My viewpoint, in telling the history of the United States, is different: that we must not accept the memory of states as our own. Nations are not communities and never have been, The history of any country, presented as the history of a family, conceals fierce conflicts of interest (sometimes exploding, most often repressed) between conquerors and conquered, masters and slaves, capitalists and workers, dominators and dominated in race and sex. And in such a world of conflict, a world of victims and executioners, it is the job of thinking people, as Albert Camus suggested, not to be on the side of the executioners.
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Il mio punto di vista, nel raccontare la storia degli Stati Uniti è diverso: non dobbiamo accettare come nostra la memoria degli stati. Le nazioni non sono comunità e mai lo sono state. La storia di qualsiasi paese, presentata come fosse la storia di una famiglia, nasconde... (continua)
E' morto il 17 aprile scorso il bravissimo cantante popolare greco Dimitris Mitropanos. Aveva solo 64 anni. Tessalo di umili origini, era stato scoperto da Grigoris Bithikotsis e "allevato" da Yorgos Zambetas, due dei maggiori interpreti e autori della canzone popolare greca. Con la sua voce potente, agile, inconfondibile, ha interpretato magistralmente le composizioni dei più grandi musicisti greci, come Theodorakis, Moutsis, Kaldaras, Moussafiris, Spanòs, Tokas, e molti altri. Particolarmente significativa è stata la sua collaborazione con Thanos Mikroutsikos e, nei tempi più recenti, con Stamatis Kraounakis. La sua scomparsa, dovuta a problemi cardiaci sfociati in un improvviso e drammatico edema polmonare, costituisce una perdita molto grave per il mondo della musica greca. Un altro nome indimenticabile va aggiungersi al pantheon dei più amati e genuini interpreti scomparsi. (gpt)
E' sparito...II fascismo. Ma solo dal link, purtroppo. Così mi tocca ripristinarlo, per ricordare ai greci che oggi è il 21 aprile, il giorno in cui i Colonnelli, nel 1967, si impadronirono del loro Paese:
Gian Piero Testa 21/4/2012 - 11:19
Data doppiamente legata al fascismo, questa del 21 aprile: se non mi sbaglio, durante il Ventennio proprio oggi si "festeggiava" il "Natale di Roma" (immagino tutti i romani che facevano di nome Natale come si saranno sentiti...). Invece, attorno a questa data, i fascisti nostrani (tipo tale Storace, detto "Il refuso") non perdono l'occasione per far vedere quanto siano ridicoli:
" Ai salti della quaglia di Giuliano Castellino c’eravamo abituati, ma uno così drastico non ce lo saremmo mai aspettati. Spaspodicamente impegnato nella ricerca di una poltrona per sistemare se stesso e il suo clan l’aspirante ducetto de noantri è passato per tutte le organizzazioni dell’estrema destra romana fino ad approdare, qualche anno fa, alla corte di Alemanno. Ma poichè madre natura quando si è trattato di distribuire la materia grigia è stata abbastanza avara con lui, lo scorso ottobre il nostro calimero... (continua)
La version française de la Chorale Karaoke de Paris. La version n'est pas chantable, quelques couplets n'ont pas été traduits et il y en a un qui semble avoir été composé exprès par la Chorale. [RV]
Veusa Megi: Una riscoperta dal fondo antico delle CCG
Una pagina "primitiva" sottoposta a una radicale ristrutturazione. Il punto di partenza è stato il volume del repertorio della "Chorale Karaoke" di Parigi, presente alla "Tre Giorni di Piadena" del 2012; il volume l'ho acquistato direttamente da loro. Nel repertorio figura anche la canzone "Veusa Megi", che mi ricordava qualcosa presente in questo sito; ed era così. Solo che la canzone era registrata a nome di "Frederic" e sotto il titolo di "Veusa Metge" (Metge è un comune cognome occitano; significa "medico", anche nella vicina lingua catalana). Mai nessuna notizia reperita su questo artista, anche per l'impossibilità dovuta al non potere impostare nient'altro che un diffusissimo nome di battesimo.
L'errore (perché ne commettiamo parecchi!) è stato quello di non impostare mai le ricerche sull'autore del testo, che è uno dei più grandi... (continua)
“The night they drove old Dixie down” es una canción emblemática de la banda The Band. Robbie Robertson estuvo en los Estados del sur, y quedó impresionado por el dicho “nos levantaremos de nuevo” (we’ll raise again), percibiendo una cierta mezcla de orgullo y tristeza que quiso plasmar de alguna manera.
Y así escribió el relato sobre un soldado confederado en los últimos días de la guerra de Secesión estadounidense, que enfrentó a los Estados norteños, la Unión, bajo el gobierno de Abraham Lincoln, contra los Estados sureños, la Confederación, gobernador por Jefferson Davis. Ésta es una historia compleja que nunca se ha explicado demasiado bien, ni siquiera en los Estados Unidos –¿recordáis cuando en Los Simpson Apu se examina para obtener la ciudadanía y al intentar explicar las numerosas causas de la guerra, el examinador le dice “Diga sólo esclavitud”-, y... (continua)
LA NOCHE EN LA QUE HICIERON CAER LA VIEJA DIXIE * (continua)
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Il mio punto di vista, nel raccontare la storia degli Stati Uniti è diverso: non dobbiamo accettare come nostra la memoria degli stati. Le nazioni non sono comunità e mai lo sono state. La storia di qualsiasi paese, presentata come fosse la storia di una famiglia, nasconde... (continua)