Interminabile e, direi, senza inizio e senza fine. Proprio ora, leggendo le tue parole, pensavo ai lavoratori e alle lavoratrici tessili del Bangladesh, che poi crepano per pochi spiccioli quando crolla il fabbricato dove lavorano per arricchire padroni molto vicini a noialtri (vedi Benetton & co.); o ai lavoratori e alle lavoratrici tessili cinesi a Prato, tanto per andare ancor più vicini, che bruciano mentre dormono in fabbrica dopo aver lavorato diciott'ore al giorno. Si pensa a tante cose. Le cose che, in assoluto, mi hanno più impressionato in questo canto di ottocentotrent'anni fa, sono la precisione nel riportare i salari e la chiusa finale. Quale che sia l'origine di questi versi, se siano interamente frutto di un canto popolare o se ci abbia messo le mani l'autore del poema (assolutamente probabile), si è sentito il bisogno di quantificare la miseria: 0,4 lire a giornata, 20... (continua)
per Riccardo Venturi : penso ti possa interessare l'ellepi "Questa seta che filiamo" del duo Daisy Lumini - Beppe Chierici che contiene, oltre alla versione italiana del brano di Chrétien de Troyes, diverse ballate medioevali dedicate al tema del lavoro e dello sfruttamento. Il 33 giri è corredato di testi e interessati commenti.
Da Chrétien de Troyes - XII sec.
Musica di Daisy Lumini - Testo italiano di Beppe Chierici
Il testo originale è in "Yvain ou le chevalier au lion" di Chrétien de Troyes, il fondatore del romanzo francese. E' l'epoca delle Crociate e del feudalesimo; ma accanto alle tradizionali forme di sfruttamento economico, quelle legate alla struttura agricola della società, nascono i primi nuclei dell'industria. Nella Champagne e nell'Artois gli operai sono sottoposti a un ben duro regime nelle officine dove si tesse la seta. Il lamento delle tessitrici è un testo assai insolito nell'opera di Chrétien de Troyes, che solo qui sembra accorgersi dell'esistenza della miseria; ma descrive con tale dolorosa forza espressiva la situazione dello sfruttamento, che sembra che l'autore riconosca davvero l'esistenza di due classi.
La versione italiana di Chierici... (continua)
Chanson allemande – Unser Marsch ist eine gute Sache – Dieter Süverkrüp – 1964
[1964]
Paroles et musique : Hannes Stütz
Arrangement musical : Dieter Süverkrüp
Interprétation : Fasia Jansen, Ingrid & Dieter Süverkrüp et Hannes Stütz.
Imagine, Lucien l'âne mon ami, que cette chanson date de cinquante ans, d'un demi-siècle…
Oui, j'imagine fort bien. Mais je connais bien d'autres chansons qui datent depuis bien plus longtemps encore ; certaines depuis des centaines d'années et plus. Alors, Marco Valdo M.I. mon ami, je me demande ce que tu as derrière la tête en évoquant ce demi-siècle…
Plusieurs choses, en effet. Particulièrement, quoi que tu en dises, la durée écoulée. Certes, cinquante ans pour une chanson, ce n'est rien ou peu de choses, mais à l'échelle d'une vie d'homme, c'est beaucoup. Et cette chanson est une chanson de marche civile avec une forte charge politique pacifiste... (continua)
CORICARSI TARDI, ALZARSI AL MATTINO PRESTO (continua)
17/10/2014 - 11:09
Quello dei Malicorne è l'adattamento di una canzone proveniente dal Canada. Vorrei aggiungere che alla fine della canzone, Marie Yacoub ne canta una seconda versione appresa in Savoia nel 1976 da una sconosciuta cantante del Quebec.
La canzone in questione è incisa originariamente nel disco IV del 1977 e non in Quintessence che altro non è se non una raccolta uscita nello stesso anno.
PS. Vi prego di correggere un errore ortografico:
"Il lunedì bisogna seminare il panne"
Dopo ponderata riflessione, ho deciso di eliminare "Zeca" dall'intestazione del nome dell'autore. E' pur vero che Zeca era un soprannome conosciuto da tutti i portoghesi, ma in nessuna opera (dischi, libri, locandine di concerti ecc.) si trova mai il soprannome. A sua volta, "José Afonso" è comunque l'abbreviazione del chilometrico vero nome dell'artista, José Cerqueira Afonso Dos Santos.
Ciao Riccardo, tu sarai anche pignolo... In compenso io sono un grandissimo scassacazzi, e infatti eccomi qua con un'altra pagina che dovrai sistemare.
Buona giornata
B.B. 17/10/2014 - 09:14
Ma non si può aggiungere alle Lingue l'opzione "Traslitterazione"? Sennò, come in questo caso, il testo viene formattato come l'originale...
Mi sembra che su questa pagina, a parte una traduzione italiana, non avrò invece molto da lavorare. Certo, mi ha incuriosito parecchio la foto della liberazione di Mauthausen, grazioso posticino dove è stato "ospite" anche mio nonno. In particolare lo striscione in spagnolo che dice "Los españoles antifascistas salutan a las fuerzas libres (o libertadoras?)". Mi sembra un particolare degno di nota, il benvenuto da parte degli antifascisti spagnoli che, dopo la guerra civile erano stati mandati a ritemprarsi...a Mauthausen. Credo che nessuna definizione del XX secolo possa superare quella di Hobsbaum: Il secolo breve. Brevissimo come una vita passata in mezzo alla morte, destino comune di tantissimi. Per quanto riguarda la traslitterazione: ritengo del tutto inutile, e anche un po' ozioso, specificare che un testo è traslitterato; prima di tutto, lo si vede da soli, e poi la lingua, traslitterata o meno, rimane sempre quella. Salud!
Bernart si riferisce al fatto che quando si mette yiddish / ebraico o arabo lo allinea da destra a sinistra automaticamente. In teoria dovrebbe anche controllare che contenga dei caratteri non latini prima di farlo automaticamente per evitare di allineare le traslitterazioni a destra ma sembra che in questo caso abbia "toppato"... comunque ho riallineato a sinistra la traslitterazione.
Il campo di Mauthausen fu letteralmente costruito dai prigionieri spagnoli, con il loro sudore ed il loro sangue. Quando in Spagna si dice “cada piedra de Mauthausen representa la vida de un español” non è un’affermazione esagerata o retorica: i prigionieri erano costretti a lavorare in una cava di granito e a trasportare i grossi blocchi destinati alla costruzione delle mura del campo su per una scalinata di pietra di quasi 200 gradini – anch’essa costruita con le pietre tagliate a mano dagli internati - e questo tutti i giorni e per decine di volte al giorno, fino alla morte…
Nei primi tempi non sopravvisse quasi nessuno, poi i prigionieri cominciarono ad organizzarsi e negli anni seguenti gli spagnoli, i veterani del campo, furono per tutti i maestri indiscussi nell’arte della sopravvivenza in quelle condizioni estreme e capaci insieme di aiutare tutti gli altri internati, di qualunque... (continua)
Quindi, aggiungendo in Lingue "Arabo traslitterato", "Yiddish traslitterato" ed "Ebraico traslitterato" l'inserimento dei testi in alfabeto latino potrebbe avvenire automaticamente, con l'allineamento a sinistra, senza l'intervento di un Admin, giusto?
Questo volevo dire...
Ti devo dare un paio di notizie, Bart: il "testo yiddish" ricavato da YouTube consisteva in tre frasi del testo, nella traduzione yiddish del titolo (chi parla yiddish non capisce più l'ebraico biblico?!? Ahi ahi ahi, secolarizzaziò, secolarizzaziò!) e di una breve spiegazione della canzone. Il testo, quindi, l'ho rifatto io di sana pianta in caratteri ebraici. A YouTube bisogna stare parecchio attenti: infatti la "traduzione ebraica" l'ho levata, perché era fatta col Google Translator (bellissimo quando non ha riconosciuto "gzar" e ci ha messo ZAR in caratteri latini...). Cercherò di trovare una traduzione ebraica vera altrove. La storia dello Zar è "trasmigrata" anche nella traduzione portoghese e in quella inglese; dimodoché il Signore Iddio deve salvare gli ebrei dall'Imperatore di Tutte le Russie ("de um czar furioso", "from an angry czar"). Senza sminuire le persecuzioni zariste nei... (continua)
Ahi, ahi, ahi! Ma se lo zar non c'entra nulla anche il mio commento finale va a farsi benedire! Peccato, perchè temporalmente la cosa filava...
Resta il fatto che il brano si trova in un disco di canzoni dal ghetto di Vilnius. Probabilmente "Eyli, Eyli, lomo azavtoni?", trasformato da salmo in canzone "leggera", ebbe molto successo anche tra gli ebrei d'Europa, oltre che fra quelli americani, e la recrudescenza della persecuzione durante la guerra la riportò nuovamente in auge.
PS. Va da sé, ma non me la piglio certo con te, Bart. Anzi, tutt'altro. Me la piglio, e sempre di più, con chi massacra testi e traduzioni in giro per la Rete. Non credo esistano persone con un minor senso del sacro del sottoscritto, tranne che per una cosa: il testo. Senso del sacro a parte, si tratta di un testo che parla di tragedie, e si riesce magicamente a renderlo ridicolo; potremo almeno andare a dormire senza che parecchi spiriti ci perseguitino. Comunque, tanto, io l'inferno me lo sono già guadagnato con la mia insopportabile pignoleria, e attendo solo il momento in cui potrò correggere a Satana i verbi in diavolese (anche in quel "Papè Satàn aleppe" c'è qualcosa che non mi quaglia). Come minimo, dopo due mesi di eternità (circa 20.000 anni) mi spedisce in paradiso..."Basta! Levatemelo dai coglioni questo qui...!" Poi, però, in Paradiso voglio proprio vedere come stanno messi con l'ebraico, voglio proprio vedere! Ci sarà da ridere!
Già, alla faccenda del tuo commento sullo zar non ci avevo pensato. Ma escludo che nella canzone si parli dello zar: "zar", in yiddish, si dice צאָר (tsar), mentre "gzar" è antichissima parola ebraica dalla radice del verbo gozer (גוזר) "comandare, decretare". Inoltre, l'autore usa una parola come אָבֿות (ebraico avòt, yiddish oves, si noti che in ebraico "padre" ha un plurale femminile!) che indica i "padri" nel senso degli antenati in Palestina. Credo che qui il tutto si riferisca al salvataggio degli Ebrei dalla cattività egizia, al passaggio del Mar Rosso ecc.
- Boris Thomashevsky non c'entra nulla con la canzone, che probabilmente cercò solo di approfittare del momento di debolezza di Sandler, "autore" del testo e della musica;
- Jacob Koppel Sandler è più che altro l'autore della musica, che per quanto riguarda il testo mi pare che non differisca molto dal Salmo biblico originario;
- benchè la canzone sia stata concepita e sia diventata famosa a cavallo tra 800 e 900, gli Zar e i pogrom antisemiti nell'Impero russo forse non c'entrano una fava, anche se sicuramente ciò che lì era accaduto e continuava ad accadere era ben noto agli ebrei emigrati (o scappati) negli USA e altrove;
- la canzone, versione "leggera" del noto Salmo biblico, ebbe grande successo negli USA e poi nei decenni successivi anche in Europa e, durante le persecuzioni naziste, fu molto cantata nei ghetti, a Vilnius come altrove.
1. Questo conferma che, anche nei frangenti più cupi e neri, l'essere umano non rinuncia mai a essere tale, nel bene e nel male.
2. Dovrò andare a questo punto a dare un'occhiata a 'sto benedetto salmo originario. Ce l'ho la bibbia ebraica, che peraltro in ebraico non si chiama affatto bibbia, ma "Tanakh" (acronimo di Torà, Nevi'im, Ketuvim, ovvero "Torà, Profeti, Scritti"). Certo, averci un salmo fra le CCG non sarebbe roba di tutti i giorni... ;
3. Però, a ripensarci, la cosa potrebbe avere anche una valenza metaforica. Adonay, salvaci come hai salvato gli antichi nostri padri, ma anche quelli meno antichi; in pratica, il testo biblico potrebbe, chissà, essere stato come adattato a tempi più recenti. Quel che continuo a escludere è che vi sia nominato lo zar direttamente. C'è anche da dire che molti parlanti dello yiddish attuale, o meglio di quel che ne rimane,... (continua)
Tragica e magica. Una melodia incantatrice e un'antica e moderna storia di amore, ribellione e morte. Grata a chi la ha fatta scoprire, dai secoli più lontani come sospesa nel tempo. Questo non è un sito, ma una raccolta di tesori lontani e dimenticati che non cessano di risplendere.
Il video di "Bella Ciao" a "Occupy Hong Kong" è stato prontamente "rimosso dall'utente"; si vede che Hong Kong non era stata occhiupàta ammodino. Mi sa che è la solita fine che fanno tutte 'ste democratiche proteste "pacifiche, festose e colorate": due o tre marce, qualche immagine-simbolo (stavolta è toccato agli ombrelli), "Bella Ciao" che oramai la cantano anche ai raduni di Comunione e Liberazione, e poi arrivano gli sbirri che sgomberano ogni cosa in venti minuti circa. Questo a Hong Kong come dappertutto. Cacate che lasciano il tempo che trovano, tanto amate dai media occidentali che però plaudono alle forze dell'ordine quando, invece di sgomberare Hong Kong, sgomberano piazza Garibaldi; e poi plaudono ovviamente agli "intensi scambi commerciali" con la Cina. Salud.