 1933 in Francia (paese... (continua)
Werft eure Herzen über alle Grenzen!
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/3/2014 - 12:58
Canzone del tempo e della memoria
Andando a leggermi la biografia di Moni Ovadia scopro che l'incontro con gli Stormy Six avviene negli anni '70, quando Moni Ovadia suona nel Gruppo Folk Internazionale e proprio insieme agli Stormy Six fonda La cooperativa L'Orchestra, prima etichetta indipendente italiana, di cui erano presidente Franco Fabbri e vicepresidente Moni Ovadia
donquijote82 24/3/2014 - 12:43
Le Fosse Ardeatine
Giustizia per le Fosse Ardeatine?
di Alessandro Portelli il manifesto 24.3.2014
Dopo settanta anni, possiamo dire che è stata fatta giustizia per le Fosse Ardeatine?
Non parlo solo della giustizia dei tribunali – anch’essa peraltro abbastanza inadeguata, dalla fuga di Kappler con le complicità statali fino alle vicissitudini del processo Priebke e alla farsa seguita alla sua morte. Questa giustizia può, qualche volta, punire i colpevoli, ma non rendere giustizia alle vittime perché ha comunque un ambito necessariamente e giustamente limitato: tratta il “caso” da un punto di vista strettamente pensale e individuale e lascia a noi la responsabilità di una giustizia più vasta, che riguarda i sentimenti, la società e la storia. Su questo piano, l’ingiustizia continua.
Ci si aspetta a volte che la condanna dei colpevoli ponga in qualche modo fine alla sofferenza delle vittime dirette -... (continua)
di Alessandro Portelli il manifesto 24.3.2014
Dopo settanta anni, possiamo dire che è stata fatta giustizia per le Fosse Ardeatine?
Non parlo solo della giustizia dei tribunali – anch’essa peraltro abbastanza inadeguata, dalla fuga di Kappler con le complicità statali fino alle vicissitudini del processo Priebke e alla farsa seguita alla sua morte. Questa giustizia può, qualche volta, punire i colpevoli, ma non rendere giustizia alle vittime perché ha comunque un ambito necessariamente e giustamente limitato: tratta il “caso” da un punto di vista strettamente pensale e individuale e lascia a noi la responsabilità di una giustizia più vasta, che riguarda i sentimenti, la società e la storia. Su questo piano, l’ingiustizia continua.
Ci si aspetta a volte che la condanna dei colpevoli ponga in qualche modo fine alla sofferenza delle vittime dirette -... (continua)
24/3/2014 - 10:42
Benvenuti nel ghetto
Antiwar Songs Blog
“Eppure – chissà – là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970. Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — […]
Antiwar Songs Staff 2014-03-24 10:29:00
Clay
[2013]
Scritta da Alison Goldfrapp e Will Gregory.
Nel bellissimo album intitolato “Tales of Us”
“Do you know Letters Of Note? It’s a wonderful, fantastic, fascinating website of letters that people have written to each other. I saw this letter on there which was written by one soldier to another soldier on the anniversary of his death. These two soldiers were lovers in the Second World War, and tragically one of them dies. It was such a beautiful letter, so visual, so moving. That’s what inspired Clay.”
“Conosci Letters of Note ? E’ un bellissimo, fantastico, affascinante archivio di lettere che le persone si sono scambiate. Ho letto una lettera nella quale un soldato scriveva ad un altro soldato nell’anniversario della sua morte. Questi due soldati erano stati amanti durante la Seconda guerra mondiale, ed uno vi era tragicamente rimasto ucciso. Era una lettera così bella, così viva,... (continua)
Scritta da Alison Goldfrapp e Will Gregory.
Nel bellissimo album intitolato “Tales of Us”
“Do you know Letters Of Note? It’s a wonderful, fantastic, fascinating website of letters that people have written to each other. I saw this letter on there which was written by one soldier to another soldier on the anniversary of his death. These two soldiers were lovers in the Second World War, and tragically one of them dies. It was such a beautiful letter, so visual, so moving. That’s what inspired Clay.”
“Conosci Letters of Note ? E’ un bellissimo, fantastico, affascinante archivio di lettere che le persone si sono scambiate. Ho letto una lettera nella quale un soldato scriveva ad un altro soldato nell’anniversario della sua morte. Questi due soldati erano stati amanti durante la Seconda guerra mondiale, ed uno vi era tragicamente rimasto ucciso. Era una lettera così bella, così viva,... (continua)
Words sail
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/3/2014 - 09:16
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
Betonowe pieczęcie
24.03.2014
Settant'anni di storia
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 24/3/2014 - 06:06
Disamistade
Un video notevole, quello proposto da Riccardo, sto cerchando di succhiermi il film intero.
Ma anche la produzione di FabioiD suscita un certo interesse!
Grazias siempre!
Asta la magnana!
Ma anche la produzione di FabioiD suscita un certo interesse!
Grazias siempre!
Asta la magnana!
krzyś ³ 24/3/2014 - 02:16
Es gibt
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.
Stormy Six con Moni Ovadia
“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.
Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.
Stormy Six con Moni Ovadia
“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.
Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Es gibt
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2014 - 14:43
Percorsi:
Ghetti
L'estaca
ARABO [Yasser Jradi, 2003] - La traduzione italiana dal blog Fusaifusa'
ARABIC [Yasser Jradi, 2003] - Italian translation from the blog Fusaifusa'
" Sempre sempre.
Adesso che torno in Italia, è giusto che si concluda questo blog. Non posso che chiudere con questo valzer, che sembra si rivolga a una donna, ma solo a un orecchio disattento, perché in realtà è chiaro, specie dalle strofe, che parli alla Tunisia stessa.
L'autore è Yasser Jradi, musicista e calligrafo. La melodia in realtà non è originale, bensì ispirata a una canzone catalana dei tempi della resistenza contro Franco (questa). Le parole, invece, sono tunisine al 100%: vi metto sotto al video testo arabo e traduzione italiana (mia - anche se ringrazio amici sparsi per l'aiuto).
Un bacio a chi mi ha letto - spero che le cose che ho raccontato in questi mesi vi siano risultate in qualche modo interessanti, e vi mando un ultimo saluto dall'altra sponda del Mediterraneo." [Fusaifusa', 17 giugno 2013]
ARABIC [Yasser Jradi, 2003] - Italian translation from the blog Fusaifusa'
" Sempre sempre.
Adesso che torno in Italia, è giusto che si concluda questo blog. Non posso che chiudere con questo valzer, che sembra si rivolga a una donna, ma solo a un orecchio disattento, perché in realtà è chiaro, specie dalle strofe, che parli alla Tunisia stessa.
L'autore è Yasser Jradi, musicista e calligrafo. La melodia in realtà non è originale, bensì ispirata a una canzone catalana dei tempi della resistenza contro Franco (questa). Le parole, invece, sono tunisine al 100%: vi metto sotto al video testo arabo e traduzione italiana (mia - anche se ringrazio amici sparsi per l'aiuto).
Un bacio a chi mi ha letto - spero che le cose che ho raccontato in questi mesi vi siano risultate in qualche modo interessanti, e vi mando un ultimo saluto dall'altra sponda del Mediterraneo." [Fusaifusa', 17 giugno 2013]
SEMPRE, SEMPRE
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/3/2014 - 14:39
Vladimir
*errata corrige
Мы давно - a metà, e
Смирно! - alla fine. Sorry!
Мы давно - a metà, e
Смирно! - alla fine. Sorry!
Krzysiek Wrona 23/3/2014 - 14:26
Il sole sottoterra
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.
Stormy Six con Moni Ovadia
“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.
Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.
Stormy Six con Moni Ovadia
“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.
Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
E già quasi mezzogiorno, ma
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2014 - 14:13
Percorsi:
Ghetti
Mein name ist Stroop, durch zwei ‘o’
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.
Stormy Six con Moni Ovadia
“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.
Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.
Stormy Six con Moni Ovadia
“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.
Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Mein name ist Stroop, durch zwei ‘o’.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/3/2014 - 12:13
Percorsi:
Ghetti
Campagna
Mitico Napoli Power. Ma siete sicuri che la foto sia proprio dei Napoli Centrale? Vedo anche Toni Esposito e De Piscopo...
Stefano (Imola) 23/3/2014 - 09:23
Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)
Chanson italienne – Benvenuti nel ghetto ( Cocktail Molotov ) – Stormy Six – 2013
Écrite par Umberto Fiori et Tommaso Leddi des Stormy Six
Du spectacle “Benvenuti nel ghetto” (Bienvenue au ghetto) créé par le groupe avec Moni Ovadia, à l'occasion des 70 ans de l'insurrection du ghetto de Varsovie.
« Pourtant est-ce peut-être là où quelqu'un résiste sans espoir, que commence l'histoire humaine, comme nous l'appelons, et la beauté de l'homme. » Yannis Ritsos/Γιάννης Ρίτσος, fragment de « Ελένη », 1970.
Entre avril et mai 1943 les Juifs du ghetto de Varsovie — hommes et femmes, vieillards et enfants — se rebellèrent face à la violence des SS et leur tinrent tête, armes la main, pendant presque un mois. Il s'agit du premier épisode de résistance armée contre les nazis ; un épisode d'autant plus significatif que les protagonistes — dans des conditions désespérées d’infériorité militaire et presque... (continua)
Écrite par Umberto Fiori et Tommaso Leddi des Stormy Six
Du spectacle “Benvenuti nel ghetto” (Bienvenue au ghetto) créé par le groupe avec Moni Ovadia, à l'occasion des 70 ans de l'insurrection du ghetto de Varsovie.
« Pourtant est-ce peut-être là où quelqu'un résiste sans espoir, que commence l'histoire humaine, comme nous l'appelons, et la beauté de l'homme. » Yannis Ritsos/Γιάννης Ρίτσος, fragment de « Ελένη », 1970.
Entre avril et mai 1943 les Juifs du ghetto de Varsovie — hommes et femmes, vieillards et enfants — se rebellèrent face à la violence des SS et leur tinrent tête, armes la main, pendant presque un mois. Il s'agit du premier épisode de résistance armée contre les nazis ; un épisode d'autant plus significatif que les protagonistes — dans des conditions désespérées d’infériorité militaire et presque... (continua)
BIENVENUE DANS LE GHETTO (COCKTAIL MOLOTOV)
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/3/2014 - 18:32
Parmigiano e mafia
2012
C'è ancora spazio per amare
La frase conclusiva è di Martin Luther King
C'è ancora spazio per amare
La frase conclusiva è di Martin Luther King
ho saputo di una donna che ha deciso di collaborare
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 22/3/2014 - 18:04
Percorsi:
Mafia e mafie
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Lyrics: Aleksander Kulisiewicz
Music: Karel Vacek (“U našich kasáren”, 1937)
Sachsenhausen, 1941
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Karel Vacek (“U našich kasáren”, 1937)
“Erika actually existed,” Kulisiewicz wrote. The teenage daughter of a high-ranking SS officer, “she stood near the camp grounds in her crisply-ironed Bund Deutscher Mädel uniform and watched, without expression, as we prisoners returned from our work details carrying the bodies of our dead.” But the song “Erika” is less about a real-life girl than the fantasies of sex and vengeance she unknowingly provoked in Kulisiewicz and his comrades. Kulisiewicz borrowed his melody from a popular Czech marching song. The final, repeated line of “Erika,” however, mockingly parodies a favorite Nazi song of the same name by Germany’s “March King,” Herms Niel.
“Erika esisteva davvero”, scrisse Kulisiewicz.... (continua)