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Prima del 2011-7-21

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Ho visto anche degli zingari felici

Ho visto anche degli zingari felici
Dall’album omonimo del 1976

Arrangiamenti e invenzioni strumentali di:
Danilo Tomasetta: flauto traverso, sax tenore, sax contralto
Roberto Soldati: chitarra elettrica, chitarra acustica
Roberto Costa: basso elettrico, percussioni
Adriano Pedini: batteria, percussioni

Tutti appartenenti al Collettivo autonomo musicisti Bologna
Reinterpretata da Lolli anche con Il Parto delle Nuvole Pesanti
Ricantata anche da Luca Carboni e Riccardo Sinigalia (nel video alla fine compare lo stesso Lolli).

Per chi non ha vissuto quegli anni, un brano che è un ottimo esempio della miscela di morte vita elaborazione distruzione sogni incubi speranze realtà e tutto quello che è circolato nelle coscienze e nelle piazze in quel tempo sempre più lontano.

La canzone che darà il titolo al disco nasce nel giugno del 1975, come lunga ballata (nell'LP sarà per questo divisa in due parti) che descrive quello... (continua)
1.
(continua)
inviata da i.fermentivivi 21/7/2011 - 14:03
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Hermanos, sí a la vida

Hermanos, sí a la vida
Disco: "Canto a la unidad de verdad" (1978)

Trovato su Catemos como quien respira
Allí donde un hombre muera,
(continua)
21/7/2011 - 00:14
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Alegato contra las armas

Alegato contra las armas
(2003)
Album: El pequeño reloj

Enrique, como millones de personas por todo el mundo, nos manifestamos en contra de aquella guerra; él lo hizo, de forma escalofriante y apasionada, incluyendo en el disco su particular "Alegato contra las armas"; cante que musicalizó e interpretó inspirándose en un fragmento del "Claro de Luna" de Beethoven. Os recomiendo que escuchéis aquel tema...
Fernando Lucini
Un mundo, dos mundos, medio mundo se ríe del otro medio.
(continua)
20/7/2011 - 23:57
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Salmo

Salmo
Testo di Ernesto Cardenal
Musica di Inés Fonseca

--> Inés Fonseca canta a Ernesto Cardenal - Un abrazo de sensibildades

Di Ernesto Cardenal vedi anche Credo.
Bienaventurado el hombre que no sigue las consignas del Partido,
(continua)
20/7/2011 - 22:36

Comme les écrevisses

Comme les écrevisses
Comme les écrevisses

Canzone française – Comme les écrevisses – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 42

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 –
l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

Sais-tu, Lucien l'âne mon ami, que le bon Apollinaire disait :
« Je souhaite dans ma maison :
Une femme ayant sa raison,
Un chat passant parmi les livres,
Des amis en toute saison
Sans lesquels je ne peux pas vivre. »...

C'est là une pensée bien pacifique, Marco Valdo M.I. mon ami, dont je me réjouis hautement ; mais quand même, je me demande ce qu'elle vient faire ici dans cette histoire d'Allemagne... D'une année si réputée pour ses événements épouvantables...

En effet, en effet, mais précisément, combien n'ont-ils pas été les hommes... (continua)
Avec mon Leica, on était sur les bords de la Volga
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 20/7/2011 - 22:12
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Incubo numero zero-Dedicata a Genova 2001 e a Carlo Giuliani

Incubo numero zero-Dedicata a Genova 2001 e a Carlo Giuliani
Rifacimento del brano di Lolli Incubo numero zero del 1977

Un breve brano della straordinaria composizione del saxofonista Nicola Alesini, una suite in tre tempi dedicata a Genova 2001 e a Carlo Giuliani con l'intervento di Claudio Lolli (Disoccupate le strade dai sogni).

Il concerto di Claudio Lolli, accompagnato da Nicola Alesini (sax) e Paolo Capodacqua (chitarra) si è tenuto a Genova il 10 Luglio 2011 a Villa Imperiale.

La serata è stata organizzata dal Forum Cultura per il decennale dei fatti del G8 (Genova 2001 - 2011)
Il giorno di solito comincia sporco
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 20/7/2011 - 16:16
Percorsi: Genova - G8

Il domatore

Il domatore
[2001]
Musica di Pardo Fornaciari
Parole di Marco Guercio.
Dedicata a Luigi Pagliuso, 36 anni, napoletano, operaio, morto nel 2000 precipitato dal ponte di una nave prossima al varo nel cantiere navale Fratelli Orlando (oggi Azimut-Benetti) di Livorno.
L’autore del testo, Marco Guercio, è anche uno degli avvocati che sta seguendo la famiglia Pagliuso nella causa civile intentata contro le aziende coinvolte nella “morte bianca” di Luigi. Ma non sarà facile perché gli indagati sono già stati assolti in sede penale, come se Luigi sia morto di morte naturale invece che per l’elusione da parte dell’azienda di misure di sicurezza dovuta alla fretta per l’imminente inaugurazione dello scafo appena ultimato.



“LIVORNO. Tre morti in dieci mesi: una lunga scia di sangue tra il dicembre del 1999 e il settembre del 2000 in quello che si chiamava ancora Cantiere Navali Fratelli Orlando. La prima... (continua)
Il domatore del circo dei "F.lli Orlando"
(continua)
inviata da Bartleby 20/7/2011 - 14:23

L'hanno ammazzato Umberto Primo

anonimo
L'hanno ammazzato Umberto Primo
[1900]

Testo trovato su questa pagina di Pardo Fornaciari con la seguente introduzione:
Gaetano Bresci, 26 anni, di Prato, tornò dagli USA dov'era emigrato per fare giustizia [dopo la strage di Milano realizzata dal feroce monarchico Bava su mandato di Umberto I, il “re buono”, nel 1898], ed il 29 luglio del 1900 uccise a Monza il re. Il popolo non capì il suo gesto, esecrato persino dai suoi compagni anarchici italiani. Solo una strofetta degli inizi del secolo lo ricorda:
L'hanno ammazzato Umberto Primo
(continua)
inviata da Bartleby 20/7/2011 - 09:40
Percorsi: Gaetano Bresci
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Mundu a scali

Mundu a scali
[Dopo la fantomatica "Unità d'Italia"]

Dall'album "Razza Marranchia" del 2001

Testo di autore anonimo (o comunque non riportato dai Mattanza) tratto dal volume di Antonino Uccello, antropologo e poeta siciliano, intitolato "Risorgimento e società nei canti popolari siciliani" ed edito per la prima volta nel 1961, centenario dell'Unità di questa povera Italia.
Tutti mi dinnu ca ‘u travagghiu è oru,
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 22:45
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Travudion

Travudion
E' il brano che apre l'album "Razza Marranchia" del 2001

Testo in greco calabro originario della zona dell’Ammendolea, (oggi è una fiumara dal letto enorme, costituita da ciottoli bianchissimi, che sfocia sullo Jonio). Raccolto in Gallicianò (RC) il 14 Giugno 1979 dalla Sig.ra Pangallo Rosalba (82 anni).
É una disperata invocazione di un carcerato che, da dietro le sbarre, chiede alla sua donna almeno un po' di acqua.
Caspèdda de ssu ponì i cardìa
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 22:31
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Ndiavulatu o Santu?

[Dopo la fantomatica "Unità d'Italia"]

Dall'album "Nesci Suli" del 2003
Testo di autore anonimo (o comunque non riportato dai Mattanza) tratto dal volume di Antonino Uccello, antropologo e poeta siciliano, intitolato "Risorgimento e società nei canti popolari siciliani" ed edito per la prima volta nel 1961, centenario dell'Unità di questa povera Italia.

I siciliani non sono molto felici del nuovo governo post-unitario piemontese, e hanno le loro sacrosante ragioni!
Non capìsciu chi è ‘stu Parramentu
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 22:14
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Rriggiu

Rriggiu
[2007]
Dall'album "In viaggio"

"L'amaranto è certamente il colore che ha dato maggiori soddisfazioni (e non solo sportive ma anche economiche e sociali) ad una città da sempre tiranneggiata ed oppressa. Questo brano vuole essere una esortazione al risveglio." (Mattanza)

Canzone d'amore e di invito alla resistenza dedicata a Reggio Calabria e alla sua squadra, la Reggina, che ultimamante ha rischiato pure di arrivare in serie A, dovendo però arrendersi al Novara (se ho capito bene è andata così, ma di calcio non capisco una cippa...)
E nel testo l'eco della storia travagliata di quella città e di quella regione, compresi i fatti del 1970/71 sui quali sono presenti molte canzoni sulle CCG/AWS, come Reggio la rabbia esplode, Bella Calabria, Chi non vuol chinar la testa, I treni per Reggio Calabria e Ogni anno a fine d'agosto.
Cu’ nasci anura e cu’ ca cammiceddha
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 22:00
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Ricchi e povari

Ricchi e povari
Dall'album "Nesci Suli" del 2003
Il testo è di Francesco Salvatore Filocamo (1902-1984), poeta calabrese originario di Siderno Superiore.
Stu mundu chi criau nostru Signuri
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 21:29

Lu cacciaturi

anonimo
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]

Dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Girolamo Accardi, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.

“Con un'efficace allegoria Girolamo Accardi, autore di questo canto, restituisce il senso di delusione e frustrazione delle masse rurali siciliane che avevano sperato nella conquista della terra, una volta finita la rivoluzione e la dittatura garibaldina.”
Già la passa di li quagghi
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 15:51
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… E sugnu 'talianu

anonimo
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]

Dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.
Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Giuseppe Cutello, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.

“Il canto, ad opera di Giuseppe Cutello, descrive lo stato di incertezza che le masse popolari si trovano ad affrontare con l'unificazione. Emerge con forza la convinzione che l'unità non abbia prodotto mutamenti sostanziali nelle condizioni del popolo. Lo stato di incertezza e di sbandamento creato dal nuovo stato di cose portano l'autore ad accettare a malincuore la sua condizione di "italiano"

Interpretata da Carlo Muratori e Peppe Voltarelli in "Sale" (2015)
Nun sacciu comu 'un mi vota la testa
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 15:50

Lu Sissanta

anonimo
[Dopo la fantomatica “Unità d’Italia”]

Ho trovato il testo sul sito della Regione Sicilia, dove viene attribuito senza riscontri (e nemmeno ne ho trovati in rete) a tal Andrea Pappalardo di Catania, per cui ho preferito attribuirla ad anonimo.
Dovrebbe comunque essere stato tratto dal volume di Antonino Uccello intitolato “Risorgimento e società nei canti popolari siciliani”, edito per la prima volta nel 1961 in occasione del centenario dell’Unità d’Italia.

Della precoce disillusione e del consolidarsi del malcontento nella Sicilia post-unitaria, quella che aveva creduto che finalmente si realizzasse il mancato 48 e che invece si era ritrovata soltanto con nuovi padroni, “novi rrapaturi, novi cani grossi” tutti intenti - come i precedenti - a rapinarla.
Parru ppi lu Sissanta, o mei signuri:
(continua)
inviata da Bartleby 19/7/2011 - 15:44
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Un exèrcit

Un exèrcit
[2003]
Lletra i música: Jordi Guardans

Maria del Mar Bonet + Coral Cantiga
Anche in Terra Secreta [2007]



L'exèrcit de Jordi Guardans: " El record de les mobilitzacions de Barcelona la primavera del 2003 contra la guerra de l'Iraq. Com la banda sonora d'un documental mut, assimilable també a d'altres tipus de lluita per les llibertats col.lectives" Maria del Mar Bonet.

L'esercito di Jordi Guardans "Il record della mobilitazioni di Barcellona nella primavera del 2003 contro la guerra in Iraq. Come la colonna sonora di un documentario muto, assimilabile anche a altri generi di lotta per le libertà collettive".
Un exèrcit al costat d'un país sense fronteres,
(continua)
19/7/2011 - 15:30
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Lluna de pau

Lluna de pau
[2003]
(Maria del Mar Bonet + Coral Cantiga)
Lluna de pau, germana dels estels,
(continua)
19/7/2011 - 15:26
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SA-RC la mulopedonale

SA-RC la mulopedonale
[2011]
Testo e Musica di Mimmo Cavallo, Andrea Simile e Pino Aprile
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti

L'A3, la "mulopedonale", comunque sia la principale arteria di scorrimento che collega la Sicilia e le estreme regioni meridionali tirreniche alla grande rete autostradale europea – allacciandosi al Corridoio 1 che collega Palermo a Berlino, – è senza pedaggio? Ancora per poco. Sono belle "concessioni", queste, che non durano!
E la chiamarono "la mulopedonale",
(continua)
inviata da giorgio 17/7/2011 - 21:17
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Quando saremo fratelli uniti

Quando saremo fratelli uniti
[2011]
Testo e Musica di Cosimo ("Mimmo") Cavallo e Andrea Simiele
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti

Dedico questa canzone che porta il titolo dell'ultimo CD di Mimmo Cavallo, a tutti i compagni e gli amici "polentoni" collaboratori del sito (admins e non) e in particolare ai (ahi!) piemuntìsi Adriana e Alessandro-Bartleby, al longobardo Gian Piero Testa e ai toschi Riccardo, Daniela e Lorenzo (scusate se dimentico qualcuno, ma i nordici siete sempre di più). Quando saremo fratelli uniti, quasi una lennoniana "Imagine" italica –meno utopistica e trasognante della prima in quanto espressione di reali quanto crudi ed efferati conflitti della nostra storia, ma che pertanto vorrei potesse, anche lei, varcare i maledetti confini nazionali per estendersi al Nord e al Sud dell'intero globo, che, nella sostanza, ha sofferto e continua a soffrire dello stesso tipo di guerra e di guerre.. . Quando saremo fratelli uniti ...ma forse un po' noi (mi auguro) lo siamo già..:)

da giorgio, il terrone (turrúni, terùn, cul-terreux, etc.)
Tolsero gli artigli al gatto
(continua)
inviata da giorgio 17/7/2011 - 10:11
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Sempre poveri

Sempre poveri
Scritta e cantata da Matteo Salvatore
Album: Canti e storie rurali e popolari
"Stato status dominus subissus ammenus, dicevano i nostri padri
(continua)
inviata da giorgio 16/7/2011 - 20:45
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Miseria, miseria, disoccupazione

Scritta e cantata da Matteo Salvatore

Ancora il problema del bisogno primario non ancora risolto (anzi, oggi ritornato prepotentemente "di moda"): .."Comu l'a'm''a cumbina' ?!.."
Miseria, miseria, disoccupazione
(continua)
inviata da giorgio 16/7/2011 - 20:34
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Lu polverone

Lu polverone
[1961]
Scritta e cantata da Matteo Salvatore
Album: Lamenti di mendicanti

"Mio padre era zappatore, la nostra era una delle più povere famiglie del paese... si moriva di fame. A otto anni ho fatto il garzone di cantina, poi il banditore del Comune, il facchino, vendevo anche pane.. Solo nel periodo della vendemmia, della mietitura e della raccolta delle olive si guadagnava qualche soldo. Tutto il resto dell'anno si moriva di fame..

Impossibile che situazioni tanto critiche non provocassero la denuncia del trattamento disumano da parte dei padroni, e della sofferenza e durezza del lavoro:
"Nelle campagne eravamo sfruttati dai guardiani del padrone, che erano i cani da guardia del padrone. All'età di 14 anni è morta mia sorella perché mio padre non riusciva a procurarci da mangiare. Allora imparai a suonare la chitarra da un cieco del paese, Vincenzo Pizzicoli, e per quindici anni lo... (continua)
Quanne hê finùto da fatijà'
(continua)
inviata da giorgio 16/7/2011 - 08:21
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Niente

Niente
Passa il mio sguardo attraverso il nero,
(continua)
inviata da Luca 'The River' 15/7/2011 - 22:02
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El diablo es un señor

El diablo es un señor
Probabilmente la canzone risale ai primi anni 70 ma forse è stata registrata solo più tardi. In “Facundo Secreto” (1988) e “El oficio de cantor” (1993).

“Il diavolo è un signore elegante, ha la coda ma la nasconde dentro un grosso portafogli scuro dove tiene anche i documenti che lo autorizzano ad ammazzare la gente… Il diavolo l’ho visto molte volte, come voi… l’ho visto anche camminarmi accanto…”

E il diavolo camminava accanto a Don Facundo, anzi, gli ha persino dato un passaggio in auto quel maledetto 9 luglio 2011 a Città del Guatemala, mentre il grande cantore argentino se ne andava in bus all’aeroporto… Si era nascosto il demonio in un tal Henry Fariña, nicaraguense, impresario dello spettacolo legato al narcotraffico… I suoi “amici” del cartello di Sinaloa volevano fargli pagare qualche sgarro e invece hanno ucciso Cabral al suo posto…
Rigoberta Menchú, indigena guatemalteca, premio... (continua)
El diablo es un señor almidonado,
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 13:40
Percorsi: Il Diavolo
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Facundo Cabral: Pobrecito mi patrón

Facundo Cabral: Pobrecito mi patrón
di Facundo Cabral
[primi anni 90?]
In “Lo cortez no quita lo Cabral” (1994) con Alberto Cortez e anche in “Época de oro” (1998)

“Juan Comodoro cercando l’acqua trovò petrolio… Divenne ricco, ma morì di sete.”

Dedicata a quelli che si credono ricchi e potenti.

In ricordo di Don Facundo, morto ammazzato nella violenta Città del Guatemala – sembra - per caso e per errore, al posto di un impresario dello spettacolo, legato ad un cartello di narcotrafficanti, che gli aveva offerto un passaggio in auto verso l’aeroporto…
Destino beffardo, lui che il Diavolo l’ha sempre combattuto è morto al posto suo. Ma si sa, come cantava Don Facundo in un’altra sua famosa canzone, “El diablo es un señor” che spesso ci cammina accanto… E infatti la premio Nobel per la pace Rigoberta Menchú, indigena guatemalteca, non ha esitato a dichiarare tra le lacrime "Es el fascismo que mata a Facundo Cabral".
Juan Comodoro,
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 13:12

Bandiera rossa

anonimo
Bandiera rossa
[anni 20, dopo il 1924]
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
Sulla melodia della fascista “Faccetta nera”, così come usavano al tempo le opposte fazioni di fregarsi reciprocamente le melodie (vedi, per esempio, la storia di Giovinezza)

Nel testo, il riferimento a due dei primi e più famosi omicidi politici realizzati dai fascisti.
Quello di Matteotti è arcinoto (si vedano, per esempio, Canta di Matteotti, Matteotti, L'assassinio di Giacomo Matteotti e Povero Matteotti), meno quello del Giuseppe Di Vagno di Conversano, nel barese, il “gigante buono”, parlamentare dei “pezzenti e dei diseredati”, ucciso nel 1921 dopo un comizio a Mola di Bari da una squadraccia di fascisti guidati da Giuseppe Caradonna, in seguito divenuto addirittura vice-presidente della Camera fascista. Gli autori del delitto furono... (continua)
Bandiera rossa è un bel colore
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 11:22

Signori avete inteso, avete visto

[1909]
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.

Il bracciante socialista Giovanni Mascolo di San Nicandro Garganico compose su un foglio volante dell’epoca questo canto, sull’aria de “La ciociara”, in cui descrive lo scontro, quasi un’imboscata, avvenuto tra i socialisti e i loro avversari "gialloni", gli sgherri dei padroni.

“Tra la fine dell'800 e i primi decenni del Novecento, San Nicandro divenne uno dei più aspri teatri della lotta politica di classe sotto la guida di personaggi eminenti, come Giuseppe e Domenico Fioritto [più tardi segretario nazionale del Partito Socialista e poi membro dell’Assemblea Costituente, ndr], con esiti spesso tragici, menzionati nelle cronache e mitizzati nella letteratura del tempo, com'è il caso de "Il cafone all'inferno" di Tommaso Fiore [scrittore e politico antifascista originario di Altamura, ndr], che trasse spunto da storie quotidiane dei contadini sannicandresi.” (it.wikipedia)
Signori avete inteso avete visto
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 10:07

E lu jurne de la Madonne

anonimo
E lu jurne de la Madonne
[1898]

Canto risalente al 1898 - raccolto da Roberto Leydi nel foggiano da un informatore di nome Natale Orecchia - che descrive una sanguinosa rivolta popolare scoppiata a Minervine Murge contro il rincaro del grano e del pane. Quell’anno rivolte simili per il pane, il lavoro, contro le imposte e gli scandali che avevano appena travolto il presidente del Consiglio Crispi esplosero un po’ in tutta Italia e la reazione del governo Di Rudinì fu la militarizzazione e la repressione con il risultato di centinaia di morti (l’episodio più grave fu quello che vide protagonista a Milano Il feroce monarchico Bava o Inno del sangue) e di imprigionati.
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.



“La plebe è inferocita a Molfetta, a Minervino Murge, a Chieti, a Pozzuoli, a Torre Annunziata, ad Avellino, a Nocera, a... (continua)
E lu jurne de la Madonne
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 09:42
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Lone Pine Hill

Lone Pine Hill
2008
Album: The Good Life
I swear I see her in my dreams sometimes
(continua)
inviata da anonymous 15/7/2011 - 04:36
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Il bando del Comune

Il bando del Comune
[1972]
Da “Autunno. Pe’ nu cacchio d’uva”, terzo disco della quadrilogia “Le quattro stagioni del Gargano”
Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.

Geniale presa per il culo di tutto lo stuolo delle autorità che affliggono il popolo (ed il riferimento è ancora una volta al periodo fascista), dal podestà fino al capo-spazzino passando per i gendarmi, il cui capo è definito con un voluto sagace lapsus prima “assessore” e poi “assassino”.
Popolo dë lu pajésë
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 15:47
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Il bando della carne

Il bando della carne
[1972]
Da “Primavera: lu gregge, lu pastore e la campagna”, primo disco della quadrilogia “Le quattro stagioni del Gargano”
Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.
Popolo dë lu pajésë sentite, sentite, sentite.
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 15:29
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La ballata di Teresina

La ballata di Teresina
[1970]
Da “Le Puglie di Matteo Salvatore”
Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.

Una contadina affamata viene sorpresa a raccogliere nel campo del padrone.
Questi ordina al guardiano di impiccarla e poi darla in pasto ai cani.
Nemmeno il duro sorvegliante regge l’assurda ferocia del padrone: dopo aver ucciso la Teresina si dà la morte lui stesso.
Storia di ordinaria sopraffazione nella “guerra dei 1000 anni che i ricchi fanno contro i poveri”.
Ngappa la Taresina appínnela all’albero e vattene via
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 15:15
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Tuppe tuppe a llu pòrtóna

Tuppe tuppe a llu pòrtóna
[1963]
Album “Storie e melodie d’amore del sud”
Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.

“Una giovinetta, spinta dalla miseria, bussa timidamente alla porta del ricco signore per offrirgli i suoi servigi; dopo alcuni giorni, il padrone, adocchiata la fresca bellezza dell'adolescente, tenta di approfittarne….”
Storia di ordinaria sopraffazione nella “guerra dei 1000 anni che i ricchi fanno contro i poveri”.
Tuppe tuppe a llu pòrtóna
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 15:00
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Mezza vèrzúre de févë

Mezza vèrzúre de févë
[1970]
Da “Le Puglie di Matteo Salvatore”
Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.

Che buono il padrone che ci lascia raccogliere le fave!
Le fave, la carne dei poveri…
Le fave, anticamente legate al culto dei morti….
Le fave, il cibo dei morti di fame.
Scjuppémë mezza vèrzúre de févë
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 14:33

Mórte a llu pajèse

Mórte a llu pajèse
[1972]
Da “Autunno. Pe’ nu cacchio d’uva”, terzo disco della quadrilogia “Le quattro stagioni del Gargano”

Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.

Questa canzone racconta dell’atroce fine di una donna che nel periodo fascista fu accusata di aver ucciso il proprio padrone, un ricco proprietario. La stessa, per ordine del podestà, verrà crudelmente crocifissa ad un albero.
Un fatto di cronaca che è anche una terribile denuncia della ferocia dei padroni e dei fascisti ma anche della necessaria quanto costosa ribellione degli sfruttati…
Nè fatte néntë ji ne ll’è ccise à lu patróne
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 14:07
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Lu soprastante

Lu soprastante
[1971]
Dall’album “Le mie Puglie”, con Adriana Doriani.
Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.

Adriana Doriani fu la sua compagna e nel 1973 Matteo Salvatore fu accusato di averla uccisa. Innocente, fu comunque condannato e si fece alcuni anni di carcere prima che, grazie all’interessamento di Renzo Arbore, Mariangela Melato ed altri artisti che gli pagarono un avvocato capace, il processo venisse riaperto e revisionato.
Gente, io ci sono stato nei campi di grano a mietere sotto lo sguardo vigile del sorvegliante, sotto il sole cocente, curvo dall’alba al tramonto e lì a due passi la fiasca dell’acqua fresca sotto i covoni e non potermi dissetare. No, qui non si può bere, non si può parlare, si deve solo lavorare, lavorare, lavorare, chi non lo farà verrà licenziato, credetemi io ci sono stato.
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 13:39
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Le trè frustétë de lu patróne

Le trè frustétë de lu patróne
[1967]
Dall’album “Il lamento dei mendicanti”

Testo trovato e trascritto da ”Canto tradizionale e cantautori popolari. Un esempio pugliese”, di Maria Luisa Scippa, Archivio Storico Pugliese, Provincia di Brindisi, 1991.
Quanno lu sólë jè fatte ròscje
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 13:08
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Grande Sud

Grande Sud
[2008]
Canzone che dà il titolo all’album del Taranta Power.
C’è una musica in quel treno
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 10:44
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Lacreme 'e cundannate

Lacreme 'e cundannate
Alfredo Bascetta was a Neopolitan tenor who had immigrated to New York City shortly after the turn of the 20th century. This is a song written by him in Neapolitan dialect, evidently shortly before the execution of Sacco and Vanzetti.

It never mentions the political beliefs, the anarchism of the two men but it expresses strongly the sense of injustice felt by greater part of the Italian community at the long and, in their eyes, barbarous treatment of Sacco and Vanzetti.

The powerful anguish felt in the music is one of the more moving examples of the emotion evoked by the trial and sentencing to death of the two men. One can read in its words that God will not move governors to do the right thing, nor will God help to cure social injustice created by man.
BITTER TEARS AND TWO CONDEMNED MEN
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 10:03
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Sacco e Vanzetti

Vampo - Pensiero
La canzone è del 1927.
Gli autori sono effettivamente tali R. Vampo ed F. Pensiero, forse partenopei perchè risultano aver composto anche "'A morte 'e Sacco e Vanzetti" interpretata dal baritono Giuseppe Milano, italiano emigrato negli USA (quello di E quando muoio io (Nuovi stornelli socialisti)).
E pure questa "Sacco e Vanzetti" di Vampo e Pensiero venne interpretata da un emigrato, il tenore Raoul Romito che negli anni 20 la incise per la Columbia americana, insieme ad altri brani come Il tragico naufragio del vapore Sirio e A Sante Caserio, o La ballata di Sante Caserio.
Bartleby 14/7/2011 - 10:02
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W la guerra

W la guerra
[1956]
Scritta e cantata da Matteo Salvatore
Album: La Passione Secondo Matteo [2007]

Una canzone ironicissima che non inneggia certo alla guerra, tutt'altro.. Una antiwar song dell'ultimo dopoguerra, forse dimenticata, recuperata nell'ultima compilation di Matteo Salvatore (pubblicata postuma) "La Passione Secondo Matteo"..
"Viva la guerra! Viva la guerra, che è sempre bbona !"
(continua)
inviata da giorgio 14/7/2011 - 08:25
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Ballata per Vanda

Ballata per Vanda
Dedicata alla partigiana Vanda Bianchi di Castelnuovo Magra (MS), che dopo aver fatto la Resistenza,continua ancora oggi a spendersi per difendere gli ideali per cui ha lottato.

Sulla vita di Vanda Bianchi è stato pubblicato il libro "Un berretto pieno di speranze",di Pino Marchini, Ed. Cinque Terre (SP)
Fonte:sito ufficiale.

La compagna Vanda Bianchi ci ha lasciato nel 2014.
E Vanda è una bambina e guarda verso il monte
(continua)
inviata da adriana 13/7/2011 - 19:15
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Canzone per Stefano

Canzone per Stefano
Tratta da un testo di Giorgio Nardi, una canzone che parla dell'uccisione in carcere di Stefano Cucchi, ma che può estendersi a tutti i casi simili che purtroppo sono numerosi.
Fonte:sito ufficiale
Mi avevano detto è solo un controllo,
(continua)
inviata da adriana 13/7/2011 - 19:02
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Inno della Repubblica

Inno della Repubblica
[1967]
Album :“Il lamento dei mendicanti”

Non so esattamente quando Matteo Salvatore abbia composto questa canzone, probabilmente negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra. Ma si riferirebbe agli anni 10 o 20 quando suo padre e Di Vittorio si conobbero nel carcere di Lucera frequentato dal primo per miseria e dal secondo perché sindacalista rivoluzionario e socialista…

In ogni caso, propongo senz’altro questo inno al posto dell’orrido “Fratelli d’Italia”…

“Risale alla giovinezza di Matteo questa canzone. Una giovinezza difficile, il padre facchino, la madre chiede l’elemosina nei paesi vicini. A casa ‘Zicozico’ (così venivano soprannominati i Salvatore ad Apricena), si muore persino di malnutrizione (triste destino capitato a una sorella di Matteo).
E in questi anni il padre va in galera. Viene messo in cella con Giuseppe Di Vittorio [che era di Cerignola], poi divenuto... (continua)
Fratelli tutti uniti, facciamo l’Italia nuova
(continua)
inviata da Bartleby 13/7/2011 - 15:17
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Lu furastiero

Lu furastiero
[1967]

La canzone è tratta da un album del 1967 intitolato “Il lamento dei mendicanti”, stampato anche in Francia dove Matteo Salvatore è stato più apprezzato che non nel paese suo..



“[…] Se le prime canzoni che registrerà conterranno stucchevoli ritornelli di becera comicità, ben presto avviene in lui una sorta di purificazione: Matteo Salvatore diventa il medium del dolore secolare di un popolo, la sua opera assume carattere di grande affresco. Non vi è riflessione, le canzoni non “parlano di”, nemmeno, per intenderci, attraverso l’umanissimo filtro dell’immedesimazione deandreiana; sono proprio i personaggi che, senza presentarsi, si esprimono per voce di Matteo, di modo che l’esperienza della miseria faccia da sfondo a un discorso che ha le parole della vita di tutti i giorni.
Nella canzone ‘Lu furastiero’ non viene raccontata in modo esplicito la tragedia degli stagionali: uomini... (continua)
Lu furastiero dorme stanotte sull'aia,
(continua)
inviata da Bartleby 13/7/2011 - 14:34
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Italia minore

Italia minore
[2007]
Album “Sponda sud”
Canzone dedicata a Matteo Salvatore (1925-2005), foggiano, compositore e cantante di musica popolare, quello di cui Italo Calvino ebbe a dire: “Le parole di Matteo Salvatore noi le dobbiamo ancora inventare”.



"Questione meridionale", "terroni": da sempre veniamo chiamati in causa con queste due paroline. Periodicamente alcuni soloni del mondo politico o della classe intellettuale (ovviamente settentrionale) si affannano a proporre le loro geniali trovate per risolvere questo "problema", come se gliene importasse davvero. Sono anni che parole come federalismo fiscale o cassa-banca (casciabancu sarebbe più appropriato) del Mezzogiorno sono sulla bocca di politici di qualsiasi colore e fazione. Il tutto viene poi infarcito da una dilagante ignoranza: ignoranza del fatto che la "questione meridionale" è nata proprio con l'unità d'Italia, circa 150 anni fa.

Ora,... (continua)
Spiavo ‘n cielo chissà chiuvesse
(continua)
inviata da Bartleby 13/7/2011 - 14:10
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Filo spinato

Filo spinato
2011
Album: "Vino Tabacco e cielo"


Si era arruolato, era il suo lavoro. Partecipava ad un’azione di pace.
Era un ragazzo, un figlio, un fidanzato. Era un soldato che non tornerà.

Luigi Maieron: Voce, Chitarra acustica
Ellade Bandini: Batteria
Franco Giordani: Mandolino, Banjo
Simone Serafini: Contrabbasso
Francesco Piu: Armonica
Lei è mia madre e ogni sera non dimentica di pregare
(continua)
inviata da DonQuijote82 13/7/2011 - 14:05
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Eleonora

Eleonora
[1999]
Album “Taranta Power”, manifesto dell’omonimo movimento musicale fondato da Eugenio Bennato nel 1998.

Storia di Donna Eleonora Pimentel Fonseca, detta la Pimentella, nobildonna di origine portoghese trapiantata a Roma e Napoli. Intellettuale poliglotta, poetessa e fine letterata, fu data in sposa ad un capitano napoletano da cui venne regolarmente maltrattata, tanto da procurarle un’interruzione di gravidanza. Lasciato il marito, Eleonora si legò in amicizia alla regina Maria Carolina d'Austria, consorte di Ferdinando di Borbone, e con essa frequentò i salotti napoletani dove liberali e massoni discutevano di monarchia moderna e di dispotismo illuminato. Ma la Rivoluzione Francese allontanò le due amiche: la fine della sorella Maria Antonietta per mano dei giacobini indusse la regina di Napoli e Sicilia a condividere la dura repressione contro gli illuminati che prima aveva guardato... (continua)
Donna Eleonora nun è ghiuta ‘o Teatro
(continua)
inviata da Bartleby 13/7/2011 - 13:29
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No me llames extranjero

No me llames extranjero
Questa una versione con Facundo Cabral

DonQuijote82 13/7/2011 - 13:21
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Purple Heart

Ransom
Purple Heart
An old grey black man lives out on Thunder Road
(continua)
inviata da anonymous 13/7/2011 - 05:44
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Si se calla el cantor

Si se calla el cantor
SE TACE IL CANTORE
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 12/7/2011 - 20:16
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Sopra le nuvole

Sopra le nuvole
[2010]
Nell’album “Pattinando sul ghiaccio sottile” ma, soprattutto, canzone finale dell’omonimo film diretto da Sabrina Guigli e Riccardo Stefani e dedicato alle stragi nazifascisti di Monchio, sull’Appennino modenese, e Cervarolo, su quello reggiano.

Nel marzo del 1944 i partigiani operanti nell’Appennino modenese ottennero alcuni successi negli scontri con i nazifascisti nella zona del Monte Santa Giulia, nel comune di Palagano. Quando ad essere uccisi furono un ufficiale ed alcuni soldati tedeschi, i nazisti concentrarono a Montefiorino i paracadutisti della divisione corazzata “Hermann Göring” che all’alba del 18 marzo cominciarono a cannoneggiare gli abitati di Monchio, Susano e Costrignano. Poi, accompagnati da fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana modenese, gli aggressori si diressero verso i paesi e cominciò la carneficina: 140 morti, tra i quali 6 bambini sotto i dieci... (continua)
Ho sentito la primavera arrivare
(continua)
inviata da Bartleby 12/7/2011 - 14:24

Pour un œil les deux yeux

Pour un œil les deux yeux
Pour un œil les deux yeux

Canzone française – Pour un œil les deux yeux – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 41

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 –
l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

Quel titre, Marco Valdo M.I. mon ami, quel titre encore une fois. Que me racontes-tu à nouveau là ? Te voilà d'humeur bien belliqueuse, me semble-t-il. C'est carrément une vendetta que tu fais fleurir ainsi subitement.

En effet, Lucien l'âne mon ami, c'est une fleur de vendetta, une fleur pernicieuse et comme tu le sais mieux que moi encore, c'est une fleur sauvage qui pousse depuis la nuit des temps. C'est une fleur qui se veut de justice et parfois, on peut considérer qu'elle l'est. Et parfois, il n'y a pas vraiment d'autre façon... (continua)
Pour un œil les deux yeux
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/7/2011 - 22:43
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There Will Be Trouble In Town (Ci saranno guai)

There Will Be Trouble In Town (Ci saranno guai)
11 luglio 1998 - 11 luglio 2011

adriana 11/7/2011 - 14:30
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Garibardo

Garibardo
Nel 1860. Garibaldi confidò al suo medico curante Enrico Albanese:

«La patria non si baratta, né si vende per Dio! Quando i posteri esamineranno gli atti del governo e del Parlamento italiano durante il risorgimento italiano, vi troveranno cose da cloaca. Povera Nizza! Io feci male a non parlare chiaramente, a non protestare con energia, a non dire là in Parlamento, a Cavour, che era una canaglia, e a quei che ne volevano votare la rinunzia che erano tanto vili.»

«Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio. (da una lettera ad Adelaide Cairoli del 1868)»
L'anti italiano 10/7/2011 - 23:02
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Fiore rubato

Fiore rubato
[2011]
Testo e Musica di Mimmo Cavallo, U' Papadia e Andrea Simiele
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti

Teddeum, Gaeta, sì.. ma non esiste, naturalmente, una lapide, un muro dove piangere e rendere onore a tutti questi nostri morti.. Ci vuole ancora molto sforzo per ricordarli; e farli ricordare ai nostri figli... In compenso abbiamo, ovviamente, strade, monumenti, obelischi e lapidi a più non posso con tutti i gloriosi nomi al completo degli eroi dei vincitori colonizzatori dell'Unità d'Italia.
Ah quant'era bella la terra nostra
(continua)
inviata da giorgio 10/7/2011 - 21:30




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