AldroVive
IL CALVARIO DI STEFANO
di Adriano Sofri
da La Repubblica del 31 ottobre 2009
PRIMA di tutto riguardiamo le fotografie di Stefano Cucchi. Quelle di un giovane magro, un geometra, che ha avuto a che fare con la droga e sa che gli potrà succedere ancora, e intanto vive, sorride, lavora, abbraccia sua madre, scherza con sua sorella. I giornali in genere hanno preferito pubblicare queste. E quelle di un morto, scheletrito, tumefatto, infranto, il viso che eclissa quello del grido di Munch e delle mummie che lo ispirarono, il corpo di una settimana di Passione dell' ottobre 2009. La famiglia di Stefano ha deciso di diffondere quelle fotografie. Nessuno è tenuto a guardarle. Ma nessuno è autorizzato a parlare di questa morte, senza guardarle. Per una volta, sembra che tutti (quasi) ne provino orrore e sdegno, e vogliano la verità e la punizione.È consolante che sia così. Ma è difficile rassegnarsi... (continua)
di Adriano Sofri
da La Repubblica del 31 ottobre 2009
PRIMA di tutto riguardiamo le fotografie di Stefano Cucchi. Quelle di un giovane magro, un geometra, che ha avuto a che fare con la droga e sa che gli potrà succedere ancora, e intanto vive, sorride, lavora, abbraccia sua madre, scherza con sua sorella. I giornali in genere hanno preferito pubblicare queste. E quelle di un morto, scheletrito, tumefatto, infranto, il viso che eclissa quello del grido di Munch e delle mummie che lo ispirarono, il corpo di una settimana di Passione dell' ottobre 2009. La famiglia di Stefano ha deciso di diffondere quelle fotografie. Nessuno è tenuto a guardarle. Ma nessuno è autorizzato a parlare di questa morte, senza guardarle. Per una volta, sembra che tutti (quasi) ne provino orrore e sdegno, e vogliano la verità e la punizione.È consolante che sia così. Ma è difficile rassegnarsi... (continua)
Alessandro 1/11/2009 - 22:54
Piombo
Chanson italienne – Piombo – Subsonica
Dédiée à Roberto Saviano
Te souvient-il, Lucien l'âne mon ami, d'une chanson intitulée Plomb, de Corrado Sannucci celle-là, qui racontait les ravages que le plomb, ce métal mou, fait dans l'organisme travailleurs humains - et le ferait sans doute de même façon, pour les autres vivants qui y seraient exposés. Le plomb, ainsi considéré, est un poison; il tue assez lentement.
Oui, oui, parfaitement. Je m'en souviens parfaitement. Mais pourquoi me demandes-tu cela ?
Tout simplement, car voici une autre chanson avec le même titre et pourtant, elle ne raconte pas tout-à-fait la même histoire, même si c'est une histoire de mort. Le plomb cette fois est envoyé tout chaud et en petite quantité, mais directement dans la tête ou dans le corps de celui qui doit mourir. Le plomb, vois-tu, ici, entre dans l'être sous forme de balle et a pour but de l'éliminer... (continua)
Dédiée à Roberto Saviano
Te souvient-il, Lucien l'âne mon ami, d'une chanson intitulée Plomb, de Corrado Sannucci celle-là, qui racontait les ravages que le plomb, ce métal mou, fait dans l'organisme travailleurs humains - et le ferait sans doute de même façon, pour les autres vivants qui y seraient exposés. Le plomb, ainsi considéré, est un poison; il tue assez lentement.
Oui, oui, parfaitement. Je m'en souviens parfaitement. Mais pourquoi me demandes-tu cela ?
Tout simplement, car voici une autre chanson avec le même titre et pourtant, elle ne raconte pas tout-à-fait la même histoire, même si c'est une histoire de mort. Le plomb cette fois est envoyé tout chaud et en petite quantité, mais directement dans la tête ou dans le corps de celui qui doit mourir. Le plomb, vois-tu, ici, entre dans l'être sous forme de balle et a pour but de l'éliminer... (continua)
PLOMB
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/11/2009 - 22:46
I Believe I'm Gonna Make It
[1966]
Uscito come singolo nel 1966, la canzone si trova anche nella bella compilation "A Soldier's Sad Story - Vietnam Through The Eyes Of Black Americ, 1966-73" (Kent Records UK, 2003).
Il Jackie Robinson citato alla fine della seconda strofa è stato il primo fuoriclasse afroamericano nella storia del baseball, uno davvero con "palle e mazza", visto che debuttò nei Dodgers nel 1947 quando ancora il KKK dettava legge ed il suprematismo bianco era la cosa più naturale del mondo...
Uscito come singolo nel 1966, la canzone si trova anche nella bella compilation "A Soldier's Sad Story - Vietnam Through The Eyes Of Black Americ, 1966-73" (Kent Records UK, 2003).
Il Jackie Robinson citato alla fine della seconda strofa è stato il primo fuoriclasse afroamericano nella storia del baseball, uno davvero con "palle e mazza", visto che debuttò nei Dodgers nel 1947 quando ancora il KKK dettava legge ed il suprematismo bianco era la cosa più naturale del mondo...
When I got your letter baby
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 1/11/2009 - 22:03
Dobbiamo dire che Alda Merini si è trasferita in un luogo forse più consono a lei, a mezza strada tra il niente vuoto e il pieno della mente. Nata il 21 a primavera. Eclissatasi il Primo d'Autunno. Dure guerre condusse, insegnò a vincere le sconfitte. Visse nel meraviglioso disordine della completezza; la luce degli dèi l'accolga.
Riccardo Venturi 1/11/2009 - 20:40
La croce
[2009]
Testo e musica di Darkeemo
Lyrics and music by Darkeemo
Ho scritto questa canzone ad inizi 2006. Mi pare fosse gennaio, perchè fuori nevicava, e saremmo dovuti scendere a Roma a suonare pochi giorni dopo. Ho scritto questa canzone dopo avere letto il primo post sul blog aperto dalla madre di Aldro.
Questa canzone racconta la storia di un ragazzo. Come me, come voi. Un ragazzo di nome Federico. Come me, come certamente qualcuno di voi. E mi sono rivisto in questo ragazzo, al ritorno verso casa dopo una serata trascorsa con gli amici. Quante volte è successo anche a me, e di sicuro anche voi, di salutare la comitiva e dirigersi a piedi verso il nido.
Federico al nido non c'è mai tornato.
Qualcuno ha impedito che tornasse.
Ho lasciato questa canzone nel cassetto fino ad oggi, ottobre 2009. L'ho spolverata, rimessa a nuovo e proposta come prima traccia del nuovo album. C'è solo... (continua)
Testo e musica di Darkeemo
Lyrics and music by Darkeemo
Ho scritto questa canzone ad inizi 2006. Mi pare fosse gennaio, perchè fuori nevicava, e saremmo dovuti scendere a Roma a suonare pochi giorni dopo. Ho scritto questa canzone dopo avere letto il primo post sul blog aperto dalla madre di Aldro.
Questa canzone racconta la storia di un ragazzo. Come me, come voi. Un ragazzo di nome Federico. Come me, come certamente qualcuno di voi. E mi sono rivisto in questo ragazzo, al ritorno verso casa dopo una serata trascorsa con gli amici. Quante volte è successo anche a me, e di sicuro anche voi, di salutare la comitiva e dirigersi a piedi verso il nido.
Federico al nido non c'è mai tornato.
Qualcuno ha impedito che tornasse.
Ho lasciato questa canzone nel cassetto fino ad oggi, ottobre 2009. L'ho spolverata, rimessa a nuovo e proposta come prima traccia del nuovo album. C'è solo... (continua)
Ho 18 anni...
(continua)
(continua)
inviata da darkeemo 1/11/2009 - 20:28
Sono nata il ventuno a primavera
E' morta la poetessa Alda Merini
cantò il dolore degli esclusi
MILANO - E' morta a Milano la poetessa Alda Merini. Aveva 78 anni. Era ricoverata all'ospedale San Paolo da una decina di giorni per un tumore osseo. Viveva in condizioni di quasi indigenza (una scelta di vita basata su una sorta di "noncuranza") tanto che i pasti quotidiani le venivano portati dai servizi sociali comunali. Ha cantato gli esclusi e ha vissuto sulla sua pelle una delle peggiori forme di esclusione: la malattia mentale. Negli ultimi anni, per una strana contraddizione, era diventata quasi popolare: abbastanza frequenti le sue apparizioni in Tv dove, con la sua voce arrochita dal fumo, diceva sempre cose profondissime e, nello stesso tempo, del tutto comprensibili al grande pubblico. Grazie a lei, molti si erano avvicinati alla poesie.
Era considerata la più grande poetessa italiana vivente. Nata in una famiglia... (continua)
cantò il dolore degli esclusi
MILANO - E' morta a Milano la poetessa Alda Merini. Aveva 78 anni. Era ricoverata all'ospedale San Paolo da una decina di giorni per un tumore osseo. Viveva in condizioni di quasi indigenza (una scelta di vita basata su una sorta di "noncuranza") tanto che i pasti quotidiani le venivano portati dai servizi sociali comunali. Ha cantato gli esclusi e ha vissuto sulla sua pelle una delle peggiori forme di esclusione: la malattia mentale. Negli ultimi anni, per una strana contraddizione, era diventata quasi popolare: abbastanza frequenti le sue apparizioni in Tv dove, con la sua voce arrochita dal fumo, diceva sempre cose profondissime e, nello stesso tempo, del tutto comprensibili al grande pubblico. Grazie a lei, molti si erano avvicinati alla poesie.
Era considerata la più grande poetessa italiana vivente. Nata in una famiglia... (continua)
daniela -k.d.- 1/11/2009 - 19:20
Questa è una storia
Chanson italienne – Questa è una storia – Ivan Della Mea – 1965
L'histoire d'une vie. Une histoire qui commence à partir de la guerre. Avec un final inattendu, d'espérance, très beau. « Pas une histoire de livre, une histoire vraiment vraie. » Nous ne lasserons pas de répéter que nous considérons Ivan Della Mea comme un des plus grands poètes en musique de la chanson d'auteur italienne; et encore à présent on peut aller l'écouter, dans des lieux improbables, gratter sa guitare et chanter ses chansons. (30/04/2006)
On peut, en effet, toujours l'entendre dans des lieux impossibles jouer de la guitare et chanter ses chansons... et très exactement, ici et dans le cœur des gens.
Ajoute Marco Valdo M.I.
L'histoire d'une vie. Une histoire qui commence à partir de la guerre. Avec un final inattendu, d'espérance, très beau. « Pas une histoire de livre, une histoire vraiment vraie. » Nous ne lasserons pas de répéter que nous considérons Ivan Della Mea comme un des plus grands poètes en musique de la chanson d'auteur italienne; et encore à présent on peut aller l'écouter, dans des lieux improbables, gratter sa guitare et chanter ses chansons. (30/04/2006)
On peut, en effet, toujours l'entendre dans des lieux impossibles jouer de la guitare et chanter ses chansons... et très exactement, ici et dans le cœur des gens.
Ajoute Marco Valdo M.I.
UNE HISTOIRE
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 31/10/2009 - 22:08
Le déserteur
Ciao a tutti,
sono capitato casualmente sul sito, cercando di rispolverare un testo di una canzone di Norman Blake. Che dire, se non ringraziare per questo lavoro, che va oltre l'essere un semplice database. Approfitto per comunicarvi che esiste un'altra interpretazione della versione svedese di Lars Forssell del Disertore di Boris Vian: la potete ascoltare sull’album Visor Från Vinden (2007) di Sofia Karlsson
Enrico
sono capitato casualmente sul sito, cercando di rispolverare un testo di una canzone di Norman Blake. Che dire, se non ringraziare per questo lavoro, che va oltre l'essere un semplice database. Approfitto per comunicarvi che esiste un'altra interpretazione della versione svedese di Lars Forssell del Disertore di Boris Vian: la potete ascoltare sull’album Visor Från Vinden (2007) di Sofia Karlsson
Enrico
enrico 30/10/2009 - 13:46
È morto Pinochet
Una poesia/augurio scritta da Mario Benedetti nel 1963 e dedicata a todos los hijos de puta que andan por el mundo... Questa poesia torna periodicamente in auge, per esempio nel 2004 quando è schiattato Ronald Reagan e ancor più nel 2006 quando è andato all'inferno il suo amico Augusto Pinochet..
Los canallas viven mucho, pero algún día se mueren.
OBITUARIO CON HURRAS
Vamos a festejarlo
Vengan todos
Los inocentes
Los damnificados
Los que gritan de noche
Los que sufren de día
Los que sufren el cuerpo
Los que alojan fantasmas
Los que pisan descalzos
Los que blasfeman y arden
Los pobres congelados
Los que quieren a alguien
Los que nunca se olvidan
vamos a festejarlo
vengan todos
el crápula se ha muerto
se acabó el alma negra
el ladró
el cochino
se acabó para siempre
hurra
que vengan todos
vamos a festejarlo
a no decir
la muerte
siempre lo borra todo
todo lo purifica
cualquier... (continua)
Los canallas viven mucho, pero algún día se mueren.
OBITUARIO CON HURRAS
Vamos a festejarlo
Vengan todos
Los inocentes
Los damnificados
Los que gritan de noche
Los que sufren de día
Los que sufren el cuerpo
Los que alojan fantasmas
Los que pisan descalzos
Los que blasfeman y arden
Los pobres congelados
Los que quieren a alguien
Los que nunca se olvidan
vamos a festejarlo
vengan todos
el crápula se ha muerto
se acabó el alma negra
el ladró
el cochino
se acabó para siempre
hurra
que vengan todos
vamos a festejarlo
a no decir
la muerte
siempre lo borra todo
todo lo purifica
cualquier... (continua)
Alessandro 30/10/2009 - 13:42
Like A Wave
[2002]
Lyrics & Music by David Wildman
Album: Flag Retirement [2003]
Lyrics & Music by David Wildman
Album: Flag Retirement [2003]
What if Hitler had the bomb?
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 30/10/2009 - 12:38
Grand Jacques (C'est trop facile)
GRAND JACQUES (ES DEMASIADO FÁCIL)
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 30/10/2009 - 11:41
Un rincón de sol en la cabeza
[1976]
Album "Porque amamos el fuego"
Un omaggio dalla Spagna alla "Rivoluzione dei garofani", la primavera portoghese del 1974 che vide i soldati, per una volta, deporre un dittatore e restituire il potere al popolo.
Trovata sul blog di Gustavo Sierra Fernández
Album "Porque amamos el fuego"
Un omaggio dalla Spagna alla "Rivoluzione dei garofani", la primavera portoghese del 1974 che vide i soldati, per una volta, deporre un dittatore e restituire il potere al popolo.
Trovata sul blog di Gustavo Sierra Fernández
Porque amamos el fuego
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 30/10/2009 - 11:16
Dulce muchacha
[1975]
Album "La Cantata del exilio. ¿Cuándo llegaremos a Sevilla?" (1978)
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
"La Cantata del exilio" fu composta da Antonio Resines, un importante cantautore membro del gruppo folk-rock "Almas Humildes", e scritta da Antonio Gómez, fondatore del collettivo madrileno "Canción del Pueblo".
Oltre a Pablo Guerrero - che prestò la sua voce per questa "Dulce muchacha" - parteciparono al progetto altri noti cantanti: Teresa Cano, Luis Pastor e Quintín Cabrera.
Il sottotitolo, "¿Cuándo llegaremos a Sevilla?", fa riferimento alla frase che la vecchia madre del poeta repubblicano Antonio Machado continuava a ripetere al figlio mentre nel gennaio del 1939 stavano fuggendo, in realtà, verso la Francia... Sarebbero entrambi morti di lì a qualche settimana, annientati dalla fatica e dal dolore.
E dalla fuga e morte di Machado prende avvio questa... (continua)
Album "La Cantata del exilio. ¿Cuándo llegaremos a Sevilla?" (1978)
Parole di Antonio Gómez
Musica di Antonio Resines
"La Cantata del exilio" fu composta da Antonio Resines, un importante cantautore membro del gruppo folk-rock "Almas Humildes", e scritta da Antonio Gómez, fondatore del collettivo madrileno "Canción del Pueblo".
Oltre a Pablo Guerrero - che prestò la sua voce per questa "Dulce muchacha" - parteciparono al progetto altri noti cantanti: Teresa Cano, Luis Pastor e Quintín Cabrera.
Il sottotitolo, "¿Cuándo llegaremos a Sevilla?", fa riferimento alla frase che la vecchia madre del poeta repubblicano Antonio Machado continuava a ripetere al figlio mentre nel gennaio del 1939 stavano fuggendo, in realtà, verso la Francia... Sarebbero entrambi morti di lì a qualche settimana, annientati dalla fatica e dal dolore.
E dalla fuga e morte di Machado prende avvio questa... (continua)
Dulce muchacha,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 30/10/2009 - 09:15
God Damn Mistake
[2002]
Lyrics & Music by David Wildman
Lyrics & Music by David Wildman
What reason do we need to go to war?
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 30/10/2009 - 08:27
They
Salve a tutti!
Posso dire solo due cose...: adoro questa canzone e adoro Stivell!!!
Di fronte all'egoismo e alla mentalità ottusa della gente che incontro riesce a ricordarmi che esistono ancora persone consapevoli di essere figli del mondo. Purtroppo non sono la maggioranza.
Kenavo!!!!
Chiara
Posso dire solo due cose...: adoro questa canzone e adoro Stivell!!!
Di fronte all'egoismo e alla mentalità ottusa della gente che incontro riesce a ricordarmi che esistono ancora persone consapevoli di essere figli del mondo. Purtroppo non sono la maggioranza.
Kenavo!!!!
Chiara
Chiara 29/10/2009 - 23:07
Caín
[1994]
Album "Caín"
Album "Caín"
Caín, qué has hecho de tu hermano
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 29/10/2009 - 15:55
Madre ayer en las trincheras
anonimo
la canzone parla de un soldado che dopo aver sparato a un soldado nemico riconosce il viso di questo: era suo amico e compagno di scuola con il quale giocava ai soldadi nelle trincere, con fucilli che non uccidevano...
isabel dos santos 29/10/2009 - 10:03
Antes del odio
[1976]
Album "Al borde del principio"
Parole di Miguel Hernández
Musica di Adolfo Celdrán
Si tratta di una poesia che Miguel Hernández scrisse alla moglie Josefina Manresa dal carcere dove i fascisti lo avevano rinchiuso nel 1940.
Ammalatosi di tifo e tubercolosi, morirà prigioniero il 28 marzo 1942 all'età di 31 anni.
Trovata sul blog di Gustavo Sierra Fernández
Album "Al borde del principio"
Parole di Miguel Hernández
Musica di Adolfo Celdrán
Si tratta di una poesia che Miguel Hernández scrisse alla moglie Josefina Manresa dal carcere dove i fascisti lo avevano rinchiuso nel 1940.
Ammalatosi di tifo e tubercolosi, morirà prigioniero il 28 marzo 1942 all'età di 31 anni.
Trovata sul blog di Gustavo Sierra Fernández
Beso soy, sombra con sombra.
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 29/10/2009 - 09:27
Quién te ha visto y quién te ve
[1977]
Album "La Bullonera 2"
Alla morte di Francisco Franco i suoi seguaci si divisero tra chi continuò imperterrito a dare la caccia ai comunisti, assassinando militanti, operai e studenti, e chi invece intuì che in prospettiva forse era più intelligente provare a rifarsi una verginità e riciclarsi nelle nuove istituzioni democratiche... D'altra parte, anche qui da noi nel dopoguerra non è stato diverso: al fascismo assassino e stragista si accompagna sempre quello opportunista in doppiopetto...
Album "La Bullonera 2"
Alla morte di Francisco Franco i suoi seguaci si divisero tra chi continuò imperterrito a dare la caccia ai comunisti, assassinando militanti, operai e studenti, e chi invece intuì che in prospettiva forse era più intelligente provare a rifarsi una verginità e riciclarsi nelle nuove istituzioni democratiche... D'altra parte, anche qui da noi nel dopoguerra non è stato diverso: al fascismo assassino e stragista si accompagna sempre quello opportunista in doppiopetto...
Ahora dicen que ya viene
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 29/10/2009 - 08:16
La Faim du Bourreau
La Faim du Bourreau
Canzone léviane – La Faim du Bourreau – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 61
La Faim du Bourreau est la soixante et unième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Tu sais, Lucien mon ami l'âne aux rêves emplis de soleil et de montagne, la vie du prisonnier est assez fantasmatique; le réel est un lieu lointain, hors de portée et généralement, pour sa sauvegarde, pour survivre dans cet environnement, comme tu l'as constaté ici depuis longtemps, il reconstitue un monde dans le rêve ou le cauchemar selon la tonalité du jour ou de la nuit, selon l'état de son psychisme, selon la saison, selon la luminosité, selon sa fatigue ou selon les nouvelles qui lui parviennent.
Je sais, je sais, et j'imagine que c'est un peu comme nous les ânes quand on nous attache par la tête à une meule, qu'on nous aveugle... (continua)
Canzone léviane – La Faim du Bourreau – Marco Valdo M.I. – 2009
Cycle du Cahier ligné – 61
La Faim du Bourreau est la soixante et unième chanson du Cycle du Cahier ligné, constitué d'éléments tirés du Quaderno a Cancelli de Carlo Levi.
Tu sais, Lucien mon ami l'âne aux rêves emplis de soleil et de montagne, la vie du prisonnier est assez fantasmatique; le réel est un lieu lointain, hors de portée et généralement, pour sa sauvegarde, pour survivre dans cet environnement, comme tu l'as constaté ici depuis longtemps, il reconstitue un monde dans le rêve ou le cauchemar selon la tonalité du jour ou de la nuit, selon l'état de son psychisme, selon la saison, selon la luminosité, selon sa fatigue ou selon les nouvelles qui lui parviennent.
Je sais, je sais, et j'imagine que c'est un peu comme nous les ânes quand on nous attache par la tête à une meule, qu'on nous aveugle... (continua)
Il est 7 heures, il ne reste qu'un moment
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 28/10/2009 - 21:59
Percorsi:
Boia dé!
Bush War Shoes
Parla Muntazar Al Zaidi, il giornalista iracheno che contestò Bush. Oggi pensa a una fondazione per i diritti umani e parla delle accuse di tortura
La nuova vita del lanciatore di scarpe
"E oggi colpirei anche Obama"
di Francesca Caferri da La Repubblica del 28 ottobre 2009
GINEVRA - Le scarpe questa volta sono nere. Mocassini leggeri con un piccolo intreccio sul davanti. Di quelli che, se pure ti arrivassero in testa, non farebbero troppo male. Muntazar Al Zaidi è abituato al fatto che la gente fissi le sue calzature. "Made in Iraq", dice con un sorriso che svela il dente mancante, "ricordo", come lo chiama lui, dei nove mesi passati in carcere a Bagdad. Al Zaidi è l'uomo che il 14 dicembre del 2008 durante una conferenza stampa lanciò le scarpe al presidente americano George W. Bush, alla sua ultima visita a Bagdad.
Sono passati dieci mesi da quel giorno, nove dei quali trascorsi... (continua)
La nuova vita del lanciatore di scarpe
"E oggi colpirei anche Obama"
di Francesca Caferri da La Repubblica del 28 ottobre 2009
GINEVRA - Le scarpe questa volta sono nere. Mocassini leggeri con un piccolo intreccio sul davanti. Di quelli che, se pure ti arrivassero in testa, non farebbero troppo male. Muntazar Al Zaidi è abituato al fatto che la gente fissi le sue calzature. "Made in Iraq", dice con un sorriso che svela il dente mancante, "ricordo", come lo chiama lui, dei nove mesi passati in carcere a Bagdad. Al Zaidi è l'uomo che il 14 dicembre del 2008 durante una conferenza stampa lanciò le scarpe al presidente americano George W. Bush, alla sua ultima visita a Bagdad.
Sono passati dieci mesi da quel giorno, nove dei quali trascorsi... (continua)
Alessandro 28/10/2009 - 15:44
El pueblo no olvidará
[1976]
Album "Herriak ez du barkatuko", con il gruppo francese Gwendal.
Scritta durante il suo esilio in Francia, questa canzone di Imanol parla della repressione del regime franchista, particolarmente dura nelle provincie basche dove forte era la resistenza armata rappresentata soprattutto dall'ETA, quando ancora era un'organizzazione di resistenza antifascista...
Come Al Alba di Luis Eduardo Aute, anche questa canzone nacque subito dopo quel terribile 27 settembre 1975 quando Franco, ormai prossimo all fine, fece fucilare tre militanti del FRAP e due dell'ETA, le ultime vittime del regime...
[Non che io conosca il basco ma, da una sommaria ricerca su Google, mi sono fatto l'idea che la frase "Herriak ez du barkatuko" debba tradursi con "El pueblo no lo perdonará" piuttosto che con "El pueblo no olvidará"...]
Album "Herriak ez du barkatuko", con il gruppo francese Gwendal.
Scritta durante il suo esilio in Francia, questa canzone di Imanol parla della repressione del regime franchista, particolarmente dura nelle provincie basche dove forte era la resistenza armata rappresentata soprattutto dall'ETA, quando ancora era un'organizzazione di resistenza antifascista...
Come Al Alba di Luis Eduardo Aute, anche questa canzone nacque subito dopo quel terribile 27 settembre 1975 quando Franco, ormai prossimo all fine, fece fucilare tre militanti del FRAP e due dell'ETA, le ultime vittime del regime...
[Non che io conosca il basco ma, da una sommaria ricerca su Google, mi sono fatto l'idea che la frase "Herriak ez du barkatuko" debba tradursi con "El pueblo no lo perdonará" piuttosto che con "El pueblo no olvidará"...]
El pueblo no olvidará.
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 13:47
A beneficio de los huérfanos
[1973]
Album "Vidas ejemplares"
Un classico nello stile satirico de Las Madres del Cordero/Desde Santurce a Bilbao Blues Band.
Trovata qui.
Tra parentesi quadre alcune incertezze nella trascrizione effettuata, con tutta probabilità, all'ascolto...
Album "Vidas ejemplares"
Un classico nello stile satirico de Las Madres del Cordero/Desde Santurce a Bilbao Blues Band.
Trovata qui.
Tra parentesi quadre alcune incertezze nella trascrizione effettuata, con tutta probabilità, all'ascolto...
A beneficio de los huerfanos
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 13:00
Las cosas van cambiando
[1973]
Album "Vidas ejemplares"
Parole di Ramón Alpuente
Musica di J. Martínez
Dal falangismo nazi-fascista al franchismo militarista e nazional-cattolico al neo-liberismo... todo cambia, nada cambia.
E pure qui da noi, beccarsi ieri sera il Berlusca a Ballarò che imprecava contro i "comunisti" - annidati ovunque, secondo il mentecatto, e soprattutto nella magistratura - e insultava il conduttore Floris perchè non avrebbe garantito il contraddittorio, quando l'intruso era proprio Lui, l'unto dal Signore, visto che in studio c'era la crema dei suoi ministri... doversi sorbire 'sto indegno spettacolo quotidiano non fa che sprofondarci indietro nella nostra storia, a Tambroni e, forse, anche più in là, al "ventennio"... tutto cambia, niente cambia.
Album "Vidas ejemplares"
Parole di Ramón Alpuente
Musica di J. Martínez
Dal falangismo nazi-fascista al franchismo militarista e nazional-cattolico al neo-liberismo... todo cambia, nada cambia.
E pure qui da noi, beccarsi ieri sera il Berlusca a Ballarò che imprecava contro i "comunisti" - annidati ovunque, secondo il mentecatto, e soprattutto nella magistratura - e insultava il conduttore Floris perchè non avrebbe garantito il contraddittorio, quando l'intruso era proprio Lui, l'unto dal Signore, visto che in studio c'era la crema dei suoi ministri... doversi sorbire 'sto indegno spettacolo quotidiano non fa che sprofondarci indietro nella nostra storia, a Tambroni e, forse, anche più in là, al "ventennio"... tutto cambia, niente cambia.
Las cosas van cambiando,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 12:44
Verde
[1974]
Album "Como El Viento Del Norte"
Canzone dedicata a Federico García Lorca, il grande poeta andaluso fatto fucilare il 19 agosto 1936 a Víznar per ordine di Antonio González Espinosa e José Valdés Guzmán, rispettivamente comandante militare e governatore falangista di Granada, e del generale Queipo de Llano, braccio destro di Francisco Franco.
Trovata sul blog di Gustavo Sierra Fernández
Album "Como El Viento Del Norte"
Canzone dedicata a Federico García Lorca, il grande poeta andaluso fatto fucilare il 19 agosto 1936 a Víznar per ordine di Antonio González Espinosa e José Valdés Guzmán, rispettivamente comandante militare e governatore falangista di Granada, e del generale Queipo de Llano, braccio destro di Francisco Franco.
Trovata sul blog di Gustavo Sierra Fernández
Verde que te quiero verde, ¡ay!
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 11:26
Won't Get Fooled Again
¡NO NOS ENGAÑARÁN OTRA VEZ!
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 08:57
El alma llena de banderas
[1970]
Album "El derecho de vivir en paz"
[1974]
Quilapayún, "Koncert für Chile"
Canzone dedicata al "Che" e che i Quilapayún - in tournée in Europa al momento del golpe - dedicarono allo stesso Víctor Jara.
Trovata su Cancioneros.com
Album "El derecho de vivir en paz"
[1974]
Quilapayún, "Koncert für Chile"
Canzone dedicata al "Che" e che i Quilapayún - in tournée in Europa al momento del golpe - dedicarono allo stesso Víctor Jara.
Trovata su Cancioneros.com
Ahí, debajo de la tierra,
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 08:39
Percorsi:
Che Guevara
Homenaje a Víctor Jara
Repito estas palabras
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 08:13
Percorsi:
Víctor Jara
El verrugón atómico
¡Qué buenas son las multinacionales
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 28/10/2009 - 08:07
Percorsi:
Contro il Nucleare
Ciò che voi non dite
Version française – CE QUE VOUS NE DITES PAS – Marco Valdo M.I. – 2009
Chanson italienne – Ciò che voi non dite – Ivan Della Mea – 1967
Chanson italienne – Ciò che voi non dite – Ivan Della Mea – 1967
CE QUE VOUS NE DITES PAS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/10/2009 - 23:26
Ma la guerra no!!!
In piena 1^ (sigh) guerra del Golfo il 12 gennaio 1991 ci fu una grande manifestazione NO WAR a Roma: andandovi, in treno nacque questa canzone da urlare sulle note dell'ancora e allora nota sigla arboriana Ma la notte no.
Ricordo che a Roma fu subito adottata da tutti, cantata continuamente, finita nei servizi del TG, trascritta di foglio in foglio.
Appena appena rielaborata fu riproposta due settimane dopo anche a Verona all'Arena Golfo.
Il suo ciclo finì (giustamente) più o meno lì e - a parte il gioco del ritornello - nemmeno io ne ricordavo il testo.
Il ritrovamento di un ciclostilato (gulp! ma quanti anni...) mi ha rimesso sotto gli occhi quel testo e quei momenti: combattuto fra il conservare per me il ricordo e condividerlo ho scelto la seconda opzione; mi è parsa una polaroid: l'obiezione fiscale, l'appello a L'Italia ripudia la guerra, la convinzione di poter contare, la voglia di esserci... Ed era solo un canto da strada, nato in gruppo su un treno di speranza...
Ricordo che a Roma fu subito adottata da tutti, cantata continuamente, finita nei servizi del TG, trascritta di foglio in foglio.
Appena appena rielaborata fu riproposta due settimane dopo anche a Verona all'Arena Golfo.
Il suo ciclo finì (giustamente) più o meno lì e - a parte il gioco del ritornello - nemmeno io ne ricordavo il testo.
Il ritrovamento di un ciclostilato (gulp! ma quanti anni...) mi ha rimesso sotto gli occhi quel testo e quei momenti: combattuto fra il conservare per me il ricordo e condividerlo ho scelto la seconda opzione; mi è parsa una polaroid: l'obiezione fiscale, l'appello a L'Italia ripudia la guerra, la convinzione di poter contare, la voglia di esserci... Ed era solo un canto da strada, nato in gruppo su un treno di speranza...
Ogni giorno la vita è una lotta infinita - NO LA GUERRA NO
(continua)
(continua)
inviata da fabio bello 27/10/2009 - 23:25
Da tempo è finita la prima grande guerra
LA GRANDE GUERRE EST FINIE DEPUIS LONGTEMPS
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 27/10/2009 - 18:52
Los niños de nuestro olvido
[2005]
Album "Corazón libre"
Scritta da René Vargas Vera e Víctor Heredia.
Dedicata ai "niños de la calle"...
Album "Corazón libre"
Scritta da René Vargas Vera e Víctor Heredia.
Dedicata ai "niños de la calle"...
Escribo sobre un destino
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 27/10/2009 - 14:03
Pájaro de rodillas
[2009]
Album "Cantora 1", in duetto con Nacha Roldán.
Parole di Alfredo Zitarrosa
Musica di Carlos Porcel "Nahuel"
"...E chi canta il tiranno
non è un uccello, non è niente
è un rettile che striscia nel fango
una gallina che chioccia per il padrone
inginocchiata..."
Trovata su Cancioneros.com
Album "Cantora 1", in duetto con Nacha Roldán.
Parole di Alfredo Zitarrosa
Musica di Carlos Porcel "Nahuel"
"...E chi canta il tiranno
non è un uccello, non è niente
è un rettile che striscia nel fango
una gallina che chioccia per il padrone
inginocchiata..."
Trovata su Cancioneros.com
Cantor que canta es pájaro
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 27/10/2009 - 13:49
Al alba
Aggiungo ancora che la canzone di Aute racconta dell'incontro fra un condannato e la sua compagna... Si tratta precisamente di José Luis Sánchez Bravo, di 22 anni, e di sua moglie Silvia Carretero, al quarto mese di gravidanza... decisero che il bimbo avrebbe portato il nome di tutti loro tre del FRAP che stavano per essere giustiziati: "Luis Ramón Humberto"... poi nacque una bambina che forse oggi tutti chiamano semplicemente Luisa...
(dal blog di Antonio Piera, che in gioventù fece parte del gruppo Las Madres del Cordero, ossia Desde Santurce a Bilbao Blues Band)
(dal blog di Antonio Piera, che in gioventù fece parte del gruppo Las Madres del Cordero, ossia Desde Santurce a Bilbao Blues Band)
Alessandro 27/10/2009 - 10:10
Ο Αντώνης
Akrìtas (Διγενής Ακρίτας): eroe dell’epopea bizantina, protagonista dei canti epici detti “acritici” e, soprattutto, del poema epico “Dighenìs Akrìtas”, redatto forse da un monaco del X secolo.
Vassìlis Dighenìs Akrìtas ne è il protagonista. Figlio di un emiro arabo e di una principessa cristiana da lui rapita – e per questo detto Digéne, cioè “di doppia stirpe” - , dopo un’infanzia nella quale si distingue per la forza prodigiosa, si fa cristiano e, passando al servizio dei Cristiani, combatte da invincibile cavaliere le lotte di Bisanzio ai confini (“akra”) dell’ Impero, minacciati dalle invasioni arabe. Rapisce Eudossia, la bellissima donna di cui si è innamorato, e ne sconfigge il padre e i fratelli. Con lei va a vivere in un suo solitario castello dal quale parte per le scorrerie contro gli eterni nemici Apelati. Non sempre Digène si mostra cavaliere senza macchia: un giorno salva... (continua)
Vassìlis Dighenìs Akrìtas ne è il protagonista. Figlio di un emiro arabo e di una principessa cristiana da lui rapita – e per questo detto Digéne, cioè “di doppia stirpe” - , dopo un’infanzia nella quale si distingue per la forza prodigiosa, si fa cristiano e, passando al servizio dei Cristiani, combatte da invincibile cavaliere le lotte di Bisanzio ai confini (“akra”) dell’ Impero, minacciati dalle invasioni arabe. Rapisce Eudossia, la bellissima donna di cui si è innamorato, e ne sconfigge il padre e i fratelli. Con lei va a vivere in un suo solitario castello dal quale parte per le scorrerie contro gli eterni nemici Apelati. Non sempre Digène si mostra cavaliere senza macchia: un giorno salva... (continua)
Gian Piero Testa 27/10/2009 - 09:49
Till Jack
[1973]
Testo e musica: Cornelis Vreeswijk
Lyrics and music: Cornelis Vreeswijk
Text och musik: Cornelis Vreeswijk
Album: I stället för vykort
" Dall'album "I stället för vykort" del 1973, la canzone è una "cartolina" diretta a Jack, che era il figlio dell'autore e all'epoca aveva nove anni. [Jacopo Laverdure]
Nel 1973, Jack Vreeswijk, il figlio di Cornelis, è un bambino di nove anni (è nato a Stoccolma il 25 gennaio 1964); oggi ne ha quasi cinquantaquattro (qualche mese più giovane di me, per inciso) ed è diventato, pure lui, un apprezzato cantautore che, naturalmente, canta spesso le canzoni del babbo (sembra quasi la riproposizione svedese di Fabrizio e Cristiano De André). Nel '73, “i stället för vykort”, cioè “invece di una cartolina illustrata”, babbo Cornelis gli inviò questa canzone che riporta un po' pure me a quell'anno, quando di anni ne avevo dieci. Allora ci erano i B52,... (continua)
Testo e musica: Cornelis Vreeswijk
Lyrics and music: Cornelis Vreeswijk
Text och musik: Cornelis Vreeswijk
Album: I stället för vykort
" Dall'album "I stället för vykort" del 1973, la canzone è una "cartolina" diretta a Jack, che era il figlio dell'autore e all'epoca aveva nove anni. [Jacopo Laverdure]
Nel 1973, Jack Vreeswijk, il figlio di Cornelis, è un bambino di nove anni (è nato a Stoccolma il 25 gennaio 1964); oggi ne ha quasi cinquantaquattro (qualche mese più giovane di me, per inciso) ed è diventato, pure lui, un apprezzato cantautore che, naturalmente, canta spesso le canzoni del babbo (sembra quasi la riproposizione svedese di Fabrizio e Cristiano De André). Nel '73, “i stället för vykort”, cioè “invece di una cartolina illustrata”, babbo Cornelis gli inviò questa canzone che riporta un po' pure me a quell'anno, quando di anni ne avevo dieci. Allora ci erano i B52,... (continua)
Nu faller natten
(continua)
(continua)
inviata da laverdure 27/10/2009 - 09:18
Un español habla de su tierra
Grazie a te, Gustavo, per le tue preziose pagine!
Sempre con la faccia al vento!
Sempre con la faccia al vento!
Alessandro 27/10/2009 - 00:53
×
La brigatista Diana Blefari Melazzi, condannata all'ergastolo per l'assassinio del giuslavorista Marco Biagi, si è impiccata in cella con un lenzuolo. Solo pochi giorni fa una visita psichiatrica ne aveva accertato il "forte stato di prostrazione”. Il garante dei detenuti, Angiolo Marroni, aveva parlato di “un caso drammatico”.
Sono una sessantina i suicidi avvenuti in carcere dall’inizio dell’anno.
Da La Repubblica del 1 novembre 2009.
Si è impiccata sabato sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. Diana Blefari Melazzi, secondo quanto si è appreso, era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che avrebbero sciolto con difficoltà i nodi delle lenzuola... (continua)