Chanson italienne – E quando sarò ricca - Anna Identici – 1972
Texte de Pier Paolo Preti
Musique de Gianni Guarnieri
Arrangement de F. Orlandini
Une autre chanson qui nous rappelle comment on peut mourir du travail, dans son corps – comme hier à Turin et aujourd'hui qui sait où – ou dans son esprit.
Vois-tu Lucien l'âne mon ami, je comprends parfaitement qu'avec un titre pareil, tu sois là à me regarder avec des yeux comme deux ronds de flan...
Deux quoi ?, dit Lucien l'âne en ouvrant des yeux comme des soucoupes...
Deux ronds de flan... ou même, de flanc... Est-une expression idiomatique française qui, en substance, veut dire :: « profondément étonné... »,, mais en plus imagé. Donc, tout ça pour dire, que je comprends qu'un tel titre te surprenne venant de moi. Mais comme tu le sais sans doute, je traduis les chansons pour savoir ce qu'elles racontent et que pouvait, en effet, raconter... (continua)
Probabilmente il riferimento a Nicodemo trova spiegazione nel colloquio che egli ebbe con Gesù, infatti Gesù, in sostanza, fece capire a Nicodemo che non aveva capito niente, tanto da sbottare con questa frase: "Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?", dopo una serie di domande ingenue postegli.
In questo caso, quindi, Nicodemo rappresenta la figura dell'erudito stolto ("il primo della classe"), intrappolato negli schemi della sua cultura, incapace di carpire l'essenza delle cose.
Ispirato a una canzone storica della tradizione femminista popolare. Diffusa in tutta Italia in differenti versioni, racconta della condizione femminile sottomessa all'arroganza del potere maschile.
Ciao DonQuijote82, bene hai fatto a inserire questa canzone come autonoma.
Alessandro, a suo tempo, ne aveva postata una versione in piemontese, con relativa traduzione, quasi che si trattasse di una Seven Curses in salsa nostrana.
E invece, come la canzone di Dylan si ispira alla settecentesca inglese Geordie, or My Geordie Will Be Hanged In A Golden Chain ma anche alla di certo altrettanto antica Anathea/Lazlo Feher, probabilmente di origine ungherese, ripresa nei primi anni 60 da Judy Collins, anche "Cecilia" ha ora giustamente una sua dignità autonoma, ad ulteriore conferma che in ogni angolo del mondo le vessazioni dei ricchi e dei potenti ispirano alle loro vittime le stesse parole.
Chiederei solo agli Admins di andare a ripescare la "Sisilia" postata a commento di Seven Curses e di inserirla qui.
Intanto Bartleby prova ad approfondire origini e versioni di "Anathea"...
non vorrei dire una c.a.z.z.a.t.a ma etts potrebbero essere i software ed hardware per l'automazione industriale, ovvero sarebbe tutto una denuncia contro la robotica che sostituirà l'uomo nel lavoro. ALMENO CREDO
Andrea 27/7/2011 - 12:41
No, sono le agenzie interinali per il lavoro temporaneo (in spagnolo Empresas de Trabajo Temporal)
Io nun capisco 'e vvote che succere
e chello ca se vere nun se crere.
QUALCUNO DICEVA CHE LA TRADUZIONE ERA: è NORMALE SE METTI SEME NERO ESCE IL NERO. INVECE NO... SECONDO ME STA A SIGNIFICARE CHE I NAPOLETANI FINO AL QUEL MOMENTO DALLE DONNE BIANCHE AVEVANO VISTO SEMPRE NASCERE FIGLI BIANCHI ORA GLI PAREVA STRANO VEDERE UNA DONNA BIANCA PARTORIRE UN FIGLIO NERO, COME PER DIRE UNA PIANTA DI LIMONI CHE FA LIMONI ROSSI. ECCO!
VINCENZO D'ANTUONO
27/7/2011 - 10:02
'E signurine 'e Caporichino
fanno ammore cu 'e marrucchine,
'e marrucchine se vottano 'e lanze,
e 'e signurine cu 'e panze annanze.
Significa: le signorine (prostitute) fanno l'amore con i soldati marocchini per soldi, poi questi se ne ripartono per l'america e loro rimangono incinte. ovviamente non c'è stato nessuna accortezza da parte di quest'ultimi ben sapendo che la loro sosta era una cosa temporanea
Sempre a Berardino Viola è dedicata la canzone La morale dei briganti dei Ratti della Sabina che tra l'altro sono conterranei dei Novalia (Raffaello Simeoni ha partecipato ad alcuni dischi dei ratti).
Chanson italienne – Ho visto anche degli zingari felici – Claudio Lolli – 1976
Pour ceux qui n'ont pas vécu ces années-là...
La dernière partie (conclusion) est librement réélaborée à partir d'un texte de Peter Weiss « Gesang vom lusitanischen Popanz. » - « Le Chant du fantoche lusitanien », comme un glissement de perspective par rapport à l'original ; C'est-à-dire le refus de la colonisation par les colonisés, par la récupération des biens qui ont été expropriés (« C'est nous qui enrichissons la terre/ Nous qui supportons / La maladie du sommeil et la malaria... / Mais nous reprenons de la main, nous la reprenons entière,/ Nous nous reprenons notre vie,/ La terre, la lune et l'abondance. »