Terra in bocca
Version française - Marco Valdo M.I. – 2009
Toi, Lucien mon ami, porteur de lumière, toi qui es un âne et qui dans tous les pays vas partout de ton petit pas, vas partout, entends tout et vois-tout, tu dois savoir ce qu'est la Mafia et ses méfaits et bien de ses secrets. Tu pourrais donc apprécier cette chanson qui raconte une jolie, mieux une belle histoire d'amour, qui tourne à la tragédie par l'intervention de la Mafia.
Oh, dit Lucien l'âne, bien sûr que nous les ânes on a de grands yeux et de grandes oreilles... et que des histoires de méchantes actions de la Mafia, on en connaît des tonnes. Ce sont vraiment de mauvaises bêtes que ces mafieux et tous ceux qui les servent. Ils seraient même capables de tuer un âne ou une mule...
Tu ne crois pas si bien dire... mon bon ami... Dans la chanson, « ils » égorgent un mulet. C'est une chanson relativement récente, mais l'histoire elle remonte à 1936. C'est un épisode de la guerre de... (continua)
Oh, dit Lucien l'âne, bien sûr que nous les ânes on a de grands yeux et de grandes oreilles... et que des histoires de méchantes actions de la Mafia, on en connaît des tonnes. Ce sont vraiment de mauvaises bêtes que ces mafieux et tous ceux qui les servent. Ils seraient même capables de tuer un âne ou une mule...
Tu ne crois pas si bien dire... mon bon ami... Dans la chanson, « ils » égorgent un mulet. C'est une chanson relativement récente, mais l'histoire elle remonte à 1936. C'est un épisode de la guerre de... (continua)
LA TERRE EN BOUCHE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 24/7/2009 - 21:57
L'ultima notte di caccia
1979
Viva
La passione tra un indiano e una donna bianca non è sufficiente ad unirli a causa delle differenze razziali per cui i bianchi uccidono l'indiano penetrato furtivamente nel loro campo per incontrare l'amata.
Viva
La passione tra un indiano e una donna bianca non è sufficiente ad unirli a causa delle differenze razziali per cui i bianchi uccidono l'indiano penetrato furtivamente nel loro campo per incontrare l'amata.
Batte il suo tempo sempre esatto
(continua)
(continua)
inviata da m 24/7/2009 - 21:40
Percorsi:
Genocidio dei Nativi Americani
Corso Buenos Aires
non conosco questo Sardo, ma nemmeno tu mi sembra che abbia lasciato qualcosa di memorabile qui dentro e neanch'io. Ma almeno io non dico ad altri di tacere. Siamo in democrazia, remember.
(Sepp Maier)
(Sepp Maier)
Vedi, caro, a prescindere se sia "memorabile" o meno, io qui dentro ho fatto semplicemente mezzo sito e forse anche qualcosina di più. Per carità, nulla che mi consegnerà alla storia (di cui per altro non me ne frega niente); ma almeno mi sento autorizzato di rispondere a tono a quella che considero una stupida arroganza. Per il resto, che cosa tu non dica o non dica sono prettamente affari tuoi, e sarà bene che tu te lo "remember" in via definitiva, dato che di stupida arroganza hai fatto buon esercizio pure tu con il tuo buffo nickname pallonaro. Le lezioncine valle a dare a tua sorella. Saluti e cerca di scomparire spontaneamente in santa pace e con soavità. Se poi non scompari spontaneamente, vedrai che scompari lo stesso. [RV]
24/7/2009 - 20:30
Mississippi
[1965]
Ho trovato questa canzone su Broadside Magazine n.61 dell’agosto 1965, in seconda pagina. In copertina la foto della sua autrice, Charyn Sutton. Il testo è accompagnato da una nota della stessa Sutton in cui racconta che la sua “Mississippi” era diventata molto nota tra Boston, Philadelphia e Washington, tanto che sarebbe stato Phil Ochs a consigliarle di mandarla alla redazione del Broadside Magazine…
Essendo curioso di facce e di storie, soprattutto minime, mi sono chiesto che fine avesse fatto questa Charyn immortalata sulla copertina del Broadside, e di cui è nota questa sola canzone...
E ho scoperto che è morta di cancro nel 2004, all’età di 57 anni, dopo una vita molto intensa al servizio della sua comunità, e non solo quella afroamericana: attivista per i diritti civili negli anni ’60 (ne aveva appena 18 quando chiedeva al Broadside di pubblicare questa sua canzone), si... (continua)
Ho trovato questa canzone su Broadside Magazine n.61 dell’agosto 1965, in seconda pagina. In copertina la foto della sua autrice, Charyn Sutton. Il testo è accompagnato da una nota della stessa Sutton in cui racconta che la sua “Mississippi” era diventata molto nota tra Boston, Philadelphia e Washington, tanto che sarebbe stato Phil Ochs a consigliarle di mandarla alla redazione del Broadside Magazine…
Essendo curioso di facce e di storie, soprattutto minime, mi sono chiesto che fine avesse fatto questa Charyn immortalata sulla copertina del Broadside, e di cui è nota questa sola canzone...
E ho scoperto che è morta di cancro nel 2004, all’età di 57 anni, dopo una vita molto intensa al servizio della sua comunità, e non solo quella afroamericana: attivista per i diritti civili negli anni ’60 (ne aveva appena 18 quando chiedeva al Broadside di pubblicare questa sua canzone), si... (continua)
Too many people have hung from the trees of Mississippi
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 24/7/2009 - 13:27
Inno a Oberdan
anonimo
[1885]
La canzone è stata interpretata da molti. Tra i tanti, I Gufi, Milva e Les Anarchistes.
Beh, se qui c’è A morte la casa Savoia, non poteva mancare questo inno al (mancato) “imperatoricida” Wilhelm Oberdank…
Wilhelm Oberdank (italianizzato in Guglielmo Oberdan dopo la sua morte) era nato a Trieste nel 1858 da madre goriziana di origini slovene, dalla quale prese il cognome. Fece gli studi a Trieste e a Vienna ma, quando nel 1878 ricevette la chiamata alle armi in vista dell’imminente occupazione austriaca della Bosnia, decise di disertare e si rifugiò in centro Italia. Qui aderì all’ideologia “irredentista”, quella che propugnava l’annessione al regno d’Italia anche di territori come Trentino, Friuli orientale e Venezia Giulia, storicamente sotto influenza austriaca e all’Austria rimasti anche dopo la terza guerra d’indipendenza del 1866.
Quando nel 1882 Umberto I re d’Italia,... (continua)
La canzone è stata interpretata da molti. Tra i tanti, I Gufi, Milva e Les Anarchistes.
Beh, se qui c’è A morte la casa Savoia, non poteva mancare questo inno al (mancato) “imperatoricida” Wilhelm Oberdank…
Wilhelm Oberdank (italianizzato in Guglielmo Oberdan dopo la sua morte) era nato a Trieste nel 1858 da madre goriziana di origini slovene, dalla quale prese il cognome. Fece gli studi a Trieste e a Vienna ma, quando nel 1878 ricevette la chiamata alle armi in vista dell’imminente occupazione austriaca della Bosnia, decise di disertare e si rifugiò in centro Italia. Qui aderì all’ideologia “irredentista”, quella che propugnava l’annessione al regno d’Italia anche di territori come Trentino, Friuli orientale e Venezia Giulia, storicamente sotto influenza austriaca e all’Austria rimasti anche dopo la terza guerra d’indipendenza del 1866.
Quando nel 1882 Umberto I re d’Italia,... (continua)
Morte a Franz, viva Oberdan!
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 24/7/2009 - 11:53
La belva del condominio
[2002]
Album "Non riesco più a starmene tranquillo"
Una bellissima canzone anarco-tekno-pop-punk, una delle più celebri del grande eppur misconosciuto MGZ, l'"Ultimo Profeta".
Dedicata a tutti i fascisti, a tutti i razzisti, a quelli delle ronde, a quelli che ingannano il tempo bruciando i barboni, a quelli che trucidano un ragazzo di colore perchè aveva rubato un pacchetto di biscotti, a quelli che rispediscono gente disperata a morire nel deserto, a quelli in divisa che massacrano e spesso, troppo spesso, uccidono i cittadini che invece dovrebbero proteggere.
"Pazzia pura o semplice genialità? Si è indecisi su quale opzione propendere ascoltando questo album della band savonese dal look post-atomico, capitanata dal profeta MGZ (al secolo Mauro Guazzotti). La musica è una sorta di techno-pop che a tratti scivola in un punk dal sapore industriale (massicci i campionamenti presenti). Il... (continua)
Album "Non riesco più a starmene tranquillo"
Una bellissima canzone anarco-tekno-pop-punk, una delle più celebri del grande eppur misconosciuto MGZ, l'"Ultimo Profeta".
Dedicata a tutti i fascisti, a tutti i razzisti, a quelli delle ronde, a quelli che ingannano il tempo bruciando i barboni, a quelli che trucidano un ragazzo di colore perchè aveva rubato un pacchetto di biscotti, a quelli che rispediscono gente disperata a morire nel deserto, a quelli in divisa che massacrano e spesso, troppo spesso, uccidono i cittadini che invece dovrebbero proteggere.
"Pazzia pura o semplice genialità? Si è indecisi su quale opzione propendere ascoltando questo album della band savonese dal look post-atomico, capitanata dal profeta MGZ (al secolo Mauro Guazzotti). La musica è una sorta di techno-pop che a tratti scivola in un punk dal sapore industriale (massicci i campionamenti presenti). Il... (continua)
Disgraziati, delinquenti con il loro motorino
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 23:46
Meno male che adesso non c'è Nerone
[1975]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: "Io che non sono l'imperatore"
Di un'attualità disarmante.
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: "Io che non sono l'imperatore"
Di un'attualità disarmante.
Meno male che adesso non c'è Nerone
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 23/7/2009 - 23:09
Signor censore
[1975]
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: "Io che non sono l'imperatore"
Testo e musica di Edoardo Bennato
Lyrics and music by Edoardo Bennato
Album: "Io che non sono l'imperatore"
"In Signor Censore affronto il tema della censura sottile, quella che censura senza nemmeno dirtelo. Nei miei testi ci sono ironia e provocazione, mai le parolacce perché mi danno fastidio istintivamente. In questa canzone mi rivolgo ai censori che creano ghetti e poi li circondano di mura. Vedi Secondigliano..." - Edoardo Bennato
Signor Censore,
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 23/7/2009 - 23:07
I muri del pianto
Oltre i confini dell’Africa nera
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 23/7/2009 - 20:46
Ruby Don't Take Your Love To Town
Quella di Kenny Rogers & The First Edition è una cover di un brano scritto nel 1967 dal cantante country Lonnie Melvin "Mel" Tillis basandosi sulla storia di una coppia di suoi vicini di casa. Tillis ci risparmiò però il finale tragico Infatti, il suo vicino, un ex GI gravemente ferito in Germania durante la seconda guera mondiale, finì per ammazzare davvero la moglie per poi suicidarsi...
Alessandro 23/7/2009 - 16:16
One More Parade
Stando ai crediti riportati su Broadside Magazine n.50 del settembre 1964, la canzone fu composta da Ochs insieme al folksinger Bob Gibson...
Alessandro 23/7/2009 - 15:47
White Winged Dove
[1965]
Parole e musica di Mark Spoelstra
Nell'album “Five & Twenty Questions”
Testo e accordi pubblicati sul #62 del Broadside Magazine, 15 settembre 1965
Spoelstra era di fede quacchera e, grazie a questo, fece obiezione di coscienza al servizio militare senza però subire processo e prigione, come invece capitò a molti altri… Per due anni, tra il 1963 e il 1965 fece il servizio civile a Fresno, in California.
Alcune delle sue canzoni si riferiscono proprio a questa sua scelta di rifiuto del servizio militare, delle armi e della guerra.
Parole e musica di Mark Spoelstra
Nell'album “Five & Twenty Questions”
Testo e accordi pubblicati sul #62 del Broadside Magazine, 15 settembre 1965
Spoelstra era di fede quacchera e, grazie a questo, fece obiezione di coscienza al servizio militare senza però subire processo e prigione, come invece capitò a molti altri… Per due anni, tra il 1963 e il 1965 fece il servizio civile a Fresno, in California.
Alcune delle sue canzoni si riferiscono proprio a questa sua scelta di rifiuto del servizio militare, delle armi e della guerra.
I can play this guitar, I can sing a few notes,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 15:29
Don’t Say It So Slow
[1963]
Album “Spoelstra at Club 47”, live concert in Cambridge, Massachusetts.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.58 del maggio 1965.
Album “Spoelstra at Club 47”, live concert in Cambridge, Massachusetts.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.58 del maggio 1965.
Peace clouds are rolling, Peace clouds are rolling,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 13:35
We've Got to Find Another Way
[1962]
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.5 del maggio 1962.
Un appello all’obiezione di coscienza.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.5 del maggio 1962.
Un appello all’obiezione di coscienza.
I got a form from my Draft Board
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 13:06
Leave Us Alone!
[1963]
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.37 del gennaio 1964.
Una canzone dedicata ai nativi americani.
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.37 del gennaio 1964.
Una canzone dedicata ai nativi americani.
You say that I’m a bloody savage
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 10:31
The Dance of Death
[1967]
Album "Reality Is Bad Enough" (1968)
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.88 del gennaio 1968.
Album "Reality Is Bad Enough" (1968)
Testo pubblicato su Broadside Magazine n.88 del gennaio 1968.
Sing to me, sing to me, a tune that's made for dancing
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 23/7/2009 - 09:54
Francesco Guccini / Gian Piero Alloisio: Gulliver
[1983]
Testo di Gian Piero Alloisio
Musica di Francesco Guccini e Gian Piero Alloisio
Incisione di Guccini: "Francesco Guccini"
Lemuele Sgrùlliver
di Ahmed il Lavavetri
Nelle lunghe ore d'inattività e di ieri che solo certe essenze distillate sanno regalare, Lemuele Sgrùlliver tornava coi pensieri ai tempi in cui andava in bicicletta; e sorridendo come sa sorridere soltanto chi ha il culo che gli ha fatto male, parlava con marmotte, piacentine ed islandesi, con svizzeri dagli stipendi astrusi; scienziati ed equipaggi, e alieni e ciurme e saggi, riempiendo il sito intero di miraggi.
Ma se i desideri sono solo qui di questa notte, o malinconia o allegre vite accese, nei vecchi amici che incontrava per la via (e non su feisbuc), in quelle loro facce un po' stranite sentiva bave amare, età passate e ipocondria, sentiva assenze e barbe poco fatte; ma confondendo tutto, volle farne parodia,... (continua)
Testo di Gian Piero Alloisio
Musica di Francesco Guccini e Gian Piero Alloisio
Incisione di Guccini: "Francesco Guccini"
Lemuele Sgrùlliver
di Ahmed il Lavavetri
Nelle lunghe ore d'inattività e di ieri che solo certe essenze distillate sanno regalare, Lemuele Sgrùlliver tornava coi pensieri ai tempi in cui andava in bicicletta; e sorridendo come sa sorridere soltanto chi ha il culo che gli ha fatto male, parlava con marmotte, piacentine ed islandesi, con svizzeri dagli stipendi astrusi; scienziati ed equipaggi, e alieni e ciurme e saggi, riempiendo il sito intero di miraggi.
Ma se i desideri sono solo qui di questa notte, o malinconia o allegre vite accese, nei vecchi amici che incontrava per la via (e non su feisbuc), in quelle loro facce un po' stranite sentiva bave amare, età passate e ipocondria, sentiva assenze e barbe poco fatte; ma confondendo tutto, volle farne parodia,... (continua)
Nelle lunghe ore d' inattività e di ieri
(continua)
(continua)
inviata da Ahmed, appunto, il Lavavetri 23/7/2009 - 02:37
Diluvio universale
[2003]
Testo e musica di Aldo Caponi (Don Backy)
Lyrics and music by Aldo Caponi (Don Backy)
Album: Diluvio universale
Testo e musica di Aldo Caponi (Don Backy)
Lyrics and music by Aldo Caponi (Don Backy)
Album: Diluvio universale
Non rimane che augurarci, un diluvio universale
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/7/2009 - 01:52
Il colonnello
Chanson italienne – Il Colonnello – Lucio Dalla – 1971
Des colonels, il y en eut beaucoup – dans le genre. Quelques années avant la chanson de Lucio Dalla, les Grecs venaient d'en prendre une belle brochette. Tous colonels, tous fascistes. Mais outre le colonel, on eut droit à des lieutenants, des capitaines, des généraux et même, un maréchal.
Quant à l'homme providentiel, on le collectionne aussi. On relève ainsi à s'en tenir à l'Europe, dite occidentale : un peintre raté (D), une mâchoire prognathe (I), un général félon (Esp), un économiste distingué (P), des colonels (GR), un homme d'affaires (en ce compris, love affairs) (I), un avocat mal élevé (F), un Maréchal gâteux (F)...
Oh, oh, dit Lucien l'âne, c'est pas chez nous les ânes qu'on trouverait de si étonnantes figures. Mais, dis-moi, il y en a donc des pareils dans bien des pays...
Certes, Lucien mon ami l'âne, mais tu connais... (continua)
Des colonels, il y en eut beaucoup – dans le genre. Quelques années avant la chanson de Lucio Dalla, les Grecs venaient d'en prendre une belle brochette. Tous colonels, tous fascistes. Mais outre le colonel, on eut droit à des lieutenants, des capitaines, des généraux et même, un maréchal.
Quant à l'homme providentiel, on le collectionne aussi. On relève ainsi à s'en tenir à l'Europe, dite occidentale : un peintre raté (D), une mâchoire prognathe (I), un général félon (Esp), un économiste distingué (P), des colonels (GR), un homme d'affaires (en ce compris, love affairs) (I), un avocat mal élevé (F), un Maréchal gâteux (F)...
Oh, oh, dit Lucien l'âne, c'est pas chez nous les ânes qu'on trouverait de si étonnantes figures. Mais, dis-moi, il y en a donc des pareils dans bien des pays...
Certes, Lucien mon ami l'âne, mais tu connais... (continua)
LE COLONEL
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/7/2009 - 22:47
Non trattare
non credo che Capossela, come questa canzone, possa definirsi nichilista.Più volte si è detto amante convinto della vita, della bellezza delle cose terrene, più volte ha partecipato a manifestazioni che il futuro lo contemplano e non lo annullano, e nè tantomeno guardano al presente come una dimensione corrotta ed immutabile nel suo degrado(Capossela tenne un concerto importantissimo sull'altopiano del formicoso nel 2008 per contrastare la decisione di berlusconi di impiantare una discarica su quella terra...).
quindi il maestro irpino, artista completo come pochi ce ne sono in giro oggi,di certo non sceglie il nichilismo come posizione privilegiata dalla quale osservare i movimenti del mercato ed assecondarli.
"senza creatività, senza partecipazione, puoi mettere e togliere uno qualsiasi dei suoi testi e metterlo su un'altra musica e non cambia nulla"...ti invito sinceramente ad ascoltare... (continua)
quindi il maestro irpino, artista completo come pochi ce ne sono in giro oggi,di certo non sceglie il nichilismo come posizione privilegiata dalla quale osservare i movimenti del mercato ed assecondarli.
"senza creatività, senza partecipazione, puoi mettere e togliere uno qualsiasi dei suoi testi e metterlo su un'altra musica e non cambia nulla"...ti invito sinceramente ad ascoltare... (continua)
gabriele 22/7/2009 - 22:06
L'Enchanteur Masqué
L'Enchanteur Masqué
Canzone léviane – L'Enchanteur Masqué– Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 33
L'Enchanteur Masqué est la trente-troisième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Après Perceval, voici à nouveau un personnage arthurien. Le très estimable Merlin qui par sa magie, par sa science, par son savoir méritait sans conteste son titre d'enchanteur. La magie de Merlin se déployait au service de bonne cause et se dressait contre le mal et le mensonge. Qu'on se réfère aux souvenirs d'enfance et Merlin bondit, chevelure et barbe blanches au vent, car Merlin avait, malgré son grand âge et pour revendiquer son grand âge avec fierté, une abondante chevelure, un beau visage ridé, une blancheur qui exprimait sa grande sagesse. Merlin était porteur d'une certaine moralité, d'une certaine honnêteté. Merlin était... (continua)
Canzone léviane – L'Enchanteur Masqué– Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 33
L'Enchanteur Masqué est la trente-troisième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Après Perceval, voici à nouveau un personnage arthurien. Le très estimable Merlin qui par sa magie, par sa science, par son savoir méritait sans conteste son titre d'enchanteur. La magie de Merlin se déployait au service de bonne cause et se dressait contre le mal et le mensonge. Qu'on se réfère aux souvenirs d'enfance et Merlin bondit, chevelure et barbe blanches au vent, car Merlin avait, malgré son grand âge et pour revendiquer son grand âge avec fierté, une abondante chevelure, un beau visage ridé, une blancheur qui exprimait sa grande sagesse. Merlin était porteur d'une certaine moralité, d'une certaine honnêteté. Merlin était... (continua)
L'enchanteur ne tolère pas un lumignon,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 22/7/2009 - 21:51
It’s All Happening Now
The old year goes and the new comes in, but winter stays
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 22/7/2009 - 15:09
Corpo di guerra (1) (Madre Severa)
"Corpo di Guerra 1" (dallo spettacolo "Corpo di Guerra" prodotto da Arte Nomade nel 2002 su testi di Lucilio Santoni) e "Madre severa" mi pare siano lo stesso brano...
Colgo l'occasione per segnalare che "Tribale" dall'album "Disincanto" è una canzone di Ginevra Di Marco e non di Maicol Gecson, ed è una canzone contro la guerra (non come "Beat It", che "ingiustamente" avete kassato, o iniqui), per cui potete tranquillamente pubblicarla (o preferite qualche schizzo di liquido molecolare?)
Colgo l'occasione per segnalare che "Tribale" dall'album "Disincanto" è una canzone di Ginevra Di Marco e non di Maicol Gecson, ed è una canzone contro la guerra (non come "Beat It", che "ingiustamente" avete kassato, o iniqui), per cui potete tranquillamente pubblicarla (o preferite qualche schizzo di liquido molecolare?)
Alienandro (lo xenomorfo incazzuso) 21/7/2009 - 13:47
Il campo
[2009]
Album: libertAria
Dal libretto del cd:
Ho scritto nel 2006, Lager italiani, Storie di migranti reclusi nei centri di espulsione(Cpt,ora Cle)-dove si mette mano spesso e volentieri al bastone per mettere "al loro posto" questi uomini inferiori.Questi “Alì dagli occhi azzurri” le cui traversate erano state profetate poeticamente da Pier Paolo Pasolini molti decenni fa.
Qui canto queste traversate.
Nel 2009 ho chiuso un nuovo libro, Servi, dove racconto il mio viaggio nell’Italia dei clandestini al lavoro. E racconto, appunto, la loro natura servile, necessaria alla nostra economia -una natura che prende forma storia dopo storia. Come quella di Soufiane, che qui canto, che mi ha detto “Ma ti dico cosa? E’ la parabola”. Si, la parabola, che induce desideri, il medium dello Spettacolo. I migranti che rifiutiamo sono l’mmagine rovesciata del desiderio della società occidentale.
Il campo, ovvero il corpo clandestino.
Album: libertAria
Dal libretto del cd:
Ho scritto nel 2006, Lager italiani, Storie di migranti reclusi nei centri di espulsione(Cpt,ora Cle)-dove si mette mano spesso e volentieri al bastone per mettere "al loro posto" questi uomini inferiori.Questi “Alì dagli occhi azzurri” le cui traversate erano state profetate poeticamente da Pier Paolo Pasolini molti decenni fa.
Qui canto queste traversate.
Nel 2009 ho chiuso un nuovo libro, Servi, dove racconto il mio viaggio nell’Italia dei clandestini al lavoro. E racconto, appunto, la loro natura servile, necessaria alla nostra economia -una natura che prende forma storia dopo storia. Come quella di Soufiane, che qui canto, che mi ha detto “Ma ti dico cosa? E’ la parabola”. Si, la parabola, che induce desideri, il medium dello Spettacolo. I migranti che rifiutiamo sono l’mmagine rovesciata del desiderio della società occidentale.
Il campo, ovvero il corpo clandestino.
Sul bordo estremo dei secoli
(continua)
(continua)
inviata da adriana 21/7/2009 - 12:58
Uno come noi
i nomadi sono sempre i migliori.
moltissime delle loro canzoni sono contro la guerra. SEMPRE SOLO NOMADI!!!
moltissime delle loro canzoni sono contro la guerra. SEMPRE SOLO NOMADI!!!
nomadicontrola guerra 21/7/2009 - 11:08
Malarazza [Lamento di un servo ad un Santo crocifisso]
Un servu e un Cristu, la versione del gruppo musicale siciliano Mattanza.
Un servu e un Cristu, the version by the Sicilian music band Mattanza.
Un servu e un Cristu, la version du groupe musical sicilien Mattanza.
Un servu e un Cristu, Sisilian musiikkijoukon Mattanzan versio.
La (bella) versione incisa dai Mattanza ha la particolarità di ripercorrere la storia di questo canto, riportandone anche la versione “edulcorata”, vedasi censurata dallo stesso Lionardo Vigo Calanna per non dispiacere a Santa Madre Chiesa, ma ribadendo infine la preferenza per la versione originale. [RV]
Un servu e un Cristu, the version by the Sicilian music band Mattanza.
Un servu e un Cristu, la version du groupe musical sicilien Mattanza.
Un servu e un Cristu, Sisilian musiikkijoukon Mattanzan versio.
La (bella) versione incisa dai Mattanza ha la particolarità di ripercorrere la storia di questo canto, riportandone anche la versione “edulcorata”, vedasi censurata dallo stesso Lionardo Vigo Calanna per non dispiacere a Santa Madre Chiesa, ma ribadendo infine la preferenza per la versione originale. [RV]
UN SERVU E UN CRISTU [1]
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 21/7/2009 - 10:50
Tribale
[2005]
Album "Disincanto"
Album "Disincanto"
Altri nasceranno
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 21/7/2009 - 10:16
Terra in bocca
Volevo segnalare che, a riguardo di "Terra in bocca" dei Giganti è recentemente uscito un libro, scritto da Brunetto Salvarani e Odoardo Semellini, intitolato "Terra in bocca. Quando i Giganti sfidarono la mafia", edito da Il Margine (Trento). All'interno vi è anche il cd con la versione originale dell'opera e una chicca: la primissima registrazione di "Lungo e disteso" cantata ed eseguita alla chitarra dall'autore dei testi Piero De Rossi. Per altre informazioni: www. il-margine.it
Mi premeva segnalare sia il libro - che è molto ben fatto - sia il cd, in modo che chi non l'ha ascoltato possa apprezzarne la bellezza di un'opera purtroppo ingiustamente dimenticata.
Ciao a tutti,
Angela Tusberti
Mi premeva segnalare sia il libro - che è molto ben fatto - sia il cd, in modo che chi non l'ha ascoltato possa apprezzarne la bellezza di un'opera purtroppo ingiustamente dimenticata.
Ciao a tutti,
Angela Tusberti
Angela Tusberti 20/7/2009 - 23:09
Ustica
La strage di Ustica, tutte le bugie successive, i depistaggi e la definitiva assoluzione dei colpevoli costituiscono un disastro collettivo e insanabile che urla vendetta al cospetto di Dio, ma più di ogni altra cosa urla alle nostre orecchie la rabbia per la vergogna di sentirci europei e/o americani.
by HMMurdock
by HMMurdock
Andrea 20/7/2009 - 16:09
Back From Hell
[1983]
La canzone-manifesto dall'album di debutto, "On the right track now"
La canzone-manifesto dall'album di debutto, "On the right track now"
Roamin’ in your town (we’re the veterans)
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/7/2009 - 11:33
I Heard The Wind Blow
[1984]
Album "Crawfish For The Notary"
Album "Crawfish For The Notary"
I heard the wind blow
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/7/2009 - 11:23
Everywhere Is My Nation
[1986]
Album "Ancient Times"
Album "Ancient Times"
I lived in so many towns
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/7/2009 - 11:20
Distant Drums
[1987]
Album "Catfish Eyes and Tales"
Album "Catfish Eyes and Tales"
The drums in the night
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/7/2009 - 11:15
Children Eyes
[1984]
Album "Crawfish for the notary"
Album "Crawfish for the notary"
It's not a nation
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/7/2009 - 11:12
Burning temples
[1984]
Album "Crawfish for the notary"
Album "Crawfish for the notary"
Little girl I wrote this song for the days
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/7/2009 - 11:09
War Games
[1983]
Album "Allies"
Words and music by Stephen Stills
Nel 1983, i CSN (senza Y) furono contattati da Hollywood per scrivere una canzone per un film di prossima uscita. La storia era quella di un ragazzino che riusciva ad introdursi in un supercomputer della Difesa statunitense e, giocando, portava il mondo sull'orlo del conflitto termonucleare globale... Il film si sarebbe intitolato WarGames, regia di John Badham, con Matthew Broderick nella parte del cazzutissimo hacker...
Stephen Stills scrisse una canzone di protesta dallo stesso titolo... MTV trasmise spesso una clip con spezzoni del film accompagnati dal brano...Ma quando il film uscì la canzone non c'era. Allora Stills e Nash scrissero un'altra canzone, "Raise A Voice", che ben si accompagna a "War Games", e l'Atlantic mise insieme i due brani ad alcune tracce registrate dal vivo e ne venne fuori quell'album, non certo eccelso, che è "Allies"...
Album "Allies"
Words and music by Stephen Stills
Nel 1983, i CSN (senza Y) furono contattati da Hollywood per scrivere una canzone per un film di prossima uscita. La storia era quella di un ragazzino che riusciva ad introdursi in un supercomputer della Difesa statunitense e, giocando, portava il mondo sull'orlo del conflitto termonucleare globale... Il film si sarebbe intitolato WarGames, regia di John Badham, con Matthew Broderick nella parte del cazzutissimo hacker...
Stephen Stills scrisse una canzone di protesta dallo stesso titolo... MTV trasmise spesso una clip con spezzoni del film accompagnati dal brano...Ma quando il film uscì la canzone non c'era. Allora Stills e Nash scrissero un'altra canzone, "Raise A Voice", che ben si accompagna a "War Games", e l'Atlantic mise insieme i due brani ad alcune tracce registrate dal vivo e ne venne fuori quell'album, non certo eccelso, che è "Allies"...
Can you stop your instincts
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 20/7/2009 - 09:41
Sweet Bird Of Truth
[1986]
Album: Infected
Album: Infected
6 o'clock in the morning… and I'm the last person in this plane still awake
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 20/7/2009 - 07:49
Perceval
Perceval
Canzone léviane – Perceval – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 32
Perceval est la trente-deuxième chanson du Cycle du Cahier ligné, entièrement constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Toujours, le prisonnier, car tel est notre héros, lutte par le rêve, le songe, la divagation et la pensée contre l'ennui infini de l'enfermement, contre cette torture par le vide, contre la mort lente par l'isolement. Il lance les mots à la conquête de l'histoire, il polit ses phrases, il imagine un avenir illuminé par le grand soleil irisé du Gennargentu. Il vit par avance, il phantasme, il crée l'aventure avec un zeste de légende arthurienne et un petit bout de l'écharpe de Fanon. Souviens-toi Lucien mon ami de ce bout de chanson qui te creva le cœur:
« Si je porte à mon cou
En souvenir de toi
Cette écharpe de soie
Que tu portais chez nous
Ce n'est... (continua)
Canzone léviane – Perceval – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 32
Perceval est la trente-deuxième chanson du Cycle du Cahier ligné, entièrement constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Toujours, le prisonnier, car tel est notre héros, lutte par le rêve, le songe, la divagation et la pensée contre l'ennui infini de l'enfermement, contre cette torture par le vide, contre la mort lente par l'isolement. Il lance les mots à la conquête de l'histoire, il polit ses phrases, il imagine un avenir illuminé par le grand soleil irisé du Gennargentu. Il vit par avance, il phantasme, il crée l'aventure avec un zeste de légende arthurienne et un petit bout de l'écharpe de Fanon. Souviens-toi Lucien mon ami de ce bout de chanson qui te creva le cœur:
« Si je porte à mon cou
En souvenir de toi
Cette écharpe de soie
Que tu portais chez nous
Ce n'est... (continua)
Quoi qu'il en soit, on attend.
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/7/2009 - 20:18
It's Summer And The Bombs Are Fallin'
[2008]
It's summer and the bombs are fallin'
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 19/7/2009 - 19:09
Anarchia
[2008]
Testi e musica di Sindrome del dolore
Lyrics and music by Sindrome del dolore
Album: "Maschere"
Perché Sindrome del dolore?
Molte volte ci siamo visti rivolgere questa domanda, e ci sembra sia arrivato il momento, una volta per tutte, di chiarire il perchè di questo nome.
Non esaltiamo il dolore e la sofferenza, tutt'altro, ma sappiamo bene che questa società fatta di gioie vuote e finte, ha il suo antagonista nell'unico stato umano che non si può omologare: il dolore.
Per questo, noi siamo contro il camuffamento del dolore voluto dai mass-media, e non contro la sua estirpazione.
Contro un sistema spersonalizzante, omologante, totalitario, non ci resta che sbandierare l'esistenza del dolore per smascherarlo.
Riconoscere il dolore per combatterlo e annientarlo, non per anestetizzarlo, per divenire esseri pensanti al di fuori del ruolo di cittadini modello che qualcuno ha deciso... (continua)
Testi e musica di Sindrome del dolore
Lyrics and music by Sindrome del dolore
Album: "Maschere"
Perché Sindrome del dolore?
Molte volte ci siamo visti rivolgere questa domanda, e ci sembra sia arrivato il momento, una volta per tutte, di chiarire il perchè di questo nome.
Non esaltiamo il dolore e la sofferenza, tutt'altro, ma sappiamo bene che questa società fatta di gioie vuote e finte, ha il suo antagonista nell'unico stato umano che non si può omologare: il dolore.
Per questo, noi siamo contro il camuffamento del dolore voluto dai mass-media, e non contro la sua estirpazione.
Contro un sistema spersonalizzante, omologante, totalitario, non ci resta che sbandierare l'esistenza del dolore per smascherarlo.
Riconoscere il dolore per combatterlo e annientarlo, non per anestetizzarlo, per divenire esseri pensanti al di fuori del ruolo di cittadini modello che qualcuno ha deciso... (continua)
Mi rifiuto di morire e non smetto di guardare
(continua)
(continua)
inviata da Luigi Bros 19/7/2009 - 18:24
Percorsi:
Guerra agli animali
Won't Get Fooled Again
è una canzone molto bella e piena di emozioni e ti fa entrare al suo interno.
By B.Francesca
By B.Francesca
Brenci Francesca 19/7/2009 - 16:03
June
[2006]
Album: Wolves Won't Eat Us
Album: Wolves Won't Eat Us
I'll be comin' home in the month of June
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 19/7/2009 - 12:49
Les Neiges du Vietnam et d'Irak
Les Neiges du Vietnam et d'Irak
Canzone léviane – Les Neiges du Vietnam et d'Irak – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 31
Les Neiges du Vietnam et d'Irak est la trente et unième chanson du Cycle du Cahier ligné, entièrement constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
« I cônt à sôn andà a büta an s'el penôn la bandiera. », ce qui veut dire à peut près : Les comtes sont partis, on a jeté leur bannière en bas du mât.
Mais, comme tout s'entremêle dans le monde onirique du prisonnier-blessé-malade, comme les souvenirs se bousculent et s'entrechoquent avec les pensées et les réflexions, comme toute chose revêt un costume moiré de significations les plus diverses, qu'en est-il donc de ces comtes ? Assurément, on sait qu'il s'agit de comtes piémontais, ce sont en fait les Comtes de Roero, évoqués dans des canzones précédentes. Quand ils arrivaient au château,... (continua)
Canzone léviane – Les Neiges du Vietnam et d'Irak – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 31
Les Neiges du Vietnam et d'Irak est la trente et unième chanson du Cycle du Cahier ligné, entièrement constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
« I cônt à sôn andà a büta an s'el penôn la bandiera. », ce qui veut dire à peut près : Les comtes sont partis, on a jeté leur bannière en bas du mât.
Mais, comme tout s'entremêle dans le monde onirique du prisonnier-blessé-malade, comme les souvenirs se bousculent et s'entrechoquent avec les pensées et les réflexions, comme toute chose revêt un costume moiré de significations les plus diverses, qu'en est-il donc de ces comtes ? Assurément, on sait qu'il s'agit de comtes piémontais, ce sont en fait les Comtes de Roero, évoqués dans des canzones précédentes. Quand ils arrivaient au château,... (continua)
I cônt à sôn andà a büta
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 19/7/2009 - 12:47
Sogno numero due
Grazie per la segnalazione,abbiamo corretto l'errore
CCG/AWS Staff 19/7/2009 - 09:48
Beyond the Hills
[2007]
Lyrics from an old Cossack folk-song
Music by Kevin Dardis
The text of this song is from a Mikhail Sholokhov's novel "And Quiet Flows the Don" (1934), i.e. the first part of his epic work "Tikhiy Don / Тихий дон", literally "The Quiet Don", about the Don Cossacks.
Lyrics from an old Cossack folk-song
Music by Kevin Dardis
The text of this song is from a Mikhail Sholokhov's novel "And Quiet Flows the Don" (1934), i.e. the first part of his epic work "Tikhiy Don / Тихий дон", literally "The Quiet Don", about the Don Cossacks.
A soldier went to a distant land
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 19/7/2009 - 08:59
Canzone del padre
Tu liras, Lucien mon ami l'âne érudit, tu liras avec intérêt les « notes » qui accompagnent la chanson en italien. Quant à moi, je me contenterai de commenter à ma manière – adjacente, comme tu le sais – s'agissant là d'une chanson de De André, un chantauteur que j'aime beaucoup.
Tu fais bien de me signaler ces « notes », mon bon ami Marco Valdo M.I., je les lirai et là tout de suite, je suis impatient de connaître tes commentaires. Peut-être dirais-je aussi quelques mots.
En fait, vois-tu Lucien mon ami, c'est bien évidemment une chanson à clés et elles sont nombreuses – d'où les « notes », mais comme toutes les chansons à clés, elle vit bien par elle-même. C'est d'ailleurs heureux. Car, vois-tu, les clés d'hier ne sont plus les clés d'aujourd'hui. As-tu déjà remarqué que des chansons ou des textes, ou des phrases, écrits en pensant, en imaginant, en ayant à l'esprit quelque chose de précis,... (continua)
Tu fais bien de me signaler ces « notes », mon bon ami Marco Valdo M.I., je les lirai et là tout de suite, je suis impatient de connaître tes commentaires. Peut-être dirais-je aussi quelques mots.
En fait, vois-tu Lucien mon ami, c'est bien évidemment une chanson à clés et elles sont nombreuses – d'où les « notes », mais comme toutes les chansons à clés, elle vit bien par elle-même. C'est d'ailleurs heureux. Car, vois-tu, les clés d'hier ne sont plus les clés d'aujourd'hui. As-tu déjà remarqué que des chansons ou des textes, ou des phrases, écrits en pensant, en imaginant, en ayant à l'esprit quelque chose de précis,... (continua)
CHANSON DU PÈRE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 18/7/2009 - 23:54
Si on ne voit pas la rose
Si on ne voit pas la rose
Canzone léviane – Si on ne voit pas la rose – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 30
Si on ne voit pas la rose est la trentième chanson du Cycle du Cahier ligné, entièrement constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Le prisonnier pressent l'heure de la libération; l'homme appelle l'heure de la révolution. Une mandoline interdite, flanquée d'un bandonéon, s'en va détruire Ministères et Communes. Dada est passé par là et ainsi va le monde, ainsi va la Lune, c'est la révolution. On abat toutes les clôtures et l'on s'en va voir si la rose...
Ah, te voilà bien révolutionnaire, mon ami Marco Valdo M.I., dit Lucien l'âne, tout réjoui.
N'exagère pas, mon ami Lucien, tu vas m'attirer des ennuis. Ce n'est là qu'un rêve de prisonnier, un rêve d'être humain, mais de là à ce que cela se passe... Il faudra y travailler.
Oui, je sais,... (continua)
Canzone léviane – Si on ne voit pas la rose – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 30
Si on ne voit pas la rose est la trentième chanson du Cycle du Cahier ligné, entièrement constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Le prisonnier pressent l'heure de la libération; l'homme appelle l'heure de la révolution. Une mandoline interdite, flanquée d'un bandonéon, s'en va détruire Ministères et Communes. Dada est passé par là et ainsi va le monde, ainsi va la Lune, c'est la révolution. On abat toutes les clôtures et l'on s'en va voir si la rose...
Ah, te voilà bien révolutionnaire, mon ami Marco Valdo M.I., dit Lucien l'âne, tout réjoui.
N'exagère pas, mon ami Lucien, tu vas m'attirer des ennuis. Ce n'est là qu'un rêve de prisonnier, un rêve d'être humain, mais de là à ce que cela se passe... Il faudra y travailler.
Oui, je sais,... (continua)
Quand l'heure sera venue,
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 18/7/2009 - 22:53
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