We Shall Not Be Moved
anonimo
Versione italiana di Riccardo Venturi
Piacenza, 9 maggio 2008
NON CI SMUOVERANNO
(continua)
(continua)
9/5/2008 - 20:57
Supper's Ready
Avevo circa quindici anni (1974) e un amico coetaneo che aveva fratelli più grandi mi consigliò l'acquisto del disco, insieme a Nursery Crime. L'ho ascoltato per tanti anni e per motivi vari negli ultimi dieci quindici anni l'avevo abbandonato. Mi è capitato di riascoltare Supper's Ready recentemente e non riesco ad ascoltare altro. Ho comprato abbastanza musica nella mia vita ma l'acquisto fatto a quindici anni forse è stato il migliore.
Poli 9/5/2008 - 16:57
In battaglia
La canzone è in realtà una cover di "The Battle" del gruppo inglese "The Strawbs". Bisogna dire però che il testo è stato totalmente riscritto. Qui la canzone originale, che più che "contro la guerra", sembra una descrizione di una battaglia.
THE BATTLE
(continua)
(continua)
9/5/2008 - 15:31
We Shall Not Be Moved
anonimo
The version of the hymn as performed by the Wildwood Boys at the Tangen, Palo Alto, February 23rd 1963. It still keeps the appearance of a religious hymn, though in the context of the Civil Rights Movement. Lyrics are reproduced from this page
WE SHALL NOT BE MOVED
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 9/5/2008 - 11:59
Vitti na crozza
Sono sempre io, Peppy Maniglia da Palma di Montechiaro (AG).. in questo periodo ho fatto delle ricerche approfondite su vari brani musicali che tengono la dicitura "tradizonale/anonimo".. Il brano "Vitti na crozza" appartiene a Franco Li Causi Junior, ho fatto delle ricerche scientifiche, sia sulla SIAE, sia sui moduli ENPALS, con vari mezzi gentilmente messi a disposizione dell'università di musicologia di Cremona.. Ho analizzato ovviamente altri brani, compreso "vitti na crozza".. Il risutato è che la musica di "vitti na crozza" è del padre di Franco Li Causi, non ci sono più dubbi, ho visto, letto e musicato coi miei occhi e con le mie mani il manoscritto SIAE depositato nel 1950.. Mistero risolto, Franco è l'unico erede di "vitti na crozza".. Complimenti a tutta la sua famiglia.. Peppy Maniglia..
Giuseppe maniglia (Peppy Maniglia) 8/5/2008 - 23:22
Eskimo
Dal sito di Pier Luigi Cinquantini
ANORAKO
(continua)
(continua)
inviata da Nicola Ruggiero 8/5/2008 - 11:27
Il minatore di Frontale
DAVIDE NON SI E' MAI SCHIERATO E MAI SI SCHIERERA'...
NON SO CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI PENSARE CHE QUESTA E' UNA CANZONE CONTRO LA GUERRA...SE ASCOLTI BENE FORSE CAPIRESTI LA VERA NATURA DELLA CANZONE...
PERCHE' METTETE DELLA CAVOLATE SUL WEB...DOPO LA GENTE CI CREDE....!!!
TI PREGO PENSACI BENE PRIMA DI FARE UN'ALTRA CAZZATA...
DESFROSS...FOR EVER
(PINCO PAZZO)
Vedi, caro "Pinco Pazzo" (che fa un'ovvia rima con testa di cazzo, cioè quello che sei), se tu ti fossi premurato, prima di pigliare la tastiera e scrivere idiozie in tutte maiuscole da buon analfabeta che non sa manco scrivere correttamente il nome del suo "beniamino", di guardare in quale "percorso" o categoria è inserita in questa canzone, ti saresti accorto che tale percorso si chiama "L'emigrazione e la guerra del lavoro". Perché è una canzone che parla, toh, di lavoro e di un lavoratore. Perché in questo sito abbiamo... (continua)
NON SO CHI TI HA DATO IL PERMESSO DI PENSARE CHE QUESTA E' UNA CANZONE CONTRO LA GUERRA...SE ASCOLTI BENE FORSE CAPIRESTI LA VERA NATURA DELLA CANZONE...
PERCHE' METTETE DELLA CAVOLATE SUL WEB...DOPO LA GENTE CI CREDE....!!!
TI PREGO PENSACI BENE PRIMA DI FARE UN'ALTRA CAZZATA...
DESFROSS...FOR EVER
(PINCO PAZZO)
Vedi, caro "Pinco Pazzo" (che fa un'ovvia rima con testa di cazzo, cioè quello che sei), se tu ti fossi premurato, prima di pigliare la tastiera e scrivere idiozie in tutte maiuscole da buon analfabeta che non sa manco scrivere correttamente il nome del suo "beniamino", di guardare in quale "percorso" o categoria è inserita in questa canzone, ti saresti accorto che tale percorso si chiama "L'emigrazione e la guerra del lavoro". Perché è una canzone che parla, toh, di lavoro e di un lavoratore. Perché in questo sito abbiamo... (continua)
7/5/2008 - 18:23
Eskimo
"Provos" è il termine con cui venivano chiamati i contestatori in Olanda.
Come i teddy boys inglesi, i beatniks americani, i blousons noirs francesi, i capelloni italiani. I loro leader erano Jasper Grotveld e Bernard de Vries. Quest'ultimo, studente di lettere, diventa notissimo il 10 marzo 1966 organizzando una goliardata contro la famiglia reale. Qualcuno grida all'attentato, ma è solo un atto dimostrativo: durante il corteo nuziale della principessa Beatrice vengono esplosi petardi fumogeni che non fanno alcuna vittima, ma spaventano e imbizzarriscono i cavalli della carrozza reale. L'altro, Grotveld, è un pulitore di vetri che va in giro con pantaloni da cavallerizzo e inventa slogan creativi come "Invenzione, fantasia, comunicazione!". Scelgono di chiamarsi "provos", cioè "provocatori", ma non hanno nulla di violento. La "rivoluzione del provotariato" è un susseguirsi di azioni più... (continua)
Come i teddy boys inglesi, i beatniks americani, i blousons noirs francesi, i capelloni italiani. I loro leader erano Jasper Grotveld e Bernard de Vries. Quest'ultimo, studente di lettere, diventa notissimo il 10 marzo 1966 organizzando una goliardata contro la famiglia reale. Qualcuno grida all'attentato, ma è solo un atto dimostrativo: durante il corteo nuziale della principessa Beatrice vengono esplosi petardi fumogeni che non fanno alcuna vittima, ma spaventano e imbizzarriscono i cavalli della carrozza reale. L'altro, Grotveld, è un pulitore di vetri che va in giro con pantaloni da cavallerizzo e inventa slogan creativi come "Invenzione, fantasia, comunicazione!". Scelgono di chiamarsi "provos", cioè "provocatori", ma non hanno nulla di violento. La "rivoluzione del provotariato" è un susseguirsi di azioni più... (continua)
Riccardo Venturi 7/5/2008 - 17:36
I Come and Stand at Every Door
Ecco le foto segrete di Hiroshima
Chi le scattò resta senza nome
di VITTORIO ZUCCONI
da Repubblica on line
In quel film dell'orrore senza fine che porta il nome di Hiroshima, altri spettri escono dalla grotta dove furono rinchiusi 63 anni or sono, e vengono a chiederci di essere ricordati. Non i corpi, caduti nell'istante del sole artificiale, ma le loro immagini, dieci scatti inediti impressi su un rullino fotografico, probabilmente da qualcuno di loro, prima di raggiungerli nel mucchio di cadaveri.
Sono dieci immagini mai viste finora eppure viste 250 mila volte, quanti furono, migliaio più migliaio meno perché nessuno conoscerà mai il totale, le vittime di "Little Boy", della prima bomba a fissione nucleare esplosa alle 8 e 15 del mattino del 6 agosto 1945. Fotografie che un soldato americano, Samuel Capp, trovò per caso frugando tra i morti e ispezionando una caverna dopo l'occupazione,... (continua)
7/5/2008 - 09:04
L'America
A noi ci hanno insegnato tutti gli Americani… Se non c’erano gli Americani a quest’ora noi eravamo: ..Europei. Vecchi, pesanti, sempre pensierosi, con gli abiti grigi e i taxi ancora neri!
(continua)
(continua)
inviata da Giorgio 6/5/2008 - 20:59
Bella Ciao
anonimo
La seguente e precisa confutazione del presunto "scoop" di Jenner Meletti su "Repubblica" riguardo alle origini di "Bella Ciao" è stata redatta da Carlo Loiodice e pubblicata il 6 maggio 2008 su Carmilla Online.
Bella questa di "Bella Ciao"!
di Carlo Loiodice, da Carmilla Online
Il 12 aprile scorso Jenner Meletti su Repubblica fa un piccolo grande scoop: “Bella ciao”, l’inno della Resistenza, viene dalla Russia: In particolare ha origini klezmer ed è così vecchia che ne esiste una registrazione del 1919.
- Sai che novità! – Avrà pensato qualcuno abituato a sentirla in versione marziale cantata da un coro di omoni o suonata da una banda militare con piatti e grancassa. Invece, chi l’ha sentita in versione mondina da Giovanna Daffini o da uno dei canzonieri che proliferavano negli anni ’70, avrà fatto 2 e 2 4, concludendo che l’anonimo autore del testo resistenziale si fosse rifatto a... (continua)
Bella questa di "Bella Ciao"!
di Carlo Loiodice, da Carmilla Online
Il 12 aprile scorso Jenner Meletti su Repubblica fa un piccolo grande scoop: “Bella ciao”, l’inno della Resistenza, viene dalla Russia: In particolare ha origini klezmer ed è così vecchia che ne esiste una registrazione del 1919.
- Sai che novità! – Avrà pensato qualcuno abituato a sentirla in versione marziale cantata da un coro di omoni o suonata da una banda militare con piatti e grancassa. Invece, chi l’ha sentita in versione mondina da Giovanna Daffini o da uno dei canzonieri che proliferavano negli anni ’70, avrà fatto 2 e 2 4, concludendo che l’anonimo autore del testo resistenziale si fosse rifatto a... (continua)
Riccardo Venturi 6/5/2008 - 09:23
Iris e Silvio
Sono veramente contenta di scoprire che dopo tanti anni ci sia ancora qualcuno che ricorda queste persone che hanno donato la loro vita per la libertà nostra e dei nostri figli
Io in prima persona sono onorata di essere una diretta discendente dei fratelli Antonio e Arturo Spazzoli che con le loro gesta hanno contribuito a liberare l'Italia dal fascismo.
Stefania Spazzoli - Forlì
Io in prima persona sono onorata di essere una diretta discendente dei fratelli Antonio e Arturo Spazzoli che con le loro gesta hanno contribuito a liberare l'Italia dal fascismo.
Stefania Spazzoli - Forlì
Stefania Spazzoli 4/5/2008 - 18:16
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