”The Wall” is something I’d played on stage a few times and remains very close to my heart. The title and idea were Joe Grushecky’s, then the song appeared after Patti and I made a visit to the Vietnam Veterans Memorial in Washington. It was inspired by my memories of Walter Cichon. Walter was one of the great early Jersey Shore rockers, who along with his brother Ray (one of my early guitar mentors) led the ”Motifs”. The Motifs were a local rock band who were always a head above everybody else. Raw, sexy and rebellious, they were the heroes you aspired to be. But these were heroes you could touch, speak to, and go to with your musical inquiries. Cool, but always accessible, they were an inspiration to me, and many young working musicians in 1960′s central New Jersey. Though my character in “The Wall” is a Marine, Walter was actually in the Army, A Company, 3rd Battalion, 8th Infantry.... (continua)
26/11/2013 - 15:51
"A promising rock 'n' roll voice was silenced in Vietnam"
Published in the Asbury Park Press
By JEAN MIKLE, STAFF WRITER
He was a quiet, soft-spoken guy who wore dark clothes and pointy-toe boots, and had shoulder-length hair before it was in fashion.
He liked listening to The Animals, The Kinks and The Rolling Stones, but never tried to be a guitar god. Instead, the only instrument he really played was a tambourine. When he got up on stage and began to sing, people saw something special in Walter Cichon.
"He wasn't just a singer, he was a front man. He was a character, a personality," said "Stormin' "Norman Seldin. "This guy had a magnetism about him." Cichon was the lead singer for The Motifs, the Shore-area's first "hot" rock 'n' roll band. His older brother, Raymond, was the lead guitar player, and Seldin was the group's teen-age manager.
In 1967, the future looked bright for... (continua)
Tutto quello che ci rimane di Walter Cichon e dei suoi Motifs: If I Gave You Love, 1966.
Di lì ad un paio d'anni Walter Cichon, promettente rocker e front man, sarebbe stato ucciso in Vietnam... Come spiega l'articolo qui sopra, fu ammazzato insieme ad altri suoi compagni in una furiosa battaglia, colpito (per fortuna) da un proiettile in testa... Ma, siccome la ritirata americana fu molto precipitosa, morti e feriti furono abbandonati e, quando tornarono per riprenderli, trovarono i loro corpi completamente smembrati dai vietcong. Allora i comandi militari, piuttosto che raccontare come erano andate davvero le cose, preferirono far credere alla famiglia che Walter non fosse mai stato ritrovato, "missing in action"... La US Army ammise la morte di Walter solo nel 1974 ed i suoi funerali furono celebrati l'anno successivo...
Un istante per morire ammazzato e 7 anni per avere degna sepoltura...
Come per la maggior parte delle canzoni di Don Ata, le parole del testo sono scritte dalla moglie Antonieta Pula Pepin sotto lo pseudonimo di Pablo del Cerro.
La Bush faceva ovviamente riferimento alla versione “corta” adottata da Seán Ó Riada, costituita dalla prime due strofe e dall’ultima del poema originario di Peadar Ó Doirnín.
Nella terza strofa sono citate le contee di Armagh (Ballymoyer è una delle sue cittadine più note) e di Tyrone, entrambe nell’Ulster.
Vorrei precisare che nel mese di agosto del 1974, si è tenuta a CARMONA una grande manifestazione con 30.000 persone, nel corso della quale la popolazione reclamava...acqua. Come altre volte, la guardia civile sparò "in aria", uccidendo Miguel Roldan in mezzo alla strada. Il resoconto dell'evento si può ascoltare nella canzone mozzafiato "Carmona" composta e interpretata da Elisa Serna con lo pseudonimo di Maria Burruca.
Flavio Poltronieri
Andan todos hechos pelotas, la canción El adiós del soldado es cubana, nada de Lara que va!, mi abuelo conoció a la autora, el decía que la bella cubana a la que le hicieron la canción La Bella Lola era una talentosa mujer muy bohemia que escucho una historia y de ella hizo la canción del soldado, además aclaró que Vivac es una hoguera que se encendía para preparar alimentos o café en los campamentos de los soldados, no era un campamento en si.
Majus Estopelli
nieta del violonchelista
Roger Estopelli
26/11/2013 - 04:40
Secondo quanto riportato qui, autore dei versi sarebbe il poeta colombiano José María Garavito, nato a Bogotá nel 1860, ed il titolo originale della poesia sarebbe “Volveré mañana”…
Per comprendere l'operato di Oberdan, che era irredentista come la maggioranza della popolazione di Trieste dell'epoca, non si può dimenticare ciò che stava facendo l'impero asburgiche alle terre italiane sottomesse al suo dominio straniero ed assolutistico, con le sue famose (o famigerate) misure di germanizzazione e slavizzazione.
Malatesta 25/11/2013 - 14:56
Per Malatesta:
"Nel 1914 a Trieste, gli irredentisti erano meno del 2% della popolazione, secondo fonti fasciste ed irredentiste, quindi non di parte...", così Sandi in uno dei suoi interventi molto articolati di cui sopra (che evidentemente tu no hai letto)...
Quanto agli effetti degli ordini impartiti da Francesco Giuseppe di germanizzare e slavizzare la popolazione di lingua italiana presente nei territori dell'impero asburgico, nell'articolo che tu citi sembra che si parli, con dovizia di citazioni, quasi solo del trattamento riservato agli italiani dai croati in Dalmazia. L'estensione al Trentino e alla Venezia Giulia viene fatto quasi solo per analogia...
Comunque, non sono uno storico ma non credo che ciò basti per giustificare l'irredentismo, che è stato poi un nazionalismo interventista e guerrafondaio...
Ho fatto il salto nel '71.
Dalle medie alle superiori.
Il mondo in cui non andavi + a scuola a piedi, avevi compagni di scuola diversi dagli amici del quartiere.
Insomma, si ampliavano gli input.
E da una musica ascoltata per caso (sanremo, celentano, mina, mario Tessuto) sono passato ad una musica ascoltata.
Bellissimo. Genesis, Yes, Led Zeppelin, EL&P, Jethro Tull, Pink Floyd.
Un altro mondo. Per radio fecero ascoltare Supper's Ready (Carlo Massarini a "Per voi giovani").
Folgorato comperai il disco senza avere il giradischi.
Ancora oggi ascoltandolo ritrovo cose dimenticate e cose nuove. Ogni volta. Immenso!
Secondo me dovrebbero insegnarlo nelle ore di musica in tutto il mondo. Ovviamente insieme agli altri, ma Supper's Ready non dovrebbe mancare.
Scusate, ma insisto per il fatto che questa canzone va messa sotto il nome di Jacek Kaczmarski, visto che non é 'na traduzione, ma un pezzo a sé, anche se ispirato alla canzone del poeta russo. Vi salutam! Krzyśover