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Gaib do chuil isin charcair

anonimo
Gaib do chuil isin charcair
[secolo IX]
[IX Century]

Si tratta di una breve quartina nello schema metrico detto rannaigecht bec (8/2, 8/2, 8/2, 8/2); uno dei moltissimi metri che un filí, il poeta e cantore abbaziale che aveva tenuto ancorata l'Irlanda già cristiana alle sue antichissime tradizioni pagane, doveva conoscere a memoria. Nessun dubbio né che facesse parte di un componimento più ampio, né che fosse accompagnata dalla musica. Anche l'irlandese antico è una di quelle lingue per cui “declamare” e “cantare” sono espressi con lo stesso verbo.

Siamo, probabilmente, nella seconda metà del IX secolo. La quartina superstite è il terzo insieme di versi che si incontrano annotati sui margini della Grammatica di Prisciano conservata nel monastero di San Gallo (il testo fu edito da W. Stokes e J. Strachan nel celebre Thesaurus Palæohibernicus (thesaurus antico irlandese), II, p. 290. La riprendo dall'Antica lirica... (continua)
Gaib do chuil isin charcair
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/3/2014 - 23:33
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Betonowe pieczęcie

Betonowe pieczęcie
[2014]
Testo rap di Mirosław "Wirus" Bzdyl
Dall'album "60 Kilo Wersów"

Coro: Joyful Voice
Chitarra: Andrzej "Pudel" Bieniasz
Chitarra acustica: Tadeusz Woźniak
Bass: Wojciech "Guma" Gulis
Tastiere: Adam Drzewiecki
Tromba: Dominik "Chet" Mietła
Produzione: Adam Drzewiecki
Mix: Adam Drzewiecki
Mastering: DJ 600V

Il brano esce nella 71 anniversario della liquidazione del ghetto di Cracovia (1943). È una colaborazione fra artisti locali delle diverse generazioni ed estrazioni. Nel pezzo viene utilizzata la canzone di Tadeusz Woźniak (già presente nel sito), "Zegarmistrz światła", con parole scritte a suo tempo da Bogdan Chorążuk (1972). Il titolo tradotto - "Sigilli di cemento".

Testo trascritto all'orecchio da YT
Siedemdziesiąt lat historii
(continua)
21/3/2014 - 20:59
Percorsi: Ghetti
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Repeta!

Repeta!
Sachsenhausen, 1941.
Lyrics: Aleksander Kulisiewicz
Music: Anonymous (“Precz, precz od nas smutek wszelki!” 1824)

Sachsenhausen, 1941
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Anonimo (“Precz, precz od nas smutek wszelki!”, 1824)

Kulisiewicz recalled that mealtimes at Sachsenhausen offered camp Kapos (inmate overseers) a special opportunity to torment their fellow prisoners. “Second Helping” may present a typical scenario: a starving prisoner’s meager and revolting food ration is served up with beatings by the kitchen steward. Kulisiewicz wrote this while he was quarantined with typhus, remarking how popular it became. Performed with guitar accompaniment, the song would end with a so-called “Parade March”—a burlesque promenade around an imaginary cauldron of rotten-turnip soup.
Kulisiewicz modeled “Repeta” after a Polish students’ song about food, drink, and merriment, “Precz, precz od... (continua)
Stoi Häftling przy repecie,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/3/2014 - 20:31
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Sol

Sol
E viva el Sol!
Krzysiek Wrona 15/3/2014 - 21:12
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Eve Of Destruction

Eve Of Destruction
Un saluto a Gino Santercole che ci scrisse nel lontano 2009.
Comme raccontò lui stesso, "Questo vecchio pazzo mondo" è sua, non di Celentano, e risale alla fine degli anni 60 (Santercole dice 1964, ma in realtà è all'edizione 1967 del Cantagiro che la presentò).

Gino Santercole - Questo Vecchio Pazzo Mondo
Bernart Bartleby 15/3/2014 - 21:01
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Se il papa è andato via

anonimo
Se il papa è andato via
Dopo “Il mio cane”...

... e “Il mio gatto”...

... ecco un nuovo, avvincente settimanale:

Il primo settimanale interamente dedicato a Papa Francesco Bergoglio, Mondadori edizioni.

MAI PIU’ SENZA!
Bernart Bartleby 15/3/2014 - 15:27
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Dangerous Night

Dangerous Night
Il grande David Crosby, nonostante gli anni e gli acciacchi (per un cantautore, si intende), continua a scrivere e a cantare benissimo. Ho fatto la traduzione un po' in fretta e mi pare che l'ultimo disco abbia anche altro da pubblicare qui (penso ad esempio a "Time I Have").
NOTTE PERICOLOSA
(continua)
inviata da Enrico 15/3/2014 - 14:53
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Crazy Baldheads

Crazy Baldheads
La canzone per "crazy boldheads" intende i coloni bianchi occidentali ed i bianchi di oggi che continuano a colonizzare attraverso il sistema scolastico, impregnato di una visione propria della supremazia bianca ed eurocentrico. Attraverso il mercato, la cultura, il turismo ecc. Identificare di chi si parla precisamente è fondamentale. E' un lamento post coloniale contro la cultura ed il sistema civile occidentale dei bianchi, imposto prima con la schiavitù e la colonizzazione ed adesso con il neocolonialismo culturale, economico e religioso. Sempre attualissimo...in tutto il mondo non occidentale che ha subito colonizzazione da parte dell'uomo occidentale (il riferimento all'uomo occidentale cristiano è chiaro direi nel testo quando dice "Parlandoci del vostro Dio lassù") e continua a farlo.
PAZZE TESTE PELATE
(continua)
inviata da Raffaele 15/3/2014 - 12:14
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Ballade des Vergessens

Ballade des Vergessens
Chanson allemande – Ballade des Vergessens – Klabund (Alfred Henscke) – 1925
Texte d'Alfred Henschke, alias Klabund (http://fr.wikipedia.org/wiki/Klabund)
Musique de Hanns Eisler
Interprétée par Ernst Busch

La BALLADE DES OUBLIS est une invective contre le revanchisme très répandu en Allemagne entre les deux guerres, sentiment qui aurait lourdement contribué à l'affirmation du national-socialisme… Klabund mourut très jeune en 1928, à cause d'une tuberculose contractée dans l'enfance, mais il avait déjà clairement compris les futurs développements… Qui sait ce qu'il aurait écrit s'il avait été vivant en 1933 !
Le pseudonyme Klabund avec lequel Alfred Henschke signait signifie « esprit vagabond », de la fusion de « Klabautermann », l'esprit protecteur des bateaux, et « vagabund »…

Il est bon de préciser que Klabund, âgé d'un peu plus de vingt ans au début de la Grande Guerre, fut comme beaucoup... (continua)
BALLADE DES OUBLIS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/3/2014 - 22:14
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Immigrant Song

Immigrant Song
Per me è semplicemente la più grande canzone sulla guerra. In poche parole c'è tutto. Invasori vichinghi che arrivano, distruggono e sottomettono altri invasori (sassoni), che a loro volta avevano soppiantato altri invasori (romani) ecc… Si parla dell'Inghilterra ma potrebbe valere per tutti. Bravo Plant.
Paul 14/3/2014 - 20:05
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Inno a Oberdan

anonimo
Inno a Oberdan
Che scambio interessante. E anche avvincente!
L'unico guaio è che corre tra troppi anni diversi e lontani.
A questo punto, ci si dovrebbe attendere o qualche opposizione da parte di Sandi, ma solo con particolari e diffuse citazioni, oppure Malatesta, che cita fonti autorevoli a non finire, ha la netta preminenza.
Le posizioni di Sandi sembrano, a questo punto, particolarmente sbiadite ed ispirate solamente da argomenti dietrologici e del sospetto.
E' sconcertante come, anche a distanza di più di cent'anni, ci possano essere posizioni così divaricate, le quali evidentemente sono testimonianza di tensioni e interessi pratici ancora non risolti.
L'Italia, forse, non è mai nata.
Matteo 14/3/2014 - 19:56
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Εγώ με τις ιδέες μου

Εγώ με τις ιδέες μου
Va ripristinato il video. Qui ce n'è uno con più di 700.000 "passaggi". Quanta strada hanno fatto nel cuore di una certa Grecia le povere musicassette che Asimos vendeva nelle strade. Leggo cosa scriveva Riccardo poco più di tre anni fa, quando si postò questa canzone: la n° 200 della sezione greca. Poco fa ho visto che siamo a 444. Anche noi abbiamo fatto un po' di strada, si parva licet.
Gian Piero Testa 14/3/2014 - 16:57
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װער עס האָט אין בלאַט געלעזן

anonimo
Traduzione inglese dal libretto del disco “Jewish Life: The Old Country”, 1958.
װער עס האָט אין בלאַט געלעזן
HAVE YOU READ IN THE NEWSPAPERS?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/3/2014 - 10:10
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Damunt d'una terra

Damunt d'una terra
La versione greca è quella che ho anch'io, dal disco "Βασίλης Παπακωνσταντίνου" del 1978. Il testo è di Panos Falaras - Πάνος (Παναγιώτης) Φαλάρας - fecondissimo autore di testi per la canzone greca. Come nel caso de L' estaca, anche in questo Falaras ha composto un testo del tutto autonomo rispetto a quello originale. Se qualcuno provvede a una versione italiana dal catalano, io ne potrei fare la versione greca e anche tradurre in italiano quella di Falaras (che non è per niente male).
Gian Piero Testa 13/3/2014 - 14:29

Karussell (Wir reiten auf hölzernen Pferden)

Karussell (Wir reiten auf hölzernen Pferden)
Chanson allemande – Karussell (Wir reiten auf hölzernen Pferden) – Manfred Greiffenhagen – 1944

Texte de Manfred Greiffenhagen (1896-1945), juif allemand, berlinois, auteur de cabaret.
Musique de Martin Roman (1913-1996), lui aussi juif allemand, pianiste de jazz.
Texte trouvé sur The Lied, Art Song and Choral Texts Archive
Interprétation de la Norvégienne Bente Kahan dans son disque « Stemmer fra Theresienstadt » de 1995, publié dans les années suivantes aussi allemand et en anglais.
Récemment reproposée au grand public de la basse baryton allemand Christian Gerhaher et de la mezzo-soprano suédoise Anne Sofie von Otter dans le recueil intitulé « Terezín/Theresienstadt », publiée en 2008 par Deutsche Grammophon.

Interné à Theresienstadt, Manfred Greiffenhagen écrivit beaucoup des textes des pièces théâtrales et musicales mises en scène dans le camp-ghetto. Comme beaucoup d'artistes juifs... (continua)
CARROUSEL (SUR LES CHEVAUX DE BOIS)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 13/3/2014 - 11:09
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The Highwayman

The Highwayman
Meravigliosa non la conoscevo sinche',mia figlia non me ne parlo'.Stanno studiando a scuola questa poesia e mi ha raccontato di essere rimasta incantata dalla canzone .L'ho trovata su youtube e' veramente commovente.
jenny 12/3/2014 - 19:13
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Venezia 1948

Venezia 1948
In 1948 my family moved from Zara (that, after the peace treaty of 1947 became part of the just born Jugoslavia ruled by the Marshall Tito) toward Venezia. For centuries Zara was part of the Venetian Republic; after the treaty of Campoformio (1797) that was the end for the Republic of Venezia, Zara was given to Austria, that, beside the few years of the Napoleon kingdom of Italy (between 1805 and 1810), ruled it until the beginning of XXth century. After the First World War the city became Italian exclave, surrounded by Jugoslavian Dalmatia; The Italian speaking population until the first half of XXth century was the majority. The "Italians from Dalmazia" felt like strangers in the 1947 Jugoslavia and in some way they were pushed to go away. Venezia and Italy seemed the right place to go for my family and many other families, but also the "Italian dream" was destined not to last too long.... (continua)
VENEZIA 1948
(continua)
inviata da donquijote82 12/3/2014 - 10:32
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A Sante Caserio, o La ballata di Sante Caserio

A Sante Caserio, <i>o</i> La ballata di Sante Caserio


L'ultima strofa, recitata, è in italiano; la traduzione è di Kirill Medvedev, membro e cantante del gruppo. Nel video è presetata in sovrimpressione l'intera storia di Sante Caserio. [RV]
БАЛЛАДА О САНТЕ КАЗЕРИО
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 12/3/2014 - 00:52
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Ciao Siciliano

Ciao Siciliano
Ecco il testo reperito oggi da questa pagina http://zapytaj.onet.pl/

E se muore per l’amore
Pensi spesso poi capisce
Che la guerra ti fa male
E l’amore molto be
Meglio letto che la guerra
Per restare sul la terra
La nessuno ti disturba
Amorati non ci so
Meglio letto che Guerra
Per sentirti lo averla

https://www.youtube.com/watch?v=6OiCKwhLVXc

Sembra in italiano, ma risulta essere scritto da giornalista, scrittore, sceneggiatore e soprattutto autore di canzoni Andrzej Bianusz (il responsabile della traduzione letteraria della "Blouingh en de' Uind" del Dilano Bob), all'esigenza di introdurlo nel film di qui sopra, cioé "Come ho scatenato la ...". Credetemi che c'è un richiamo infrenabile dalle parti mia di venire a capo, da dove provenga la melodia della tarantella che lo accompagna, da stupire non uno, ma i tre come me :-)!
Me la date 'na mano (basta che non sia 'na palmata)?
Saludos, muy obligato!
krzyś ³ 11/3/2014 - 22:33
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Marlene Dietrich: Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt

Marlene Dietrich: Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt
Chanson allemande – Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt – Friedrich Hollaender – 1930
Paroles et musique de Friedrich Hollaender (1896-1976), auteur et compositeur allemand de chansons et de musique pour le cinéma.

Interprétée par Marlène Dietrich dans le film « Der Blaue Engel » (L'Ange Bleu), dirigé en 1930 par Josef von Sternberg, avec la Divine dans le rôle de la serveuse de cabaret Lola-Lola, entourée d'Emil Jannings et Kurt Gerron. Le scénario, en grande partie écrit par Carl Zuckmayer, était basé sur la nouvelle de Heinrich Mann « Professor Unrat » publiée en 1905.

Je propose cette chanson, quoique dans les Extras, pour différentes raisons que je vais illustrer :

L'écrivain Heinrich Mann (1871-1950), auteur du récit dont « L'Ange Bleu » fut tiré, a été un fier opposant du nazisme et pour cela forcé à la fuite et à l'exil déjà en 1933. Inutile de dire que toute son œuvre... (continua)
DE LA TÊTE AUX PIEDS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/3/2014 - 22:02

سبعة أسباب تكفي لأموت

سبعة أسباب تكفي لأموت
Ho utilizzato un traduttore automatico dal testo arabo e ho confrontato il risultato, assai approssimativo, con versioni in francese e in spagnolo che si trovano in Rete.
SETTE RAGIONI PER CUI DOVREI MORIRE
(continua)
inviata da L.L. 11/3/2014 - 17:55
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An allem sind die Juden schuld

An allem sind die Juden schuld
¡LOS JUDIOS TIENEN LA CULPA DE TODO!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/3/2014 - 16:27
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Marlene Dietrich: Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt

Marlene Dietrich: Ich bin von Kopf bis Fuß auf Liebe eingestellt
ESTOY HECHA PARA EL AMOR DE LA CABEZA A LOS PIES
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/3/2014 - 16:24




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