Complimenti davvero. Premetto di essere napoletano.
A mio parere quando nella strofa dice:"chillo'o fatto è niro,niro, niro niro comm'a cche"....................... ciò ha il significato che la situazione accaduta risulta essere assai, disdicevole agli occhi della gente; oltre al fatto che il criaturo lo si può chiamare in qual si voglia nome da "bianco"napoletano(Ciccio, Giro...) ma lui è così tanto( comm'a cche) scuro,(niro) di pelle che ciò risulterebbe inutile a modificare il dato di fatto.
è niro comm'a cche........
Per rispondere a deficienti come stefano dell 11/03
mi sa, bello, che fai un pò di confusione tra chiesa e religione.....la chiese può essere corrotta quanto ti pare ma la fede persiste comunque....... ti dice niente l'unicef??? l'8 per mille??? non ti è passato per l'anticamera del cervello che tutte queste associazioni sono cristiane e che fanno di tutto per aiutare i paesi piu poveri??? e non era questo che ci chiedeva di fare John Lennon nella sua canzone??? a lui non importava di essere ateo o cristiano voleva solo fare del bene......e io credo che fino a prova contraria la chiesa cattolica sia un'istituzione profondamente benefica e come tale va preservata......
Frigo 12/7/2008 - 12:28
Per rispondere a queste tue intelligentissime osservazioni, vorrei chiederti prima di tutto che cosa c'entri esattamente l'Unicef -che è casomai un'istituzione delle Nazioni Unite- con la chiesa cattolica. Sull'otto per mille ci sarebbero molte cosine da dire, in primis che molte altre istituzioni benefiche -religiose o meno- non possono di fatto beneficiarne (oppure ne beneficiano in modo infinitamente minore) perché l'apparato della chiesa cattolica mette in atto tutti i suoi potentissimi mezzi -pubblicità televisive eccetera; senza contare le esenzioni fiscali di cui già beneficia, il suo già di per sé immenso patrimonio finanziario, le "banche cattoliche" che essa controlla ("Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherai la Banca Cattolica del Veneto", ebbe a dire qualcuno) e chi più ne ha, più ne metta. Tutto questo senza voler naturalmente inficiare l'opera meritoria svolta da tanti... (continua)
Texte d'Erri De Luca – Ballata per una prigioniera
La scène est sobre : fond noir et, au milieu sur l'estrade, une table de bois avec quatre chaises. Au dessus de la table, une lampe, qui selon qu'elle est allumée ou éteinte, dira ensuite l'auteur, représente les passages entre les différentes stances où s'articule la très belle et très sensible chanson qui suit. Une chanson avec un titre suspendu entre Cervantès et Balestrini, Donquichotte et les invisibles.
Trois personnes sur la scène, un habile clarinettiste, un chanteur ferroviaire et un écrivain, qui ensuite sera le principal acteur du tout. Trois personnes, quatre sièges, car la dernière chaise, celle qui est restée vide est un appel de coresponsabilité pour ceux qui entendent encore vivre des moments plus ou moins longs de leur propre vie comme réponse à une série de questions, cette génération capturée...
Grandissimo Rino... Guardare le tue foto, ascoltare le tue canzoni, imparare a conoscerti poco a poco... simbolo di un'epoca che non esiste più, se nn nelle sue manifestazioni più negative, vittima dell'ingiustizia e forse della disorganizzazione (...) ... nn fa che alimentare la delusione per nn averti vissuto...!
Ciao Rino!
Ho trovato qui un bella dedica ad Anna Identici. L'autore (l'arcoriano Tafanus) cita anche passi dalla pagina delle CCG/AWS su "Quaranta giorni di libertà"
"Le Perle Musicali/85 - Anna Identici
Questa settimana la rubrica musicale voglio dedicarla ad una mia amica, una delle persone più semplici e meno arriviste del mondo: Anna Identici. Correvano gli anni di piombo (eravamo a metà degli anni '70). L'assassinio di Aldo Moro e la strage della sua scorta erano alle viste.
Eravamo tutti più giovani. Io abitavo in un attico d'angolo, e nella stanza circondata dal terrazzo, dove fra le tante cianfrusaglie c'era anche un pianoforte, sul quale spesso strimpellavo, senza il minimo senso del pudore, talvolta ci riunivamo per fare le ore piccole, tanto non avevamo appartamenti confinanti che avremmo potuto disturbare... un bel gruppo di amici: un professore di sociologia pazzo, che ci ha lasciati... (continua)
A mio parere quando nella strofa dice:"chillo'o fatto è niro,niro, niro niro comm'a cche"....................... ciò ha il significato che la situazione accaduta risulta essere assai, disdicevole agli occhi della gente; oltre al fatto che il criaturo lo si può chiamare in qual si voglia nome da "bianco"napoletano(Ciccio, Giro...) ma lui è così tanto( comm'a cche) scuro,(niro) di pelle che ciò risulterebbe inutile a modificare il dato di fatto.
è niro comm'a cche........
Stefano Gallo