Ferretti ha (ri)trovato Gesù che, evidentemente, non è uno qualsiasi.
Ma, a parte questo, io trovo che la differenza con gli altri (compreso qualcuno che qui si straccia le vesti) e ciò che forse stupisce o scandalizza di lui, risiede nel fatto che lui ritiene d'aver trovato qualcosa che vale. Questo solo fatto oggi viene preso come una provocazione inaccettabile, un comportamento da censurare o normalizzare. Evidentemente cercare per trovare qualcosa è oggi la provocazione più forte che si possa immaginare.
Molti non cercano affatto perchè in verità sono già sazi di quel che già pensano, dei loro pregiudizi (compresi quelli su Ratzinger) e gli va bene continuare così; altri fingono di cercare solo perchè coltivano un'estetica da saggio o da cercatore, ma in verità sperano non si trovi mai un bel niente, che se si trovasse qualcosa sarebbe un limite al loro delirio narcisistico di autosufficienza;... (continua)
Stefano 8/12/2012 - 16:32
Intendiamoci, Ferretti come chiunque altro ha il diritto di (ri)trovare quel che più gli aggrada. Da Gesù a Ratzinger, dai cavalli agli antiabortismi, dalle vecchie mamme alle leghe nord. Nessuno gli contesta questo suo diritto. Posso anche arrivare, certo, a riconoscergli una certa dose di coraggio, in quanto, con le posizioni e la “scelta di vita” degli ultimi anni, si è praticamente suicidato dal punto di vista professionale. Ma, forse, è un suicidio che si è potuto permettere: dopo aver fatto non pochi soldi rivolgendosi in un certo modo ad un certo pubblico (che, in generale, non era e non è molto ben disposto verso misticismi ratzingeriani, antiabortismi, rendentori e compagnia bella), è possibile anche andare a “ritrovare qualcosa che vale” senza eccessivi patemi d'animo e tornare alle proprie montagne senza troppe preoccupazioni.
Contesto però tutto questo discorso sulla “provocazione”,... (continua)
Caro Gian Piero, pare che il sottoscritto sia tornato a alzarsi dal letto alle quattro di mattina non più per qualche volgare "gagnepain", ma per tradurre Saramago e altri; ne guadagnano sia il sito, sia la Ragione contrapposta a "fedi" oscurantiste e bugiarde. Confesso che non è estraneo a tutto questo il fatto che, dovendo pur guadagnarmi da vivere, in questi giorni mi è toccato tradurre dall'inglese una gigantesca conferenza di un telepredicatore sudafricano incentratra su una "bestia dal pozzo senza fondo" ripresa dall'Apocalisse (sic), con tutti i suoi corollari di messianismo, creazionismo, tutti i mali del mondo derivati dalla Rivoluzione Francese, instaurazione del nuovo "regno di dio", feroce anticomunismo, e compagnia bella. Ach so. Ho sentito, dopo un paio di giorni passati su queste cose, il bisogno di un'overdose di José Saramago!
Note pour une traduction possible. Si par hazard nos amis et camarades Marco Valdo & Lucien Lane voulaient traduire cette chanson, voilà une petite suggestion. J'ai utilisé pour ma traduction italienne une expression tout à fait locale (toscane), c'est-à-dire "dare il cencio". En français, c'est "passer la serpillière" ou "la wassingue" comme on dit entre Roubaix et Valenciennes avec un beau mot d'origine flamande.
Elle était en cours cette traduction et si le traducteur Marco Valdo M.I. est en retard, c'est qu'il a dû prendre soin d'une proche parente à la dérive... que des collègues du Ventu nocturne avaietn emmenée d'urgence aux urgences...
Pour le reste, s'agissant de la note de Riccardo Venturi... L'idée de traduire Saramago est lumineuse... Sachant l’intérêt de Marco Valdo M.I. pour le serrurier lusitanien.
Pour ce qui est de la "wassingue", je renvoie à la "Petite leçon de français de Wallonie à l'usage des locuteurs hexagonaux... Prenons l'expression « Faudrait voir à pas mélanger les torchons avec les serviettes... », que le-dit Marco Valdo M.I. avait insérée comme commentaire à la chanson de Jean Arnulf Point de vue. Riccardo verra qu'il ne soit pas s'en faire pour ce qui est de trouver une traduction à "dare il cencio", grâce à son intervention.... (continua)
Dal newsgroup it.fan.musica.de-andre
11 gennaio 2003
Mi ero già occupato, in un passato internettianamente remoto, di questa poesia-canzone. La data è significativa: l'11 gennaio 2003 abitavo ancora in Francia e mancava soltanto un mese all'inizio della raccolta che, poi, avrebbe portato a "Canzoni contro la guerra". Il newsgroup dedicato a De André, che fu tra gli iniziatori della raccolta, era allora una vera e propria fucina di scoperte e conoscenza; come dire, già tutto "covava" e non è un caso che José Afonso sia stato tra i primissimi autori presenti in questo sito. Le basi erano già state gettate. Scrivevo allora a proposito di questa canzone, prima di tentarne una traduzione:
"E finiamo con una canzone scritta da José Afonso in galera, prima della Rivoluzione del '74, ma inserita nell'album "Venham mais cinco", che fu pubblicato dopo. Prima non poteva pubblicarlo: era, appunto,... (continua)
La canzone scritta da Greg Trooper e Sid Griffin, dà il titolo all'album di Greg Trooper, Everywhere del 1992.
E' stata anche incisa da Billy Bragg.
Due amici americani crescono assieme. Uno è di origine giapponese. Allo scoppio della seconda guerra mondiale uno viene mandato a combattere, l'altro internato in campo di prigionia. Morranno entrambi, uno nelle Filippine, l'altro suicida dopo essere stato rilasciato, senza potersi riprendere dall'ingiustizia subita. (Piersante Sestini)
"Una visione provinciale retrospettiva nostalgica e collettivamente biografica degli anno '80 e del sogno milanese. La scighera è la nebbia-smog di milano. Dedicata al locale omonimo e a Lorenzo." (Davide Giromini)
Version française – EUX – Marco Valdo M.I. – 2012
d'après la version italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson portugaise – Eles – Manuel Freire – 1968
Une chanson sur la diaspora portugaise. Les Portugais sont aujourd'hui environ dix millions au pays, mais on estime qu'au moins cinq millions ont émigré à l’étranger.
Ma, a parte questo, io trovo che la differenza con gli altri (compreso qualcuno che qui si straccia le vesti) e ciò che forse stupisce o scandalizza di lui, risiede nel fatto che lui ritiene d'aver trovato qualcosa che vale. Questo solo fatto oggi viene preso come una provocazione inaccettabile, un comportamento da censurare o normalizzare. Evidentemente cercare per trovare qualcosa è oggi la provocazione più forte che si possa immaginare.
Molti non cercano affatto perchè in verità sono già sazi di quel che già pensano, dei loro pregiudizi (compresi quelli su Ratzinger) e gli va bene continuare così; altri fingono di cercare solo perchè coltivano un'estetica da saggio o da cercatore, ma in verità sperano non si trovi mai un bel niente, che se si trovasse qualcosa sarebbe un limite al loro delirio narcisistico di autosufficienza;... (continua)