Fra un paio di giorni, Fabrizio de André sarà rimorto. Poi, come tutti gli anni, rinasce poco dopo la metà di febbraio. Oggi m'è preso di ricordarlo in un modo un po' così, ma estremamente "mio": ho tradotto "La guerra di Piero" in latino. Addirittura con qualche rima (o assonanza) qua e là e cercando di tenere un po' il ritmo. Naturalmente ne è venuta fuori una cosa piuttosto buffa, e di quella buffezza che riescono ad avere soltanto le cose più improbabili. Del resto, è pure improbabile che Fabrizio de André sia morto; per me sta nascosto nel Borneo assieme a Elvis Presley. [RV, 9/1/2012]
The song as sung by Lou Dalfin.
La chanson comme elle est chantée par Lou Dalfin.
E' una versione standard del canto in "grafia mistraliana" (presente così anche sul sito del vecchio amico Maurizio Pistone). A tale riguardo ricordo che l'occitano moderno può essere scritto in due grafie distinte: una "tradizionale" o "etimologica", basata in gran parte sull'ortografia del provenzale classico ma corrispondente abbastanza male alla realtà fonetica attuale; e l'altra detta "mistraliana", dal grande poeta Mistral che ne fu inventore e fautore, che corrisponde assai meglio alla pronuncia attuale. La prima ha senz'altro il vantaggio di "riannodare i fili" col passato; la seconda ha quello di facilitare la lettura. E' una questione tuttora importante nell'occitano di oggi, che comunque predilige oramai decisamente la grafia tradizionale etimologica (anche nei cartelli stradali, ad esempio). Come... (continua)
SE CHANTO (continua)
inviata da DoNQuijote82 9/1/2012 - 19:19
Il "Se chanto", vi apparirà strano, è considerato l'inno della popolazione occitana che vive in Piemonte sul territorio delle Valli Po-Bronda e Infernotto, Varaita, Maira, Grana, Stura, Gesso-Vermenagna-Pesio, Monregalesi, Tanaro-Mongia-Cevetta in provincia di Cuneo e, nel torinese, in Val Pellice, Valli Chisone e Germanasca, Alta Valle Susa. (L'Occitania è più di una minoranza: è il collante fra la gente di queste vallate del Piemonte, il cosidetto "Midi" francese e la Val d'Aran in Catalogna).
Abituati da sempre ai canti guerrieri quali inni alla "grande nazione" e al suo popolo "eroico", ci appare forse singolare che quello degli occitani sia un canto d'amore, di un poeta per l'amata. La nostalgia di un desiderio, un affetto perduto probabilmente per sempre.
E la presenza immanente della natura dei luoghi, di quelle loro montagne tanto alte, limite invalicabile, odiate dal troppo amore,... (continua)
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