Lorenzo Masetti 28/1/2014 - 10:13
Questo sito, la memoria la fa ogni giorno dell'anno e non ha bisogno di “giornate” istituzionali. Soprattutto non la fa a senso unico, come chi trasforma (tipo “Repubblica”) il 27 gennaio nella “Giornata per la propaganda israeliana”. Siamo e restiamo ben lontani da tutto questo. Il 27 gennaio, se “giornata” dev'essere, lo è per gli Ebrei come per i Rom, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e per chi non credeva in nessun dio, per i semplici antinazisti (anarchici, comunisti, democratici) che sono periti a decine di migliaia non solo nei lager. Troppo “deificata”, 'sta memoria; anche per gli assassini, “Dio era con loro”.
Per questo 27 gennaio, è necessario dare spazio a persone come Rocco Rosignoli (l'autore di Oesterheld), che il 30 gennaio farà uscire in Rete un intero album, “La bella che guarda il mare”, registrato dal vivo per l'ANPI. Oggi, Rocco propone un preascolto della sua interpretazione di Zog nit keynmol (qui il testo), che è un inno partigiano e di Resistenza, e non di propaganda sionista. Invitando magari a riascoltare e rileggere anche lo Tsigaynerlid, la “Canzone degli zingari” scritta in yiddish da Dovid Beyglman: una testimonianza, semisconosciuta, di solidarietà tra le vittime del nazismo. Il quale non è solo “follia”, ma una cosa politicamente ben precisa, e ancora ben presente.
Per questo 27 gennaio, è necessario dare spazio a persone come Rocco Rosignoli (l'autore di Oesterheld), che il 30 gennaio farà uscire in Rete un intero album, “La bella che guarda il mare”, registrato dal vivo per l'ANPI. Oggi, Rocco propone un preascolto della sua interpretazione di Zog nit keynmol (qui il testo), che è un inno partigiano e di Resistenza, e non di propaganda sionista. Invitando magari a riascoltare e rileggere anche lo Tsigaynerlid, la “Canzone degli zingari” scritta in yiddish da Dovid Beyglman: una testimonianza, semisconosciuta, di solidarietà tra le vittime del nazismo. Il quale non è solo “follia”, ma una cosa politicamente ben precisa, e ancora ben presente.
Riccardo Venturi 27/1/2014 - 07:43
L'aggressione fascista italiana all'Etiopia (1935/36) in un brano Calypso proveniente da Trinidad e Tobago: The Gold in Africa di Neville Marcano, detto “The Tiger” (1936). Viene qui presentato per la prima volta in Italia, dopo quasi ottant'anni passati invano, dato che si continuano a inagurare monumenti al macellaio Graziani e roba del genere.
Riccardo Venturi 24/1/2014 - 21:12
Gallo rojo, gallo negro
Magyar fordítás Holnapután Anarchista újságtól
Spanyol dal, a Franco diktatúrája elleni harc egyik legismertebb himnusza. Szerzője az anarchista Jose Antonio „Chicho” Sánchez Ferlosio.
A KÉT KAKAS
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/1/2014 - 01:11
Warszawianka 1905 roku [Варшавянка; La Varsovienne; ¡A las barricadas!]
2t. Fel a barikádra (La versione ungherese)
2t. Fel a barikádra (Hungarian version
2t. Fel a barikádra (Hungarian version
Da/from Holnapután Anarchista újság.
"Az egyike volt a legnépszerűbb spanyol anarcho szindikalista daloknak, a spanyol polgárháború idejéből. A Varszavianka (1905) dallamával azonos, dalszövegét Valeriano Orobón Fernández írta 1933-ban. A munkásszövetség, a CNT-t jelenti."
"Az egyike volt a legnépszerűbb spanyol anarcho szindikalista daloknak, a spanyol polgárháború idejéből. A Varszavianka (1905) dallamával azonos, dalszövegét Valeriano Orobón Fernández írta 1933-ban. A munkásszövetség, a CNT-t jelenti."
FEL A BARIKÁDRA
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/1/2014 - 01:04
Los cuatro generales [Coplas de la defensa de Madrid; Puente de los Franceses; Mamita mía]
anonimo
Maróthy János fordítása.
Da: Holnapután Anarchista Újságtól.
Da: Holnapután Anarchista Újságtól.
NÉGY TÁBORNOK
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 16/1/2014 - 00:52
Club Foot
[2004]
Testo e musica: Kasabian
Prima traccia dell'album "Kasabian"
La canzone fu dedicata alla memoria di Jan Palach
Testo dal sito ufficiale
Testo e musica: Kasabian
Prima traccia dell'album "Kasabian"
La canzone fu dedicata alla memoria di Jan Palach
Testo dal sito ufficiale
One take control of me you're messing with the enemy said it's
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 15/1/2014 - 23:20
Percorsi:
Primavera di Praga 1968
Mi Buenos Aires querido
[1962]
Versi del grande poeta argentino, deceduto a Città del Messico il 14 gennaio 2014, dalla raccolta intitolata “Gotán” (cioè “Tango”, con una trasposizione delle sillabe propria del lunfardo… Il titolo è lo stesso di una celebre canzone di Carlos Gardel e Alfredo le Pera).
Musica di Juan Carlos Baglietto che reintitolò il brano dalla sua prima strofa, “Sentado al borde de una silla desfondada”, nel disco “Modelo para armar” del 1985.
“Mi Buenos Aires querido / cuando yo te vuelva a ver / no habrás más pena ni olvido…”, cantava Gardel. Invece in questa sua analoga dichiarazione d’amore alla città natale si sente tutta la pena e la sofferenza di Juan Gelman per il buio dei suoi tempi, quasi un presentimento delle tenebre che avrebbero di lì a poco tragicamente avvolto l’Argentina ed il poeta stesso con la sua famiglia. Detto che l’intero 900 è stato per l’Argentina un secolo di continua... (continua)
Versi del grande poeta argentino, deceduto a Città del Messico il 14 gennaio 2014, dalla raccolta intitolata “Gotán” (cioè “Tango”, con una trasposizione delle sillabe propria del lunfardo… Il titolo è lo stesso di una celebre canzone di Carlos Gardel e Alfredo le Pera).
Musica di Juan Carlos Baglietto che reintitolò il brano dalla sua prima strofa, “Sentado al borde de una silla desfondada”, nel disco “Modelo para armar” del 1985.
“Mi Buenos Aires querido / cuando yo te vuelva a ver / no habrás más pena ni olvido…”, cantava Gardel. Invece in questa sua analoga dichiarazione d’amore alla città natale si sente tutta la pena e la sofferenza di Juan Gelman per il buio dei suoi tempi, quasi un presentimento delle tenebre che avrebbero di lì a poco tragicamente avvolto l’Argentina ed il poeta stesso con la sua famiglia. Detto che l’intero 900 è stato per l’Argentina un secolo di continua... (continua)
Sentado al borde de una silla desfondada,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/1/2014 - 14:25
Lettera dal campo di concentramento di Renicci
Contrariamente a quanto avevamo scritto - basandoci su informazioni allora presenti sul sito dell'ANPI di Roma - il campo di Renicci è oggi un luogo di memoria.
Nel sito di Daniele Cavallotti si trova una galleria della performance dello scorso anno del Teatro di Anghiari, per la giornata della Memoria.
Ci scrive Andrea del Teatro di Anghiari:
Nel sito di Daniele Cavallotti si trova una galleria della performance dello scorso anno del Teatro di Anghiari, per la giornata della Memoria.
Ci scrive Andrea del Teatro di Anghiari:
In quell'occasione abbiamo ripercorso il tragitto dei deportati dalla stazione del treno al campo (4km e 400mt) per poi far mangiare a tutti il pasto della domenica dell'internato, secondo le direttive del Ministero della Guerra. Quest'anno ripeteremo, ma con molte altre storie da raccontare, in particolare quelle degli anarchici tenuti reclusi anche dopo la caduta del Fascismo.
CCG Staff 15/1/2014 - 14:04
La Montonera
La montonera: la canción que Serrat prohibió, di Diego A. Manrique dal quotidiano spagnolo El País.
Bernart Bartleby 15/1/2014 - 11:35
Poderes
Il poeta argentino Juan Gelman è morto a Città del Messico all'età di 83 anni.
E' stato una delle grandi voci contro la sanguinaria dittatura che funestò il paese tra gli anni 70 e gli 80.
Guerrigliero e poi esule, la dittatura gli rapì la figlia, il figlio e la moglie di questi, incinta. La coppia scomparve nel nulla. I resti del figlio, Marcelo Ariel, ricomparvero nel 1990 in un bidone pieno di cemento in fondo ad un fiume.
Della moglie di lui, María Claudia Irureta Goyena, si sa che venne trasferita a Montevideo dove fu poi eliminata dopo il parto. Nel 2000 Juan Gelman riuscì a rintracciare a Montevideo la nipote Andrea...
E' stato una delle grandi voci contro la sanguinaria dittatura che funestò il paese tra gli anni 70 e gli 80.
Guerrigliero e poi esule, la dittatura gli rapì la figlia, il figlio e la moglie di questi, incinta. La coppia scomparve nel nulla. I resti del figlio, Marcelo Ariel, ricomparvero nel 1990 in un bidone pieno di cemento in fondo ad un fiume.
Della moglie di lui, María Claudia Irureta Goyena, si sa che venne trasferita a Montevideo dove fu poi eliminata dopo il parto. Nel 2000 Juan Gelman riuscì a rintracciare a Montevideo la nipote Andrea...
Bernart Bartleby 15/1/2014 - 11:19
Chi ha portato quei fiori per Mara Cagol?
E un fiore ed una canzone per quei carabinieri no?
(cesare)
(cesare)
Se cerchi canzoni sui carabinieri, ti suggeriamo di andare qui. Questo non è il sito adatto per canzoni su uomini in divisa il cui lavoro è fare "signorsì". Saluti.
14/1/2014 - 23:23
Siamo particolarmente lieti di dare il benvenuto nelle CCG/AWS ad un vecchio amico presente in (e protagonista di) decine di canzoni: il Diavolo. Sì, proprio lui, Satana in persona, al quale è stato dedicato un apposito percorso.
Riccardo Venturi 14/1/2014 - 17:57
Devil In The Business Class
Satana è però direttamente intervenuto in questa pagina, lasciandola fin dal 2 luglio 2009 con il titolo "Bussinness class" e la traduzione "Businnes class" !
Faust Caligari (RV's Alterego for this song itinerary) 14/1/2014 - 16:35
L’excision
Parole e musica di Claude Michel, cantante ed accordeonista bretone.
Nel disco intitolato “Pourtant je t'aimais”
Testo trovato su Ni putes, ni soumises
Come per On dirait que c'est normal di Jeanne Cherhal, avrei voluto, come al mio solito, corredare la pagina di qualche immagine, ma non sono riuscito nell’intento, tanta è la violenza e l’orrore che certe foto restituiscono… Da sentirsi male…
Nel disco intitolato “Pourtant je t'aimais”
Testo trovato su Ni putes, ni soumises
Come per On dirait que c'est normal di Jeanne Cherhal, avrei voluto, come al mio solito, corredare la pagina di qualche immagine, ma non sono riuscito nell’intento, tanta è la violenza e l’orrore che certe foto restituiscono… Da sentirsi male…
Bien caché pour pas qu’on le blesse
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/1/2014 - 14:06
Nasrine
Parole e musica di Claude Michel, cantante ed accordeonista bretone.
Nel disco intitolato “Mais qu'est-ce qu'elles veulent encore?”
Testo trovato su Ni putes, ni soumises
Credo che con “tchadri” in Francia s’intenda il burqa, uno dei vari tipi di copertura che le diverse tradizioni islamiche impongono alle donne (hijab, khimar, jilbab, niqab, abaya, chador,…)
Nel disco intitolato “Mais qu'est-ce qu'elles veulent encore?”
Testo trovato su Ni putes, ni soumises
Credo che con “tchadri” in Francia s’intenda il burqa, uno dei vari tipi di copertura che le diverse tradizioni islamiche impongono alle donne (hijab, khimar, jilbab, niqab, abaya, chador,…)
Nasrine, t’as bientôt 16 ans
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/1/2014 - 13:42
Fait divers
Parole e musica di Claude Michel, cantante ed accordeonista bretone.
Nel disco intitolato “Mais qu'est-ce qu'elles veulent encore?”
Testo trovato su Ni putes, ni soumises
Nel disco intitolato “Mais qu'est-ce qu'elles veulent encore?”
Testo trovato su Ni putes, ni soumises
Il n'y avait qu' deux mois, qu'elle vivait avec lui
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/1/2014 - 13:23
Niente scuse
2012
Cuori e confini
Cuori e confini
E dico a te a te che come me
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 14/1/2014 - 11:24
Percorsi:
Guerra alla Terra
Ultimo discorso registrato
Il processo è avvenuto nell'aprile del '76 per cui ci sta temporalmente. Il brano dedicato a Tenco è "Festival", sempre contenuto nello stesso album.
14/1/2014 - 01:20
Ticho
Visto, Riccardo? Bastava non aver furia...
Qualche giorno fa ho scoperto questa pagina che tra le canzoni in lingua ceca mi era sfuggita, e subito accolgo il tuo appello dell'ormai lontano 2008. Fra pochi giorni c'è l'anniversario della morte di Jan Palach, quindi siamo anche in tema.
Spero di esser riuscita a rendere un po' l'idea di questo testo che non è dei più semplici, pieno di costruzioni poetiche e con qualche gioco di parole. Insomma, almeno ci ho provato, assumendo il rischio delle possibili critiche “nicoletiane” in quanto anch'io traduco in una lingua che non è la mia... :)
Qualche giorno fa ho scoperto questa pagina che tra le canzoni in lingua ceca mi era sfuggita, e subito accolgo il tuo appello dell'ormai lontano 2008. Fra pochi giorni c'è l'anniversario della morte di Jan Palach, quindi siamo anche in tema.
Spero di esser riuscita a rendere un po' l'idea di questo testo che non è dei più semplici, pieno di costruzioni poetiche e con qualche gioco di parole. Insomma, almeno ci ho provato, assumendo il rischio delle possibili critiche “nicoletiane” in quanto anch'io traduco in una lingua che non è la mia... :)
SILENZIO
(continua)
(continua)
inviata da Stanislava 13/1/2014 - 22:54
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Ha deciso che avrebbe avuto il coraggio e l'audacia di essere la voce della gente.
E lo ha fatto, fino a ieri, quando ci ha lasciati, dopo 94 lunghi anni. Grazie Pete.