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Les Gitanes

Les Gitanes
Les Gitanes

Canzone léviane – Les Gitanes – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 36

Les Gitanes est la trente-sixième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.

Le Gitan et bien évidemment, la Gitane font partie de l'inconscient terrifié de nos « civilisations » sédentaires. Il y a la peur du noir, la peur du rouge, la peur du Tzigane. Pourtant, les Gitans sont là, ils viennent d'on ne sait trop où; en somme, ils dérangent nos « habitudes ». Léo Ferré disait qu'ils venaient du fond des temps et qu'ils sont nos parents anciens... Nos « civilisations » se comportent très mal avec leurs grands-parents.
Pour notre guerrier, prisonnier, blessé, grand rêveur devant l'éternité qui n'a plus comme arme que le flux des images et des pensées dans sa tête, les Gitanes viennent éclairer le paysage monstrueusement gris de la « civilisation... (continua)
J'ai vu les gitanes,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 31/7/2009 - 21:07
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Funeral Song

Oh, fair city what tragedy has beset you?
(continua)
inviata da adriana 31/7/2009 - 18:05
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Sacco o Vanzetti

Sacco o  Vanzetti
[2009]
Album: Sacco o Vanzetti

“Ci sono delle realtà negative e insormontabili. Nella società, nei rapporti personali, nei sentimenti. Più sei “antagonista” e più questi muri ti si alzano davanti. Comunque hai a disposizione una scelta, anche davanti all’insormontabile. Puoi scegliere di rifiutare del tutto ciò che non puoi affrontare, di sputare con disprezzo su quel muro e poi voltargli le spalle. O puoi scegliere di combattere fino alla fine, di prenderlo a martellate anche se sai che non potrai mai abbatterlo o scalfirlo. Ai giudici che – comunque e in ogni caso – ti condanneranno puoi opporre la tua dialettica più veemente. O semplicemente il silenzio. Puoi assomigliare a Nicola Sacco, o a Bartolomeo Vanzetti. Puoi renderti conto che, in vari momenti della tua vita, sei stato uno dei due e che, in fondo al tuo essere, convivono entrambi.
Pensaci, mentre percorri il miglio verde.”
Quando il tuo destino viene a farti visita
(continua)
inviata da adriana 31/7/2009 - 12:57
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Don't Wake The Lion (Too Old To Die Young)

Don't Wake The Lion (Too Old To Die Young)
[1988]
Album "Wings of Heaven"

"This is as passionate an anti-war song as any heavy metal band ever recorded; rich in imagery it captures the jingoistic madness that accompanied the outbreak of World War One, which was known as The Great War until the outbreak of the second world conflict.
'There's a firework show tonight, everyone's been invited, we'll be finished by Christmas', young men talking of great times, while as dark clouds gather on the Maginot Line, barely heard voices of reason are whispering 'Don't wake the lion'."

Commento da Songfacts
It was the day that war broke out
(continua)
inviata da Alessandro 31/7/2009 - 12:47
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Could You Please Oblige Us With A Bren Gun?

Could You Please Oblige Us With A Bren Gun?
[1941]

In Gran Bretagna, all’inizio della seconda guerra mondiale, fu creata un’organizzazione di volontari, composta da coloro che per un motivo o per un altro non potevano andare in guerra (gli scarti, insomma) con il compito di contrastare un’eventuale invasione nazista. Inizialmente battezzata “Local Defence Volunteers" (LDV), l’organizzazione divenne presto nota come “Home Guard” e arrivò a contare circa 1.5 milione di volontari.
Essendo di per sé stessi “scarti”, o anziani strappati al bancone del pub, armati con il proprio vecchio fucile da caccia e le giberne o l’elemetto di un quarto di secolo prima, o militari a riposo un po’ imbolsiti, certo la visione di queste squadre un po’ raffazzonate doveva suscitare anche un po’ di ilarità…. E infatti l’acronimo LDV divenne presto “Look-Duck-Vanish”, che credo significhi più o meno “Guarda – che arrivano i crucchi - nasconditi, scompari”…... (continua)
Colonel Montmorency who was in Calcutta in ninety-two
(continua)
inviata da Alessandro 31/7/2009 - 10:17
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Chicken Farm

Chicken Farm
[1985]
Album "Frankenchrist"

"This song describes the suffering of Vietnamese people during and after the Vietnam war, as well as their perilous escape and their treatment once they got to America."

"This one's about the ramifications of war that take place after the war is over, whether it be economical devastation or leftover artillery. After a weak country loses a war, the living conditions are almost unbearable, and the only option for many citizens is to immigrate to a country like America. Unfortunately, oftentimes when they get here they face racism and poverty. It's still better than where they came from, but it's a no-win situation."

"This song describes a lot of horrible circumstances that all around the world have to face every day, call it afghanistan, iraq, cambodia, etc....and what makes me so angry is that a lot of times these conditions are caused by the american army,... (continua)
Another rainy morning mingling at the market
(continua)
inviata da Alessandro 31/7/2009 - 08:57
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Chemical Bomb

Chemical Bomb
[1999]
Album "The Aquabats vs. the Floating Eye of Death!"
I was at the supermarket
(continua)
inviata da Alessandro 31/7/2009 - 08:48
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Black Rain

Black Rain
[2007]
Album "Black Rain"
The black rain is falling
(continua)
inviata da Alessandro 31/7/2009 - 08:34
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Battle

Battle
[2007]
Dall'album di debutto, "Coco"

"I wrote 'Battle' about my frustration with our government and politics, my opinion on the war, and about people and the hurt and harm they can cause when they get too wrapped up in their own agenda. About wondering how they could feel no remorse, and why instead of owning up to their mistakes and doing what is right, they continue full force on the same path, refusing to take the necessary steps to begin to make things better again, and telling twisted stories and imposing fear along the way to gain supporters on their side that never even heard the truth."
Colbie Caillat, intervista ad MTV
You thought we'd be fine
(continua)
inviata da Alessandro 31/7/2009 - 08:30
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At 30,000 Ft

At 30,000 Ft
[2009]
Album "American Soldier"

"This song is about a pilot and his experience, which is very different from ground personnel. Pilots have a very different perspective on things, a very different job." He added: "The song deals with this particular soldier's feelings of being separate from the devastation he is inflicting. He's above it all, flying 30,000 feet in the air, dropping bombs on targets. He's not involved in hand-to-hand ground combat. He said that it's a strange feeling to know that you've just wiped out an entire city with a touch of a button, and then you're back at the base, watching reruns of a TV show. It's just another day at the office. There's no emotional attachment to it like a guy who was in a platoon and may have lost buddies. The pilot is dealing with a whole different set of issues that are a lot harder to define...
I wrote this song, and then months later I got... (continua)
Whatever happens now
(continua)
inviata da Alessandro 31/7/2009 - 08:20
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House Burning Down

House Burning Down
[1968]
Album "Electric Ladyland" (side four) by The Jimi Hendrix Experience

Probabilmente la canzone non si riferisce ai roghi del KKK ma ai disordini seguiti all'assassinio di Martin Luther King...

"[...] Allora, qualcuno uscì dalla folla, era alto diciannove miglia.
Gridò: "Siamo stanchi e disgustati, cosi dipingiamo di rosso il cielo".
Io dissi: "La verità ce l'hai sotto gli occhi - non ti bruciare.
Cerca di essere saggio invece di bruciare, dammi retta. [...]"
Look at the sky turn a hell fire red
(continua)
inviata da Alessandro 30/7/2009 - 23:51
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1983... (A Merman I Should Turn to Be)

1983... (A Merman I Should Turn to Be)
[1968]
Album "Electric Ladyland" by The Jimi Hendrix Experience.
Lyrics by Jimi Hendrix

"Merman" è il tritone, l'uomo pesce, colui che può sfuggire all'orrore del mondo, e alla guerra e all'oppressione in primis, fuggendo nelle profondità marine, in un'altra dimensione (lisergica?!?), insieme alla persona amata... peccato per chi non crede a questa possibilità di fuga, di salvezza, di amore, peggio per loro...
"1983" è l'anno che precede il fatidico "1984" di Orwell... forse c'è ancora il tempo per fuggire...
"1983" e il numero della sezione del Civil Right Act del 1871 dove si dice che chiunque, se sia privato di un suo diritto, ha la possibilità di ottenere giustizia...

Morale: forse siamo ancora in tempo, forse otterremo giustizia e, mal che vada, impareremo a respirare sott'acqua, checchè ne dicano gli increduli, e faremo l'amore sualla spiaggia prima di tuffarci senza guardarci indietro, perchè è l'amore che salva...

Quanto mi manchi, Jimi!

Hurrah, I awake from yesterday
(continua)
inviata da Alessandro 30/7/2009 - 23:35
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Tarantella dell'ultimo bandito

Tarantella dell'ultimo bandito
[2008-2009]
Album: Mazel Tov
Tra nere piaghe nella vanità
(continua)
inviata da Luca 'The River' 30/7/2009 - 17:19
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Fool Me Fool You

Fool Me Fool You
[2009]
Album "Hidden Conversations"

Un altro bel brano dell'incredibile musicista e songwriter Terry Callier, che è tornato direttamente dagli anni '70 arricchendo il suo originario jazz folk sofisticato con l'elettronica trip hop in stile Massive Attack (con cui collabora da tempo)...
Well….?
(continua)
inviata da Alessandro 30/7/2009 - 15:58
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Luka

Luka
[1984]
Album "Solitude Standing" (1987)

Questa è solo una proposta... poi, decidete voi...

Perchè non arricchire il percorso dedicato alla violenza sulle donne e includere anche le canzoni che riguardano la violenza sull'infanzia, che secondo me non si limita soltanto ai "bambini-soldato"?

L'idea mi è venuta leggendo l'articolo che segue, pubblicato su La Repubblica del 21 maggio 2009... le cifre riportate dal rapporto della commissione d'indagine del governo irlandese sui bambini abusati negli istituti cattolici del paese tra gli anni '40 e gli anni '80, sono le cifre di una vera e propria guerra...

A few years ago, I used to see this group of children playing in front of my building, and there was one of them, whose name was Luka, who seemed a little bit distinctive from the other children. I always remembered his name, and I always remembered his face, and I didn't know much about... (continua)
My name is Luka
(continua)
inviata da Alessandro 30/7/2009 - 14:19

La Chanson du Guerrier sur la Contrescarpe

La Chanson du Guerrier sur la Contrescarpe
La Chanson du Guerrier sur la Contrescarpe

Canzone léviane – La Chanson du Guerrier sur la Contrescarpe – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 35

La Chanson du Guerrier sur la Contrescarpe est la trente-cinquième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.

Dans la Chanson du Guerrier sur la Contrescarpe, on retrouve ce même personnage qui poursuit son soliloque où il mêle sa vie immédiate, parle de ce qui et de qui l'entoure – ici, les nonnes qui le soignent, et continue à développer sa méditation, cette forme de résistance intellectuelle. L'être humain est aussi – et d'abord – une pensée en perpétuel écoulement, comme un fleuve qui venu de la montagne, traverse la ville et s'en va finir dans la mer. On a comme l'impression que s'il s'arrêtait de penser, il cesserait d'exister.

Oh, oh, dit Lucien l'âne, voilà notre... (continua)
Voici ma chanson, la chanson
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 29/7/2009 - 22:14
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Always Tell the Voter What the Voter Wants to Hear

Always Tell the Voter What the Voter Wants to Hear
[1987]
Album "Never Mind The Ballots"
Welcome to Never Mind The Ballots. The phone lines are now open. If you'd like to put a question to the candidates the number to ring is 0532779463.
(continua)
inviata da Alessandro 29/7/2009 - 12:00
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El deportado

El deportado
[1930]

“Il corrido è la canzone narrativa tradizionale che ha preso forma al confine fra Messico e Stati Uniti a partire dalla fine del secolo scorso (cfr. Américo Paredes, ‘With His Pistol in His Hand. A Border Ballad and Its Hero’, Austin, University of Texas Press, 1958). L’immigrazione messicana e la deportazione dei braccianti stagionali, riportati forzosamente in patria alla scadenza dei contatti di lavoro, sono temi molto frequenti nei corridos della frontiera. Questo corrido è stato inciso a Los Angeles, California, all’inizio degli anni Trenta, da Los Hermanos Bañuelos, uno dei gruppi di maggior rilievo della musica latina di confine. È incluso nel disco ‘Texas-Mexican Border Music, vol. 2’, a cura di Chris Strachwitz, Arhoolie Records, Barkeley Ca., 1974”
Alessandro Portelli, da Acoma, Rivista Internazionale di Studi Nord-Americani.

Aggiungo che la canzone fa il paio con Deportees... (continua)
Voy a cantarles señores,
(continua)
inviata da Alessandro 29/7/2009 - 11:02
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Farewell, Mr. Charlie

Farewell, Mr. Charlie
[primi anni’70]

Frederick Douglass Kirkpatrick, ministro battista, fu tra i fondatori di uno dei primi movimenti afroamericani di autodifesa, i Deacons for Self Defense. Questa canzone è basata, musicalmente e in parte anche testualmente, su Farewell Angelina di Bob Dylan, riletta alla luce delle rivolte urbane e delle ribellioni nelle carceri: un altro esempio della comunicazione multidirezionale fra musicisti di movimento e folk revival negli anni Sessanta e Settanta.
“Mister Charlie” è, fin dall’epoca della schiavitù, il nome dato al padrone bianco.
Da un articolo di Alessandro Portelli su Acoma, Rivista Internazionale di Studi Nord-Americani.
Farewell, Mister Charlie, the trumpet has sounded
(continua)
inviata da Alessandro 29/7/2009 - 09:01
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Oginga Odinga

Oginga Odinga
[anni ‘60]

“Matthew Jones, segretario organizzativo dello Student Non Violent Coordinating Committee in Mississippi, fu anche uno dei fondatori dei Freedom Singers, un gruppo “a cappella” formato a giovani militanti, che formarono in un certo senso l’anello di congiunzione fra il recupero della tradizione dello spiritual e del canto di lavoro, e i suoni più contemporanei del rhythm and blues. La canzone ricorda l’incontro in un albergo segregato di Atlanta con Oginga Odinga, uno dei dirigenti della guerra d’indipendenza in Kenya, stretto collaboratore del presidente Jomo Kenyatta. L’ammirazione per il guerrigliero che mette paura al poliziotto bianco indica che già nel 1963 almeno alcuni fra i più giovani attivisti stavano stretti nella pratica e nella filosofia della non violenza (in un’intervista nel 1970, Matt Jones mi disse che per lui la non violenza era stata più che altro una tattica... (continua)
We went down to the Peachtree Manor
(continua)
inviata da Alessandro 29/7/2009 - 08:25

Why Was the Darkie Born?

[Anni '60]

James Bevel, militante del movimento per i diritti civili e componente dei Freedom Singers sentì cantare questa canzone in Mississippi da un vecchio, che non ricordava dove l’aveva imparata. La riadattò, e aggiornò, insieme a Bernice Reagon, anche lei militante e componente dei Freedom Singers – più tardi, antropologa, fondatrice e leader del gruppo Sweet Honey in the Rock.
Il termine “darkie” è una delle espressioni più odiose del paternalismo sudista, per il quale i neri non escono mai da una perenne infanzia.”
Da un articolo di Alessandro Portelli su Acoma, Rivista Internazionale di Studi Nord-Americani

Aggiungo che la canzone originaria, riadattata da James Bevel, è sicuramente “That's Why Darkies Were Born”, scritta da Louis Brownstein e Ray Henderson nei primi anni ’30 e resa celebre dall’interpretazione di Paul Robeson.
Mommy, why was the darkie born?
(continua)
inviata da Alessandro 29/7/2009 - 08:04
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Johnny 99

Johnny 99
[1982]
Album "Nebraska"

Interpretata anche da Johnny Cash, Los Lobos

"[...] Molti anni fa, quando Ronald Reagan si disse suo ammiratore, Bruce Springsteen commentò: chissà se ha mai sentito Johnny 99?... Pare che questo concerto lo dobbiamo al ministro Maroni, che ha evitato di farlo annullare dicendosi suo fan. Chissà se Maroni ha mai ascoltato Johnny 99? Un operaio che perde il lavoro, che non ce la fa a pagare il mutuo (ma quand’è stata scritta questa canzone? Un quarto di secolo fa, o l’altro giorno?), prende un fucile in mano e spara (se fosse francese, metterebbe le bombe sotto la fabbrica o sequestrerebbe un dirigente), spiega al giudice che a mettergli l’arma in mano non è solo la perdita del lavoro e della casa ma soprattutto le idee che questo disastro gli ha fatto venire in testa. “Avevo debiti che nessun uomo onesto può ripagare”, dice Johnny 99. [...]

Dal blog di Alessandro... (continua)
Well they closed down the auto plant in Mahwah late that month
(continua)
inviata da Alessandro 28/7/2009 - 22:40
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The Fires of Napalm

The Fires of Napalm
[1968]
Album“Everybody’s Got A Right To Live”
con il Rev. Frederick Douglass Kirkpatrick

Testo pubblicato sul libretto dell’album e su Broadside Magazine n.91 del maggio 1968. Presente anche in Veleno di Piombo sul Muro, le canzoni del Black Power, a cura di Alessandro Portelli, editori Laterza, 1969.


Sul suo sito Jimmy Collier oggi compare vestito da cowboy e non c’è quasi traccia della sua vecchia discografia e, in particolare, di quel potentissimo lavoro intitolato “Everybody’s Got A Right To Live” che realizzò nel 1968 per le edizioni Broadside/Smithsonian Folkways a quattro mani con il reverendo Frederick Douglass Kirkpatrick, pastore, folksinger ed attivista per i diritti civili, fondatore dei “Deacons for Defense and Justice”, gruppo armato di autodifesa della gente di colore attivo in Lousiana e Mississippi e antesignano delle Black Panthers.
Eppure Collier – di padre nero... (continua)
You know we’re wrong
(continua)
inviata da Alessandro 28/7/2009 - 14:00
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Abdallâh

Abdallâh
[2008]
Album "Ce que l'on sème"

Auteur, compositeur: Guizmo
Arrangements: Tryo - Hélène Bohy

Una canzone che parla dei tuareg del Niger, seduti su immensi giacimenti di uranio che però sono controllati dai neocolonialisti francesi. Quel che la canzone non dice è che, a parzialissimo risarcimento per la predazione delle loro risorse, ai tuareg è consentito gestire il traffico dei migranti che passano dal Niger per raggiungere la Libia e poi l'Italia e l'Europa... E questo con la benedizione degli accordi Sarkozy-Gheddafi-Berlusconi.

Racconta un passeur tuareg intervistato dal giornalista de L'Espresso Fabrizio Gatti per la sua inchiesta intitolata "La nuova ondata":

"Da novembre scorso [2008] è come se la Libia avesse dato il via libera. Ora che Gheddafi è stato eletto presidente dell'Unione africana, non può certo rimandare indietro i suoi concittadini africani. Abbiamo saputo che l'Italia... (continua)
Si le monde était à refaire
(continua)
inviata da Alessandro 28/7/2009 - 08:16
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What Is Truth?

What Is Truth?
(1970)
The old man turned off the radio
(continua)
27/7/2009 - 18:16
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Now That The War Is Over

Now That The War Is Over
[1975]
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.131 dell’aprile/giugno 1976.

Si tratta di un brano inedito. Credo sia una delle prime canzoni scritte da Willie Nile, il cui disco di debutto è del 1980.
Now that the war is over
(continua)
inviata da Alessandro 27/7/2009 - 15:39

Les Brindilles d'Accettura

Les Brindilles d'Accettura
Les Brindilles d'Accettura

Canzone léviane – Les Brindilles d'Accettura – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 34

Les Brindilles d'Accettura est la trente-quatrième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.

La pensée du prisonnier flotte dans la nuit des souvenirs, puis, elle dérive sur la mer de la méditation. En somme, comme Montaigne, il voit le monde à sa manière et somme toute, philosophe.

Nous y voilà, dit l'âne Lucien, j'imaginais bien que tu allais le dire un jour que la canzone est une manière de philosopher. Et je suis très intéressé à ce que tu me dises pourquoi la philosophie, comme on la pratiquait de mon temps d'âne, passe par la canzone. Jusqu'ici, il était entendu que dans la chanson, on avait entendu parler d'amour, on y avait conté des aventures en tous genres, on y avait répandu le vide de l'indigence... (continua)
Le petit Comte, on ne le voyait pas;
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 26/7/2009 - 18:41

Che je fa

Che je fa
Canzone ironica sull'omertà mafiosa
Questa è la storia , la storia de ‘n paese
(continua)
inviata da DonQuijote82 26/7/2009 - 17:37
Percorsi: Mafia e mafie
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Stari Most

Stari Most
[2002]
[Fred Burguière / Sam Burguière / Mathilde Burguière / Alice Burguière]]
Album: Un air, deux familles
Interpretata con / Interprétée avec Les Hurlements d'Léo
Dal tour Latcho Drom


Les Ogres de Barback, o Les Ogres (“gli Orchi”) come sono detti comunemente, è un gruppo fatto in famiglia: i suoi membri sono infatti i quattro fratelli e sorelle Burguière (Fred, Sam, Alice e Mathilde). Come se non bastasse, Alice e Mathilde sono pure gemelle. Facenti parti del gotha attuale della canzone engagée francese, si sono fatti notare anche per i loro tour e i loro album “associati” via via ad un altro solista o gruppo di varie città francesi: l'album Un Air, deux Familles, di cui fa parte questa bella canzone dedicata a Mostar e al suo “Ponte Vecchio” fatto saltare durante la guerra bosniaca, nel 1993, è in coabitazione con la band bordolese Les Hurlements d'Léo (bordolese come i Noir Désir,... (continua)
J'associe le bien, le mal, j'envisage le meilleur
(continua)
26/7/2009 - 16:41
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La bomba intelligente

La mia matricola è doppio vi ei ar
(continua)
inviata da adriana 26/7/2009 - 12:25
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Bitter Fruit

Bitter Fruit
[1986]
Lyrics & music by Little Steven (Steven Van Zandt)
Album: Freedom - No Compromise [1987]
I was born lucky they always say
(continua)
inviata da giorgio 26/7/2009 - 08:17
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Les Yankees

Les Yankees
Patetico testo impregnato di antiamericanismo becero.
Come se fosse pensabile che tutto il Nord America, attualmente abitato da 350 milioni di persone in continua crescita, rimanesse nelle mani di un milione di indiani (esatto, tanti erano gli indiani prima dell'arrivo dei pionieri). Che poi i pionieri abbiano fatto tutta una serie di porcate ai danni dei nativi, è incontestabile, ma pensare che un territorio così immenso potesse restare nelle loro mani è semplicemente ridicolo.
Bizzarro che poi, gli stessi che ritengono un'invasione quella dei pionieri inglesi ed europei in un nord america deserto, invece trovino assolutamente giusta e congrua la massiccia immigrazione dal sud del mondo in un'Europa sovrappopolata.
Che poi un francese strilli contro gli yankee invasori è veramente risibile, ha forse rimosso il D-Day? Finge di non sapere che senza gli odiati yankee oggi girerebbe con una svastica sul braccio?
Ah, ma i francesi avevano fatto la Maginot... non avevano bisogno di nessuno. Ma fatemi il piacere!
Rolo Tommasi 25/7/2009 - 21:37

War In The Key of W

Lyrics by Paul R. Abramson
Copyright 2009
Attorney: Terry Gross, J.D.

Anti-War; Anti-George W. Bush song.
http://www.myspace.com/crying4kafka
American President wanted a war,
(continua)
inviata da Odysseus Muse 25/7/2009 - 19:03
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A Change Is Gonna Come

A Change Is Gonna Come
Non è male neppure la versione di Solomon Burke.
Carlo 25/7/2009 - 17:04
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Portland Town

Portland Town
(1957)
Interpretata da Joan Baez e da Marianne Faithfull

This song is original in 1957 by the unknown songwriter Derroll Adams (* 27. November 1925 in Portland (Oregon), USA; † 6. Februar 2000 in Antwerpen) written in memory of Korean War. He was a victim of McCarthyism and going than to London 1957.
I was born in Portland town
(continua)
inviata da Holger Terp & AWS Staff 25/7/2009 - 10:30
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Teacher Uncle Ho

Teacher Uncle Ho
Words and Music by Pete Seeger (1970)
He educated all the people.
(continua)
25/7/2009 - 10:19
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Terra in bocca

Terra in bocca
Toi, Lucien mon ami, porteur de lumière, toi qui es un âne et qui dans tous les pays vas partout de ton petit pas, vas partout, entends tout et vois-tout, tu dois savoir ce qu'est la Mafia et ses méfaits et bien de ses secrets. Tu pourrais donc apprécier cette chanson qui raconte une jolie, mieux une belle histoire d'amour, qui tourne à la tragédie par l'intervention de la Mafia.

Oh, dit Lucien l'âne, bien sûr que nous les ânes on a de grands yeux et de grandes oreilles... et que des histoires de méchantes actions de la Mafia, on en connaît des tonnes. Ce sont vraiment de mauvaises bêtes que ces mafieux et tous ceux qui les servent. Ils seraient même capables de tuer un âne ou une mule...

Tu ne crois pas si bien dire... mon bon ami... Dans la chanson, « ils » égorgent un mulet. C'est une chanson relativement récente, mais l'histoire elle remonte à 1936. C'est un épisode de la guerre de... (continua)
LA TERRE EN BOUCHE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/7/2009 - 21:57
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L'ultima notte di caccia

L'ultima notte di caccia
1979
Viva

La passione tra un indiano e una donna bianca non è sufficiente ad unirli a causa delle differenze razziali per cui i bianchi uccidono l'indiano penetrato furtivamente nel loro campo per incontrare l'amata.
Batte il suo tempo sempre esatto
(continua)
inviata da m 24/7/2009 - 21:40
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Corso Buenos Aires

Corso Buenos Aires
non conosco questo Sardo, ma nemmeno tu mi sembra che abbia lasciato qualcosa di memorabile qui dentro e neanch'io. Ma almeno io non dico ad altri di tacere. Siamo in democrazia, remember.
(Sepp Maier)

Vedi, caro, a prescindere se sia "memorabile" o meno, io qui dentro ho fatto semplicemente mezzo sito e forse anche qualcosina di più. Per carità, nulla che mi consegnerà alla storia (di cui per altro non me ne frega niente); ma almeno mi sento autorizzato di rispondere a tono a quella che considero una stupida arroganza. Per il resto, che cosa tu non dica o non dica sono prettamente affari tuoi, e sarà bene che tu te lo "remember" in via definitiva, dato che di stupida arroganza hai fatto buon esercizio pure tu con il tuo buffo nickname pallonaro. Le lezioncine valle a dare a tua sorella. Saluti e cerca di scomparire spontaneamente in santa pace e con soavità. Se poi non scompari spontaneamente, vedrai che scompari lo stesso. [RV]
24/7/2009 - 20:30

Mississippi

Mississippi
[1965]

Ho trovato questa canzone su Broadside Magazine n.61 dell’agosto 1965, in seconda pagina. In copertina la foto della sua autrice, Charyn Sutton. Il testo è accompagnato da una nota della stessa Sutton in cui racconta che la sua “Mississippi” era diventata molto nota tra Boston, Philadelphia e Washington, tanto che sarebbe stato Phil Ochs a consigliarle di mandarla alla redazione del Broadside Magazine…
Essendo curioso di facce e di storie, soprattutto minime, mi sono chiesto che fine avesse fatto questa Charyn immortalata sulla copertina del Broadside, e di cui è nota questa sola canzone...

E ho scoperto che è morta di cancro nel 2004, all’età di 57 anni, dopo una vita molto intensa al servizio della sua comunità, e non solo quella afroamericana: attivista per i diritti civili negli anni ’60 (ne aveva appena 18 quando chiedeva al Broadside di pubblicare questa sua canzone), si... (continua)
Too many people have hung from the trees of Mississippi
(continua)
inviata da Alessandro 24/7/2009 - 13:27
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Inno a Oberdan

anonimo
Inno a Oberdan
[1885]
La canzone è stata interpretata da molti. Tra i tanti, I Gufi, Milva e Les Anarchistes.

Beh, se qui c’è A morte la casa Savoia, non poteva mancare questo inno al (mancato) “imperatoricida” Wilhelm Oberdank…

Wilhelm Oberdank (italianizzato in Guglielmo Oberdan dopo la sua morte) era nato a Trieste nel 1858 da madre goriziana di origini slovene, dalla quale prese il cognome. Fece gli studi a Trieste e a Vienna ma, quando nel 1878 ricevette la chiamata alle armi in vista dell’imminente occupazione austriaca della Bosnia, decise di disertare e si rifugiò in centro Italia. Qui aderì all’ideologia “irredentista”, quella che propugnava l’annessione al regno d’Italia anche di territori come Trentino, Friuli orientale e Venezia Giulia, storicamente sotto influenza austriaca e all’Austria rimasti anche dopo la terza guerra d’indipendenza del 1866.
Quando nel 1882 Umberto I re d’Italia,... (continua)
Morte a Franz, viva Oberdan!
(continua)
inviata da Alessandro 24/7/2009 - 11:53
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La belva del condominio

La belva del condominio
[2002]
Album "Non riesco più a starmene tranquillo"

Una bellissima canzone anarco-tekno-pop-punk, una delle più celebri del grande eppur misconosciuto MGZ, l'"Ultimo Profeta".
Dedicata a tutti i fascisti, a tutti i razzisti, a quelli delle ronde, a quelli che ingannano il tempo bruciando i barboni, a quelli che trucidano un ragazzo di colore perchè aveva rubato un pacchetto di biscotti, a quelli che rispediscono gente disperata a morire nel deserto, a quelli in divisa che massacrano e spesso, troppo spesso, uccidono i cittadini che invece dovrebbero proteggere.

"Pazzia pura o semplice genialità? Si è indecisi su quale opzione propendere ascoltando questo album della band savonese dal look post-atomico, capitanata dal profeta MGZ (al secolo Mauro Guazzotti). La musica è una sorta di techno-pop che a tratti scivola in un punk dal sapore industriale (massicci i campionamenti presenti). Il... (continua)
Disgraziati, delinquenti con il loro motorino
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 23:46
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Signor censore

Signor censore
[1975]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: "Io che non sono l'imperatore"

"In Signor Censore affronto il tema della censura sottile, quella che censura senza nemmeno dirtelo. Nei miei testi ci sono ironia e provocazione, mai le parolacce perché mi danno fastidio istintivamente. In questa canzone mi rivolgo ai censori che creano ghetti e poi li circondano di mura. Vedi Secondigliano..." - Edoardo Bennato
Signor Censore,
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 23/7/2009 - 23:07

L'ultima preghiera

L'ultima preghiera
Forse non capiremo mai
(continua)
inviata da DonQuijote82 23/7/2009 - 20:47

I muri del pianto

Oltre i confini dell’Africa nera
(continua)
inviata da DonQuijote82 23/7/2009 - 20:46
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Ruby Don't Take Your Love To Town

Ruby Don't Take Your Love To Town
Quella di Kenny Rogers & The First Edition è una cover di un brano scritto nel 1967 dal cantante country Lonnie Melvin "Mel" Tillis basandosi sulla storia di una coppia di suoi vicini di casa. Tillis ci risparmiò però il finale tragico Infatti, il suo vicino, un ex GI gravemente ferito in Germania durante la seconda guera mondiale, finì per ammazzare davvero la moglie per poi suicidarsi...
Alessandro 23/7/2009 - 16:16
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One More Parade

One More Parade
Stando ai crediti riportati su Broadside Magazine n.50 del settembre 1964, la canzone fu composta da Ochs insieme al folksinger Bob Gibson...
Alessandro 23/7/2009 - 15:47
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White Winged Dove

White Winged Dove
[1965]
Parole e musica di Mark Spoelstra
Nell'album “Five & Twenty Questions”
Testo e accordi pubblicati sul #62 del Broadside Magazine, 15 settembre 1965

Spoelstra era di fede quacchera e, grazie a questo, fece obiezione di coscienza al servizio militare senza però subire processo e prigione, come invece capitò a molti altri… Per due anni, tra il 1963 e il 1965 fece il servizio civile a Fresno, in California.
Alcune delle sue canzoni si riferiscono proprio a questa sua scelta di rifiuto del servizio militare, delle armi e della guerra.
I can play this guitar, I can sing a few notes,
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 15:29
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Don’t Say It So Slow

Don’t Say It So Slow
[1963]
Album “Spoelstra at Club 47”, live concert in Cambridge, Massachusetts.

Testo pubblicato su Broadside Magazine n.58 del maggio 1965.
Peace clouds are rolling, Peace clouds are rolling,
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 13:35

We've Got to Find Another Way

We've Got to Find Another Way
[1962]

Testo pubblicato su Broadside Magazine n.5 del maggio 1962.

Un appello all’obiezione di coscienza.
I got a form from my Draft Board
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 13:06

Leave Us Alone!

Leave Us Alone!
[1963]

Testo pubblicato su Broadside Magazine n.37 del gennaio 1964.

Una canzone dedicata ai nativi americani.
You say that I’m a bloody savage
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 10:31
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The Dance of Death

The Dance of Death
[1967]
Album "Reality Is Bad Enough" (1968)

Testo pubblicato su Broadside Magazine n.88 del gennaio 1968.
Sing to me, sing to me, a tune that's made for dancing
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 09:54
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Francesco Guccini / Gian Piero Alloisio: Gulliver

Francesco Guccini / Gian Piero Alloisio: Gulliver
[1983]
Testo di Gian Piero Alloisio
Musica di Francesco Guccini e Gian Piero Alloisio
Incisione di Guccini: "Francesco Guccini"


Lemuele Sgrùlliver
di Ahmed il Lavavetri

Nelle lunghe ore d'inattività e di ieri che solo certe essenze distillate sanno regalare, Lemuele Sgrùlliver tornava coi pensieri ai tempi in cui andava in bicicletta; e sorridendo come sa sorridere soltanto chi ha il culo che gli ha fatto male, parlava con marmotte, piacentine ed islandesi, con svizzeri dagli stipendi astrusi; scienziati ed equipaggi, e alieni e ciurme e saggi, riempiendo il sito intero di miraggi.

Ma se i desideri sono solo qui di questa notte, o malinconia o allegre vite accese, nei vecchi amici che incontrava per la via (e non su feisbuc), in quelle loro facce un po' stranite sentiva bave amare, età passate e ipocondria, sentiva assenze e barbe poco fatte; ma confondendo tutto, volle farne parodia,... (continua)
Nelle lunghe ore d' inattività e di ieri
(continua)
inviata da Ahmed, appunto, il Lavavetri 23/7/2009 - 02:37
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Diluvio universale

Diluvio universale
[2003]
Testo e musica di Aldo Caponi (Don Backy)
Lyrics and music by Aldo Caponi (Don Backy)
Album: Diluvio universale
Non rimane che augurarci, un diluvio universale
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/7/2009 - 01:52
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Il colonnello

Il colonnello
Chanson italienne – Il Colonnello – Lucio Dalla – 1971

Des colonels, il y en eut beaucoup – dans le genre. Quelques années avant la chanson de Lucio Dalla, les Grecs venaient d'en prendre une belle brochette. Tous colonels, tous fascistes. Mais outre le colonel, on eut droit à des lieutenants, des capitaines, des généraux et même, un maréchal.
Quant à l'homme providentiel, on le collectionne aussi. On relève ainsi à s'en tenir à l'Europe, dite occidentale : un peintre raté (D), une mâchoire prognathe (I), un général félon (Esp), un économiste distingué (P), des colonels (GR), un homme d'affaires (en ce compris, love affairs) (I), un avocat mal élevé (F), un Maréchal gâteux (F)...

Oh, oh, dit Lucien l'âne, c'est pas chez nous les ânes qu'on trouverait de si étonnantes figures. Mais, dis-moi, il y en a donc des pareils dans bien des pays...

Certes, Lucien mon ami l'âne, mais tu connais... (continua)
LE COLONEL
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/7/2009 - 22:47
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Non trattare

Non trattare
non credo che Capossela, come questa canzone, possa definirsi nichilista.Più volte si è detto amante convinto della vita, della bellezza delle cose terrene, più volte ha partecipato a manifestazioni che il futuro lo contemplano e non lo annullano, e nè tantomeno guardano al presente come una dimensione corrotta ed immutabile nel suo degrado(Capossela tenne un concerto importantissimo sull'altopiano del formicoso nel 2008 per contrastare la decisione di berlusconi di impiantare una discarica su quella terra...).
quindi il maestro irpino, artista completo come pochi ce ne sono in giro oggi,di certo non sceglie il nichilismo come posizione privilegiata dalla quale osservare i movimenti del mercato ed assecondarli.
"senza creatività, senza partecipazione, puoi mettere e togliere uno qualsiasi dei suoi testi e metterlo su un'altra musica e non cambia nulla"...ti invito sinceramente ad ascoltare... (continua)
gabriele 22/7/2009 - 22:06

L'Enchanteur Masqué

L'Enchanteur Masqué
L'Enchanteur Masqué
Canzone léviane – L'Enchanteur Masqué– Marco Valdo M.I. – 2009

Cycle du Cahier ligné – 33

L'Enchanteur Masqué est la trente-troisième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.

Après Perceval, voici à nouveau un personnage arthurien. Le très estimable Merlin qui par sa magie, par sa science, par son savoir méritait sans conteste son titre d'enchanteur. La magie de Merlin se déployait au service de bonne cause et se dressait contre le mal et le mensonge. Qu'on se réfère aux souvenirs d'enfance et Merlin bondit, chevelure et barbe blanches au vent, car Merlin avait, malgré son grand âge et pour revendiquer son grand âge avec fierté, une abondante chevelure, un beau visage ridé, une blancheur qui exprimait sa grande sagesse. Merlin était porteur d'une certaine moralité, d'une certaine honnêteté. Merlin était... (continua)
L'enchanteur ne tolère pas un lumignon,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/7/2009 - 21:51

It’s All Happening Now

It’s All Happening Now
[1968]

Testo pubblicato su Broadside Magazine n.97 della primavera 1969.
The old year goes and the new comes in, but winter stays
(continua)
inviata da Alessandro 22/7/2009 - 15:09
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Dall'ultima galleria

Dall'ultima galleria
Genova 20 luglio 2009
adriana 21/7/2009 - 19:23




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