As promised, here's the English translation of De André's “Father's Song”. It is, of course, no “artistic” or singable translation, but a simple -and hopefully clear- translation based upon the Italian translation notes provided in this page. This is no simple song, and an English translation should be provided also for the introduction, commentaries and notes. [RV]
Ho recentemente eseguito una versione francese della canzone, la condivido con voi, complimenti per il sito!
SAMARKAND (continua)
inviata da Lapo Magi 4/2/2014 - 16:28
E' una canzone che amo da sempre. E' stata una tra le prime canzoni che ho imparato a memoria. La canto come se l'avessi creata io, rispettando i paragrafi e la musica.
La canzone ci vuole trasmettere che alla morte non ci scampo, ovunque ci rifuggiamo.
Il romanzo "Un sogno in rosso", del 1939, dell'austriaco Alexander Lernet-Holenia (scrittore che immagino non molto frequentato dai nostri visitatori) si snoda intorno al tema del destino. A un certo punto uno dei personaggi, Laskowski, impegnato nella ricorrente discussione sul tema con un gruppo di patetici aristocratici russi sfuggiti alla Rivoluzione d'Ottobre, turbati dalle profezie di Ananchin, per corroborare il proprio punto di vista fatalistico e la convinzione che qualcuno possa avere la facoltà di divinare, così racconta:
"Come le lancette di un orologio di straordinaria sensibilità e precisione - disse - gli strumenti del cielo e della terra indicano in anticipo il punto in cui il destino ci colpirà. In Persia, per esempio, si racconta la seguente storia. In una località non lontana da Isfahan vivevano un padrone e il suo servo. Un giorno il servo uscì di casa, ma subito vi... (continua)
Il Fratello figlio unico è Rino stesso.... ha dichiarato con questa canzone di aver lasciato la massoneria e di esser diventato figlio unico, senza fratelli... gli adepti delle logge massoniche si chiamano fratelli tra di loro...
Tutte le canzoni dell'album omonimo sono canzoni contro la massoneria...e se non avete capito ...cosa diavolo dedicate?
Cippa 4/2/2014 - 14:26
Suggestiva ipotesi dietrologica, da "Misteri d'Itaglia"... Però - invece di inveire - perchè non la documenti meglio, caro/a Cippa? Tanto sappiamo tutti che non è farina del tuo sacco...
Lo so a cosa si riferiva, ma mi stanno sonoramente sul culo quelli che, come Cippa, infilano commenti con tono saccente e quasi risentito ("...e se non avete capito ...cosa diavolo dedicate?"... ma che cazzo vuoi?), senza citare le fonti e, anzi, come se si trattasse di un loro scoop.
Detto questo, la storia di Rino Gaetano massone ammazzato dalla massoneria ha, secondo me, la stessa credibilità delle scie chimiche e di tante altre inutili teorie complottistiche e bufale che rimbalzano senza sosta nell'immensità della Rete.
Version française – APPEL D'UN CONVOI – Marco Valdo .M.I. – 2014
Chanson tchèque de langue allemande – Ein Transport wird einberufen – Ilse Weber – 1944
Paroles de Ilse Weber (1903-1944).
Musique de Michaela Sehrbrock et Marion Steingötter de l’Opernchor de Essen.
La peur, la douleur mais aussi l'embarras et l'indifférence et le sentiment de soulagement pour l'avoir échappé belle encore une fois… ce devait être terrible, une avalanche de terreur et de mort, qui prenait les prisonniers amassés dans le champ de Theresienstadt en attente de la déportation vers l'extermination, et Ilse Weber la décrit terriblement dans sa poésie…
Elle la toucha elle aussi, probablement le 1er octobre 1944, à son départ avec des milliers d'autres vers la Pologne, vers la mort… Durant ce mois d'octobre, il y eut plus de 14.000 Juifs transférés de Theresienstadt à Auschwitz… Ce furent les derniers convois ; fin octobre, le camp-ghetto fut liquidé…
Prima di tutto grazie per avere aderito al mio invito a venire allo scoperto, ché a carte scoperte si discute notevolmente meglio; per il numero di telefono va benissimo come riterrai di fare. Ma entriamo un po' nel merito delle questioni, “in medias res” come si suol dire.
Come forse avrai capito o intuito, anche io ero l'altra sera al teatro “Aurora” di Scandicci tra i contestatori dello spettacolo di Cristicchi. Ci ero sia a titolo personale, sia come militante antagonista di un “centro sociale”, vale a dire di uno di quei luoghi che, di solito, vengono descritti come frequentati da “ragazzetti imboniti” o roba del genere (definizione alla quale, vedo, ti uniformi). Ora, il problema è che io, di anni, ne ho cinquantuno, vale a dire un bel po' più di te. Tra i cinquanta o sessanta antagonisti presenti l'altra sera a Scandicci c'erano persone di sessanta e rotti anni,... (continua)