Candyman
Versione italiana di Eleonora
UOMO CARAMELLA
(continua)
(continua)
inviata da Eleonora 27/1/2012 - 23:37
We Are All Prostitutes
Chanson anglaise – We Are All Prostitutes – The Pop Group – 1980
TOUS PROSTITUÉS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/1/2012 - 18:08
A Wartime President Song
Il mio vecchio, aveva il petrolio...
(continua)
(continua)
inviata da Eleonora 26/1/2012 - 15:33
Rachele
Luciano Bonfrate
Quelli di noi che hanno passato notti
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/1/2012 - 13:57
Percorsi:
Rachel Corrie
Un air de liberté
En janvier 2011, lors de la Révolution tunisienne, sa chanson "Un air de liberté" passe en boucle sur les ondes de Radio 6 dès l'instant où les révolutionnaires en prennent le contrôle (en alternance avec "Ma Liberté" chantée par Georges Moustaki et une sélection de chansons engagées francophones et arabophones)... (fonte: fr.wikipedia)
Bartleby 26/1/2012 - 13:41
Au printemps de quoi rêvais-tu?
[1969]
Dall’album omonimo, conosciuto anche con il titolo alternativo “Au printemps de quoi rêvais-tu ?”
Parole di Jean Ferrat
Musica di Jean Ferrat e Alain Goraguer.
Dallo stesso album di Ma France, un’altra canzone su cui all’epoca si abbattè la scure della censura del regime Pompidou, la “restaurazione” dopo il Maggio francese, dopo la “primavera interrotta”…
Dall’album omonimo, conosciuto anche con il titolo alternativo “Au printemps de quoi rêvais-tu ?”
Parole di Jean Ferrat
Musica di Jean Ferrat e Alain Goraguer.
Dallo stesso album di Ma France, un’altra canzone su cui all’epoca si abbattè la scure della censura del regime Pompidou, la “restaurazione” dopo il Maggio francese, dopo la “primavera interrotta”…
Au printemps de quoi rêvais-tu?
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 13:35
Percorsi:
1968 e dintorni
Ma France
[1969]
Dall’album omonimo, conosciuto anche con il titolo alternativo “Au printemps de quoi rêvais-tu ?”
Parole di Jean Ferrat
Musica di Jean Ferrat e Alain Goraguer.
Canzone d’amore per la Francia che all’epoca fu stracensurata perché chiaramente diretta contro la classe dirigente francese di allora (siamo all’inizio della “restaurazione” operata da Georges Pompidou) e di sempre (il riferimento alla sanguinosa repressione della Comune di Parigi del 1871 diretta da Adolphe Thiers), contro la “grandeur militaire et atomique” contrapposta alle colombe di Picasso, di Éluard e del movimento pacifista contro la centrale nucleare di Marcoule e la base militare nel Larzac, guidato dalla carismatica figura di Lanza Del Vasto, ed in genere – per dirla con il nostro Marco Valdo M.I. - contro la “la Guerre de Cent mille ans que les riches mènent contre les pauvres”, in Francia come in ogni altro angolo della Terra…
Dall’album omonimo, conosciuto anche con il titolo alternativo “Au printemps de quoi rêvais-tu ?”
Parole di Jean Ferrat
Musica di Jean Ferrat e Alain Goraguer.
Canzone d’amore per la Francia che all’epoca fu stracensurata perché chiaramente diretta contro la classe dirigente francese di allora (siamo all’inizio della “restaurazione” operata da Georges Pompidou) e di sempre (il riferimento alla sanguinosa repressione della Comune di Parigi del 1871 diretta da Adolphe Thiers), contro la “grandeur militaire et atomique” contrapposta alle colombe di Picasso, di Éluard e del movimento pacifista contro la centrale nucleare di Marcoule e la base militare nel Larzac, guidato dalla carismatica figura di Lanza Del Vasto, ed in genere – per dirla con il nostro Marco Valdo M.I. - contro la “la Guerre de Cent mille ans que les riches mènent contre les pauvres”, in Francia come in ogni altro angolo della Terra…
De plaines en forêts, de vallons en collines
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 13:28
Octobre 61
[1999]
Album “Brigada Flores Magon”
Parigi 17 ottobre 1961. Ultimi atti della terribile guerra d’Algeria.
Il Fronte di Liberazione Nazionale algerino indisse una manifestazione a Parigi per l’indipendenza dell’Algeria, contro il coprifuoco imposto dal prefetto Papon e per denunciare ancora una volta la sanguinosa campagna di repressione poliziesca ai danni della comunità maghrebina di Francia.
Più di 20.000 manifestanti si ritrovarono con l’intenzione di sfilare in corteo verso gli Champs-Élysées, l’Opéra ed il quartiere latino. Ma la polizia aveva avuto carta bianca da Papon e caricò quasi subito, con estrema violenza… Non si conosce ancora oggi il numero esatto delle vittime, ma furono tra le 50 e le 200… Nei giorni successivi la Senna restituì ancora molti cadaveri… Più di 11.000 persone, oltre la metà dei manifestanti, furono arrestate e rinchiuse per giorni in... (continua)
Album “Brigada Flores Magon”
Parigi 17 ottobre 1961. Ultimi atti della terribile guerra d’Algeria.
Il Fronte di Liberazione Nazionale algerino indisse una manifestazione a Parigi per l’indipendenza dell’Algeria, contro il coprifuoco imposto dal prefetto Papon e per denunciare ancora una volta la sanguinosa campagna di repressione poliziesca ai danni della comunità maghrebina di Francia.
Più di 20.000 manifestanti si ritrovarono con l’intenzione di sfilare in corteo verso gli Champs-Élysées, l’Opéra ed il quartiere latino. Ma la polizia aveva avuto carta bianca da Papon e caricò quasi subito, con estrema violenza… Non si conosce ancora oggi il numero esatto delle vittime, ma furono tra le 50 e le 200… Nei giorni successivi la Senna restituì ancora molti cadaveri… Più di 11.000 persone, oltre la metà dei manifestanti, furono arrestate e rinchiuse per giorni in... (continua)
Je me souviens des drapeaux algériens
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 11:34
Percorsi:
La guerra d'Algeria
L’Algérie
[1977]
Paroles et musique: Serge Lama
Testo e musica: Serge Lama
Album “L’enfant au piano”
“Al porto d’imbarco eravamo migliaia di ragazzi e non avevamo cuore di cantare delle canzoni… Algeria, un’avventura che non volevo… La sera ci giravamo le sigarette per aver meno paura… Algeria, anche con il fucile era un bel paese… Algeria, è là che sono andato a giocare ai soldatini… Un bel giorno racconterò questa storia ai miei nipoti, la storia di un viaggio dove la nostra sola gloria era di avere vent’anni…”
Paroles et musique: Serge Lama
Testo e musica: Serge Lama
Album “L’enfant au piano”
“Al porto d’imbarco eravamo migliaia di ragazzi e non avevamo cuore di cantare delle canzoni… Algeria, un’avventura che non volevo… La sera ci giravamo le sigarette per aver meno paura… Algeria, anche con il fucile era un bel paese… Algeria, è là che sono andato a giocare ai soldatini… Un bel giorno racconterò questa storia ai miei nipoti, la storia di un viaggio dove la nostra sola gloria era di avere vent’anni…”
Dans ce port nous étions des milliers de garçons
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 11:05
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Pollution solution
[2007]
Album “Tri Men”
Paroles et musique: Gérard Delahaye
Dedicata a Marchionne e a tutti i criminali venditori di morte come lui…
Album “Tri Men”
Paroles et musique: Gérard Delahaye
Dedicata a Marchionne e a tutti i criminali venditori di morte come lui…
Partout dans les villes il y a la pollution
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 10:34
À la guerre, à la guerre
Depuis que le monde est monde
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 10:14
Cheney's in the Bunker
Cheney knew about an incoming flight? What were the orders? If it was for a shoot down, why weren't the Pentagon, Capitol building and White House evacuated... What if the orders were to let the incoming aircraft hit?
26/1/2012 - 09:20
Le soldat d'Algérie
[2003]
Album “Kan Tri”
Paroles : G. Guillou - Delahaye
Musique : Traditionnelle - arr : Melaine Favennec
(fonte: Gérard Delahaye )
Album “Kan Tri”
Paroles : G. Guillou - Delahaye
Musique : Traditionnelle - arr : Melaine Favennec
(fonte: Gérard Delahaye )
Au mois d'avril j'ai reçu une lettre
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 26/1/2012 - 09:16
Percorsi:
La guerra d'Algeria
Macondo Express
MACONDO EXPRESS - Modena City Ramblers
(continua)
(continua)
inviata da Patrick 26/1/2012 - 00:12
Lugano Addio
Lugano Addio, 1977
dall'album "I lupi"
Ve la racconto tutta, com'è andata. Per uno di quei mille, insondabili motivi, per i quali il ricordo di una canzone ci irrompe nella mente, qualche giorno fa aveva incominciato a girarmi per la testa "Lugano Addio" di Ivan Graziani. L'avevo tanto amata, quella canzone, proprio in quegli anni nei quali facevo il sindacalista della scuola, e, ricordo, andavo su e giù per la mia provincia di Como, e un giorno ero alle prese con i professori e i bidelli venuti dai vari sud, e un altro, magari, ero su in montagna, con le maestre "laghere".
Ne ho conosciute tante, di maestre laghere, naturalmente non parlo di quelle democristiane. Magari con il marito alla Falck, e il padre che aveva combattuto nella brigata Garibaldi sulla Berlinghera, e magari con il cugino che sapeva tutti i sentieri della Svizzera, percorsi con la bricolla in spalla. Erano tanto diversi,... (continua)
dall'album "I lupi"
Ve la racconto tutta, com'è andata. Per uno di quei mille, insondabili motivi, per i quali il ricordo di una canzone ci irrompe nella mente, qualche giorno fa aveva incominciato a girarmi per la testa "Lugano Addio" di Ivan Graziani. L'avevo tanto amata, quella canzone, proprio in quegli anni nei quali facevo il sindacalista della scuola, e, ricordo, andavo su e giù per la mia provincia di Como, e un giorno ero alle prese con i professori e i bidelli venuti dai vari sud, e un altro, magari, ero su in montagna, con le maestre "laghere".
Ne ho conosciute tante, di maestre laghere, naturalmente non parlo di quelle democristiane. Magari con il marito alla Falck, e il padre che aveva combattuto nella brigata Garibaldi sulla Berlinghera, e magari con il cugino che sapeva tutti i sentieri della Svizzera, percorsi con la bricolla in spalla. Erano tanto diversi,... (continua)
Le scarpe da tennis bianche e blu
(continua)
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 25/1/2012 - 21:17
Mi illumino di meno
Chanson italienne – Mi illumino di meno – Radici nel Cemento
JE M'ÉCLAIRE MOINS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/1/2012 - 21:06
Stop the War
Please stop the war... (How much more are we fighting for?)
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 18:35
Bundeswehr
[1982]
Album “Yankees raus”
Album “Yankees raus”
Du hast 'ne hübsche grüne Uniform
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 25/1/2012 - 17:16
Iran
[1980]
Dall’EP “Wir wollen keine Bullenschweine”
Il pensiero, sintetico e schietto, degli Slime sulla rivoluzione khomeinista in Iran…
Dall’EP “Wir wollen keine Bullenschweine”
Il pensiero, sintetico e schietto, degli Slime sulla rivoluzione khomeinista in Iran…
Iran Iran
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 25/1/2012 - 17:07
Der Tod ist ein Meister aus Deutschland
[1994]
Da “Schweineherbst” (si tradurrà con “Caduta porci”?), ultimo album di questa punk band tedesca.
Canzone ispirata alla poesia Todesfuge di Paul Celan.
Da “Schweineherbst” (si tradurrà con “Caduta porci”?), ultimo album di questa punk band tedesca.
Canzone ispirata alla poesia Todesfuge di Paul Celan.
Was schlug man den zum Krüppel?
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 25/1/2012 - 16:55
Canzone per Marianella Garcia
anonimo
Testo reperito in questa pagina
Marianella García Villas (San Salvador, 7 agosto 1948 – Suchitoto, 13 marzo 1983) è stata una politica e avvocato salvadoregna.
Membro dell'Associazione Cattolica Universitaria Salvadoregna (ACUS - Asociación Católica Universitaria Salvadoreña), fondò la Commissione per i diritti umani del Salvador, partecipò attivamente alla Democrazia cristiana salvadoregna e fu collaboratrice di monsignor Óscar Romero. Fu catturata il 13 marzo 1983 in un'area di conflitto dove si era recata per documentare l'uso di armi chimiche da parte dell'esercito, e fu assassinata dopo essere stata torturata.
Fonte Wikipedia
Membro dell'Associazione Cattolica Universitaria Salvadoregna (ACUS - Asociación Católica Universitaria Salvadoreña), fondò la Commissione per i diritti umani del Salvador, partecipò attivamente alla Democrazia cristiana salvadoregna e fu collaboratrice di monsignor Óscar Romero. Fu catturata il 13 marzo 1983 in un'area di conflitto dove si era recata per documentare l'uso di armi chimiche da parte dell'esercito, e fu assassinata dopo essere stata torturata.
Fonte Wikipedia
Ay Marianella, Marianella Garcia
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 14:41
Hiroshima
1972
Made in Japan
Made in Japan
Once upon a summer day
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 14:19
Percorsi:
Hiroshima e Nagasaki 広島市 - 長崎市
Flesh Storm
TEMPESTA DI CARNE
(continua)
(continua)
inviata da Andrea - andrea_aslan86@hotmail.it 25/1/2012 - 14:02
Canto dei sanfedisti
anonimo
Beh, sì, anche i fratelli Bandiera, veneziani che finirono a crepare inutilmente con alcuni altri in Calabria, sono tanto celebrati dalla retorica risorgimentale ma, a leggere della loro infelice avventura, non si capisce davvero se c'erano o se ci facevano...
A loro ricordo resta, oltretutto, un orribile monumento in calcestruzzo inaugurato negli anni 60 addirittura da un presidente della Repubblica, il socialdemocratico Saragat (ve lo ricordate? Sembra un'epoca più lontana ancora di quella risorgimentale!)
A loro ricordo resta, oltretutto, un orribile monumento in calcestruzzo inaugurato negli anni 60 addirittura da un presidente della Repubblica, il socialdemocratico Saragat (ve lo ricordate? Sembra un'epoca più lontana ancora di quella risorgimentale!)
Bartleby 25/1/2012 - 12:09
Mioritza - Requiem for Rachel Corrie
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 12:06
Percorsi:
Rachel Corrie
Salvador
dedicata a Rachel Corrie
Cristo è un pusher che no vuole mai soldi
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 11:49
Percorsi:
Rachel Corrie
Lu trenu di lu suli
Interpretata anche da Mario Incudine in Anime migranti 2011
Intensa, poetica, è “Lu trenu di lu suli”, un testo di Ignazio Buttitta musicato da Mario e suonato dal solo violoncello di Redi Hasa, dedicato all’immensa tragedia belga della miniera di Marcinelle che l’8 agosto 1856 vide tra le 262 vittime molti siciliani. E’ un pezzo che trasuda dolore passo passo, partendo da quell’abisso creatosi all’arrivo della notizia della tragica morte di tanti connazionali.
bielle.org
Intensa, poetica, è “Lu trenu di lu suli”, un testo di Ignazio Buttitta musicato da Mario e suonato dal solo violoncello di Redi Hasa, dedicato all’immensa tragedia belga della miniera di Marcinelle che l’8 agosto 1856 vide tra le 262 vittime molti siciliani. E’ un pezzo che trasuda dolore passo passo, partendo da quell’abisso creatosi all’arrivo della notizia della tragica morte di tanti connazionali.
bielle.org
DQ82 25/1/2012 - 11:05
Speranza disperata
Molto bello è anche il canto a due voci, quella di Mario e di Edoardo De Angelis e due lingue, il dialetto ennese e l’italiano, del brano “Speranza disperata” che vede, in una sinergia di contributi, anche la presenza dell’Orchestra “Canzoni di confine” proveniente dal lontano Friuli. Fanno riflettere i bei versi finali “Quello che fa più male / in fondo a questa storia / è assistere al silenzio / al silenzio della memoria” giusto prima di quel lungo finale d’archi, qui determinanti e ancora una volta diretti da Valter Sivilotti.
Bielle.org
Bielle.org
DonQuijote82 25/1/2012 - 11:01
Sottomare
da "Solo Andata, righe che vanno troppo spesso a capo" di Erri De Luca
In Anime Migranti 2011 di Mario Incudine con il titolo di Sottomare
Note liquide di pianoforte accompagnano invece la calda voce di Mario mentre recita intensi versi tratti da “Solo Andata, righe che vanno troppo spesso a capo” di Erri De Luca “Da giorni prima di vederlo il mare era un odore / un sudore salato / ognuno immaginava di che forma. / Sarà una mezzaluna coricata, / sarà come il tappeto di preghiera / sarà come i capelli di mia madre” e, dopo una bellissima e commovente melodia eseguita al pianoforte da Antonio Vasta (co-produttore artistico del disco) e dai violini di Giuseppe Cusumano, ancora toccanti versi “Non fu il mare a raccoglierci, / noi raccogliemmo il mare a braccia aperte / solo il primo ha l’obbligo di sollevare gli occhi, / gli altri seguono il tallone che precede, / il viaggio è una pista di schiene”. Commovente questa “Sottomare”.
bielle.org
In Anime Migranti 2011 di Mario Incudine con il titolo di Sottomare
Note liquide di pianoforte accompagnano invece la calda voce di Mario mentre recita intensi versi tratti da “Solo Andata, righe che vanno troppo spesso a capo” di Erri De Luca “Da giorni prima di vederlo il mare era un odore / un sudore salato / ognuno immaginava di che forma. / Sarà una mezzaluna coricata, / sarà come il tappeto di preghiera / sarà come i capelli di mia madre” e, dopo una bellissima e commovente melodia eseguita al pianoforte da Antonio Vasta (co-produttore artistico del disco) e dai violini di Giuseppe Cusumano, ancora toccanti versi “Non fu il mare a raccoglierci, / noi raccogliemmo il mare a braccia aperte / solo il primo ha l’obbligo di sollevare gli occhi, / gli altri seguono il tallone che precede, / il viaggio è una pista di schiene”. Commovente questa “Sottomare”.
bielle.org
Da giorni prima di vederlo il mare era un odore
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 10:59
Novumunnu
da Anime migranti 2011
Melodica e più legata alla tradizione popolare è “Novumunnu” che vede la partecipazione di Kaballà in veste sia d’autore sia di co-interprete di questo brano che è un canto sul vivo sogno d’America di tanti nostri migranti. Le voci sullo sfondo, quasi un dolce lamento, sono affidate all’Omnia Beat Gospel projet.
bielle.org
Melodica e più legata alla tradizione popolare è “Novumunnu” che vede la partecipazione di Kaballà in veste sia d’autore sia di co-interprete di questo brano che è un canto sul vivo sogno d’America di tanti nostri migranti. Le voci sullo sfondo, quasi un dolce lamento, sono affidate all’Omnia Beat Gospel projet.
bielle.org
Portami a stu Novu Munnu
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 10:54
Stop the world
2000
Liberi di volare
Negli anni, dal vivo è diventata spesso Stop the war
Liberi di volare
Negli anni, dal vivo è diventata spesso Stop the war
Guarda nei tuoi occhi
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 25/1/2012 - 10:27
La serpe a Carolina
"Monsù" in Sicilia, "Monzù" a Napoli, così con gran deferenza erano chiamati i cuochi di casata, i responsabili delle cucine degli aristocratici, distinguendoli bene da tutta la restante feccia della servitù (fonte).
Nel contesto della canzone "Monsù" ha quindi il significato di servitore di rango in cui si ripone piena fiducia o, meglio, colui che mette in atto, che "cucina", ciò che la regina desidera.
Nel contesto della canzone "Monsù" ha quindi il significato di servitore di rango in cui si ripone piena fiducia o, meglio, colui che mette in atto, che "cucina", ciò che la regina desidera.
Bartleby 25/1/2012 - 10:18
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