Gloria
"Niente e nessuno mi potrà impedire di servire Gesù Cristo e la sua chiesa, lottando insieme ai poveri per la loro liberazione. Se il Signore mi concedesse il privilegio - che non merito - di perdere la vita in questa impresa, io sono a sua disposizione."
Padre Carlos Mugica, 1971.
Carlos Francisco Sergio Mugica Echagüe era un sacerdote impegnato nel "Movimento dei Sacerdoti per il Terzo Mondo" che propugnava il rinnovamento della chiesa cattolica inaugurato dal Concilio Vaticano II. L’analisi di Mugica, e dei preti che come lui negli anni 60 e 70 svolsero la propria missione sacerdotale nelle “villas miseria” e nei barrios operai, era molto semplice: la povertà in cui versa gran parte della popolazione nei paesi del terzo mondo - e non solo - è dovuta al sistema di sfruttamento che le grandi multinazionali attuano con l’avallo ed il sostegno dei governi e delle classi dirigenti nazionali.... (continua)
Bartolomeo Pestalozzi 26/8/2010 - 10:33
Dove l'aria è polvere
Quando è uscito questo album, ricordo che era quasi impossibile ascoltare questa canzone in pubblico...tutti erano favorevoli alla causa americana(e noi italiani che come cagnolini ci andavano dietro)...e ora? ora tutti si chiedono quando si smetterà di sacrificare esseri umani..e la risposta è mai, perchè quegli esseri umani non sono politici, sono persone di poco conto, che non valgono nulla..e del resto canta bene Laura quando dice che "non si può credere ad una bandiera se è il sangue a vincere"!!
Juliet 26/8/2010 - 10:06
Pra não dizer que não falei das flores
Trovo la versione italiana di Endrigo abbastanza fedele all'originale.Lo spirito c'è,la sensibilità pure.
Non ha senso una disputa sulla linearità della traduzione. Lo spirito di Vandrè è stato rispettato,questo conta.
Dobbiamo inoltre considerare quanto sia difficile una traduzione dal portoghese all'italiano.La struttura della lingua è completamente diversa,uno sforzo improbo.Non è come tradurre in italiano una frase di Pessoa.
Qualcuno conosce Trova do vento que passa di Adriano Correja de Oliveira?Bene,provasse a impostare una traduzione di questa magnifica canzone in italiano.Ho i miei dubbi sulla riuscita.
Non ha senso una disputa sulla linearità della traduzione. Lo spirito di Vandrè è stato rispettato,questo conta.
Dobbiamo inoltre considerare quanto sia difficile una traduzione dal portoghese all'italiano.La struttura della lingua è completamente diversa,uno sforzo improbo.Non è come tradurre in italiano una frase di Pessoa.
Qualcuno conosce Trova do vento que passa di Adriano Correja de Oliveira?Bene,provasse a impostare una traduzione di questa magnifica canzone in italiano.Ho i miei dubbi sulla riuscita.
giampaolo 26/8/2010 - 07:43
Enola Gay
gli americani sono il simbolo dell'avidita' sulla terra e lasciano solo miseria dove passano.
In questa vita gia' stanno pagando il prezzo(sono i piu' grandi consumatori di psicofarmaci e droghe nel mondo) o nell'aldila' pagheranno tutto.
In questa vita gia' stanno pagando il prezzo(sono i piu' grandi consumatori di psicofarmaci e droghe nel mondo) o nell'aldila' pagheranno tutto.
marco 25/8/2010 - 21:49
Canzone per Ion
Non pensiamo che i commenti che seguono meritino una qualche risposta. Li riportiamo come testimonianza del clima che si respira ultimamente in Italia (e non solo nella cosiddetta "Padania") [CCG/AWS Staff]
i soliti comunisti .....
fate schifo.
Gabriel
*
ah e in PADANIA comunque immigrati illegali non ci sarebbero e non ci saranno anche perche' la lega vedrete quanti milioni di voti prendera' alle prossime elezioni....
e ci sara' da ridere !!!!!!
*
e vediamo se hai il coraggio di pubblicarlo il mio commento.... Comunista!!!!!!!!!!! inteso come profondamente offensivo ...
25/8/2010 - 11:26
Sacco o Vanzetti
Gli amici della Sacco and Vanzetti Commemoration Society, associazione dedicata a portare avanti la memoria e la lotta dei due anarchici negli stessi luoghi in cui furono uccisi (e quindi nel Massachusetts), hanno pubblicato il video di Sacco o Vanzetti sul loro sito ufficiale, insieme alla traduzione in inglese del testo.
Chorus:
(continua)
(continua)
inviata da adriana 25/8/2010 - 07:14
Hiroshima Nagasaki Russian Roulette
manca una parola nel primo verso:
"they dropped the bomb in '45 to end the world WAR"
e manca anche nella traduzione:
"hanno lanciato la bomba nel '45 per finire la guerra mondiale"
(Carlo Bertoni)
"they dropped the bomb in '45 to end the world WAR"
e manca anche nella traduzione:
"hanno lanciato la bomba nel '45 per finire la guerra mondiale"
(Carlo Bertoni)
grazie, abbiamo corretto!
CCG/AWS Staff
CCG/AWS Staff
24/8/2010 - 17:29
Runanchis (Nuestro pueblo)
NEGROS, MULATOS E INDIOS
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 24/8/2010 - 13:35
Túpac riman (Kausasun)
TÚPAC HABLA (VIVIREMOS)
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 24/8/2010 - 13:25
Nana a una niña de Vietnam
Thanks for this.
Could the song be translated into English?
Love,
Holger
Could the song be translated into English?
Love,
Holger
Holger Terp 24/8/2010 - 11:15
La Sedia Vuota
Chanson italienne – La Sedia Vuota – Talco – 2006
Regarde, Lucien l'âne mon ami, voici une chanson où l'on conte l'histoire d'un homme qui a tant cheminé, qui a parcouru des chemins déserts, montagneux... et qui fut assassiné... Il s'appelait Ernesto... Toi qui as suivi tant chemin sur les chemins déserts et montagneux... As-tu rencontré cet Ernesto, ce rêveur d'utopie... Qui peut-il bien être ?
Oh, mon ami Marco Valdo M.I., j'en ai parcouru des chemins montagneux et déserts... J'y ai rencontré toutes sortes de gens, des gens souvent bien pauvres, bien exploités, qui semblaient porter sur leur dos un monde de douleurs si immense...J'ai couru le monde, j'ai parcouru la terre, j'en ai vu des villes et des campagnes, j'en ai vu des plaines et des montagnes... J'ai entendu les plaintes de bien des peuples et, voici qui va t'intéresser, j'ai souvent entendu parler d'Ernesto... On dit qu'il était... (continua)
Regarde, Lucien l'âne mon ami, voici une chanson où l'on conte l'histoire d'un homme qui a tant cheminé, qui a parcouru des chemins déserts, montagneux... et qui fut assassiné... Il s'appelait Ernesto... Toi qui as suivi tant chemin sur les chemins déserts et montagneux... As-tu rencontré cet Ernesto, ce rêveur d'utopie... Qui peut-il bien être ?
Oh, mon ami Marco Valdo M.I., j'en ai parcouru des chemins montagneux et déserts... J'y ai rencontré toutes sortes de gens, des gens souvent bien pauvres, bien exploités, qui semblaient porter sur leur dos un monde de douleurs si immense...J'ai couru le monde, j'ai parcouru la terre, j'en ai vu des villes et des campagnes, j'en ai vu des plaines et des montagnes... J'ai entendu les plaintes de bien des peuples et, voici qui va t'intéresser, j'ai souvent entendu parler d'Ernesto... On dit qu'il était... (continua)
LA CHAISE VIDE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 23/8/2010 - 23:44
Radio aut
Chanson italienne – Radio Aut – Talco
Souviens-toi, Lucien l'âne mon ami, j'avais déjà traduit une chanson qui portait le même titre de Radio Aut et qui renvoyait à la même histoire dramatique et héroïque (de ce vrai héroïsme des civils quand ils s'engagent dans ce dur et infini combat de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches – et leurs sbires, leurs affidés...- mènent contre les pauvres pour assurer et développer leur pouvoir, leur richesse et leurs privilèges. Ici, leurs mercenaires sont les mafieux et dénoncés, ils vont liquider de la plus laide façon Peppino Impastato : jeune militant courageux et à leurs yeux, trop résistant. Cette autre chanson, pareillement intitulée Radio Aut était de Del Sangre. Cette fois, c'est une chanson de Talco.
En effet, je me souviens bien de celle-là et d'une autre encore, Cento Passi des Modena City Ramblers. Ainsi, cette histoire va d'écho en écho... (continua)
Souviens-toi, Lucien l'âne mon ami, j'avais déjà traduit une chanson qui portait le même titre de Radio Aut et qui renvoyait à la même histoire dramatique et héroïque (de ce vrai héroïsme des civils quand ils s'engagent dans ce dur et infini combat de la Guerre de Cent Mille Ans que les riches – et leurs sbires, leurs affidés...- mènent contre les pauvres pour assurer et développer leur pouvoir, leur richesse et leurs privilèges. Ici, leurs mercenaires sont les mafieux et dénoncés, ils vont liquider de la plus laide façon Peppino Impastato : jeune militant courageux et à leurs yeux, trop résistant. Cette autre chanson, pareillement intitulée Radio Aut était de Del Sangre. Cette fois, c'est une chanson de Talco.
En effet, je me souviens bien de celle-là et d'une autre encore, Cento Passi des Modena City Ramblers. Ainsi, cette histoire va d'écho en écho... (continua)
RADIO AUT
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 23/8/2010 - 22:35
Folsom Prison Blues
Mi sembra che ci sia un errore (che ho corretto) non tanto nella traduzione quanto nel testo originale tradotto da Michele Murino. Nella penultima strofa, "those people keep a-movin'" e non "I keep on keep a-movin'". [Bartolomeo Pestalozzi]
BLUES DELLA PRIGIONE DI FOLSOM
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 23/8/2010 - 10:16
25 Minutes to Go
[1963]
Scritta da Shel Silverstein
La prima incisione di questo brano è da attribuirsi al gruppo The Brothers Four, ma la canzone fu resa popolare da Johnny Cash che, dopo averla inclusa nell’album “Sings the Ballads of the True West” del 1965, la propose nella scaletta del suo mitico concerto del gennaio 1968 alla Folsom State Prison in California.
Il lucido, amaro, sardonico, triste “countdown” di un condannato a morte…
“Quello che varca i cancelli della prigione di massima sicurezza di Folsom per cantare di fronte a un pubblico di detenuti è un Johnny Cash già con molta polvere sulle scarpe.
Ha scritto pagine di storia della musica con i pezzi incisi alla Sun di Sam Phillips, ha iniziato a girare con il suo show (che poi diverrà fenomeno tv) insieme ad artisti come la Carter Family, Carl Perkins, Statler Brothers (che lo accompagnano ovviamente a Folsom) oltre che con la sua amata... (continua)
Scritta da Shel Silverstein
La prima incisione di questo brano è da attribuirsi al gruppo The Brothers Four, ma la canzone fu resa popolare da Johnny Cash che, dopo averla inclusa nell’album “Sings the Ballads of the True West” del 1965, la propose nella scaletta del suo mitico concerto del gennaio 1968 alla Folsom State Prison in California.
Il lucido, amaro, sardonico, triste “countdown” di un condannato a morte…
“Quello che varca i cancelli della prigione di massima sicurezza di Folsom per cantare di fronte a un pubblico di detenuti è un Johnny Cash già con molta polvere sulle scarpe.
Ha scritto pagine di storia della musica con i pezzi incisi alla Sun di Sam Phillips, ha iniziato a girare con il suo show (che poi diverrà fenomeno tv) insieme ad artisti come la Carter Family, Carl Perkins, Statler Brothers (che lo accompagnano ovviamente a Folsom) oltre che con la sua amata... (continua)
Well they're building a gallows outside my cell I've got 25 minutes to go
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 23/8/2010 - 09:40
Percorsi:
Pena di morte: omicidio del potere
Supper's Ready
E' bellissimo leggere i commenti di altre persone che ancora oggi amano i Genesis, nonostante i loro capolavori siano ormai piuttosto "datati": sono stati i più grandi, ineguagliabili, la loro musica ancora oggi emoziona più di quella di qualunque altro gruppo mai esistito, ed emoziona sempre con la stessa intensità di allora, se non di più...
Carlo 22/8/2010 - 23:53
Dime que pasa
[2001]
Album: Dime Qué Pasa
Album: Dime Qué Pasa
Dime que pasó.... que pasa acá...
(continua)
(continua)
inviata da adriana 22/8/2010 - 15:35
Chemu amo
Karen Wenul
Este video retrata el dolor que siente una Madre Mapuche al perder a su hijo que lucha por las legitimas demandas de su pueblo. Las comunidades Mapuches actualmente se encuentran militarizadas y sitiadas por el ejercito Chileno, con actos de terrorismo Estatal a diario. Situación que no se dice por la prensa burguesa, ya que estas coordinan directamente con el Ministerio del Interior, las Forestales destructoras y los latifundistas neo colonos que imponen a sangre y fuego sus mega proyectos capitalistas en las zonas Mapuches. Saqueando y despojando a los Mapuches que tienen terrenos ancestrales e invaluables para su cosmovisión aferrada ala Madre Tierra y los antepasados que en ella aún habitan.
El modelo socio-económico chileno privilegia, por excelencia, a la clase empresarial y ejecutiva. Siéndole funcional a la acumulación de capital desvergonzadamente, acudiendo a la matanza de áreas... (continua)
El modelo socio-económico chileno privilegia, por excelencia, a la clase empresarial y ejecutiva. Siéndole funcional a la acumulación de capital desvergonzadamente, acudiendo a la matanza de áreas... (continua)
Versione spagnola
(continua)
(continua)
inviata da adriana 22/8/2010 - 14:51
Il giorno delle foglie rosse
Chanson italienne – Il Giorno delle Foglie Rosse – Casa del Vento
De l'album « Soixante ans de Résistance »
Le 14 juillet 1944, près de la villa Giglioni à San Polo près d'Arezzo, furent trucidés 48 hommes, parmi lesquels des partisans et le juif Eugenio Calò. Il existe un film de Imperial War Museum de Londres, qui montre leurs corps en décomposition. C'est le témoignage le plus cru des effets de la guerre dans la ville d'Arezzo.
En février 2007, le seul responsable de ce massacre encore en vie, un lieutenant de la Wehrmacht, a été acquitté par un tribunal.
De l'album « Soixante ans de Résistance »
Le 14 juillet 1944, près de la villa Giglioni à San Polo près d'Arezzo, furent trucidés 48 hommes, parmi lesquels des partisans et le juif Eugenio Calò. Il existe un film de Imperial War Museum de Londres, qui montre leurs corps en décomposition. C'est le témoignage le plus cru des effets de la guerre dans la ville d'Arezzo.
En février 2007, le seul responsable de ce massacre encore en vie, un lieutenant de la Wehrmacht, a été acquitté par un tribunal.
LE JOUR DES FEUILLES ROUGES
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/8/2010 - 14:32
La morte
Chanson italienne – La Morte – Fabrizio De André (Musique de Georges Brassens) – 1967
Pour cette chanson, un classique de De André, il choisit d'utiliser la musique écrite par Georges Brassens pour Le Verger du Roi Louis de Théodore de Banville, en y proposant un texte tout-à-fait original. Dans le texte, il est possible de pressentir une influence de Verrà la morte e avrà i tuoi occhi de Cesare Pavese.
Comme tu le verras, mon ami Lucien l'âne, pour cette chanson aussi Riccardo Venturi a proposé une « réécriture », une « réinterprétation »... C'était une excellente idée et elle nous – en vérité, elle me laissait l'opportunité d'en proposer une autre version, plus proche de la chanson de De André. Comme tu le verras, on se trouve toujours devant les mêmes dilemmes : du littéral à l'évocation lointaine... entre les deux, mille façons s'offrent à l'envi. Cela dit, cette chanson sur la mort... (continua)
Pour cette chanson, un classique de De André, il choisit d'utiliser la musique écrite par Georges Brassens pour Le Verger du Roi Louis de Théodore de Banville, en y proposant un texte tout-à-fait original. Dans le texte, il est possible de pressentir une influence de Verrà la morte e avrà i tuoi occhi de Cesare Pavese.
Comme tu le verras, mon ami Lucien l'âne, pour cette chanson aussi Riccardo Venturi a proposé une « réécriture », une « réinterprétation »... C'était une excellente idée et elle nous – en vérité, elle me laissait l'opportunité d'en proposer une autre version, plus proche de la chanson de De André. Comme tu le verras, on se trouve toujours devant les mêmes dilemmes : du littéral à l'évocation lointaine... entre les deux, mille façons s'offrent à l'envi. Cela dit, cette chanson sur la mort... (continua)
LA MORT
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/8/2010 - 00:51
Un hongrois chez les gaulois
Zongo Seydou alias Zêdess est un chanteur burkinabé qui vient de consacrer une chanson à Nicolas Sarközy, inventeur de l'immigration choisie et non plus subie, en fait jetable.
Monsieur Nicolas Sarkozy,
(continua)
(continua)
21/8/2010 - 21:21
Carta hallada en la camisa de un soldado norteamericano muerto en Vietnam. Junio, 1972
LETTERA TROVATA NELLA CAMICIA DI UN SOLDATO NORDAMERICANO MORTO IN VIETNAM. GIUGNO, 1972
(continua)
(continua)
inviata da Luca 'The River' 21/8/2010 - 21:11
A soli diciott’anni
anonimo
bellissima e dolcissima nel ricordo del " Comandante Licio " onore in eterno a LICIO NENCETTI , morto a 18 anni con fierezza...... sotto tortura fascista solo il nome mamma ripeteva......grandissimo partigiano . Mario.
mario 21/8/2010 - 15:59
I Want To Go Home
anonimo
Edizioni Musicali Mario Aromando, Milano 1965.
Testo italiano e arrangiamento di Gino Negri per lo spettacolo Oh! Che bella guerra!
Da un testo e una musica di C. Chilton, per lo spettacolo "Oh, What a Lovely War!"
(Essex Music, London 1963).
Vedi anche Oh! It's A Lovely War!
(Marco Moiraghi)
Testo italiano e arrangiamento di Gino Negri per lo spettacolo Oh! Che bella guerra!
Da un testo e una musica di C. Chilton, per lo spettacolo "Oh, What a Lovely War!"
(Essex Music, London 1963).
Vedi anche Oh! It's A Lovely War!
(Marco Moiraghi)
VOGLIO ANDARE VIA
(continua)
(continua)
inviata da Marco Moiraghi 21/8/2010 - 13:54
State Of The Nation
in realtà non è ne alienation ne alien nation ma allied nation!!!
infatti è più coerente col testo e con la frase successiva
infatti è più coerente col testo e con la frase successiva
illustre 21/8/2010 - 00:05
Para que nunca más
[1980]
Album: Canto + Vida
Album: Canto + Vida
Al contemplar tu mirada tan triste
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/8/2010 - 15:27
Grito serás del continente
[1976]
Album “Isabel Parra de Chile”
Testo trovato su Cancioneros.com
Canzone dedicata al fratello Ángel Parra, che nel 1973, subito dopo il golpe, fu arrestato e rinchiuso dapprima nello Stadio nazionale a Santiago per poi essere trasferito nel terribile campo di concentramento di Cachabuco, vicino ad Antofagasta, dove fu detenuto per un anno fino al momento della sua espulsione dal Cile.
A Cachabuco Ángel Parra continuò, nonostante tutto, a comporre canzoni, alcune delle quali furono anche registrate clandestinamente da lui insieme ad altri prigionieri e si trovano nel disco intitolato “Cachabuco” del 1975.
Album “Isabel Parra de Chile”
Testo trovato su Cancioneros.com
Canzone dedicata al fratello Ángel Parra, che nel 1973, subito dopo il golpe, fu arrestato e rinchiuso dapprima nello Stadio nazionale a Santiago per poi essere trasferito nel terribile campo di concentramento di Cachabuco, vicino ad Antofagasta, dove fu detenuto per un anno fino al momento della sua espulsione dal Cile.
A Cachabuco Ángel Parra continuò, nonostante tutto, a comporre canzoni, alcune delle quali furono anche registrate clandestinamente da lui insieme ad altri prigionieri e si trovano nel disco intitolato “Cachabuco” del 1975.
Digo que exilio es estar solo
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 20/8/2010 - 14:20
El barzón
[1920]
Album “Cancionero popular mexicano (vol. 1)”, 1980.
Scritta da Miguel Muñiz
“Barzón” è il collare in legno che veniva posto al collo delle bestie da traino per tirare l’aratro.
In Messico, con l’avvento dell’era del neoliberismo selvaggio e la sottoscrizione del cosiddetto NAFTA (l’accordo di libero scambio tra USA, Messico e Canada), contadini e piccoli proprietari, espropriati delle loro terre e ridotti alla fame da latifondisti e multinazionali, si organizzarono nel movimento sociale “El Barzón” il cui motto è “Debo, no niego, pago lo justo” e il cui inno è proprio questa canzone popolare risalente all’epoca della Rivoluzione o, meglio, a quella del post-Rivoluzione, quando le speranze di una vera e generalizzata riforma agraria si infransero sul muro della restaurazione…
Inutile dire che “El Barzón” fu tra le prime organizzazioni sociali ad appoggiare apertamente l’insurrezione neo-zapatista dei nativi del Chiapas nel 1994.
Album “Cancionero popular mexicano (vol. 1)”, 1980.
Scritta da Miguel Muñiz
“Barzón” è il collare in legno che veniva posto al collo delle bestie da traino per tirare l’aratro.
In Messico, con l’avvento dell’era del neoliberismo selvaggio e la sottoscrizione del cosiddetto NAFTA (l’accordo di libero scambio tra USA, Messico e Canada), contadini e piccoli proprietari, espropriati delle loro terre e ridotti alla fame da latifondisti e multinazionali, si organizzarono nel movimento sociale “El Barzón” il cui motto è “Debo, no niego, pago lo justo” e il cui inno è proprio questa canzone popolare risalente all’epoca della Rivoluzione o, meglio, a quella del post-Rivoluzione, quando le speranze di una vera e generalizzata riforma agraria si infransero sul muro della restaurazione…
Inutile dire che “El Barzón” fu tra le prime organizzazioni sociali ad appoggiare apertamente l’insurrezione neo-zapatista dei nativi del Chiapas nel 1994.
Esa tierras del rincón
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 20/8/2010 - 13:26
Il vecchio e il bambino
Io lessi, da qualche parte,che questa canzone gli venne ispirata da un racconto di Jack London, il titolo del racconto è "Il morbo scarlatto".
L'ho cercato a lungo finché l'ho trovato e vi assicuro che la canzone lo interpreta alla perfezione.
L'ho cercato a lungo finché l'ho trovato e vi assicuro che la canzone lo interpreta alla perfezione.
gigabriel 20/8/2010 - 11:37
El fusil del poeta
Mientras jugó la guerra de los niños
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 20/8/2010 - 10:56
Johannesburgo
[1960]
Album “Décimas y poemas” (poi anche in “Cumanana” del 1970)
“…Quando a Johannesburg arriverà la resa dei conti voglio esserci, dobbiamo esserci tutti, figli di madre negra! Con la voce ancestrale, il machete in pugno e la parola elementare: fratello…”
Album “Décimas y poemas” (poi anche in “Cumanana” del 1970)
“…Quando a Johannesburg arriverà la resa dei conti voglio esserci, dobbiamo esserci tutti, figli di madre negra! Con la voce ancestrale, il machete in pugno e la parola elementare: fratello…”
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 20/8/2010 - 10:32
Ritmos negros del Perú
[1959]
Album “Nicomedes Santa Cruz y su conjunto Kumanana”
La “Décima” è una forma di declamazione poetica tradizionale del Perù. La Décima peruviana – di cui Nicomedes Santa Cruz è stato il più grande interprete – può a buon diritto ritenersi precursiva del “poetry slam” e pure del rap, anche se non sempre era accompagnata dalla musica.
La dedica che precede il brano è un omaggio a colui che viene definito “El Patriarca de la Música Negra”, il chitarrista, cantante, ballerino, percussionista e poeta peruviano Porfirio Vásquez (1902-1971)
Album “Nicomedes Santa Cruz y su conjunto Kumanana”
La “Décima” è una forma di declamazione poetica tradizionale del Perù. La Décima peruviana – di cui Nicomedes Santa Cruz è stato il più grande interprete – può a buon diritto ritenersi precursiva del “poetry slam” e pure del rap, anche se non sempre era accompagnata dalla musica.
La dedica che precede il brano è un omaggio a colui che viene definito “El Patriarca de la Música Negra”, il chitarrista, cantante, ballerino, percussionista e poeta peruviano Porfirio Vásquez (1902-1971)
A don Porfirio Vásquez
(continua)
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 20/8/2010 - 10:03
Tiempo de ayuno
[1973]
Inspirada en la obra del Premio Nacional de Literatura, Volodia Teitelboim, sobre los campos de prisioneros de Pisagua de la época de González Videla.
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Un rumor sordo recorre
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/8/2010 - 09:09
El regreso
[1973]
Inspirada en la obra del Premio Nacional de Literatura, Volodia Teitelboim, sobre los campos de prisioneros de Pisagua de la época de González Videla.
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Volver de nuevo, las mismas caras
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/8/2010 - 09:07
Colaguachi
[1973]
Inspirada en la obra del Premio Nacional de Literatura, Volodia Teitelboim, sobre los campos de prisioneros de Pisagua de la época de González Videla.
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Era alcalde de la Puna
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/8/2010 - 09:06
El corazón de la puna
[1973]
Inspirada en la obra del Premio Nacional de Literatura, Volodia Teitelboim, sobre los campos de prisioneros de Pisagua de la época de González Videla.
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Pisagua se le hizo poco
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/8/2010 - 09:04
La prueba del amor
[1973]
Inspirada en la obra del Premio Nacional de Literatura, Volodia Teitelboim, sobre los campos de prisioneros de Pisagua de la época de González Videla.
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Todo el amor, todo el amor
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/8/2010 - 09:02
No seré un verdugo
[1973]
Inspirada en la obra del Premio Nacional de Literatura, Volodia Teitelboim, sobre los campos de prisioneros de Pisagua de la época de González Videla.
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
Un silbido en la niebla
El novio raptado
La sangre y la letra
Fecundidad
No seré un verdugo
La prueba del amor
El corazón de la puna
Colaguachi
El regreso
Tiempo de ayuno
La libertad
Fonte:Pacoweb
En medio de las penumbras
(continua)
(continua)
inviata da adriana 20/8/2010 - 09:00
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"Niente e nessuno mi potrà impedire di servire Gesù Cristo e la sua chiesa, lottando insieme ai poveri per la loro liberazione. Se il Signore mi concedesse il privilegio - che non merito - di perdere la vita in questa impresa, io sono a sua disposizione."
Padre Carlos Mugica, 1971.
Carlos Francisco Sergio Mugica Echagüe era un sacerdote impegnato nel "Movimento dei Sacerdoti per il Terzo Mondo" che propugnava il rinnovamento della chiesa cattolica inaugurato dal Concilio Vaticano II. L’analisi di Mugica, e dei preti che come lui negli anni 60 e 70 svolsero la propria missione sacerdotale nelle “villas miseria” e nei barrios operai, era molto semplice: la povertà in cui versa gran parte della popolazione nei paesi del terzo mondo - e non solo - è dovuta al sistema di sfruttamento che le grandi multinazionali attuano con l’avallo ed il sostegno dei governi e delle classi dirigenti nazionali.... (continua)