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Genesis Hall

Genesis Hall
[1969]
Dal capolavoro "Unhalfbricking"

Scritta da Richard Thompson che nel 1969 aveva solo 20 anni e preconizzava la rivoluzione contro i padri "che cavalcano con gli sceriffi" e contro i potenti che affamano il popolo...

... ma verrà il giorno in cui il popolo calpestato si vendicherà delle crudeltà subìte!

Una canzone ripresa anche dai Jefferson Starship nel loro ultimo lavoro, "Jefferson's Tree of Liberty" (2008)...
My father he rides with your sheriffs
(continua)
inviata da Alessandro 9/1/2009 - 11:42
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Cowboy On The Run

Cowboy On The Run
[1975]
Album "Solid Silver"
Lyrics by Dino Valenti

Brano recentemente riproposto dai Jefferson Starship (di cui fa parte David Freiberg, former member dei QMS) nell'album "Jefferson's Tree of Liberty" uscito nel settembre 2008.
Sometimes I dream of a world without war:
(continua)
inviata da Alessandro 9/1/2009 - 11:21
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There's Something in the Air (But it's not on the Airwaves)

There's Something in the Air (But it's not on the Airwaves)
Lyrics by Chris Chandler and Anne Feeney
Tune: "Something’s in the Air", Thunderclap Newman/Pete Townshend, 1969

Una spoken song che analizza perchè il movimento contro la guerra in Vietnam ebbe più attenzione di quanta non ne abbia oggi il "movimento" (?!?) contro la guerra in Iraq...
Ya know, we have GOT it together. There ARE people in the streets — at the very onset of Oil War Two there were already more people on the streets protesting than there were at the height of the Vietnam war. There is something in the air, but it is not on the airwaves If there are a half a dozen Jaycees in Cincinnati on a street corner waving yellow ribbons Fox news acts like it’s A Republican Woodstock. “By the time we got to Fallujah we were half a million strong.” But put a million people on the street and they build a fence around you and call it a protest zone. We like to look at Vietnam through the soft focus of Hollywood — which took the blood of war and turned it into rose-colored glasses. We see 1000s of beautiful semi-naked 20 somethings putting daises in the barrels of M16s all to... (continua)
inviata da Alessandro 9/1/2009 - 10:36

Il sesto giorno

Il sesto giorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

(testo: Siniša Pavić musica: Siniša Pavić D. Camerin)

Il brano “A sad addio”, contenuto ne “Il sesto giorno”, è tratto dalla colonna sonora della serie “Vruć vetar” di Siniša
Pavić.


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali... (continua)
Jednom odletjet’ će ptice
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:27
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We Will Not Go Down

We Will Not Go Down
A blinding flash of white light
(continua)
9/1/2009 - 10:15

Emilio in trincea

Emilio in trincea
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continua)
Terra secca nelle man
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:09

Il convoglio dei reduci

Il convoglio dei reduci
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continua)
A passo lento
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:06

Bojako - Bono

Bojako - Bono
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continua)
Burian
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 10:03

24 Dicembre

24 Dicembre
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (continua)
E` partito una mattina
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 9/1/2009 - 09:57
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Gott Mit Uns!

Gott Mit Uns!
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24 Dicembre
4.Bojako - Bono
... (continua)
Silenzio sacramento
(continua)
inviata da adriana 9/1/2009 - 09:43
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1000 Years War

1000 Years War
[2006]
When the rains came
(continua)
inviata da Alessandro 8/1/2009 - 13:12
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An scathàn (Lo specchio)

An scathàn (Lo specchio)
M.D’Ambrosio / K. McCharty
Il ragazzo ha un desiderio
(continua)
inviata da Donquijote82 8/1/2009 - 13:05
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Holy War

Holy War
[2008]
EP "Lie To Me"
Oh, what a waste.
(continua)
inviata da Alessandro 8/1/2009 - 11:45
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Con la guerriglia

anonimo
Con la guerriglia
E noi farem del mondo un baluardo
(continua)
inviata da Donquijote82 8/1/2009 - 10:39
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Oriente

Oriente
Album: "Novo Mesto" (2008)
Il sole è una stella che scalda ed abbronza
(continua)
inviata da Donquijote82 8/1/2009 - 08:18
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Don't Close Your Eyes

Don't Close Your Eyes
2003
Up in Dreamland
They're putting up another five-star hotel
(continua)
inviata da Donquijote82 8/1/2009 - 08:10
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Guardando in faccia il sole

Guardando in faccia il sole
2007
Tre colori

Con la partecipazione di Marino e Sandro Severini dei Gang
Non ci ha segnati il tempo, lo stesso sguardo intenso
(continua)
inviata da Donquijote82 8/1/2009 - 08:00
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Le radici ca tieni

Le radici ca tieni
Album: Lontano (2003)
Se nu te scierri mai delle radici ca tieni
(continua)
inviata da Donquijote82 8/1/2009 - 07:37
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Lebnan / لبنان

Lebnan / لبنان
Lebnan
Hafez-Chamass/Gigliotti/Barnel

Dalida, che prima dello scoppio della guerra civile era stata una delle protagoniste della vita notturna di Beirut, registrò questa canzone nel 1986 in un momento di relativa calma della lunga e sanguinosa guerra civile libanese. I combattimenti ripresero però poco dopo e Dalida e Orlando decisero di non fare uscire la canzone, che fu pubblicata postuma solo nel 1988.
بعد الحرب والنار
(continua)
inviata da Yakko 8/1/2009 - 03:06
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Au pays où se fait la guerre

Au pays où se fait la guerre
Brano per voce e pianoforte, composto nel 1869-70 da Henri Duparc su testo di Théophile Gautier; rifatto nel 1911-13 e orchestrato nel 1876.
Lo si trova anche su youTube
Au pays où se fait la guerre
(continua)
inviata da Renato Stecca 7/1/2009 - 18:50
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Hekatomba 1941

Hekatomba 1941
[1941]
Testo / Lyrics: Aleksej Sazonov [Алексей Сазонов]
Musica / Music: Canzone popolare ucraina / Ukrainian folksong


Aleksander Kulisiewicz: Songs From The Depths Of Hell
Folkways Records Album N° FSS 37700 (1979)
PDF Booklet Available
Annotated by Peter Wortsman

La copertina dell'album, ispirata a questa canzone, è di Gertrude Degenhardt, moglie di Franz-Josef Degenhardt.
The album cover, inspired by this song, is by Gertrude Degenhardt, Franz-Josef Degenhardt's wife.

Aleksander Kulisiewicz (1918-1982) was a law student in German-occupied Poland when, in October 1939, he was denounced for anti-fascist writings, arrested by the Gestapo, and sent to the Sachsenhausen concentration camp, near Berlin. An amateur singer and songwriter, Kulisiewicz composed 54 songs during nearly six years of imprisonment at Sachsenhausen. After liberation he remembered his songs, as well as those... (continua)
Żal, żal...żal mój płynie
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/1/2009 - 16:04
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Far Away

Far Away
[2002]
Album "One Beat"

Un brano sull'11 settembre 2001. Mentre i volontari cercano di salvare vite umane dalle torri colpite, il presidente Bush si nasconde in un luogo top-secret
7:30 am nurse the baby on the couch
(continua)
inviata da Alessandro 7/1/2009 - 11:30
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This Is My Song

This Is My Song
Un oscuro poeta originario della california, tale Lloyd Stone, scrisse questa canzone nel 1934 ispirandosi alle musiche dell'"Opera 26 Finlandia", il poema sinfonico scritto tra 1899 e 1900 dal compositore finlandese Jean Sibelius.
La terza strofa fu aggiunta dalla teologa metodista americana Georgia Elma Harkness.

Interpretata da Mary Travers dal suo disco del 1972 intitolato “Morning Glory”.
This is my song, Oh God of all the nations,
(continua)
inviata da Alessandro 7/1/2009 - 11:09

La ballata dei quattro elementi

La ballata dei quattro elementi
A me sembra abbastanza carina.. Una canzone che calza a pennello con il nostro delicato periodo storico.
Si può ascoltare su myspace
Quante volte ho cercato io di trovare un senso al ruggire dei cannoni e poi all'odio nei cuori
(continua)
inviata da Davide Petrussi 7/1/2009 - 10:10
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Johnny Come Lately

Johnny Come Lately
[1988]
Album "Copperhead Road"

"Johnny Come Lately" (performed with The Pogues ) compares the experience of US servicemen fighting in World War II with those in the Vietnam War, and contrasts the differing receptions they received on returning home.

Nel 1986 Steve Earle incontra i Pogues con cui deciderà di collaborare per un brano del suo disco “Copperhead Road”. Johnny Come Lately, termine che può essere tradotto come "l’ultimo arrivato", è una canzone che descrive il ritorno a casa dei veterani di guerra. In essa vengono comparate le esperienze dei soldati che prestarono servizio durante la seconda guerra mondiale con quelle dei combattenti in Vietnam, descrivendo i contrasti di una diversa accoglienza al rientro.

Johnny Come Lately - The Strange Boat
I'm an American, boys, and I've come a long way
(continua)
inviata da Alessandro 7/1/2009 - 09:04
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אני מאמין

אני מאמין
Anì maamìn
[1942]
Music: Reb Azriel David Fastag
Musica: Rabbi Azriel David Fastag
Lyrics: A niggun from the Thirteen Articles of Faith (XII Article) by Moses Maimonides (1138-1204)
Testo: Niggun dai Tredici Princìpi di Fede di Mosè Maimonide (1138-1204)

Anì maamìn è il credo ebraico nella venuta del Messia, stabilito da Mosè Maimonide nel XII secolo; in particolare si tratta del XII dei XIII “Princìpi di Fede”. Sono le parole che, sul treno nazista che lo trasportava al lager di Treblinka, vennero in mente al rabbino cantore Azriel David Fastag (il suo cognome significa “giorno di digiuno” in yiddish), che vi compose una musica. Gli ebrei deportati si misero a cantarlo sul loro treno di morte, facendo sbalordire e tremare chi li udiva al passaggio. Divenne il canto finale, il niggun con cui gli ebrei si avviavano alle camere a gas.

"Musique attribuée au Rabbi Azriel David Fastag.
Écrite... (continua)
אני מאמין באמונה שלמה
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/1/2009 - 03:10
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Chorał z piekła dna

Chorał z piekła dna
[1942]
Lyrics/Testo: Leonard Krasnodębski
Music/Musica: Aleksander Kulisiewicz


Aleksander Kulisiewicz: Songs From The Depths Of Hell
Folkways Records Album N° FSS 37700 (1979)
PDF Booklet Available
Annotated by Peter Wortsman

La copertina dell'album, ispirata a questa canzone, è di Gertrude Degenhardt, moglie di Franz-Josef Degenhardt.
The album cover, inspired by this song, is by Gertrude Degenhardt, Franz-Josef Degenhardt's wife.

Aleksander Kulisiewicz (1918-1982) was a law student in German-occupied Poland when, in October 1939, he was denounced for anti-fascist writings, arrested by the Gestapo, and sent to the Sachsenhausen concentration camp, near Berlin. An amateur singer and songwriter, Kulisiewicz composed 54 songs during nearly six years of imprisonment at Sachsenhausen. After liberation he remembered his songs, as well as those learned from fellow prisoners, dictating... (continua)
Słyszcie nasz chorał z piekła dna!
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/1/2009 - 01:31

Le Mort Rouge

Le Mort Rouge
LE MORT ROUGE.
Chanson française – Le Mort Rouge – Marco Valdo M.I. – 2009

Cette chanson est la transposition d'une nouvelle de l'écrivain sarde Ugo Dessy, intitulée « Le Nouveau Cimetière » (Il camposanto nuovo), tirée du recueil « Le Témoin » (Il Testimone) pour lequel Ugo Dessy avait cru utile de préciser en avertissement aux lecteurs : « È appena il caso di avvertire che i personaggi di questo libro sono del tutto immaginari seppure fatti et situazioni riflettono la realtà sarda nel ventennio 1940 -1960 ». Traduction : Il est à peine nécessaire de préciser que les personnages de ce livre sont tout à fait imaginaires même si les faits et les situations reflètent la réalité sarde de la vingtaine 1940 – 1960.
Il paraît tout aussi inutile de préciser la réelle admiration que Marco Valdo M.I. porte à ce remarquable nouvelliste et tout aussi remarquable militant antimilitariste et anarchiste.... (continua)
"Un grand honneur pour notre village...
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 6/1/2009 - 23:10
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Maggot Brain

Maggot Brain
[1971]
Album "Maggot Brain"
Music and lyrics by Eddie Hazel and George Clinton

Commento di digitalblade su Songmeanings:

"This song is definitely about war, specifically the Vietnam war. Even without listening to the lyrics, I can somehow feel that it is about the sad meaning of war - that's what makes this song so special to me.

"For ya'll knocked her up" means it was everyone's fault, not just specific individuals.

"I have tasted the maggots..." means the narrator has been in war and has seen it all. He is not offended that he had to kill. He knew that it was either the enemy or him - "for I knew I had to rise above it all or drown in my own shit."

Incredible song."
Mother Earth is pregnant for the third time
(continua)
inviata da Alessandro 6/1/2009 - 23:01
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Let There Be Peace

Let There Be Peace
[1991]
Album: "Mistaken Identity"
Someone let communication out the door
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 6/1/2009 - 22:02
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Give Yourself A Chance

Give Yourself A Chance
[1994]
Album: "There Is A Party"
Since thousands of years
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 6/1/2009 - 21:36
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A Voice For Peace

A Voice For Peace
[1993]
Album: "River Of Souls"
All compositions by Dan Fogelberg© 1993Sacred Circle Music (ASCAP)
You know that everybody has a voice
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 6/1/2009 - 21:19
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Peace Now

Peace Now
Everybody is talkin' 'bout peace in the world
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 6/1/2009 - 21:05
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KYEO

KYEO
[1991]
Album "Steady Diet of Nothing"

KYEO, acronimo d'uso militare per "Keep Your Eyes Open"

Una canzone che si riferisce alla prima guerra del Golfo, quella di Bush Senior...
The troops are quiet tonight,
(continua)
inviata da Alessandro 6/1/2009 - 19:50
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He's Gonna Step On You Again

He's Gonna Step On You Again
Hit nelle classifiche britanniche del 1971, celebre anche per essere diventata la prima canzone nella storia ad essere usata come sample.
Assai più celebre la cover (intitolata semplicemente "Step On") degli Happy Mondays di Manchester.

Una canzone sui Bantustan nell'era dell'apartheid in Sud Africa che mi è sembrata significativa anche per quello che sta accadendo in Palestina, dove il più affollato Bantustan del mondo è stato messo a ferro e fuoco dalle armate di un governo vigliacco ed assassino...
(He's gonna step on you again)
(continua)
inviata da Alessandro 6/1/2009 - 19:34
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Long Road Out Of Eden

Long Road Out Of Eden
[2007]
Album: "Long Road Out Of Eden"
Moon shining down through the palms
(continua)
inviata da daniela -k.d- 6/1/2009 - 17:27
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Στην Ελλάδα σήμερα

Στην Ελλάδα σήμερα
Stin Elláda símera
[1971]
Στίχοι: Αλέκος Παναγούλης
Μουσική: Μίκης Θεοδωράκης
Πρώτη εκτέλεση: Μαρία Φαραντούρη

Testo: Alekos Panagoulis
Musica: Mikis Theodorakis
Prima interprete: Maria Farandouri

Lyrics: Alekos Panagoulis
Music: Mikis Theodorakis
First performed by: Maria Farandouri

Si veda anche la pagina dedicata a Τα τραγούδια του αγώνα.


Un'altra poesia del carcerato Panagoulis, scritta negli anni più oscuri della dittatura dei Colonnelli. "In Grecia oggi", e quell'oggi era una "fiamma spenta" che però doveva essere ravvivata e che chiamava a nuove lotte. [CCG/AWS Staff]
Σβησμένη φλόγα, που πάντα καίει
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 6/1/2009 - 03:24

Marcia funebre per un missile

[2008]
Testo e musica di Francesco Cocco
Lyrics and music by Francesco Cocco
Ali d’argento nel cielo dorato
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 6/1/2009 - 01:00
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Tapum

anonimo
Altra versione trovata su questa pagina, dove viene suggerita un'interpretazione per il titolo: "I cecchini avevano un micidiale fucile di precisione, che non sparava mai invano:'ta-pum, ta-pum, ta-pum'... fortunato chi dopo ogni 'ta-pum' si trovava ancora vivo!"
Tapum
Venti giorni sull’Ortigara
(continua)
inviata da Alessandro 5/1/2009 - 23:46

Menace-les tous

Menace-les tous
[2008]
Paroles et musique par Marco Valdo M.I.
Testo e musica di Marco Valdo M.I.

Pour ceux qui connaissent les chansons de Georges Brassens, cette chanson aura des airs de ressemblance avec « Embrasse-les tous ! » et ils ne se tromperont pas. Cette canzone est une parodie. Elle utilise la structure d' Embrasse-les tous !, chanson qui s'adresse à une jeune personne à la recherche de l'amour parmi de multiples amoureux: Massacre-les tous ! raconte en fait, le désamour que le monde entier (ou presque) ressent vis-à-vis des Zétazunis d'Amérique. Précisons cependant : vis-à-vis de l'État et de la nation, pas vis-à-vis de tous ses habitants ou ressortissants. Il y a de nombreux citoyens étazuniens dignes de respect et même, de la plus courtoise sympathie. Il est d'ailleurs malheureux que ces gens-là doivent subir les séquelles de cette mauvaise réputation, de cette répulsion instinctive que... (continua)
Tu es de ceux qui tuent partout où ils passent,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/1/2009 - 20:59
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Giuanne Palestina

Giuanne Palestina
Da "'O Zulù in the Al Mukawama Experiment 3"

Commento reperito in questo blog:
Amo questo testo di Zulù (ex 99 Posse), lo cercavo da un pò e dopo tante ricerche l' ho trovato su un blog. Il testo era collegato ad una storia simile...la storia di Federico Aldrovandi, ucciso ad un fermo di polizia senza alcun motivo. Pestato mentre era ammanettato dopo aver avuto un malore. Molti non ricordano più questa storia, neanche io la ricordavo più, purtroppo sono troppe le storie simile che ancora aspettano giustizia...
Steva e casa e rimpetto ‘o supercarcere Giuanne,nato e crisciuto a secondigliano,terzo ‘e cinche figlie ‘e na bella famiglia, ma tutte quante ‘o chiammavano giuanne palestina rint’ ‘o rione,
(continua)
inviata da adriana 5/1/2009 - 18:13
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Il primo furto non si scorda mai

Il primo furto non si scorda mai
Per la prima volta questa canzone (nella sua primissima versione originale) diviene reperibile ed ascoltabile su supporto CD, grazie alla recente uscita di questa nuova doppia compilation, ormai l'ennesima ... che peraltro è incentrata esclusivamente sulla produzione jannacciana pubblicata fino al 1966:

http://www.ibs.it/disco/5051442888355/...
Alberta Beccaro - Venezia 5/1/2009 - 17:30
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La Savoiarda

La Savoiarda
Les fachos finissent presque toujours par pointer le bout du nez, même lorsqu'ils se voient déjà se parer des plumes de... l'Anarchie.
Ainsi dans cette chanson, qui verse sa larmichette obscène sur les "autres victimes oubliées de l'Italie libérale", sic. Mais on est ici -et comme presque toujours avec les fachos : en pleine trouducuterie. En effet les victimes de la canonnade de Bava Beccaris ne furent pas des victimes de "l'Italie libérale" mais des victimes de la vieille caste aristocratique, qui à cette date dictait encore sa loi, en Italie comme en bien d'autres pays. Et si effectivement à partir de 1900 l'Italie connut, sinon une ère totalement libérale, du moins, de sérieux progrès dans ses libertés ce fut bien, comme l'ont reconnu des auteurs de tout bord : grâce au geste de Gaetano Bresci.
Et basta cosi avec les nuisibles.
Luc Nemeth 5/1/2009 - 15:47

Bush War Shoes

Bush War Shoes
Goodbye, Iraq!

Vignetta del cartoonist brasiliano Latuff.
Alessandro 5/1/2009 - 15:45
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Good morning Baghdad

Good morning Baghdad
Chanson italienne – Good morning Baghdad - Casa del Vento.

D'abord, une petite explication sur le titre français. Pourquoi ne pas avoir conservé le titre anglais de la chanson italienne. On aurait pu penser, en effet, que ce serait une excellente solution. Voire !
Casa del Vento a sûrement choisi ce titre en anglais par ironie.
Mais justement, la question est l'ironie et en même temps aussi, une résistance à l'envahissement, si ce n'est à l'envahisseur étazunien, jusqu'au cœur-même de l'Europe.
Donc, la question est l'ironie. Traduire : Bonjour Bagdad, ce qui eût été exact, manquait singulièrement d'ironie. D'où, le Bien le bonjour, formule populaire et familière et pour mettre une pincée d'ironie supplémentaire, ce point d'exclamation que nous sommes quelques-uns à considérer comme ce fameux « point d'ironie », dont on a tellement besoin quand on écrit - lequel point d'ironie existe en... (continua)
BIEN LE BONJOUR DE BAGDAD !
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 5/1/2009 - 14:11
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Death 'n' Glory Boys

Death 'n' Glory Boys
[1983]

Album "All of the Good Ones Are Taken"
Get your son - young ’n’ dumb
(continua)
inviata da Alessandro 5/1/2009 - 14:05
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Gun Control

Gun Control
[1981]

Album "Short Back 'n' Sides", prodotto da Mick Jones dei Clash.

Una canzone dedicata al deleterio strapotere della National Rifle Association, la lobby statunitense delle armi.
Per capire quanta responsabilità abbia la NRA in relazione alla violenza che permea la società americana (e la politica estera degli USA!), si veda il film di Michael Moore "Bowling For Columbine".
All right
(continua)
inviata da Alessandro 5/1/2009 - 13:54
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Street (Haifa Beirut 2006)

Street (Haifa Beirut  2006)
[2006]
Words: Roy "Chicky" Arad
Music: Chenard Walcker
Label: Free Sample Zone

The poem was translated from Hebrew to English by Adva Levin
The consensus – its smell like a baby's corpse
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 5/1/2009 - 13:45
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Ποτέ ποτέ

Ποτέ ποτέ
"Potè poté" (Mai mai) fa parte della canzone-fiume di Mikis Theodorakis - su testo suo - intitolata "O Ilios ki o Chronos" ( Il sole e il tempo ). Fu quasi interamente scritta e musicata durante la detenzione del compositore nella cella n. 4 della Sicurezza Generale di via Bubulina di Atene tra l'agosto e il settembre 1967. Registrazione a Parigi, nel 1971, con Maria Farandouri, Petros Pandìs, Maria Dimitriadi, Adonis Kaloyannis, e Georges Willson (voce recitante in francese) dal vivo di un concerto in Palais de Chaillot.
Se questo testo ha a che fare con la pace, è un problema di chi sceglie di contribuire a questo sito. Se tutto quanto è genericamente di sinistra, resistenziale, rivoluzionario, no global, no tav, ambientalista e via dicendo, si deve per forza annoverare per ammucchiata nel campo di chi rifiuta la guerra, vada pure. Ma, forse, il campo di chi rifiuta la guerra come... (continua)
Gian Piero Testa 4/1/2009 - 23:23
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Settanta rose

Settanta  rose
Chanson italienne – Settanta rose – Casa del Vento
SEPTANTE ROSES
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/1/2009 - 22:50
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L'ultimo viaggio

L'ultimo viaggio
Chanson italienne – L'Ultimo viaggio – Casa del Vento – 2006

Une chanson basée sur l'histoire d'une femme juive, Carolina Lombroso et de ses 4 enfants, tous déportés à Auschwitz en 1944. Un morceau pour raconter encore aux jeunes l'absurdité du fascisme et du nazisme.
LE DERNIER VOYAGE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/1/2009 - 22:16

The Living Voice Of The Dead ...

The Living Voice Of The Dead ...
La canzone di Maya Terro ha partecipato al Free Gaza Song Contest.
For every tear
(continua)
inviata da Alessandro 4/1/2009 - 21:01
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Στὸν Νικηφόρο Μανδηλαρᾶ

Στὸν Νικηφόρο Μανδηλαρᾶ
Scusate, ma è sbagliato ritenere che il Nikiforos della canzone sia il poeta Vrettàkos (che morì nel 1990, quindi non per mano dei colonnelli): qui si tratta dell'avvocato nativo dell'isola di Naxos, Nikiforos Mandilaràs, socialista, se ricordo bene, che fu una delle prime vittime della Giunta.
Il testo è di Alékos Panagoùlis - che attentò alla vita di Papadopoulos e conobbe perciò infinite torture e, a liberazione già avvenuta, forse una morte "organizzata". Vedi la sua storia in "Un uomo" di Oriana Fallaci, che alcuni anni fu la sua compagna.
Theodorakis lo musicò durante uno dei confini ( Vrachati, o Zàtuna) o nel carcere di Oropòs tra il novembre 1969 e l'aprile del 1970. Col titolo inequivocabile "Sto Nikìforo Mandilarà" la inserì nella raccolta "Ta tragoudia tou agona" (Le canzoni della lotta) edite a Londra nel 1971.
Cfr Miki Theodoraki: Melopiìmeni pìisi- 1° tomo- Ypsilon Vivlìa, 1997 - 2003 2a Ed. pag.232.
Gian Piero Testa 4/1/2009 - 19:21
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Il prete visionario

Il prete visionario
J'aime beaucoup les prêtres visionnaires; ce sont les enfants de Jeanne la bonne Lorraine qu'Anglais brûlèrent à Rouen ou des adeptes de Thérèse d'Avila ou de Thérèse de Lisieux, que guida la voix céleste.
On pourrait croire que les prêtres visionnaires – en fait, tout le courant des prêtres ouvriers et de la théologie de la libération – sont d'insondables optimistes, de sympathiques naïfs ou des myopes endurcis. En vérité, ce sont d'authentiques croyants, parmi les plus vrais qui soient; pour un peu, ils parieraient sur un miracle : le miracle de la foi qui verrait le successeur de Pierre distribuer les biens temporels de l'Église et cette dernière toute entière entrer en pauvreté.
Au temps de Pierre Valdo et de la Fraternité des Pauvres de Lyon (vers 1200), ils finissaient sur le bûcher; il y a quelques années , en Amérique latine, on le tuait pour moins que çà.
Leur myopie tient à ceci... (continua)
LE PRÊTRE VISIONNAIRE
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 4/1/2009 - 18:36
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Τ’όνειρο καπνός

Τ’όνειρο καπνός
Trascrizione fonetica di massima del testo originale.
T'ONJIRO KAPNOS
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 4/1/2009 - 14:47
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Τ’όνειρο καπνός

Τ’όνειρο καπνός
Sono necessarie due correzioni, una per mera pignoleria, e l'altra di sostanza, tale da cambiare il senso del testo e a far dubitare che questa canzone abbia a che fare con la guerra. La prima: "To òniro kapnòs" non appartiene alla "Ballata di Mauthausen" di Theodorakis- Kambanelis, ma al "Kyklos Farandouri" di Theodorakis su testi di vari autori, tra i quali Nikos Gatsos. La seconda: il testo qui riprodotto va corretto. Il primo verso della seconda strofa non dice "kìlissan ta niata sto potàmi", ma "kìlissan ta niata san potàmi". Cfr Nikos Gatsos: "Ola ta tragoùdia", Pataki - Athina, 1998 e Nikos Gatsos: "Fissa aeràki, fìssame, min chamilònis, ìssame", Ikaros - Athina, 1992-1993. Si parla della la gioventù, che è corsa via come un fiume, e non, per sineddoche, di giovani rotolati nel fiume: ché, in tal caso, si potrebbe pensare alla guerra. Il testo parla, piuttosto, delle illusioni del nostro esistere.
Gian Piero Testa 4/1/2009 - 13:30




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