Niente
Passa il mio sguardo attraverso il nero,
(continua)
(continua)
inviata da Luca 'The River' 15/7/2011 - 22:02
El diablo es un señor
El diablo es un señor almidonado,
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 13:40
Percorsi:
Il Diavolo
Facundo Cabral: Pobrecito mi patrón
di Facundo Cabral
[primi anni 90?]
In “Lo cortez no quita lo Cabral” (1994) con Alberto Cortez e anche in “Época de oro” (1998)
“Juan Comodoro cercando l’acqua trovò petrolio… Divenne ricco, ma morì di sete.”
Dedicata a quelli che si credono ricchi e potenti.
In ricordo di Don Facundo, morto ammazzato nella violenta Città del Guatemala – sembra - per caso e per errore, al posto di un impresario dello spettacolo, legato ad un cartello di narcotrafficanti, che gli aveva offerto un passaggio in auto verso l’aeroporto…
Destino beffardo, lui che il Diavolo l’ha sempre combattuto è morto al posto suo. Ma si sa, come cantava Don Facundo in un’altra sua famosa canzone, “El diablo es un señor” che spesso ci cammina accanto… E infatti la premio Nobel per la pace Rigoberta Menchú, indigena guatemalteca, non ha esitato a dichiarare tra le lacrime "Es el fascismo que mata a Facundo Cabral".
[primi anni 90?]
In “Lo cortez no quita lo Cabral” (1994) con Alberto Cortez e anche in “Época de oro” (1998)
“Juan Comodoro cercando l’acqua trovò petrolio… Divenne ricco, ma morì di sete.”
Dedicata a quelli che si credono ricchi e potenti.
In ricordo di Don Facundo, morto ammazzato nella violenta Città del Guatemala – sembra - per caso e per errore, al posto di un impresario dello spettacolo, legato ad un cartello di narcotrafficanti, che gli aveva offerto un passaggio in auto verso l’aeroporto…
Destino beffardo, lui che il Diavolo l’ha sempre combattuto è morto al posto suo. Ma si sa, come cantava Don Facundo in un’altra sua famosa canzone, “El diablo es un señor” che spesso ci cammina accanto… E infatti la premio Nobel per la pace Rigoberta Menchú, indigena guatemalteca, non ha esitato a dichiarare tra le lacrime "Es el fascismo que mata a Facundo Cabral".
Juan Comodoro,
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 13:12
Bandiera rossa
anonimo
[anni 20, dopo il 1924]
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
Sulla melodia della fascista “Faccetta nera”, così come usavano al tempo le opposte fazioni di fregarsi reciprocamente le melodie (vedi, per esempio, la storia di Giovinezza)
Nel testo, il riferimento a due dei primi e più famosi omicidi politici realizzati dai fascisti.
Quello di Matteotti è arcinoto (si vedano, per esempio, Canta di Matteotti, Matteotti, L'assassinio di Giacomo Matteotti e Povero Matteotti), meno quello del Giuseppe Di Vagno di Conversano, nel barese, il “gigante buono”, parlamentare dei “pezzenti e dei diseredati”, ucciso nel 1921 dopo un comizio a Mola di Bari da una squadraccia di fascisti guidati da Giuseppe Caradonna, in seguito divenuto addirittura vice-presidente della Camera fascista. Gli autori del delitto furono... (continua)
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
Sulla melodia della fascista “Faccetta nera”, così come usavano al tempo le opposte fazioni di fregarsi reciprocamente le melodie (vedi, per esempio, la storia di Giovinezza)
Nel testo, il riferimento a due dei primi e più famosi omicidi politici realizzati dai fascisti.
Quello di Matteotti è arcinoto (si vedano, per esempio, Canta di Matteotti, Matteotti, L'assassinio di Giacomo Matteotti e Povero Matteotti), meno quello del Giuseppe Di Vagno di Conversano, nel barese, il “gigante buono”, parlamentare dei “pezzenti e dei diseredati”, ucciso nel 1921 dopo un comizio a Mola di Bari da una squadraccia di fascisti guidati da Giuseppe Caradonna, in seguito divenuto addirittura vice-presidente della Camera fascista. Gli autori del delitto furono... (continua)
Bandiera rossa è un bel colore
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 11:22
Signori avete inteso, avete visto
[1909]
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
Il bracciante socialista Giovanni Mascolo di San Nicandro Garganico compose su un foglio volante dell’epoca questo canto, sull’aria de “La ciociara”, in cui descrive lo scontro, quasi un’imboscata, avvenuto tra i socialisti e i loro avversari "gialloni", gli sgherri dei padroni.
“Tra la fine dell'800 e i primi decenni del Novecento, San Nicandro divenne uno dei più aspri teatri della lotta politica di classe sotto la guida di personaggi eminenti, come Giuseppe e Domenico Fioritto [più tardi segretario nazionale del Partito Socialista e poi membro dell’Assemblea Costituente, ndr], con esiti spesso tragici, menzionati nelle cronache e mitizzati nella letteratura del tempo, com'è il caso de "Il cafone all'inferno" di Tommaso Fiore [scrittore e politico antifascista originario di Altamura, ndr], che trasse spunto da storie quotidiane dei contadini sannicandresi.” (it.wikipedia)
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
Il bracciante socialista Giovanni Mascolo di San Nicandro Garganico compose su un foglio volante dell’epoca questo canto, sull’aria de “La ciociara”, in cui descrive lo scontro, quasi un’imboscata, avvenuto tra i socialisti e i loro avversari "gialloni", gli sgherri dei padroni.
“Tra la fine dell'800 e i primi decenni del Novecento, San Nicandro divenne uno dei più aspri teatri della lotta politica di classe sotto la guida di personaggi eminenti, come Giuseppe e Domenico Fioritto [più tardi segretario nazionale del Partito Socialista e poi membro dell’Assemblea Costituente, ndr], con esiti spesso tragici, menzionati nelle cronache e mitizzati nella letteratura del tempo, com'è il caso de "Il cafone all'inferno" di Tommaso Fiore [scrittore e politico antifascista originario di Altamura, ndr], che trasse spunto da storie quotidiane dei contadini sannicandresi.” (it.wikipedia)
Signori avete inteso avete visto
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 10:07
E lu jurne de la Madonne
anonimo
[1898]
Canto risalente al 1898 - raccolto da Roberto Leydi nel foggiano da un informatore di nome Natale Orecchia - che descrive una sanguinosa rivolta popolare scoppiata a Minervine Murge contro il rincaro del grano e del pane. Quell’anno rivolte simili per il pane, il lavoro, contro le imposte e gli scandali che avevano appena travolto il presidente del Consiglio Crispi esplosero un po’ in tutta Italia e la reazione del governo Di Rudinì fu la militarizzazione e la repressione con il risultato di centinaia di morti (l’episodio più grave fu quello che vide protagonista a Milano Il feroce monarchico Bava o Inno del sangue) e di imprigionati.
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
“La plebe è inferocita a Molfetta, a Minervino Murge, a Chieti, a Pozzuoli, a Torre Annunziata, ad Avellino, a Nocera, a... (continua)
Canto risalente al 1898 - raccolto da Roberto Leydi nel foggiano da un informatore di nome Natale Orecchia - che descrive una sanguinosa rivolta popolare scoppiata a Minervine Murge contro il rincaro del grano e del pane. Quell’anno rivolte simili per il pane, il lavoro, contro le imposte e gli scandali che avevano appena travolto il presidente del Consiglio Crispi esplosero un po’ in tutta Italia e la reazione del governo Di Rudinì fu la militarizzazione e la repressione con il risultato di centinaia di morti (l’episodio più grave fu quello che vide protagonista a Milano Il feroce monarchico Bava o Inno del sangue) e di imprigionati.
Testo trovato su ”Il canzoniere di Giuseppe Di Vittorio. Canti sociali e politici di Capitanata”, a cura di Giuseppe Rinaldi.
“La plebe è inferocita a Molfetta, a Minervino Murge, a Chieti, a Pozzuoli, a Torre Annunziata, ad Avellino, a Nocera, a... (continua)
E lu jurne de la Madonne
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 15/7/2011 - 09:42
El alma llena de banderas
Volevo segnalare due video:
La versione di Victor Jara, con bellissime foto.
Versione dei Quilapayún: il video è molto bello, anche graficamente, costruito con le immagini di tanti personaggi che conosciamo - o che dovremmo conoscere - molto bene; tra Emiliano Zapata e Sacco e Vanzetti c'è anche Carlo Giuliani.
Mi ricorda quella canzone di Daniele Sepe,"MCMXCIV perché i vivi non ricordano" dove alla fine vengono nominati in sequenza tutta una serie di nomi"importanti"...
Da Youtube:
"Videoclip de la cancion "Con el alma llena de banderas" de Victor Jara interpretada por Quilapayun.
Homenaje a los que soñaron un mundo mejor,a los que cayeron combatiendo por la libertad, la justicia y la dignidad y a
quienes fueron asesinados por el fascismo.
No apagaran el fuego de su memoria.
El mejor homenaje: CONTINUAR SU LUCHA!!
Realizado por Goskinó."
Tra i personaggi che compaiono... (continua)
La versione di Victor Jara, con bellissime foto.
Versione dei Quilapayún: il video è molto bello, anche graficamente, costruito con le immagini di tanti personaggi che conosciamo - o che dovremmo conoscere - molto bene; tra Emiliano Zapata e Sacco e Vanzetti c'è anche Carlo Giuliani.
Mi ricorda quella canzone di Daniele Sepe,"MCMXCIV perché i vivi non ricordano" dove alla fine vengono nominati in sequenza tutta una serie di nomi"importanti"...
Da Youtube:
"Videoclip de la cancion "Con el alma llena de banderas" de Victor Jara interpretada por Quilapayun.
Homenaje a los que soñaron un mundo mejor,a los que cayeron combatiendo por la libertad, la justicia y la dignidad y a
quienes fueron asesinados por el fascismo.
No apagaran el fuego de su memoria.
El mejor homenaje: CONTINUAR SU LUCHA!!
Realizado por Goskinó."
Tra i personaggi che compaiono... (continua)
Maria Cristina 15/7/2011 - 09:37
Lone Pine Hill
2008
Album: The Good Life
Album: The Good Life
I swear I see her in my dreams sometimes
(continua)
(continua)
inviata da anonymous 15/7/2011 - 04:36
Les Quat'cents Coups
Senza pretese la traduzione di "Les Quat'Cents Coups" di Léo Ferré.
I QUATTROCENTO COLPI
(continua)
(continua)
inviata da Mattié Crisantoi 14/7/2011 - 19:10
Violetas para Violeta
VIOLETAS PARA MERCEDES
Poesia scritta da Joaquin Sabina in morte di Mercedes Sosa
dal sito ufficiale
Poesia scritta da Joaquin Sabina in morte di Mercedes Sosa
dal sito ufficiale
VIOLETAS PARA MERCEDES
(continua)
(continua)
14/7/2011 - 13:02
Grande Sud
[2008]
Canzone che dà il titolo all’album del Taranta Power.
Canzone che dà il titolo all’album del Taranta Power.
C’è una musica in quel treno
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 10:44
Lacreme 'e cundannate
Alfredo Bascetta was a Neopolitan tenor who had immigrated to New York City shortly after the turn of the 20th century. This is a song written by him in Neapolitan dialect, evidently shortly before the execution of Sacco and Vanzetti.
It never mentions the political beliefs, the anarchism of the two men but it expresses strongly the sense of injustice felt by greater part of the Italian community at the long and, in their eyes, barbarous treatment of Sacco and Vanzetti.
The powerful anguish felt in the music is one of the more moving examples of the emotion evoked by the trial and sentencing to death of the two men. One can read in its words that God will not move governors to do the right thing, nor will God help to cure social injustice created by man.
It never mentions the political beliefs, the anarchism of the two men but it expresses strongly the sense of injustice felt by greater part of the Italian community at the long and, in their eyes, barbarous treatment of Sacco and Vanzetti.
The powerful anguish felt in the music is one of the more moving examples of the emotion evoked by the trial and sentencing to death of the two men. One can read in its words that God will not move governors to do the right thing, nor will God help to cure social injustice created by man.
BITTER TEARS AND TWO CONDEMNED MEN
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 14/7/2011 - 10:03
Sacco e Vanzetti
Vampo - Pensiero
La canzone è del 1927.
Gli autori sono effettivamente tali R. Vampo ed F. Pensiero, forse partenopei perchè risultano aver composto anche "'A morte 'e Sacco e Vanzetti" interpretata dal baritono Giuseppe Milano, italiano emigrato negli USA (quello di E quando muoio io (Nuovi stornelli socialisti)).
E pure questa "Sacco e Vanzetti" di Vampo e Pensiero venne interpretata da un emigrato, il tenore Raoul Romito che negli anni 20 la incise per la Columbia americana, insieme ad altri brani come Il tragico naufragio del vapore Sirio e A Sante Caserio, o La ballata di Sante Caserio.
Gli autori sono effettivamente tali R. Vampo ed F. Pensiero, forse partenopei perchè risultano aver composto anche "'A morte 'e Sacco e Vanzetti" interpretata dal baritono Giuseppe Milano, italiano emigrato negli USA (quello di E quando muoio io (Nuovi stornelli socialisti)).
E pure questa "Sacco e Vanzetti" di Vampo e Pensiero venne interpretata da un emigrato, il tenore Raoul Romito che negli anni 20 la incise per la Columbia americana, insieme ad altri brani come Il tragico naufragio del vapore Sirio e A Sante Caserio, o La ballata di Sante Caserio.
Bartleby 14/7/2011 - 10:02
W la guerra
[1956]
Scritta e cantata da Matteo Salvatore
Album: La Passione Secondo Matteo [2007]
Una canzone ironicissima che non inneggia certo alla guerra, tutt'altro.. Una antiwar song dell'ultimo dopoguerra, forse dimenticata, recuperata nell'ultima compilation di Matteo Salvatore (pubblicata postuma) "La Passione Secondo Matteo"..
Scritta e cantata da Matteo Salvatore
Album: La Passione Secondo Matteo [2007]
Una canzone ironicissima che non inneggia certo alla guerra, tutt'altro.. Una antiwar song dell'ultimo dopoguerra, forse dimenticata, recuperata nell'ultima compilation di Matteo Salvatore (pubblicata postuma) "La Passione Secondo Matteo"..
"Viva la guerra! Viva la guerra, che è sempre bbona !"
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 14/7/2011 - 08:25
Canzone per Stefano
Tratta da un testo di Giorgio Nardi, una canzone che parla dell'uccisione in carcere di Stefano Cucchi, ma che può estendersi a tutti i casi simili che purtroppo sono numerosi.
Fonte:sito ufficiale
Fonte:sito ufficiale
Mi avevano detto è solo un controllo,
(continua)
(continua)
inviata da adriana 13/7/2011 - 19:02
Inno della Repubblica
[1967]
Album :“Il lamento dei mendicanti”
Non so esattamente quando Matteo Salvatore abbia composto questa canzone, probabilmente negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra. Ma si riferirebbe agli anni 10 o 20 quando suo padre e Di Vittorio si conobbero nel carcere di Lucera frequentato dal primo per miseria e dal secondo perché sindacalista rivoluzionario e socialista…
In ogni caso, propongo senz’altro questo inno al posto dell’orrido “Fratelli d’Italia”…
“Risale alla giovinezza di Matteo questa canzone. Una giovinezza difficile, il padre facchino, la madre chiede l’elemosina nei paesi vicini. A casa ‘Zicozico’ (così venivano soprannominati i Salvatore ad Apricena), si muore persino di malnutrizione (triste destino capitato a una sorella di Matteo).
E in questi anni il padre va in galera. Viene messo in cella con Giuseppe Di Vittorio [che era di Cerignola], poi divenuto... (continua)
Album :“Il lamento dei mendicanti”
Non so esattamente quando Matteo Salvatore abbia composto questa canzone, probabilmente negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra. Ma si riferirebbe agli anni 10 o 20 quando suo padre e Di Vittorio si conobbero nel carcere di Lucera frequentato dal primo per miseria e dal secondo perché sindacalista rivoluzionario e socialista…
In ogni caso, propongo senz’altro questo inno al posto dell’orrido “Fratelli d’Italia”…
“Risale alla giovinezza di Matteo questa canzone. Una giovinezza difficile, il padre facchino, la madre chiede l’elemosina nei paesi vicini. A casa ‘Zicozico’ (così venivano soprannominati i Salvatore ad Apricena), si muore persino di malnutrizione (triste destino capitato a una sorella di Matteo).
E in questi anni il padre va in galera. Viene messo in cella con Giuseppe Di Vittorio [che era di Cerignola], poi divenuto... (continua)
Fratelli tutti uniti, facciamo l’Italia nuova
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 13/7/2011 - 15:17
Percorsi:
Inni e Controinni
Lu furastiero
[1967]
La canzone è tratta da un album del 1967 intitolato “Il lamento dei mendicanti”, stampato anche in Francia dove Matteo Salvatore è stato più apprezzato che non nel paese suo..
“[…] Se le prime canzoni che registrerà conterranno stucchevoli ritornelli di becera comicità, ben presto avviene in lui una sorta di purificazione: Matteo Salvatore diventa il medium del dolore secolare di un popolo, la sua opera assume carattere di grande affresco. Non vi è riflessione, le canzoni non “parlano di”, nemmeno, per intenderci, attraverso l’umanissimo filtro dell’immedesimazione deandreiana; sono proprio i personaggi che, senza presentarsi, si esprimono per voce di Matteo, di modo che l’esperienza della miseria faccia da sfondo a un discorso che ha le parole della vita di tutti i giorni.
Nella canzone ‘Lu furastiero’ non viene raccontata in modo esplicito la tragedia degli stagionali: uomini... (continua)
La canzone è tratta da un album del 1967 intitolato “Il lamento dei mendicanti”, stampato anche in Francia dove Matteo Salvatore è stato più apprezzato che non nel paese suo..
“[…] Se le prime canzoni che registrerà conterranno stucchevoli ritornelli di becera comicità, ben presto avviene in lui una sorta di purificazione: Matteo Salvatore diventa il medium del dolore secolare di un popolo, la sua opera assume carattere di grande affresco. Non vi è riflessione, le canzoni non “parlano di”, nemmeno, per intenderci, attraverso l’umanissimo filtro dell’immedesimazione deandreiana; sono proprio i personaggi che, senza presentarsi, si esprimono per voce di Matteo, di modo che l’esperienza della miseria faccia da sfondo a un discorso che ha le parole della vita di tutti i giorni.
Nella canzone ‘Lu furastiero’ non viene raccontata in modo esplicito la tragedia degli stagionali: uomini... (continua)
Lu furastiero dorme stanotte sull'aia,
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 13/7/2011 - 14:34
Filo spinato
2011
Album: "Vino Tabacco e cielo"
Si era arruolato, era il suo lavoro. Partecipava ad un’azione di pace.
Era un ragazzo, un figlio, un fidanzato. Era un soldato che non tornerà.
Luigi Maieron: Voce, Chitarra acustica
Ellade Bandini: Batteria
Franco Giordani: Mandolino, Banjo
Simone Serafini: Contrabbasso
Francesco Piu: Armonica
Album: "Vino Tabacco e cielo"
Si era arruolato, era il suo lavoro. Partecipava ad un’azione di pace.
Era un ragazzo, un figlio, un fidanzato. Era un soldato che non tornerà.
Luigi Maieron: Voce, Chitarra acustica
Ellade Bandini: Batteria
Franco Giordani: Mandolino, Banjo
Simone Serafini: Contrabbasso
Francesco Piu: Armonica
Lei è mia madre e ogni sera non dimentica di pregare
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 13/7/2011 - 14:05
Eleonora
[1999]
Album “Taranta Power”, manifesto dell’omonimo movimento musicale fondato da Eugenio Bennato nel 1998.
Storia di Donna Eleonora Pimentel Fonseca, detta la Pimentella, nobildonna di origine portoghese trapiantata a Roma e Napoli. Intellettuale poliglotta, poetessa e fine letterata, fu data in sposa ad un capitano napoletano da cui venne regolarmente maltrattata, tanto da procurarle un’interruzione di gravidanza. Lasciato il marito, Eleonora si legò in amicizia alla regina Maria Carolina d'Austria, consorte di Ferdinando di Borbone, e con essa frequentò i salotti napoletani dove liberali e massoni discutevano di monarchia moderna e di dispotismo illuminato. Ma la Rivoluzione Francese allontanò le due amiche: la fine della sorella Maria Antonietta per mano dei giacobini indusse la regina di Napoli e Sicilia a condividere la dura repressione contro gli illuminati che prima aveva guardato... (continua)
Album “Taranta Power”, manifesto dell’omonimo movimento musicale fondato da Eugenio Bennato nel 1998.
Storia di Donna Eleonora Pimentel Fonseca, detta la Pimentella, nobildonna di origine portoghese trapiantata a Roma e Napoli. Intellettuale poliglotta, poetessa e fine letterata, fu data in sposa ad un capitano napoletano da cui venne regolarmente maltrattata, tanto da procurarle un’interruzione di gravidanza. Lasciato il marito, Eleonora si legò in amicizia alla regina Maria Carolina d'Austria, consorte di Ferdinando di Borbone, e con essa frequentò i salotti napoletani dove liberali e massoni discutevano di monarchia moderna e di dispotismo illuminato. Ma la Rivoluzione Francese allontanò le due amiche: la fine della sorella Maria Antonietta per mano dei giacobini indusse la regina di Napoli e Sicilia a condividere la dura repressione contro gli illuminati che prima aveva guardato... (continua)
Donna Eleonora nun è ghiuta ‘o Teatro
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 13/7/2011 - 13:29
Purple Heart
Ransom
An old grey black man lives out on Thunder Road
(continua)
(continua)
inviata da anonymous 13/7/2011 - 05:44
Percorsi:
Guerra in Vietnam: reduci e conseguenze
Si se calla el cantor
SE TACE IL CANTORE
(continua)
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 12/7/2011 - 20:16
Sopra le nuvole
[2010]
Nell’album “Pattinando sul ghiaccio sottile” ma, soprattutto, canzone finale dell’omonimo film diretto da Sabrina Guigli e Riccardo Stefani e dedicato alle stragi nazifascisti di Monchio, sull’Appennino modenese, e Cervarolo, su quello reggiano.
Nel marzo del 1944 i partigiani operanti nell’Appennino modenese ottennero alcuni successi negli scontri con i nazifascisti nella zona del Monte Santa Giulia, nel comune di Palagano. Quando ad essere uccisi furono un ufficiale ed alcuni soldati tedeschi, i nazisti concentrarono a Montefiorino i paracadutisti della divisione corazzata “Hermann Göring” che all’alba del 18 marzo cominciarono a cannoneggiare gli abitati di Monchio, Susano e Costrignano. Poi, accompagnati da fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana modenese, gli aggressori si diressero verso i paesi e cominciò la carneficina: 140 morti, tra i quali 6 bambini sotto i dieci... (continua)
Nell’album “Pattinando sul ghiaccio sottile” ma, soprattutto, canzone finale dell’omonimo film diretto da Sabrina Guigli e Riccardo Stefani e dedicato alle stragi nazifascisti di Monchio, sull’Appennino modenese, e Cervarolo, su quello reggiano.
Nel marzo del 1944 i partigiani operanti nell’Appennino modenese ottennero alcuni successi negli scontri con i nazifascisti nella zona del Monte Santa Giulia, nel comune di Palagano. Quando ad essere uccisi furono un ufficiale ed alcuni soldati tedeschi, i nazisti concentrarono a Montefiorino i paracadutisti della divisione corazzata “Hermann Göring” che all’alba del 18 marzo cominciarono a cannoneggiare gli abitati di Monchio, Susano e Costrignano. Poi, accompagnati da fascisti della Guardia Nazionale Repubblicana modenese, gli aggressori si diressero verso i paesi e cominciò la carneficina: 140 morti, tra i quali 6 bambini sotto i dieci... (continua)
Ho sentito la primavera arrivare
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 12/7/2011 - 14:24
Pour un œil les deux yeux
Pour un œil les deux yeux
Canzone française – Pour un œil les deux yeux – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 41
Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 –
l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.
Quel titre, Marco Valdo M.I. mon ami, quel titre encore une fois. Que me racontes-tu à nouveau là ? Te voilà d'humeur bien belliqueuse, me semble-t-il. C'est carrément une vendetta que tu fais fleurir ainsi subitement.
En effet, Lucien l'âne mon ami, c'est une fleur de vendetta, une fleur pernicieuse et comme tu le sais mieux que moi encore, c'est une fleur sauvage qui pousse depuis la nuit des temps. C'est une fleur qui se veut de justice et parfois, on peut considérer qu'elle l'est. Et parfois, il n'y a pas vraiment d'autre façon... (continua)
Canzone française – Pour un œil les deux yeux – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 41
Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 –
l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.
Quel titre, Marco Valdo M.I. mon ami, quel titre encore une fois. Que me racontes-tu à nouveau là ? Te voilà d'humeur bien belliqueuse, me semble-t-il. C'est carrément une vendetta que tu fais fleurir ainsi subitement.
En effet, Lucien l'âne mon ami, c'est une fleur de vendetta, une fleur pernicieuse et comme tu le sais mieux que moi encore, c'est une fleur sauvage qui pousse depuis la nuit des temps. C'est une fleur qui se veut de justice et parfois, on peut considérer qu'elle l'est. Et parfois, il n'y a pas vraiment d'autre façon... (continua)
Pour un œil les deux yeux
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 11/7/2011 - 22:43
There Will Be Trouble In Town (Ci saranno guai)
11 luglio 1998 - 11 luglio 2011
adriana 11/7/2011 - 14:30
Garibardo
Nel 1860. Garibaldi confidò al suo medico curante Enrico Albanese:
«La patria non si baratta, né si vende per Dio! Quando i posteri esamineranno gli atti del governo e del Parlamento italiano durante il risorgimento italiano, vi troveranno cose da cloaca. Povera Nizza! Io feci male a non parlare chiaramente, a non protestare con energia, a non dire là in Parlamento, a Cavour, che era una canaglia, e a quei che ne volevano votare la rinunzia che erano tanto vili.»
«Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio. (da una lettera ad Adelaide Cairoli del 1868)»
«La patria non si baratta, né si vende per Dio! Quando i posteri esamineranno gli atti del governo e del Parlamento italiano durante il risorgimento italiano, vi troveranno cose da cloaca. Povera Nizza! Io feci male a non parlare chiaramente, a non protestare con energia, a non dire là in Parlamento, a Cavour, che era una canaglia, e a quei che ne volevano votare la rinunzia che erano tanto vili.»
«Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio. (da una lettera ad Adelaide Cairoli del 1868)»
L'anti italiano 10/7/2011 - 23:02
Fiore rubato
[2011]
Testo e Musica di Mimmo Cavallo, U' Papadia e Andrea Simiele
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti
Teddeum, Gaeta, sì.. ma non esiste, naturalmente, una lapide, un muro dove piangere e rendere onore a tutti questi nostri morti.. Ci vuole ancora molto sforzo per ricordarli; e farli ricordare ai nostri figli... In compenso abbiamo, ovviamente, strade, monumenti, obelischi e lapidi a più non posso con tutti i gloriosi nomi al completo degli eroidei vincitori colonizzatori dell'Unità d'Italia.
Testo e Musica di Mimmo Cavallo, U' Papadia e Andrea Simiele
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti
Teddeum, Gaeta, sì.. ma non esiste, naturalmente, una lapide, un muro dove piangere e rendere onore a tutti questi nostri morti.. Ci vuole ancora molto sforzo per ricordarli; e farli ricordare ai nostri figli... In compenso abbiamo, ovviamente, strade, monumenti, obelischi e lapidi a più non posso con tutti i gloriosi nomi al completo degli eroi
Ah quant'era bella la terra nostra
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 10/7/2011 - 21:30
I'd Like To Teach The World To Sing
Testo completo (?)
I'd like to build the world a home
(continua)
(continua)
inviata da Mark Kram 10/7/2011 - 19:58
Tedeum Gaeta
[2011]
Testo e Musica di Cosimo Cavallo (detto "Mimmo") e Andrea Simiele
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti
Gaeta l'ultimo baluardo del regno delle Due Sicilie
« ...se facessimo per noi stessi ciò che stiamo facendo per l'Italia, saremmo dei grandi bricconi e meriteremmo di andare in galera...»
(Camillo B. conte di Cavour a Massimo D'Azeglio)
L'Assedio di Gaeta (1860-61) segnò, com'è noto, la fine del beato (a paragone con quello che venne dopo) regno duosiciliano..
Nel settembre 1860 re Franceschiello (Francesco II di Borbone) costretto dall'incalzare degli eventi a lasciare Napoli, si era ritirato a Capua stabilendo già nella Piazzaforte di Gaeta la base delle operazioni militari. Perduta poi anche Capua, con l'intera la corte e il corpo diplomatico accreditato presso il governo borbonico, si rifugiò anch’egli a Gaeta. L'esercito borbonico, avendo ormai perduto ogni efficienza... (continua)
Testo e Musica di Cosimo Cavallo (detto "Mimmo") e Andrea Simiele
Album: Quando Saremo Fratelli Uniti
Gaeta l'ultimo baluardo del regno delle Due Sicilie
« ...se facessimo per noi stessi ciò che stiamo facendo per l'Italia, saremmo dei grandi bricconi e meriteremmo di andare in galera...»
(Camillo B. conte di Cavour a Massimo D'Azeglio)
L'Assedio di Gaeta (1860-61) segnò, com'è noto, la fine del beato (a paragone con quello che venne dopo) regno duosiciliano..
Nel settembre 1860 re Franceschiello (Francesco II di Borbone) costretto dall'incalzare degli eventi a lasciare Napoli, si era ritirato a Capua stabilendo già nella Piazzaforte di Gaeta la base delle operazioni militari. Perduta poi anche Capua, con l'intera la corte e il corpo diplomatico accreditato presso il governo borbonico, si rifugiò anch’egli a Gaeta. L'esercito borbonico, avendo ormai perduto ogni efficienza... (continua)
Or che l'aere è muto
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 10/7/2011 - 14:00
Bandabidun
Chanson italienne – Bandabidun – Sine Frontera
Texte d'Antonio Resta
Texte d'Antonio Resta
BANDABIDON
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 9/7/2011 - 22:24
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“Il diavolo è un signore elegante, ha la coda ma la nasconde dentro un grosso portafogli scuro dove tiene anche i documenti che lo autorizzano ad ammazzare la gente… Il diavolo l’ho visto molte volte, come voi… l’ho visto anche camminarmi accanto…”
E il diavolo camminava accanto a Don Facundo, anzi, gli ha persino dato un passaggio in auto quel maledetto 9 luglio 2011 a Città del Guatemala, mentre il grande cantore argentino se ne andava in bus all’aeroporto… Si era nascosto il demonio in un tal Henry Fariña, nicaraguense, impresario dello spettacolo legato al narcotraffico… I suoi “amici” del cartello di Sinaloa volevano fargli pagare qualche sgarro e invece hanno ucciso Cabral al suo posto…
Rigoberta Menchú, indigena guatemalteca, premio... (continua)