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Gaib do chuil isin charcair

anonimo
Gaib do chuil isin charcair
[secolo IX]
[IX Century]

Si tratta di una breve quartina nello schema metrico detto rannaigecht bec (8/2, 8/2, 8/2, 8/2); uno dei moltissimi metri che un filí, il poeta e cantore abbaziale che aveva tenuto ancorata l'Irlanda già cristiana alle sue antichissime tradizioni pagane, doveva conoscere a memoria. Nessun dubbio né che facesse parte di un componimento più ampio, né che fosse accompagnata dalla musica. Anche l'irlandese antico è una di quelle lingue per cui “declamare” e “cantare” sono espressi con lo stesso verbo.

Siamo, probabilmente, nella seconda metà del IX secolo. La quartina superstite è il terzo insieme di versi che si incontrano annotati sui margini della Grammatica di Prisciano conservata nel monastero di San Gallo (il testo fu edito da W. Stokes e J. Strachan nel celebre Thesaurus Palæohibernicus (thesaurus antico irlandese), II, p. 290. La riprendo dall'Antica lirica... (continua)
Gaib do chuil isin charcair
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/3/2014 - 23:33
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Betonowe pieczęcie

Betonowe pieczęcie
[2014]
Testo rap di Mirosław "Wirus" Bzdyl
Dall'album "60 Kilo Wersów"

Coro: Joyful Voice
Chitarra: Andrzej "Pudel" Bieniasz
Chitarra acustica: Tadeusz Woźniak
Bass: Wojciech "Guma" Gulis
Tastiere: Adam Drzewiecki
Tromba: Dominik "Chet" Mietła
Produzione: Adam Drzewiecki
Mix: Adam Drzewiecki
Mastering: DJ 600V

Il brano esce nella 71 anniversario della liquidazione del ghetto di Cracovia (1943). È una colaborazione fra artisti locali delle diverse generazioni ed estrazioni. Nel pezzo viene utilizzata la canzone di Tadeusz Woźniak (già presente nel sito), "Zegarmistrz światła", con parole scritte a suo tempo da Bogdan Chorążuk (1972). Il titolo tradotto - "Sigilli di cemento".

Testo trascritto all'orecchio da YT
Siedemdziesiąt lat historii
(continua)
21/3/2014 - 20:59
Percorsi: Ghetti
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Repeta!

Repeta!
Sachsenhausen, 1941.
Lyrics: Aleksander Kulisiewicz
Music: Anonymous (“Precz, precz od nas smutek wszelki!” 1824)

Sachsenhausen, 1941
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Anonimo (“Precz, precz od nas smutek wszelki!”, 1824)

Kulisiewicz recalled that mealtimes at Sachsenhausen offered camp Kapos (inmate overseers) a special opportunity to torment their fellow prisoners. “Second Helping” may present a typical scenario: a starving prisoner’s meager and revolting food ration is served up with beatings by the kitchen steward. Kulisiewicz wrote this while he was quarantined with typhus, remarking how popular it became. Performed with guitar accompaniment, the song would end with a so-called “Parade March”—a burlesque promenade around an imaginary cauldron of rotten-turnip soup.
Kulisiewicz modeled “Repeta” after a Polish students’ song about food, drink, and merriment, “Precz, precz od... (continua)
Stoi Häftling przy repecie,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/3/2014 - 20:31
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Krakowiaczek 1940

Krakowiaczek 1940
Sachsenhausen, 1940
Lyrics: Aleskander Kulisiewicz
Music: Polish Folksong (unidentified)

Sachsenhausen, 1940
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Canzone popolare polacca (non identificata)


Kulisiewicz generally names the older melodies on which he based his new creations. “Krakowiaczek 1940” is among the exceptions. The melody—introduced in the recording by some virtuoso whistling—is identified only as a folksong. Krakowiaczek literally means little Krakowiak, the emblematic folk song and dance of the Krakow region. But the diminutive form also expresses affection, proclaiming Kulisiewicz’s love for his vanquished native city. The song also honors Dr. Jan Miodoński, a medical professor arrested November 6, 1939, during the Sonderaktion Krakau, the Nazi attempt to crush Polish intellectual life by imprisoning or killing instructors at Krakow’s Jagiellonian University. Deported to... (continua)
Krakowie, Krakowie,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/3/2014 - 19:26
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Mordechai Anielewicz

Mordechai Anielewicz
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Se io potessi incontrarti
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 15:34
Percorsi: Ghetti
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Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)

Benvenuti nel ghetto (Cocktail Molotov)
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Uomini di von Sammern,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 14:02
Percorsi: Ghetti
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Umschlagplatz

Umschlagplatz
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Tra le casse, i sospiri e i gusci d'uovo
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 10:59
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Devarìm (dal Deuteronomio)

Devarìm (<em>dal Deuteronomio</em>)
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Contro di te
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 10:24
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Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht

Canto dei sarti ebrei della Wehrmacht
[2013]
Scritta da Umberto Fiori e Tommaso Leddi degli Stormy Six
Dallo spettacolo “Benvenuti nel ghetto” realizzato dal gruppo insieme a Moni Ovadia, in occasione dei 70 anni dall’insurrezione del ghetto di Varsavia.



Stormy Six con Moni Ovadia


“Eppure - chissà - là dove qualcuno resiste senza speranza, è forse là che inizia la storia umana, come la chiamiamo, e la bellezza dell’uomo.” Yannis Ritsos / Γιάννης Ρίτσος, frammento da “Ελένη”, 1970.

Tra l’aprile e il maggio del 1943 gli ebrei del ghetto di Varsavia — uomini e donne, vecchi e bambini — si ribellavano alla violenza delle SS e tenevano loro testa, armi in pugno, per quasi un mese. Si tratta del primo episodio di resistenza armata contro i nazisti; un episodio tanto più significativo perché a esserne protagonisti — in condizioni di disperata inferiorità militare e di quasi totale isolamento — sono le vittime designate della... (continua)
Certo, l’aria che tira
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 20/3/2014 - 09:37
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L'inno di Papele

L'inno di Papele
[2013]
Testo e musica (?) di Federico Salvatore
sulle note di "Disamistade" di Fabrizio de André
Dall'album "Pulcine'Hell"
Testo da qui,
Me sapite cunta' senza fa chiu' e ruffian,
(continua)
inviata da Cristòfer' V(e)rona 'o polacc' 20/3/2014 - 00:21
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Napocalisse

Napocalisse
[2013]
Testo e musica di Federico Salvatore
Dall'album "Pulcin'Hell"
Testo da http://www.angolotesti.it/
Nero comm a na maschera ca nun pòrt chiù nisciùn
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 19/3/2014 - 20:41

Der Bücherkarren

Der Bücherkarren
[1931]
Versi di Hellmuth Kruger (1890-1955), scrittore tedesco, attore e comico molto attivo nel cabaret berlinese negli anni d’oro di Weimar.
Ignoro se la musica sia sua oppure di qualche famoso ovvero ignoto compositore dell’epoca, come ce n’erano tantissimi nella vivissima Berlino prenazista.

“Chiamiamo Adolf ‘Salvatore della Patria’… o non sarà piuttosto il contrario?”

In questa canzone – per quello che sono riuscito a capire - Hellmuth Kruger pone ironicamente i propri dubbi sull’ormai dilagante nazismo e prefigura quasi profticamente quello che sarebbe successo di lì a poco (e che in parte stava già sordidamente succedendo), la campagne di “pulizia” contro cittadini ed intellettuali ebrei (viene citato, per esempio, Emil Ludwig, noto scrittore e giornalista che nel 1932 sarà costretto a fuggire prima in Svizzera e poi negli USA) ed i Bücherverbrennungen, i roghi di libri degli autori vietati che inaugurarono tristemente l’avvento al potere di Hitler nel 1933.
Ich baue meinen Karren um, weil ich so langsam spüre,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2014 - 16:30

Die Nationalstrolchisten

Die Nationalstrolchisten
[1932]
Versi di Eberhard Friedrich Worm, detto Hardy (1896-1973), scrittore e giornalista satirico berlinese che negli ultimi anni dell Repubblica di Weimar si dedicò anche molto alla scrittura per il cabaret (ebbe pure un suo locale, il “Die rote Nachtigall”).
Ignoro se la musica sia sua oppure di qualche famoso ovvero ignoto compositore dell’epoca, come ce n’erano tantissimi nella vivissima Berlino prenazista.

Così come su questo sito compaiono molte canzoni in Yiddish, la lingua degli ebrei d’Europa che i nazisti tentarono di cancellare insieme a coloro che la parlavano, vorrei che comparissero anche tante canzoni in tedesco provenienti dall’epoca in cui il nazismo crebbe e si affermò, piccoli squarci di luce e di resistenza in quegli anni squallidi e bui in cui si preparava l’orrore di un’altra guerra mondiale, dell’Olocausto ebraico e delle stragi di oppositori, zingari, omosessuali... (continua)
Anjetreten! Held markieren!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/3/2014 - 12:01
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Silvano Fedi 29/7/1944

Silvano Fedi 29/7/1944
Testo e musica di Luca Vivarelli
arrangiamenti di "di terra in terra"

Tratta dal CD "Danzastorie"

Canzone dedicata al partigiano pistoiese Silvano Fedi e al suo ideale di libertà e di lotta al nazifascismo.

Antonello Minnei, voce
Andrea Geri, organetto, backing vocal
Quirino Trovato, chitarra, irish bouzuki, spoons, backing vocal
Savino Pantone, violino, backing vocal
Gaspare Bartelloni, whistle e flauto
Maurizio Morosi, bodhran
Non pensavo così la mia sorte,
(continua)
inviata da Luca Vivarelli 18/3/2014 - 21:59
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Riprendiamoci la Corsica!!!

Riprendiamoci la Corsica!!!
[2005]
Nell’album intitolato “Sogno improbabile”

In questi giorni in cui soffiano nuovi venti secessionisti e di guerra in puro stile balcanico, ma dal Mar Nero (che nero, che nero!), perchè lasciare lo zar Putin e i neonazisti ucraini agire da soli e da soli spartirsi il bottino? Diamoci da fare anche noi! Tiriamo fuori le nostre beneamate palle nazionaliste e... RIPRENDIAMOCI LA CORSICA!!! (se poi va male, possiamo sempre provare con la Svizzera...)
Bonaparte era italiano
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 21:34
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Una vita spesa a skivar la fresa

Una vita spesa a skivar la fresa
[2008]
Nell’album intitolato “Dio ci deve delle spiegazioni*” del 2009

La canzone si apre con l’etimologia della parola lavoro e si chiude con un motto popolare antichissimo, detto che il verbo manducare per mangiare è già presente nella Divina Commedia (alla fine del canto XXXII dell’Inferno, dove Dante Alighieri introduce l’arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini, carnefice di Ugolino della Gherardesca, condannato alla tribolazione di vedersi il cranio manducato dal conte Ugolino che lui aveva catturato a tradimento, rinchiuso e fatto morire di fame insieme ai suoi figli...)
Lavoro è parola che deriva dal latino labor, laboris: fatica, sofferenza, pena.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 21:10
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Difendiamo i territori

Difendiamo i territori
Inno rugby team NO TAV - NO PONTE - NO MUOS

Parole di Francesco "Kento" Carlo,
Musica di Francesco "Shiva" Creazzo (Kalafro).
Registrato e mixato da Daniele Zazza al Dirty Hubs Studio
Da Niscemi alla Clarea tu scendi in campo che ti aspetto
(continua)
inviata da adriana 18/3/2014 - 16:32

Herbst 1932

Herbst 1932
[1932]
Parole di Werner Finck (1902-1978), cabarettista, attore e scrittore.
Ignoro se la musica sia sua, ma comunque è una delle sue canzoncine satiriche per gli spettacoli di cabaret al “Die Katakombe” di Berlino, teatro da lui stesso fondato nel 1927 insieme ad Hans Deppe (1897-1960), regista, attore e produttore cinematografico.

Inizialmente Werner Finck non si interessava di politica, il suo era un talento comico puro. Di sé stesso diceva di essere un “inguaribile individualista”. Ma dalla fine degli anni 20 fu la “politica” ad entrare in rotta di collisione con Finck ed il suo “Die Katakombe”: “Ci sono alcuni oggi che dicono che io ero contro i nazisti. Ma io vorrei che fosse chiaro questo: sono calunnie. La questione era ben diversa: erano i nazisti ad essere contro di me!”

A partire dal 1932 – l’autunno 1932 cui si riferisce questa sarcastica canzoncina – gli spettacoli di Finck... (continua)
Wie es so regnet heut' nacht,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 15:51
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Höchste Eisenbahn!

Höchste Eisenbahn!
[1932]
Parole e musica di Friedrich Hollaender.

Questa canzone dava il titolo all’ultima delle riviste di cabaret composte da Hollaender prima di fuggire dalla Germania nazista, quando – come recita il refrain – c’era ormai poco tempo da perdere, poco tempo per fare tutto quello che non si era fatto fino a quel momento… Solo il tempo di fare le valigie e saltare sul primo treno per lasciare quel pestilenziale e tetro paese ostaggio delle camicie brune.

E’ dai cabaret, come il “Tingel-Tangel” fondato dallo stesso Hollaender nel 1931, che arrivò l’ultima e disperata battaglia contro il nazismo che stava per guadagnare il potere. Non è un caso se nell’autunno del 1932 le SA irruppero al Tingel-Tangel distruggendo tutto e picchiando gli attori impegnati proprio in “Höchste Eisenbahn”…

Friedrich Hollaender fuggì da Berlino di gran corsa, poche ore dopo l’incendio del Reichstag (che fu, come... (continua)
Höchste, höchste, allerhöchste Eisenbahn!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/3/2014 - 13:23

سبعة أسباب تكفي لأموت

سبعة أسباب تكفي لأموت
Ho utilizzato un traduttore automatico dal testo arabo e ho confrontato il risultato, assai approssimativo, con versioni in francese e in spagnolo che si trovano in Rete.
SETTE RAGIONI PER CUI DOVREI MORIRE
(continua)
inviata da L.L. 11/3/2014 - 17:55
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An allem sind die Juden schuld

An allem sind die Juden schuld
¡LOS JUDIOS TIENEN LA CULPA DE TODO!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/3/2014 - 16:27
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Gaslied

Gaslied
CANCIÓN DEL GAS
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/3/2014 - 15:26
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Dressur

Dressur
LA DOMA
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/3/2014 - 14:30
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Ritals

Ritals
terribilmente bello e commovente, ti inchioda ad un'umanità che vorresti ignorare.
maria grazia 11/3/2014 - 10:08
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Ballade des pendus [Épitaphe Villon]

Versione catalana di Jordi Teixidor (1939-2011), drammaturgo.
Ballade des pendus [Épitaphe Villon]
Musica e interpretazione di Jaume Arnella, dal disco “François Villon. Balades i testament”
L’EPITAFI DE VILLON EN FORMA DE BALADA
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/3/2014 - 09:37
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Time Table

Time Table
Un pezzo magnifico!
Massimo 10/3/2014 - 21:30
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Ballade Vom Neger Jim

Ballade Vom Neger Jim
Chanson allemande – Ballade Vom Neger Jim – Ernst Busch – 1931
Texte de Robert Gilbert, alias David Weber (1899-1978), musicien, chanteur et acteur allemand.
Musique de Hanns Eisler en 1930.

Une chanson dictée par l'inévitable parallèle entre les lois ségrégationnistes des Zétazunis, connues comme « Jim Crow Laws », et les réglementations analogues qui dans l'Allemagne à la veille de l’avènement de Hitler, se profilaient tristement à l'horizon contre les Juifs (mais aussi contre les Roms et les nomades, les handicapés et les homosexuels).
BALLADE DU NÈGRE JIM
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 10/3/2014 - 20:17
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Franco Battiato e Manlio Sgalambro: La cura

Franco Battiato e Manlio Sgalambro: La cura
Per me, a suo modo, è un grande: l'ultimo discendente di tutta una genìa di filosofi sicelioti. E poi ripete delle banalità eterne, come soltanto un autentico filosofo greco può fare - uno di quelli del manuale di prima liceo. E anche il nome improbabile è da filosofo: Talete, Anassagora, Sgalambro. E soprattutto su una cosa ha ragione da vendere: sì, io adoro in ginocchio le mie foto di vent'anni fa (facciamo anche venticinque): ero magro, pieno di capelli, e non ero per niente goffo come mi sembrava. Ed ero un rivoluzionario. Davvero.
L.L. 10/3/2014 - 15:05
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Le bourreau

Le bourreau
10 marzo 2014
IL BOIA
(continua)
10/3/2014 - 00:27
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Alles Schwindel

Alles Schwindel
E 'TUTTO UN IMBROGLIO
(continua)
inviata da Francesco 9/3/2014 - 14:21
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Carta de Salvador Puig Antich

Carta de Salvador Puig Antich
Cançons d'Amor i Anarquia» de Joan Isaac

Neixen flors per tu Salvador
Dins del cor, pels cims i els valls
La teva llum il·luminarà
Per sempre més la llibertat

(Nacen flores para ti Salvador
Dentro del corazón, por las cumbres y los valles
Tu luz iluminará
Para siempre la libertad)
adriana 9/3/2014 - 10:52
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Irgendwo auf der Welt

Irgendwo auf der Welt
Qualche volta dietro alle canzoni che mi colpiscono si celano storie che si svelano poco a poco e che non fanno che confermare la sensazione iniziale... Questa “Da qualche parte nel mondo” mi era piaciuta subito e la storia dei suoi interpreti, i Comedian Harmonists, divisi ed artisticamente annichiliti dal nazismo, mi aveva commosso...
Ma di questa bellissima canzone - comparabile, a mio avviso, a “Somewhere Over The Rainbow” di Harold Arlen ed E.Y. Harburg, interpretata da Judy Garland ne “Il Mago di Oz” diretto nel 1939 da Victor Fleming - scopro ora un’altra storia davvero interessante...

Come ho già detto, “Irgendwo auf der Welt” era uno dei temi della colonna sonora del film “Der blonder Traum”. Il regista, Paul Martin, era all’epoca il sodale, non solo artistico, della protagonista, la già stella Lilian Harvey, un nome che non mi suonava proprio tedesco. E infatti Helene Lilian Muriel... (continua)
Bernart Bartleby 8/3/2014 - 23:20
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For the Taking

For the Taking
Sempre a proposito di Slovik esiste una riscrittura di Vonnegut della suite di Igor Stravinskij L'Histoire du Soldat. E' il primo album di musica classico bollato con il bollino "parental Advisory"
DoNQuijote82 8/3/2014 - 18:37
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In The Army Now

In The Army Now
Hey,

Actually the lyrics from the original song by Bolland & Bolland were like: "Smiling faces on your way to 'Nam".

BTW, why say "unfortunatelly now they change their lyrics to pro-war"? I would say they just changed the lyrics to pro-the-guys-who-are-sent-to-war, which makes a huge difference: you can be against war but still support the people (= the soldiers) who fight it.
pierre 8/3/2014 - 18:18
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Gagarin

Gagarin
Ci vuole fantasia per leggere la parola plagio dove mai è stata pronunciata. Si è parlato di ispirazione estremamente accentuata. Che non si può negare. Il brano resta bellissimo ed emozionante. Ispirarsi a una fonte letteraria? Magari tanti autori di canzoni odierne lo facessero, migliorerebbe la qualità! Bastava solo scrivere nel disco un "liberamente ispirato a ..." e ci sarebbe stata maggior correttezza, ecco tutto.
8/3/2014 - 10:14
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Банька по-белому

Банька по-белому
Ma qua fra li cinguettii su foibe, renzii e sgalambri vari,lo volete accogliere il mio apello per creare un percorso su "fenomeno" Gulag, o no???
Tanto, fra 5 o 6 canzoni , ce l'avete già.
O lo trovate inoportuno alla luce dei fatti???
Stratriste Krzysio
Krzysztof Wrona 8/3/2014 - 00:50




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