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Prima del 2014-2-8

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Timişoara

Timişoara
[1989]
Parole di Marian Odangiu (1954-), scrittore, insegnante, saggista, autore e conduttore radiofonico rumeno.
Musica di Ilie Stepan, oggi sessantenne, figura leggendaria del rock rumeno.

Da dentro la rivoluzione rumena del 1989, uno dei brani più noti composto proprio in quei giorni...
Il 16 dicembre di quell’anno la rivolta scoppiò proprio a Timişoara...
La 16 decembrie, după calendare,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/2/2014 - 22:27

Canzoni popolari: il senso e la memoria

Antiwar Songs Blog
Canzoni popolari: il senso e la memoria
di Marco Rovelli In questi giorni in cui sono in scena con uno spettacolo sulla tradizione popolare toscana, mi accorgo ancora una volta, e sempre di più, di quanto i canti popolari siano in grado di trasmettere un senso profondissimo, che da una parte è legato in maniera sostanziale al contesto particolare che lo ha […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-08 22:25:00
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Imnul Golanilor

Imnul Golanilor
[aprile 1990]
Parole di Laura Botolan
Musica di Cristian “Cristi” Paţurcă e Laura Botolan
Nel disco intitolato “Din Cîntecele Golanilor (I)” del 1991, con Laura Botolan e Petre Constantin aka Dr. Barbi.

“Imnul Golanilor”, una Marsigliese rumena contro i minatori che picchiavano come poliziotti.
Cristian Paţurcă era un musicista rumeno. Aveva 46 anni ed era malato di tubercolosi. È morto il 20 gennaio 2011.
Col titolo di una canzone da intonare in massa, questo compositore ha dato al termine “hooligan” (“teppista”) un significato simbolico positivo. Un'intuizione unica, inedita. Quel canto, scritto ventun anni fa, a 25 anni, si chiama “Imnul Golanilor”, dove la seconda parola è la trasposizione rumena di quel disprezzato termine inglese e la prima corrisponde a “inno”. Con questa marcia musicale gli studenti di Bucarest scendevano in piazza nel l990 contro il governo di Ion Iliescu,... (continua)
A fost o dată ca-n poveşti
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/2/2014 - 21:59
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Noi pace vrem

Noi pace vrem
Da una poesia di Grigore Vieru.
Nu vom îngădui să vină
(continua)
inviata da Andrea 8/2/2014 - 21:28
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L’estinzione della razza umana

L’estinzione della razza umana
[2013]
Scritta da Francesco Bianconi.
Nell’album intitolato “Fantasma”

Bene, come già Per un’estinzione umana eco-sostenibile dei Laghetto, ecco un’altra canzone che mi trova entusiasticamente d’accordo... Non c’è altra soluzione.
Contro di me
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/2/2014 - 21:04
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Sergio Endrigo: Tango rosso

Canzone sulla fine del PCI scritta da Maria Giulia Bartolocci (Plumrose) e da Sergio Endrigo. Musica di Sergio Endrigo. Incisa da Sergio Endrigo e da Max Manfredi per BMG Ariola (1990).
Maria Giulia Bartolocci era la moglie di Sergio Endrigo ed è stata coautrice di numerosi suoi testi. È scomparsa nel 1994.
Testo da sergioendrigo.it.
E adesso cosa fare
(continua)
inviata da L.L. 8/2/2014 - 20:28
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Viva

Viva
[2014]

Singolo estratto dall'album "Canzoni contro la natura"
Da questa finestra rotta con i vetri impolverati
(continua)
inviata da adriana 8/2/2014 - 17:04
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July 20th

July 20th
[1999]

Album :Isabelle
So farewell Genoa,
(continua)
inviata da adriana 8/2/2014 - 16:07
Percorsi: Genova - G8
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Golan post-mortem

Golan post-mortem
[1990]
Parole di Laura Botolan
Musica di Cristian “Cristi” Paţurcă
Nel disco intitolato “Din Cîntecele Golanilor (I)” del 1991, con Laura Botolan e Petre Constantin aka Dr. Barbi.

Il termine rumeno “golan” sta per “teppista”... Per ciò credo che questa canzone del cantautore rumeno Cristian “Cristi” Paţurcă (prematuramente morto di tubercolosi nel 2011) non si riferisca tanto alla sollevazione popolare del 1989, che portò alla caduta del regime di Ceauşescu, ma alla durissima repressione dell’anno successivo quando Ion Iliescu e Petre Roman, rispettivamente presidente e premier del nuovo governo, aizzarono i minatori contro gli studenti che a Bucarest sollecitavano la decomunistizzazione e la democratizzazione del Paese. I minatori agirono come la vecchia Securitate, massacrando di botte i “teppisti” - così li chiamava il governo - che da alcune settimane occupavano per protesta la piazza dell’Università. Il bilancio fu di centinaia di feriti e di un numero imprecisato di morti, sette quelli ufficialmente riconosciuti...
Ar trebui să vină înapoi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 8/2/2014 - 15:37
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Mambo reazionario

Mambo reazionario
[2014]
Album: "Vol.3 - Il cammino di Santiago in Taxi"
Alla fine ti sei sposato
(continua)
inviata da Dora &Bernart Bartleby 8/2/2014 - 14:56
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Dafne

Dafne
Il mito e la dura realtà della violenza contro le donne, che offende chi le donne invece le rispetta e ama, sempre e comunque.
Il sito è quello di canzoni contro la guerra, e questa è una guerra, di genere, che deve essere vinta.
Corro affannata, strappo passi ansiosi
(continua)
inviata da Alberto Marchetti 7/2/2014 - 22:48
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Alessandro Ignazio Marcello: Concerto in Re minore per oboe, archi e basso continuo

Alessandro Ignazio Marcello: Concerto in Re minore per oboe, archi e basso continuo
[1716 o 1717]
Il “Concerto in Re minore per oboe, archi e basso continuo” - ed in particolare l’ “Adagio”, secondo dei tre movimenti di cui è composto - è l’opera più famosa di Alessandro Ignazio Marcello (1673-1747), intellettuale e compositore appartenente alla nobiltà veneziana dell’epoca.
Questo Concerto acquistò da subito una tale fama che Johann Sebastian Bach, solo una decina di anni dopo, ne fece una trascrizione per clavicembalo, il “Concerto n° 3 in re minore BWV 974”.

Propongo questo brano di musica classica non perchè sia di per sè contro la guerra, ovvio, ma perchè è stato utilizzato nella colonna sonora di parecchi film (compreso “Anonimo veneziano” di Enrico Maria Salerno), un paio dei quali sono ascrivibili al nostro specifico.

Il primo è “The Strawberry Statement” (“Fragole e Sangue”), film del 1970 che guadagnò il premio della giuria a Cannes e che è l’unico film significativo... (continua)
[Strumentale]
inviata da Bernart Bartleby 7/2/2014 - 19:33
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Noi, nu!

Noi, nu!
Versi di Nicolae Labiş, poeta rumeno inviso al regime comunista, morto a 21 anni nel 1956 in quello che sembrò un incidente, ma forse anche no...
Musica di Anda Călugăreanu
Lato B del singolo intitolato “Cîntec” (ignoro l’anno di pubblicazione)

(Bernart Bartleby)
O parte din noi ne-am învins
(continua)
inviata da Andrea 7/2/2014 - 17:53
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Облака

Над землёй бушуют травы,
(continua)
inviata da Andrea 7/2/2014 - 17:23
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Pier Paolo Pasolini: La recessione

Pier Paolo Pasolini: La recessione
[1974]
Versi di Pier Paolo Pasolini, da “La nuova gioventù. Seconda forma de ‘La meglio gioventù’” (Einaudi, 1974).
Il testo originario nacque in friulano, con traduzione italiana dello stesso Pasolini, che poi ne scrisse una nuova versione perché potesse essere cantato.
Messa in musica da Mino De Martino (1944-), cantautore, compositore e paroliere e interpretata da Alice, prima nel suo disco del 1992 intitolato “Mezzogiorno sulle Alpi”, poi nel disco collettivo “Luna di giorno - Le canzoni di Pier Paolo Pasolini” del 1995.

Non una canzone contro la guerra, ma una possibile lettura del tempo che sta per venire o, forse, stiamo già vivendo…
Rivedremo calzoni coi rattoppi
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/2/2014 - 12:52
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Padaj silo i nepravdo

anonimo
Padaj silo i nepravdo
[XVI secolo, dopo il 1523?]
Canzone in lingua croata che celebra la ribellione di Hvar (Lèsina) in Dalmazia del 1510-14, quando la maggioranza croata della popolazione si ribellò alle angheria e alle vessazioni dei dominatori veneziani e della nobiltà locale. A capo della rivolta il Matija Ivanić (1445-1523) citato nella penultima strofa, un anziano cittadino molto stimato dalla popolazione.
La canzone fu rispolverata durante la seconda guerra mondiale dai partigiani jugoslavi operanti in Dalmazia. Ripresa anche dai Бијело дугме / Bijelo Dugme di Goran Bregović nell’introduzione del loro album del 1986 intitolato “Pljuni i zapjevaj moja Jugoslavijo” (“Sputa e canta, mia Jugoslavia”)

All’inizio del 400 la Repubblica di Venezia aveva riacquisito il dominio sulla Dalmazia, perso a metà 300 dopo la fine dei contrasti con il regno ungherese. Venezia aveva cancellato ogni autonomia e diritto... (continua)
Padaj silo i nepravdo,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/2/2014 - 09:53
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Wojna

Wojna
[1992]
Testo e musica: Brygada Kryzys
Dall'album "Cosmopolis"

trovato qui http://www.tekstowo.pl/
wojna! maszerują niewolnicy
(continua)
inviata da krzyś 6/2/2014 - 18:02
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Nie wolno nie ufać

Nie wolno nie ufać
[1989]
Testo e musica: DAAB
Dall'album "DAAB III"
Presente anche nelle versioni differenti su "DAAB III" del 1992
e su "To co najlepsze z dziesięciu lat (1983-1993)" del 1993
Testo trovato su YT
Nie wolno, nie wolno, nie wolno, nie wolno zamykać oczu.
(continua)
inviata da krzyś 6/2/2014 - 17:26
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Đurđevdan / Ђурђевдан

anonimo
Đurđevdan / Ђурђевдан
[1942]
Testo di ignoto autore di lingua serba.
Musica tradizionale romaní.
Canzone normalmente attribuita a Goran Bregović e ai Бијело дугме / Bijelo Dugme, il gruppo da lui fondato da nel 1974 e attivo fino al 1989.
Nell’ultimo album in studio della band serba, intitolato “Ćiribiribela”, dove il titolo completo del brano è "Đurđevdan je a ja nisam s onom koju volim" (“E’ il giorno di San Giorgio, ed io non sono col mio amore”).
Testo in cirillico trovato qui

Chiedo aiuto a staff e contributori per la cura di questa pagina, in primo luogo perché non conosco il serbo, e in secondo perché la storia di questa canzone è piuttosto “balcanica”, cioè incasinata…

Mi pare di aver capito che Goran Bregović – che come molti grandi musicisti è anche un grande saccheggiatore – prese la splendida melodia tradizionale della canzone romaní “Ederlezi” - “Giorno di (San) Giorgio - sulle cui note i... (continua)
Пролеће на моjе раме слиjеће.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/2/2014 - 13:29
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Durerea femeiască

Durerea femeiască
Da una poesia di Adrian Păunescu.

Su Adrian Păunescu vedi anche Antirăzboinică
Muncim, ca nişte sclave, zi de zi,
(continua)
inviata da Andrea 6/2/2014 - 13:24
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Abortire

Abortire
[1973]
Parole di Fortunata “Fufi” Sonnino, cantautrice e chitarrista (oggi “cristalloterapista”) del Movimento Femminista Romano.
Musica di Yuki Maraini (1939-1995), musicista, cantante e compositrice italiana, e Fortunata “Fufi” Sonnino.
Nel disco intitolato “Canti delle donne in lotta, n. 2”, I Dischi dello Zodiaco, 1976.
Si faceva chiamare dottore
(continua)
inviata da Andrea 5/2/2014 - 20:59
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Me ne vado

Me ne vado
2014
Fibrillante

TESTO: Eugenio Finardi
MUSICA: Eugenio Finardi, Giovanni Maggiore, Paolo Gambino, Claudio Arfinengo, Marco Lamagna.

Eugenio Finardi (voce), Patrizio Fariselli (pianoforte), Giuvazza (chitarre), Marco Lamagna (basso), Claudio Arfinengo (batteria), Paolo Gambino (synth) Max Casacci (strumenti mutanti)

Facciamo un salto in fondo ed ascoltiamo le parole salmodiate da Eugenio in "Me ne vado": "Tutto cominciò negli anni '80. Dalla fine della seconda guerra mondiale infatti le politiche economiche e fiscali avevano diminuito le disuguaglianze sociali, portando al più lungo periodo di crescita economica nel mondo occidentale. Per tutti. Poi sono stati eletti Reagan e la Thatcher. Da allora il reddito della gente comune è aumentato solo del 2%, mentre il reddito dell'1 per mille della popolazione è aumentato del 2600%. Vuol dire che se tu hai 100 euro in tasca, loro ne hanno... (continua)
Tutto cominciò negli anni '80.
(continua)
inviata da DoNQuijote82 5/2/2014 - 09:43
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Quella di Torino

Quella di Torino
[1990]
Parole e musica di Vince Ricotta
Nell’album intitolato “Qualcuno ci spieghi il Jazz” del 1996
Testo trovato sul sito della band

“… la Fabbrica Italiana Automobili Torino sporca il mondo e non si fermerà…”. Profetici!
Tutti quanti gli artisti del mondo sono nati in una città
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/2/2014 - 08:59
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Fallen Fallen Is Babylon

Fallen Fallen Is Babylon
[1982]
Dall'album "Brygada Kryzys" (detto-l'album nero)
Testo trovato qui http://www.tekstowo.pl/
Babylon inside me
(continua)
inviata da krzyś 5/2/2014 - 01:02
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Campo De' Fiori

Campo De' Fiori
[1974]
Dall'album "Quando verrà Natale"

Venditti scrisse "Campo de' Fiori" subito dopo la denuncia ricevuta per "A Cristo", in occasione di un tour nei teatri intitolato "Racconto". Venditti suonava al Teatro dei Satiri con Cocciante e De Gregori e una sera un ufficiale di polizia pensò bene di fare la denuncia. La canzone era tutto meno che vilipendiosa, una ballata in romanesco dove Venditti chiedeva a Cristo di scendere sulla terra perchè le cose non si mettevano troppo bene... nel brano vengono citati l'Irlanda e il Vietnam: "forse stai impegnato su in Irlanda... e t'hanno pure incastrato nel Vietnam..." e poi la Palestina: "L'occhio vergognoso di un Mosè, Moshe Dayan", insomma Cristo, un Cristo molto umano....

La denuncia fu basata sulla frase "Aammazzate, Gesù Cri' quanto sei fico!", come se questa frase portasse un insulto.... inoltre Antonello invitava Cristo a non tornare a Roma,... (continua)
Campo de' Fiori, io non corro più,
(continua)
inviata da krzyś 4/2/2014 - 23:03
Percorsi: Giordano Bruno
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Mister C

Mister C
Sachsenhausen, 1940
Lyrics: Aleskander Kulisiewicz
Music: Henryk Wars ("Czarny Jim", 1939)

Sachsenhausen, 1940
Testo: Aleksander Kulisiewicz
Musica: Henryk Wars ("Czarny Jim", 1939)


“Mister C” is Winston Churchill, the cigar-chomping British Prime Minister who, between the fall of France and the United States’ entry into World War II, personified captive Europe’s last hope for defeating the Germans. Written after news reached Sachsenhausen of the demoralizing Allied retreat from Dunkirk in northern France, “Mister C” debuted at a secret gathering in Cell Block 3 where, Kulisiewicz recalls, “the most biting and obscene antifascist satires were performed in several languages.” Certain lines of “Mister C” are purposely obscure. “Isle of Rugia”—the German Baltic island Rügen evokes an ancient borderland clash between Slavic and Germanic groups. “Eastern wind” hints at the prisoners’ hoped-for... (continua)
Roczek wtóry, mój ty Boże,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 4/2/2014 - 17:40
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Ketchup vs Genocide

Ketchup vs Genocide
2004
Politics

Con "Politics" l'obiettivo è chiaro: stavolta Tellier si schiera, nel suo solito stile, a fianco delle minoranze e degli oppressi di tutto il mondo, che siano i nativi americani (delirante il titolo della canzone in questione: "Ketchup Vs Genocide")
 "Ketchup Vs Genocide" è uno sfacciato synth-pop che affastella piacevolmente luoghi comuni sugli indiani d'America ("ma almeno mi permette di scegliere da che parte stare" dichiara Tellier nell'introduzione).

 ondarock
Steel horse over Navajos
(continua)
inviata da donquijote82 4/2/2014 - 14:28
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Maravillas

Maravillas
Album: Payola (2009)

"Maravillas" racconta la storia di Maravillas Lamberto, ragazza quattordicenne di Larraga (Nafarroa) violentata e assassinata dai falangisti nell'agosto 1936. Il padre Vicente, militante della UGR, fu arrestato insieme alla figlia e rinchiuso nella prigione mentre Maravillas fu violentata. Quindi padre e figlia furono assassinati. La sorella Josefina si fece monaca a ventun anni, per "lavorare con i bambini, così che nessuno dovesse soffrire quello che avevo sofferto io". La madre non glielo perdonò mai, perché era convinta che fossero stati proprio i preti a denunciare suo padre come "rosso" ai fascisti. Quando alla fine degli anni '70 cominciarono le prime esumazioni dei morti della guerra civile, Josephina volle cercare la tomba del padre, ma le suore glielo impedirono. "Qualcosa avrà fatto, tuo padre.". Da 16 anni Josefina ha lasciato l'ordine, "non crede più in... (continua)
Ostikoz bota digute atea
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti - grazie a Teresa per aver segnalato l'articolo 4/2/2014 - 00:10
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La famiglia

La famiglia
[1997-98]
Di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Nello spettacolo intitolato “Un’idiozia conquistata a fatica”, andato in scena dal 1998 al febbraio 2000, quando fu interrotto per l’aggravarsi dello stato di salute di Gaber.

Saluto con grande favore l’inserimento della Canzone del padre di Faber tra le CCG e con questo contributo sottoscrivo il relativo commento di Riccardo Venturi.
E si nasce in famiglia
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/2/2014 - 15:11

Karussell (Wir reiten auf hölzernen Pferden)

Karussell (Wir reiten auf hölzernen Pferden)
Versi di Manfred Greiffenhagen (1896-1945), ebreo tedesco, berlinese, autore di cabaret.
Musica di Martin Roman (1913-1996), anche lui ebreo tedesco, pianista jazz.
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Archive
Interpretata dalla norvegese Bente Kahan nel suo disco “Stemmer fra Theresienstadt” del 1995, ‎uscito negli anni seguenti anche in tedesco ed in inglese.‎
Recentemente riproposta al grande pubblico dal basso baritono tedesco Christian Gerhaher e dalla ‎mezzo-soprano svedese Anne Sofie von Otter nella raccolta intitolata “Terezín/Theresienstadt”, ‎pubblicata nel 2008 dalla Deutsche Grammophon.‎

Internato a Theresienstadt, Manfred Greiffenhagen scrisse molti dei testi delle piéces teatrali e musicali messe in scena nel campo-ghetto. Come molti artisti ebrei lì rinchiusi – tra i quali il noto attore Kurt Gerron – fu costretto dagli aguzzini a prestarsi nel documentario... (continua)
In den lang entschwundnen Jahren,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/2/2014 - 14:56
La Canzone del padre di Fabrizio De André è stata tolta dagli "Extra" e riportata a una pagina autonoma. Contemporaneamente, la pagina è stata ristrutturata e accompagnata da un Commento esplicativo che cerca di chiarirne la natura nell'ottica di una critica radicale all'istituzione della Famiglia come strumento di oppressione, repressione e guerra. Concetti senz'altro non semplici e controversi, sui quali potrete, se lo riterrete opportuno, dire la vostra sulla pagina in questione.
Riccardo Venturi 3/2/2014 - 14:37
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Ich weiss bestimmt, ich werd dich wiedersehen!

Ich weiss bestimmt, ich werd dich wiedersehen!
[1943]
Versi di Ludwig Hift (1899 - 1981), ebreo austriaco, funzionario di banca a Vienna, che fu rinchiuso a Theresienstadt ma che scampò all’Olocausto.
Musica (tango) composta da Adolf Strauss (1902-1944) che fu più sfortunato di Hift: ebreo cecoslovacco, Adolf Strauss ebbe lo stesso destino di Ilse Weber e di tanti altri suo connazionali e correligionari: rinchiuso nel ghetto-campo di Theresienstadt, nel 1944 fu poi trasferito ad Auschwitz dove fu eliminato.
Arrangiamento per pianoforte e voce di Moshe Zorman.

Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Archive
Recentemente riproposta al grande pubblico dal basso baritono tedesco Christian Gerhaher e dalla ‎mezzo-soprano svedese Anne Sofie von Otter nella raccolta intitolata “Terezín/Theresienstadt”, ‎pubblicata nel 2008 dalla Deutsche Grammophon.‎
Anche nella raccolta “KZ Musik: Encyclopedia of Music Composed in Concentration... (continua)
Als ich dich gesehn zum ersten Mal,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 3/2/2014 - 10:45
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Campo di Fiori

Campo di Fiori
[1943]
Warszawa-Wielkanoc
Varsavia-Pasqua
Nell'interpretazione di Roman Kołakowski
Da Poezjaa.info

Campo de; Fiori

Czesław Miłosz

“…Sabato 25 aprile era Pasqua. Nella piazza confinante con il ghetto si era riunita una folla di persone spensierate, vestite con gli abiti della festa. In prossimità del muro del ghetto, delle nuvole di fumo, dell’odore acre e penetrante, mentre giravano le giostre e si stava in allegria. Helena Balicka-Kozlowska, una polacca che aiutava gli ebrei e la resistenza, scrisse nelle sue memorie “Il muro aveva due lati”:

“La piazza sembrava un mercato: c’erano venditori d’acqua, di dolci e di sigarette. La piazza risuonava di grida e di risate. Vicino alla giostra con la sua orchestrina rumorosa c’era l’artiglieria da campagna, i cui serventi non ritenevano necessario allontanare la massa di curiosi. Evidentemente, stando in mezzo ai polacchi si sentivano più... (continua)
W Rzymie na Campo di Fiori
(continua)
inviata da Krzysztof Wrona 3/2/2014 - 00:25
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Centrala

Centrala
[1981]
Album: "Live" Brygada Kryzys (Fresh Records UK 1982)
Da http://www.tekstowo.pl/
Czekamy, czekamy
(continua)
inviata da krzyś 2/2/2014 - 23:57
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Люби ти Україну

Люби ти Україну
krzyś 2/2/2014 - 23:26
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Protest Song

Protest Song
[1981]
Scritta da Mark Wilkins, in arte Mark Astronaut.
Nel disco intitolato "Peter Pan Hits The Suburbs"

(B.B.)
I live my own life - do what I want - say what I mean
(continua)
2/2/2014 - 23:22
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Typically English Day

Typically English Day
It's all Done by Mirrors L.P. 1983
On a typically English day
(continua)
2/2/2014 - 23:19
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Disarm or Die

Disarm or Die
Fresh Hate tape
Self 1983
Appare nella compilation ANTI-WAR - Anarcho-Punk Compilation Vol. 1 del 2005
Over the horizon, over the hill
(continua)
2/2/2014 - 23:11
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November's Song

November's Song
Canzone probabilmente della metà degli anni '80 di questa punk band inglese il cui nome si rifà direttamente a un verso di God Save The Queen dei Sex Pistols. La canzone appare nella raccolta "ANTI-WAR - Anarcho-Punk Compilation Vol. 1".
Chime on chime our bells are crying
(continua)
2/2/2014 - 22:52
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Tapum

anonimo
Tapum
Ta pum è stata composta in una tricea dell'ortugara dal giovane bersagliere musicista Nino Piccinelli, su di lui alcuni anni fa ho scritto un libro.
Complimenti per la vostra attività
Guerino Lorini chiari ( brescia)
Lorini Guerino 2/2/2014 - 20:35
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È la domenica il giorno del signore

È la domenica il giorno del signore
L’idea di “Non so, non ho visto, se c'ero dormivo” è nata in me nel 1963 quando vidi in Inghilterra uno straordinario spettacolo di Joan Littlewood, intitolato “Oh, What A Lovely War!” che raccontava la Prima Guerra Mondiale, La chiave del racconto era di denuncia sarcastica, ma – dopo quello che si era visto nella Seconda – vagamente nostalgica di un modo d’essere ancora umano della guerra: Oh, what a lovely war, appunto. Ho tradotto quel testo in italiano (cfr. Sipario n. 212, dicembre 1963), e in Italia fu messo in scena da Paolo Stoppa e Rina Morelli; con esito modesto dato che la guerra era narrata da un punto di vista inglese, riguardava essenzialmente il “fronte occidentale”, e nulla aveva a che fare con il Piave, Caporetto, Trento e Trieste, il Re soldato e il generale “Firmato Cadorna“. Sulle prime ne ho meditato – sempre ’14-’18 – un’ambientazione italiana, ma a poco a poco... (continua)
precisazione ricevuta da Luigi Lunari via mail 2/2/2014 - 20:33

Die Kartoffelschälerin

Die Kartoffelschälerin
Chanson tchèque de langue allemande – Die Kartoffelschälerin – Ilse Weber – 1942/1944

Un poème d'Ilse Weber mis en musique par Bente Kahan, interprète norvégien de musique juive.
Dans le disque de Bente Kahan « Stemmer fra Theresienstadt » de 1995, sorti les années suivantes en allemand et en anglais.
L'ÉPLUCHEUSE DE PATATES
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 2/2/2014 - 19:32
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We Shall Not Be Moved

anonimo
We Shall Not Be Moved
No nos moveran

video
¡No, no, no nos moverán!
(continua)
inviata da Andrea 2/2/2014 - 13:44
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Musisz walczyć, musisz wierzyć

Musisz walczyć, musisz wierzyć
[1989]
Dall'album "Mój blues"
Testo da tekstowo.pl
Musisz walczyć, żeby przeżyć
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 2/2/2014 - 01:18
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Nie żałuj mnie

Nie żałuj mnie
NON AVERE COMPASSIONE DI ME
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 2/2/2014 - 00:23
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Zrzuty

Zrzuty
[2005]
Dall'album "Powstanie Warszawskie"
Testo da tekstowo.pl
[Komunikat radiowy: "...lecz jako lotnicy okryci chwałą w dywizjonach lotniczych i bombardujących.."] / x4
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 1/2/2014 - 23:33
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Barykada

Barykada
[2005]
Dall'album "Powstanie Warszawskie"

Lao Che

Testo da http://www.tekstowo.pl/
Samoloty!
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 1/2/2014 - 23:24
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Noi della Val Camonica

anonimo
Noi della Val Camonica
mi piace tantissimo questa canzone!
1/2/2014 - 23:04
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Die Nigga!!!

Die Nigga!!!
[1971]
Scritta da David Nelson.
Nella colonna sonora del film “Right On!: Poetry on Film” diretto da Herbert Danska.
Ho attribuito questa canzone ai Last Poets ma in realtà qui si tratta dei cosiddetti Original Last Poets (Felipe Luciano, Gylan Kain e David Nelson) che effettivamente furono i primi ma che poi lasciarono quasi subito il campo ad Alafia Pudim, Abiodun Oyewole e Umar Bin Hassan.
Walkin' down on 42nd Street
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2014 - 22:17
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True Blues

True Blues
[1971]
Scritta da Jalal Mansur Nuriddin aka Alafia Pudim
Interpretata dai Last Poets (Alafia Pudim, Omar Ben Hassen e Nilaja, quest’ultimo alle percussioni)
Nel secondo disco degli Ultimi Poeti, intitolato “This Is Madness”

La storia del Blues dall’epoca schiavista fino ai giorni nostri...
Il termine “Blues” pare derivare dal fatto che blu indaco era il colore delle vesti funebri in molti paesi africani, e l’Indigofera tinctoria - la pianta da cui si estrae quel colorante naturale - cresceva abbondante in molte piantagioni del Sud degli USA dove erano costretti gli schiavi neri trasportati dall’Africa... Ma c’è anche un’espressione americana, “blue devils”, che significa essere in uno stato di tristezza, melanconia... In ogni caso “blues” è sinonimo di sofferenza e pena.
True blues aint no new news about who's been abused
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2014 - 21:34
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Niggers Are Scared of Revolution

Niggers Are Scared of Revolution
[1970]
Brano di “spoken word” interpretato da Umar Bin Hassan (1948-) che si unì ai Last Poets (Jalal Mansur Nuriddin aka Alafia Pudim e Abiodun Oyewole) nel 1969.
Nell’album di debutto, intitolato semplicemente “The Last Poets”
Mi è venuto bene di contriburlo dopo averlo ascoltato alla trasmissione "Mu" condotta su Radio2 da Matteo Bordone.

Uno dei brani più famosi dei Last Poets (Ultimi Poeti, perchè di lì in avanti la parola avrebbe dovuto passare alle armi) in cui la voce di Umar Bin Hassan, accompagnata solo da una scarna base ritmica, si scaglia contro i vizi della comunità nera: “Sarete sempre dei negri, perchè avete paura della Rivoluzione, avete paura del cambiamento, avete paura di prendere il potere, avete paura di agire come Malcolm X... Non fate altro che vivere all’ombra dei bianchi, non fate altro che parlare, parlare, fuck di qua e fuck di là, ma non combinate un cazzo... (continua)
Niggers are scared of revolution
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/2/2014 - 18:15
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Forever Young

A version in the Fataluku language by the Australian musician Gillian Howell
Forever Young
Versione in lingua Fataluku del musicista australiano Gillian Howell

La lingua Fataluku, di origine papuasiana, è parlata comunemente anche in alcune zone di Timor Est. E' considerata come una sorta di linguaggio "transpapuasiano" (ricordiamo che sul territorio della Nuova Guinea si parlano letteralmente centinaia di idiomi diversi) [RV]




Questa versione l'avevo postata tempo addietro, in maniera erronea, in un'altra Forever Young, quella di Dylan, come osservato in un commento da Lorenzo:

non per spegnere i vostri entusiasmi papuasiani ma mi sa che avete sbagliato canzone. La Forever Young tradotta è questa. Che però magari potrebbe essere una CCG (Heaven can wait we're only watching the skies / Hoping for the best but expecting the worst / Are you going to drop the bomb or not?)...

Oggi torna al suo posto
inviata da DonQuijote82 1/2/2014 - 18:10

Pequeñas historias innobles

Antiwar Songs Blog
Pequeñas historias innobles
Se, com’è probabile dato che il PPE ha la maggioranza al parlamento spagnolo, il nuovo disegno di legge sull’aborto verrà approvato, sarà un enorme passo indietro per la Spagna che vedrà retrocedere i diritti delle donne non solo rispetto alla legge del 2010 ma anche rispetto a quella del 1985. Nel nostro sito abbiamo voluto […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-01 17:12:00
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Non maledire questo nostro tempo (25 Aprile 1945)

Non maledire questo nostro tempo (25 Aprile 1945)
Non so se sono già intervenuto sulla questione (la mia memoria ha dei buchi) ma posso precisare che la canzone Non Maledire questo Nostro Tempo è stata scritta da nel nel 1967 per i Gufi (nello spettacolo NON SO, NONN HO VISTO, SE C'ERO DORMIVO, sempre del sottoscritto, La canzone è stata musicata da Lino Patruno; la versione di Gino Negri, usata da Milva, è successiva. E io devo dire - con tutto l'affetto per Gino Negri - che la semplice e lineare interpretazione di Patruno è più "adeguata" ed è quella che preferisco. Colgo l'occasione per segnalare che recentemente (dicembre 2013) l'editore Book Time di Milano ha pubblicato i due testi da me scritti per i Gufi nel 1967 e '68: oltre a quello citato, che contiene la canzone in oggetto, si tratta del testo NON SPINGETE, SCAPPIAMO ANCHE NOI.
Grazie per l'attenzione e molti cordiali saluti
Luigi Lunari
luigi.lunari@libero.it
www.luigilunari.com
Luigi Lunari 1/2/2014 - 11:16
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A Brand New Day

A Brand New Day
"A Brand New Day" is a song from the 1975 Broadway musical The Wiz written by American R&B singer–songwriter Luther Vandross. (In 1976 Vandross recorded a version of the song for his album "Luther," on Cotillion records.) In the play, the song is sung to celebrate because Dorothy has killed Evilene, the tyrannical wicked witch of the West. Dorothy, the Tin Man, the Cowardly Lion, and the Scarecrow sing the song with the newly freed Winkies, who were ruled and enslaved by Evilene. It was later featured in the 1978 film version, sung by cast members Diana Ross, Michael Jackson, Nipsey Russell, and Ted Ross (credited as The Wiz Stars). Given the all-Black cast of The Wiz, the song's many references to freedom and new possibilities, (especially as sung by African American characters who had just been freed from enslavement) certainly invoked the struggles and history of Blacks in America.... (continua)
Everybody look around
(continua)
inviata da Jon Doe 1/2/2014 - 04:47
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Bob Dylan: Forever Young

Bob Dylan: Forever Young
Questo extra era stato inserito per un triste episodio qualche anno fa. Ascoltate però questa bella recente versione di Pete Seeger, uno che è stato "forever young", fino a 94 anni.



May your song always be sung, Pete.
31/1/2014 - 23:57

Wiegenlied vom Polentransport

Wiegenlied vom Polentransport
Oppure questa

Abito anche'io vicino un fiume, si chiama Odra(Oder), ma da noi l'acqua è bassa in questo momento. Ce l'avete tutta la mia solidarietà, tanto prima o poi bisognerà pure costruire qualche arca, credo. Per adesso ci rimane solo di invocare il Grande Manitou.
Krzysiek Wrona 31/1/2014 - 22:16




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