(1) Ellenismo: il termine è oggi usato per indicare l'insieme dei Greci, in patria e nella diaspora.
(2) Suli, sub regione dell'Epiro. Alamana: fiume (oggi Sperchéo) della Grecia continentale: nomi sacri della lotta per la liberazione dal dominio Turco.
(3) Non ho la minima idea a chi si alluda. Se qualcuno...
(4) Kessarianì: il bel complesso monastico ateniese, per salire all'Imetto, e il quartiere ateniese sottostante, che fu teatro di esecuzioni e di sanguinosi rastrellamenti tedeschi.
(5) Distomo, Calavrita: città martiri della ferocia nazista.
Giampiero, non il "piccolo Cormopulo", ma proprio Mikròs Hormopoulos (Μικρός Χορμόπουλος): si trattava di un combattente greco che, assieme a Angelis Soumilas (detto "Vlahos"), di Ioannina, e Panos Mitanis (di Katouna) combattè assieme a Francesco Morosini nell'Epiro, nell'anno 1684. Mikròs Hormopoulos era nativo di Agrafa. Ti ho corretto la traduzione in tal senso.
Grazie, fratello! Come tutto torna, adesso: era un rovello per me, questo Cormopoulos, e tu, levandomelo dai piedi, mi rendi felice e eternamente grato, come il leone con Androclo. Il fatto è che ho mandato, così com'era, una traduzione vecchia di circa tre anni: e tre anni fa non sapevo trovare informazioni nel web. In stixoi.info, che ora mi affretto ad emendare, c'è anche una traduzione in inglese, lingua che non so giudicare. Se hai il tempo di darle un'occhiata, potrebbe valere la pena di aggiungerla a questa pagina.
E poi mi rendo conto che dovrei informarmi di più sulle imprese (delle quali, una - il bombardamento della polveriera collocata nel Partenone - la Grecia porta ancora i segni) di Francesco Morosini, perché, pur essendo un Enetòs, cioè un maledetto Veneziano, ancora gode di buona fama popolare tra i Greci. Credo che gli siano grati per avere riconquistato Anapli (Napflion), che per i Veneziani si chiamava Napoli di Morea.
Stavo pensando comunque a quanto, anche dal punto di vista strettamente linguistico, Venezia ha "agito" sulla lingua greca. Il termine "Enetòs" che hai ricordato riproduce in epoca moderna l'antica consuetudine di eliminare la "v" iniziale (come in "estìa" < *vestìa); non per niente si scriveva con lo spirito aspro. Gioverà anche ricordare il Vitsensos Kornaros autore dell' "Erotokritos" poi cantato integralmente da Nikos Xylouris: vale a dire Vincenzo Cornaro, e tra i Cornaro e Venezia c'è, come dire, stato un certo "feeling". Che lo vogliano o meno gli elleni, i prestiti "italiani" (e sono tanti) in greco provengono tutti da Venezia...
E una Cornèr era la regina che lasciò il regno di Cipro a Venezia. In compenso, a Venezia c'è il bel palazzo Vendramin-Calergi: e i Calergi erano una grande famiglia di Creta.
DDL GELMINI, OVVERO COME REGALARE L'UNIVERSITA' PUBBLICA AI PRIVATI
Analisi a cura dei collettivi della Sapienza
da Atene in rivolta
Ci siamo, l’università pubblica italiana quest’anno riceve il colpo di grazia! Il ddl Gelmini è stato approvato in Consiglio dei Ministri e a breve intraprenderà il suo iter parlamentare. L’attacco questa volta è devastante, in nome di una falsa idea di merito si smantella definitivamente l’università pubblica.
Mai come con questo disegno di legge vediamo regalare l’università ai privati: nasce l’università azienda. Il Senato Accademico viene svilito delle sue funzioni e poteri, assumendo un ruolo puramente formale e divenendo completamente assoggettato al volere del Consiglio di Amministrazione, come in ogni buona azienda che si rispetti. Il nuovo consiglio di amministrazione, invece, assume il ruolo di indirizzo strategico dell’ateneo, potendo... (continua)
30/11/2010 - 21:55
Io non so se a voi, ma a me la Gelmini mi attrae. Io non amo tanto l'elettronica, e mi piace ancora la vecchia meccanica. E subisco il fascino di quegli stupefacenti automi - giocatori, bambole, danzatrici- che si sapeva costruire con un profluvio di molle e di rotelle sapienti nel Settecento. Ecco, la Gelmini mi ricorda quegli automi.
Al suo esterno, mi affascina la fissità della sua espressione, sia del volto, sia dell'eloquio. Se attacca una frase in un modo che la porterà fuori della carreggiata sintattica, non sa né frenare né sterzare: va dritta contro il paracarro.
E allora viene programmata per dire le sue frasi a memoria, meccanicamente, senza variazioni di tono. Si indovina che dietro la schiena ha il buco per la molla: e tutto questo mi affascina. Sa di arcaica meraviglia del progresso. Dentro, gli ingranaggi, e fuori un'inespressiva levigatezza. Con quel tanto di inquietante che aveva la macchina ancora imperfetta, ma destinata a trionfare di tutto ciò che è umano, troppo umano. Una libidinosa ambiguità.
La riforma scolastica del ministro Gelmini e gli affari con Finmeccanica
Di Stefano Ferrario
da Pace Reporter
Il Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Scientifica, On. Mariastella Gelmini, e il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, hanno firmato un protocollo d'intesa per l'avvio della sperimentazione del nuovo Progetto di Riforma relativo agli istituiti tecnici superiori (ITS), denominato "Tecnici Superiori per Finmeccanica".
Uno degli anelli fondamentali delle aziende a prevalente produzione bellica è la collaborazione con le scuole del territorio dove esse sono ubicate. Vi sono le storie di alcuni scambi tra AgustaWestland, Alenia Aermacchi e le scuole elementari e medie inferiori della provincia di Varese e Novara. Ora siamo di fronte ad un fatto grave che, in sostanza, vede un accordo sistematico di ingresso del "privato" (Finmeccanica,... (continua)
Rigoberta Menchú Tum (Uspantàn, El Quichè, 9 gennaio 1959) è una pacifista guatemalteca, che ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, datole "in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene"[1]. Il premio le è stato conferito in parte per la sua biografia del 1987, Mi chiamo Rigoberta Menchú, curata dall'antropologa Elisabeth Burgos. I suoi detrattori sostengono che il libro contiene molti fatti inventati mentre i suoi difensori sostengono che qualsiasi eventuale invenzione passa in secondo piano rispetto all'estrema importanza del suo racconto sulla soppressione guatemalteca delle popolazioni indigene.
La Menchú sostiene che iniziò a lavorare come bracciante agricola migrante all'età di 5 anni, in condizioni che causarono la morte dei suoi fratelli ed amici. Da adulta, si... (continua)
Gian Piero,ciao!sono sempre io!a Como i comaschi mi chiamavano Beppe qui sono tornato Peppe. Ricambio carissimi saluti!E tu sei sempre a Como? per ogni buon conto ti lascio i miei recapiti:cell. 3318125818, mail:gtarallo48@libero.it; fb:peppe tarallo(qui su info trovi i miei recapiti ed altro). Di nuovo carissimi saputi!,peppe
Chanson portugaise – Era de noite e levaram – José « Zeca » Afonso – 1969
d'après la version italienne de Riccardo Venturi
Ils arrivaient de nuit ou à l'aube. Ils entrent. Ils cherchent quelqu'un et l'emmènent. Quelqu'un qui, souvent, ne reverra plus jamais plus sa maison, son lit, ses proches. Cela ne leur suffit pas : ils volent tout ce qu'ils trouvent. Parfois, ils violent. Ce sont les polices « secrètes », « politiques » des régimes dictatoriaux, les criminels d'État, les assassins au nom de la « loi » et de l' « ordre ». Au Portugal, en Espagne, en Grèce, au Chili et partout où existent des régimes militaires, des États policiers et des « hommes forts » avec parades, fanfares et serviteurs. Reste la désolation vide, reste la disparition. [R.V.]
Cette chanson, Lucien l'âne mon ami, me rappelle l'histoire de Pereira, journaliste lisboète du temps de Salazar, le dictateur au long cours... (continua)