Da quando conosco questa canzone, sospetto fortemente che sia diventata il mio canto delle sirene; per questo, facendone oggi una traduzione in francese (opinabile, naturalmente), al posto di un commento adeguato che non mi riuscirà mai fare, ho lasciato un "espace blanc". Lo riempirà mai qualcuno? Chissà. Ma questo è e resterà uno dei brani più belli, più criptici e anche più sconosciuti dell'intera canzone d'autore in lingua italiana.
d'une chanson italienne – Il Capitano – Ivan Della Mea – 2000
"Carissimo Riccardo, en commentaire à ta traduction du 'Capitano' de Della Mea, je t'envoie une version de ma main. Au départ, je voulais juste corriger une ou deux choses... sans plus, mais chemin faisant, je m'aperçois que j'ai quasiment tout refait et que le résultat est sensiblement différent. J'ai tenté d'être au plus proche du texte italien... Enfin, tu verras. J'y ai mis un petit commentaire, qui finalement renvoie à Baudelaire. Le Voyage. D’ailleurs, je te joins le texte complet de Baudelaire, car il y a d'autres passages éclairants, dont Ivan Della Mea est assez proche." (Marco Valdo M.I.)"
"Carissimo Riccardo, a mo' di commento alla traduzione del 'Capitano' di Della Mea, ti mando una versione di mia mano. All'inizio volevo correggere giusto un paio di cose e nient'altro...ma mi accorgo strada facendo che ho rifatto... (continua)
Charles Baudelaire: LE VOYAGE
"Les fleurs du mal", 1857.
À Maxime Du Camp.
I.
Pour l'enfant, amoureux de cartes et d'estampes,
L'univers est égal à son vaste appétit.
Ah ! que le monde est grand à la clarté des lampes !
Aux yeux du souvenir que le monde est petit !
Un matin nous partons, le cerveau plein de flamme,
Le coeur gros de rancune et de désirs amers,
Et nous allons, suivant le rythme de la lame,
Berçant notre infini sur le fini des mers :
Les uns, joyeux de fuir une patrie infâme ;
D'autres, l'horreur de leurs berceaux, et quelques-uns,
Astrologues noyés dans les yeux d'une femme,
La Circé tyrannique aux dangereux parfums.
Pour n'être pas changés en bêtes, ils s'enivrent
D'espace et de lumière et de cieux embrasés ;
La glace qui les mord, les soleils qui les cuivrent,
Effacent lentement la marque des baisers.
Mais les vrais voyageurs sont ceux-là seuls qui partent
Pour... (continua)
Ma guarda te... il Lega che cita Baudelaire... vabbé probabilmente lo sapevate già tutti e sono io che sono ignorante :)...ma forse no... perché la traduzione francese non ri-cita Baudelaire... :)
O morte vecchio capitano
Salpiamo l’ancora, su andiamo
Inferno o cielo cosa importa
Da questa vita morta
Beh, che il Lega -cantautore in gran parte "francese"- citi Baudelaire non mi stupisce più di tanto anche se è vero che non ci avevo proprio pensato. Il parallelismo Della Mea-Baudelaire mi sembra molto più degno di nota, ma rimando a quel che scriverò fra poco... Piuttosto qualcuno si dovrà dare da fare per registrare questa canzone di Della Mea e metterla sul Tubo, è un peccato che non possa essere ascoltata. (Riccardo Venturi )
Charles Baudelaire: IL VIAGGIO
"I fiori del male", 1857.
Traduzione italiana di Gianni Celati.
A Maxime Du Camp.
I.
Per il bimbo innamorato di carte e di stampe
l’universo è in tutto uguale a un vasto appetito.
Com’è grande il mondo alla luce delle lampe,
e agli occhi del ricordo com’è rattrappito!
Un bel mattino si parte, le menti infiammate,
il cuore pieno di livori e struggimenti amari,
e si segue il ritmo dei marosi alle murate
che culla il nostro infinito sul finito dei mari.
Lieti alcuni di fuggire da una patria trista,
altri con l’orrore dei natali ingloriosi,
altri ancora, astrologhi stregati alla vista
di tiranne Circi dai vezzi pericolosi,
per non farsi tramutare in bestie, con fiducia
s’inebriano di spazi, luce e cieli infuocati,
e il gelo che li morde e il caldo che li brucia
cancellano infine i baci che li han marchiati.
Forse non mi riuscirà mai scrivere qualcosa su questa canzone, anche perché è dalla prima volta che la ho ascoltata (nel "famoso" sgabuzzino di Friburgo, anno 2004) che mi ha letteralmente stregato. Mi ricordo di me e della Manuela, la mia ex svizzera con cui abitavo, letteralmente in piedi a dirci ad occhi spalancati: "Ma la senti questa canzone...?"
Però qualcosa la posso e la devo dire, in attesa del commento di Marco Valdo (che già oggi ha "piazzato" un colpo da novanta con il parallelismo baudelairiano, cui davvero non avevo mai pensato). Una prima cosa: comunque la si veda e quali che siano i parallelismi, questa canzone rimanda alla più grande e profonda poesia. Io avevo pensato alla "Ballata del vecchio marinaio" di Coleridge, mi si risponde (giustamente) con Baudelaire e, su tutta questa storia di sirene incantatrici, aleggiano ovviamente Ulisse e l'Odissea.
Alla fine, navigando navigando, ce l'ho fatta a piazzare i "vermetti" sul titolo, e anche a spostare per l'ennesima volta la entry principale del nome dell'autore, che in questo sito, per ovvi motivi di reperibilità, deve essere sempre in alfabeto latino. Altrimenti si costringe tutto il mondo a imparare il greco, se deve ricercare sotto Ἀνακρέων.
mio bisnonno fante alla presa di gorizia cantava:
alpini e bersaglieri so andati in osteria
la presa di gorizia la fa la fanteria
bom bom bom al rombo dei cannon
signori, che dire? da vent'anni e più, "Stranizza d'amuri" e "Veni l'autunnu" sono il sunto dei miei sentimenti, sono l'amore per i miei cari, per mia figlia, per mia moglie per i miei genitori, per i miei fratelli per quest'Italia, povera patria, che ci stanno usurpando, annientando, letteralmente togliendo da sotto. Mai potranno toglierci l'orgoglio di essere parte di questa poesia, inno alla vita ed alla semplicità, essenza di una Italia che vive e che ama. Grazie Francuzzu, grazie maestro; ispirazione, guida, stimolo delle mie passioni, della mia professione.
con le lagrime agli occhi, grazie.
d'après la version italienne de Lorenzo Masetti d'une chanson espagnole - ¿Qué fue de los cantautores? – Luís Pastor - 2012
Peut-être en Italie aussi, nous faudrait-il quelqu'un qui répondît, et aussi bien, à la fatidique et sotte question " Quid des auteurs de textes de chansons?" Il est vrai qu'en Espagne, bien plus qu'en Italie, les auteurs de textes de chansons ont représenté, malgré les différences linguistiques et de style, un mouvement véritable qui partageait quelques principes fondamentaux : le « Cantemos como quien respira » de Gabriel Celaya.
Cette poésie/chanson reparcourt l'histoire de la chanson d'auteur depuis les temps sombres du franquisme qui cependant vit fleurir une chanson d'auteur pour certain vers exceptionnels, au reflux après la transition à la démocratie. En effet retrouvée la "liberté", certains partis, en particulier le PSOE (Parti Socialiste Ouvrier Espagnol) ,... (continua)
QUE SONT LES CHANTAUTEURS DEVENUS ? (continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/6/2012 - 21:30
I miei complimenti a Marco Valdo per questa traduzione, che è stato sin troppo buono a presentare come "tratta dalla mia italiana". Ha fatto invece molto meglio di me, mantenendo molto (tutto è chiaramente impossibile) della poesia originale e trovando le rime in maniera naturale, mentre le poche rimaste nella mia traduzione sono pressoché casuali dovuti alla somiglianza tra l'italiano e lo spagnolo. Anzi cambio qualcosa nella mia traduzione ispirandomi alla sua francese...
Se poi qualcuno ha un buon proverbio italiano da consigliarmi per tradurre il finale... io non ho trovato di meglio.
Lorenzo, secondo me non importerebbe neanche cercare il "buon proverbio italiano". Lo ricrei tu, il proverbio, il modo di dire. Io non lo so se c'è in italiano; ricorri al toscano, visto che fiorentino sei. "Lo scarpaio alle su' scarpe". Si capisce benissimo, aderisci al testo e, magari, visto il potere del Webbe, crei personalmente un proverbio. By Lorenzo Masetty®. Tutto questo per dirti: la traduzione è, spesso, pura invenzione. L'avessi fatta io, 'sta traduzione (e non ci metterò mano) sarei andato oltre: "zapatero a sus zapatos"? Bene, "zappatore alla su' zappa". Non vuol dire quello? E chi se ne frega! Ma comunque cerca di levare quell' "a ciascuno il suo", che mi sembra l' "Ottenebratore Romano". Saluti!
e scarpaio sia! (lo zappatore non mi convince anche se citando "La Scuola" si potrebbe tradurre "c'è chi è nato per cantare e chi è nato per zappare"). Sì forse dovrei osare di più nelle traduzioni ma che ci vuoi fare... sono un informatico.
A proposito... calentón l'ho tradotto malamente "eccitazione" ma sarebbe "excitación repentina que puede ser sexual o por enfado" (es. "Cuando eres un quinceañero y no tienes novia sólo hay una manera de bajarte el calentón"). O come si dice in italiano, fiorentino o quello che vuoi? :)
Si je peux dire un mot.... à propos de
Cantautor a tus canciones.
Zapatero a tus zapatos.
Pour moi, le Zapatero en question était premier ministre espagnol et dirigeait auparavant le PSOE, jusqu'il y a pas trop longtemps. - voir la trahison du PSOE vis-à-vis des artistes dès la période de "transition".
Dès lors, si le Cantautor est Pastor lui-même... il s'occupe de ses chansons, il retourne à ses chansons.
Et logiquement, le Zapatero est prié de retourner à ses zapatos...
D'où, le savetier à ses savates...
D'accord, mais entretemps, il y est retourné et l'allusion, à mon sens, est trop circonstancielle... Elle n'en vaut plus la peine.
Par ailleurs, l'affirmation claire et nette est "chacun dans son domaine"... Elle est meilleure encore quand il s'agit d'une prise de position pour le futur... En clair, messieurs les politiques, gardez vos moutons, nous on fera de la musique et... (continua)
Moi, je trouve que mettre Le Temps des Cerises en appendice à une chanson qui en est en fait une descendante est une véritable iniquité.
De plus, même si parfois, c'est la rançon de son succès populaire, il est chanté dans les fêtes de famille, de village et de lutte, Le Temps des cerises est devenu un chant de combat, un chant fraternel qui soude en amitié chaleureuse bien des groupes de grèvistes, de militants, de révolutionnaires...
Alors, je pense qu'il a sa place pleine et entière dans les Chansons contre la Guerre et qu'il eût dû être dans les fameuses "Canzoni fondamentali", car incontestablement, c'en est une - au même titre que L'Internationale.
Mais il est vrai que je ne suis qu'un âne.
Ainsi Parlait Lucien Lane
Lui, il n'est peut-être qu'un âne et moi, qui ne suis qu'un homme, je dis qu'il a parafaitement raison...
Et quand Le Temps des Cerises aura regagné sa place...... (continua)
Anche questa poesia è di Basilio Santòcrile,
Ve la trasmetto con relativa traduzione.
(son sicuro che se contatterete l’autore sarà felice di fornirvi diverso materiale storico sul Cilento.)
Basilio Santocrile
(STORMELLI: – dal volume delle canzoni cilentane – (Anche le zanzare pungono) Proprietà letteraria riservata di Basilio Santocrile, viene consentita la riproduzione dei racconti poesie detti ecc.. per intero a mezzo stampa radio TV ed internet, citando l’ autori e il titolo del libro. – . – basilio.santocrile@libero.it. Fax 06/99331572 -