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Prima del 2011-5-7

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Il canto delle tessitrici

Il canto delle tessitrici
[1904]
Testo di Ernesto Maiocchi
Musica di anonimo
Presto, compagne, andiamo,
(continua)
inviata da giorgio 7/5/2011 - 20:58
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Eu vi este povo a lutar (Confederação)

Eu vi este povo a lutar (Confederação)
(1982)
nell'album "Ser solidário"
Eu vi este povo a lutar
(continua)
inviata da adriana / B.B. 7/5/2011 - 16:52
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Mια κόρη

Mια κόρη
Mia kóri
Στίχοι: ?
Μουσική: Λουκάς Θάνου (?)
Πρώτη εκτέλεση: Νίκος Ξυλούρης
Σάλπισμα - 1976 / 1980

Testo: ?
Musica di Loukas Thanou (?)
Primo interprete: Nikos Xylouris
In Sálpisma - 1976 /1980


Questa canzone, inviataci e tradotta in italiano da un nuovo contributore al nostro Ελληνικό Τμήμα, Jacopo Capurri, è tratta dal complesso album Σάλπισμα, realizzato da Loukas Thanou tra il 1976 e il 1980 su testi di alcuni grandi poeti in lingua greca (Varnalis, Karyotakis, Alexandrou, lo stesso Thanou) e affidato alla voce di Nikos Xylouris. Le notizie, purtroppo, si fermano qui (in attesa naturalmente che qualcuno possa fornirne di maggiori): Di questa canzone -caso più unico che raro- non si trova il testo in Στίχοι (ma solo in qualche sperduto forum come questo), e nessuna notizia su di essa (autore, compositore) è data. Un testo tradizionale? Una composizione di Loukas Thanou (come... (continua)
Μια κόρη του γιαλού που πόλεμο έχει
(continua)
inviata da Jacopo Capurri 6/5/2011 - 15:48

Stornelli presidenziali

Stornelli presidenziali
La vita è un’avventura
(continua)
inviata da DonQuijote82 5/5/2011 - 15:01
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Born To Win

Born To Win
[1942/45]
Interpretazione: The Mammals (musica di Mike Merenda)



Canzone scritta da Guthrie durante la seconda guerra mondiale, quando prestò servizio sulle navi trasporto della marina USA. Guthrie stesso racconta che scrisse “Born To Win” (diventata in seguito anche il titolo di un libro pubblicato nel 1965, due anni prima della sua morte) durante un’attraversata verso l’Europa. La nave trasportava soldati diretti sul fronte francese e molti di loro stavano male a causa del mare mosso. Così, per distrarli, si decise di trasmettere un programma d’intrattenimento radiofonico attraverso gli altoparlanti ma la prima a riecheggiare fu una canzone intitolata “Born To Lose” (Nato per perdere), che non andava affatto bene per tirare su gli animi di ragazzi che stavano vomitando l’anima per il mal di mare e che avevano con la prospettiva di andare a combattere e magari a farsi ammazzare dai tedeschi…... (continua)
I had my fun and my troubles
(continua)
inviata da Bartleby 5/5/2011 - 14:57
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La ballata dell'invasione degli extraterrestri

La ballata dell'invasione degli extraterrestri
Testo e Musica di Alberto Camerini, dall’album “Cenerentola e il pane quotidiano”, 1975.
Nessuno fece caso nessuno li notò,
(continua)
inviata da DonQuijote82 5/5/2011 - 14:35
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Die Thälmann-Kolonne

Die Thälmann-Kolonne
1936
Registrata nel 1938 a Barcellona
Pubblicata per la prima volta nel 1940 negli Stati Uniti
Six songs for Democracy

“La colonna Thälmann” è una canzone dei volontari tedeschi nella guerra civile spagnola, scritta nel 1936 nell’esilio parigino da Paul Dessau. Il testo è di sua moglie Gudrun Kabisch (pseudonimo Karl Ernst). Dedicata al segretario generale del partito comunista tedesco Ernst Thälmann, incarcerato in Germania dai nazisti. Il cantante proletario Ernst Busch portò la canzone fra le brigate internazionali in Spagna.

Nel giugno 1938, poche settimane dopo il bombardamento italiano di Barcellona, il tenore Ernst Busch, membro del Thälmann-Kolonne, un battaglione di 500 tedeschi, registra in maniera rudimentaria una serie di canzoni antifasciste. Si tratta di una straordinaria testimonianza umana. Alcune di queste vengono interrotte dalla mancanza improvvisa dell’elettricità... (continua)
Spaniens Himmel breitet seine Sterne
(continua)
inviata da DonQuijote82 5/5/2011 - 13:52

Black Lung Blues

anonimo
Black Lung Blues
Canzone dei minatori neri americani. Dal disco “Canzoni dei minatori d’America” (Albatros, 1977)

da Pollicino gnus

L'autore di questa canzone dovrebbe essere tal George Tucker.
Il brano è presente nel disco collettivo "Come All You Coal Miners" del 1977.

(Dead End)
I went the doctor, couldn’t hardly get my breath
(continua)
inviata da DonQuijote82 5/5/2011 - 13:36
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Busted

Busted
[1962]
Scritta da Harlan Howard (1927–2002), prolifico songwriter americano, specializzato nella musica country.
Trovata su Raymond’s Folk Song Page
Questo è il testo originale che racconta della rovina (“We’re busted”, siamo rovinati) di una famiglia, costretta alla fame ed all’emigrazione a causa della chiusura della miniera dove lavora il padre. Howard nel 1963 lo riadattò per Johnny Cash, cambiando ambientazione e sostituendo alle miniere di carbone i campi di cotone.
Cash, e anche Ray Charles, fecero di questa canzone una loro hit.
Well, the bills are all due and the babies need shoes.
(continua)
inviata da Bartleby 5/5/2011 - 12:08
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Liberty

Liberty
[2006]
Album “Angry Old Man”
Give me your tired, poor masses to breathe free
(continua)
inviata da Bartleby 5/5/2011 - 10:12
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What’s the Matter With Peace?

What’s the Matter With Peace?
[2006]
Album “Angry Old Man”

“Autobomba o aereo da guerra, non c’è differenza: i bambini muoiono proprio nello stesso modo”.
Una riflessione sulla guerra non proprio comune per un vecchietto americano che si è vissuto l’11 settembre…
Alla faccia dei distinguo tra guerra convenzionale, guerra asimmetrica, terrorismo ed altre formule del genere che lasciano spesso il tempo che trovano, essendo definitorie di un unico fenomeno: la guerra.
I was born many years ago – after the war to end all war
(continua)
inviata da Bartleby 5/5/2011 - 10:06
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Hold on Tom

Hold on Tom
[2006]
Album “Angry Old Man”
Tom Bradley was my best friend we used to live next door
(continua)
inviata da Bartleby 5/5/2011 - 09:00
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Dogs at Midnight

Dogs at Midnight
[1970]
Album “Tom Paxton 6”

Canzone sulla “black lung disease”, la “malattia del polmone nero”, ossia la forma di pneumoconiosi (antracosi) che colpisce i minatori del carbone.
You might hear dogs at midnight,
(continua)
inviata da Bartleby 5/5/2011 - 08:07
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Ninna nanna

Ninna nanna
Chiudi gli occhi e dormi, che mattino verrà
(continua)
inviata da DonQuijote82 4/5/2011 - 15:49

Miseria, miseria

anonimo
[Tra fine 800 ed inizio 900, forse 1902]

Canzone piemontese nota anche con il titolo di “Ma la vita”.
Ho preferito attribuirla ad anonimo perché la paternità di questa canzone è controversa.
Generalmente viene ricondotta alla figura di Antonio Mazzuccato, operaio in Torino (ma forse non piemontese di origine), socialista, antifascista, musicista e poeta, direttore del Gruppo corale Borgo Vittoria di Torino negli anni tra il 1908 e il 1922, presunto autore (ma anche qui c’è incertezza) della versione originale in piemontese di Guarda giù dalla pianura, riproposta in italiano negli anni 70 dagli Stormy Six, e di Senti i coscritti il canto echeggiar (I coscritti).
Lo scomparso Tavo Burat, giornalista e poeta biellese cultore della lingua piemontese, dell’arpitano e dell’occitano, riteneva invece che l’autore di questa “Miseria, miseria”, come anche di “Guarda giù an cola pianura”, sia tal... (continua)
Sensa 'n pié, ij fusin piegà
(continua)
inviata da Bartleby 4/5/2011 - 14:42
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Canzone triste

Canzone triste
[1958]
Testo di Italo calvino
Musica di Sergio Liberovici
Interpretata da Margot

Nella raccolta “Cantacronache - Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta”, a cura di Emilio Jona e Michele Luciano Straniero, Torino, Crel, 1996.

Testo trovato su Il Deposito
Erano sposi. Lei s'alzava all'alba
(continua)
inviata da Bartleby 4/5/2011 - 12:01
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Brigata Caio

Brigata Caio
[1944]
Nota anche come "Brigata partigiana"
Canto della Brigata di Manovra Garibaldina "CAIO", Santo Stefano d'Aveto, autunno 1944

Dal disco "Canti della Resistenza" (I Dischi dello Zodiaco, 1972) del Gruppo Folk Italiano, a cura di Paolo Castagnino "Saetta" e introdotto da Arnoldo Foà,

In “Canti della Resistenza italiana”, a cura di Anton Virgilio Savona e Michele Luciano Straniero, Milano, Rizzoli, 1985.

A presentazione del testo del canto partigiano "Brigata Caio", riporto quanto scriveva nel 1974 il partigiano Paolo Castagnino "Saetta" :

Nelle formazioni partigiane si cantava spesso, nei momenti di tregua, tra un'azione e l'altra, tra un rastrellamento e l'altro. Durante l'inverno i distaccamenti si riunivano nei casoni presso il fuoco, con le armi vicine, nella buona stagione all'aperto e il canto si alzava lento e suggestivo nella notte, tra i castagni frondosi.

Cantavano i... (continua)
Mentre il popolo languiva
(continua)
inviata da Bartleby 4/5/2011 - 11:47
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The Song of the Red Man

The Song of the Red Man
[1868]
Testo trovato su The Music of Henry Clay Work

Non mi pare che sulle CCG ci sia un percorso sul genocidio dei popoli nativi, dall’America all’Australia, o più in specifico sullo sterminio dei Pellerossa, sicchè non è facile dire se questa sia la canzone più antica qui presente scritta da un “viso pallido” apertamente schierato contro una mattanza legalizzata, perché pianificata dal governo USA ed eseguita dal suo esercito, che durò per oltre un centinaio d’anni, se vogliamo – peraltro del tutto arbitrariamente - collocarla tra il 1776, anno di nascita degli Stati Uniti d’America, ed il 1890, anno del massacro di Wounded Knee.

Henry Clay Work scrisse questa canzone nell’anno della battaglia del fiume Washita, in Oklahoma, quando il 7° cavalleggeri del generale Custer attaccò un accampamento dei Cheyenne sopravvissuti alla strage di Sand Creek di 4 anni prima, massacrando – anche in questa occasione – donne e bambini.
When the palefaces came in their whitewing'd canoes,
(continua)
inviata da Bartleby 4/5/2011 - 11:18
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E quando muoio io (Nuovi stornelli socialisti)

E quando muoio io (Nuovi stornelli socialisti)
[1908?]
Di autore anonimo
Il 1908 è la data in cui il baritono Giuseppe Milano incise - credo negli USA - il brano su disco 78 giri, ma la sua composizione potrebbe essere precedente.

Strofette anonime, probabilmente di origine anarchica, nonostante il titolo. Il testo, con note esaurienti, si può leggere nel volume "Canti anarchici", a cura di Leoncarlo Settimelli e Laura Falavolti.
La versione di Giuseppe Milano è riportata in "Avanti popolo alla riscossa", e in "Canti e inni socialisti 2"; l'esecuzione del Canzoniere Internazionale in "Gli anarchici" e (in una diversa versione, certamente posteriore, databile intorno al 1917-20) in "Cittadini e Contadini" col titolo "E quando moio io".
Con lo stesso titolo sono riprodotte tre registrazioni originali e una versione ricalcata da Leoncarlo Settimelli nel LP allegato al volume "L'ammazzapreti". Fonte
E quando muoio io non voglio preti,
(continua)
inviata da Bartleby 4/5/2011 - 09:16
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Beautiful World

Beautiful World
"Beautiful World" sembra una canzone allegra e ottimista. E' un mondo bello in cui vivere, alla gente importa di te, la gente è meravigliosa.

Fino al termine della canzone: è un mondo meraviglioso per te, ma non per me. E il significato della canzone cambia completamente.

Ancora più azzeccato è il videoclip del brano, dove alle frasi "è un mondo meraviglioso in cui vivere" sono accostate immagini di guerra.
It's a beautiful world we live in
(continua)
inviata da JacoZappa 3/5/2011 - 18:20
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A las mujeres

anonimo
A las mujeres
[1936]
Cancionero Revolucionario, Ediciones Tierra y Libertad, Bordeaux 1947
Musica / Música / Music / Musique / Sävel: Hugo Riesenfeld (1879-1939)
Colonna sonora originale dal film Ramona (1928), di Edwin Carewe
Original soundtrack from the motion picture Ramona (1928) by Edwin Carewe

Ha de ser obra de la juventud
(continua)
inviata da DonQuijote82 3/5/2011 - 15:42
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אַרבעטלאָזע מאַרש

אַרבעטלאָזע מאַרש
Arbetloze marsh
[1937]
Testo e musica di Mordechai Gebirtig
Lyrics and music by Mordechai Gebirtig
Text und Musik von Mordechai Gebirtig


“Arbeitsloser Marsch”, uno dei più importanti canti socialisti in yiddish durante l’insurrezione di Varsavia. Questo fu composto da Mordechaj Gebirtig, che fu ucciso dai nazisti nel 1942. Cantata anche dalla Banda Bassotti". Questo lo scarno commento che DonQuijote 82, uno dei nostri più prolifici contributori, aveva inserito proponendo (a ragione) questa famosa canzone di Mordechai (Mardkhe) Gebirtig, in pratica il vero e eterno inno dei disoccupati di ogni epoca e di ogni paese. Purtroppo la canzone è rimasta a lungo in approvazione, stabilendo quasi un "record"; il fatto è che le CCG/AWS hanno dei ben precisi e severissimi criteri testuali: il testo originale della canzone è in lingua yiddish e in caratteri ebraici, e così deve essere inserita.... (continua)
איינס, צוויי, דרײַ, פיר,
(continua)
inviata da DonQuijote82 + CCG/AWS Staff 3/5/2011 - 15:38
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Aspettavamo il 2000

Aspettavamo il 2000
2013
Via delle storie infinite
La mia generazione è sopravvissuta
(continua)
inviata da DonQuijote82 3/5/2011 - 15:15
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Grafted Into the Army

Grafted Into the Army
[1862]



All’inizio della Guerra civile l’arruolamento di volontari in ferma di breve termine era considerato sufficiente perché gli strateghi pensavano che il conflitto non sarebbe durato a lungo… Non passò molto tempo prima che si accorgessero di aver sbagliato i calcoli (come al solito, in ogni guerra che si rispetti). Quando le carneficine cominciarono ad essere tali che i volontari non riuscivano più a rimpiazzare morti, feriti e disertori, allora da entrambe le parti si corse ai ripari.
I primi furono i confederati, che già nell’aprile del 1862 obbligarono a tre anni di servizio militare tutti i maschi tra i 18 e i 35 anni (poi innalzati a 45). Nel marzo dell’anno seguente fu la volta degli unionisti: arruolamento obbligatorio per tutti i maschi tra i 20 e i 45 anni.
Le leggi di coscrizione obbligatoria non prevedevano scappatoie se non quella che il coscritto potesse inviare al... (continua)
Our Jimmy has gone for to live in a tent,
(continua)
inviata da Bartleby 3/5/2011 - 13:41
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Rubenstein Remembers

Rubenstein Remembers
[1987]
Album “Secret Lives”
There's an old man in the park
(continua)
inviata da Bartleby 3/5/2011 - 13:36
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Enough Said

Enough Said
"Enough Said", pubblicata nell'album "New Traditionalists" del 1981, è un'aspra e dura critica nei confronti della guerra e dell'ipocrisia della società.

E' uno dei brani più rabbiosi del gruppo, e tra le varie cose se la prende la teleidiozia e tutto ciò che dipende da essa ("prendete tutti i leader del mondo, metteteli in un grande ring, pubblicizzatelo come il più basso spettacolo della terra e fateli combattere tra di loro finché non salta fuori chi è il re" oppure "volevi un mondo che potevi capire, ma è successo qualcosa mentre dormivi"), con i sogni distrutti ("volevi una vita di cui vantarti, peccato che si siano presi la parte che volevi tenerti") e l'egoismo della società ("nessuno di voi mi ha aiutato mentre cucinavo il pane, adesso tutti vorreste aiutarmi a mangiarlo. Vedo che siete ben nutriti, questo indica che non ne avete bisogno").

I Devo faranno molte altre critiche sociali, ma sempre in tono ironico e pungente. In questo brano, invece, sembrano arrabbiati sul serio e c'è molta meno ironia del solito.
None of you would help me when I baked by bread
(continua)
inviata da JacoZappa 2/5/2011 - 23:52

Inno dell'Unione Sovietica - Versione italiana

Inno dell'Unione Sovietica - Versione italiana
Carissimi, lascio a voi di decidere se questa sia, propriamente, una canzone contro la guerra, e se possa entrare a far parte dell'archivio. Probabilmente non lo è, e ho molto esitato prima di inviarla. Tuttavia, è certamente una chicca (almeno per chi ama questo genere di cose...) e, soprattutto, si tratta di una rarità bibliografica assoluta: ho infatti trascritto il testo da un esilissimo fascicolo di due sole pagine (che lo contiene insieme allo spartito), da me consultato presso una, forse l'unica biblioteca italiana che ne conserva copia, "omaggio dell'editore". L'originale si trova in pessime condizioni di conservazione: faccio affidamento sul suo valore documentario perché voi decidiate che vale almeno la pena di trasmetterlo ai posteri...

Fonte: Inno dell'Unione Sovietica, versione italiana di Alberto Cavaliere, Milano, Suvini Zerboni, 1947
Non più d'oppressori catene stridenti:
(continua)
2/5/2011 - 23:45

Erich Mühsam, poète, anarchiste et assassiné

Erich Mühsam, poète, anarchiste et assassiné
Erich Mühsam, poète, anarchiste et assassiné

Canzone française – Erich Mühsam, poète, anarchiste et assassiné – 1934 – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 33

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

Erich Mühsam naît à Berlin le 6 avril 1878 et passe toute son enfance à Lübeck.
En octobre 1926, il fonde la revue Fanal qui, jusqu’en juillet 1931, mènera le combat contre la montée du nazisme – variante allemande du fascisme. Il publie aussi de nombreux ouvrages, dont une réflexion sur le système des conseils : Die Befreiung der Gesellschaft vom Staat (La société libérée de l’Etat), et de multiples études sur la culture allemande.
Parallèlement, il mènera campagne pour Sacco et Vanzetti,... (continua)
D'accord, Mühsam était juif, poète et anarchiste
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 2/5/2011 - 23:23
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The Third Hoorah

The Third Hoorah
Album: "War Child" (1974)

"The Third Hoorah", penultimo brano dell'album "Warchild", riprende in parte le tematiche della title-track (il cui testo è riportato in questo sito).
Il narratore parla alla gente, o meglio al lato buono della gente ("Sweet child how do you do today?"); in un certo senso sembra quasi che stia anche cercando di reclutare soldati ("Dance with the WarChild, the WarChild, Hoorah! ").

La canzone sembra suggerire che ognuno di noi dentro di se nasconde una bestia che vuole uccidere la gente ("In the heart of your heart, there's the tiniest part of an urge to live to the death"), che la vita in se è una battaglia per cui non c'è motivo di sottrarsi alla guerra ("Seek that which lies within lies waiting to begin the fight of your life that is everyday").

Ian Anderson però ha inserito volontariamente dei doppi sensi. "Live to the death", potrebbe anche voler dire che... (continua)
Hoorah!
(continua)
inviata da JacoZappa 2/5/2011 - 21:13
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Si può

Si può
[1976]
da Libertà obbligatoria (1976)

La canzone è stata riscritta due volte: le versioni con la strofa "contro la guerra" sono la seconda e la terza.
Si può
(continua)
2/5/2011 - 18:37
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Aizetè

Aizetè
"Emigrante, zone nove a filo 'e tramme,
(continua)
inviata da adriana 2/5/2011 - 18:16
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Radio Free Moscow

Radio Free Moscow
(1984)

"Radio Free Moscow" è un brano "minore" dei Jethro Tull, incluso nel loro album "Under Wraps", considerato il più controverso del gruppo, a causa delle sue sonorità ampiamente elettroniche e fredde.
Tuttavia, non manca di alcuni spunti di interesse, almeno per quanto riguarda i testi.

Il titolo della canzone è ironico, e allude alla Radio Free Europe, fondata nel 1949, come una corporazione no profit per far trasmettere notiziari e programmi di affari e attualità agli stati dell'Europa dell'Est sotto la cortina di ferro, così come la Radio Liberty Comittee, creata due anni dopo nell'unione sovietica. Entrambe furono fondate principalmente dal congresso degli Statui Uniti attraverso la CIA. Lo scopo di queste stazioni era "promuovere ideali e istituzioni democratiche disseminando e fatti, informazioni e idee". Così come Moscow radio, erano a modo loro strumenti di propaganda del... (continua)
Tune into messages
(continua)
inviata da JacoZappa 2/5/2011 - 18:03
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Mane e mane

Mane e mane
[1999]

Album:O-Issa

Enzo Avitabile& Mori Kante
'Na stella guard'o munno
(continua)
inviata da adriana 2/5/2011 - 17:45
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Crucifixus

Crucifixus
[2006]
Album: Sacro sud
I' ero 'o cielo, 'o cielo ca scenneva,
(continua)
inviata da adriana 2/5/2011 - 11:16
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Sogni grandiosi

Sogni grandiosi
da "Il circo mangione" (1996)

pensa se la gente, invece del potere,
pensasse all'amicizia come modo per godere
Bisognerebbe fare sempre sogni grandiosi
(continua)
inviata da DonQuijote82 2/5/2011 - 10:01
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Labor Day

Labor Day
[1998]
Album “Autumnsongs”

"ONE HUNDRED THOUSAND MEN STRIKING FOR EIGHT HOURS!", “Centomila uomini in sciopero per le otto ore!”, gridavano gli operai a Chicago il 1 maggio del 1886, un attimo prima che la polizia attaccasse a freddo il corteo uccidendo due di loro. Il seguente 4 maggio, durante un presidio di protesta convocato dagli anarchici, la polizia cercò nuovamente di disperdere la manifestazione con la forza. A questo punto qualcuno - mai identificato - lanciò un ordigno rudimentale contro i poliziotti, uccidendone uno. Gli uomini in divisa, presi dal panico, cominciarono a sparare all’impazzata sulla folla: undici morti, tra cui sette poliziotti uccisi dal “fuoco amico”.
Della carneficina furono ritenuti responsabili gli anarchici. Otto militanti, quasi tutti immigrati tedeschi, furono arrestati, processati e condannati a morte benchè non vi fosse nessuna evidenza di colpevolezza.... (continua)
In school we learn the well-known names
(continua)
inviata da Bartleby 2/5/2011 - 08:47
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Se io fossi un angelo

Se io fossi un angelo
dall'album "Bugie" (1985)
Se io fossi un angelo
(continua)
1/5/2011 - 22:57

Quando li toccano

Quando li toccano
"Orazione civile", 2011



Pochi giorni fa, in Toscana, è accaduto un episodio che ha provocato una specie di sollevazione tra "istituzioni", mass media, politicanti e quant'altro. Durante un normale controllo etilometrico in provincia di Grosseto, nei pressi del luogo dove si stava svolgendo un rave party, una pattuglia di carabinieri ha fermato un'automobile guidata da un ragazzo diciannovenne, con a bordo altri tre ragazzi e una ragazza (minorenni). Essendo stato trovato il conducente non in regola con il tasso alcoolico, la pattuglia stava procendendo al sequestro dell'autovettura e al ritiro della patente; senonché, i due carabinieri sono stati invece presi a randellate dai cinque ragazzi, e che randellate. I cinque hanno divelto i pesantissimi paletti di una recinzione, e hanno colpito i tutori dell'ordine. Uno è finito in coma, e l'altro rischia di perdere un occhio.

Questo episodio,... (continua)
Quando li toccano.
(continua)
30/4/2011 - 22:49
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They Lie, We Die

They Lie, We Die
[1983]
Album: Strive to Survive Causing the Least Suffering Possible

Very old track but very current issue..
Atomic electricity -is just a filthy mess and waste
(continua)
inviata da giorgio 30/4/2011 - 15:00
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Zamba del emigrante

Zamba del emigrante
Album : Sueños De Un Hombre Despierto
Tengo que partir, mi corazón
(continua)
inviata da adriana 30/4/2011 - 11:51
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Capitano Utopia

Capitano Utopia
Canzone per Vittorio Arrigoni
Il sole ha asciugato la pioggia
(continua)
inviata da adriana 30/4/2011 - 08:28
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Paren esta guerra

Paren esta guerra
Hay un sistema
(continua)
inviata da adriana 29/4/2011 - 19:16
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Weichafe Catrileo

Weichafe Catrileo
[2009]

Album :Ei

Un homenaje desde Argentina, de la banda de hardcore punk Eterna Inocencia, a la lucha del pueblo mapuche en Chile y a la figura de Matías Catrileo, asesinado por la policía chilena en Enero de 2008.
Ayer pude recorrer
(continua)
inviata da adriana 29/4/2011 - 18:53
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Newen Pei Katrileo

Newen Pei Katrileo
Canzone dedicata a Matías Katrileo mapuche assassinato dalla polizia cilena
Las tierras son tomadas porque fueron robadas
(continua)
inviata da adriana 29/4/2011 - 18:21
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Amutuy, soledad

Scritta non so in che anno dal grande poeta e compositore argentino patagonico Marcelo Berbel, di sangue mapuche per parte di madre
Ignoro pure se gli Hermanos Berbel l'abbiano mai incisa, ma credo proprio di sì.
Sicuramente la canzone è stata interpretata da altri importanti artisti argentini come Rubén Patagonia e Soledad Pastorutti.

"Amutuy" è in lingua mapuche la terza persona singolare del verbo "amutun", che significa "andarsene" o "tornare". Su qualche sito viene tradotto come "andiamo" ma credo che - nel contesto della canzone - stia piuttosto ad esprimere un senso di perdita, il rimpianto di un mondo perduto, distrutto...
Ahí están festejando
(continua)
inviata da Bartleby 29/4/2011 - 17:11

We Will Survive

Stephan Takvoryan
To commemorate the 96th anniversary of the latest Armenian Genocide at the hands of the Ottoman Turks in 1915, I offer this song, which I penned this song last year, using the Armenian translation of my name (Stephen Watkins became “Stepan Takvoryan”). It has a cadence very similar to Leonard Cohen’s “Democracy,” albeit slightly slower and with a more mournful chord progression in the verses, although the choruses are strong, determined, hopeful, and upward-looking.

by Stepan Takvoryan

(With a kind of marching cadence, half-whispered/half-spoken with a raspy voice)

da http://swatkinslaw.wordpress.com/2011/...
Verse I.
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/4/2011 - 14:07
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Éste y aquél

Éste y aquél
[1923]
Da “Los Anarquistas - Marchas y canciones de lucha de los obreros anarquistas argentinos, 1904-1936”
Autore del brano è il poeta anarchico argentino Fernando Gualtieri
Testo trovato su Pacoweb
Recentemente interpretata da Juan Carlos "Flaco" Biondini nello spettacolo Cançons d'amor i anarquia

La parte introduttiva è recitata da uno dei più importanti attori argentini, Héctor Alterio, protagonista con Norma Aleandro de “La historia oficial” di Luis Puenzo (1985), uno dei primi e dei più potenti film sui desaparecidos nel corso dell’ultima dittatura in Argentina.
Ho attribuito la canzone all’ideatore del progetto di quest’album, Osvaldo Bayer, perché non so chi sia – tra Carlos Solari, Jorge Manzano, José Canet, Virgilio Esposito e Alejandro Marcial - il cantante che la interpreta.



Canzone dedicata Simón Radowitzky, un immigrato in Argentina dall’Impero russo, che appena diciottenne,... (continua)
[Recitato] Primero de mayo de 1909. Los anarquistas ocupan totalmente la Plaza del Congreso. Frente a ellos, está nada menos que el coronel Ramón Falcón al frente de su caballería, los “cosacos”, como serán llamados por los obreros. La represión es cruel. Caen ocho obreros muertos y ciento cinco heridos. Entre los manifestantes está un adolescente, un ruso llamado Simón Radowitzky y en el once de noviembre de ese año hará volar por el aire con una bomba al coronel Falcón y a su secretario. El país se conmociona, el anarquista es apresado y pasará veintiún años en Ushuaia, la Siberia argentina. Será el mártir, el santo de la anarquía, cantado por todos los payadores libertarios.
(continua)
inviata da Bartleby 29/4/2011 - 14:05
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Open Wounds

R-Mean
A bit of mystery lies in history's eyes
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/4/2011 - 13:59

Saints' Eyes

Tadevos Tonoyan
Souls learn only to hover and fly,
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/4/2011 - 13:51
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Peace Go With You, Brother (as-Salaam-Alaikum)

Peace Go With You, Brother (as-Salaam-Alaikum)
Though I ain't so proud anymore
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/4/2011 - 13:18
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Ode al moto perpetuo

Ode al moto perpetuo
Album : Resistenza e Amore

Contro le guerre per il petrolio, la rivoluzione sta già pedalando!
Io canto l’equilibrio del moto perpetuo
(continua)
inviata da adriana 29/4/2011 - 12:20
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Libertà

Libertà
2010
Agit-prop

feat. Gang
Libertà di morire per lavorare
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/4/2011 - 11:42
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¡Viva la Anarquía!

anonimo
¡Viva la Anarquía!
[Secondo, terzo decennio del 900]

Inno “sacrilego” degli anarchici argentini, sulle note dell’inno nazionale.
Oíd mortales el grito sagrado
(continua)
inviata da Bartleby 29/4/2011 - 10:51
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Peace Be Revenged

Peace Be Revenged
Da Imperfect Armonies 2010
Where are we to go?
(continua)
inviata da DonQuijote82 29/4/2011 - 10:36
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Yes, It's Genocide

Yes, It's Genocide
[2010]
Armenian Lyrics: Serj Tankian
Testo armeno: Serj Tankian
Album: Imperfect Harmonies

Per chi non lo sapesse, Serj Tankian è il frontman dei System Of A Down, nella sua attività da solista. La canzone, il cui titolo è ufficialmente in inglese ma il cui testo è in armeno, fa parte dell'album Imperfect Harmonies del 2010. Usualmente il suo testo viene riportato nella "trascrizione fonetica" presente anche in questa pagina (e che costituiva a tutt'oggi l'unica versione qui presente), ma Lyrics Wikia riporta fortunatamente anche il testo nella grafia armena corretta. Il tema del genocidio armeno è tra i principali dei System Of A Down, come è perfettamente logico che sia; lo stesso Serj Tankian, pur trasferitosi da bambino negli Stati Uniti, è nato a Beirut nella diaspora armena. [RV]
Ձեր ահին մեռնեմ
(continua)
inviata da DonQuijote82 + CCG/AWS Staff 29/4/2011 - 10:28
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Canción de vísperas

Canción de vísperas
Sobre la pista
el enano equilibrista...
Gian Piero Testa 28/4/2011 - 13:13
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La Martina Chapanay

La Martina Chapanay
Per Bartleby:
Ricambio con reliquia del Gauchito Gil
Foto scattata da mio padre in uno dei suoi viaggi in Argentina
Non è la tomba del bandito disertore(il vecchio dice di avere fotografato anche quella ) ma uno dei tanti monumenti sparsi per la pampa
adriana 28/4/2011 - 12:30
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La mamá de Jimmy

La mamá de Jimmy
LA MAMMA DI JIMMY
(continua)
inviata da Bartleby 28/4/2011 - 11:27
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Canto das três raças

Canto das três raças
CANTO DELLE TRE RAZZE
(continua)
inviata da Bartleby 28/4/2011 - 10:42
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Todo cambia

Todo cambia
Una canzone bellissima e potente!
Il film la colloca, come si merita, in una fase importante dove si compenetra benissimo con le scene che scorrono...
Moretti non è il mio preferito, ma veramente qui... grande Nanni!
Roberta 27/4/2011 - 22:54
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Brigante se more

Brigante se more
Riguardo la "contraffazione" della canzone: forse sarà veramente di Bennato (casi simili in ogni qual modo si sono creati anche con Il Domani appartiene a Noi, canzone simbolo dell'estrema destra ritenuta da molti inno nazista del tempo mentre alcuni ne rivendicano la "creazione") ma resta il fatto che il brigante non era una specie di "ribelle proletario". Lottava per il ritorno dei Borbone (che resero il Sud una terra prospera e importante al tempo, si vedano i 60 primati che deteneva prima dell'Unità di Italia il Meridione) e per la difesa del Cattolicesimo (che fu pesantemente disprezzato e insultato dai Savoia). Una canzone popolare di quel tempo "Garebbalde tradetore" diceva espressamente

"Ca amm’a fa de Garebbalde
ca iè mbame e tradetòre?
Nu velìme u rè Berbòne
ca respètte la religgione"

Questo fu il vero motivo per cui si ribellarono i contadini. Certo, in seguito si aggiunsero... (continua)
Anonimo 27/4/2011 - 18:28
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Tira Fiato

Tira Fiato
bella davvero!
27/4/2011 - 17:33
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Bandidos rurales

Bandidos rurales
Version française – BANDITS RURAUX – Marco Valdo M.I. – 2011
d'après la version italienne de Riccardo Venturi d'une
Chanson argentine de langue espagnole– Bandidos rurales - León Gieco – 2001
Texte : León Gieco – Musique : Luis Gurevich

… l'histoire de l'italien Bairoletto qui tirait sur les policiers et les propriétaires terriens et les ailes des moulins et qui couvrait la terre de tracts anarchistes...

Hors-la-loi : il faut évidemment savoir de quelle loi il s'agit... De la loi de qui... Celle du plus fort, celle des riches... Il faut replacer toutes les histoires de ces « hors-la-loi » dans le cadre général de la Guerre de Cent Mille Ans et moi, dit Lucien l'âne, je te propose de traduire différemment ce terme de « hors-la-loi », car il a une signification cachée extrêmement lourde de sens. « Hors-la-loi » laisserait supposer qu'il n'y a qu'une loi, qu'elle serait un phénomène naturel... (continua)
BANDITS RURAUX
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/4/2011 - 09:14
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Complainte du partisan

Complainte du partisan
Ο θρήνος του αντάρτη
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 26/4/2011 - 20:13
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Chernobyl dieci anni dopo

Chernobyl dieci anni dopo
Della serie: "LA FACCIA COME IL CULO"

Berlusconi: "Il nucleare resta il futuro. Stop momentaneo per paura della gente"

Il premier Berlusconi, nella conferenza stampa seguita al vertice italo-francese a Villa Madama, puntualizza così il senso della "moratoria nucleare" del governo: "Se fossimo andati oggi al referendum, non lo avremmo avuto in Italia per tanti anni"

"L'accadimento giapponese ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi al referendum, non avremmo avuto il nucleare in Italia per tanti anni. Per questo abbiamo deciso di adottare la moratoria, per chiarire la situazione giapponese e tornare tra due anni a un'opinione pubblica conscia della necessità nucleare"

E la faccia come il culo il nano di merda ce l'ha a maggior ragione perchè - data l'evidente urgenza di far saltare la consultazione rferendaria sul legittimo impedimento - fa finta di ignorare... (continua)
Bartleby 26/4/2011 - 15:04




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