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Goodbye and Hello

Goodbye and Hello
‎[1967]‎
Parole di Larry Beckett (1947-), poeta e cantautore.‎
Musica di Tim Buckley
La canzone che dà il titolo al secondo, bellissimo album del grande cantante e musicista statunitense

Addio al vecchio, alla genta antica chiusa nelle torri del potere piene di crepe, addio ai drogati di ‎velocità che non sanno viaggiare, addio al re e alla regina chiusi nel loro castello a contare il tesoro, ‎addio ai generali che giocano a stare in equilibrio sulle tombe dei nostri figli e agli imperatori ‎buffoni che raccontano che la guerra è pace, addio a questi assassini, addio agli uomini ed alle ‎donne che non sanno amare, addio alla gente antica che sta agonizzando, addio alle loro maschere ‎di morte, ai loro quotidiani compromessi, ai loro castelli di sabbia, addio…‎
E saluto i nuovi bambini, coloro che vivranno perché il vecchio sta morendo…‎
E con un gesto dico addio all’America, e con un... (continua)
The antique people are down in the dungeons
(continua)
inviata da Bernart 26/7/2013 - 14:43
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A Conscientious Objector Lament‎

A Conscientious Objector Lament‎
‎[1917?]‎
Scritta da Davy Burnaby e Gitz Rice
Testo in due versioni parzialmente differenti trovate ‎‎qui e ‎‎qui. ‎
Interpretata da Alfred Lester (1872-1925), cabarettista inglese piuttosto noto nell’avanspettacolo ‎durante gli anni a cavallo della Grande Guerra, nella rivista musicale intitolata “Round The Map, a ‎Musical Globe Trot”.‎
Nella raccolta intitolata “Oh! It's A Lovely War (Vol 2) – Songs and Sketches of the Great War ‎‎1914-1918”‎

Sicuramente gli autori di questa canzone (Gitz Rice, in particolare, era un ufficiale con il compito di ‎organizzare spettacoli di intrattenimento per le truppe) intendevano proporre una parodia di chi si ‎rifiutava di combattere (si veda l’insistenza sull’effeminatezza e la suggerita omosessualità), ma ‎resta il fatto che nelle trincee fu cantata con gusto e con sincerità dai soldati inglesi che mettevano ‎l’accento sul verso “in trincea spediteci... (continua)
Perhaps you wonder what I am,
(continua)
inviata da Bernart 26/7/2013 - 13:44
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The Manchester Rambler

The Manchester Rambler
‎[1932]‎
Una delle prime canzoni di MacColl, presente in diverse raccolte come, per esempio, “The World ‎Of Ewan MacColl and Peggy Seeger, Vol.1” del 1970.‎
Testo trovato su Mudcat Café‎

‎Nei primi decenni del secolo scorso, nel Regno Unito era vietato agli escursionisti di attraversare i ‎terreni in aperta campagna. Di fatto ciò impediva a chicchessia di visitare a piedi alcuni dei posti ‎più belli del paese. Nel 1932 la Ramblers' Association, la più grande associazione escursionistica ‎inglese, lanciò una campagna di disobbedienza civile affinchè fosse finalmente affermata la libertà ‎degli individui di muoversi liberamente a piedi sul territorio nazionale. ‎

Il 24 aprile 1932, guidati dal loro leader Benny Rothman, attivista politico e conservazionista, 3.000 ‎Ramblers attuarono un “mass trespass”, un’irruzione di massa nella zona del Peak District, oggi ‎parco nazionale, nel Derbyshire... (continua)
I've been over Snowdon, I've slept upon Crowden
(continua)
inviata da Bernart 26/7/2013 - 11:44
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In the War

In the War
(2011)
Album: "Up In The Sky"

Simri mi spiega – forse lanciando una critica ai testi non costruttivi, ripetitivi, vuoti – che nel comporre le loro canzoni prestano estrema cura alla scelta delle parole: «Non sono solo un “blablabla” di parole, ma esprimono realmente i loro principi fondamentali quali, fra i tanti, il rispetto per la natura e per gli altri». Basti ascoltare “In the war”, monito non paternalistico ma molto bello contro la guerra e contro i crimini di guerra.

Azionata dal potere, la guerra è un motore di cui non ci possiamo liberare. Sono loro stessi ad ammetterlo, nella persona di Esra, il batterista: «La guerra è uno stato endemico della natura umana, ci appartiene». Burattinai sono i governatori, burattini centomila soldati che non sanno cosa cercare e finiscono per spararsi da soli.
Marilù Oliva, Carmilla online
A king of foreign country heard some rumours in the night
(continua)
26/7/2013 - 11:26
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Ballad of Accounting

Ballad of Accounting
‎[1964]‎
Parole e musica di Ewan MacColl
Credo che il primo disco in cui l’ha incisa sia “Angry Muse” del 1968, ovviamente con con ‎‎Peggy Seeger, ma la canzone fu scritta per “Landmarks”, programma radiofonico della ‎BBC.‎
Interpretata anche da Karan Casey

‎“…Composed in 1964, the song catches the fifty year-old MacColl in retrospective mood, revisiting ‎the music of Bertolt Brecht and Hans Eisler. The youthful MacColl had first absorbed these ‎stirringly exotic sounds during his leadership of the Red Megaphones, a Salford-based agit-prop ‎street theatre troupe that palely imitated their more famous namesake, Das Rote Sprachror of Berlin. ‎Ballad of Accounting suits busking precisely because it expresses the ambivalence and frustrations ‎felt by many street performers. The song communicates the agitated excitement of closing the gap ‎between culture and everyday life, of talking directly... (continua)
In the morning we built the city
(continua)
inviata da Bernart 26/7/2013 - 10:13
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Una casa in riva al fiume

Una casa in riva al fiume
[26 luglio 2013]
Testo di Riccardo Venturi
Sull'aria di Un amore (Una giovane signora) di Ricky Gianco

La casa che vedete nella foto è a pochi metri da casa mia, ma appartiene ad un mondo che non c'è più. E' una vecchissima casa colonica plurifamiliare di quando l'Isolotto era ancora una distesa di campi, vale a dire fino agli anni '50 del XX secolo; non si sa come sia sopravvissuta, là su una vecchia strada che, dopo esser passata sotto al ponte dell'Indiano, si perde lungo l'Arno tra un campo nomadi, un cementificio e un'installazione militare. Ad un certo punto diventa un viottolo rivierasco fino alla foce della Greve; un'antica campagna violentata dalla città. Ma questa cosa che ho scritto, non crediate che sia una specie di “ragazzo della via Gluck”. E', invece, la storia di uno dei miei sogni ad occhi aperti a contrasto con la realtà.

Quando ci si passa davanti, all'angolo tra la... (continua)
Una casa in riva al fiume, una casa un po' cadente,
(continua)
26/7/2013 - 03:20
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Peggy Seeger: The First Time Ever I Saw Your Face

Peggy Seeger: The First Time Ever I Saw Your Face
[1957]
Parole e musica di Ewan MacColl, una struggente canzone d’amore diretta proprio a Peggy Seeger, conosciuta a Londra nel 1956.
Credo che i due la incisero per la prima volta nel 1962 nel disco intitolato “The New Briton Gazette, Vol. 2”
Il brano vanta centinaia di cover, che Ewan MacColl odiava dalla prima all’ultima e conservava in qualla che chiamava “stanza degli orrori”. La più detestata fra tutte era quella offerta da Elvis Presley.
La canzone divenne universalmente famosa nel 1972 nella - secondo me - straordinaria interpretazione della cantante nera Roberta Flack, scelta da Clint Eastwood per la colonna sonora di “Play Misty for Me” (“Brivido nella notte”), il suo debutto alla regia. La Flack l’aveva originariamente incisa nel 1969 nel suo debutto discografico intitolato “First Take”.



Cari, perfidi ma sensibili Admins, vi prego e scongiuro di approvare questo Extra perchè... (continua)
The first time ever I saw your face
(continua)
inviata da Bernart 25/7/2013 - 23:15
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Justice!

Godswill
Justice!
Trayvon Martin, un ragazzo di 17 anni afroamericano è stato ucciso il 26 febbraio 2012 da George Zimmerman, guardia giurata che l'ha ucciso in quanto "persona sospetta"

Canzoni dedicate a Trayvon Martin:
Trayvon Jasiri X
Justice! Godswill
We Are Trayvon Plies
Trayvon Martin Tribute Papoose
Super Life Chaka Khan
Hoodiez Willie D
I wonder why Rick Ross
The Ballad of Trayvon Martin Will Hoge
Justice (if You're 17) Wyclef Jean
No More Innocent People Dying Kamal Imani
Trayvon David Rovics
Sandra's Smile Blood Orange
Call It What It Is Ben Harper
Angel Down Lady Gaga
Sad News Swizz Beat
Black America Again Common


Trayvon Martin era un ragazzo afroamericano di 17 anni.‎



Il 26 febbraio 2012, mentre passeggiava verso le 19 in una strada di Sanford, Florida, era stato ‎segnalato alla polizia come sospetto da George Zimmerman, un membro di un gruppo di vigilantes ‎della zona... (continua)
Uhh! Another black teen murdered in cold blood
(continua)
inviata da DoNQuijote82 25/7/2013 - 20:47
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Modlitba pro Martu

Modlitba pro Martu
(1968)
Slova Jindřicha Brabeca
Slová Jindřicha Brabeca
Testo di Jindřich Brabec
Lyrics by Jindřich Brabec
Paroles de Jindřich Brabec
Sanat: Jindřich Brabec
Hudba: Petr Rada
Musica di Petr Rada
Music by Petr Rada
Musique de Petr Rada
Sävel: Petr Rada
Album: Songy a Balady [1969]

Modlitba pro Martu (La preghiera per Marta) divenne simbolo della resistenza all'invasione sovietica della Cecoslovacchia del 1968. Fu composta nel periodo immediatamente precedente questo avvenimento. L'autore del testo è Jindřich Brabec, la musica fu composta da Petr Rada.

Il giorno che fu programmata la registrazione della canzone, Brabec portava il testo nello studio dove lo stava aspettando Marta Kubišová, ma durante il tragitto la sua auto fu danneggiata dai soldati sovietici e non gli fu possibile raggiungere il posto. Dettò quindi il testo alla cantante per telefono. Marta riuscì a trasportare... (continua)
Ať mír dál zůstává s touto krajinou.
(continua)
inviata da Stanislava 25/7/2013 - 20:09




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