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Von der Kindsmörderin Marie Farrar

Von der Kindsmörderin Marie Farrar
[1922]
Versi di Bertolt Brecht, dalla raccolta intitolata “Hauspostille” (da noi col titolo “Libro di devozioni domestiche”) pubblicata nel 1927.
Difficilissimo mettere in musica una poesia del genere, eppure qualcuno ci ha provato
L’attore Giuseppe Di Mauro, per esempio, la recita su musiche di Fabrizio De André e Jean Sibelius.
Trovo anche un disco di tal Sylvia Zangenberg, classificato nel genere folk, in cui compare anche questo titolo.

La povertà, la solitudine, il corpo ancora giovane già segnato dalla miseria, una specie d’amore, un fallito tentativo d’aborto, il parto nella solitudine, nell’abbandono e nella disperazione più complete, l’infanticidio, la condanna della “società civile”, la galera e la morte…
Una splendida e terribile poesia su cui c’è ben poco da dire… bisogna solo leggerla o ascoltarla…
Marie Farrar, geboren im April
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2014 - 13:49
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Mutterns Hände

Mutterns Hände
[1929]
Versi di Kurt Tucholsky
Musica di Hanns Eisler
Interpretata da Gisela May (1924-), attrice e cantante tedesca, nel suo disco “Gisela May Singt Tucholsky” (1967), con musica di Henry Krtschil.
In seguito dalla cantante tedesca Dagmar Krause (sulla musica originaria di Eisler) nel suo disco intitolato “Panzerschlacht: Die Lieder Von Hanns Eisler” (“Tank Battles: The Songs of Hanns Eisler”) del 1988.




Una canzone che farà la gioia del traduttore, chè qui non si tratta di tedesco ma di stretto dialetto berlinese della classe bassa.
Elegìa di una “madre coraggio” del proletariato berlinese, il cui vero eroismo quotidiano viene esaltato da Tucholsky in contrapposizione al falso eroismo dei militari.
Il tutto reso attraverso una parlata che ricorda quella del grande cabarettista Karl Valentin, contemporaneo di Tucholsky, che si esibiva in bavarese stretto…
Hast uns Stulln jeschnitten
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2014 - 12:02
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Das Lied vom Kompromiß

Das Lied vom Kompromiß
[1919]
Versi di Kurt Tucholsky pubblicati su Die Weltbühne con lo pseudonimo Kaspar Hauser.
Musica di Hanns Eisler
Interpretata da Ernst Busch nel disco “Fromme Gesänge - He! Republik” del 1969 e in varie raccolte successive.

Come più tardi Feldfrüchte, uno dei frequenti attacchi satirici di Tucholsky contro i socialdemocratici tedeschi, primo fra tutti “Papa Ebert”, ossia Friedrich Ebert (1871-1925), leader dell’SPD nei primi anni 20, caloroso interventista nella Grande Guerra, poi mandante della feroce repressione delle rivolte spartachiste e popolari, per cui si avvalse dei servigi dei Freikorps (poi SA) e dei militari filo-monarchici. Morì nel 1925 sulla poltrona di presidente del Reich, riconsegnando la Germania ai monarchici, nella persona di Paul Ludwig Hans Anton von Beneckendorff und von Hindenburg, che fu poi quello che, a sua volta, la consegnò a Hitler…
Manche tanzen manchmal wohl ein Tänzchen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2014 - 11:25
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Die Trommel, oder Das Leibregiment

Die Trommel, <strong>oder</strong> Das Leibregiment
[1921-23]
Versi di Kurt Tucholsky, pubblicati con lo pseudonimo di Theobald Tiger
Musica di Werner Richard Heymann (1896-1961), compositore tedesco, soprattutto di colonne sonore, attivo prima in Germania e poi a Hollywood.
Interpretata per prime dalle chansonnières e cabarettiste tedesche Trude Hesterberg (1892-1967) e Kate Kühl (1899-1970).

Ripresa negli anni 60 da Gisela May (1924-), attrice e cantante tedesca, nel suo disco “Gisela May Singt Tucholsky” (1967). Negli anni 70, da Hein & Oss nel loro disco “Singen Volkslieder Auf Den Plätzen, In Den Straßen” (1976).

Più recentemente dal gruppo antimilitarista Die Zündschnüre e da Franz Josef Degenhardt nel disco intitolato “Dreizehnbogen” del 2008.

Canzone satirica sui veterani di guerra (se qualche anima buona potesse tradurla…)
Der einst dem Feind die Hosen klopfte
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2014 - 10:50
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Feldfrüchte

Feldfrüchte
[1926]
Versi di Kurt Tucholsky, pubblicati su Die Weltbühne il 21 settembre 1926 con lo pseudonimo di Theobald Tiger.
Musica di Hanns Eisler (1930).
Interpretata da Ernst Busch in “Ernst Busch ‎– Singt Kurt Tucholsky” del 1974.

Una bella canzoncina sarcastica indirizzata ai socialdemocratici tedeschi, quelli che prima cacciarono dalle loro fila gli oppositori alla prima guerra mondiale, poi – sul finire di questa - cavalcarono la rivoluzione di novembre che portò al dissolvimento della monarchia e all’avvio di una repubblica pluralista, parlamentare e democratica; quindi, spaventati dagli influssi della rivoluzione bolscevica e timorosi che i consigli rivoluzionari li estromettessero dalla vita politica, condussero trattative segrete con la vecchia casta militar-monarchica; nel 1919 fecero soffocare nel sangue la rivolta spartachista e consegnarono i suoi leader, Karl Liebknecht e Rosa... (continua)
Sinnend geh ich durch den Garten,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 19/2/2014 - 09:21

Per i 4 NO TAV accusati di terrorismo

Antiwar Songs Blog
Per i 4 NO TAV accusati di terrorismo
In queste settimane avete sentito parlare di loro. Sono le persone arrestate il 9 dicembre con l’accusa, tutta da dimostrare, di aver assaltato il cantiere Tav di Chiomonte. In quell’assalto è stato danneggiato un compressore, non c’è stato un solo ferito. Ma l’accusa è di terrorismo perché “in quel contesto” e con le loro azioni […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-19 08:59:00
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Por el agua de Carmona

Por el agua de Carmona
(1974)

Letra: José María Carrillo
Música: Gente del Pueblo

Testo e maggiori informazioni nel blog dedicato al gruppo Gente del pueblo

Il 1 agosto del 1974, si tenne a Carmona, nella provincia di Siviglia, una grande manifestazione con 30.000 persone, nel corso della quale la popolazione reclamava... acqua. Come altre volte, la guardia civile sparò "in aria", uccidendo Miguel Roldán Zafra.

Vedere anche El pueblo no olvidará e Agüita pa' beber (Carmona).
En Sevilla con agua
(continua)
inviata da CCG Staff - commento di Flavio Poltronieri 18/2/2014 - 23:27
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Mir ist heut’ so nach Tamerlan

Mir ist heut’ so nach Tamerlan
[1922]
Versi di Kurt Tucholsky, sotto lo pseudonimo di Theobald Tiger.
Musica di Rudolf Nelson (1878-1960), tedesco, compositore ed impresario di cabaret.
Testo trovato sul sempre ottimo Mudcat Café, proveniente dal German Music Database

Originariamente interpretata da Fritzi Massary (1882-1969), attrice e canatnte austriaca.
Più recentemente ripresa da Ute Lemper nel suo disco “Berlin Cabaret Songs” del 1996.

Il cabaret berlinese ai tempi di Weimer non aveva nulla da invidiare a quello parigino, e anche la sfavillante vita mondana e, soprattutto, notturna erano assolutamente comparabili. Kurt Tucholsky, come corrispondente a Parigi del giornale “Die Weltbühne”, respirò entrambe quelle incredibili arie di sfrenata libertà e divenne uno dei più importanti scrittori di piéces per il cabaret.
Ma già all’inizio degli anni 20 Tucholsky cominciò a respirare un’altra aria, questa volta mefitica... (continua)
Tamerlan war Herzog der Kirgisen,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/2/2014 - 22:14
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Raus mit den Männern!

Raus mit den Männern!
[1926]
Parole e musica di Friedrich Hollaender
Interpretata dalla stessa Claire Waldoff, cui la canzone è dedicata e per la quale, evidentemente, fu scritta.
Più recentemente ripresa da Ute Lemper nel suo disco “Berlin Cabaret Songs” del 1996.

Un inno femminista e lesbico dedicato ad una delle regine del cabaret berlinese all’epoca di Weimar, Claire Waldoff (1884-1957), che sul palco si esibiva spesso in camicia e cravatta, fumando e imprecando, interpretando canzonette, spesso triviali, nel gergo berlinese che aveva appreso nelle osterie dove si esibiva prima di raggiungere il successo. Claire Waldoff era dichiaratamente lesbica e la sua compagna di tutta la vita fu la baronessa Olga (Olly) von Roeder, con la quale folleggiava in frequenti festini negli anni d’oro del cabaret... Poi l’avvento del nazismo, ovvero della tristezza, della brutalità e della morte... Claire Waldoff - che oltre... (continua)
(für Claire Waldoff)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/2/2014 - 21:27

Die Schnupftabaksdose

Die Schnupftabaksdose
[1912]
Un’altra allegra poesiola cantabile di Joachim Ringelnatz, cabarettista e pittore tedesco, un birbante anarchico e antiautoritario che in questi versi si prende gioco di una delle icone del nazionalismo teutonico, Federico II di Hohenzollern, “Friedrich der Große”, ossia Federico il Glande - pardon - il Grande...

Joachim Ringelnatz morì - probabilmente ridendosela - poco dopo l’avvento del nazismo, ma in tempo per vedersi bollato come artista “degenerato”. Molta della sua produzione fu distrutta negli anni successivi alla sua scomparsa.
Es war eine Schnupftabaksdose
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/2/2014 - 20:36
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Hodné štěně

Hodné štěně
Un'altra canzone contro il regime in Cecoslovacchia, scritta agli inizi degli anni '50 ma subito “messa all'indice”. L'allegoria del rapporto tra il cane e il suo padrone sta per il rapporto tra il popolo e i suoi oppressori. I riferimenti sono piuttosto chiari: la voglia repressa del cane di curiosare qua e là e scoprire i paesini circostanti allude ai divieti di viaggiare oltre i confini del paese, l'impossibilità di studiare per alcuni ecc.
Narodilo se štěně, lidí se nebálo,
(continua)
inviata da Stanislava 18/2/2014 - 18:47

Italien-Chanson

Italien-Chanson
[1926]
Testo trovato su Buchi nella sabbia

Cercando una canzone in judezmo, mentre facevo la guardia ad un’altra in yiddish, che non la sorprendessero i crucchi, ecco che mi pare proprio di vederne arrivare uno che canticchia nella sua lingua… “Chi va là?”, urlo. Mi risponde: “Sono Joachim Ringelnatz, sono tedesco ma antifascista! Non sparare!”… Lo faccio passare. Ci abbracciamo. Meno male che anche tra di loro non tutti sono “nazi schmazi”…

Joachim Ringelnatz è stato uno scrittore, un cabarettista, un poeta, e dipingeva pure. Inventò un personaggio letterario, il marinaio Kuddel Daddeldu, che era un po’ il suo alter ego, anarchico e antiautoritario. Morì poco dopo l’avvento del nazismo, ma in tempo per vedersi bollato come artista “degenerato”. Molta della sua produzione fu distrutta negli anni successivi alla sua scomparsa.
Questa poesia-canzone sull’Italia fascista è datata 1926 ed... (continua)
Wie war Italien einst verdreckt!
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/2/2014 - 16:03

די שבועה

די שבועה
Di Shvue
[1902]
Versi di S. An-sky (1863-1920), originario di Čašniki, oggi in Bielorussia, scrittore, drammaturgo, ricercatore di folklore ebraico, cultore dell’Yiddish, militante socialista.
Questa sua “Di shvue” divenne quasi subito l’inno del “Bund” (בונד), il Partito socialista ebraico di Lituania, Polonia e Russia.
Testo trovato su Sam Yiddish Site Web
ברידער און שװעסטער פֿון אַרבען און נױט
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/2/2014 - 14:59
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א וואָגן שיך

א וואָגן שיך
A Vogn Shikh
[1 gennaio 1943]
Versi di Avrom Sutskever
Musica di Tomáš Novotný
Interpretata da Hilda Bronstein nel suo disco “Yiddish Songs Old and New”. Il testo si trova recitato dallo stesso autore in un vecchio disco della Folkways Records.
Testo trovato sul blog Sam Yiddish Site Web

In questa sua famosa poesia Avrom Sutskever riesce a sintetizzare magistralmente tutto l’orrore dell’Olocausto attraverso l’immagine di un carro che attraversa cigolando i vicoli silenti del ghetto di Vilnius, carico di scarpe ancora palpitanti della vita di chi le calzava, tutti ebrei morti di stenti nella prigione a cielo aperto in cui i nazisti li rinchiusero… In soli due anni, dal settembre 1941 al settembre 1943, la fame, le malattie, le esecuzioni sommarie uccisero quasi tutti i 40.000 ebrei rinchiusi nel ghetto lituano. Sopravvissero solo coloro che, come Sutskever e la moglie , riuscirono a fuggire (insieme a Shmerke Kaczerginski e Abba Kovner), unendosi poi ai partigiani.
די רעדער יאָגן, יאָגן
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 18/2/2014 - 11:23
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Gaza

Gaza
This is a song for the people - especially the children - of Gaza. It was written after many conversations with ordinary Palestinians living in the refugee camps of Gaza and the West Bank. I spoke also to Israelis, to N.G.O workers, to a diplomat unofficially working in Jerusalem, and took their perspectives into account whilst writing the lyric.
It is not my/our intention to smear the Jewish faith or people - we know many Jews are deeply critical of the current situation - and nothing here is intended to show sympathy for acts of violence,whatever the motivation, but simply to ponder upon where desperation inevitably leads.

Many Gazan children are now the grandchildren of Palestinians BORN in the refugee camps - so called "temporary" shelters. Temporary for over 50 years now..
Gaza is today, effectively, a city imprisoned without trial. We ask you to add your voice to those already campaigning... (continua)
When I was young it all seemed like a game
(continua)
inviata da Andrea Tramonte 18/2/2014 - 10:31
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Miłość

Miłość
(2002)
Testo e musica di Maciej Maleńczuk
L'album "Ande la more"
Testo da tekstowo.pl
Sito ufficiale
Może to i lepiej, że żyję teraz,
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 18/2/2014 - 04:38

Sweatshop

Antiwar Songs Blog
Sweatshop
Al Capitale piacciono le camicie: che siano nere o brune quando ha bisogno del fascismo poliziotto, o che siano tanto belline quando c’è da rendere schiavi nelle fabbriche che producono per la “moda”. Ce lo racconta esattamente, dalla sua breve e triste vita, Morris Rosenfeld, ebreo, immigrato, schiavo in uno Sweatshop newyorkese nel 1893. Qui […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-17 23:13:00
Al Capitale piacciono le camicie: che siano nere o brune quando ha bisogno del fascismo poliziotto, o che siano tanto belline quando c'è da rendere schiavi nelle fabbriche che producono per la “moda”. Ce lo racconta esattamente, dalla sua breve e triste vita, Morris Rosenfeld, ebreo, immigrato, schiavo in uno Sweatshop newyorkese nel 1893. Appena scritta.
Riccardo Venturi 17/2/2014 - 22:46

Love and Freedom

Love and Freedom
Words and music: Straw Lee No
Back in the old days in 1968
(continua)
inviata da adriana 17/2/2014 - 17:45

Peace

Words and music: Straw Lee No
Peace isn't just a word or a state of mind
(continua)
inviata da adriana 17/2/2014 - 17:31
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מאָטל דער אָפּרײטער

מאָטל דער אָפּרײטער
Motl der opreyter
[1940?]
Parole di Chaim Tauber (1901-1972), scrittore, sceneggiatore e attore originario dell’Ucraina, emigrato negli USA alla fine degli anni 20.
Musica di Naftule Brandwein (1884-1963), clarinettista e polistrumentista klezmer, originario della Galizia, regione storica divisa tra Polonia ed Ucraina.
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish

Il brano è il motivo portante della colonna sonora del film americano “Motel The Operator” (le altre musiche del film sono invece di Sholom Secunda), diretto nel 1940 da Joseph Seiden (1892-1974), regista e produttore di film Yiddish. Chaim Tauber – che del film era anche sceneggiatore - interpretava Motl, il protagonista di questo dramma tragicissimo, un operaio confezionista (credo si dica così, quelli che confezionano capi d’abbigliamento) che, dopo aver aderito ad uno sciopero contro le pessime condizioni di lavoro, viene... (continua)
מאָטל דער אָפּרײטער
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2014 - 14:34

אין שאַפּ, אָדער די סװעט־שאַפּ

אין שאַפּ, <i>אָדער</i> די סװעט־שאַפּ
In shap, oder Di svet-shap
[1893?]
Versi di Morris Rosenfeld, originariamente pubblicati sulla rivista “Di Tsukunft” (“Il Futuro”), poi, forse, nella raccolta intitolata "Lider-bukh", tradotta in inglese nel 1898 e in tedesco nel 1902.
Purtroppo sono riuscito a trovare solo un testo parziale in caratteri ebraici, così comincio a contribuire quello traslitterato (Riccaaardooo, pensaci tuuu!!!).
La traslitterazione – non so se sia correttissima - l’ho trovata sul blog Nice Words
עס רױשן אין שאַפּ אַזױ װילד די מאַשינען,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2014 - 11:46

מײַן ייִנגעלע

מײַן ייִנגעלע
Mayn yingele
[1887]
Versi di Morris Rosenfeld, nella raccolta intitolata "Die Glocke", pubblicata a New York nel 1888.
Ignoro se fosse lo stesso Rosenfeld a comporre la musica per le proprie poesie… Di certo molte di esse divennero così popolari tra i lavoratori ebrei immigrati da essere musicate e intonate nelle fabbriche e nei raduni sindacali.
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish

Una delle poesie più famose di Rosenfeld, una classica “sweatshop song”, il lamento di un padre cui lo sfruttamento sul lavoro impedisce persino il contatto con il figlio, un bimbo profondamente amato ma non vissuto a causa del continuo, incessante lavoro per la sopravvivenza, dalle prime luci dell’alba a notte fonda… E il padre sa che il lavoro finirà per ucciderlo (come accadde, per esempio, a David Edelstadt), separandolo ancora una volta e definitivamente dal suo amato bambino…
איך האָב אַ קלײנעם ייִנגעלע
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 17/2/2014 - 11:01
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Síðasta blóm í heimi

Síðasta blóm í heimi
[1981]
Da una poesia di James Thurber
(Tradotta in islandese da Magnús Ásgeirsson)
Musica: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða

From a poem by James Thurber
(Translated into Icelandic by Magnús Ásgeirsson)
Music: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Album: Í upphafi skyldi endinn skoða

Texti: Ljóð eftir James Thurber
Þýðing: Magnús Ásgeirsson
Lag: Utangarðsmenn / Bubbi Morthens
Af plötunni: Í upphafi skyldi endinn skoða



L'ultimo fiore, dal Quartetto Cetra al punk islandese

Che cosa c'entra, secondo voi, una punk band islandese con il Quartetto Cetra? Tutti e due gruppi musicali, d'accordo; ma più diversi sarebbe difficile immaginarseli. Eppure una cosa in comune ce l'hanno: una canzone. Per quanto possa sembrare incredibile, derivata dalla stessa poesia.

La poesia si chiama, in inglese, The Last Flower in the World e fu scritta dal giornalista,... (continua)
Undir XII. alheimsfrið
(continua)
inviata da Rikarður V. Albertsson 17/2/2014 - 03:30

מײַן צװאה - אָ גוטע פרײַנט

מײַן צװאה - אָ גוטע פרײַנט
Mayn tsavoe - O, gute fraynt
[1892?]
Parole e musica di David Edelstadt
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish

Il testamento politico del giovane anarchico operaio di origine russa David Edelstadt, morto nel 1892 a soli 26 anni a Denver, Colorado, a causa della tubercolosi contratta nelle insane boite in cui gli toccò lavorare, sfruttato a morte come tanti immigrati “che hanno fatto grande l’America”...
Ho letto che il testo di questa canzone è inciso sulla sua pietra tombale...
אָ גוטע פרײַנט ווען איך וועל שטאַרבן
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2014 - 19:50
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קעשענעווער שטיקעלע

קעשענעווער שטיקעלע
Keshenever shtikele
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish

Un bellissimo brano tradizionale Yiddish che ho preferito non attribuire ad anonimo ma a Moyshe Oysher (1906-1958), uno dei più grandi “chazanim” - i cantori in ebraico - di sempre.
Nato a Lipcani, in Moldavia, nel 1921 raggiunse suo padre emigrato in Canada. Dotato di una voce calda e potente (come “il ruggito di un leone”), Moyshe Oysher fece fortuna negli USA esibendosi non solo nelle sinagoghe ma anche nei grandi teatri, ricoprendo diversi ruoli negli allestimenti della Chicago Opera Company. Tra gli anni 30 e 40 partecipò anche ad alcune pellicole di ambientazione ebraica.

“La melodia di Kišinëv” allude alla città di Chişinău (Kišinëv / Кишинëв in russo) in Moldavia dove, all’inizio del 900, quasi metà della popolazione era di fede ebraica. Il degradarsi della situazione economica, anche grazie ad una protratta siccità,... (continua)
שפּילט זשע מיר כּליזמרלעך
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2014 - 17:46
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באַריקאַדן - מאַמעס, טאַטעס, קינדערלעך

באַריקאַדן - מאַמעס, טאַטעס, קינדערלעך
Barikadn - Mames, tates, kinderlekh
[metà anni 20]
Parole e musica di Shmerke Kaczerginski, all’epoca appena adolescente.
Nel repertorio di molti artisti, a cominciare dai Klezmatics, che la incisero nel loro “Rise Up! Shteyt Oyf!” del 2002
Testo trovato su Yidlid - Chansons yiddish

La prima canzone esplicitamente politica composta da Shmerke Kaczerginski quando la sua città natale, Vilnius, dopo essere passata di mano più e più volte (prima i tedeschi, poi i lituani e quindi i bolscevichi) dopo la fine della prima guerra mondiale, nel 1922 fu annessa alla Polonia come “Voivodato di Vilnius”, non riconosciuto dalle istituzioni lituane che scelsero Kaunas come sede (ho sintetizzato così, ma potrebbe non essere corretto perchè in quell’area c’è sempre stato un gran casino...). Kaczerginski, ebreo e comunista, si scontrò più volte con la polizia e finì pure alcune volte in gattabuia.
Su... (continua)
טאַטעס מאַמעס קינדערלעך
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/2/2014 - 15:52
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Tre passi nel delirio

Tre passi nel delirio
2003
Fumo e incenso

Più che di una canzone si tratta di una trilogia, ovvero di tre micro-canzoni, nelle quali tre dei componenti del gruppo interpretano le sensazioni che immaginano abbia provato il pilota che durante la seconda guerra mondiale ha sganciato la bomba atomica su Hiroshima, nel corso della sua vita. La paura, nel momento in cui era sull'aereo, che non gli fa vedere la gravità del gesto, il rimorso che comincia a tormentarlo come uno spettro da subito, una volta tornato a casa alla fine della guerra ed in fine la vergogna, durante la sua vecchiaia che maschera con orgoglio e arroganza. Questa trilogia non si ispira alla reale biografia del pilota, gli autori prendono semplicemente spunto dalla vicenda per interpretare l'assurdità della guerra.
Primo passo: Paura
(continua)
inviata da Giovanni 16/2/2014 - 07:26
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Ciao Siciliano

Ciao Siciliano
Da http://www.tekstowo.pl/
'gnorro la data e il luogo, non parladone del tempo...


Label: Carrere
Country: Belgium
Released: 1986
Genre: Electronic
Style: Italo Disco

Dati e immagini tratti da da Feel the Rhythm, sito dedicato all'Italo Disco gestito da un appassionato turco (sic).

Nessuna notizia biografica è stata per ora potuta reperire su Umberto Tabbi. In una miriade di siti e pagine è indicato come "Umberto Tabbini", su un disco è "Umerto Tabbi" (forse avevano deciso che c'erano troppe "b". [RV]
Non c'e' un solo posto in questa terra
(continua)
inviata da krzyś 16/2/2014 - 01:30
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Sinàn Capudàn Pascià

Sinàn Capudàn Pascià
Grazie ! Ci tenevo a farne una versione napoletana e i Pietrarsa in "Canti randagi 2" me ne hanno dato la possibilità.
Gennaro 15/2/2014 - 22:21
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אַרבעטלאָזע מאַרש

אַרבעטלאָזע מאַרש
MARCH OF THE JOBLESS CORPS
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2014 - 21:03
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I'm Gonna Be an Engineer

I'm Gonna Be an Engineer
When I was a little girl I wished I was a boy
(continua)
inviata da Andrea R. 15/2/2014 - 18:35

Il principe

Il principe
[1975]
Versi di Massimo Troisi
Musica di Massimo Troisi e Vincenzo Purcaro, in arte Enzo Decaro, il terzo uomo de “La Smorfia”
Nel disco di Enzo Decaro intitolato “Poeta Massimo”, 2008.
Il principe sul cavallo bianco
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2014 - 15:30
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Wallflower

Wallflower
Chanson anglaise – Wallflower - Peter Gabriel – 1982

Wallflower, FLEUR DE MUR... C'est presqu'aussi bien que Fleur de banlieue, Fleur de Pavé ou Gibier de Potence... Étrange endroit pour faire de la floriculture... Étranges fleurs aussi que ces prisonniers qui poussent entre, sur... les murs. C'est le grand bal des réprouvés de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches font aux pauvres, le système à ceux qui relèvent la tête, à ceux qui ont la dignité à fleur de peau. Mon propre père a fini ainsi à la suite de ces jours de conversations forcées entre les murs gris... Ses médecins étaient habillés de noir, de runes et de têtes de mort...

C'est une chanson qui me rappelle ce « Mur gris de le prison » ou « La Moisissure de Regina Coeli » ou qui évoque Marco Camenisch ou, ou, ou des milliers, des milliers d'autres... depuis la nuit des temps. En somme, une chanson immémoriale... Ora e sempre :... (continua)
FLEUR DE MUR
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 15/2/2014 - 11:06
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Ciudad Ho-chi-minh

Ciudad Ho-chi-minh
Io lo ricordo bene
pierrette 14/2/2014 - 22:17
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Muller

Muller
Album: Sementeira - 1976

Ripresa nel 2019 da Sés
album: Rabia Ao Silencio
A meu gaiteriño,
(continua)
inviata da Andrea R. 14/2/2014 - 19:42
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Canción de soldados (o Dicen que la patria es)

Canción de soldados (o Dicen que la patria es)
Durante il festival politico-musicale "Siete días con el pueblo", tenuto nella Repubblica Domenicana dal 25 novembre al primo dicembre 1974, su questa stessa canzone, ricalcandone gli schemi metrici e lo stile, Bernardo Palombo cantó una canzone scritta sul momento, che dedicò ai poliziotti che, pur essendo presenti come parte di un formidabile apparato repressivo, avevano manifestato solidarietà e partecipazione alle tematiche sociali e politiche del festival: uno si era messo a piangere quando Víctor Manuel aveva cantato "No quiero ser militar", altri si erano rifiutati di continuare il lavoro, altri ancora avevano esplicitamente detto "siamo con voi".
In quel momento la repressione nella Repubblica Domenicana aveva raggiunto livelli intollerabili: il festival convogliò e rivelò l'insopprimibile anelito di libertà e di giustizia sociale della popolazione.
Questo è il testo (da "Taller Latino"):

Video su Youtube
Ay que yo si canto que si
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 14/2/2014 - 19:20

La femme libre

La femme libre
Da "Chansons rouges" pubblicato nel 1896 a nome di Maurice Boukay (pseudonimo di Charles-Maurice Couyba).
Monsieur Chaumette au Club plaçait
(continua)
inviata da Andrea R. 14/2/2014 - 18:52
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Ο Ναπολιτάνος

Ο Ναπολιτάνος
Melachriné Napolitano (1)
Στίχοι: Πυθαγόρας
Μουσική: Γιώργος Κατσαρός (2)
Πρώτη έκτελεση: Μαρινέλλα
Δίσκος: "Αλβανία", 1973

Testo di Pythagòras
Musica di Yorgos Katsaròs
Prima interpretazione di Marinella
Disco: "Albania", 1973

(1): Il titolo esatto è "Ο Ναπολιτάνος".
(2): La canzone greca annovera due Γιώργος Κατσαρός . Il primo, il cui vero cognome era Θεολογίτης, nacque nell'isola di Amorgos nel 1888 ed è morto in Florida a 107 anni nel 1995. Fu un importante autore di canzoni rebetiche, e si affermò nell'anteguerra tra i Greci degli U.S.A. prima di avere successo anche nella madrepatria. Il secondo, corfiota, è nato nel 1934, è autore di molta musica per la radio, il cinema, il teatro e la televisione. E' anche un buon saxofonista di musica jazz. Purtroppo è anche noto per essere l'autore dell'"Inno del 21 Aprile", composto nel 1967 a pro dei Colonnelli, che si sdebitarono... (continua)
Gian Piero Testa 14/2/2014 - 17:29
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Povero diavolo

Povero diavolo
2011
Sul tetto del mondo
Pape sàtan, pape sàtan aleppe! 
(continua)
inviata da donquijote82 14/2/2014 - 15:44
Percorsi: Il Diavolo
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La tumba del guerrilero

La tumba del guerrilero
La tumba del guerrillero
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 14/2/2014 - 15:33
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Que la tortilla se vuelva

Que la tortilla se vuelva
Credo che nella terza trofa Los GuaraGuao sostituiscano "Los señores de la mina" con "Los señores de la Creole".
"La Creole Petroleum Corporation era una impresa petrolifera privata ex-affiliata della Standard Oil of New Jersey attualmente ExxonMobil, che fu operativa in vari campi petroliferi in Venezuela fino al 31 dicembre 1975, quando finirono le sue concessioni y il petrolio passò allo stato venezuelano grazie alla Legge di nazionalizzazione dell'industria petrolifera. Creole diventò, verso la metà degli anni '40, il primo produttore mondiale di petrolio." Da Wikipedia
Maria Cristina 14/2/2014 - 14:59
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Allegretto ma non troppo

Allegretto ma non troppo
(2009)
dall'EP del progetto "Balla la pace" di Roberto "Freak Antoni", Alessandra Mostacci e Paolo Buconi

poi nell'album "Dimanismi plastici" della Freak Antoni Band - 2011

Dall'ultimo progetto di Freak Antoni, il leader degli Skiantos che ci ha lasciati pochi giorni fa.

"Allegretto ma non troppo", composta nella parte musicale da Alessandra Mostacci e nei "soli" di violino da Paolo Buconi, canzone presentata [con il solito insuccesso - scartata] al Festival di Sanremo. Il brano cerca una sua definizione della vita, mettendo a confronto contraddizioni esistenziali evidenti, e dunque il "non senso" del quotidiano che stranamente, forse, si avvicina più d'ogni altro concetto alla misteriosa ragione della [continua] fatica di vivere tra mille ostacoli. Il testo di Freak Antoni è eseguito nel progetto Balla la pace in due versioni: una con gli Skiantos e l'altra acustica stile “Ironikontemporaneo”.... (continua)
La vita è molto dura ma leggera
(continua)
14/2/2014 - 12:32
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Mefisto

Mefisto
(2009)
20 now

Testo di Antonio Resta
Ti ho visto fra il razzismo e la xenofobia
(continua)
inviata da donquijote82 14/2/2014 - 10:49
Percorsi: Il Diavolo
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30 Days Back

30 Days Back
yankee go home
krzyś 14/2/2014 - 03:15
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Kalašnjikov

Kalašnjikov
Alla faccia di don Al Bano oggi a breslavia...i zottici di tutto il mondo unitevi...ma Goran?... scusate ironia intrinseca

krzyś 14/2/2014 - 02:05
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When I'm Gone

When I'm Gone
...e tutti siamo matti per il bisonte bianco ;)
krzyś 14/2/2014 - 01:12
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Libre te quiero

Libre te quiero
Grazie Andrea, ci manca uno che ne sa qualcosa de' la musica come tale : )
krzyś 14/2/2014 - 01:02

Wallflower

Antiwar Songs Blog
Wallflower
Oggi è il compleanno di Peter Gabriel. Vabbé, direte, mica lo conoscete, non siete invitati alla festa. D’accordo, è solo un pretesto per tirare fuori una vecchia canzone del 1982. Si intitola Wallflower (Tappezzeria) e c’è chi dice sia stata scritta per Nelson Mandela, secondo altri invece è basata sul trattamento riservato ai prigionieri politici […]
Antiwar Songs Staff 2014-02-13 22:35:00




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