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אונטער די פּױלךשע גרינינקע בײמעלעך

אונטער די פּױלךשע גרינינקע בײמעלעך
Unter di poylishe grininke beymelekh
[1945]

Testo di Joseph Papiernikov (1899-1993), poeta nato a Varsavia ma trasferitosi in Palestina già nel 1924.
Musica di Alter Israel (1901-1979), cantore e compositore anche lui di origine polacca trasferitosi poi negli States.
Testo trovato sul programma 2008 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina.
Nota. Il testo originale in alfabeto ebraico, particolarmente complesso per la presenza di numerosissimi nomi propri e termini di origine ebraica, è stato ricontrollato su questo documento .pdf. Lo stesso vale per la trascrizione in caratteri latini. (rv)

Questa canzone è una drammatica parodia di “Unter Di Grininke Bymelekh” (“Beneath the Little Green Trees”), una filastrocca yiddish molto popolare scritta all’inizio del 900 dal poeta Haim Nachman Bialik e composta da Platon G. Brounoff (ne riporto qui... (continua)
אונטער די פּױלךשע גרינינקע בײמעלעך
(continua)
inviata da Bartleby + CCG/AWS Staff 7/3/2011 - 15:39
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ייׅדיש געסל

ייׅדיש געסל
Yidish gesl
Il testo traslitterato è trovato sul programma 2008 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina. Il testo in caratteri ebraici è stato ricostruito a partire dalla traslitterazione (esatta e secondo i criteri YIVO).



Mordechai Gebirtig era nato nel 1877 a Kazimierz, quartiere di Cracovia che dal 14° secolo era la casa della comunità ebraica della città polacca. Gebirtig aveva quindi sicuramente respirato, quando non conosciuto, il radicato antisemitismo assai diffuso nell’Impero russo specie dopo l’assassinio dello Zar Alessandro II nel 1881, la cui responsabilità fu fatta ricadere ad arte sugli ebrei, anche se solo uno dei congiurati, la rivoluzionaria Gesya Gelfman (che poi morì di parto in prigionia), era effettivamente di origini ebraiche. E’ così che tra il 1881 ed il 1884 e poi di nuovo tra il il 1903 ed il 1906 i pogrom si accesero... (continua)
איך װעל קײַן מאָל נישט פֿאַרגעסן
(continua)
inviata da Bartleby 7/3/2011 - 13:40
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דאָרט בײַם ברעג פֿון װעלדל

דאָרט בײַם ברעג פֿון װעלדל
Dort baym breg fun veldl
Testo di Petr Mamaichuk
Musica di Leonid Shokhin
La canzone originale in russo – di cui non so trovare il testo - fu probabilmente scritta durante l’assedio di Leningrado, quando Shokhin ed il poeta Mamaichuk si incontrarono in un ospedale militare.
Shmerke Kaczerginski la traspose in yiddish nel 1943, dopo essersi unito ai partigiani sovietici.
Nel cd “Rise up and fight! Songs of Jewish Partisans” (1996)
Testo trovato sul programma 2007 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina.



Una canzone che Kaczerginski imparò da un partigiano sovietico, tal Vanya, la tradusse in yiddish e così divenne uno dei brani più amati e cantati anche dai partigiani ebrei che, dopo la fallita insurrezione del ghetto di Vilnius del 1943, erano fuggiti dalla città per riunirsi chi coi polacchi chi con i sovietici, le cui forze congiunte... (continua)
דאָרט בײַם ברעג פֿון װעלדל
(continua)
inviata da Bartleby + CCG/AWS Staff 7/3/2011 - 11:51
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געװען אַמאָל איז אַ שטעטל

געװען אַמאָל איז אַ שטעטל
Geven amol iz a shtetl
Testo e musica di Beyle Schaechter-Gottesman, autrice anche di נײַן חבֿרטע מינציע, canzone molto simile alla presente.
Testo trovato sul programma 2007 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina.
Nota. In questo caso, il testo yiddish originale in alfabeto ebraico è stato reperito da questa pagina di tapuz.co.il

“Shtetl”, diminutivo di “shtot”, significa “piccola città” e in yiddish indica le cittadine con popolazione a stragrande maggioranza ebraica molto comuni nell’Europa centrale ed orientale prima dell’Olocausto. Nel 1945 la quasi totalità degli shtetlekh era scomparsa. Nella cultura ebraica “Shtetl” è rimasto come termine metaforico, evocativo, nostalgico, con cui si sintetizza la memoria del modo di vita tradizionale di quelle antiche comunità ebraiche spazzate via in qualche anno dalla furia nazista…
עװען אַמאָל איז אַ שטעטל
(continua)
inviata da Bartleby + CCG/AWS Staff 7/3/2011 - 10:27
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צום בעסערן מאָרגן

צום בעסערן מאָרגן
Tsum besern morgn
[1943]
Nel cd “Rise up and fight! Songs of Jewish Partisans” (1996)
Testo trovato sul programma 2006 delle celebrazioni del Yom Hashoah presso la Duke University di Durham, North Carolina.

Kasriel Broydo è stato un personaggio molto noto nel ghetto di Vilnius, una figura centrale nella sua vita culturale. Suoi erano gran parte gli spettacoli teatrali allestiti nel ghetto e sue molte delle canzoni che vi circolavano. Durante la fallita insurrezione e la successiva liquidazione del ghetto, nel settembre del 1943, anche Broydo fu catturato dai nazisti e conobbe diversi campi di concentramento, da ultimo quello di Sztutowo (Stutthof, in tedesco), vicino a Danzica e al Mar Baltico.

Quando all’inizio del 1945 i sovietici si fecero vicini, i tedeschi decisero di evacuare i 50.000 prigionieri di Sztutowo e li costrinsero ad una marcia della morte, senza vestiti, senza cibo,... (continua)
אין צײַט פֿון װינטן גרױע, שװערע,
(continua)
inviata da Bartleby 7/3/2011 - 09:12
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CapaRezza: Legalize The Premier

CapaRezza: Legalize The Premier
[2011]
CapaRezza feat. Alborosie
Album :Il sogno eretico

L'ironica Legalize the Premier prende lo spunto dal classico inno dei rastaman, Legalize It, cioè la marijuana. Qui il protagonista non è più un rastaman, ma un casta-man, cioè un uomo della sta del potere. E non chiede di legalizzare la droga, ma se stesso.
Il sussidiario
Castaman! oh yeah.. Legalize your seed!
(continua)
inviata da Adriana e Lorenzo 6/3/2011 - 23:36
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Messa In Moto

Messa In Moto
da il sogno eretico 2011
Per una volta la preghiera ve la faccio io
(continua)
6/3/2011 - 23:19
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War Without End, Amen Amen

War Without End, Amen Amen
[2003]
Album: Welcome Home
The president looked in the camera today
(continua)
inviata da giorgio 6/3/2011 - 19:30
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Ya no hables más corazón

Ya no hables más corazón
[2004]
Álbum: Zona de Guerra
"...son palabras que fluyen del corazón”,
(continua)
inviata da giorgio 6/3/2011 - 19:02
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Mi pueblo y su paz

Mi pueblo y su paz
[2008]
Letra y Musica de Ramón Salgado
Álbum: No Más Guerra

"Esta canción es acerca de Todos Santos, mi ciudad natal"
Por sus calles empedradas
(continua)
inviata da giorgio 6/3/2011 - 14:49
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No Blood for Oil

No Blood for Oil
[2005]
Album: Backyard Revolution

"War does not determine who is right - only who is left". (Bertrand Russell)

"Anti-War, Anti-Draft.. ..track for this generation. Peace".
Dear Mr Bush I have a complaint
(continua)
inviata da giorgio 6/3/2011 - 14:22
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No Más Guerra

No Más Guerra
[2008]
Letra y Musica de Ramón Salgado
Álbum: No Más Guerra
Despierta la mañana
(continua)
inviata da giorgio 6/3/2011 - 09:28

Par la radio

Par la radio
Par la radio

Canzone française – Par la radio – 1925 – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 24

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

Cette fois, Lucien l'âne mon ami, la chanson du jour raconte l'année 1925, l'année de la Conférence et des accords de Locarno et du Traité de Londres, vue si l'on peut dire ainsi, par la radio. C'est en même temps, un peu, l'histoire de l'arrivée de la radio comme moyen de diffusion « grand public » et sa découverte par un enfant. On en est encore aux postes à galène, sorte de détecteur d'ondes à la portée variable. On en était aux débuts, tout restait encore à inventer dans le domaine radiophonique. Mais depuis presque un siècle et demi, le progrès est... (continua)
Papa faisait le guignol, grand-mère contait
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/3/2011 - 22:00
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Giorgio Gaber: L'orgia: ore 22 secondo canale

Giorgio Gaber: L'orgia: ore 22 secondo canale
Gaber/Luporini
recitata da "Il Signor G" (1970)
cantata nel singolo "Barbera e Champagne" (1970)
Ero lì in un’orgia in mezzo a della gente che conoscevo poco e che non era molto attraente.
(continua)
inviata da Daniel(e) Bellucci. 5 marzo 2011. salve. 5/3/2011 - 16:03
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Poema de silencio

Poema de silencio
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Grafica dell’album realizzata dal collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.


Canzone e tema strumentale finali di questa splendida opera epica.
Molti sono morti, tanti hanno sofferto, tanti continueranno a soffrire.
Mauthausen è liberato, Parigi è liberata, ma liberi non sono i combattenti antifascisti spagnoli.
Non sono liberi di tornare a casa, perché è proprio lì che l’odiato nemico ancora si annida e resiste e resisterà per ancora tre decenni.
Chi di loro, dopo tutto quello che ha visto e passato, sceglierà di tornare in Spagna lo farà clandestinamente e per continuare ancora l’interminabile lotta... (continua)
Escuchad en silencio,
(continua)
inviata da Bartleby 4/3/2011 - 11:20
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Diálogo de Belchite/ Liberación de París

Diálogo de Belchite/ Liberación de París
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Grafica dell’album realizzata dal collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.

Anche questa volta non ho dovuto trascrivere direttamente il testo, ma mi sono permesso di copiarlo dalle pagine de La Zamarra de Gustavo, il bel blog di Gustavo Sierra Fernández.
Ed è proprio grazie ad Antonio e a Gustavo se possiamo pubblicare qui i testi della “Cantata del exilio”.



“Ésta es una de las mejores canciones del épico Cantata del exilio, en donde se cuentan las tribulaciones y suertes de los paisanos exiliados a Francia tras la derrota en la guerra civil. La historia les dio la victoria robada cuando fueron... (continua)
- Vamos corriendo. ¡Corre!
(continua)
inviata da Bartleby 4/3/2011 - 10:51
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La escalera de Mauthausen

La escalera de Mauthausen
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Grafica dell’album realizzata dal collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.



“La cantera de Mauthausen ha sido una de los lugares más terrorificos de todos los campos nazis que han existido, puesto que en ella se han empleado los métodos de trabajo jamás imaginados. Y se sabía, porque esto ya lo decían de una nacionalidad a otra, todo el mundo lo sabía, y decían eso es los españoles, los republicanos españoles han construido eso, y cada piedra lleva la sangre de un español. Hasta la piedra más pequeña de las escaleras de Mauthausen lleva sangre de algún español.”

“La cava di Mauthausen è stato uno dei... (continua)
Cada escalón el hambre
(continua)
inviata da Bartleby 4/3/2011 - 10:11
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Jugando al futbol

Jugando al futbol
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Grafica dell’album realizzata dal collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.



“L’effetto che ci produceva, a noi deportati, quando arrivavamo al campo di Mauthausen, e soprattutto a noi spagnoli, era qualcosa di davvero impressionante, di terribile, perché la prima cosa che si vedeva all’arrivo erano le mura – che tuttavia non erano ancora finite, e infatti le finimmo noi spagnoli – e la famigerata aquila, un’aquila di bronzo che spiegava le sue ali sopra l’ingresso principale. Nei primi mesi del 1941, benchè succedesse che i nostri cadevano come mosche ed eravamo debilitati e tutto questo, tuttavia era... (continua)
Calza las botas,
(continua)
inviata da Bartleby 4/3/2011 - 08:18
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Οι ήρωες είναι πάντα ευγενικοί

Οι ήρωες είναι πάντα ευγενικοί
Στίχοι: Νίκος Γκάτσος
Μουσική: Μάνος Χατζιδάκις
Πρώτη εκτέλεση: Γιώργος Ρωμανός
25 Σπάνιες Ερμηνείες (1955-1965) - 1984

I ìroes ine panda evghenikì
Testo di Nikos Gatsos
Musica di Manos Hatzidakis
Prima esecuzione di Yorgos Romanòs
25 Rare interpretazioni (1955 - 1965) - 1984
(informazione da www. stixoi.info probabilmente errata)

L'ultimo commento di Rodolfo a Stranamore di Vecchioni mi ha riportato alla mente questo testo che in stixoi.info viene attribuito a Gatsos- Hatzidakis, del quale però non trovo riscontro nella raccolta completa del poeta, e del quale non trovo neppure la musica. Ma il testo, pur con tali problemi di attribuzione, contiene un'ironia sull'argomento, che non mi sembra per nulla spregevole. (gpt)
Οι ήρωες είναι πάντα ευγενικοί.
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 4/3/2011 - 00:40
Percorsi: Eroi

Tema de los campos/ El trabajo libera

Tema de los campos/ El trabajo libera
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Tema strumentale con voce narrante di Antonio Gómez.
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Grafica dell’album realizzata dal collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.

Questa volta non ho dovuto trascrivere direttamente il testo, ma mi sono permesso di copiarlo dalle pagine de La Zamarra de Gustavo, il bel blog di Gustavo Sierra Fernández.
Ed è proprio grazie ad Antonio e a Gustavo se possiamo pubblicare qui i testi della “Cantata del exilio”.



“[…] En España, uno de los primeros intentos dentro de lo artístico de rescatar la memoria histórica fue el disco La cantata del exilio, compuesto por el hoy injustamente olvidado cantautor Antonio... (continua)
Sobre la entrada, en un cartel se leía: "El trabajo hace libres".
(continua)
inviata da Bartleby 3/3/2011 - 16:12
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Carta imaginaria a casa

Carta imaginaria a casa
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Grafica dell’album realizzata dal collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.



Più di 7.000 degli oltre 13.000 spagnoli che furono internati nei vari campi di prigionia nazisti vennero inviati a Mauthausen-Gusen, in Austria. Si trattava per lo più di repubblicani fuggiti dalla Spagna nel 1939 e che poi avevano continuato a combattere i nazi-fascisti indossando le uniformi francesi o nei maquis. Molti di loro furono catturati nelle prime fasi dell’occupazione della Francia: i primi 470 arrivarono a Mauthausen già nell’estate del 1940… E siccome il “generalissimo” Franco sosteneva che non ci fossero spagnoli... (continua)
Querida madre:
(continua)
inviata da Bartleby 3/3/2011 - 15:16
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Poema de atención

Poema de atención
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Grafica dell’album realizzata dal collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.

La prima delle canzoni presenti nell’album dedicate ai circa 13.000 spagnoli – molti di essi ebrei inclusi in una lista di 6.000 nomi che nel 1941 Franco aveva fornito direttamente ad Himmler, regalo del caudillo al führer - che finirono nei campi di sterminio nazisti, e a Mauthausen-Gusen in particolare: ne sopravvissero soltanto 2.000.

"La Cantata del exilio" fu composta da Antonio Resines, un importante cantautore membro del gruppo folk-rock "Almas Humildes", e scritta da Antonio Gómez [che ringraziamo perché ha voluto mettere... (continua)
Pero ahora os pedimos
(continua)
inviata da Bartleby 3/3/2011 - 13:41
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Pensa un po'

Pensa un po'
[1969]
Album: “Mio caro padrone… / Contessa”

I sogni indotti (anche quelli!), più o meno 'spontaneamente', di benessere e ricchezza da un lato.. e la realtà quotidiana (amara) dall'altro..
Pensa un po',
(continua)
inviata da giorgio 3/3/2011 - 08:22
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Celestino Alfonso

Celestino Alfonso
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Bisogna anche ricordare che la copertina, il libretto e tutta la grafica del disco fu curata dal formidabile collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.

"La Cantata del exilio" fu composta da Antonio Resines, un importante cantautore membro del gruppo folk-rock "Almas Humildes", e scritta da Antonio Gómez [che ringraziamo perché ha voluto mettere per intero a disposizione delle CCG/AWS questa sua importante opera], fondatore del collettivo madrileno "Canción del Pueblo".
Parteciparono al progetto molti noti cantanti, come Teresa Cano, Pablo Guerrero, Luis Pastor e Quintín Cabrera.
Il sottotitolo, "¿Cuándo... (continua)
Ocho polacos, cinco italianos, tres franceses, dos rumanos, dos armenios, dos húngaros y un español componían el “destacamento especial” comandado por el poeta armenio Missak Manouchian. El español se llamaba Celestino Alfonso, y su número era el 10.305.
(continua)
inviata da Bartleby 3/3/2011 - 08:22

La colombe argentée

La colombe argentée
La colombe argentée

Canzone française – La colombe argentée – 1924 – Marco Valdo M.I. – 2011
Histoires d'Allemagne 23

Au travers du kaléidoscope de Günter Grass. : « Mon Siècle » (Mein Jahrhundert, publié à Göttingen en 1999 – l'édition française au Seuil à Paris en 1999 également) et de ses traducteurs français : Claude Porcell et Bernard Lortholary.

La colombe argentée... Voilà un titre bien étrange. Ces Histoires d'Allemagne m'étonnent souvent. Ce titre, on dirait un rébus, on dirait un arcane.

Mais non, Lucien l'âne mon ami, tu sais bien quelle réputation (usurpée, d'ailleurs) a la colombe dans l'imaginaire des hommes. C'est l'oiseau qui symbolise la paix... Cependant, son vrai nom à notre héros du ciel est lui bien étrange, en effet : il s'appelle LZ 126. Il s'agit là d'une dénomination qui convient à un objet industriel et c'en est un, protégé par un de ces secrets codés... Mais... (continua)
Le 11 octobre départ de Palos, au sud de l'Espagne
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 2/3/2011 - 22:16
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La pace può

La pace può
Si diceva una volta "una risata vi seppellirà"
La pace può
(continua)
inviata da DonQuijote82 2/3/2011 - 19:11
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Non siete Stato voi

Non siete Stato voi
da il sogno eretico 2011
Non siete Stato voi che parlate di libertà come si parla di una notte brava dentro i lupanari.
(continua)
inviata da DonQuijote82 2/3/2011 - 18:48
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Cose che non capisco

Cose che non capisco
Da Il mio sogno eretico 2011
Benvenuti ad una nuova puntata di "Chi
(continua)
inviata da DonQuijote82 2/3/2011 - 17:37
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La ghigliottina

La ghigliottina
Da Il sogno eretico (2011)
Caro Danton, mon ami Danton,
(continua)
inviata da DonQuijote82 2/3/2011 - 17:27
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Sono il tuo sogno eretico

Sono il tuo sogno eretico
Da Il Sogno Eretico (2011)
(Giovanna D'Arco)
(continua)
inviata da DonQuijote82 2/3/2011 - 17:25
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Argelès-sur-Mer

Argelès-sur-Mer
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.
Bisogna anche ricordare che la copertina, il libretto e tutta la grafica del disco fu curata dal formidabile collettivo di artisti denominato “El Cubri”, formato dai disegnatori Saturio Alonso e Pedro Arjona e dallo sceneggiatore Felipe Hernández Cava.

Argelès-sur-Mer è una cittadina francese della linguadoca, sui Pirenei orientali, al confine con la Spagna, non lontana da Collioure, luogo della Muerte de Antonio Machado, il grande poeta spagnolo antifascista che lì spirò il 22 febbraio del 1939 per la fatica e per lo strazio di vedere la sua terra caduta in mano alle orde di Franco, Mussolini ed Hitler.
Nei pressi di cittadine come Argelès-sur-Mer e Collioure il governo francese fece allestire i campi... (continua)
Sobre la arena,
(continua)
inviata da Bartleby 2/3/2011 - 13:49
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Muerte de Antonio Machado

Muerte de Antonio Machado
[1975]
Dalla “Cantata del exilio - ¿Cuándo volveremos a Sevilla?"
Parole di Antonio Gómez (la seconda parte del brano - tra virgolette - è di un anonimo autore spagnolo)
Musica di Antonio Resines
Prima edizione a Parigi nel 1976, poi nel 1978 finalmente a Madrid.



Español
Italiano

«El exilio español que siguió a la derrota republicana y democrática de 1939 constituye una aventura humana única en la historia contemporánea mundial. Esos cientos de miles de hombres y mujeres que se vieron obligados a abandonar su patria camino de otros países de los que, en muchos casos, ni siquiera habían oído hablar, protagonizaron un drama del que el paso de la frontera es tan solo el primer acto. Después vendría, como en círculo fatal, el internamiento en los campos de refugiados, la resistencia contra el fascismo, los campo de exterminio nazis, y, todavía, el regreso a una tierra dominada por la... (continua)
Con el polvo cansado
(continua)
inviata da Bartleby 2/3/2011 - 10:23
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A Man's Home Is His Castle

A Man's Home Is His Castle
Linda works at the diner pourin' coffee slingin' hash
(continua)
inviata da Anonymous 2/3/2011 - 05:45
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11 Months and 29 Days

11 Months and 29 Days
Busted in Austin, walkin' around in a daze
(continua)
inviata da Anonymous 2/3/2011 - 03:15
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Und der Regen rinnt

Und der Regen rinnt
[tra il 1942 ed il 1944]
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Page


Ilse Herlinger Weber è stata una poetessa e scrittrice di origine ceca e di religione ebraica.
A Praga, dove viveva, scrisse molti racconti per l’infanzia e condusse anche programmi radiofonici per i bambini. Dopo l’occupazione nazista, nel 1939, riuscì a mettere in salvo il suo primogenito Hanuš mandandolo da amici in Svezia attraverso un “kindertransport”. Poi lei, il marito ed il figlio più piccolo furono rinchiusi nel ghetto di Praga e quindi internati nel campo/ghetto di Theresienstadt. A Terezìn, dove erano stati deportati moltissimi bambini, Ilse Weber svolse l’attività di infermiera nel reparto infantile della locale infermeria. E’ in questo periodo che, per alleviare le pene dei piccoli ospiti, compose molte poesie che improvvisava in canzoni accompagnandosi con la chitarra. Nell’ottobre del 1944... (continua)
Und der Regen rinnt, und der Regen rinnt...
(continua)
inviata da Bartleby 1/3/2011 - 14:09
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Theresienstadt

Theresienstadt
[tra il 1942 ed il 1944]
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Page



Ilse Herlinger Weber è stata una poetessa e scrittrice di origine ceca e di religione ebraica.
A Praga, dove viveva, scrisse molti racconti per l’infanzia e condusse anche programmi radiofonici per i bambini. Dopo l’occupazione nazista, nel 1939, riuscì a mettere in salvo il suo primogenito Hanuš mandandolo da amici in Svezia attraverso un “kindertransport”. Poi lei, il marito ed il figlio più piccolo furono rinchiusi nel ghetto di Praga e quindi internati nel campo/ghetto di Theresienstadt. A Terezìn, dove erano stati deportati moltissimi bambini, Ilse Weber svolse l’attività di infermiera nel reparto infantile della locale infermeria. E’ in questo periodo che, per alleviare le pene dei piccoli ospiti, compose molte poesie che improvvisava in canzoni accompagnandosi con la chitarra. Nell’ottobre del 1944... (continua)
Ich wandre durch Theresienstadt,
(continua)
inviata da Bartleby 1/3/2011 - 14:04
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Ade, Kamerad!

Ade, Kamerad!
[1944?]
Testo trovato su The Lied, Art Song and Choral Texts Page



Ilse Herlinger Weber è stata una poetessa e scrittrice di origine ceca e di religione ebraica.
A Praga, dove viveva, scrisse molti racconti per l’infanzia e condusse anche programmi radiofonici per i bambini. Dopo l’occupazione nazista, nel 1939, riuscì a mettere in salvo il suo primogenito Hanuš mandandolo da amici in Svezia attraverso un “kindertransport”. Poi lei, il marito ed il figlio più piccolo furono rinchiusi nel ghetto di Praga e quindi internati nel campo/ghetto di Theresienstadt. A Terezìn, dove erano stati deportati moltissimi bambini, Ilse Weber svolse l’attività di infermiera nel reparto infantile della locale infermeria. E’ in questo periodo che, per alleviare le pene dei piccoli ospiti, compose molte poesie che improvvisava in canzoni accompagnandosi con la chitarra. Nell’ottobre del 1944 suo marito Willi... (continua)
Ade, Kamerad,
(continua)
inviata da Bartleby 1/3/2011 - 13:59
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Wiegala

Wiegala
[~ 1942/44 ]
Fonte / Source / Lähde: The Lied, Art Song and Choral Texts Page
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Ilse Weber


Ilse Herlinger Weber è stata una poetessa e scrittrice di origine ceca e di religione ebraica. A Praga, dove viveva, scrisse molti racconti per l’infanzia e condusse anche programmi radiofonici per i bambini. Dopo l’occupazione nazista, nel 1939, riuscì a mettere in salvo il suo primogenito Hanuš mandandolo da amici in Svezia attraverso un “kindertransport”. Poi lei, il marito ed il figlio più piccolo furono rinchiusi nel ghetto di Praga e quindi internati nel campo/ghetto di Theresienstadt. A Terezín, dove erano stati deportati moltissimi bambini, Ilse Weber svolse l’attività di infermiera nel reparto infantile della locale infermeria. E’ in questo periodo che, per alleviare le pene dei piccoli ospiti, compose molte poesie che improvvisava in canzoni accompagnandosi... (continua)
Wiegala, wiegala, weier, [1]
(continua)
inviata da Bartleby 1/3/2011 - 13:54

Lontan de ti, Milàn

Lontan de ti, Milàn
[novembre 1943]
Parole e musica di Mario Vezzosi e Camillo Mariani
Testo trovato qui

Canzone composta in uno dei tanti Stalag (i campi di concentramento per prigionieri di guerra), allestiti dai nazisti dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 per rinchiudervi i militari italiani che non avevano accettato di continuare a combattere nelle fila tedesche.



“Vedi quelle sentinelle dietro i reticolati? Sono loro i prigionieri di Hitler, non noi. Noi a Hitler e Mussolini diciamo no, anche quando ci vogliono prendere per fame.”
(Sergente Cecco Baroni, internato in Germania, in Mario Rigoni Stern: “Soldati italiani dopo il settembre 1943”, FIAP, Roma 1988, pag. VI)

“Canzone composta nel novembre del 1943, nello Stalag 328 del campo di concentramento di Leopoli, in Polonia. Vi era in questo campo un gruppo abbastanza numeroso, e naturalmente unito, di milanesi, fra cui si contavano note... (continua)
Quand a la sera ven scur
(continua)
inviata da Bartleby 1/3/2011 - 12:19
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Io preferisco l'Ovest

Io preferisco l'Ovest
1994
Dentro il giardino
Io preferisco l'Ovest
(continua)
inviata da DonQuijote82 28/2/2011 - 18:47
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Wij slopen met muziek

Wij slopen met muziek
[1944]

Erano due musicisti che amavano lo swing ed il jazz americano.
Erano ebrei.
Furono rinchiusi dai nazisti nel campo di Westerbork.
Furono costretti a lavorare per i propri aguzzini, demolivano carcasse di aerei, ma – come dice la canzone – le demolivano a suon di musica, cantando, senza perdere l’ottimismo e la speranza.
A Westerbork dedicarono anche una radiosa canzone d’amore, Die Westerbork Serenade.
Non servì a nulla. Johnny & Jones morirono a Bergen- Belsen poco prima che gli inglesi liberassero il campo.
I “signori della morte” li uccisero insieme ad altri 6 milioni di ebrei.
Uccisero i loro corpi ma non la loro musica e la loro voglia di vivere.
Mijn baas heet Bayer en ik werk me naar
(continua)
inviata da Bartleby 28/2/2011 - 10:58
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Die Westerbork Serenade

Die Westerbork Serenade
[1944]

Quando il Male assoluto si affaccia sulla Storia le conseguenze sono sempre drammatiche, talora anche beffarde.

Nei pressi di Westerbork, cittadina della provincia di Drenthe, il governo dei Paesi Bassi aveva allestito nel 1938 un campo di accoglienza per rifugiati, in gran parte ebrei tedeschi ed austriaci, in fuga dai nazisti. Quando Hitler, nel maggio del 1940, invase Belgio e Paesi Bassi, Westerbork venne trasformato in un campo di prigionia temporanea dove transitavano tutti coloro che erano destinati ai campi di sterminio più tristemente famosi: passarono per Westerbork, per esempio, Anne Frank, Etty Hillesum e anche molti nomi noti della vivacissima scena artistica tedesca degli anni 30, come Dora Gerson e Max Ehrlich entrambi grandi attori di cinema e di cabaret, o come il pianista berlinese Willy Rosen…

Furono proprio Max Ehrlich e Willy Rosen che all’inizio del 1943 convinsero... (continua)
Ik geloof ik ben niet helemaal in orde
(continua)
inviata da Bartleby 28/2/2011 - 10:23
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Anita e Pepin

Anita e Pepin
da "Anita Anita" (1988)

Jean-Marie Carlotti: voce, chitarra, chitarra a dieci corde
Daniele Craighead: tastiere, sax soprano, percussioni
Riccardo Tesi: organetto, tamburello
Patrick Vaillant: mandolino, mandola, violon, voce

Interpretata anche da Daniele Sepe e Auli Kokko in Jurnateri



Se in occasione dei festeggiamenti del 150° dell'Unità d'Italia abbiamo creduto opportuno ricordare la questione del brigantaggio meridionale e la vera e propria guerra scatenata dai nuovi padroni piemontesi nel Sud Italia, bisogna però anche ammettere che originariamente la battaglia di Giuseppe Garibaldi fu una battaglia di libertà. Certo ci furono le ombre, la strage di Bronte ad opera di Nino Bixio, la leva obbligatoria e infine la consegna, seppur a malincuore, del Sud Italia ai Savoia. Ma è vero che in quel periodo Garibaldi era visto come un eroe libertario pronto a combattere per la libertà... (continua)
Anita non far la loba, Anita non far lo morre
(continua)
27/2/2011 - 12:52
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Petrolio tu

Petrolio tu
[1975]
Album: I cavalli di Troia

La "gran forza" di uomini come Bush, Blair o .. Berluscone..
Petrolio tu
(continua)
inviata da giorgio 27/2/2011 - 08:48
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Guerra Santa

Guerra Santa
[1997]
Texto e Música de Gilberto Gil
Álbum: Quanta
Ele diz que tem, que tem como abrir o portão do céu
(continua)
inviata da giorgio 26/2/2011 - 18:50
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Vicenza (la voglio anch'io una base a)

Vicenza (la voglio anch'io una base a)
Da "Tempi bui" (2009)
Vado a Vicenza!
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/2/2011 - 17:08
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Ballata del lavoro interinale

Ballata del lavoro interinale
Album: Tempi Bui (2009)
rimango ancora un altro turno al massimo che cosa mi costa
(continua)
inviata da Donquijote82 26/2/2011 - 17:06
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Tempi bui

Tempi bui
Da "Tempi bui" (2009)

L'incipit è ispirato alla poesia An die Nachgeborenen di Bertolt Brecht
Veramente vivo in tempi bui
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/2/2011 - 16:57
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Lice Cagnasso

Lice Cagnasso
[1974]

Album :C'è chi vòle e chi non pòle, grassie listesso
Povero Lice
(continua)
inviata da giancacondove 26/2/2011 - 15:41
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Canzone della Basilicata

Canzone della Basilicata
(1980)

In versione strumentale da "Briganti se more" di Musicanova (1980) con il titolo "A la terra di Basilicata"

"La Basilicata era uno dei temi musicali che mi venivano richiesti, e riguardava appunto il paesaggio, forse più precisamente il paesaggio come appare a chi viene da Napoli.

Nacque una melodia che accompagnava le panoramiche su quelle vallate e su quelle colline, una musica per quelle terre descritte dal pittore letterato Carlo Levi che vi soggiornò in confino politico e che pittoricamente le descrisse nel romanzo Cristo si è fermato a Eboli.

Alla musica aggiunsi un testo, che scrissi subito dopo per sottolineare la civiltà di quella gente che nella Storia non aveva mai portato guerra a nessuno, ma la guerra l'aveva sempre subita in casa con le invasioni e le dominazioni che nei secoli si erano succedute.

E se cito la città di Torino non è la Torino dell'intrigo di Cavour,... (continua)
E che ne saccio d'a Basilicata
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 26/2/2011 - 15:35
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Celia de la Serna

Celia de la Serna
Celia de la Cerna è il nome della mamma del Che. Nel testo si fa riferimento alla "poderosa", il nome con cui erano stati batezzati sia il ciclomotore degli anni dell'adolescenza che l'antiquata Norton 500 con cui, insieme all'amico Alberto Granado, compie nel 1951 il suo primo viaggio per il Sudamerica. "Fuser" (abbrevazione di Furibondo de la Serna) era il soprannome che si era scelto come giocatore di rugby militando nel SIC e nell'Altalaye.
da canzoni per il Che
Non scrivi più
(continua)
inviata da Gianna 26/2/2011 - 14:49
Percorsi: Che Guevara
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Ballata per un eroe

Ballata per un eroe
Invio il testo della canzone richiesta tratta dall'album "C'è chi vole e chi non pole: grassie listesso"
di Gipo Farassino dedicato ai cantastorie che giravano fiere e mercati con i loro cartelloni che rappresentavano le scene delle canzoni interpretate. Ricordi.......
giancacondove 26/2/2011 - 11:51
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Il lavoro rende liberi

Il lavoro rende liberi
Spettacolo scritto da Daniele Biacchessi con musiche e canzoni di Andrea Sigona

Testo reperito in questa pagina del sito di Daniele Biacchessi
Nelle tue miserie
(continua)
inviata da adriana 26/2/2011 - 11:32
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Bad Company

Bad Company
Company Always on the run
(continua)
inviata da Anonymous 26/2/2011 - 05:06
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Quando stai per cominciare

Quando stai per cominciare
Version française - QUAND TU VEUX COMMENCER – Marco Valdo M.I. – 2011
Chanson italienne – Quando stai per cominciare - Eugenio Finardi – 1975
QUAND TU VEUX COMMENCER
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/2/2011 - 09:19

Ballata del vecchio cazzone

Ballata del vecchio cazzone
Per Alessandro e Giorgio:
http://mideastunes.com/bands/
:)
adriana 25/2/2011 - 08:49




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