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San Franciscan Nights
![San Franciscan Nights](img/thumb/c44875_130x140.jpeg?1371333349)
la più bella canzone della mia vita, fatta con 4 note in "croce", capolavoro.
zani fabio 13/10/2013 - 23:30
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El monte y el río
![El monte y el río](img/thumb/c45626_130x140.jpeg?1380805451)
Con l'occasione segnalo che un'errore ed un'inversione negli ultimi versi. Quelli corretti sono i seguenti:
Oh tú, la que yo amo,
pequeña, grano rojo
de trigo,
será dura la lucha,
la vida será dura,
pero vendrás conmigo
Oh tú, la que yo amo,
pequeña, grano rojo
de trigo,
será dura la lucha,
la vida será dura,
pero vendrás conmigo
IL MONTE ED IL FIUME
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 17:13
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Neno orfo con cabalos ao fondo
![Neno orfo con cabalos ao fondo](img/thumb/c45616_130x140.jpeg?1380711357)
NIÑOS HUÉRFANOS CON CABALLOS AL FONDO
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 16:42
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The Last Train to Clarksville
La versione de I Camaleonti, singolo del 1966 poi incluso nell’album “Portami tante rose” del 1967.
![The Last Train to Clarksville](img/upl/8004429131422_Camaleonti_Portami_tante_Rose.jpg)
LA LIBERTA’
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 13/10/2013 - 11:06
Ai quindici di Piazzale Loreto
![Ai quindici di Piazzale Loreto](img/upl/20130811-090400.jpg)
Altri versi sull'eccidio di piazzale Loreto del 1944, questi di Alfonso Gatto (1909-1976), dalla raccolta intitolata "Il capo sulla neve", 1947.
PER I COMPAGNI FUCILATI IN PIAZZALE LORETO
Ed era l’alba, poi tutto fu fermo
La città, il cielo, il fiato del giorno.
Restarono i carnefici soltanto
Vivi davanti ai morti.
Era silenzio l’urlo del mattino,
silenzio il cielo ferito,
un silenzio di case, di Milano.
Restarono bruttati anche di sole,
sporchi di luce e l’uno e l’altro odiosi,
gli assassini venduti alla paura.
Era l’alba, e dove fu lavoro,
ove il piazzale era la gioia accesa
della città migrante alle sue luci
da sera a sera. Ove lo stesso strido
dei tram era saluto al giorno, al fresco
viso dei vivi, vollero il massacro
perché Milano avesse alla sua soglia
confusi tutti in uno stesso sangue
i suoi figli promessi e il vecchio cuore... (continua)
PER I COMPAGNI FUCILATI IN PIAZZALE LORETO
Ed era l’alba, poi tutto fu fermo
La città, il cielo, il fiato del giorno.
Restarono i carnefici soltanto
Vivi davanti ai morti.
Era silenzio l’urlo del mattino,
silenzio il cielo ferito,
un silenzio di case, di Milano.
Restarono bruttati anche di sole,
sporchi di luce e l’uno e l’altro odiosi,
gli assassini venduti alla paura.
Era l’alba, e dove fu lavoro,
ove il piazzale era la gioia accesa
della città migrante alle sue luci
da sera a sera. Ove lo stesso strido
dei tram era saluto al giorno, al fresco
viso dei vivi, vollero il massacro
perché Milano avesse alla sua soglia
confusi tutti in uno stesso sangue
i suoi figli promessi e il vecchio cuore... (continua)
Bernart 11/10/2013 - 13:35
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Crawling
![Crawling](img/thumb/c45654_130x140.jpeg?1500669113)
Vesrione italiana da linkinpark.it
STRISCIANDO
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 11/10/2013 - 10:48
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No More Sorrow
![No More Sorrow](img/thumb/c37821_130x140.jpeg?1381480915)
Vesrione italiana da linkinpark.it
Niente più dolore
(continua)
(continua)
inviata da DQ82 11/10/2013 - 10:41
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Picasso colombe
![Picasso colombe](img/thumb/c41971_130x140.jpeg?1343853124)
Nella raccolta di poesie di Blas de Otero intitolata “En castellano”, pubblicata nel 1960, ce n’è una di forte sapore surrealista dall’oscuro titolo di “Caniguer”.
Ma se si pensa che “Caniguer” non è che l’anagramma dell’allora impronunciabile nome della città basca di Guernica, allora tutto si spiega: la poesia è una descrizione in versi della famosa tela dipinta da Pablo Picasso nelle settimane immediatamente successive al bombardamento nazifascista del 26 aprile 1937. I versi di Otero cercano di restituire le stesse visioni surreali, le stesse astrazioni figurative del quadro attraverso il ricorso all’eliminazione della punteggiatura e la ripetizione della simbologia usata dal pittore – il grido, la rabbia, il toro, il bambino – con l’intento di suscitare nel lettore le stesse emozioni violente che chiunque sia sia trovato di fronte a quel quadro ha sicuramente provato (mi... (continua)
Ma se si pensa che “Caniguer” non è che l’anagramma dell’allora impronunciabile nome della città basca di Guernica, allora tutto si spiega: la poesia è una descrizione in versi della famosa tela dipinta da Pablo Picasso nelle settimane immediatamente successive al bombardamento nazifascista del 26 aprile 1937. I versi di Otero cercano di restituire le stesse visioni surreali, le stesse astrazioni figurative del quadro attraverso il ricorso all’eliminazione della punteggiatura e la ripetizione della simbologia usata dal pittore – il grido, la rabbia, il toro, il bambino – con l’intento di suscitare nel lettore le stesse emozioni violente che chiunque sia sia trovato di fronte a quel quadro ha sicuramente provato (mi... (continua)
Bernart 9/10/2013 - 09:17
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