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Ítaca

Ítaca
(1975)
dall'album Viatge a Ítaca

Testo (I) tratto da Itaca (Ιθάκη), poesia di Konstandinos Kavafis / Κωνσταντίνος Καβάφης (1911)
traduzione catalana di Carles Riba (1893-1959), professore di greco all'Università Autonoma di Barcellona dal 1925 al 1939, traduttore in catalano dell'Odissea e dei poeti greci moderni
Adattamento di Lluís Llach
Testo (II - III) di Lluís Llach
Musica di Lluís Llach
Arrangiamenti del pianista Manel Camp leader del gruppo di rock progressive Fusioon

Per Gian Piero che oggi ha raggiunto la sua Itaca, dopo un cammino pieno di avventure, pieno di conoscenze



E' il 1975, l'ultimo terribile anno della dittatura franchista. Il dittatore morirà a novembre, a maggio Llach presenta al Palau de la Música di Barcellona il nuovo album. Il recital sarà seguito dall'immancabile ritorsione: per aver proferito parole considerate offensive verso le istituzioni e... (continua)
I
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 28/11/2014 - 22:59
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Antifascista

Antifascista
Herz für die Sache (2013)

Antifascista è un appello a bloccare il neonazismo e a opporsi all’ideologia di destra e alle manifestazioni della estrema destra.

La canzone fa parte del progetto Kein Bock auf Nazis, avviato da ZSK e alcune altre band tedesche. Si tratta di un’“iniziativa contro il neonazismo, la politica di destra e il razzismo”.
Es ist unsere Stadt, merkt euch das
(continua)
inviata da ZugNachPankow 28/11/2014 - 17:19
E' la più triste notizia che si possa dare, ma purtroppo dobbiamo farlo.
Gian Piero Testa, collaboratore storico di questo sito e anima della “Sezione Greca”, con decine di traduzioni magistrali, ci ha lasciati stanotte per una gravissima e rapidissima malattia.
A chi lo ha conosciuto di persona restano non uno, ma diecimila ricordi; a chi non lo ha conosciuto resta la sua opera che questo sito si occuperà ancor più di mettere in risalto e di valorizzare come merita.
Che per Gian Piero, innamorato della Grecia, della sua cultura e della sua lingua, risuoni giustamente il grido: ΑΘΑΝΑΤΟΣ !

Αυτά είναι τα θλιβερότατα νέα που μπορούμε να δώσουμε, αλλά, δυστυχώς, πρέπει να το κάνουμε.
Ο Τζαν Πιέρο Τέστα, ιστορικός συνεργάτης αυτής της ιστοσελίδας και ψυχή του “Ελληνικού Τμήματος” με δεκάδες εξαιρετικών μεταφράσεων, μας άφησε χρόνους απόψε λόγω μιας βαριάς και ξαφνικής ασθένειας.
Γι' όλους αυτούς που τον έχουν γνωρίσει μένουν μυριάδες θυμήσεων. Γι' αυτούς που δεν τον έχουν γνωρίσει, μένει το έργο του, που η ιστοσελίδα αυτή θα μελετάει να του δίνει την αξία και την προβολή που αξίζει.
Για τον Τζαν Πιέρο, ερωτευμένο με την Ελλάδα, την κουλτούρα και τη γλώσσα της, ας ηχήσει η φωνή· ΑΘΑΝΑΤΟΣ !
Riccardo Venturi 28/11/2014 - 15:33
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Fa' o Signore

Fa' o Signore
"Sono il numero A 5384 di Auschwitz-Birkenau" Così iniziava le sue "lezioni" la testimone sopravvissuta agli orrori dell'inferno.

Seduta sul divano della sua abitazione genovese, l'ex maestra di Langasco racconta, con la sua voce calma e pacata, al microfono dell'intervistatrice uno dei tanti simpatici episodi che avevano allietato il suo ritorno dal campo femminile di Auschwitz-Birkenau.
"Andavo alle poste a ritirare la pensione e una volta ho, incautamente, appoggiato il braccio sul piano del banco. L'impiegato, incuriosito dal tatuaggio rimasto in vista mi ha chiesto che cosa era. Gli ho spiegato che era quello che mi avevano fatto al campo di sterminio. E lui mi ha risposto, ma se vi hanno sterminati, come mai siete così tanti?" (Forse si riferiva ai superstiti degli oltre duemila genovesi deportati nei campi di concentramento)
Oltre all'inferno tedesco, anche quello, imprevisto, trovato... (continua)
Fa' o Signore
(continua)
inviata da gianfranco 28/11/2014 - 15:30

Le soleil rouge

Le soleil rouge
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay

Interpretata già nel 1910 nientepopòdimeno che da Émile Combes (1835-1921), uomo politico francese di primo piano all’inizio del secolo scorso, esponente radicale e fiero anticlericale.
Nella raccolta “Chansons de Frances. Chansons révolutionnaires et sociales”

Si dice che all’epoca questa canzone fosse amata e cantata quanto L'Internationale
Vers la Cité de l’Avenir
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 13:23
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Tu t’en iras les pieds devant…

Tu t’en iras les pieds devant…
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Simone Bartel, nel suo disco intitolato “Chansons du Sang Passé - Sur les turpitudes et les usages des monarchies des empires et des république” (1970) e anche da Georges Brassens, nella raccolta “Inédits, archives 1953-1980”

Canzone de “‘A livella”, come direbbe Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, che in arte fu Totò…
Tu t'en iras les pieds devant,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 11:53

Les pissenlits

Les pissenlits
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.

Il “piscialetto”, o “dente di leone”, è il nome popolare dato in Francia al Tarassaco, da noi chiamato anche dente di cane, soffione (con riferimento all'infruttescenza), cicoria selvatica, ingrassaporci, ecc. Più genericamente con “pissenlits” ci si riferisce alle erbe selvatiche, raccolte in passato... (continua)
« Des pissenlits ! des pissenlits ! »
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 11:18

Les ventres

Les ventres
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.

“Il grasso ventre dei commendatori…”, 80 anni prima di Rino Gaetano
Chantons le ventre des bourgeois
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 10:49

La citée rouge

La citée rouge
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Anne Cuvelier e Denis Cacheux (Compagnie Tant Qu’à Faire) nel disco intitolato “Moi, j’m'en fous!” pubblicato nel 1999.

La miseria, la fame, lo sfruttamento, l’emarginazione delle classi più povere nella grande città, la “Ville Lumière” (si veda al proposito la bellissima Embrasse-moi di Prévert/Oswald), non determina automaticamente la protesta organizzata contro gli affamatori, ma prima di tutto la guerra e la violenza tra gli stessi diseredati.
Una canzone di oltre un secolo fa che parla del nostro presente.
Le cuir rongé de vermine,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 10:26
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La chanson de l’aiguille

La chanson de l’aiguille
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Chantal Grimm in un disco della serie “Anthologie de la Chanson Française” (“Chansons de métiers. Travaux des villes et travaux des champs”)

“Complainte des petites mains”, lamento delle giovani, spesso giovanissime, operaie che nell’industria tessile di fine 800 erano impiegate nelle cuciture a mano. Qui una giovane sarta, costretta a cucire giorno e notte, lamenta che il lavoro le ha sottratto la salute e, di fatto, la vita.
«Cours, mon aiguille, dans la laine !»
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 09:47

La chanson du rémouleur

La chanson du rémouleur
[1896]
Parole di Maurice Boukay (nome d’arte di Charles-Maurice Couyba, 1866-1931), nella raccolta intitolata “Chansons rouges”, pubblicata nel 1897, con le illustrazioni di Théophile-Alexandre Steinlen (1859-1923) artista anarchico svizzero.

Musica di Marcel Legay (1851-1915), cantante di strada, chansonnier e compositore, soprannominato “le barde au bouc noir” o ancora il “chauve chevelu”. E’ considerato un precursore degli chansonniers di Montmartre.
Testo trovato su questo sito dedicato a Marcel Legay
Interpretata da Hélène Delavault nel disco “La Républicaine”, Le Chant du Monde, 1988.

Un pamphlet contro la guerra e contro la pena di morte.
Jadis, en la paix des familles,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/11/2014 - 09:18
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To Hell With the Devil

Stryper
To Hell With the Devil
Well, speak of the devil
(continua)
inviata da Anonymous 27/11/2014 - 23:27
Percorsi: Il Diavolo
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Embrasse-moi

Embrasse-moi
[1935]
Versi di Jacques Prévert, nella raccolta intitolata “Histoires et d'autres histoires” pubblicata nel 1963.
Musica di Wal-Berg (1910-1994), nome d’arte di Voldemar Rosenberg, compositore e direttore d’orchestra originario di Odessa.

Impareggiabile Prévert. Splendida la Oswald.
C’était dans un quartier de la ville lumière
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/11/2014 - 16:12
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Canto della Cichero

anonimo
Canto della Cichero

I canti della resistenza di Paolo Castagnino "Saetta"

Il canto partigiano è profondamente diverso dai canti nati durante le guerre precedenti e dagli inni ufficiali.
Nei canti della resistenza è espressa una nuova consapevolezza, la fierezza del combattente che lotta in una guerra liberamente scelta con la certezza di essere dalla parte giusta.
Nelle formazioni partigiane si cantava spesso, nei momenti di tregua, tra un'azione e l'altra, tra un rastrellamento e l'altro. Durante l'inverno i distaccamenti si riunivano nei casoni presso il fuoco, con le armi vicine, nella buona stagione all'aperto e il canto si alzava lento e suggestivo nella notte, tra i castagni frondosi.
Cantavano i partigiani quando partivano per l'azione e la colonna si snodava sugli aspri sentieri delle nostre montagne, mentre i contadini salutavano commossi e trepidanti per la sorte di questi giovani.
Il canto... (continua)
gianfranco 27/11/2014 - 14:40
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Avanti ragazzi di Budapest

Avanti ragazzi di Budapest
Sgarbi direbbe che siete ignoranti come delle capre, gbturchi ha pienamente ragione, andate ad informarvi prima di commentare. È inutile , ogni volta che qualche organizzazione di destra sale al potere, dire che si tratta di nazisti, razzisti , che non c'è libertà di parola ecc. Orbán sta facendo un ottimo lavoro, punto.
27/11/2014 - 13:23
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Dalle belle città (Siamo i ribelli della montagna)

Dalle belle città (Siamo i ribelli della montagna)

La Benedicta

Una massiccia operazione di rastrellamento da parte dei comandi germanici si ebbe il 6 Aprile del 1944. I nazifascisti intimarono il coprifuoco in tutti i paesi della zona, compresa tra il basso alessandrino e la zona dei Laghi Gorzente, tra le 18 e le 5 del mattino, nei giorni precedenti si erano concentrate tutte le popolazioni maschili delle classi comprese tra il 1914 e il 1925 nei campi di concentramento di Novi e Masone.
All'alba del 6 aprile mossero due colonne una da Voltaggio e l'altra da Piani di Praglia, nello stesso tempo tutte le rotabili della zona venivano bloccate. Le colonne convergevano verso il centro della zona occupata dalla III Brigata Liguria, l'area della Benedicta.
Lungo il torrente Rovemo, nel territorio di Bosio, le sentinelle della Brigata Autonoma Alessandria avvistavano la colonna proveniente da Voltaggio. Il comandante Odino fece ripiegare... (continua)
gianfranco 27/11/2014 - 11:33
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Ode to Billy Joe

Ode to Billy Joe
What the hell did Billie Joe McAllister throw off the Tallahatchee Bridge?

Over thirty-five years after the release of Bobbie Gentry’s “Ode to Billie Joe,” questions linger about her haunting southern-gothic ballad. Decades from now, will anyone still wonder who let the dogs out? Gentry’s #1 single tells the story of a family dinner where the narrator finds out that her boyfriend, Billie Joe McCallister, has jumped off the Tallahatchee Bridge; the day before, people spotted her and Billie Joe throwing an unidentified object off the same bridge. “Everybody has a different guess about what was thrown off the bridge: flowers, a ring, even a baby,” Gentry has said. “What was thrown off the bridge really isn’t that important. The message of the song, if there must be a message, revolves around the nonchalant way the family talks about the suicide. The song is a study in unconscious cruelty.”... (continua)
It was the third of June
(continua)
inviata da John Doe 27/11/2014 - 06:00
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El pueblo unido jamás será vencido

El pueblo unido jamás será vencido
Nonostante la presente versione russa sia pienamente cantabile (lo slogan si traduce: “Finché saremo uniti, saremo invincibili!”), non è stato possibile reperirne l'autore, né risulta che sia mai stata incisa. La versione è accompagnata da una trascrizione in caratteri latini. [RV]
Объединённый народ
(continua)
inviata da DoNQuijote82 26/11/2014 - 23:07
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Fischia il vento

Fischia il vento

Maria Baiardo, la mamma d'U Megu

Come riportato dalla storiografia del canto partigiano, la mamma di Felice Cascione è stata la fedele custode della memoria del figlio e del canto partigiano per eccellenza "Fischia il Vento" dai vari tentativi di sfruttamento commerciale del dopoguerra delle numerose versioni del canto, che dalla zona di origine, si era rapidamente propagato in tutte le formazioni partigiane dell'alta Italia.
E in ogni formazione le parole della canzone avevano subito qualche modifica, per motivi non sempre "politici". Un motivo poteva essere, ad esempio il passaggio orale non necessariamente fedele, anche per evidenti ragioni, tipo la scomoda presenza di varie divisioni militari tedesche che erano poco propense ad agevolare le canzoni ed altre attività partigiane, per non parlare delle bande nere.
Nel suo libro del 2014, sotto citato, Donatella Alfonso cita la versione... (continua)
gianfranco 26/11/2014 - 22:23
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Pus d’ patrons!

Pus d’ patrons!
[1890]
Parole e musica di Aristide Bruant, nella raccolta “Dans la rue” pubblicata tra il 1889 ed il 1895.

Interpretata dallo stesso autore in “Le Paris de Bruant. Enregistrements historiques”

Ripresa da molti artisti, per esempio da Marc Ogeret ‎nel suo “Chansons Contre” del 1968.

Canzone “dans la rue”, in stretto argot - anche se il testo viene spesso mal trascritto, a cominciare dal titolo che non è “Plus de patrons” - fieramente anarchica, anche se si conclude con un interrogativo che è quello che attanaglia da sempre l’utopia libertaria: “E quando non ci sarà più nemmeno un padrone, chi darà la paga al sabato?”, cioè a dire, ma gli esseri umani saranno mai pronti per una società di liberi ed eguali?

Personalmente non lo credo proprio, infatti sono un anarchico nichilista convintamente “estinzionista” (quelle tristesse!)…
J’suis républicain socialisse,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/11/2014 - 11:23
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Casseur de gueules

Casseur de gueules
[1888]
Parole (e musica?) di Aristide Bruant, nella raccolta “Dans la rue” pubblicata tra il 1889 ed il 1895.
Testo trovato su Histoire de France en Chansons

Brano incluso nella compilation intitolata “L’esprit anarchiste de la Commune à Mai 68. Chansons anarchistes et pacifistes, 1820-1990”, a cura di Jean Buzelin e Christian Marcadet.

Nel 1886, dopo un sontuoso ricevimento in occasione del fidanzamento della principessa Amélie d’Orléans, percepito dai Repubblicani come un affronto, il Parlamento aveva votato una legge che vietava a tutti gli appartenenti alla famiglia reale di soggiornare sul suolo francese… Ma all’anarchico Aristide Bruant “L’Expulsion” evidentemente non bastava… Per prìncipi, preti e ricchi non c’è che una cura: “Il faut leur casser la gueule”, bisogna spaccargli la faccia.
I's ont la gueule et la vi' dures
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/11/2014 - 10:20
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Salut Commune!

Salut Commune!
[1881]
Versi di Clovis Hugues (1851-1907), poeta, romanziere, comunardo a Marsiglia e militante socialista (poi in vecchiaia – come spesso accade - diventato nazionalista boulangista)
Musica di Pierre Letorey (1867-1948), compositore
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Brano incluso nella compilation intitolata “L’esprit anarchiste de la Commune à Mai 68. Chansons anarchistes et pacifistes, 1820-1990”, a cura di Jean Buzelin e Christian Marcadet.
Salut Commune! Quand tu vins,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 26/11/2014 - 09:25
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Todesfuge

Todesfuge
ITALIANO / ITALIAN / ITALIEN / ITALIA [2]

Paul Celan, Poesie, a cura di M. Kanan e M. Bagnasco, Mondadori, Milano 1976, p. 46
FUGA DI MORTE
(continua)
inviata da Donquijote82 +Gianfranco 25/11/2014 - 21:21
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La Commune de Paris [Versaillais! Versaillais!]

Jean-Edouard
La Commune de Paris [Versaillais! Versaillais!]
La canzone (con qualche lieve modifica nel testo) si può ascoltare anche nel doppio 45 giri "Les Barricadiers ‎(“Commune de Paris 1871 - Commune de Mai 68”, 1968)edita in Francia dalla "Collection Expression Spontanée" di Parigi. Sul retro della copertina (che per esempio, si può vedere nel sito cliccando su "Le Père Duchesne (ou L'Bon Dieu dans la merde)" scrivevano: l'"Expression Spontanée" è una produzione e diffusione di dischi che non trova posto nel sistema di produzione capitalista attuale e ha la sua diffisione al di fuori dei circuiti commerciali tradizionali che sono basati unicamente sul profitto e sull'abbruttimento dell'individuo.

L'elenco completo dei titoli presenti in questo doppio 45 giri, interpretato da questi non meglio identificati Barricadiers, è:
- La Semaine Sanglante
- Le Père Duchesne
- Le Drapeau Rouge
- La Canaille
- Je Vote
- Carmela
- Versaillais
- Des Canons
Flavio Poltronieri 25/11/2014 - 18:46
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Le Père Duchesne (ou L'Bon Dieu dans la merde)

anonimo
Le Père Duchesne (<em>ou</em> L'Bon Dieu dans la merde)
[1792]
Canzone degli “Enragés”, radicali della Rivoluzione francese.
Le Père Duchesne, nome dato ad un quotidiano rivoluzionario ripreso poi anche nell’800 e 900, è un personaggio fittizio che denuncia abusi, soprusi ed ingiustizie.

Esattamente 100 anni dopo, l’11 luglio 1892, la canzone fu intonata da Ravachol, bandito anarchico, salendo sulla ghigliottina nella prigione di Montbrison. Pare che la lama lo interruppe alla fine della penultima strofa, per questo “Le Père Duchesne” è conosciuta anche con il titolo alternativo de “L'Bon Dieu dans la merde”.

Interpretata da molti artisti e in numerose compilation di area anarchica, per esempio da Les Barricadiers ‎(“Commune de Paris 1871 - Commune de Mai 68”, 1968), da Les Quatre Barbus ‎(“Chansons Anarchistes”, 1969) e da Marc Ogeret ‎(“Chansons Contre”, 1988). E in "Pour en finir avec le travail" (1968).


Né en nonante-deux Nom De Dieu
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/11/2014 - 15:36
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Que demande le peuple?

Que demande le peuple?
[1935]
Parole di Lucien Boyer (1876-1942), poeta, compositore, chansonnier e goguettier.
Musica di Maurice Yvain (1861-1965), compositore
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Nel film “Jérôme Perreau, le héros des barricades”, diretto da Abel Gance, con Georges Milton nella parte del protagonista.

Film e canzone che descrivono l’epoca della “Fronde” (dalla fionde che il popolo di Parigi usava contro le finestre degli appartamenti del potente primo ministro dell’epoca, il cardinale Mazarino, successore di Richelieu), il movimento di protesta sorto in Francia a metà del 600 a causa della crisi economica e contro le tasse feroci, imposte per finanziare la partecipazione del regno alla Guerra dei Trent’anni, l’assolutismo monarchico e la limitazione dei poteri parlamentari. Chi vinse? Non di certo il popolo… Ci vuole altro che le fionde!
Que demande le peuple?
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/11/2014 - 13:14
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Non, pas ça, pas la guerre!

Non, pas ça, pas la guerre!
[1932]
Composta da R. Vuhianne & H. Charpentier, Guillon & A. Carrara (?)
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Brano incluso nella compilation intitolata “L’esprit anarchiste de la Commune à Mai 68. Chansons anarchistes et pacifistes, 1820-1990”, a cura di Jean Buzelin e Christian Marcadet.

Una canzone di autori sconosciuti interpretata all’epoca da un cantante baritono di cui non so nulla, accompagnato dall’orchestra di tal Edouard Bervilly, ignoto direttore…
Come vedete, il vostro B.B. è sempre molto ben documentato…
C'est au sixième, une mansarde
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/11/2014 - 11:14

Un an, c'est assez!

anonimo
Un an, c'est assez!
[1921]
Sull’aria della popolare “Valsez, midinettes!” (ou “La Valse du printemps”).
Testo trovato su Histoire de France en Chansons

In Francia nel 1913 il servizio militare obbligatorio passò da due a tre anni. Poi la carneficina della Grande Guerra. Ci vollero poi 4 anni per portarlo a 18 mesi e nel 1928 finalmente a un anno. Ma siccome i governanti pianificano le guerre per benino e con largo anticipo (per dare tempo agli industriali di organizzarsi), già nel 1935 il periodo di ferma fu riportato a due anni. Finito il massacro del 39-45 tornò a 1 anno per poi alzarsi di nuovo a 18 e poi a 30 mesi in occasione – guarda un po’ – della guerra d’Algeria…
Alors, vraiment, y a rien de décidé
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 25/11/2014 - 10:26
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Preghiera del Ribelle

Preghiera del Ribelle
Discografia - LA "RESISTENZA" IERI E OGGI , Enal G101



la "RESISTENZA" ieri

Lettura motivazione della Medaglia d'Oro al V. M. alla Bandiera del C.V.L.
Riccardo Cucciolla
Bella ciao (anonimo)
I Cantori Moderni di Alessandroni
Figli di nessuno (trascr. Moretto)
Miranda Martino e i Cantori
Preghiera del ribelle (Teresio Olivelli)
Riccardo Cucciolla
Valsesia (trascr. Moretto)
I Cantori Moderni di Alessandroni
Il bersagliere ha cento penne (rielab. Cuppone)
Miranda Martino e i Cantori
Festa d'Aprile (S. Liberovici)
Miranda Martino e i Cantori

la "RESISTENZA" oggi

Lontano lontano '44 (R Carelli-R. Gigli-M. Ramoino)
Miranda Martino e i Cantori
A Jan Palach (anonimo)
Riccardo Cucciolla
Fratello mio, riposa (G. Musy-R. Gigli)
Amanda e i Cantori
Devi vivere (Aléxandros Panagulis)
Riccardo Cucciolla
Il ragazzo che sorride... (continua)
gianfranco 25/11/2014 - 10:18
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(R)Esistenza

(R)Esistenza
Ciao Tristano, a quanto ho capito è stato realizzato un Cd contenente anche la canzone tua su Solismo Sacco. Ci terrei ad averlo.Sappimi dire il prezzo e se potrei riceverlo con pagamento contrassegno.La mia mail è quella segnalata nell'indirizzo visibile solo agli amministratori.Grazie.Carlo Sacco.
carlo sacco 25/11/2014 - 01:02
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Hommes 40, chevaux 8

Hommes 40, chevaux 8
[1936]
Parole di Michel Vaucaire (1904-1980), compagno della grande cantante Geneviève Collin, meglio conosciuta come Cora Vaucaire (1918-2011)
Musica di Ivan Devriès (1909-1997), compositore
Nella raccolta “Gilles et Julien. Intégrale (1932-1938)”
Testo trovato su Histoire de France en Chansons

Il rimbombo dei cannoni della Grande Guerra non si era ancora perduto che già se ne profilava un’altra all’orizzonte...

A proposito di “Cavalli 8, uomini 40” si veda anche Il Sergente nella Neve di Marco Paolini e i Mercanti di Liquore.
On a mis des fleurs au bout des fusils
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/11/2014 - 21:44
Video!

Toute seule

Toute seule
[1936]
Versi di Jacques Prévert
Musica di Wal-Berg (1910-1994), nome d’arte di Voldemar Rosenberg, compositore e direttore d’orchestra originario di Odessa.

Sono incerto in quali percorsi inserire questa splendida poesia-canzone, se i quello sulla violenza contro le donne, oppure in quello sulla repressione, oppure in entrambi...
Di certo c’è che è una splendida CCG, l’invocazione e la maledizione di una donna di strada contro quegli “uomini buoni” - la società borghese e gli sgherri che la presidiano - che le hanno ammazzato il compagno e adesso vorrebbero ripararla dalla pioggia e, già che ci sono, approfittare un po’ di lei... “Voi siete buoni come... come il cacciatore di topi è buono per il topo! Ma verrà il giorno che il topo vi morderà! Andate per la vostra strada, uomini buoni...”
Où je vais, d'où je viens
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/11/2014 - 20:19

Ce que chantent les victimes

anonimo
Ce que chantent les victimes
[1921]
Sulla melodia della patriottica “Ce que chantent les flots de la Marne” (1915).
Testo trovato su Histoire de France en Chansons
Ils sont partis joyeux, l'âme en délire
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 24/11/2014 - 17:16




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