En la mina “El Tarancón”
Canzone popolare asturiana, nell’album dela cantautrice madrilena intitolato “Quejido” del 1972.
Sulla melodia e la struttura di En el pozo María Luisa (Santa Barbara bendita)
A partire dal 1970 la Serna si autoesilò a Parigi e proprio lì, mentre si esibiva in un locale, venne notata da Paco Ibáñez che decise di produrre questo primo disco della cantautrice madrilena. Nel 1973 la Serna fece ritorno in Spagna e fu subito arrestata per sovversione. Rilasciata, le fu impedito di esibirsi e di pubblicare. Il suo “Quejido” (lamento, in italiano) fu vietato e venne ripubblicato solo qualche anno dopo con alcuni brani pesantemente censurati…
Canzone che racconta di un disastro minerario avvenuto nelle Asturie, nei pressi dei villaggi di Caborana e di Moreda de Aller.
Sulla melodia e la struttura di En el pozo María Luisa (Santa Barbara bendita)
A partire dal 1970 la Serna si autoesilò a Parigi e proprio lì, mentre si esibiva in un locale, venne notata da Paco Ibáñez che decise di produrre questo primo disco della cantautrice madrilena. Nel 1973 la Serna fece ritorno in Spagna e fu subito arrestata per sovversione. Rilasciata, le fu impedito di esibirsi e di pubblicare. Il suo “Quejido” (lamento, in italiano) fu vietato e venne ripubblicato solo qualche anno dopo con alcuni brani pesantemente censurati…
Canzone che racconta di un disastro minerario avvenuto nelle Asturie, nei pressi dei villaggi di Caborana e di Moreda de Aller.
En la mina el Tarancón
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 17/10/2013 - 11:00
Quejido
[1972]
Parole e musica di Elisa Serna
La traccia che apre e che dà il titolo al suo album d’esordio del 1972.
A partire dal 1970 la Serna si autoesiliò a Parigi e proprio lì, mentre si esibiva in un locale, venne notata da Paco Ibáñez che decise di produrre questo primo disco della cantautrice madrilena. Nel 1973 la Serna fece ritorno in Spagna e fu subito arrestata per sovversione. Rilasciata, le fu impedito di esibirsi e di pubblicare. Il suo “Quejido” (lamento, in italiano) fu vietato e venne ripubblicato solo qualche anno dopo con alcuni brani pesantemente censurati…
Parole e musica di Elisa Serna
La traccia che apre e che dà il titolo al suo album d’esordio del 1972.
A partire dal 1970 la Serna si autoesiliò a Parigi e proprio lì, mentre si esibiva in un locale, venne notata da Paco Ibáñez che decise di produrre questo primo disco della cantautrice madrilena. Nel 1973 la Serna fece ritorno in Spagna e fu subito arrestata per sovversione. Rilasciata, le fu impedito di esibirsi e di pubblicare. Il suo “Quejido” (lamento, in italiano) fu vietato e venne ripubblicato solo qualche anno dopo con alcuni brani pesantemente censurati…
¿Qué es lo que pasa conmigo?
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 17/10/2013 - 10:40
Podzielono świat
Podzielono świat na części,
(continua)
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 17/10/2013 - 04:48
San Francisco
Album: "Mon frère" (1972)
En 1971, Catherine Le Forestier, accompagnée de son frère Maxime à la guitare, remporte le premier prix du festival de Spa. Avec l'argent ainsi gagné, ils décident de partir tous les deux pour San Francisco. Ils se rendent alors à l'adresse que leur a confié Luc Alexandre, un ami belge qui leur assure que la ville est faite pour eux. Ils y restent plusieurs semaines, au milieu d'une communauté hippie baptisée « Hunga Dunga » où se côtoient entre autres des déserteurs du Viêt Nam et des homosexuels.
De retour en France, Maxime reçoit une lettre accompagnée de dessins que lui ont envoyé les habitants de la maison bleue. Ne parlant que très peu l'anglais et pour les remercier de leur accueil, il décide de leur envoyer une chanson plutôt qu'un courrier et c'est ainsi qu'il écrit et compose rapidement San Francisco. Titre joué à la guitare, il évoque cette maison habitée par les hippies.
En 1971, Catherine Le Forestier, accompagnée de son frère Maxime à la guitare, remporte le premier prix du festival de Spa. Avec l'argent ainsi gagné, ils décident de partir tous les deux pour San Francisco. Ils se rendent alors à l'adresse que leur a confié Luc Alexandre, un ami belge qui leur assure que la ville est faite pour eux. Ils y restent plusieurs semaines, au milieu d'une communauté hippie baptisée « Hunga Dunga » où se côtoient entre autres des déserteurs du Viêt Nam et des homosexuels.
De retour en France, Maxime reçoit une lettre accompagnée de dessins que lui ont envoyé les habitants de la maison bleue. Ne parlant que très peu l'anglais et pour les remercier de leur accueil, il décide de leur envoyer une chanson plutôt qu'un courrier et c'est ainsi qu'il écrit et compose rapidement San Francisco. Titre joué à la guitare, il évoque cette maison habitée par les hippies.
C'est une maison bleue
(continua)
(continua)
16/10/2013 - 23:23
Nessuno è straniero
Questa canzone dell'enorme dramma dell'immigrazione, vuole essere un piccolo ricordo di tutte le persone che non ce l'hanno fatta e un a preghiera laica per tutte quelle persone scampate ai naufragi perché possano finalmente vivere con la dignità che meritano.
Sempre con le spalle al muro questa vita di passaggio,
(continua)
(continua)
inviata da Stefano Crialesi 16/10/2013 - 23:10
Places
Album: Places (2012)
Dal primo album di Lou Doillon, figlia di Jane Birkin e del regista Jacques Doillon. Un album di canzoni intimiste cantate in inglese tra cui spicca questa "Places" per la quale la cantante e modella è stata paragonata (con un pizzico di esagerazione) a Patti Smith.
Dal primo album di Lou Doillon, figlia di Jane Birkin e del regista Jacques Doillon. Un album di canzoni intimiste cantate in inglese tra cui spicca questa "Places" per la quale la cantante e modella è stata paragonata (con un pizzico di esagerazione) a Patti Smith.
We've named everything
(continua)
(continua)
16/10/2013 - 22:46
Las cárceles
[1937-38]
Versi di Miguel Hernández, dalla raccolta “El hombre acecha”, pubblicata soltanto nel 1981 (la prima edizione del 1939 non fu conclusa e andò perduta alla fine della Guerra Civile) .
Musica di Elisa Serna, nell’album intitolato “Quejido” del 1972.
Versi di Miguel Hernández, dalla raccolta “El hombre acecha”, pubblicata soltanto nel 1981 (la prima edizione del 1939 non fu conclusa e andò perduta alla fine della Guerra Civile) .
Musica di Elisa Serna, nell’album intitolato “Quejido” del 1972.
Cierra las puertas, echa la aldaba, carcelero
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 15:47
Percorsi:
Dalle galere del mondo
Le mani
[1974]
Scritta da Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Dallo spettacolo “Anche per oggi non si vola”
Se già c’è Quelli che benpensano di Frankie HI-NRG MC, non poteva mancare anche questa altrettanto bella di Gaber…
Scritta da Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Dallo spettacolo “Anche per oggi non si vola”
Se già c’è Quelli che benpensano di Frankie HI-NRG MC, non poteva mancare anche questa altrettanto bella di Gaber…
Un incontro civile fra gente educata
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 14:54
Canción del antiavionista
[1937]
Poesia tratta dal IV volume di “Poemas sueltos” (1939)
La canzone dell’addetto alla batteria contraerea è una poesia importante perché descrive bene il sentimento di civili e combattenti sottoposti ai primi bombardamenti a tappeto su obiettivi civili della Storia, quelli attuati nella primavera del 1937 dalla Legione Condor della Luftwaffe nazista, intervenuta a sostegno del bando franchista, sulle città di Durango e Guernica.
Poesia tratta dal IV volume di “Poemas sueltos” (1939)
La canzone dell’addetto alla batteria contraerea è una poesia importante perché descrive bene il sentimento di civili e combattenti sottoposti ai primi bombardamenti a tappeto su obiettivi civili della Storia, quelli attuati nella primavera del 1937 dalla Legione Condor della Luftwaffe nazista, intervenuta a sostegno del bando franchista, sulle città di Durango e Guernica.
Que vienen, vienen, vienen
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 14:03
Las abarcas desiertas
[1937]
Poesia tratta dal IV volume di “Poemas sueltos” (1939)
Messa in musica da Francisco Curto nel suo “Miguel Hernández” del 1976 e più recentemente da Joan Manuel Serrat nell’album “Hijo de la luz y de la sombra” del 2010.
Il grido di Miguel Hernández bambino contro la miseria e l’ingiustizia che soffocavano la sua terra.
Ogni 5 di gennaio in Spagna (dove sono un po’ più cattolici di noi, con la nostra Befana…) si festeggia la “Cabalgata de Reyes Magos” ed il giorno seguente i bambini trovano nella calza il carbone dolce portato dai re astronomi… Ma la calza del piccolo Miguel era un calzettone di lana di capra messo sulla finestra fredda di una bergeria, e il bambino sognava che la mattina dopo il mondo si fosse trasformato in un negozio di giocattoli… Ma nessun “re magio” si avvicinò mai alla finestra ed alla calza di Miguel, sempre gelata e vuota così come le sue “abarcas”, i sandali di cuoio crudo tipici delle zone rurali spagnole…
Poesia tratta dal IV volume di “Poemas sueltos” (1939)
Messa in musica da Francisco Curto nel suo “Miguel Hernández” del 1976 e più recentemente da Joan Manuel Serrat nell’album “Hijo de la luz y de la sombra” del 2010.
Il grido di Miguel Hernández bambino contro la miseria e l’ingiustizia che soffocavano la sua terra.
Ogni 5 di gennaio in Spagna (dove sono un po’ più cattolici di noi, con la nostra Befana…) si festeggia la “Cabalgata de Reyes Magos” ed il giorno seguente i bambini trovano nella calza il carbone dolce portato dai re astronomi… Ma la calza del piccolo Miguel era un calzettone di lana di capra messo sulla finestra fredda di una bergeria, e il bambino sognava che la mattina dopo il mondo si fosse trasformato in un negozio di giocattoli… Ma nessun “re magio” si avvicinò mai alla finestra ed alla calza di Miguel, sempre gelata e vuota così come le sue “abarcas”, i sandali di cuoio crudo tipici delle zone rurali spagnole…
Por el cinco de enero,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 13:11
La senda está trazada
[anni 60]
Parole e musica di Jorge Salerno
Nel disco di Daniel Viglietti intitolato “Canto libre”, o “A una paloma”, del 1970.
Testo trovato su Cancioneros.com
Canzone scritta da Jorge Salerno, studente universitario uruguayo e militante del Movimiento de Liberación Nacional-Tupamaros. Jorge Salerno morì con altri due compagni l’8 ottobre 1969 in uno scontro fuoco con la polizia durante le fasi concitate della cosiddetta “Toma de Pando”, quando i Tupamaros si produssero in un’azione militare in grande stile occupando seppur brevemente una cittadina a pochi chilometri da Montevideo. Per l’organizzazione fu un successo solo dal punto di vista dimostrativo perché, oltre alle perdite subite, parecchi militanti furono catturati.
A lui è dedicata anche un'latra canzone di Viglietti già presente sul sito, Sin música.
Parole e musica di Jorge Salerno
Nel disco di Daniel Viglietti intitolato “Canto libre”, o “A una paloma”, del 1970.
Testo trovato su Cancioneros.com
Canzone scritta da Jorge Salerno, studente universitario uruguayo e militante del Movimiento de Liberación Nacional-Tupamaros. Jorge Salerno morì con altri due compagni l’8 ottobre 1969 in uno scontro fuoco con la polizia durante le fasi concitate della cosiddetta “Toma de Pando”, quando i Tupamaros si produssero in un’azione militare in grande stile occupando seppur brevemente una cittadina a pochi chilometri da Montevideo. Per l’organizzazione fu un successo solo dal punto di vista dimostrativo perché, oltre alle perdite subite, parecchi militanti furono catturati.
A lui è dedicata anche un'latra canzone di Viglietti già presente sul sito, Sin música.
España, Inglaterra, también Portugal,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 11:19
Cantaliso en un bar
[1937]
Versi del poeta, giornalista ed attivista politico cubano Nicolás Guillén, dalla raccolta “Cantos para soldados y sones para turistas” del 1937.
Musica di Daniel Viglietti, dal disco intitolato “Canciones chuecas” del 1971.
Testo trovato su Cancioneros.com
Versi del poeta, giornalista ed attivista politico cubano Nicolás Guillén, dalla raccolta “Cantos para soldados y sones para turistas” del 1937.
Musica di Daniel Viglietti, dal disco intitolato “Canciones chuecas” del 1971.
Testo trovato su Cancioneros.com
Los turistas en el bar:
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 10:55
Il miracolo
2012
Luna Park live
Colonna sonora del film "Ci vorrebbe un miracolO"
Luna Park live
Colonna sonora del film "Ci vorrebbe un miracolO"
Ben arrivato nel paese dei balocchi
(continua)
(continua)
inviata da DoNQuijote82 16/10/2013 - 10:30
Percorsi:
Ahi serva Italia, di dolore ostello
Campos de paz, y sin embargo
Poesia di Rafael Alberti, originariamente intitolata “Canción XVII”, nella raccolta intitolata “Balada y canciones del Paraná” pubblicata nel 1954.
Musica di Niño Gema, dall’LP di Francisco Montaner del 1974 intitolato “El crimen fue en Granada”
Musica di Niño Gema, dall’LP di Francisco Montaner del 1974 intitolato “El crimen fue en Granada”
Campos de paz. Y, sin embargo,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 10:26
El soldado
[1939-40]
Testo di Ángel Parra, versione “dilatata” di una poesia di Rafael Alberti inclusa nella raccolta intitolata “Entre el clavel y la espada” pubblicata nel 1941.
Su di una melodia popolare arrangiata da Ángel Parra, dal disco “Ángel Parra, vol II”
Si tratta probabilmente della prima incisione di un brano musicale su testo del grande poeta spagnolo.
Testo di Ángel Parra, versione “dilatata” di una poesia di Rafael Alberti inclusa nella raccolta intitolata “Entre el clavel y la espada” pubblicata nel 1941.
Su di una melodia popolare arrangiata da Ángel Parra, dal disco “Ángel Parra, vol II”
Si tratta probabilmente della prima incisione di un brano musicale su testo del grande poeta spagnolo.
El soldado soñaba que el soldado
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 16/10/2013 - 09:10
Amb la boca tancada
[1975]
Scritta da Ramon Muntaner i Torruella con Fèlix Cucurull i Tey (1919-1996), scrittore e militante socialista catalano.
Nell’album d’esordio intitolato “Cançó de carrer”
Bellissima, quasi pittorica descrizione di un corteo di protesta di fronte all’imminente repressione poliziesca…
Scritta da Ramon Muntaner i Torruella con Fèlix Cucurull i Tey (1919-1996), scrittore e militante socialista catalano.
Nell’album d’esordio intitolato “Cançó de carrer”
Bellissima, quasi pittorica descrizione di un corteo di protesta di fronte all’imminente repressione poliziesca…
Sense veu
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 15/10/2013 - 16:47
María Coraje
[1970]
Parole e musica di Víctor Manuel.
Dall’album “Quiero abrazarte tanto” pubblicato nel 1970.
Testo trovato su Cancioneros.com
Parole e musica di Víctor Manuel.
Dall’album “Quiero abrazarte tanto” pubblicato nel 1970.
Testo trovato su Cancioneros.com
Tiene 106 años y tiene el pelo blanco de nieve.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 15/10/2013 - 15:59
Cefalonia 8/9/1943
2012
E lo chiamano amore
E lo chiamano amore
8 settembre a Cefalonia il sole
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 15/10/2013 - 15:47
Soldati
2012
E lo chiamano amore
E lo chiamano amore
Combattevano da ormai quaranta giorni
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 15/10/2013 - 15:45
L'esercito dei morti
2009
Esterno buio
Esterno buio
Stride nel vento freddo del mattino
(continua)
(continua)
inviata da dq82 15/10/2013 - 15:43
Il pazzo
2009
Esterno buio
Esterno buio
Condannato a 100 anni di galera
(continua)
(continua)
inviata da DoNQUijote82 15/10/2013 - 15:40
Ai Martiri: Cumiana
2009
Album: Esterno buio
Gli autori della canzone sono Davide Grosso e Roberto Briscese, membri de La Bottega di Musica e Parole.
Cumiana, la strage del 1944
Da Wikipedia
La strage di Cumiana [paese nei pressi di Pinerolo, provincia di Torino, ndr] avvenne il 3 aprile 1944 ad opera di un reparto del 7º battaglione SS italiane (inquadrate qualche mese più tardi in quella che si chiamerà 29. Waffen-Grenadier-Division der SS). Il 7º battaglione, costituito da circa 500 militi, arrivò nella zona di Cumiana, non lontana dalla direttrice Avigliana-Orbassano-Pinerolo, per un ciclo di addestramento in vista di successivi impieghi sul fronte sud. Di fatto, esso fu utilizzato per fronteggiare forti gruppi di "ribelli" (così erano chiamati dalla propaganda nazifascista) appartenenti alla resistenza partigiana.
Antefatti
Il contatto con i partigiani avvenne la notte tra il 31 marzo ed il 1º aprile... (continua)
Album: Esterno buio
Gli autori della canzone sono Davide Grosso e Roberto Briscese, membri de La Bottega di Musica e Parole.
Cumiana, la strage del 1944
Da Wikipedia
La strage di Cumiana [paese nei pressi di Pinerolo, provincia di Torino, ndr] avvenne il 3 aprile 1944 ad opera di un reparto del 7º battaglione SS italiane (inquadrate qualche mese più tardi in quella che si chiamerà 29. Waffen-Grenadier-Division der SS). Il 7º battaglione, costituito da circa 500 militi, arrivò nella zona di Cumiana, non lontana dalla direttrice Avigliana-Orbassano-Pinerolo, per un ciclo di addestramento in vista di successivi impieghi sul fronte sud. Di fatto, esso fu utilizzato per fronteggiare forti gruppi di "ribelli" (così erano chiamati dalla propaganda nazifascista) appartenenti alla resistenza partigiana.
Antefatti
Il contatto con i partigiani avvenne la notte tra il 31 marzo ed il 1º aprile... (continua)
Ho visto il sole tramontare nel cielo sui Tre Denti,
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 15/10/2013 - 15:38
Maquis
[1976]
Parole e musica di Pedro Faura, dal suo secondo e (credo) ultimo album, “Volver no es volver atrás” del 1976.
Ignoro cosa faccia oggi lo spagnolo Bernardo Feuerriegel Fuster – questo il vero nome di Pedro Faura (1947-), autore di questa canzone – ma in gioventù è stato un militante comunista ed un membro della formazione guerrigliera antifranchista Frente Revolucionario Antifascista y Patriota (FRAP), attiva tra il 1973 ed il 1978, quella cui appartenevano Xosé Humberto Baena, Ramón García Sanz e José Luis Sánchez Bravo, tre dei cinque “terroristi” fucilati dal regime poche settimane prima della definitiva partenza di Francisco Franco per l’Inferno.
Ma la canzone non è dedicata tanto ai giovani rivoluzionari comunisti che tra gli anni 60 e 70 diedero qualche grattacapo alla dittatura, bensì ai loro padri, ai maquis, ai “Guerrilleros Españoles”, repubblicani che... (continua)
Parole e musica di Pedro Faura, dal suo secondo e (credo) ultimo album, “Volver no es volver atrás” del 1976.
Ignoro cosa faccia oggi lo spagnolo Bernardo Feuerriegel Fuster – questo il vero nome di Pedro Faura (1947-), autore di questa canzone – ma in gioventù è stato un militante comunista ed un membro della formazione guerrigliera antifranchista Frente Revolucionario Antifascista y Patriota (FRAP), attiva tra il 1973 ed il 1978, quella cui appartenevano Xosé Humberto Baena, Ramón García Sanz e José Luis Sánchez Bravo, tre dei cinque “terroristi” fucilati dal regime poche settimane prima della definitiva partenza di Francisco Franco per l’Inferno.
Ma la canzone non è dedicata tanto ai giovani rivoluzionari comunisti che tra gli anni 60 e 70 diedero qualche grattacapo alla dittatura, bensì ai loro padri, ai maquis, ai “Guerrilleros Españoles”, repubblicani che... (continua)
Fueron tiempos de dolor
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 15/10/2013 - 15:10
Italia libera
Da "Dolce Resistenza" [2006]
Italia libera da mille facce vuote
(continua)
(continua)
inviata da DoNQuijote82 15/10/2013 - 12:18
Percorsi:
Ahi serva Italia, di dolore ostello
Volver no es volver atrás
[1957]
Versi di José Bergamín (1895-1983) poeta spagnolo.
Musica di Pedro Faura, dal suo secondo e (credo) ultimo album, “Volver no es volver atrás” del 1976.
Poesia di esilio e di ritorno (ma mai un ritorno indietro), cosa che toccò più volte nella sua vita allo scrittore José Bergamín. Già oppositore della dittatura del generale Miguel Primo Rivera (dal 1923 al 1930), durante la Seconda repubblica diresse la rivista culturale “Cruz y Raya” e, allo scoppio della Guerra Civile, divenne il presidente dell’Alianza de Intelectuales Antifascistas. Fu lui ad incaricare ufficialmente Picasso affinchè realizzasse il suo “Guernica” per l’Esposizione Internazionale di Parigi. Alla vittoria dei fascisti, fuggì dalla Spagna portando con sé il manoscritto di “Poeta en Nueva York” che l’autore, Federico García Lorca, gli aveva regalato poco prima di essere assassinato. Fu Bergamín... (continua)
Versi di José Bergamín (1895-1983) poeta spagnolo.
Musica di Pedro Faura, dal suo secondo e (credo) ultimo album, “Volver no es volver atrás” del 1976.
Poesia di esilio e di ritorno (ma mai un ritorno indietro), cosa che toccò più volte nella sua vita allo scrittore José Bergamín. Già oppositore della dittatura del generale Miguel Primo Rivera (dal 1923 al 1930), durante la Seconda repubblica diresse la rivista culturale “Cruz y Raya” e, allo scoppio della Guerra Civile, divenne il presidente dell’Alianza de Intelectuales Antifascistas. Fu lui ad incaricare ufficialmente Picasso affinchè realizzasse il suo “Guernica” per l’Esposizione Internazionale di Parigi. Alla vittoria dei fascisti, fuggì dalla Spagna portando con sé il manoscritto di “Poeta en Nueva York” che l’autore, Federico García Lorca, gli aveva regalato poco prima di essere assassinato. Fu Bergamín... (continua)
Volver no es volver atrás.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 15/10/2013 - 11:23
Elegía a un poeta que no tuvo su muerte. Federico García Lorca
[1936]
Versi del poeta Rafael Alberti, dalla raccolta intitolata “De un momento a otro (Poesía e historia)” pubblicata nel 1937.
Musica di Rosa León e Alberto Estébanez.
Nel disco di Rosa León intitolato “Paloma desesperada”
Una poesia in cui Rafael Alberti esprime il suo profondo dolore per la morte, la sua profonda rabbia per l’assassinio dell’amico Federico García Lorca, con il quale, nel 1927, aveva organizzato nell’Università di Siviglia il tributo al poeta barocco Luis de Góngora y Argote in occasione del terzo centenario dalla morte.
E’ come se Alberti rivendichi qui a sé la morte toccata all’amico e negli ultimi versi gli promette che cercherà di vivere una vita lunga, intensa e degna anche per lui, per restituirgli quella che i fascisti gli strapparono a soli 38 anni…
Versi del poeta Rafael Alberti, dalla raccolta intitolata “De un momento a otro (Poesía e historia)” pubblicata nel 1937.
Musica di Rosa León e Alberto Estébanez.
Nel disco di Rosa León intitolato “Paloma desesperada”
Una poesia in cui Rafael Alberti esprime il suo profondo dolore per la morte, la sua profonda rabbia per l’assassinio dell’amico Federico García Lorca, con il quale, nel 1927, aveva organizzato nell’Università di Siviglia il tributo al poeta barocco Luis de Góngora y Argote in occasione del terzo centenario dalla morte.
E’ come se Alberti rivendichi qui a sé la morte toccata all’amico e negli ultimi versi gli promette che cercherà di vivere una vita lunga, intensa e degna anche per lui, per restituirgli quella che i fascisti gli strapparono a soli 38 anni…
No tuviste tu muerte, la que a tí te tocaba.
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 15/10/2013 - 10:18
A Pair of Brown Eyes
"My Elusive Dreams" è un grande successo del duo irlandese
Ray Lynam and Philomena Begley -
"While Ray and Philomena sang Of my elusive dream" perchè
probabilmente dopo Johnny (da cosa si capisce che è Cash?)il juke box suona quella celebre canzone.
(per le traduttrici water lilies sono le ninfee, forse è un riferimento a qualche altra canzone? Chi lo sa?).
Grande canzone, da brividi.
Un saluto a Phil Chevron, che ci ha lasciato qualche giorno fa, ora Lorelei è rimasta sola.
Claudio (Trieste)
Ray Lynam and Philomena Begley -
"While Ray and Philomena sang Of my elusive dream" perchè
probabilmente dopo Johnny (da cosa si capisce che è Cash?)il juke box suona quella celebre canzone.
(per le traduttrici water lilies sono le ninfee, forse è un riferimento a qualche altra canzone? Chi lo sa?).
Grande canzone, da brividi.
Un saluto a Phil Chevron, che ci ha lasciato qualche giorno fa, ora Lorelei è rimasta sola.
Claudio (Trieste)
15/10/2013 - 10:12
L'estaca
CATALANO (VALENCIANO) [Jordi Forbes]
CATALAN (VALENCIAN) [Jordi Forbes]
Versione valenciana di Jordi Forbes
A translation into Valencia Catalan by Jordi Forbes.
CATALAN (VALENCIAN) [Jordi Forbes]
Versione valenciana di Jordi Forbes
A translation into Valencia Catalan by Jordi Forbes.
"This version is for all of those in Valencia who also feel identified with this song.
Aquesta és una versió Valenciana més pròpia per a tots aquells que s'identifiquen amb la mateixa a València
Visca València! :) "
Aquesta és una versió Valenciana més pròpia per a tots aquells que s'identifiquen amb la mateixa a València
Visca València! :) "
L'ESTACA
(continua)
(continua)
inviata da Jordi Forbes 15/10/2013 - 10:10
Il nemico avanza
[2013]
Testo di Emidio Clementi
Nell’album “Aspettando i barbari”
“E’ un pezzo pieno di figure inquietanti, avanzi di galera da cui è meglio tenersi alla larga. Ho sempre provato un’insana attrazione nei confronti dell’Africa postcoloniale di Denard e di Steiner. Dentro, da qualche parte, con una sahariana arrotolata sulle maniche e la sigaretta tra le dita, si intravede anche Goffredo Parise. A dentri stretti confessa che il sangue umano ha un non so che di eccitante su di lui.” (Emidio Clementi)
Una canzone dedicata ai “colpi di coda” del colonialismo d’antan - dall’Algeria al Vietnam, dalla Nigeria al Congo – e ai suoi squallidi protagonisti, “soldati di ventura” come Jean Schramme, o Bob Denard, o Marc Goosens (e tra di loro c’erano anche parecchi italiani, veterani della Folgare e dei Lagunari). Oggi il colonialismo viene esercitato con metodi più raffinati... (continua)
Testo di Emidio Clementi
Nell’album “Aspettando i barbari”
“E’ un pezzo pieno di figure inquietanti, avanzi di galera da cui è meglio tenersi alla larga. Ho sempre provato un’insana attrazione nei confronti dell’Africa postcoloniale di Denard e di Steiner. Dentro, da qualche parte, con una sahariana arrotolata sulle maniche e la sigaretta tra le dita, si intravede anche Goffredo Parise. A dentri stretti confessa che il sangue umano ha un non so che di eccitante su di lui.” (Emidio Clementi)
Una canzone dedicata ai “colpi di coda” del colonialismo d’antan - dall’Algeria al Vietnam, dalla Nigeria al Congo – e ai suoi squallidi protagonisti, “soldati di ventura” come Jean Schramme, o Bob Denard, o Marc Goosens (e tra di loro c’erano anche parecchi italiani, veterani della Folgare e dei Lagunari). Oggi il colonialismo viene esercitato con metodi più raffinati... (continua)
Il nemico avanza
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 14/10/2013 - 14:19
Plague
A song about an unidentified plague - the war actions of evil people. This plague is killing people and ruining lives day by day. The chorus explains how to change the way of thinking into a brand new human condition of disbelief.
People from the world, listen what I say.
(continua)
(continua)
inviata da Verdley Thyme 14/10/2013 - 14:03
Compound
[2013]
Testo di Emidio Clementi
Nell’album “Aspettando i barbari”
“Osama Bin Laden. Abbottabad. L’erba incolta e le galline. Una villetta sgangherata, simile a quelle che punteggiano il litorale calabrese. Quel misto di domestico e di sinistro che avvolge la scena. I materassi insanguinati a fianco delle ciabatte.” (Emidio Clementi)
Testo di Emidio Clementi
Nell’album “Aspettando i barbari”
“Osama Bin Laden. Abbottabad. L’erba incolta e le galline. Una villetta sgangherata, simile a quelle che punteggiano il litorale calabrese. Quel misto di domestico e di sinistro che avvolge la scena. I materassi insanguinati a fianco delle ciabatte.” (Emidio Clementi)
Gli uccelli
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 14/10/2013 - 13:18
Seguendo la flotta
[1960]
Testo di Alberto Arbasino
Musica di Fiorenzo Carpi
Nel disco “Laura Betti con l’orchestra di Piero Umiliani”
Una canzone dai primissimi anni 60, tempi lievi, ridanciani, di matto divertimento e di aperta sfida al pudore. Così Arbasino poteva tranquillamente scrivere e la Betti serenamente cantare della dura vita di un marinaretto gay sotto le armi, ridicolizzando le istituzioni militari.
Oltre tutto, la Taranto dei circoli degli ufficiali di marina, dell’arsenale militare e dei cantieri navali era all’epoca ancora una città “povera, certo, ma deliziosa”, come ebbe a dire un illustre suo cittadino, il giornalista Sandro Viola. Una delle città più curiose ed eleganti d’Italia “dalla vita stradale euforica, mossa e vivace, dove spira un’aria esilarante, stimolante, direi cantabile”, registrava un altro giornalista, il veneto Guido Piovene...
Ma nel 1965 entrò in funzione il mostro... (continua)
Testo di Alberto Arbasino
Musica di Fiorenzo Carpi
Nel disco “Laura Betti con l’orchestra di Piero Umiliani”
Una canzone dai primissimi anni 60, tempi lievi, ridanciani, di matto divertimento e di aperta sfida al pudore. Così Arbasino poteva tranquillamente scrivere e la Betti serenamente cantare della dura vita di un marinaretto gay sotto le armi, ridicolizzando le istituzioni militari.
Oltre tutto, la Taranto dei circoli degli ufficiali di marina, dell’arsenale militare e dei cantieri navali era all’epoca ancora una città “povera, certo, ma deliziosa”, come ebbe a dire un illustre suo cittadino, il giornalista Sandro Viola. Una delle città più curiose ed eleganti d’Italia “dalla vita stradale euforica, mossa e vivace, dove spira un’aria esilarante, stimolante, direi cantabile”, registrava un altro giornalista, il veneto Guido Piovene...
Ma nel 1965 entrò in funzione il mostro... (continua)
Ossigenarsi a Taranto
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 21:55
Madre proteggi
2013
Ali di libertà
“Scrissi MADRE PROTEGGI in termini di preghiera. Non necessariamente nella direzione che può venire immediatamente collegata ad un credente quale io sono, ma come una sorta di invocazione che qualsiasi uomo potrebbe fare in ginocchio, guardando l'orizzonte ed invocando aiuto per la parte debole del mondo. Un aiuto che chiedi al Cielo, che chiedi ad una Madre che viceversa potresti chiamare Terra o anche nel modo che tu senti più vicino al senso che ha il tuo stare al mondo. Non deve esistere alcuna discriminazione al riguardo che non sia nella necessità di giustizia verso chi è ai margini. Solo gli infami, i ladri, gli assassini e i buffoni di qualunque latitudine possono non pensare che il primo compito che un essere umano deve avere non debba essere quello di allungare la propria mano verso chi ti cammina a fianco e che magari proprio dalla tua mano può ricevere la... (continua)
Ali di libertà
“Scrissi MADRE PROTEGGI in termini di preghiera. Non necessariamente nella direzione che può venire immediatamente collegata ad un credente quale io sono, ma come una sorta di invocazione che qualsiasi uomo potrebbe fare in ginocchio, guardando l'orizzonte ed invocando aiuto per la parte debole del mondo. Un aiuto che chiedi al Cielo, che chiedi ad una Madre che viceversa potresti chiamare Terra o anche nel modo che tu senti più vicino al senso che ha il tuo stare al mondo. Non deve esistere alcuna discriminazione al riguardo che non sia nella necessità di giustizia verso chi è ai margini. Solo gli infami, i ladri, gli assassini e i buffoni di qualunque latitudine possono non pensare che il primo compito che un essere umano deve avere non debba essere quello di allungare la propria mano verso chi ti cammina a fianco e che magari proprio dalla tua mano può ricevere la... (continua)
Madre dei cieli, sopra gli occhi miei
(continua)
(continua)
inviata da DoNQuijote82 13/10/2013 - 19:11
Sempre in viaggio (Lombardia)
[2012]
Album : Caminante
Album : Caminante
Quando stavo nelle Puglie la facevo la bella vita
(continua)
(continua)
inviata da adriana 13/10/2013 - 19:09
Percorsi:
Mort au Travail / Morte al Lavoro
Sleepwalk With Me
2013
Album: Ultramarine
The video, directed and animated by Fabricio Lima, tells the true story of two World War Two soldiers who were in love during their North African Campaign in 1943. The story was originally told by soldier Brian Keith in a 1961 published letter titled “Letter to a G.I.” The letter, addressed to his former lover, described the affair and what it meant to him, and revealed that the other soldier had died in combat. The video highlights parts of the letter in a beautiful, abstract way. And the pairing with Young Galaxy’s song works wonderfully together.
Album: Ultramarine
The video, directed and animated by Fabricio Lima, tells the true story of two World War Two soldiers who were in love during their North African Campaign in 1943. The story was originally told by soldier Brian Keith in a 1961 published letter titled “Letter to a G.I.” The letter, addressed to his former lover, described the affair and what it meant to him, and revealed that the other soldier had died in combat. The video highlights parts of the letter in a beautiful, abstract way. And the pairing with Young Galaxy’s song works wonderfully together.
Can you hear me knockin'
(continua)
(continua)
inviata da DoNQUijote82 13/10/2013 - 18:06
Fiche cu le mendule
[2013]
Album : Muddhriche
Album : Muddhriche
Suntu l'anni 40 e nc'è picca te fare
(continua)
(continua)
inviata da Antonio P 13/10/2013 - 17:19
El monte y el río
Con l'occasione segnalo che un'errore ed un'inversione negli ultimi versi. Quelli corretti sono i seguenti:
Oh tú, la que yo amo,
pequeña, grano rojo
de trigo,
será dura la lucha,
la vida será dura,
pero vendrás conmigo
Oh tú, la que yo amo,
pequeña, grano rojo
de trigo,
será dura la lucha,
la vida será dura,
pero vendrás conmigo
IL MONTE ED IL FIUME
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 17:13
Neno orfo con cabalos ao fondo
NIÑOS HUÉRFANOS CON CABALLOS AL FONDO
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 16:42
Preguntas
Versi di José Manuel Caballero Bonald (1928-), scrittore e poeta spagnolo.
Musica di Paco Damas, dall’album intitolato “Que a todas las balas se les haga de noche” pubblicato nel 2012.
Musica di Paco Damas, dall’album intitolato “Que a todas las balas se les haga de noche” pubblicato nel 2012.
Ya se han puesto en camino
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 15:20
Llévame antes el Dios de la guerra
Parole e musica di Paco Damas, dall’album intitolato “Que a todas las balas se les haga de noche” pubblicato nel 2012.
Llévame antes el Dios de la guerra,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 15:08
Trigo y agua
Parole e musica di Paco Damas, dall’album intitolato “Que a todas las balas se les haga de noche” pubblicato nel 2012.
Interpretata nel disco insieme ad Amparo Sánchez degli Amparanoia
Interpretata nel disco insieme ad Amparo Sánchez degli Amparanoia
Hay una lluvia de manos
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 14:29
Llevo el dolor del mundo por sombrero
Versi di Dolors Alberola (1952-), poetessa spagnola.
Musica di Paco Damas, dall’album intitolato “Que a todas las balas se les haga de noche” pubblicato nel 2012.
Musica di Paco Damas, dall’album intitolato “Que a todas las balas se les haga de noche” pubblicato nel 2012.
Hoy llevo la tristeza entre los dedos
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 14:24
Canción para los refugiados
Parole e musica di Paco Damas, dall’album intitolato “Que a todas las balas se les haga de noche” pubblicato nel 2012.
Es de noche
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 13:57
The Last Train to Clarksville
La versione de I Camaleonti, singolo del 1966 poi incluso nell’album “Portami tante rose” del 1967.
LA LIBERTA’
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 11:06
Ai quindici di Piazzale Loreto
Altri versi sull'eccidio di piazzale Loreto del 1944, questi di Alfonso Gatto (1909-1976), dalla raccolta intitolata "Il capo sulla neve", 1947.
PER I COMPAGNI FUCILATI IN PIAZZALE LORETO
Ed era l’alba, poi tutto fu fermo
La città, il cielo, il fiato del giorno.
Restarono i carnefici soltanto
Vivi davanti ai morti.
Era silenzio l’urlo del mattino,
silenzio il cielo ferito,
un silenzio di case, di Milano.
Restarono bruttati anche di sole,
sporchi di luce e l’uno e l’altro odiosi,
gli assassini venduti alla paura.
Era l’alba, e dove fu lavoro,
ove il piazzale era la gioia accesa
della città migrante alle sue luci
da sera a sera. Ove lo stesso strido
dei tram era saluto al giorno, al fresco
viso dei vivi, vollero il massacro
perché Milano avesse alla sua soglia
confusi tutti in uno stesso sangue
i suoi figli promessi e il vecchio cuore... (continua)
PER I COMPAGNI FUCILATI IN PIAZZALE LORETO
Ed era l’alba, poi tutto fu fermo
La città, il cielo, il fiato del giorno.
Restarono i carnefici soltanto
Vivi davanti ai morti.
Era silenzio l’urlo del mattino,
silenzio il cielo ferito,
un silenzio di case, di Milano.
Restarono bruttati anche di sole,
sporchi di luce e l’uno e l’altro odiosi,
gli assassini venduti alla paura.
Era l’alba, e dove fu lavoro,
ove il piazzale era la gioia accesa
della città migrante alle sue luci
da sera a sera. Ove lo stesso strido
dei tram era saluto al giorno, al fresco
viso dei vivi, vollero il massacro
perché Milano avesse alla sua soglia
confusi tutti in uno stesso sangue
i suoi figli promessi e il vecchio cuore... (continua)
Bernart 11/10/2013 - 13:35
Crawling
Vesrione italiana da linkinpark.it
STRISCIANDO
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 11/10/2013 - 10:48
No More Sorrow
Vesrione italiana da linkinpark.it
Niente più dolore
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 11/10/2013 - 10:41
Fischia il vento
Grazie delle lodi, Riccardo: mi correggi, nell'ultimo verso, νικιφόροι in νικηφόροι ?
Gian Piero Testa 10/10/2013 - 19:31
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Parole e musica di Pablo Milanés.
Nell’album di Ángel Parra intitolato “Canciones de patria nueva” pubblicato nel 1971.
Il brano fa parte del repertorio anche di Elisa Serna, di Daniel Viglietti, di Soledad Bravo e di Víctor Manuel.
L’ho attribuita ad Ángel Parra perché risulta che sia stato il primo ad inciderla.