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Prima del 2010-8-14

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Primavera di Praga

Primavera di Praga
Nel 1968 si chiedeva a gran voce un socialismo dal volto umano. Ma l'intervento sovietico e la passività degli occidentali (politica dei blocchi) hanno fatto sì che quello si riducesse a uno slogan . Vent'anni dopo cosa hanno ottenuto: la secessione (senza alcun referendum confermativo, che avrebbe sicuramente espresso un esito contrario, scombinando i calcoli degli investitori) e il capitalismo dal volto disumano. Praga si è trasformata in una gigantesca slot machine: qualsiasi angolo è stato sfruttato a scopi commerciali, alterando irrimediabilmente le caratteristiche architettoniche della più bella città della vecchia Europa. Noi abbiamo conservato qualche monumento di epoca fascista, come traccia del passato. Loro invece hanno rimosso tutto: da un estremo all'altro! Penso che nessuno, Palach in testa, volesse questo.
alessandro 14/8/2010 - 18:02
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Stranizza d'amuri

Stranizza d'amuri
Provo sempre una forte emozione nel sentire Stranizza d'amuri, le lacrime mi salgono agli occhi. Sapete non sono mai stato in sicilia e non conosco il siciliano, abito in brianza eppure non ho avuto bisogno di cercare la traduzione del testo ne ho capito subito le parole, è come se in una vita passata fossi vissuto su quell'isola. Ne sento la musicalità c'è tutto in questa canzone è come stare in un giorno assolato in una strada della sicilia e sentirne gli odori e vederne i colori...
Giuseppe Anzani 14/8/2010 - 17:42
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Lavorare con lentezza

Lavorare con lentezza
Chanson italienne – Lavorare con lentezza – Enzo Del Re – 1974

« Une des figures les plus radicales de l'alternative politico-musicale des années soixante. Utilisant comme instrument une chaise et demandant comme cachet le minimum syndical de la paie d'une journée de travail d'un métallo, Del Re avait coutume de se lancer dans des performances imprévisibles et provocantes, de vrais marathons par lesquels il entendait représenter et dénoncer l'infinie répétitivité du travail en usine. À une époque où le refus du travail avait une valeur morale et idéale, Del Re a représenté l'utopie la plus avancée de la rébellion et de la dénonciation [du travail]. Tout en étant diplômé du Conservatoire de Bari, il avait en fait refusé les instruments classiques pour adopter des matériaux pauvres et de récupération (cartons, objets usuels) avec lesquels il transformait ses chansons en récitatifs monodiques... (continua)
TRAVAILLER AVEC LENTEUR
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/8/2010 - 10:52
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Quando il tempo sarà un prato

Quando il tempo sarà un prato
Chanson italienne – Quando il tempo sarà un prato – Alberto Radius (texte : Daniele Pace et Oscar Avogadro)

« Je t'aimerai quand dans l'air s'éteindront les bannières de la mémoire, quand le temps sera un pré vert que personne jamais n'a foulé, quand l'ordre souverain n'aura plus le fusil à la main... »
QUAND LE TEMPS SERA UN PRÉ
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 14/8/2010 - 08:59
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Novembre '43

Novembre '43
Nella terza strofa il prima verso dice "sa bene che il nemico non tarderà ad arrivare" e l inizio del secondo versetto è errato perché la canzone non dice "che ha una buona mira" ma dice "cadano le mine",volevo solo suggerire questa piccola correzione. Grazie
Roberto 12/8/2010 - 21:23
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Yankee tornatevene a casa

Yankee tornatevene a casa
Cari compagni, contrariamente a quanto pubblicato la canzone fu scritta e musicata da me nel 1970 a Werbellinsee, nord di Berlino, in un campo internazionale dove conoscemmo dei pionieri vietnamiti. La cara Janna la cantò in un gruppo di giovani e poi, anni dopo, la FGCI la pubblicò in un disco con altre due canzoni vietnamite.
E' una piccola cosa ma se volete (e potete chiedere conferma a Janna) le cose sono andate così.
Un abbraccio.
Giuliano Boffardi
Genova
Giuliano Boffardi 12/8/2010 - 17:31
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Sul ponte di Perati bandiera nera

anonimo
Sul ponte di Perati bandiera nera
L'inserimento della canzone nel film di Pasolini "Salò" non deve essere visto in maniera letterale ma allegorica, come del resto è tutto il film. E' chiaro che la canzone non era fascista, ma i protagonisti del film sono dei vecchi gerarchi che sanno già che la guerrà sarà persa di lì a poco, sanno che verranno uccisi, o al massimo potranno sopravvivere ma non avranno più alcun potere di vita e di morte su qualcun altro, così decidono di chiudersi in un castello assieme ad un gruppo di schiavi, in modo da poter abusare di loro liberamente vivendo almeno appieno il sentimento di potenza e di importanza che derivava dall'essere ai vertici della società.
Quei fascisti sono quindi patetici e decadenti, già sconfitti e decisi a rinunciare a qualunque umanità, non è dunque insensato che cantino una canzone per loro disfattista, una canzone che parla di gente morta che non tornerà più, perchè loro sono già morti e si sentono tali, e cantando quella canzone celebrano se stessi, mentre gli alpini celebravano i loro compagni caduti.

Max 12/8/2010 - 13:12
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The Plains of Colorado

The Plains of Colorado
LE PIANURE DEL COLORADO
(continua)
inviata da giorgio 12/8/2010 - 09:09
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Tο δίχτυ

Tο δίχτυ
Finalmente possiedo il film "Rebetico" di Kostas Ferris (1983). Il mio amico Haràlambos, detto Babis, l'ha trovato e me ne ha mandato la copia. E' un film ben fatto e coinvolgente, anche grazie alla musica, in parte tradizionale e, in parte maggiore, composta ad hoc da Stavros Xarhàkos su testi di Nikos Gatsos: un'operazione solo apparentemente mimetica (nel film, nel quale l'intreccio è scandito dalla storia dei Greci dagli tempi della prima guerra mondiale alla fine della guerra civile, si ascoltano molte canzoni che in realtà non furono mai cantate in quegli anni), ma che costituisce un rilancio convincente di quel genere musicale, sentito come "filo rosso" dell'autentica anima greca contemporanea. Gli interpreti sono tutti bravi, sia sul piano musicale, sia su quello drammatico: e la protagonista, la cantante Sofia Leonardou, che è anche coautrice dello script, particolarmente efficace. 'Αξιον.
Gian Piero Testa 12/8/2010 - 07:06
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Questa di Marinella

Questa di Marinella
[1972]
Scritta dal Movimento Femminista Romano
sull'aria de La canzone di Marinella di Fabrizio De André
Fonte: Vettori Giuseppe, Canzoni italiane di protesta 1794 - 1974, Roma, Newton Compton, 1975
Testo ripreso dal Deposito-Canti di Lotta

"Scritta da alcune militanti del Movimento Femminista Romano (Fufi, Lara, Julienne...). Il testo è stato pubblicato nel volume di B. Frabotta, Femminismo e lotta di classe (1970-1973), ed. Savelli, Roma 1973". Da Canzoni italiane di protesta, a cura di Giuseppe Vettori, Paperbacks Poeti 26, Newton Compton Editori, 1977.

Con questa "rielaborazione" del 1972 il Movimento Femminista Romano giocò davvero un bel...tiro mancino, andando a prendere come base una canzone di una persona come Fabrizio De André, che certo non può essere accusato di essere un cantautore maschilista. Ma ben altre erano le lotte e le rivendicazioni delle femministe militanti,... (continua)
Questa di Marinella è la storia vera,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/8/2010 - 22:09

Ti ho visto là sul tavolo

Ti ho visto là sul tavolo
[1974]
Testo di Yuki Maraini
sulla base di Uguaglianza di Paolo Pietrangeli
Fonte: Maraini Y. (a cura di),
Siamo in tante...(la condizione della donna nelle canzoni popolari e femministe: libro + disco),
Savelli, Roma, 1975
Testo ripreso dal Deposito-Canti di Lotta


Le donne e il compagno Maschietto
di Riccardo Venturi

Negli anni '70, e particolarmente durante le mobilitazioni per il diritto al divorzio e all'aborto, nell'ambito del movimento femminista militante italiano nacquero numerose canzoni: non esiste lotta senza il suo accompagnamento in musica. In tale ambito, non poca importanza ebbero le parodie di canzoni note e meno note: questa è particolarmente significativa, in quanto non sfruttava una canzonetta più o meno commerciale, bensì la canzone notevolmente impegnata di un cantautore-simbolo come Paolo Pietrangeli, l'autore di Contessa nonché futuro regista del "Maurizio... (continua)
Ti ho visto la sul tavolo
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 11/8/2010 - 21:38
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L'inveren di noster non

L'inveren di noster non
Questa canzone cantata in dialetto reggiano racconta di Renzo (mio nonno Renzo Garelli) e di Sergio Iori (detto Artico, nonno del Jambo),delle loro storie ai tempi della seconda guerra mondiale e delle loro scelte. Diversi anni fa Sergio risponse ad alcune domande sul tema della resistenza a una sua nipote che registrò tutto su cassetta...il suo forte ed intenso racconto ha ispirato questa canzone che non vuole farsi bella di musica ma importante di significato.
Fonte:Sito ufficiale
-- il testo in dialetto non è ancora disponibile / trascritto --
inviata da DonQuijote82 11/8/2010 - 18:08
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Sud (# 2)

Sud (# 2)
[2008]
Album : Occidente

Un brano che parla di emigrazione
(testo e musica: Gianluca Bernardo) Luglio 2006

Gianluca Bernardo: voce, chitarra acustica
Luca de Giuliani: chitarra elettrica, synth
Claudio Mancini: chitarre
Pierluigi Toni: basso elettrico
Gabriele Petrella: batteria, percussioni, cori

Adriano Bonforti: pianoforte
Augusto Pallocca: sax
Simone Nanni: tromba
Roberto Palermo: fisarmonica
Emanuele Celegato: Mandolino
Un sud antico coltivato a grano
(continua)
inviata da DonQuijote82 11/8/2010 - 17:51
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Los hijos bastardos de la globalización

Los hijos bastardos de la globalización
I FIGLI BASTARDI DELLA GLOBALIZZAZIONE
(continua)
inviata da Luca 'The River' 11/8/2010 - 16:27
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Yo me vuelvo para Chile

Yo me vuelvo para Chile
[196?]
Parole e musica di Juan Capra
Nel disco collettivo “Chants Revolutionnaires du Chili” pubblicato in Francia, poi uscito in Italia nel 1973 per I Dischi dello Zodiaco con il titolo “Cile canta e lotta, vol. 1 – Canti popolari cileni di ieri e di oggi”.

Juan Capra è stato un importante artista cileno attivo negli anni 60 e 70. Fu poeta, cineasta, musicista (collaborò parecchio con i Quilapayun) e – soprattutto - un pittore così noto da esporre in molte gallerie internazionali. Si narra – ma non ho potuto verificarlo - che sia l’unico artista cileno ad aver esposto al Louvre. Sicuramente Juan Capra si traferì molto presto dal Cile a Parigi, lasciando la sua casa – che era già un ritrovo di artisti – ai fratelli Angel e Isabel Parra. E fu proprio nella casa di Juan Capra a Santiago che videro la luce la “Peña de los Parra” (con Patricio Manns, Rolando Alarcón, Víctor Jara, Payo Grondona,... (continua)
Dos años que ando rodando
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 11/8/2010 - 14:55
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Quando sarò grande

Quando sarò grande
[1984]
Album "Fabio Concato"

Parole e musica di Fabio Concato
Arrangiamenti di Vince Tempera
Prendimi per mano,
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 11/8/2010 - 10:05
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Salta balla batti sveglia (Tesanitsonkwak)

Salta balla batti sveglia (Tesanitsonkwak)
[1999]
Canzone canadese presentata al 42° Zecchino d’Oro da una coppia di bambini di origine Mohawk.

Hi, hi, hi, questa è – se possibile – anche peggio delle canzoni di Maicol Gecson…
Penso che se alla lettura del testo vi riempirete di pustole, all’ascolto potrà anche venirvi un bello shock anafilattico, oppure vi esploderà il cranio come ai perfidi alieni in “Mars Attacks!” quando sentivano il country yodel di Slim Whitman …
Però è una canzone contro la guerra, e tant’è. Vi tocca lo Zucchino.
Hi, hi, hi!!! (Alessandro, stai buono o ti do un’altra martellata, hai capito?)
Salta batti batti salta, salta batti sulla terra,
(continua)
inviata da Alienandro 11/8/2010 - 09:41
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La notte in cui mi tolsi l'armatura

La notte in cui mi tolsi l'armatura
[1975]
Album: “I cavalli di Troia”

Da Il deposito
La notte in cui mi tolsi l'armatura,
(continua)
inviata da giorgio 11/8/2010 - 08:20
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Romero el madero

Romero el madero
ROMERO LO SBIRRO
(continua)
inviata da Luca 'The River' 11/8/2010 - 03:36
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L’impotente

L’impotente
Chanson italienne – L'impotente – Assemblea Musicale Teatrale – Giampiero Alloisio e Bruno Biggi – 1976

Tu sais, Lucien mon ami l'âne, les hommes, les paysans ont dû quitter les campagnes afin de ne pas y périr. On leur disait qu'il y avait du travail dans les industries des villes, qu'ils pourraient y gagner leur vie et celle de leur famille. En somme, ils n'avaient pas le choix. Ils furent des millions à devoir délaisser leurs campagnes, leur pays, pour aller perdre leur vie et celle de leur famille à la gagner dans les ateliers de la civilisation citadine.

Je sais, je sais, dit Lucien l'âne, j'en ai vu partir tant et tant, qui laissaient derrière eux le vent, le soleil, les amis, les parents, femme et enfants. Ils partaient au loin beaux et forts encore un matin de printemps. Ils partaient vers une vie meilleure, qu'on leur avait dit, qu'on leur avait même souvent garantie. Ils revenaient,... (continua)
L'IMPUISSANT
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 10/8/2010 - 21:43
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Ninna nanna per un bambino del Vietnam

Ninna nanna per un bambino del Vietnam
[1975]

Scritta con Beppe Chierici.

Singolo poi incluso anche in "Il paese dei bambini con la testa", sempre del 1975, ultimo album della grande cantante e compositrice italiana, morta suicida nel 1993 insieme al marito, l'attore Tino Schirinzi
C'è un bambino là in Oriente
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 10/8/2010 - 18:34
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18 And Life

18 And Life
Ricky was a young boy, he had a heart of stone
(continua)
inviata da Anonymous 10/8/2010 - 17:40

Canzone del Faraone

Canzone del Faraone
Chanson italienne – Canzone del Faraone – Dario Fo - 1971

J'aime bien cette chanson, dit Marco Valdo M.I., pour ce qu'elle dit de ce qui est dû aux paysans, aux ouvriers, aux artisans et aux artistes. Ces anonymes ont fait le monde et l'histoire, ont fait les routes et les champs, ont créé les paysages, les villes et les villages, ont donné à manger à l'espèce entière... Et continuent à le faire...

J'étais là, je les ai aidés, je les ai vu faire, dit Lucien l'âne en levant le front.

C'est, dit Marco Valdo M.I., une de ces vérités universelles qu'on tente par tous les moyens d'occulter que cette évidente création collective qu'est la vie humaine. Et pourtant, c'est également vrai pour le savoir, pour tout le savoir. Le savoir médical – par exemple – est un ensemble complexe de myriades d'expériences, de connaissances accumulées au travers des temps et des hommes qui s'y sont consacrés.... (continua)
CHANSON DU PHARAON
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 10/8/2010 - 14:43
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La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, o Il feroce questore Guida]

La ballata del Pinelli [Ballata dell'anarchico Pinelli, <i>o</i> Il feroce questore Guida]
Pinelli, settant'anni prima...

29 aprile 1897. Il poster sbagliato

di Fruttero & Gramellini

da La Stampa del 14 giugno 2010

Qualcuno doveva aver calunniato Romeo Frezzi, perché senza che avesse fatto niente di male, una mattina fu arrestato… L'incipit del «Processo» di Kafka si adatta tristemente allo scandalo romano di fine secolo, la morte misteriosa di un falegname socialista di via Margutta. Romeo Frezzi, appunto. «Venga con noi, è una formalità», lo abbordano i poliziotti, dopo avergli perquisito l’appartamento senza mandato. In questura gli chiedono di una foto trovata in casa sua: ritrae un gruppo di anarchici seduti intorno a Pietro Acciarito, il fabbro che qualche giorno prima ha tentato di accoltellare Re Umberto all’ippodromo delle Capannelle. Frezzi giura di non conoscere Acciarito e neppure gli altri. Lui la foto l’ha avuta in regalo da un fotografo che lavora accanto... (continua)
Bartolomeo Pestalozzi 10/8/2010 - 11:29
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La leva

La leva
[1969]
Album “Mio caro padrone… / Contessa”

Da Il deposito
Gira, gira quella leva,
(continua)
inviata da giorgio 10/8/2010 - 11:02
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Job Well Done

Job Well Done
[1991]
Lyrics & Music by Rob Lincoln

Not traditional Arabic, but an anti-war song about Persian Gulf war that has a middle eastern flavour..
"Job Well Done" was written about the Persian Gulf War. My song title was lifted from the popular headline of the day used as the war concluded. The war accomplished so many wonderful things. Among them it enabled the use of advanced new weaponry in real combat situations. One such weapon I read about sucked oxygen from it's victims using a fiery explosion.

The only comment I received from this song was from a friend of mine in Israel: "In Job Well Done I could hear Pearl Jam doing it with some painful screams and grinding guitar-3.8 In Israel, of course, American intervention in dangerous areas in the middle east are often viewed differently than from the US. What war is to whose interest and at what cost -short term long term. Only arrogance... (continua)
I heard a silence before the planes
(continua)
inviata da giorgio 10/8/2010 - 08:43
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Cara Laura

Cara Laura
Fabio Ghelli e gli Apuamater interpretano "Cara Laura" a Fosdinovo il 25 aprile 2010

Riccardo Venturi 9/8/2010 - 21:04
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Al comando portà

Al comando portà
[2009]
Poesia di Carolus Luigi Cergoly
Musica di Alessio Lega

Vedi anche Il suo nome: bandito


"...Volevo farvi una poesia di un poeta resistente e triestino, che si chiamava Cergoly. È la storia di un partigiano garibaldino. Non l'ho sostanzialmente mai eseguita sostanzialmente per due buoni motivi: l'ho fatta recentemente per un amico triestino che mi aveva fatto conoscere questo poeta, e per il fatto che il poeta scrivesse in lingua triestina...d'altronde voi siete friulani e mi perdonerete se un leccese si permette... - Alessio Lega, Udine, 18 settembre 2009

Al comando portà
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 9/8/2010 - 18:28
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The Mercy Seat

The Mercy Seat
The Mercy Seat

[1988]
Album “Tender Prey”
Scritta da Nick Cave e Mick Harvey.
Ripresa anche da Johnny Cash in una suggestiva versione inclusa nell’album “American III: Solitary Man” del 2000.

Quel che è il trono del dio “misericordioso” dei cristiani diventa qui la sedia elettrica per il condannato in attesa dell’esecuzione nel braccio della morte…
It began when they come took me from my home
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 9/8/2010 - 15:41
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Order 1081

Order 1081
[2010]
Album “Here Lies Love”
Scritta da David Byrne e Fat Boy Slim.
Interpretata da Natalie Merchant.

“Per me Imelda Marcos è un simbolo. Nella sua vita è diventata molto potente, ha fatto cose terribili. Rappresenta la politica guidata da bisogni psicologici, il potere che può portare alla follia”. (David Byrne)

“Here Lies Love” è un concept album dedicato interamente alla figura di Imelda Marcos, consorte di quel Ferdinand Marcos che fu dittatore delle Filippine dal 1972 al 1986, anno della loro cacciata a furor di popolo. E infatti Imelda è la first lady che passò alla storia per la sua migliaia di paia di scarpe di lusso collezionate mentre i filippini crepavano di fame e di repressione.
Il “proclama n. 1081” è quello con cui Marcos il 21 settembre 1972 dichiarò la legge marziale generalizzata, mantenuta poi ininterrottamente in vigore fino al 1981. Quel settembre Marcos fece arrestare... (continua)
A bomb went off this morning - raining bodies on TV
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 9/8/2010 - 13:34
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Uguaglianza

Uguaglianza
[1969]
Album “Mio caro padrone… / Contessa”
Il testo è stato scritto da Pietro Bianconi nel 1968, partigiano anarchico e autore di alcuni libri sulle lotte operaie e sindacali degli anni '60/70
La musica è di Paolo Pietrangeli e Giovanna Marini
cantata anche in una versione abbreviata da Caterina Bueno nello spettacolo di Dario Fo "Ci ragiono e canto n.2".
Ripresa anche dai Gang in "Calibro 77" del 2016

Testo ripreso da Il Deposito ma rivisto e corretto.

Nel 1969 esce un rapporto della CGIL relativo agli infortuni sul lavoro, che denuncia l’aumento esponenziale sia degli incidenti che delle malattie provocate da ambienti lavorativi malsani e paragona il caso italiano a quello di altri paesi, mostrando come l’incidenza delle morti per lavoro in Italia sia superiore anche a quello degli USA. L’arrangiamento del brano in Calibro77 vira verso suoni mediterranei che ne arricchiscono le... (continua)
Ti ho visto lì per terra
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 9/8/2010 - 09:46
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I'm Free From the Chain Gang Now

I'm Free From the Chain Gang Now
[1933]
Scritta da L. Herscher e S. Klein.

La prima registrazione di questa canzone deve essere attribuita a Jimmie Rodgers, il padre della country music, morto di tubercolosi a soli 36 anni nel 1933, proprio l’anno in cui interpretò questa bellissima “I'm Free From The Chain Gang Now”.
Ma la sua versione più celebre è senz’altro quella dell’immortale e mai abbastanza compianto Johnny Cash. Si trova nell’album “The Sound of Johnny Cash” del 1962 e poi anche nel postumo “American V: A Hundred Highways” del 2006.

A proposito di “chain gangs”, si vedano anche su questo sito Another Man Done Gone, Chain Gang, Cryin' Who? Cryin' You! (Part I & II), Nine Foot Shovel, No More Chain Gang e Lost John.
I got rid of the shackles that bound me
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 9/8/2010 - 09:04
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No Nazi's Friend

No Nazi's Friend
[1983]
Album “Kill from the Heart”
I ain't no Nazi
(continua)
inviata da Bartolomeo Pestalozzi 9/8/2010 - 08:32

Il canto della Pievvecchia

Il canto della Pievvecchia
[2010]
Una cantata su testo e musica dei Suonatori Terra Terra



8 giugno 1944: L'eccidio della Pievecchia

È l'8 giugno 1944 nei dintorni di Pontassieve, presso Firenze. Un gruppo di partigiani che operano sul Monte Giovi riesce a penetrare nella caserma della Guardia Nazionale repubblichina di Pontassieve, s'impossessa di armi e munizioni e si ritira a bordo di un camion. Alcuni carabinieri colgono l'occasione per disertare e si uniscono alla pattuglia partigiana. Lungo la strada del ritorno i partigiani si fermano alla Pievecchia. In una delle case vi trovano due soldati tedeschi e ne segue uno scontro in cui un soldato muore, mentre l'altro riesce a fuggire. Nella rappresaglia che segue i tedeschi rastrellano tutti gli uomini che possono trovare a Pievecchia e li uccidono a colpi di mitra nel giardino della villa del paese. 14 persone perdono la vita.

Il 6 maggio 1945, sul muro della... (continua)
INTRODUZIONE
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 8/8/2010 - 15:48
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Γράμματα στον Μακρυγιάννη

Γράμματα στον Μακρυγιάννη
Στίχοι: Μάνος Ελευθερίου
Μουσική: Ηλίας Ανδριόπουλος
Πρώτη εκτέλεση: Άλκηστις Πρωτοψάλτη & Αντώνης Καλογιάννης ( Ντουέτο )
Γράμματα στον Μακρυγιάννη, 1979

Musica di Ilìas Andriòpoulos
Testi di Manos Eleftherìou
Prima interpretazione: Alkìstis Protopsàlti con Adònis Kaloyànnis
Da "Lettere a Makriyànnis", 1979

Yànnis Triandafìllou, detto Makriyànnis (cioè Giovanni il Lungo), nato in un piccolo borgo della Doride nel 1794 e morto ad Atene nel 1864, fu un insigne combattente dell'indipendenza ellenica, poi un politico integro e popolare e infine uno scrittore certamente "naif", ma efficacissimo testimone della lingua "dimotica", come ebbe a rilevare in un suo famoso saggio Yorgos Seféris.
Alle "virtù" di Makriyànnis (il coraggio, l'integrità, l'indipendenza di giudizio, la sollecitudine per le miserie del popolo e per i suoi diritti) cercano di ritornare i due poeti Mànos Eleftherìou... (continua)
ΘΑ ΣΕ ΞΑΝΑΒΡΩ ΣΤΟΥΣ ΜΠΑΞΕΔΕΣ
(continua)
inviata da Gian Piero Testa 7/8/2010 - 12:23
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Pace armata

Questa guerra si combatte dentro madide trincee
(continua)
inviata da adriana 7/8/2010 - 08:01
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C’è quel Sud

C’è quel Sud
[2007]
Album : Zona Briganti
‘E cumpari ‘nd’aviti palummi
(continua)
6/8/2010 - 15:59




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