Quello che scrive Gian Piero è sacrosanto. C'è però secondo me una notevole differenza tra gli esempi proposti da Gian Piero e una canzone come questa. In un caso si tratta di canzoni nate (o comunque ispirate) da precisi conflitti storici anche violenti e che cantano le ragioni di una delle due parti in guerra. Sono quelle che chiamiamo canzoni "nella" guerra e che abbiamo spesso accolto soprattutto quando provengono dalla parte degli "oppressi" (con tutte le semplificazioni e contraddizioni che questa definizione inevitabilmente comporta).
In canzoni come questa dei Manowar abbiamo invece a che fare con dei ragazzoni che se ne stanno comodi nelle loro case newyorkesi a scrivere testi truculenti su periodi storici lontanissimi da loro nel tempo e nello spazio o addirittura dichiaratamente immaginari, in nome dell'estetica del cosiddetto "epic metal". Ora, naturalmente ognuno è libero di... (continua)
Lorenzo 18/10/2012 - 09:25
Ciao GPT,
io non credo che su queste pagine si sia mai voluto (e potuto) tacere della crudeltà, della ferocia della guerra, quand’anche si tratti della giusta battaglia degli oppressi contro i propri oppressori.
Mi viene in mente, per esempio, una canzone come Nakam (Six Million Germans) di Daniel Kahn dove si raccontava del folle e criminale progetto (per fortuna abortito) del grande combattente ebreo polacco Abba Kovner che dopo la guerra avrebbe voluto vendicare l’Olocausto sterminando 6 milioni di tedeschi... E parlare dell’orrore dello sterminio degli ebrei d’Europa non ci ha mai impedito di contribuire canzoni sulla giusta, anche se spesso crudele e feroce, resistenza palestinese all’occupazione israeliana. Così non vedo perché aver pudore di parlare della crudeltà degli Armeni nel vendicare il loro genocidio o della ferocia dei patrioti ciprioti (scusa il bisticcio!) nel... (continua)
Mi sembri meno convinto, Lorenzo… Tutta colpa di DeadEnd :)))
Quello che fa ascoltare e – perché no? – anche cacciare urli di guerra, slogans e imprecazioni, deliri vari (anche senza l'appropriata ironia,.. perché siamo già nella parodia) non è e non può essere oggi pro guerra.. Avrei i miei forti dubbi che coloro che oggi vanno in guerra, o i loro persuasori, lo facciano. Oggi si obbedisce e si rimane silenti (anche definitivamente) non vi sono canti, marce a corredo, si pensa ai soldi da guadagnare in siffatto modo, e si teme, credo, di non tornare più casa.
Essere pro-guerra a quel modo è oggi improponibile.
A Dead End
Non puoi paragonare il discorso sulla guerra o gli urli dei metallari a una rassegna cinematografica.. Sarebbe proprio un paradosso, hai detto bene. E non ho preso l'esempio del "Contrasto tra l'aristocratica e la plebea" per arrampicarmi sugli specchi, ma per tentare... (continua)
"... Strappa la loro carne
Brucia i loro cuori
Pugnalali negli occhi
Stupra le loro donne mentre piangono
Uccidi i loro schiavi
Brucia le loro case
Finchè non ci sarà più sangue da versare
Acclama e uccidi
Potere e dominio sono presi dalla volontà
Dal diritto divino acclama e uccidi
Acclama, Acclama, Acclama, Acclama e Uccidi, Acclama e Uccidi..."
(estratto della traduzione italiana da Canzoni Metal della canzone "Hail and Kill" dei Manowar, dall'album "Kings of Metal" del 1988)
E sapete dove li manderei io 'sti Manowar?
Su qualche altopiano afghano a far da bersaglio per i Talebani...
Io no. Manderei piuttosto su quegli altopiani coloro i quali (individuabilissimi) hanno mandato veramente (portafogli alla mano) altri derelitti (magari ubriachi) a compiere quei misfatti.
Un cantore è soltanto un cantore.
Rischieremmo di offrire come bersaglio ai Talebani anche Omero, autore dell'Iliade..
In effetti anche Achille uccise Ettore (complice Atena) e poi, senza alcuna pietà e compassione, ne smembrò il cadavere legandolo dietro ad un carro da guerra e trascinandolo per tutto il campo acheo. Solo i generosi doni di Priamo convinsero in seguito Achille a restituire il corpo del nemico perchè avesse sepoltura...
Permettimi però un'altra battuta: non credo che quei rozzi dei Talebani sappiano distinguere la poetica omerica da quella di Joey DeMaio, ma tu ed io sì...
Quello era cieco, dicono. Ma neanche i derelitti prezzolati babbiavano in cecità.. Purtroppo al momento opportuno non abbiamo mai le diottrie necessarie.
Riusciamo sempre a dimenticare tutto. E' incredibile come un popolo intero possa risultare - davanti al tempo e alla Storia - completamente rimbambito dalle trombe della televisione e dei giornali. Altri morti senza Giustizia, in questo povero Paese sempre più povero e sempre più putrido.
Quando impareremo a sollevare la testa e a cambiare davvwero tutto sarà sempre tardi.
Hasta siempre
In canzoni come questa dei Manowar abbiamo invece a che fare con dei ragazzoni che se ne stanno comodi nelle loro case newyorkesi a scrivere testi truculenti su periodi storici lontanissimi da loro nel tempo e nello spazio o addirittura dichiaratamente immaginari, in nome dell'estetica del cosiddetto "epic metal". Ora, naturalmente ognuno è libero di... (continua)