Avanti ragazzi di Budapest
Visto il tono che hanno assunto alcuni commenti (non approvati) a questa canzone, i commenti verranno sottoposti a rigorosa approvazione preventiva fino a nuovo ordine. Questo sito non è un luogo per schermaglie verbali e insulti tra "comunisti" e "fascisti", ma un luogo di confronto civile (e ricordiamo che ben pochi siti chiaramente orientati come il nostro avrebbero volutamente istituito una sezione dedicata a canzoni provenienti da un'area diametralmente opposta). Invitiamo coloro cui piace stare a spippolare per scambiarsi insulti banali e puerili (e noiosissimi) a trasferirsi su "Facebook" o altre simili idiozie telematiche "in tempo reale"; qui non sono graditi, di qualsiasi "colore" essi siano. Grazie.
CCG/AWS Staff 22/6/2012 - 16:19
¿Qué fue de los cantautores?
con un ringraziamento speciale a Gustavo Sierra Fernández per avermi chiarito alcuni punti oscuri.
Forse anche in Italia ci vorrebbe qualcuno che rispondesse (e così bene) alla fatidica (e stupida) domanda "che fine han fatto i cantautori?" È vero che in Spagna, ben più che in i Italia, i cantautori hanno rappresentato (malgrado le differenze linguistiche e di stile) un vero e proprio movimento che condivideva alcuni principi fondamentali (il "Cantemos como quien respira" di Gabriel Celaya).
Questa poesia/canzone ripercorre la storia della canzone d'autore dai tempi bui del franchismo che però videro fiorire una canzone d'autore per certi versi eccezionale, al riflusso dopo la transizione alla democrazia.
Infatti ritrovata la "libertà" alcuni partiti (in particolare il PSOE) che avevano utilizzato in chiave propagandistica i cantautori (i politici che fanno da comparsa al trovatore)... (continua)
Forse anche in Italia ci vorrebbe qualcuno che rispondesse (e così bene) alla fatidica (e stupida) domanda "che fine han fatto i cantautori?" È vero che in Spagna, ben più che in i Italia, i cantautori hanno rappresentato (malgrado le differenze linguistiche e di stile) un vero e proprio movimento che condivideva alcuni principi fondamentali (il "Cantemos como quien respira" di Gabriel Celaya).
Questa poesia/canzone ripercorre la storia della canzone d'autore dai tempi bui del franchismo che però videro fiorire una canzone d'autore per certi versi eccezionale, al riflusso dopo la transizione alla democrazia.
Infatti ritrovata la "libertà" alcuni partiti (in particolare il PSOE) che avevano utilizzato in chiave propagandistica i cantautori (i politici che fanno da comparsa al trovatore)... (continua)
CHE È STATO DEI CANTAUTORI?
(continua)
(continua)
21/6/2012 - 23:55
Barbarism Begins at Home
La traduzione proviene in parte da World of Morrisey e dovrebbe essere in copyleft.
LA BARBARIE COMINCIA TRA LE MURA DI CASA
(continua)
(continua)
inviata da Margherita 21/6/2012 - 14:24
Ένας όμηρος
Una delle più tipiche cose del sottoscritto: quando già il "termine" di qualcosa è stato annunciato in pompa magna (in questo caso: la sezione dedicata a Theodorakis), ci si accorge che una pagina era stata dimenticata. Un vero classico. Rimediamo con questa nuova versione della pagina dedicata all' "Ostaggio", rimessa interamente in sesto e razionalizzata dopo le sue già parecchie stratificazioni.
Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ 21/6/2012 - 12:18
I'm Not Afraid of Life
... e c'è pure un percorso sul Muro di Berlino, mentre invece mi pare che molte delle canzoni sugli anni della guerra fredda siano sparse un po' in giro, forse per la difficoltà di limitarle a quel solo ambito...
Dead End 21/6/2012 - 11:00
Piccola storia ignobile
La 194 è salva, per oggi. La Corte costituzionale ha comunicato che la questione di costituzionalità della legge 194 sollevata dal giudice di Spoleto è “manifestamente inammissibile”.
CCG/AWS Staff 20/6/2012 - 22:44
On n'est pas là pour se faire engueuler
Riscrittura in fiorentino moderno assolutamente stretto di Riccardo Venturi
20 giugno 2012
Prima parte seria & linguistica: in questa prima resa di Boris Vian in fiorentino stetto del XXI secolo, ho scelto volutamente un registro "sanfredianino", notandolo graficamente in maniera rigorosa. A differenza di quanto dicono que' poveracci di leghisti, con tutti i loro "celti", è il fiorentino e i dialetti toscani in genere che condividono con le lingue celtiche, quelle vere, una caratteristica fondamentale: le cosiddette "mutazioni iniziali". Si tratta di fenomeni fonomorfosintattici di contatto, che come in gallese, bretone, gaelico eccetera si risolvono in aspirazioni della consonante in determinate posizioni. Con buona pace di Bossi, quindi, il fiorentino è parecchio più "celtico" del lombardo o del piemontese. Per farla breve, nel testo che segue sono notate tutte codeste mutazioni, le... (continua)
20 giugno 2012
Prima parte seria & linguistica: in questa prima resa di Boris Vian in fiorentino stetto del XXI secolo, ho scelto volutamente un registro "sanfredianino", notandolo graficamente in maniera rigorosa. A differenza di quanto dicono que' poveracci di leghisti, con tutti i loro "celti", è il fiorentino e i dialetti toscani in genere che condividono con le lingue celtiche, quelle vere, una caratteristica fondamentale: le cosiddette "mutazioni iniziali". Si tratta di fenomeni fonomorfosintattici di contatto, che come in gallese, bretone, gaelico eccetera si risolvono in aspirazioni della consonante in determinate posizioni. Con buona pace di Bossi, quindi, il fiorentino è parecchio più "celtico" del lombardo o del piemontese. Per farla breve, nel testo che segue sono notate tutte codeste mutazioni, le... (continua)
'E 'UN Z'È MMIHA HUI PE' FFACCI THRATTA' DDA PPELLAI
(continua)
(continua)
20/6/2012 - 09:36
Georges Brassens: Le bricoleur
20 giugno 2012
Non ringrazierò mai abbastanza Marco Valdo di avere inserito questo "extra" brassensiano. Un po' perché, qualche giorno fa, mi è capitato di assistere a una specie di "conferenza-spettacolo" tenuto da un gran capo anarchico italiano, il quale ha prima preannunciato in pompa magna di voler parlare di Brassens per poi, giunto il momento, confessare che di Brassens non sapeva praticamente nulla, nemmeno pronunciarne correttamente il cognome (agli italiani proprio non gli entra che la "s" finale si pronunci). E io che m'ero portato pure il libriccino con le canzoni, tutto entusiasta; ma vatti a fidare degli anarchici italiani, sacrebleu. Un po' (tanto), poi, perché sono combattuto. Da un lato mi piace l'idea di Springsteen di farsi le cose da soli, di essere autosufficienti; dall'altra, lo confesso, so a malapena cambiarmi una lampadina in casa e devo ricorrere a mio fratello,... (continua)
Non ringrazierò mai abbastanza Marco Valdo di avere inserito questo "extra" brassensiano. Un po' perché, qualche giorno fa, mi è capitato di assistere a una specie di "conferenza-spettacolo" tenuto da un gran capo anarchico italiano, il quale ha prima preannunciato in pompa magna di voler parlare di Brassens per poi, giunto il momento, confessare che di Brassens non sapeva praticamente nulla, nemmeno pronunciarne correttamente il cognome (agli italiani proprio non gli entra che la "s" finale si pronunci). E io che m'ero portato pure il libriccino con le canzoni, tutto entusiasta; ma vatti a fidare degli anarchici italiani, sacrebleu. Un po' (tanto), poi, perché sono combattuto. Da un lato mi piace l'idea di Springsteen di farsi le cose da soli, di essere autosufficienti; dall'altra, lo confesso, so a malapena cambiarmi una lampadina in casa e devo ricorrere a mio fratello,... (continua)
IL BRICOLATORE
(continua)
(continua)
20/6/2012 - 00:11
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traduzione italiana di Riccardo Venturi
Finora il testo completo della poesia "La ballata del Sor Medios" era rimasto senza traduzione; ed è stato davvero un grande errore al quale si rimedia oggi. Dalla traduzione appare finalmente quel che è veramente la "Ballata": una poesia militante di singolare dirompenza, che perdipiù si adatta perfettamente ai tempi d'oggi (segno che nulla è cambiato e, anzi, è peggiorato). Inserendosi nell'antichissima tradizione ellenica del "parlar per animali" (Esopo insegnò...), Vàrnalis parlò del lavoratore sfruttato, dell'asino di ogni tempo (e, perché no, anche degli asini veri e propri). Invitandolo non alla cupa rassegnazione al proprio destino e all'attesa della morte come una liberazione, ma alla lotta e al riscatto per sé e per tutti gli asini come lui. Nell'attacco alle chiese e nella negazione... (continua)